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La Cucina di Cosa Nostra

La Cucina di Cosa Nostra

Autore/i: Cipolla Joe

Editore: Sperling & Kupfer Editori

prefazione di Aldo Busi.

pp. 146, Milano

…Le ricette: sontuose, sfarzose, ipercaloriche, per lo più agliate e oliate e servite bollenti come le patate o fredde come la vendetta, tanto di coppola al cuoco e agli addetti alle insalate di infilato in erba, alle macedonie di mandarin fratuzzo e alle carni di fetoso, e buon appetito a tutti i buffer riconosciuti, ma più di ogni altro a te, o aspirante ’nfame, che hai un appetito da morire. (Dalla prefazione di Aldo Busi)

Nel 1923 il prefetto Mori intitolò un suo libro Con la mafia ai ferri corti: oggi, che siamo scivolati dalla padella nella brace, sarebbe bello darci finalmente un taglio e intitolare un libro Mafia ai ferri corti tout court: da divorare. Ma, come scrive Aldo Busi nella prefazione a questo strano ricettario che manda un odorino di bruciato, “L’unica abbondante primizia nel regno animale e vegetale e oligominerale che non si può in alcun modo cucinare per mangiare sono gli stronzi”,  e quindi si può anche stare allo scherzo e mettersi a cuocere tutto il resto. Tra ciuffi di riferimento a Petrosino e guarnizioni di notiziole curiose sui gangster del passato, La cucina di cosa nostra ci addolcisce la bocca con preparazioni d’alta scuola mediterranea e la fantasia truce del misterioso cuoco che dà ai suoi piatti nomi come “Caponata di Al Capone” o “Melanzane omertà” non ci trarrà in inganno: le ricette sono tutte autentiche, squisite e onestissime, a volte laboriose e impegnative, a volte di veloce esecuzione. Il contorno va preso con un grano di sale.

Nato con il secolo a Salemi, in Sicilia, Joe Cipolla sbarca giovanissimo a Ellis Island nel 1919. Suo unico bagaglio la borsa dei coltelli e dei mestoli. Farà il cuoco a domicilio nelle varie “famiglie” di malavitosi che animarono la Chicago degli anni trenta e quaranta. Cucinerà i manicaretti preferiti di al Capone e Gambino, manderà in estasi Anastasia e Banana. per molti convitati in lobbia e gessato i suoi pranzi succulenti saranno l’Ultima Cena. Una storia della mafia vista dalla cucina. Col silenziatore. Sopravvissuto agli Anni Ruggenti grazie alla sua dieta personale, soltanto oggi, in veneranda età, Joe Cipolla ci svela le ricette che mandarono tanti capi in sollucchero e alcuni al Creatore.

Il mattino del 25 ottobre 1967 stavo sorseggiando il mio cappuccino al bar dell’hotel Park-Sheraton a Manhattan, quando Albert Anastasia apparve nella hall. Venne dritto verso di me, mi mise una mano sulla spalla e chiese: “Che cosa bolle in pentola, Joe?”. Prima che potessi rispondere era scomparso nel negozio del barbiere dell’albergo per quella che sarebbe stata la sua ultima rasatura. Questo libro è dedicato a lui, e a mia madre, Maria Cipolla.

India : La Corte e il Tempo – Gioielli dal Museo Nazionale di Nuova Delhi

India : La Corte e il Tempo – Gioielli dal Museo Nazionale di Nuova Delhi

Ministero per i Beni Culturali e Ambientali – Museo Nazionale d’Arte Orientale – Roma – Palazzo Brancaccio 22 maggio – 30 giugno 1996

Autore/i: Autori vari

Editore: Edizione NodoLibri

presentazione di Donatella Mazzeo (Direttore del Museo Nazionale d’Arte Orientale), introduzione di Kirsten Aschengreen Piacenti, traduzioni di Cristina Del Mare.

pp. 276, nn. fotografie b/n e colori, Como

Dall’Introduzione:
«Una grande mostra di gioielli indiani in Italia e un avvenimento importante. Organizzata inizialmente dal Gruppo Rinascente a Milano ed esposta, con molto successo, alla Galleria Ottavo Piano, la mostra viene ora trasferita a Roma, al Museo Nazionale d’Arte Orientale. I pezzi provenienti dal Victoria and Albert Museum di Londra presenti a Milano non hanno potuto seguire la mostra a Roma, ma in compenso il catalogo si e arricchito di contributi di studiosi italiani. Il Museo Nazionale di Nuova Delhi ha consentito questo prolungamento data la scelta prestigiosa e molto pertinente della nuova sede, dove già nel 1963 ha avuto luogo una mostra di gioielli. Dal Caspio all’Himalaya, a cura del professor Umberto Scerrato e del professor Maurizio Taddei. per iniziativa dell’IsMEO. È la seconda volta che il grande museo indiano invia in Italia una cospicua raccolta dei suoi capolavori. La prima fu nel 1993, quando una mostra di bronzi, Gli Dei dell’India, 4000 anni di statue in bronzo, fu esposta al Museo degli Argenti di Palazzo Pitti.
L’attuale mostra ha suscitato vivo interesse negli ambienti ufficiali fin dall’inizio. L’ambasciata italiana a Nuova Delhi ha collaborato fattivamente, e quella indiana a Roma ha dato tutto il suo sostegno; l’allora Ministro per i Beni Culturali, Antonio Paolucci, ha seguito le varie fasi preparativi ed ha ottenuto lo spostamento della mostra a Roma; del resto il suo interessamento per gli scambi culturali italo-indiani è noto e già dimostrato dalla sua partecipazione alla mostra di gioielli italiani portata a Nuova Delhi dal Centro Affari di Arezzo in occasione della visita ufficiale in India del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro nel febbraio del 1995.
La mostra presenta una significativa selezione del patrimonio orafo dell’India. Oltre all’evidente valore artistico i gioielli indiani contengono anche un messaggio simbolico, come ha sottolineato Cristina Del Mare nel suo saggio. Attraverso una scelta di tipologie si e votato evidenziare questo fatto oltre che spiegare l’impiego del gioiello, in molti casi così diverso dalle usanze italiane. La mostra comprende anche alcuni esempi in argento provenienti regioni diverse, e perfino qualche gioiello tribale, per accennare alle varietà culturali di questo immenso Paese.
La storia plurimillenaria dell’India conta infinite invasioni dal Nord-Ovest (a cominciare con quella degli Ariani, i nostri comuni antenati) che riguardano soprattutto le parti Nord e Centrale del Paese; dal Medioevo si susseguono ondate di invasori musulmani che stabiliscono la capitale a Delhi e impongono l’Islam a una popolazione principalmente hindu[…]»

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Presentazione
Donatella Mazza

Introduzione
Kirsten Aschengreen Piacenti

Il periodo Moghul (1526-1857)
Bianca Maria Alifieri

Il Rajasthan, terra dei “grandi re”
Rosa Maria Cimino

Valenza e funzione storico-sociale del gioiello in India
Cristina Del Mare

Il gioiello della Consapevolezza: la luce delle gemme come memoria del divino nelle tradizioni indo-tibetane
Massimiliano A. Polichetti

Testimonianze di arte Moghul nel Museo Nazionale d’Arte Orientale
Paola Torre

Metalli indiani in tecnica bidri
Gabriella Di Flumeri Vatielli

Origine ed evoluzione storica del gioiello indiano
Binoy Kumar Sahay

La gioielleria Moghul
Binoy Kumar Sahay

Motivi decorativi
Rita Sharma

L’arte degli smalti
Rita Sharma

La funzione del navaratna
Rita Sharma

L’origine del nath
Rita Sharma

Armi e armature ornate da pietre preziose
Kamlesh Kumar Sharma

Tecniche di lavorazione orafa
Rita Sharma e Raj Kumar Tewari

Catalogo

India Moghul
Rajasthan
India del Nord
India Centrale
India del Sud

Schede
Glossario
Bibliografia

Estasi : il Linguaggio Dimenticato

Estasi : il Linguaggio Dimenticato

Autore/i: Osho Rajneesh

Editore: Riza Libri di Colombini

pp. 336, Milano

Sui versi del mistico Kabir.
Verso la vera religione, al di là dei dogmi, dei riti e delle dottrine, verso l’uomo nella sua originaria essenza naturale. Bhagwan va contro tutte le leggi stabilite, con humor e vivacità. Con prospettive spesso sorprendenti cerca di renderci coscienti del fatto che noi camminiamo meccanicamente su vie già sperimentata.
“L’estasi è un linguaggio che gli uomini hanno completamente dimenticato. Per questo è una parola evitata, per questo è una parola ignorata. La società è contro l’estasi l’intera civilizzazione e contro l’estasi, perchè la nostra società ha un enorme interesse a mantenere gli uomini nello stato in cui si trovano. La società si accontenta di nutrirsi, di essere sicura della sua sopravvivenza…. Un uomo estatica può essere solo libero. L’estasi è libertà.
Non può essere ridotto a uno schiavo…. Vuole danzare sotto il cielo stellato, lasciarsi portare dai venti, avere colloqui con il sole e la luna. Ha bisogno di spazio, d’intimità, dell’immensità del tutto.”

Graal e Alchimia

Graal e Alchimia

Il Mito del Sacro Calice come Itinerario alla Scoperta del Sè

Autore/i: Sansonetti Paul-Georges

Editore: Rusconi

prima edizione, prefazione di Mario La Floresta, illustrazioni di Ulrike e Paul-Georges Sansonetti traduzione dal francese di Edi Vesco.

pp. 224, illustrazioni b/n, Milano

Otto secoli dopo aver incantato e alimentato la fantasia di un poeta medievale e aver rappresentato il cuore luminoso dell’anima cavalleresca, il Graal, ricettacolo del sangue di Cristo che si è sostituito al calderone dell’immortalità di tradizione celtica, ci affascina sempre con il suo mistero. Partire alla sua ricerca significa desiderare di raggiungere l’essenza del nostro essere.
Nel racconto noto come Seconda Continuazione, di cui quest’opera svela l’ermeneutica, il cavaliere Perceval prosegue la propria ricerca. Sul suo labirintico itinerario non mancano prove e avversari: un re corazzato di rosso, una temibile armatura nera sorta da una tomba, un leone infuriato a guardia di un castello deserto… Le prove, ma anche l’incanto: la Bella Scacchiera azzurro e oro i cui pezzi si animano, il Cervo Bianco, stanze dorate d’ambra, misteriose fanciulle tanto belle quanto sagge in abiti araldicamente stellati o fioriti… E che dire dei sette castelli, che al tempo stesso simboleggiano sia le Forze primordiali sia i diversi stati della materia che il cavaliere in cerca deve attraversare?
Paul-Georges Sansonetti ci rivela in quest’opera le molteplici «immagini riflesse» della «corporeità sottile» dell’eroe e le operazioni ermetiche che dovranno trasformare la sua condizione umana e mortale in Presenza divina. l’Autore ci dimostra cioè come, parallelamente a tutta una simbologia iniziatica anteriore o esterna al Cristianesimo, le avventure di Perceval esprimano le fasi successive della Grande Opera.

E il Re pescatore disse: «Bel Sire, ora ascoltate. In armi vi siete dato molta pena […] Ma, attraverso questa prova, io so per certo che al mondo, di tutti quelli che oggi vi sono in vita, non c’è alcuno che vi valga!».
E in questa camera regale, dove si compie la ricerca di Perceval, la ricostituzione della spada ha luogo sotto un cielo d’oro…
La spada sovrannaturale, impugnata dal miglior cavaliere al mondo, si risalda. Ma, reciprocamente, l’arma conferma il valore eccezionale di colui che ne ha congiunto i tronconi. Una volta ancora «il simile conosce il simile»!

Paul-George Sansonetti è nato a Parigi nell’aprile del 1945. Ha insegnato alla Sorbona ed è autore di diverse pubblicazioni sull’esoterismo medievale e sulle leggende australiane. Attualmente vive nell’America del Sud.

Storia del Buddhismo

Storia del Buddhismo

Autore/i: Autori vari

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

a cura di Henri-Charles Puech, traduzione di Maria Novella Pierini.

pp. 428, Milano

Il buddhismo: una religione antica che ha ricoperto un ruolo primario nella vicenda sociale e culturale dell’umanità e la cui vitalità si ripropone oggi, con rinnovato vigore, nell’incontro con la civiltà occidentale. Questo credo ha dominato per secoli aree vastissime, dall’India al Tibet, dalla Cina al Giappone, dalla Corea al Sud-Est asiatico e in ognuno di tali paesi il messaggio della salvezza individuale predicata dal Buddha e le corrispondenti pratiche religiose hanno assunto caratteristiche peculiari. Questo volume raccoglie l’enorme patrimonio del pensiero buddhista attraverso una serie di capitoli dedicati ognuno alle caratteristiche che il fenomeno ha assunto nei diversi paesi. Un capitolo conclusivo è dedicato alla storia dei rapporti tra buddhismo e cultura occidentale.

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Introduzione di Giuseppe Tucci

Il Buddhismo indiano di André Bareau

Il Buddhismo tibetano di Anne Marie Blondeau

Il Buddhismo cinese di Paul Demiéville

Il Buddhismo giapponese di Gaston Renondeau e Bernard Frank

Il Buddhismo a Ceylon e nel Sud-Est asiatico di André Bareau

Il Buddhismo vietnamita di Pierre-Bernard Lafont

Il Buddhismo in Occidente di Mauro Bergonzi

Terre e Civiltà

Terre e Civiltà

Autore/i: Hyams Edward

Editore: Il Saggiatore

prima edizione, prefazione dell’autore, traduzione di Raffaele Zanasi.

pp. 400, 54 fotografie e 5 carte geografiche b/n, Milano

Nessuno, interessato alla sopravvivenza della razza umana, può affermare di voler ignorare il rapporto che passa, fin dalla prima apparizione dell’attività della nostra specie in questo mondo, tra gli uomini e la terra. Perché i popoli si sono sviluppati in determinate plaghe del mondo, tralasciandone altre? Perché alcune razze si sono spinte in disperate migrazioni attraverso continenti? Alla ricerca di che cosa? Perché le grandi civiltà sono sorte lungo le rive di fiumi come il Nilo, il Tigri, l’Eufrate, l’Indo, il Gange, lo Yang-tze-kiang, lo Zambesi? È la terra che plasma gli uomini e le tribù, o sono le culture di questi popoli che riescono a trasformare la terra? L’una e gli altri insieme, naturalmente. Ma è affascinante scoprirne le cause, ritrovare i passi lasciati dall’uomo in vaste zone oggi desertiche, ma un tempo fiorenti, poiché l’uomo ha fame di terra e la divora e la distrugge, se non interviene una superiore civiltà a frenarne lo sfruttamento. Esistono dei mutamenti climatici, ma essi sono anche influenzati dalle civiltà, e quindi dalla presenza di uomini dediti a una particolare economia. La valle dell’Indo un tempo era una fitta foresta su cui cadevano regolari piogge: dopo quattromila anni di diboscamento, la terra si è Sbriciolata, è divenuta un deserto e le piogge non vengono più attirate dalla presenza delle piante. L’uomo, che in questo caso non è stato sagace amministratore delle ricchezze della natura, ha dovuto abbandonare la terra. In altre zone, solo il clima ha giocato la carta decisiva, come nel Sahara, un tempo una verde prateria. Eppure gli uomini ci sono rimasti :’ Beduini, Berberi, Libici, Tuareg, Fulbe, Marocchini. Perché?
Che cosa li lega a quella terra divenuta un inferno? Sono domande difficili, a cui l’Autore risponde trovandone gli elementi nella storia, nell’economia, nelle tecniche agricole, nelle guerre e nelle religioni. Oggi bisogna tirare le somme di alcuni millenni di sfruttamento e vedere se si può conquistare ancora la terra per il benessere dell’umanità sempre crescente.

Nato a Londra nel 1910. Ha compiuto i suoi studi a Londra, in Francia e in Svizzera. Pubblicò un volumetto di poesie nel 1929 e il suo primo romanzo nel 1936.
Viaggiò attraverso l’Europa e l’America del Nord. Durante la guerra prestò servizio nella Marina britannica, e nel 1945 si ritirò in campagna occupandosi di agricoltura.
Romanziere per Vocazione, studiò in modo particolare la storia dei rapporti tra l’uomo e la terra, per esempio nei volumi The Grapevine in England e From the Wasteland.
I suoi romanzi più recenti sono quelli che hanno ottenuto il maggior successo, ma quelli più noti in Italia sono Modello 998 e Gli astri non vollero. Collabora regolarmente a «The New Statesman» di cui sta scrivendo la storia, e ad altri giornali. È anche conosciuto come autore radiofonico.

Le Forche Caudine

Le Forche Caudine

Autore/i: Tortora Enzo

Editore: Casa Editrice Bietti

prima edizione.

pp. 212, Milano

«Una volta andai a Benevento. Tito Livio è vago, oltre che rispettoso della romanità. Dice e non dice. Appena l’Urbe non ci fa poi quella gran figura, e i consoli calano le brache, e quei legionari così impettiti nella loro minigonna le beccano di santa ragione, fa come le seppie: una bella nuvola nera di gerundi, di ablativi, una consecutio polivalente, e chi s’è visto s’è vista.
A Benevento cercavo le gole dell’antica «Gaudium», dove le legioni spaccatutto, dove l’Inter di Romolo e Remo fu obbligata a piegare la schiena, inchinandosi come i ragazzini degli ascensori davanti a un Commendatore sannita che non ha tempo da perdere. Non lo trovai, il posto delle «forche». C’erano anche degli archeologi, in giro, col centimetro, il dizionario, dei badili.
Allo stato attuale delle ricerche, insomma, le «forche caudine» sono come il nido dell’araba fenice. Avevo con me un diario, una specie di brogliaccio, un disordinato quaderno dove annotavo quello che, nelle pagine che seguono, leggerete. Non è obbligatorio, naturalmente. Ma il titolo, nacque così. L’ho borseggiato in campagna, dalle parti di Benevento. E l’ho scelto perchè ha il sapore di una Waterloo che non si trova. Di una sconfitta mascherata da belle parole, con tanti «orum» che fanno sempre fine. D’altronde, è giusto. Anche l’Urbe «tiene famiglia».
Questo per il titolo. Per il resto, per questo zibaldone che non è un romanzo, ma una pinacoteca che potrete visitare entrando da qualunque sala, volevo assomigliasse a una frase di Stendhal. E ne «Il Rosso e il nero» (un romanzo che purtroppo non presentava Corrado), e dice pressappoco, a proposito di Julien che inizia il suo freddo tirocinio fra le tonache: «In seminario, c’è un modo di mangiare un uovo alla coque che fa presagire i progressi che si compiranno nella vita devota». La trovo splendida.
Molte carriere folgoranti iniziano proprio dal modo assorto, ascetica e distinto con cui si batte sul guscio con il cucchiaino.
Io ho sempre fatto delle frittate. Ho sempre rotto le uova nel paniere. Ho sempre combinato dei disastri.
Il mondo è di chi mangia bene l’uovo alla coque. Per me è tardi. Ma la ricetta, volevo offrirla. I giovani che s’affacciano alla ribalta del mondo, non commettano l’imprudenza di mangiare con le mani.
A me piace, guardarmi intorno. Tra un po’, del resto, non mi rimarrà che guardare. Perdo persino i capelli, non ballo il surf. Che campo a fare? E dunque bo radunato questi fogli, per scarico di coscienza, come si dice con bella immagine, a metà spirito, a metà piccola palude. Avanti, auguri. C’è un po’ di tutto, le legioni qui marciano all’indietro, è una storia vista alla moviola, ci sono ritratti, bisbigli, confidenze strozzate sul nascere, con provvida eutanasia.
Se ne ricava, malgrado tutto, mi assicura un congiunto che non ha letto il manoscritto, l’idea di un certo tempo, il sapore del nostro calendario. Forse di una certa Italia. Sale per lei, qui dentro, il suo più autentico tricolore.
Bianco, rosso, e verme.» (Enzo Tortora)

La Vite, la Vigna e il Vino nella Bibbia

La Vite, la Vigna e il Vino nella Bibbia

Autore/i: Marchisio Battista

Editore: Gribaudo

presentazione di Felice Cerruti e Carlo Rista, introduzione dell’autore.

pp. 280, XXXII tavole a colori f.t., Cavallermaggiore

Il volume La vite, la vigna e il vino nella Bibbia intende offrire la possibilità di una lettura tematica che riveli aspetti normalmente trascurati, i cui risvolti risultano però notevolmente sorprendenti.
Il lavoro tenta di interpretare gli aspetti del tema della salvezza quali emergono dai Testi Sacri quando riportano le voci vite, vigna e vino; salvezza che si concretizza nel raggiungere la terra e l’umanità salvata dal diluvio, nella predilezione per il popolo d’Israele dopo l’umiliante schiavitù in Egitto, nell’avvenimento di Cristo.
Il vastissimo tema comprende anche argomenti non propriamente religiosi ed è presentato in tre differenti particolari aspetti: profano, cultuale e simbolico, dei quali il simbolico costituisce la parte prevalente ed anche la più interessante.
Vite, vigna e vino sono congeniali a reggere l’aspetto simbolico della speranza, della fiducia e della gioia, le quali hanno i loro momenti significativi nelle tappe che caratterizzano la storia della salvezza; speranza ravvivata dopo il castigo del diluvio; speranza e fiducia sempre vive nel popolo d’Israele nonostante le prove subite in conseguenza delle sue numerose infedeltà; speranza, fiducia e gioia sempre presenti nel credente cristiano, particolarmente quando si accosta al convito eucaristico.
Il libro, considera la parte del messaggio della salvezza relativamente ai passi in cui gli autori sacri utilizzano i termini vite, vigna e vino, facendo praticamente ricorso agli elementi presenti nella realtà quotidiana del mondo agricolo a tutti nota, messaggio esposto frequentemente con le caratteristiche letterarie dell’allegoria e del simbolo.

Battista Marchisio, perito agrario con specializzazione in viticoltura ed enologia e dottore in Scienze Religiose, ha dedicato la sua vita alla comunità vezzese.
È stato Consigliere Comunale per 35 anni e Sindaco per 19; da 18 anni Sindaco della Banca di Credito Cooperativo di Vezza d’Alba, con compiti di Presidente del Collegio Sindacale da 6 anni; Presidente della locale Cantina Sociale del Nebbiolo dal 1986.
Ha insegnato all’Istituto Tecnico Agrario, specializzazione in Viticoltura ed Enologia di Alba ed è stato per 35 anni tecnico agricolo presso l’Ispettorato dell’Agricoltura della Provincia di Cuneo.

Attesa di Dio

Attesa di Dio

Autore/i: Weil Simone

Editore: Rusconi

introduzione di Benedetto P. d’Angelo, traduzione dal francese di Orsola Nemi.

pp. XXVIII-228, Milano

Attesa di Dio di Simone Weil è un libro che sconvolse una generazione, ed è senza dubbio un grande libro che continua a esercitare un influsso straordinario. Un grande classico cristiano, lo si è voluto chiamare. Più esattamente, un grande classico precristiano. Esso portò molti di quelli che erano giovani nell’ultimo dopoguerra alle soglie del cattolicesimo. Più tardi non pochi superarono quelle soglie. Altri, per opera di Simone Weil, le superarono in senso inverso. «Simone Weil», disse un noto teologo, «ha convertito molti non cattolici, ha deconvertito molti cattolici». E questa la sorte di chi crede di potere (o sappia di dovere) «restare sulla porta»: la posizione fra tutte inequivoca per Simone Weil, fra tutte rischiosa peri suoi lettori.
Ma a coloro che sono fuori della porta Simone Weil sgombra sovranamente e per sempre un grande tratto del terreno che li separa dal «santuario». Attesa di Dio e le altre sue opere purgano radicalmente e per sempre dai miti consunti della ragione illuministica, dalle sentimentali leggende a lieto fine della scienza, dalle terroristiche teologie del progresso («questa idea atea per eccellenza»), che da almeno due secoli paralizzano o’ distorcono le più elementari operazioni di conoscenza. Dopo la lettura di questi libri duri e puri come diamanti, dal lento ritmo incantatorio, dallo stile sublime, nove su dieci dei testi seducenti ed esiziali dell’epoca cadono naturalmente dalle mani.

Simone Weil nacque a Parigi nel 1909. Allieva del filosofo Alain dal 1925 al 1928, subì profondamente l’influenza del maestro.
A ventidue anni ottenne la laurea in filosofia. Insegnò fino al 1934 nei licei di Le Puy, Auxerre, Roanne. Temperamento mistico e rivoluzionario, abbandonò l’insegnamento lavorando come semplice operaia nelle officine. Questa esperienza minò per sempre la sua salute. Intanto cominciò a pubblicare i suoi primi articoli su «Révolution prolétarienne», «Critique sociale», «Nouveaux Cahiers» e infine sui «Cahiers du Sud». La guerra civile spagnola la spinse ad arruolarsi con lo schieramento antifascista. Nel 1940 lasciò Parigi per Marsiglia dove ripeté la sua esperienza di operaia. Nel 1942 si trasferì a New York, ma, presa dai rimorsi per essersi sottratta al rischio delle persecuzioni, tornò in Europa, a Londra, nella speranza di partecipare più attivamente alla resistenza. Morì in sanatorio ad Ashford nel 1943, sfinita dagli stenti.

Caffè Krane

Caffè Krane

Interno con figure

Autore/i: Sandel Cora

Editore: Giano Editore

traduzione di Maria Valeria D’Avino, titolo originale: Kranes Konditori.

pp. 232, Milano

Indimenticabile romanzo di conversazione, Caffè Krane, pubblicato nel 1946, è certo il più letto tra i libri di Cora Sandel, scrittrice norvegese di sicura originalità e rara maestria, che si presenta per la prima volta al lettore italiano.
Interno con figure, come recita l’appropriato sottotitolo, sostenuto da una classica unità di tempo e luogo, il romanzo si svolge nella saletta del Caffè di una piccola città, Tromso, situata nel nord della Norvegia. La scena si apre su una donna di mezza età, Katinka Stordal, seduta dinanzi a un bicchiere vuoto nel privé del ritrovo più elegante e moderno della cittadina. È la migliore sarta della zona, e gli abiti di tutte le signore per l’imminente gran ballo si accumulano non finiti nel suo negozio. Ma lei non vuole più saperne, e resta immobile al suo tavolo, presso il quale conoscenti e familiari si alternano in una petulante processione, nel tentativo sempre più comicamente disperato di riportarla alla ragione. Uno sciopero solitario,  tenace e silenzioso, quello di Katinka, che nel corso di due pomeriggi tenta di spezzare i legami che la vincolano alla sua esistenza di donna sola e stanca, alla sua immagine pubblica di sarta geniale ma inaffidabile.
Disincanto e compassione compongono l’atteggiamento di Cora Sandel verso gli attori della narrazione; ma la lettura rivela anche la distanza a cui si pone l’autore, data dalla suprema ironia che informa ogni cenno del narratore. Tutto si dispone in un linguaggio di grande precisione e levità, che detta il ritmo da commedia alla vicenda.
Ironia e levità  sono gli elementi di spicco di questa mirabile narrazione in interno, caratterizzata da una leggerezza di tocco – ma i segni rimangono, eccome – e da una sapienza di composizione che permettono di collocare Caffè Krane tra i capolavori nel genere; e Cora Sandel fra i maggiori scrittori norvegesi del suo tempo.

Cora Sanrlel, pseudonimo di Sara Fabricius (l880-1974), pubblicò il suo primo libro, Alberte og Jacob, solo nel 1926, a 46 anni. Fino ad allora era vissuta tra  Francia e Svezia, interrompendo la sua attività di pittrice per le necessità del matrimonio e della maternità.
Dopo il libro di esordio, primo di una trilogia che le diede fama e successo, pubblicò altri romanzi, tra cui Caffè Krane, e raccolse in volume una serie di racconti di grande originalità stilistica ed espressiva.

Il Banchetto

Il Banchetto

Romanzo

Autore/i: Bagnasco Orazio

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

collana: Scrittori italiani, in sovraccoperta: Valère Maxime, “Gastronomie, hygiène et luxure”, ms. fr. 6185, fol. 255, Paris, Bibliothèque Nationale.

pp. 362, Milano

…Al piu fastoso pranzo nuziale di fine Quattrocento convengono le dame, i cavalieri, i cuochi e i potenti. Ma anche cinque cadaveri eccellenti…

Cibo, erotismo, intrighi di potere. E ancora, nobildonne carnali e gentiluomini impegnati a soddisfarle, cuochi indaffarati davanti a enormi fuochi, ambasciatori, spie, usurai, principi moreschi e nobili lombardi, napoletani, francesi, tutti al seguito del corteo nuziale che festeggia il matrimonio fra Isabella d’Aragona e Gian Galeazzo Sforza: sono questi i personaggi, o gli ingredienti, di un romanzo, un grande, seducente affresco di vita rinascimentale, che prende spunto da quel pantagruelico menu – l’Ordine de le Imbandisone, un incunabolo sopravvissuto fino a oggi in unica copia – che, molto verosimilmente, segnava il posto degli oltre ottocento invitati a uno dei più sontuosi, e memorabili, banchetti dell’epoca.
È il lungo inverno del 1488, e nei giardini del Castello di Tortona mastro Stefano, cuoco di raffinata esperienza, sta allestendo le grandi cucine. Ma insieme a lui tutto il borgo è operoso: è atteso l’arrivo dell’imponente corteo che, per mare e per terra, da Napoli a Genova e poi in carrozza fino alla brumosa pianura lombarda, sta per giungere nei possedimenti sforzeschi. Arrivano invece, portate da zelanti corrieri, notizie terribili e funeste. Alcuni misteriosi omicidi stanno scandendo, come tappe funebri, quel viaggio che dovrebbe essere di festa nuziale. O, come in gran parte avviene, di solo, intenso e sensuale piacere. Ne sono vittime alcuni scapestrati nobili lombardi i cui cadaveri vengono ritrovati con il volto sereno di chi non ha riconosciuto nell’amico il suo assassino. Chi può avere interesse a scuotere con il terrore un avvenimento i cui risvolti politici, fatti di alleanze fra due dei più potenti Stati italiani, sono sotto gli occhi di tutti? Chi sparge veleni che uccidono? Riusciranno i mandanti ad arrivare fino in alto?
Paura e passioni ardenti, gioia della festa e presentimenti della fine: mentre vengono consumati i cibi più prelibati, le salse, le cacciagioni, mentre le dame danzano, celiano e accarezzano le vesti dei loro amanti, con provocante, spavalda insistenza fino ad arrivare al velluto della pelle, la festa volge al termine. La compagnia si scioglie, ma insieme al banchetto, i cui odori sono quelli, intensi ed epicurei, del tardo Medio Evo, finisce un mondo. Lo scenario di questo romanzo, documentato e visivo come i narratori anglosassoni sanno fare, forse allude anche ai nostri anni. Con insinuante e struggente malinconia. Tutta italiana. Come i cibi, le donne e i potenti.

Orazio Bagnasco è nato a Genova nel 1927. Ingegnere, è stato un noto imprenditore e finanziere negli anni Settanta e Ottanta, in Italia e all’estero. Alla sua attività ha sempre affiancato l’interesse per l’arte, per il collezionismo e per la storia della gastronomia. In questo spirito, a Lugano, ha creato e dirige la “Fondation B.IN.G.(Bibliothèque Internationale de Gastronomie), in cui sono raccolti più di quattromila volumi antichi, manoscritti e a stampa. Frutto di questo impegno, nel 1994, è stata la pubblicazione del monumentale Catalogo del Fondo italiano e latino delle opere di gastronomia, secoli XIV e XIX, accolto da studiosi e specialisti come uno strumento innovativo nel campo della classificazione bibliografica.
Il Banchetto è il suo primo romanzo, conseguenza di questo suo lavoro, nonchè delle ricerche ed esperienze maturate nel corso di una vita ricca e movimentata.

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Il Banchetto
Personaggi storici
Glossario

L’Insegnamento Esoterico di Padmasambhava

L’Insegnamento Esoterico di Padmasambhava

La collana delle visioni

Autore/i: Baroetto Giuseppe

Editore: Shang-Shung Edizioni

prima edizione, prefazione e introduzione dell’autore, traduzione dal tibetano del Man ngag Ita ba’i phreng ba.

pp. 200, Arcidosso (GR)

In quest’opera Viene data la prima traduzione integrale di un antico insegnamento di Padmasambhava (VIII secolo d.C.), il Man ngag lta ba’i phreng ba, uno dei due soli insegnamenti del grande maestro tibetano la cui trasmissione non è mai stata interrotta. Arricchito da una introduzione approfondita ed accurata e da numerose note, oltre che dall’esaustivo commento al testo dell’autore, questa opera offre al lettore una grande occasione per comprendere uno dei periodi più affascinanti della storia del Buddhismo in Tibet e cogliere, in una visione d’insieme, l’essenza e le caratteristiche dei differenti Veicoli di realizzazione, specie quelli della scuola Antica. Le dottrine di questa tradizione «Antica» (rnying ma) sono suddivise infatti in nove Veicoli di realizzazione, l’ultimo dei quali è l’Atiyoga, conosciuto anche con il termine tibetano rdzogs pa chen po, la grande perfezione.

Giuseppe Baroetto è nato a Torino nel 1959.
Si è laureato in filosofia nel 1986 presso l’Istituto Orientale di Napoli. Allievo di Namkhai Norbu e Ramon Prats, si dedica da anni allo studio della letteratura tibetana Dzog-chen, sia Buddhista che Bonpo. È un profondo conoscitore della lingua e cultura tibetana ed ha tradotto e curato l’edizione italiana del Ciclo del giorno e della notte di Namkhai Norbu, pubblicato dalla Shang-Shung Edizioni.

Scrittura e Civiltà – Saggio sui Geroglifici Egiziani

Scrittura e Civiltà – Saggio sui Geroglifici Egiziani

Autore/i: Warburton William

Editore: Longo Editore

cura, premessa e introduzione di Antonio Verri.

pp. 176, 10 tavole b/n, Ravenna

L’opera di William Warburton, The Divine Legation of Moses (1737-41), fu al centro di un dibattito che nel secolo XVIII interessò, direttamente o indirettamente, l’intera cultura europea. Concerneva la disputa sulle origini della civiltà: la scrittura e le lingue, le istituzioni e le credenze, la storia sacra e la profana, in un rapporto di concordanza e di opposizione con le teorie di Bacone e di Wilkins, di Hobbes e di Bayle.
Tramite la traduzione-riduzione di Léonard des Malpeines (1744) l’opera di Warburton divenne ben presto nota in Francia e nel resto dell’Europa. In stretta connessione con complicati problemi teologici, trattava il vecchio ed eterno problema dell’origine dell’uomo e della civiltà, a partire dagli inizi oscuri ed incerti della sua storia, assumendo altresì posizioni audaci rispetto al passato, alla tradizione biblica e alla intera storia dell’Occidente.
Il volume di Antonio Verri colloca nel suo contesto storico-politico-filosofico un’opera – la Divine Legation – mai prima d’ora presentata direttamente al lettore italiano, e solo talora citata per indiretto riferimento a Vico e, generalmente, per il tramite di des Malpeines. Il Verri ricostruisce sul piano della cultura europea sia le linee di penetrazione e di diffusione del pensiero del Warburton, nei riguardi del suo tempo, da Condillac a Herder, sia i legami col passato, e quindi la complessa trama che da Bacone a Casaubon porta alla Legation. Ne emerge un quadro estremamente articolato che se a suo punto centrale pone la problematica settecentesca concernente linguaggio, civiltà e costume, come a termine di riferimento, quasi a guida della ricerca medesima, indica invece la Scienza nuova di G.B. Vico.

Antonio Verri è ordinario di storia della filosofia moderna e contemporanea, nella facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Lecce. Fra le sue pubblicazioni: Micbelstaedter e il suo tempo, Ravenna, Longo, 1969; Origine delle lingue e civiltà in Rousseau, Ravenna, Longo, 1970 e 1983; Studi rousseauiani in Italia, Bologna, Patron, 1972; Lord Monboddo – Dalla Metafisica all’antropologia, Ravenna, Longo, 1975; G.B. Vico nella cultura contemporanea, Lecce, Milella, 1979; La filosofia di GB. Vico, Firenze, Le Monnier, 1981; Monboddo: Natura umana societa e linguaggio, Lecce, Milella, 1983; Vico e Herder nella Francia della Restaurazione, Ravenna, Longo, 1984.

Fisiologia Sottile – Alla Scoperta dell’Anatomia Segreta del Corpo d’Energia – Anatomia Sottile Secondo Volume

Fisiologia Sottile – Alla Scoperta dell’Anatomia Segreta del Corpo d’Energia – Anatomia Sottile Secondo Volume

I principi della Fisiologia Sottile dell’organismo e della cellula. I poteri della cellula: assorbire, espellere, eliminare, trasformare le energie. Risonanza sottile, i legami, le forme-pensiero. La paura e altre emozioni. Cicatrici del corpo e cicatrici della mente. Il ciclo del riposo e dell’azione.

Autore/i: Zamperini Roberto; Germani Sonia; Bonfrate Michele

Editore: Macro Edizioni

prefazione e introduzione dell’autore.

pp. 256, nn. illustrazioni a colori, Diegaro di Cesena (FC)

Fisiologia Sottile è un libro che guida alla comprensione dei meccanismi segreti e delle strutture più nascoste del corpo energetico.

  • Come i campi energetici trasformano l’energia in bioenergia;
  • Come la bioenergia viene accumulata;
  • Come costruiamo le forme-pensiero che guidano e condizionano la nostra vita;
  • Come la coscienza guida il corpo e la mente;
  • Come la risonanza sottile ci collega al nostro universo psichico;
  • Come il corpo energetico si ricarica.

Un’opera che, pur essendo la continuazione ideale di Anatomia Sottile, può essere letta indipendentemente. Un libro denso di illustrazioni, schede, sperimentazioni.

Roberto Zamperini, dopo aver dedicato anni allo studio di Yoga, Radiestesia, Meditazione, Psicoterapia e Pranoterapia, ha fondato l’Istituto per le Ricerche sulle Energie Sottili e ha creato la Terapia Energo-Vibrazionale. È autore, con Macro Edizioni, di Energie Sottili, Terapia della Casa, Anatomia Sottile.

Anatomia Sottile – Atlante di Terapia Energo-Vibrazionale – Primo Volume

Anatomia Sottile – Atlante di Terapia Energo-Vibrazionale – Primo Volume

I principi dell’Anatomia e della Fisiologia Sottile, i chakra e i campi ordinatori, gli stati di coscienza, la mente e il cervello, come le Energie Sottili possono utilizzarsi per la guarigione

Autore/i: Zamperini Roberto; Germani Sonia

Editore: Macro Edizioni

introduzione dell’autore.

pp. 208, nn. illustrazioni a colori, Diegaro di Cesena (FC)

L’Universo è Energia e la materia null’altro che la condensazione dell’Energia.
Anatomia Sottile è un vero atlante delle energie sottili che percorrono l’essere umano.
Una mappatura di tutti i chakra esistenti nel nostro corpo, rappresentati visivamente in splendide tavole a colori. Per ognuno sono illustrate le correlazioni con i vari organi e centri secondari di energie, che esso sottende e alimenta.
Anatomia Sottile propone esercizi di apprendimento della percezione sottile per riconoscere le energie invisibili, gli ingorghi, le congestioni, i vuoti, le carenze patologiche, lo stato energetico dei vari organi ecc.
Inoltre le relazioni tra energie “dense” (elettrica, magnetica, elettromagnetica, gravità, luce) e sottili, la sofferenza cellulare determinata dai campi di energia, come stimolare le risposte di guarigione, le onde cerebrali e come attivare quelle più profonde e creative, la consapevolezza dei diversi stati di coscienza.
Un vademecum utilissimo per aspiranti pranoterapeuti e guaritori spirituali o terapeuti dell’energia, come operatori shiatsu, agopuntori, reflessologi ecc.

Roberto Zamperini, dopo aver dedicato un lungo periodo allo studio di radiestesia, yoga, meditazione, psicoterapia e pranoterapia, ha fondato “RES, Istituto per le Ricerche sulle Energie Sottili, che si occupa di ricerca nel campo della Terapia Energo-Vibrazionale e dell’Anatomia, Fisiologia e Domoterapia Sottili.
Con Macro Edizioni ha già pubblicato Energie Sottili e la Terapia Energo-Vibrazionale e Terapia della Casa.

Psichiatria e Oltre

Psichiatria e Oltre

Autore/i: Arieti Silvano

Editore: Il Pensiero Scientifico Editore

prima edizione italiana, prefazione dell’autore, traduzione di Ludovica Gentile.

pp. 232, Roma

Dalla Prefazione:
«Forse non c’è aspirazione più nobile di quella di lenire le sofferenze umane; e noi, psichiatri, cerchiamo di fare questo, insieme ai nostri colleghi che esercitano la medicina in altri campi. Ma noi psichiatri siamo in una posizione speciale rispetto a quella dei nostri colleghi. Per quanto lo studio della psiche umana, nonostante qualche altisonante voce contraria, rientri nel campo della biologia, e in casi patologici, della medicina, esso non può rimanere confinato a queste discipline. Tutto quello che è specificamente umano, lo è quasi totalmente da un punto di vista psicologico e tutto ciò che è psicologico generalmente coinvolge anche la psichiatria.
Uno psichiatra non può non avventurarsi oltre la psichiatria. I problemi del volere e della responsabilità, del vero e dell’illusione, di ciò che è bizzarro o puramente originale e precursore della creatività, i problemi della fantasia che conduce al delirio e di quella che conduce all’arte, della razionalità del mito irrazionale, del conflitto che provoca dolore e quello che conduce alla crescita psicologica, sono fra i molti fenomeni che non si possono arginare in un lavoro quotidiano puramente medico.
Naturalmente con questo volumetto non ho intenzione di risolvere questi problemi, ma di dare esempi di ciò che ho cercato di fare più ampiamente in altri lavori, di come ho tentato di aprire porte nuove. Non è affatto mio scopo quello di trascurare la psichiatria propriamente detta, alla quale la maggioranza di questi lavori rimane dedicata. Voglio anche sottolineare che quando cerco d’andare oltre la psichiatria, lo faccio non da filosofo o da artista, ma da psichiatra, partendo da ciò che la psichiatria mi ha fatto conoscere e sentire.»

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Ringraziamento

Prefazione

1. L’attuale stato della teoria psichiatrica

2. Riesame del sintomo fobico e del simbolismo in psicopatologia

3. L’approccio psicoterapeutico alla depressione

4. La personalità psicopatica: punti di vista sulla sua psicopatologia e psicodinamica

5. La microgenesi del pensiero e della percezione

6. Contributi della teoria psicoanalitica alla cognizione

7. Psichiatria concettuale e conoscitiva

8. Il ruolo strutturale e psicodinamico della cognizione nella psiche umana

9. Forze culturali anti-psicoanalitiche nello sviluppo della civiltà occidentale

10. L’ascesa della creatività: dal processo primario al processo terziario

11. Giambattista Vico e la psichiatria moderna

12. Il significato della pazzia: da Amleto alla schizofrenia

13. Alcuni ricordi e punti di vista personali

Maria nella Teologia Contemporanea

Maria nella Teologia Contemporanea

Autore/i: De Fiores Stefano

Editore: Centro di Cultura Mariana «Mater Ecclesiae»

seconda edizione aggiornata e notevolmente ampliata, presentazione di Angelo Amato, introduzione dell’autore professore nella Pontificia Facoltà Teologica «Marianum» e nella Pontificia Università Gregoriana.

pp. 590, Roma

Ampiezza di orizzonti ed equilibrato giudizio critico sono le caratteristiche di questa magistrale sintesi del Prof. Stefano De Fiores, Monfortano, Docente alla Facoltà teologica “Marianum” di Roma. Autore di numerose pubblicazioni di mariologia, in questo volume egli ci offre un’ampia mappa storico-dogmatica – la più completa oggi esistente nel panorama scientifico internazionale – delle correnti, degli autori, problemi, sfide, istanze, orientamenti, acquisizioni, riscoperte della mariologia dagli inizi del secolo ai nostri giorni. A nostro parere, l’opera si può considerare un degno completamento a supporto del “Nuovo Dizionario di Mariologia” (1985), di cui lo stesso De Fiores è coeditore insieme al Prof Salvatore Meo, OSM, anch’egli Docente al “Marianum”.
Si sa che il discorso su Maria è diventato sempre più diversificato e complesso. La dimensione trinitaria, pneumatologica, ecclesiologica e antropologica, l’istanza femminista, il dialogo ecumenico, l’esigenza dell’inculturazione, la valorizzazione della religiosità popolare, la fedeltà alla riforma liturgica, l’attenzione alle scienze umane, la pluralità dei modelli interpretativi ed espressivi hanno reso affascinante, ma estremamente difficile, la rilettura di Maria. Di qui la necessità di una guida esperta, che di volta in volta ci indichi le esatte coordinate per il nostro orientamento. Per questo è altamente gratificante l’attraversamento, in compagnia del De Fiores, della mariologia contemporanea. Dal continuo e appassionante dialogo con le opere e gli autori più significativi emerge ancora una volta il posto privilegiato che la teologia e la prassi cattolica – e non rare volte anche quella non cattolica – riserva alla beata Vergine in tutte le espressioni della propria coscienza di fede. La sua figura supera il puro dato personale e storico, per protendersi verso l’universale dell’azione divina di salvezza, conservando una inesauribile dimensione di realtà-simbolo, con un significato perenne per tutti. Si può affermare che Maria stia uscendo dal ghetto della “specialità confessionale”, per diventare una presenza universale significativa per tutti i cristiani e per tutti gli uomini e le donne del mondo. Più che una realtà alienante e da sottosviluppo teologico, essa si propone come la dimensione essenziale dell’autentica esistenza umana e cristiana, che a ragione è stata recentemente definita “marianische Grundexistenz” dal teologo evangelico U. Wickert.
Di questo straordinario “ritorno teologico a Maria”, dopo il traumatico “congedo” registratosi nel decennio dell’immeidiato postconcilio, la sintesi del De Fiores è una testimonianza puntuale e serena. Rappresenta anche un ulteriore e qualificata espressione della tradizione teologica e mariologica italiana, caratterizzata dal dialogo incessante e aperto verso tutti gli apporti significativi provenienti da altri contesti linguistici, culturali e religiosi.

Stefano De Fiores nasce a San Luca nella Locride (1933), consegue il dottorato in teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana, fonda con altri 23 soci l’Associazione mariologica interdisciplinare italiana, di cui è eletto presidente per cinque trienni (1990-99; 2008-14). Riceve la medaglia della Marian Library of Dayton (1983) e gli viene conferito il Premio Laurentin «Pro Ancilla Domini» (1990). Ordinario emerito di mariologia sistematica e storica alla Pontificia Università Gregoriana, è docente alla Pontificia Facoltà teologica Marianum. Principali pubblicazioni: Maria nella teologia contemporanea (19913); Maria Madre di Gesù. Sintesi storico-salvifica (1998); Maria nella vita secondo lo Spirito (1998); Trinità mistero di vita. Esperienza trinitaria in comunione con Maria (2001); Maria sintesi di valori. Storia culturale della mariologia (2005); Maria. Nuovissimo dizionario (3 volumi, 2006-2008); La Madonna in Michelangelo. Nuova interpretazione teologico-culturale (2010). Ha diretto le opere collettive: Nuovo dizionario di spiritualità (Edizioni San Paolo 1979, 1999); Nuovo dizionario di mariologia (Edizioni San Paolo 1985, 19964); Dictionnaire de spiritualité montfortaine (Ottawa, 1994); Mariologia. I dizionari San Paolo (San Paolo, 2009).

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Presentazione
INTRODUZIONE
Un saggio sulla marialogia del nostro tempo
Una precisa scelta metodologica
Traccia bibliografica
Abbreviazioni

Capitolo I
MARIALOGIA MANUALISTICA (1900-1962): MARIA NEL MISTERO DI CRISTO

I. ORIGINE DEL TRATTATO SISTEMATICO CIRCA MARIA
1. L’Opera di F. Suarez (T 1617)
2. La «mariologia» di P. Nigido (ca. 1640)
3. La «Marialogia» di V. Contenson (1674)

II. MANUALI DI MARIALOGIA DEL XX SECOLO
1. Trattato a sé stante scientificamente strutturato
2. Elaborazione del trattato in relazione alla CristOlOgia
3. Promozione delle verità mariane

III. VALUTAZIONE CRITICA
1. Rischi del trattato marialogia autonomo
2. Eccesso cristotipico
3. Carente Confronto culturale

Capitolo II
SPINTE INNOVATRICI PRE-CONCILIARI (1920-1962): MARIA NEL MISTERO DELLA CHIESA
Evoluzione della Marialogia negli anni 1920-1962
I. MOVIMENTO BIBLICO
1. La condizione terrena di Maria
2. Unione di Maria con Cristo nel rispetto della trascendenza messianica di Lui
3. La dimensione tipologica di Maria: Figlia di Sion

II. RINASCITA PATRISTICO-MARIANA
1. «Maria e la Chiesa» di H. Rahner
2. «Archetipo della Chiesa» di O. Semmelroth
3. «Meditazione sulla Chiesa» di H. de Lubac

III. TEOLOGIA KERIGMATICA E STORIA DELLA SALVEZZA

IV. MARIA NEL MOVIMENTO LITURGICO
1. Origini
2. Fase classica
3. Le prime riforme

V. DIMENSIONE ANTROPOLOGICA DELLA MARIALOGIA
1. Immagine esistenziale di Maria in R. Guardini
2. «Umanesimo mariano» di L. Bouyer
3. Marialogia e antropologia in K. Rahner

VI. PROBLEMATICA ECUMENICO-MARIANA
1. Contestazione della marialogia nel mondo evangelico
A. Marialogia simbolo della teologia naturale in evoluzione
B. Marialogia simbolo della tradizione nella sua autonomia
C. Marialogia simbolo della cooperazione dell’uomo con Dio
2. Ricupero protestante di Maria
A. Ritorno alle origini della Riforma
B. Riflessione teologica sull’Incarnazione
C. Posizione ecumenica ufficiale

VII. TRATTATI DELLA MARIALOGIA IN TRASFORMAZIONE
1. «Dogmatica cattolica» di M. Schmaus
2. «Compendio di teologia mariana» di R. Laurentin
3. «Maria Madre della Redenzione» di E. Schillebeeckx

Capitolo III
LA SINTESI DEL CONCILIO VATICANO II (1964): MARIA NEL MISTERO DI CRISTO E DELLA CHIESA
I. L’OPZIONE DEL CONCILIO: MARIA NEL MISTERO DI CRISTO E DELLA CHIESA
1.
Discussione conciliare
2. Nuova Impostazione

II. COMMENTI AL CAPITOLO VIII DELLA «LUMEN GENTIUM»
1. Prospettiva storica
2. Indagine teologica

III. PROBLEMI APERTI DAL CONCILIO
1. Approfondimento pneumatologico
2. Confronto culturale
3. Maria e Dio Padre
4. Lacuna antropologica

Capitolo IV
CRISI POST-CONCILIARE DELLA MARIALOGIA (1964-1974)

FATTO E ATTEGGIAMENTI
1. Integrismo arcaizzante
2. Futurismo evasivo
3. Accettazione responsabile
A. la crisi è una categoria essenziale della “vita
B. La crisi ha una funzione catartica e rinnovatrice

CAUSE DELLA CRISI MARIALOGICA
1. Isolamento teologico della marialogia
2. Dissociazione di due correnti complementari
3. Il secondo illuminismo e L’indebolimento del registro ritualista
4. Il divario culturale

Capitolo V
MARIA NELLA TEOLOGIA POST-CONCILIARE (1965-1985)

NUOVA EPOCA DELLA TEOLOGIA
1. Storicità
2. Ortoprassi
3. Ermeneutica

DIAGRAMMA DELLA TEOLOGIA POST-CONCILIARE
1. L’ora del rinnovamento
2. La fase degli «spiazzamenti»

CAMMINO DELLA MARIALOGIA POST-CONCILIARE
1. Via conciliare del rinnovamento
2. Via complementare del ricupero
3. Via inedita del confronto culturale

Capitolo VI
MARIA NEL RINNOVAMENTO TEOLOGICO POST-CONCILIARE (1965-1985)

I. RIENTRO DELLA MARIALOGIA NELLA TEOLOGIA
1. Maria nel «Mysterium salutis»
2. Maria nel «Corso fondamentale sulla fede»

II. LA MARIALOGIA NELIJECCLESIOLOGIA POST-CONCILIARE
1. Omissione di Maria nei trattati di ecclesiologia
2. La Vergine nel cuore della Chiesa (C. Journet, L. Bouyer)
3. Verso una lettura ecclesiologica di Maria
A. Inserimento nella stona della salvezza
B. Radicamento nel mistero trinitario
C. Relazione tipologica tra Maria e la Chiesa
D. Il titolo di «Mater Ecclesiae»
E. Regolazione del linguaggio

III. MARIA NELLA RIFLESSIONE POST-CONCILIARE SULL’EVENTO CRISTO
1. Maria nelle cristologie metadogmatiche
2. Implicanze marialogiche della cristologia trascendentale
3. Maria nella cristologia latino-americana
4. La Theotokos nelle cristologie ortodosse
A. Cristologia sofiologica
B. Cristologia ecclesiale e Maria
C. Cristologie neo-patristicbe
D. Verso una sintesi cristologia-mariana
5. Nuclei della cristologia contemporanea e loro incidenza marialogica
A. Impostazione metodologica: cristologia dal basso
B. Processo a Calcedonia
C. Kénosi e coscienza di Cristo
D. Cristocentrismo e piano salvifico

Capitolo VII
INSERIMENTO DI MARIA NELL’UNICO CULTO CRISTIANO

I. GLI APPORTI STORICI DEI CONGRESSI MARIOLOGICI INTERNAZIONALI
1. Lisbona (1967): il culto di Maria nei primi secoli
A. Documentazione circa il culto di Maria nel bacino mediterraneo prima del Concilio di Efeso (431)
B. Fondamenti biblico-patristici del culto di Maria
C. Rapporto del culto di Maria con il mito e gli apocrifi
2. Zagabria (1971): il culto di Maria nei secoli VI-XI
A. Epoca aurea in Oriente
B. Sviluppi cultuali in Occidente
3. Roma (1975): il culto di Maria nei secoli XII-XV
4. Saragozza (1979): il culto di Maria nel secolo XVI
5. Malta (1983): il culto di Maria nei secoli XVII-XVIII
A. Culto mariano nel mondo culturale barocco
B. Culto mariano nel Settecento illuministico

II. MARIA NEL CULTO LITURGICO DELLA CHIESA
1. L’esortazione apostolica «Marialìs cultus» (1974)
A. Promozione del culto «specialmente liturgico» verso Maria
B. Rinnovamento delle forme di pietà mariana
C. Un culto a dimensione antropologica
2. Contributi post-conciliari su Maria nella liturgia
A. Fondamenti teologici della presenza di Maria nella Iiturgia
B. Puntualizzazioni liturgico-mariane del documento «Fate quello che vi dirà»

Capitolo VIII
MARIA NEL DIALOGO ECUMENICO POST-CONCILIARE
I. SUPERAMENTO DEL FISSISMO E RIAPERTURA ECUMENICA DEL DOSSIER SU MARIA

1. In ambiente cattolico
A. Radici metodologico-teologiche
B. Radici teologiche
C. Radici metateologiche
2. In campo evangelico
A. Riapertura del dossier su Maria  P. Gahus)
B. Maria è anche evangelica (Chiese tedesche evangelicoluterane)
C. Le tre aree del dialogo ecumenico  Borowsky)
D. Criteri per una mariologia ecumenica (G. Maron» Moltmann)
E. Approccio complessivo alla figura di Maria (M. Thurian)
3. In zona anglicana

II. ALCUNI PUNTI D’INCONTRO NEL DIALOGO ECUMENICO SU MARIA
1. Mediazione di Maria
2. Posto di Maria nel culto cristiano

III. BILANCIO E PROSPETTIVE
1. Riappropriazione ecumenica di Maria
2. Dalla «maria-eulogia» alla «marialogia»
3. Attenzione ai presupposti
4. Pronunciamenti ufficiali e consenso popolare

Capitolo IX
RICUPERO PNEUMATOLOGICO DELLA MARIALOGIA
I. L’OELIO DELLO SPIRITO SANTO NELLA TEOLOGIA OCCIDENTALE

II. CARENZE PNEUMATOLOGICHE IN MARIALOGIA
1. Attribuzione a Maria dei titoli dello Spirito Santo
2. Sostituzione di Maria al posto dello Spirito nella teoria dei tre gradini
3. Lacune pneumatologiche del capitolo VIII della «Lumen Gentium»

III. RISCOPERTA DI MARIA NEI GRUPPI DI RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO
1. Maria nell’esperienza dei gruppi di rinnovamento nello Spirito
A. Maria tipo della Chiesa ricettiva dello Spirito
B. Maria è prototipo dei battezzati nello Spirito
C. Maria tipo di vita carismatica
2. Atteggiamenti mariani della preghiera

IV. APPORTI TEOLOGICI POST-CONCILIARI CIRCA LO SPIRITO SANTO E MARIA
1. La fase Mühlen
A. Il soggetto della Chiesa e Maria
B. Il titolo di mediatrice
2. Gli interventi di Paolo VI
3. I contributi post-conciliari dei teologi
A. Tre vie impercorribili
B. La «sinergia» dello Spirito e della Vergine
C. Missione visibile del o Spirito in Maria
D. Maria trasparenza dello Spirito
4. Rilievi conclusivi

Capitolo X
PRESENZA DI MARIA NELLA SPIRITUALITÀ CRISTIANA
I. «SPIRITUALITÀ MARIANA» ALLA LUCE DEL CONCILIO

1. Elementi della spiritualità tradizionale
2. Elementi della spiritualità nuova

II. VERSO UNA NUOVA TRATTAZIONE SU MARIA NELLA VITA SPIRITUALE
1. Diagramma della situazione attuale
2. Confronto con la Parola di Dio
A. Riconoscimento di Maria nella storia della salvezza
B. Profilo spirituale di Maria
C. La lode a Maria e l’accoglienza del discepolo
3. Ristrutturazione del rapporto cristiano con Maria
A. Culto di Maria organicamente inserito nella vita spirituale
B. Rapporto con Maria vissuto specialmente nella liturgia
C. Identificazione con Maria e i problemi del nostro tempo

III. LA SPIRITUALITA DI MARIA
1. Profilo biblico della Vergine
A. La fede di Maria
B. Il silenzio di Maria
C. Spiritualità del Magnificat
2. Interpretazioni teologiche
A. Lo Spirito Santo guida dell’itinerario di Maria
B. Esperienza pasquale di Maria

IV. PRESENZA PNEUMATICA DI MARIA
1. Presenza intellettiva
2. Presenza affettiva
3. Presenza operativa
4. Presenza reale
5. Presenza pneumatica

V. PROBLEMATICA DELLA CONSACRAZIONE/AFFIDAMENTO A MARIA
1. Fase della revisione critica
A. «Un modo eccellente di consacrarsi a Cristo» (J. de Finance)
B. «Momento dell’eternità nel tempo» (K. Rahner)
C. «Professione della trascendenza divina» (J. Alfaro
2. Fase del ricupero attualizzato
A. Uso analogico di «consacrazione»
B. Acquisizioni biblico-teologiche
C. Problema della consacrazione collettiva
3. Fase del lancio dell’affidamento a Maria
A. Tesi della distinzione
B. Tesi dellîdentità
C. Tesi della dimensione mistica

Capitolo XI
MARIA NELLA RIVALUTAZIONE DELLA PIETA POPOLARE
I. UNA SCOPERTA DI Cox: MARIA È VIVA NEL POPOLO

II. IL POPOLO «LUOGO TEOLOGICO» DEL CULTO A MARIA
1. Espressioni popolari mariane
2. La Madonna folklorica
3. «Per una devozione popolare autentica verso la Madre di Dio»

III. LINEE TEOLOGICO-PASTORALI
1. Accettare la pietà popolare
2. Dare priorità alla comunione sulla tipologia
3. Favorire l’incontro tra pietà popolare e liturgia
4. Evangelizzare la pietà mariana popolare
5. Collegare la pietà mariana al mistero pasquale e alla vita

Capitolo XII
MARIA NELL’ESTETICA TEOLOGICA E NELLA TEODRAMMATICA DI VON BALTHASAR

I. MARIA NELL’ESTETICA TEOLOGICA
1. Esperienza archetipa di Maria
2. Maria splendore della Chiesa

II. MARIA NELLA TEODRAMMATICA
1. Maria persona teologica del teodramma
A. Elezione di Maria
B. Nella costellazione cristologica
C. Una risposta al femminile
2. Prolegomeni alla marialogia
A. Il principio fondamentale
B. Le oscillazioni storiche
3.
Marialogia: la drammatica persona di Maria
A. Tra paradiso terrestre e caduta
B. Tra antico e nuovo Patto
C. Tra tempo ed eternità

Capitolo XIII
MARIALOGIE IN CULTURATE
I. MARIALOGIA IN CONTESTO LATINO-AMERICANO

1. Maria nella «Teologia della liberazione»
A. Il canto rivoluzionario di Maria  Paoli, J. Moltmann)
B. Maria donna profetica e liberatrice (L. Boff)
C. Rilievi Critici
2. Maria nella pastorale dell’America Latina
A. Il volto meticcio di Maria e la prima evangelizzazione
B. Martalogia e acculturazzione latino-americana
 a. Maria segno materno del Dio vicino
 b. Maria paradigma dinamico della Chiesa
 c. Maria progetto dell’uomo nuovo

Capitolo XIV
MARIA NELLA TEOLOGIA AFRICANA

1. Il culto di Maria nella spiritualità del Dahomey
2. La devozione a Maria in Uganda
3. Maria nell’evangelizzazione del Malawi

Capitolo XIV
MARIA E LA DONNA
NEL MOVIMENTO CULTURALE CONTEMPORANEO
INTRODUZIONE: MARIALOGIA E FEMMINISMO

A. Nesso storico-culturale
B. Provocazione femminista
C. Un dato di fatto

I. IL PRIMO FEMMINISMO E LA TEOLGIA DELLA DONNA
1. «La donna eterna» di G. von Le Fort
2. «Ontologia della sessualità» di A. Zarri
3. «La donna e la salvezza del mondo» di P. Evdokimov
4. Punti acquisiti della teologia della donna
A. Uguaglianza creazionale e cristiana dell’uomo e della donna
B. Differenziazione (e subordinazione) della donna rispetto all’uomo
C. Esclusione della donna dal sacerdozio ministeriale
D. Maria immagine ideale della donna (e della Chiesa)

II. IL NEO-FEMMINISMO SFIDA LA MARIALOGIA
1. Maria modello ambiguo e pericoloso
2. Esigenza di una marialogia alternativa

III. UNA MARIALOGIA FONDATA SUL FEMMINILE
1. L’apporto della «Marialis cultus»
2. Il contributo dei teologi
3. «Il volto materno di Dio» (L. Boff)
A. L’approssimazione analitica al femminile
B. La riflessione filosofica
C. La meditazione teologica
D. Ipotesi dell’uione ipostatica dello Spirito con Maria
E. Rilievi critici

Capitolo XV
MARIA SEMPRE VERGINE:
PUNTO SCOTTANTE DELLA TEOLOGIA POST-CONCILIARE

Premessa: la revisione dei dogmi
I. IL DIBATTITO TEOLOGICO SULLA VERGINITÀ DI MARIA

II. I PRESUPPOSTI CULTURALI
1. Demitizzazione
2. Svalorizzazione della verginità

III. CHIARIEICAZIONI PROGRESSIVE
1. Al di là del mito della teogamia
2. Un dogma stabile e fondato
3. Un mistero da credere

IV. SIGNIFICATO TEOLOGICO
1. Prospettiva cristologica
2. Prospettiva salvifica
3. Prospettiva esistenziale

Capitolo XVI
L’IMMACOLATA CONCEZIONE ALLA LUCE DELLA PROTOLOGIA E SOTERIOLOGIA
I. TEORIE MODERNE SUL PECCATO ORIGINALE E LORO RIPERCUSSIONI SULL’IMMACOLATA

1. Interpretazione evoluzionista
2. Interpretazione sociologica
3. Interpretazione esistenziale

II. TEOLOGIA DEL’IMMACOLATA CONCEZIONE
1. La dimensione cristocentrica e caritocentrica
2. L’inserimento nella teologia ed il significato antropologico
3. Immacolata simbolo della nuova umanità
4. Maria «resto santo» e «Chiesa immacolata»
5. Immacolata nome proprio di Maria

Capitolo XVII
LA THEOTOKOS
NELLA REVISIONE STORICO-TEOLOGICA POSTCONCILIARE

I. INDAGINE STORICA SUL CONCILIO DI EFASO
1. Chiaroscuro del concilio
2. Giudizi sui protagonisti
3. Carattere primariamente cristologico
4. Theotokos punto fondamentale del concilio
5. Valore dogmatico

II. LA THEOTOKOS NELLA RIFLESSIONE POST-CONCILIARE
1. Implicazioni teologiche del concetto di maternità
2. Dogma fondamentale

Capitolo XVIII
L’ASSUNTA
NEL DIBATTITO ESCATOLOGICO POST-CONCILIARE
I. STORIA DEL DOGMA E TESTIMONIANZE ARCHEOLOGICHE

II. IL CANTIERE ESCATOLOGICO CONTEMPORANEO
1. La questione dell’escatologia intermedia
2. La tradizione biblica
A. Modelli di sopravvivenza nell’Antico Testamento
B. Puntualizzazioni escatologicbe intertestamentarie
C. Leschaton nel Nuovo Testamento

II. RIPERCUSSIONI DEL DIBATTITO ESCATOLOGICO SULL’ASSUNTA
1. Maria risorta al momento della morte
2. In difesa della posizione tradizionale
3. A favore della corrente revisionista

Capitolo XIX
LA SINTESI DEL «NUOVO DIZIONARIO DI MARIOLOGIA» E LE FUTURE PROSPETTIVE

I. IL Nuovo DIZIONARIO DI MARIOLOGIA ALLA CONFLUENZA DEGLI SVILUPPI MARIANI POST-CONCILIARI
1. Tre connotati
A. Prospettiva storico-salvifica
B. Trattazione approfondita e sintetica
C. Finalità vitale e impostazione teologico-pastorale
2. Il circolo ermeneutico
A. Situazione attuale della Chiesa e del mondo circa Maria
B. Maria alla luce della Parola di Dio
C. Tradizione ecclesiale
D. Presentazione acculturata di Maria
H. MARIALoGIA, QUALE FUTURO?
1. Verso la nascita della marialogia?
2. Condizioni per la futura marialogia
A. Riconoscere il primato assiologico della Parola di Dio
B. Accettare le sfide culturali
C. Aprirsi all’esperienza ecclesiale di Maria
3. Maria neIl’avvenire del mondo
A. Le mariafanie contemporanee
B. Maria e gli ultimi tempi

Appendice

L’ANNO MARIANO 1987 – 1988 E L’ENCICLICA «REDEMPTORIS MATER»
I. SENSO DELL’ANNO MARIANO
1. Interpretazione laicista-femminista
2. Interpretazione sociologica
3. Interpretazione protestante
4. Interpretazione teologica
5. Interpretazione ufficiale di Giovanni Paolo II
6. Osservazioni conclusive

II. LENCECLJCA «REDEMPTORIS MATER» (= RM)
1. Radici e caratteri
2. La RM nel contesto marialogico contemporaneo
3. Chiavi di lettura
A. La spiritualità
B. La storia
C. La presenza
D. L’itinerario della fede
E. Il segno della donna

Indice degli autori
Indice generale

Nell’Uomo : Fede – Religiosità – Convivenza

Nell’Uomo : Fede – Religiosità – Convivenza

Autore/i: Garlato Francesco

Editore: Bulzoni Editore

prefazione di Ettore Masina.

pp. 230, Roma

Non è un trattato.
Non è l’espressione di una presuntuosa sicurezza.
Non è nemmeno il tentativo di tracciare una panoramica per quanto possibile esauriente.
Anche se vi è un filo che conduce il tutto e che credo si possa individuare in quell’enorme problema – ma alcuni lo sanno rendere esistenzialmente tanto semplice – che è il rapporto dell’uomo con Dio e con gli altri uomini.
Forse sono appunti per una riflessione o per consentire l’inizio di una conoscenza.

Ricordo: «Più l’uomo è puro, e meno può diventare, rispetto agli altri uomini, un oggetto.» (Kierkegaard)

Speranza:
«Innalzai al cielo le mie mani, e piansi la mia ignoranza. Alla Sapienza ho indirizzato l’anima mia, e nella purità l’ho trovata» (Bibbia, Ecclesiastico).

Il Libro degli Spiriti

Il Libro degli Spiriti

Autore/i: Kardec Allan

Editore: Giuseppe Brancato Editore

prefazione di Micael.

pp. 478, Catania

Ovvero i principi della dottrina spiritica sulla immortalità dell’anima, la natura degli spiriti e i loro rapporti con gli uomini, le leggi morali, la vita presente, la vita futura e l’avvenire dell’umanità.
Secondo l’insegnamento dato dagli Spiriti superiori per mezzo di diversi Medium.

Il Mito che Uccide

Il Mito che Uccide

Dai catari al nazismo, l’avventura di Otto Rahn, l’uomo che cercava il Graal e incontrò Hitler

Autore/i: Baudino Mario

Editore: Longanesi & C.

prima edizione, collana: Il Cammeo n° 418, in copertina: “il vessillifero” (1936) di Hubert Lanzinger.

pp. 256, Milano

Tolosa, 1234: un’anziana eretica sul letto di morte è indotta con l’astuzia a confessare la sua fede e, benchè già in agonia, viene trasportata fino a un rogo acceso per lei appena fuori le mura della città.
Parigi 1930: alla Closerie des Lilas, alcuni intellettuali fantasticano di misteriosi tesori appartenuti ai catari, che nel XIII secolo furono sterminati da una crociata promossa da papa Innocenzo III. Per il più giovane di loro è un’illuminazione. Decide di andare nel sud della Francia, sulle tracce di quei tesori. Il suo nome è Otto Rahn: fra il ’30 e il ’32 percorre grotte e castelli alla ricerca di un segreto legato all’eresia catara. da cui trae il materiale per un libro, La crociata contro il Graal, che ne segnò il destino. Ancora oggi, seguendo le sue tesi, molti occultisti, esoteristi e new agers sono convinti che i catari custodissero nella loro rocca di Montségur il Sacro Graal, la favolosa coppa cercata dai cavalieri di re Artù.
In questo libro, che ha il passo del romanzo ma dove nulla è inventato, Mario Baudino racconta le storie parallele dell’epopea catara e dell’enigmatica vita di Rahn, prima cantore di quelle antiche vittime e poi alfiere del nazismo esoterico, tanto da arrivare alla più ristretta cerchia di Heinrich Himmler. Egli vide nel Graal il cuore di una nuova “religione germanica”, e soprattutto lasciò intendere che credeva nella sua esistenza non come mito ma come oggetto reale, e che era sul punto di trovarlo. La sua fu la tragedia di uno scrittore che, in nome della sacra reliquia, tentò di sottoscrivere una sorta di patto diabolico e ne fu stritolato, in modo non dissimile da altri intellettuali, tentati dal sogno impossibile di influenzare i grandi totalitarismi europei, se non addirittura di sfruttarli a proprio vantaggio. Quando mori sulle Alpi austriache nel marzo 1939, in circostanze mai ben chiarite, molti non vollero credere alla sua scomparsa e alimentarono storie alternative di una biografia mitica, intrisa di leggende e misteri.

Mario Baudino, nato a Chiusa Pesio (Cuneo) nel 1952, vive a Torino, dove è giornalista culturale per La Stampa. Autore di saggi e romanzi (tra questi ultimi ricordiamo Il sorriso della druida (1998), ha pubblicato con Guanda tre raccolte di poesie: Una regina tenera e stupenda (1980), Grazie (1988, Premio Montale) e Colloqui con un vecchio nemico (1999, Premio Brancati 2000). Per Ponte alle Grazie è uscito Voci di guerra (2001).

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  • Un fantasma
  • Nel castello del Re pescatore
  • Una favola antica
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  • Fuga in Germania
  • Man muss fressen!
  • Alla corte di Lucifero
  • Gatti neri al Polo Nord
  • Agli inferi
  • Nella tempesta
  • 16 marzo

Ringraziamenti
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