Libri dalla categoria Ittiti
Alla Ricerca del Padre – Dal Patriarcato agli Alimenti
Titolo originale: Vaterschaft. Vom Patriarchat zur Alimentation
Autore/i: Lenzen Dieter
Editore: Editori Laterza
traduzione di Anna Maria Senatore.
pp. 352, nn. ill. b/n, Bari
Uno straordinario viaggio attraverso i secoli, per capire le origini dell’attuale crisi del ruolo paterno. Dalla preistoria sino all’antica Roma, prototipo di una società patriarcale; dalla Grecia classica al cristianesimo, concorde, nelle sue varie forme, nel privilegiare la figura materna, via via fino ai giorni nostri, quando il padre è spossessato di tutte le sue prerogative dallo Stato e dalla società.
Dieter Lenzen (Münster, 1947) insegna al Centro di ricerche di antropologia storica della Freie Universität di Berlino; presso la stessa università dirige la Scuola di scienze dell’educazione. È autore tra l’altro di Mythologie der Kindheit (1985), Kunst und Padagogik (1990), e Verbotene Wünsche (1991).
1. What does a father look like?
La ricerca del padre come motivo costante
2. Un mondo senza padre
Il Paleolitico
3. La scoperta del padre e della paternità
Neolitico e antico Egitto
4. Il patriarca divino e il padre “paterno”
L’antica Israele
5. Dal signore dell’«òikos» al pedagogo
La prima forma di sostituzione del padre: l’antica Grecia
6. Il mito del patriarcato
L’antica Roma
7. La paternità come progetto utopico
Il primo cristianesimo
8. La Madre divina
La concorrenza al padre durante il Medioevo
Autobiografia in Parallelo – Con Freud, Ghandi e la Nuova Generazione
Storia individuale e momento storico
Autore/i: Erikson Erik H.
Editore: Armando Armando Editore
prefazione dell’autore, traduzione di Piero Stefani.
pp. 296, Roma
Il nome di Erikson è ormai universalmente noto, anche in Italia. La sua fama tuttavia è stata pressoché esclusivamente legata al concetto nodale di «crisi di identità», con tutta la sua «rivoluzionaria» attenzione rivolta a ciò che per sua natura è «psico-sociale». Forse però non ci si è sufficientemente accorti del fatto che, appunto perché l’attenzione di Erikson era rivolta a una dimensione «psico-sociale» estremamente concreta, vi è in tutta la sua opera un altro filo conduttore chiaramente individuabile, cioè l’esame delle interrelazioni che hanno luogo tra lo sviluppo psico-genetico individuale e lo sviluppo storico dei tempi in cui l’individuo si trova a vivere. È un tema presente nel primo libro Infanzia e Società, rintracciabile in opere come Il giovane Lutero, La verità di Gandhi, preponderante nel recente studio dedicato a Jefferson (Aspetti di una nuova identità), ma pienamente sviluppato solo nel presente libro.
Tutto il libro è incentrato su queste interrelazioni tra «individuo» e «storia» e proprio in questo ampio contesto si attua anche una chiarificazione di temi e angolature precedenti, come lo stesso già citato concetto di «crisi di identità». Ma questo libro mette altresì in luce, con meditato equilibrio, come l’interesse della psicoanalisi verso le relazioni tra storia individuale e momento storico, implica anche una qual certa storicizzazione della psicoanalisi stessa (cfr. in particolare gli scritti qui pubblicati dedicati a Gandhi), la quale se non vuole abdicare al suo compito, e diventare così una dogmatica certezza neo-illuministica, deve sempre favorire una particolare disposizione introspettiva, tale da essere
sempre aperta anche verso la società e il mondo esterno (è ciò che Erikson chiama insight). L’esempio ci viene offerto da Erikson stesso, il quale, fedele come sempre a uno dei princìpi basilari della psicoanalisi («l’analisi comincia da se stessi»), pone all’inizio di un libro dedicato a argomenti tanto vari (dalla recensione delle opere postume di Freud, a Gandhi, alle rivolte giovanili, alla condizione femminile…), eppur tanto ben coordinati, un ampio schizzo autobiografico in cui si cercano di individuare con lucidità le strette interrelazioni tra la propria storia individuale e la storia del secolo («sono all’incirca di due anni più giovane del secolo e perciò posso parlare dei decenni della mia vita come grosso modo corrispondenti a quelli del calendario»). Solo rimanendo legata a questa continua indagine critica, interna ed esterna, la psicoanalisi può essere, come si auspica nell’ultimo capitolo, non un puro strumento di «adattamento» alla realtà circostante (spesso «oggettivamente» angusta ed oppressiva) ma un vero ed efficace mezzo di liberazione.
E. H. Erikson è uno dei maggiori psicoanalisti americani. Formatosi a Vienna sotto la guida di Anna Freud e di August Aichhorn, la sua figura ha assunto un particolare rilievo per aver inserito i problemi di psicoanalisi infantile in un ampio contesto di ricerche antropologiche, sociologiche e teoretiche. Vincitore del premio Pulitzer, ha svolto la sua attività di insegnamento e di ricerca in alcune delle più importanti università americane come Harvard, Yale, Berkeley ed il Massachusetts Institute of Technology. Tra le sue opere sono state pubblicate in queste edizioni, Infanzia e società, trad. di A, L. Armando, 19757; Il giovane Lutero, trad. di A. L. Armando, 1967; Introspezione e responsabilità, trad. di M. L. Falorni, 19722; Gioventù e Crisi di identità, trad. di G. Raccà, 1974; Aspetti di una nuova identità, trad. di S. Rizzo, 1975.
Prefazione
PARTE PRIMA: BACKGROUND E ORIGINI
1. «Crisi di identità» in una prospettiva autobiografica
2. Le pubblicazioni postume di Freud: recensioni
- Un’amicizia storica: lettere di Freud a Fliess
- Una discutibile cooperazione: il libro su Wilson
3. Poscritto e prospettiva
- Super-ego e identità
- Dalla storia clinica alla storia individuale
- Il mondo interno e il mondo esterno. L’Ego e l’Io
PARTE SECONDA: ALLA RICERCA DI GANDHI
1. Sulla natura della prova «psico-storica»
- Un primo approccio
- L’utobiografia di Gandhi
- Una caratteristica di tutta la vita
- La sua testimonianza personale
- Autobiografo e recensore
- I sopravvissuti in qualità di testimoni
- Il momento scelto
- Eventi analoghi
2. Libertà e non-violenza
PARTE TERZA: PROTESTA E LIBERAZIONE
1. Riflessioni sulla rivolta della gioventù umanista
2. Ancora una volta sullo spazio interno
3. Psicanalisi: adattamento o libertà?
Indice analitico e dei nomi
La Metamorfosi Folclorica
Antropologia del narratore nelle Lyrical Ballads di William Wordsworth
Autore/i: Spandri Elena
Editore: Edizioni Campus Pescara
pp. 280, Pescara
Se esiste un luogo dove convivono “molti Wordsworth”, quel luogo è rappresentato senza dubbio dalle Lyrical Ballads. Questo studio indaga le valenze formali e ideologiche di un testo che, a partire dal titolo, disegna un orizzonte epistemologico basato sul dialogo fra “cultura bassa” e “cultura alta”, fra linguaggi subalterni e discorsi egemonici, fra la tradizione popolare della ballata e la vocazione lirica e soggettivistica della poesia romantica. Attraverso un’analisi che coniuga diverse metodologie critiche, l’autrice si interroga sulla natura e sulle forme del lirismo delle Ballate, andando a esplorare quei territori liminari nei quali il folclore si rivela come la matrice storico-culturale e, allo stesso tempo, come la dimensione retorica privilegiata dell’immaginazione poetica wordsworthiana.
Elena Spandri si è laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, e ha conseguito il dottorato di ricerca in Anglistica presso l’Università degli Studi di Firenze. In segna Lingue e letteratura inglese presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli e presso l’Università di Macerata. Ha tradotto e curato Frankentstein, di Mary Shelley (Edizioni Studio Tesi, Pordenone, 1994) e ha pubblicato, in volumi e riviste, saggi su Macpherson, Wordsworth, T.S. Eliot e la critica romantica.
Ringraziamenti
CAPITOLO PRIMO
Una storia lunga due secoli
1 . Premessa
2. Wordsworth contro il “Vecchio Marinario”: la costruzione dell’autorità
3. Una poetica dis/organica
4. Il dibattito su tradizione, innovazione e memoria
CAPITOLO SECONDO
La poetica del naturaL lore
1. Fantasia e tradizione culturale
2. Bibliofilia e “wise passiveness”
3. Il senso delle origini
4. La genesi del nalural lore: “The Complaint of a Forsaken Indian Woman ” e “The Mad Mother”
5. Il natural lore tra poetica e ideologia
6. Pastorali moderne
CAPITOLO TERZO
Il narratore folclorico
1. Poesia e “matter-of-factness”
2. “As rising from the vegetable world my; theme ascends: temporalità georgica e tradizione locodescrittiva
3. Una “antropologia domestica”
4. “The Thorn” e lo storyteller inaflidabile
5. “Menti adesive” 134
6. “It seem’d as I retraced the ballad line by line/That but half of it was hers, and one half of it was mine”
CAPlTOLO QUARTO
Lirismo e tautologia
1. Poesia e passione
2. I “Lucy Poems”
3. L’immaginazione tautologica
4. “We are Seven “a community of the living and the dead”
5. Lo storytelling come esorcismo della legge: “Goody Blake and Harry Gill”
6. “Poems that cannot read themselves” 195
CAPITOLO QUINTO
La geopoetica delle Lyrical Ballads
1. Luogo maledetto oppure rovina?
2. Architetture rurali
3. Dalla folclorizzazione della memoria alla memoria del folclore
4. Una toponomastica individuale: “Poems on the Naming of Places”
5. “Michael”: “my second self when I am gone”
Bibliografia
Indice dei nomi
L’Enigma di Marte – Segnali d’Allarme dal Pianeta Rosso
Titolo originale: The Mars Mystery
Autore/i: Hancock Graham; Bauval Robert; Grigsby John
Editore: Edizioni Corbaccio
traduzione dall’originale inglese di Lucia Corradini.
pp. 384, nn. tavole e fotografie b/n f.t., Milano
Benché siano separati da milioni di chilometri di spazio, tra Marte e la Terra esiste un misterioso legame che induce a riflettere su alcuni aspetti strettamente connessi alle sorti del nostro pianeta e quindi al nostro futuro. C’è mai stata vita su, Marte? Il Pianeta Rosso è stato “ucciso” dai frammenti di una cometa di dimensioni straordinarie? Il “volto” e le “piramidi” scolpiti sulla superficie di Marte potrebbero essere il messaggio lasciato da una civiltà antica?
Stiamo correndo anche noi il rischio di una tempesta di comete “assassine”? Grazie ad approfonditi studi e per mezzo delle ultime indagini scientifiche, ecco le risposte a queste e a tante altre domande inquietanti.
Marte e un pianeta avvolto nel mistero che da sempre infiamma l’immaginazione dell’umanità. E sono alcuni dei suoi segreti che, strettamente legati al nostro pianeta, potrebbero custodire messaggi di estrema importanza per il nostro futuro.
Il Pianeta Rosso è un mondo che oggi appare devastato da una catastrofe terrificante. E un luogo infernale, spietato, spoglio, invivibile. Ma non è stato sempre così. Nel 1996 la NASA ha annunciato di aver trovato tracce di microrganismi in un meteorite staccatosi da Marte 13.000 anni fa. E questo non è l’unico indizio che può indurre a ritenere che, in un tempo lontanissimo, ci sia stata vita su quel pianeta. Venti anni prima il modulo orbitale Viking 1 aveva fotografato il cosiddetto «Volto» e le «piramidi», strutture che sembrano scolpite sulla superficie di Marte e che, incredibilmente, hanno caratteristiche assimilabili a quelle delle piramidi terrestri.
L’enigma di Marte presenta le ultime prove scientifiche di una pericolosa minaccia che si aggira nel sistema solare: i frammenti di una gigantesca cometa che 20.000 anni fa hanno bombardato e «ucciso» Marte. E mentre sulla Terra sembrano farsi sempre più numerose le testimonianze di una precedente civiltà che ha abitato il nostro pianeta prima di essere distrutta da un cataclisma, gli autori studiano le molteplici possibilità che una civiltà, altrettanto progredita, possa essere stata spazzata via dal Pianeta Rosso dalla stessa terribile catastrofe.
Faremo anche noi la stessa fine? Cosa possono insegnarci le più recenti ricerche condotte su Marte?
Nel giungere alle loro straordinarie conclusioni, gli autori si trovano coinvolti in una rete di coincidenze, avvenimenti insoliti e intrighi che inducono a porsi pressanti domande riguardanti la NASA, il governo degli Stati Uniti, i lavori clandestini che si svolgono nella piana di Giza in Egitto… e soprattutto il nostro passato e il nostro futuro.
Graham Hancock, sociologo e giornalista, è il celebre autore dei bestseller Impronte degli dei (13 ristampe), Specchio del cielo, e Custode della genesi (3 ristampe), scritto a quattro mani con Robert Bauval.
Robert Bauval, ingegnere e scrittore, è autore anche di Il mistero di Orione, altro grande successo (6 ristampe).
John Grigsby è uno storico, archeologo e studioso di miti.
Roma Antica
Profilo urbanistico
Autore/i: Castagnoli Ferdinando
Editore: Jouvence Società Editoriale
Guide allo Studio della Civiltà Romana dir. da F. Arnaldi e S. Calderone.
pp. 140, 16 disegni b/n, 16 tavole b/n, Roma
«Id…infinitum est in hac Urbe: quacumque…ingredimur, in aliqua historia vestigium ponimus».
Quanto scrive Cicerone è ancor oggi valido per gran parte della città di Roma. Questo agile manuale ci sollecita, attraverso la storia dei primi mille anni di sviluppo urbanistico della città, dalle origini alla fine dell’Impero, a ricercare quanto ci resta dell’antica Roma, non solo per trarne godimento artistico, ma per coglierne il valore di storico documento e giungere così anche a una migliore comprensione del tessuto urbanistico della città di oggi. Dal punto di vista metodologico, ricordiamo che una precisa presa di coscienza dei modi con cui Roma si è formata e incessantemente trasformata è da considerarsi come un modo concreto e indispensabile per iniziare uno studio storico. Il libro è diviso in due parti: Storia dello sviluppo topografico e descrizione sistematica dei monumenti. Precede una breve notizia sui metodi e gli strumenti archeologici e filologici coi quali, a partire dall’Umanesimo, si è indagata la storia della città di Roma, attraverso una ininterrotta e sempre rinnovata ricerca.
Ferdinando Castagnoli (Prato, 18 giugno 1917 – Marina di Pietrasanta, 28 luglio 1988) è stato un archeologo e topografo italiano. Ha insegnato all’Università La Sapienza di Roma. Era sposato con Alda Manghi, famosa traduttrice di Hans Christian Andersen. Il suo lavoro sul campo ha portato alla scoperta del Santuario latino di Lavinium (l’odierna Pratica di Mare) e dei suoi tredici altari, rivelati nel 1959. Nello stesso sito si trova anche il cosiddetto heroon di Enea. È stato allievo di Giuseppe Lugli. Tra i suoi allievi c’è stato Adriano La Regina, ex soprintendente archeologico di Roma. Dal 1966 ha diretto il progetto Forma Italiae. È stato amico e collega di Lucos Cozza.
– Fonti e monumenti
– Sviluppo storico della città di Roma
- Le origini
- Dalla città delle Quattro regioni alla città delle Quattordici regioni
- L’età imperiale
– Descrizione topografica
- Mura
- Acquedotti
- Tevere – Ponti
- Palatino
- Campidoglio
- Foro Romano e via Sacra
- Fori imperiali
- Campo Marzio
- Velabro, Foro Boario, Circo Massimo (regione XI)
- Celio e attigua valle meridionale (regioni II e I)
- Esquilino e valle dell’anfiteatro (regioni III, IV, V)
- Viminale, Quirinale, Pincio, pianura tra il Pincio e la via Lata (regioni VI e VII)
- Aventino (regioni XII e XIII)
- Trastevere e isola Tiberina (regione XIV)
Bibliografia
Indice analitico
Indice delle figure
Indice delle tavole
La Scuola delle Scimmie – Come ho Insegnato a Parlare a Washoe
… L’incredibile storia del primo scimpanzè che ha imparato un linguaggio umano…
Autore/i: Fouts Roger; Mills Tukel Stephen
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, prefazione di Jane Goodall, traduzione di Antonella Fagioli, titolo originale: Next of Kim, collana: Ingrandimenti, in sovraccoperta foto di Debby Fouts.
pp. 482, illustrazioni b/n f.t., Milano
“Ogni giorno succedeva qualcosa che mi ricordava che Washoe stava sviluppando una capacità di comunicazione simile a quella degli esseri umani. A tre anni si comportava come mio figlio di due: alle sette del mattino mi salutava con una valanga di segni – “Roger in fretta“, “Vieni abbraccio“, “Dammi mangiare“, “Per favore fuori“…- oppure giocava alla lotta, mi graffiava e, guardandomi le ferite, diceva: “Fatto male, scusa, scusa”. Spesso mi ritrovavo anche a discutere animatamente con lei.”
Con queste parole, Roger Fouts racconta la sua esperienza con Washoe: attraverso un “linguaggio dei segni”, il famoso etologo è riuscitoa instaurare con la scimpanzè un vero e proprio dialogo e persino a stabilire un commovente rapporto di amicizia.
In questo libro Fouts ripercorre le sue vicende professionali e personali, da giovane ricercatore a rinomato scienziato e paladino dei diritti degli animali: dalle prime “conversazioni” con Washoe, che già negli anni Sessanta suscitarono grande interesse e scalpore nella comunità accademica e sulla stampa, passa a descrivere gli straordinari risultati raggiunti nell’ambito della sua ricerca sul linguaggio dei primati. Con una scoperta incredibile: Washoe, in modo del tutto autonomo e senza l’intervento diretto di Fouts o dei suoi collaboratori, aveva insegnato il linguaggio dei segni al piccolo scimpanzè avuto dopo una travagliata gravidanza. Vivendo e dialogando con queste sensibili creature, che condividono con l’uomo più del 98 per cento del DNA, Fouts ha potuto valutare quanto abbiamo in comune con i nostri parenti “biologicamente” più prossimi, e tutto ciò che possiamo imparare da loro.
La scuola delle scimmie è un viaggio senza precedenti alla scoperta della comunicazione tra specie e la storia di una straordinaria amicizia, ma soprattutto è un libro destinato a cambiare definitivamente il nostro modo di vedere gli animali.
Roger Fouts, studioso del linguaggio dei primati, è professore di psicologia alla Central Wahington University e dirige, insieme con la moglie, lo Chimpanzee and Human Comunication Institute. La sua attività scientifica e gli straordinari risultati raggiunti con Washoe lo hanno reso famoso in tutto il mondo.
tephen Tukel Mills, giornalista, è specializzato sui temi della natura, degli animali e dell’ambiente. È coautore del bestseller animalista The Animal Rights Handbook.
Prefazione
Parte prima: Un affare di famiglia
I La storia di due scimpanzè
II Una bambina in famiglia
III Lontano dall’Africa
IV Segni di intelligenza
V Ma è un linguaggio?
Parte seconda: Stranieri in terra straniera
VI L’isola del dottor Lemmon
VII Lezioni a domicilio
VIII L’autismo e le origini del linguaggio
IX Un lutto in famiglia
X Tale madre, tale figlio
Parte terza: La ricerca della riserva naturale
XI Con altri due fanno cinque
XII Qualcosa di cui parlare
XIII Il commercio delle scimmie
XIV Finalmente a casa
XV Il ritorno in Africa
Nota dell’Autore
Ringraziamenti
Note
Saggi di Filosofia Dantesca
Autore/i: Nardi Bruno
Editore: La Nuova Italia
seconda edizione accresciuta, avvertenza e premessa dell’autore, collana: Il Pensiero Filosofico 4.
pp. IX-404, Firenze
Dall’Avvertenza:
«[…]Volendo ricostruire nelle sue linee guida originali il pensiero filosofico di Dante, m’è parso, dunque, che anzitutto fosse indispensabile scrostarlo dall’intonaco che le troppe chiose vi hanno steso sopra, e ricominciare da capo col ristabilire il significato preciso delle parole in rapporto alla terminologia filosofica e scientifica del Medio Evo e ai problemi agitati nelle scuole. E questo mi sono studiato di fare colla maggior cura, senza fretta, e, se non dispiace, con un poco di pedanteria, sebbene questa virtù dei nostri vecchi non sia oggi molto pregiata. Nè si creda che mi sia proposto di dimostrare quali sono le «fonti» del pensiero dantesco, cioè da quali libri e autori Dante tolse i concetti filosofici che fece suoi. Questo genere di ricerche empiriche, nella maggior parte dei casi, è impossibile; ma è anche perfettamente inutile. Utilissima, invece, anzi necessaria è la conoscenza dei problemi e delle preoccupazioni intellettuali che formano l’ambiente spirituale nel quale il pensiero filosofico di Dante, personalissimo come ogni vero pensiero filosofico, si maturò nel diuturno sforzo della meditazione, spesso sorpassando, con penetranti e ardite intuizioni, il comune modo di pensare del suo tempo.[…]»
Avvertenza
Premessa alla seconda edizione
I. La dottrina delle macchie lunari nel secondo canto del «Paradiso»
II. Dante e Pietro d’Abano
III. Raffronti fra alcuni luoghi di Alberto Magno e di Dante
IV. «La novità del suono e ’l grande lume»
V. Le citazioni dantesche del «Liber de causis»
VI. L’arco della vita (Nota illustrativa al «Convivio»)
VII. Dante e Alpetragio
VIII. La dottrina dell’Empireo nella sua genesi storica e nel pensiero dantesco
IX. Il concetto dell’Impero nello svolgimento del pensiero dantesco
X. Tre pretese fasi del pensiero politico di Dante
XI. Il mito dell’Eden
XII. Il tomismo di Dante e il p. Busnelli S.J.
Indice dei nomi e degli autori citati
I Nomadi del Mare – Ai Confini del Mondo uno Storico Incontro tra l’Uomo del Paleolitico e la Civiltà Europea
Romanzo
Autore/i: Raspail Jean
Editore: SugarCo Edizioni
a cura di Luigi Guidi-Buffarini, avvertenza ai lettori dell’autore, traduzione di Silvia Accardi.
pp. 272, Milano
Si chiamavano, nella loro stessa lingua, gli «Uomini», giunti, al termine di una millenaria immigrazione, in questo estremo lembo del continente americano che doveva più tardi ricevere il nome di Terra del Fuoco. Premuti incessantemente da altre orde umane si erano, alla fine, rifugiati là dove nessuno, pensavano, avrebbe potuto raggiungerli tanto era inospitale l’ambiente di questo inferno australe che avevano eletto a propria dimora, ma si sbagliavano. Per l’Europa correva l’anno di grazia 1520, quando le golette di Magellano, che attraversavano lo stretto in rotta per le Indie, si incrociarono con un canotto di quegli «Uomini» ancora completamente immersi nel paleolitico. Da quel momento il destino degli alacaluf (questo è il loro nome moderno) è segnato: a contatto con l’uomo civilizzato che, da una parte, li vuole convertire a un dio incomprensibile e, dall’altra, li abbrutisce con l’alcool, la loro sarà una lunga strada di alienazione e di morte. L’autore che ha visitato i luoghi di cui parla e ha miracolosamente, anche se fuggevolmente, incontrato gli ultimi superstiti di questa gente ci racconta, in questo libro appassionante, a metà fra reperto etnologico e romanzo, la storia tragica di un popolo dimenticato e contemporaneamente ci fa ripercorrere le straordinarie esplorazioni, in queste terre lontane e inospitali, di Magellano, degli sfortunati coloni distrutti dalla fame e dal clima, di Darwin che vi passò durante il suo viaggio intorno al mondo a bordo della Beagle. Una metafora lucida e disincantata della condizione dell’uomo nell’universo, una lettura avvincente e istruttiva dalla quale si esce trasformati.
Jean Raspail ha 62 anni. esploratore e scrittore, ha pubblicato dodici libri fra romanzi e resoconti di viaggio. Per questa sua ultima opera, che in Francia è rimasta per diverse settimane nella classifica dei bestsellers, ha ricevuto il premio Chateaubriand.
Avvertenza ai lettori
I. Un uomo e una barca
II. La notte dei tempi
III. Gli anni immobili
IV. I segreti di Norimberga
V. Magellano
VI. Port-Famine
VII. I signori del secolo dei Lumi
VIII. Waka la giovane torna dall’inghilterra
IX. Alacaluf
X. I cannibali della fimon
XI. Il Morto-Morto
XII. Porto Paradiso
XIII. Lafko
L’Alfabeto Sacro di Adamo – AUM
Autore/i: D’Amato Gennaro
Editore: Fratelli Melita Editori
prefazione dell’autore.
pp. 304, nn. illustrazioni b/n, Genova
Sommario:
Parte Prima
Unità di Principio Scientifico-religioso
- Introduzione
- Cifrario progenitore dei numeri e delle lettere
- Il medesimo Cifrario progenitore di tutti gli Alfabeti
- Evoluzione delle linee rette in linee curve – Caratteri Corsivi
- Osservazioni sui Caratteri Pittografici
- Simbolismo – Gli antichissimi segni dello Zodiaco sono forme di numeri e lettere
- Linguaggio delle linee geometriche – Antiche Teorie
- Errori sull’origine della Mitologia
- Il Simbolo Religioso della Croce nella Preistoria
- Evoluzione delle Linee del Cifrario fondamentale
- La visione del Costume, della Statuaria, della Costruzione Architettonica e degli usi funerarii
- Scienza Preistorica – Simboli Zoologici
- Il Cifrario comparato alla forma del Sacrum
- Il Simbolo dell’Arca – Usi primitivi dettati dal sentimento religioso
- Antica conoscenza della sfericità e mobilità della Terra
- Simbolismo numerico delle Cronologie Antiche
- La Leggenda del Diluvio Universale
- Segni dello Zodiaco e Pittografiche preistoriche provenienti dal Cifrario
- Tatuaggi e lettere – Principio fondamentale
Parte Seconda
Meccanismo nelle arti e nel linguaggio
- Il Cifrario visto nell’Arbor Vitæ
- Il Cifrario nella figura umana – Genesi dell’Arte – Erronea teoria De Rougè sull’origine delle lettere. Geroglifici composti sullo stesso Cifrario progenitore delle lettere
- Relazione fra le linee oggettive del Lingam e quelle del Cifrario
- Relazione fra il segno grafico letterale e i suoni della favella
- Le nomenclature seguono la visione del Cifrario e lo dipingono
- Il Cifrario ispiratore del linguaggio – Nominativi – Numerale
- Il Linguaggio è studio e creazione umana
- Il Principio di tutto le cose
- Le idee di Luce – Colore – Numerale
- Spirito dei nomi geografici
Riepilogo – Conclusione
La Vita del Buddha
Una interpretazione biografica
Autore/i: Ikeda Daisaku
Editore: Bompiani
prima edizione, prefazione dell’autore, traduzione di Amina Pandolfi.
pp. 144, Milano
Il buddhismo è una delle principali religioni del mondo. Qual è il segreto della sua vitalità, dopo ben duemilacinquecento anni dalla morte del fondatore, Śakyamuni? Per rispondere a questo interrogativo e comprendere appieno l’incisività degli insegnamenti del Buddha, è essenziale conoscere a fondo la sua vita e la sua personalità.
Diversamente dalle altre grandi religioni, il Buddhismo non si fonda su una rivelazione divina, né su un’incarnazione di Dio. Śakyamuni, il Buddha, ovvero “l’illuminato”, è solo un uomo che, grazie ai suoi sforzi, seppe giungere al nocciolo dell’esistenza umana: ed è per questo che la storia della sua vita è ancor oggi, per noi, così piena di significato.
La vita del Buddha è una biografia che mette a fuoco due fattori. Da una parte, è una vivace narrazione storica basata su quanto sappiamo, o possiamo ragionevolmente supporre, della vita di Śakyamuni. Dall’altro, è la commossa Cronistoria della vita di un uomo che si è dedicato ai suoi simili per liberarli dalla sofferenza e aiutarli a raggiungere la pace perfetta dello spirito. E proprio come un uomo emerge Śakyamuni il Buddha: un uomo immerso in un periodo storico difficile, costretto a confrontarsi con problemi e incertezze che noi pure, oggi, dobbiamo fronteggiare. La descrizione di come il Buddha seppe trionfare su questi ostacoli, la natura della sua “illuminazione”, il segreto del suo successo come maestro e come guida spirituale costituiscono i cardini di una trattazione che non può non rivestire un grande valore ancora in questi nostri tempi travagliali.
Daisaku Ikeda – Dal 1960 al 1979 è stato terzo presidente della Soka Gakkai. Dal 1975 è Presidente della Soka Gakkai International, una delle più grandi organizzazioni laiche di ispirazione buddista del mondo che si propone di promuovere l’istruzione e lo scambio culturale tra i vari paesi e di raggiungere una pace mondiale durevole. In collaborazione con Aurelio Peccei è autore di “Campanello d’allarme per il XXI secolo”.
Prefazione
Il giovane Shakyamuni
I nomi di Shakyamuni
La tribù degli Shakya
Ambientazione storica
La famiglia di Shakyamuni
La giovinezza di Shakyamuni
La Grande Partenza
L’ascetismo e la società indiana
La partenza e le peregrinazioni
La nascita di una nuova cultura
I sei mesi non buddisti
Gli anni dell’ascesi
L’incontro con il re Bimbisara
I due eremiti brahmani
La pratica dell’ascesi
L’abbandono dell’ascesi
L’illuminazione
Buddh Gaya
La tentazione di Mara
Che cos’è l’illuminazione?
L’essenza dell’illuminaziore di Shakyamuni
La legge della causalità
Shakyamuni il maestro
La decisione di divulgare la legge
La ruota della legge
I discepoli di Shakyamuni
La predicazione a Uruvela
I discepoli
Shariputra e Mandgalyayana
Mahakashyapa
Sudatta
La visita di Shakyamuni a Kapilavastu
Ananda
Upali e Anuruddha
L’espansione dell’ordine
Gli altri discepoli principali
La città di Savatthi
L’organizzazione dell’ordine
La ribellione di Devadatta
L’entrata nel Nirvana
I tristi eventi che accompagnarono gli ultimi anni di Shakyamuni
L’ultimo viaggio
Chunda il fabbro
Il Parinirvana
Glossar
Cronache di Architettura – Dal Bicentenario Americano al Centre Beaubourg
Volume 20, 1976-1977 • (nn. 1131-1180)
Autore/i: Zevi Bruno
Editore: Editori Laterza
pp. 240, nn. fotografie e ill. b/n, Roma
«Restarono a parlare finché fu sera, finché nella stanza buia, divisi da quel tavolo, furono divisi anche dall’ombra; ma non propriamente divisi, poiché le loro voci avevano acquistato un diverso afflato, il loro parlarsi una nuova fraternità. La ricchezza, la povertà, il male, il bene. L’avere un potere, il non averne, il fascismo dentro di noi. il fascismo fuori di noi».
Così, nel Candido di Leonardo Sciascia, il dialogo tra il giovane comunista e l’arciprete, prolungato in un’atmosfera dove il sogno di mutamento si scontra con una realtà confusa, sfuggendo ad ogni schema interpretativo dogmatico.
Lo scompiglio si traduce in violenza depoliticizzata: rifiutando istituzioni e partiti, il «movimento» del ’77 abbandona gli ideali del ’68 e verifica la crisi del marxismo sulle tesi dei «nouveaux philosophes». La morte di Mao emblematizza la fine dei leaders carismatici; la lotta per la sua successione si conclude con l’arresto della «banda dei quattro» e l’affossamento della rivoluzione culturale.
In Germania, un’ondata repressiva segue le imprese del gruppo terroristico Baader-Meinhof. Strage di Tal-El-Zaatar in Libano. Con la vittoria delle sinistre nelle elezioni amministrative italiane, uno storico dell’arte, Giulio Carlo Argan, diviene sindaco di Roma (nn. 1154, 1176). Ma l’accentuarsi del bipartitismo Dc-Pci determina una situazione che sconfigge il fronte abortista. Il dramma ecologico sfocia nella tragedia di Seveso; il Friuli è distrutto dal terremoto. Al film di Sydney Lumet, Quinto Potere, corrisponde la liberalizzazione dell’etere, stimolando una contro-informazione di massa. In arte., l’empito eversivo di Claes Oldenburg (copertina) cede il passo alla body-art. Dopo l’esito deludente della conferenza di Vancouver sugli insediamenti umani (n. 1131), la temperie architettonica è segnata dalle celebrazioni del bicentenario americano (n. 1158) dalle polemiche sul Centre Beaubourg di Parigi (n. 1150) dalla spinta del femminismo (n. 1158). Tra gli eventi di maggior rilievo: il complesso polifunzionale ad lvrea, di Cappaie Mainardis (1139), la Sony Tower di Kurokawa ad Osaka (n. 1156) per la sistemazione dei Sassi di Matera (n. 1165). Suicidio del designer Alberto Rosselli (n. 1137).
La Royal Medal a Denys Lasdun (n. 1169).
Bruno Zevi, nato a Roma nel 1918, si è laureato in architettura presso la Graduate School of Design dell’Università di Harvard, presieduta da Walter Gropius. Membro dei gruppi clandestini di «Giustizia e Libertà», negli Stati Uniti pubblica i «Quaderni italiani», prosecuzione di quelli parigini di Carlo Rosselli.
Rientrato in Europa nel 1943, partecipa alla lotta antifascista nelle file del Partito d’Azione.
Dal 1948 al ’63 insegna all’istituto universitario di architettura a Venezia e nella scuola di perfezionamento in storia dell’arte diretta da Lionello Venturi.
Dal 1963 è professore ordinario nella Scuola di storia dell’architettura nell’università di Roma e ne dirige l’istituto di Critica operativa. Premio Cortina-Ulisse per la critica d’arte, laurea ad honoris causa all’università di Buenos Aires, membro onorario del Royal Institute of Architects, accademico nazionale di San Luca, segretario generale dell’Istituto di urbanistica dal 1952 al ’68, è vicepresidente sin dalla fondazione dell’istituto nazionale di architettura (In/arch).
Tra i suoi libri: Verso un’architettura organica (Torino 1945), Saper vedere l’architettura (Torino 1948; decima edizione 1976), Architettura in nuce (Firenze 1960; seconda edizione 1972), saggi in Michelangelo architetto (Torino 1964), Erich Mendelsohn: opera completa (Milano 1970), Saper vedere l’urbanistica – Ferrara di Biagio Rossetti, la prima città moderna europea (Torino 1971; seconda edizione 1977), Il linguaggio moderno dell’architettura (Torino 1974; seconda edizione 1975), Storia dell’architettura moderna (Torino 1950; nuova edizione 1975).
Una bibliografia esauriente si trova in Zevi su Zevi (Milano 1977).
Dal 1955 dirige la rivista mensile «L’architettura – cronache e storia» e cura la rubrica architettonica del settimanale «L’Espresso». Gli articoli di questa rubrica sono raccolti in una serie di volumi UL, cui si aggiunge un fascicolo speciale che ne fornisce l’indice analitico generale.
Dal testo:
“Conclusa nella tarda serata dell’11 giugno 1976, la «Conferenza sugli insediamenti umani» sarà probabilmente ricordata come l’ultima grande assise indetta sotto il patrocinio delle Nazioni Unite. La drammatica spaccatura verificatasi sul testo della «dichiarazione di principi», sostituito e distorto senza preavviso da 77 paesi che sin dalle riunioni iniziali hanno strumentalizzato il dibattito per ribadire l’aberrante equazione «sionismo=razzismo», lascia scarse illusioni in merito alle prospettive di una proficua cooperazione internazionale. Ha prevalso l’intolleranza, la volontà di sconfiggere con un clamoroso colpo di mano l’Occidente e i suoi alleati: Australia, Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Gran Bretagna, Irlanda, Israele, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Nuova Zelanda, Olanda, Repubblica Federale Tedesca e Stati Uniti, che hanno votato «no»; ed anche Austria, Colombia, Giappone, Honduras, Isole Figi, Paraguay, Portogallo, Spagna, Svezia e Svizzera, che si sono astenuti. A livello politico, dunque, fallimento completo, irreparabile; l’auspicato «dopo-Vancouver» (n. 1127) rischia di andare in fumo. Tutti i problemi rimbalzano all’assemblea dell’Onu, ripartendo da zero, in condizioni peggiorate dall’intransigenza e dai rancori delle parti in causa. Non si è neppure stabilito se l’ente preposto all’habitat avrà sede a New York, a Ginevra, a Nairobi o altrove.
Molti tecnici appena rientrati dal Canada esprimono un pessimismo largamente giustificato. Secondo i calcoli, la popolazione della terra raddoppierà entro l’anno 2000, toccando la cifra iperbolica di sette miliardi; ebbene, non è maturata alcuna intesa sul come produrre, in poco più di due decenni, strutture abitative pari a quelle realizzate nell’intero corso della storia fino ad oggi. Le sperequazioni sono macroscopiche e le ottiche sembrano inconciliabili: mentre le nazioni più avanzate si preoccupano di arginare i danni dell’urbanesimo cercando un diverso equilibrio tra città e campagna, il Terzo Mondo denuncia che nelle zone rurali si muore di fame, e la tragedia è determinata non dall’inquinamento, ma dalla carenza spesso totale di approvvigionamenti idrici.”
Scienza e Realismo
Autore/i: Geymonat Ludovico
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
prima edizione, avvertenza e introduzione dell’autore.
pp. 184, Milano
Sommario:
Avvertenza
Introduzione
Capitolo primo – Sulla categoria della totalità
Capitolo secondo – Logica e dialettica
Capitolo terzo – La questione del realismo
Capitolo quarto – La crescita della scienza e la sua razionalità
Capitolo quinto – La natura e l’uomo
Capitolo sesto – I compiti della dialettica nella comprensione e trasformazione delle società
Note finali
Appendice – Sul concetto di “crisi” della razionalità scientifica
Nota bibliografica a cura di Mario Quaranta
Riferimenti bibliografici
Il Sacro e il Profano
Titolo originale: Le sacré et le profane
Autore/i: Eliade Mircea
Editore: Bollati Boringhieri Editore
prefazione e introduzione dell’autore, traduzione di Edoardo Fadini.
pp. 144, Torino
Concepito e scritto per lettori non specialisti, come introduzione generale allo studio fenomenologico e storico delle religioni, questo libro cerca di mettere a fuoco quei valori permanenti dell’esperienza religiosa che possono essere riscontrati sia nell’ambito di una sacralità arcaica, sia nell’ambito di una concezione profana del mondo quale si presenta oggi in una società che tende a fare della stessa Morte di Dio una vera e propria teologia.
Gli stretti rapporti che l’autore individua tra simbolismo e coscienza e tra gli stessi caratteri specifici del ”profano” e del ”sacro” non solo mostrano in che termini l’uomo laico moderno rimanga, spesso anche suo malgrado, l’erede della religiosità dei progenitori, ma sembrano avallare la tesi che la secolarizzazione di un valore religioso costituisca essa pure un fenomeno religioso.
Mircea Eliade, oggi uno dei più autorevoli storici delle religioni, e nato a Bucarest nel 1907. Compiuti gli studi nella città natale e a Calcutta, ha insegnato alla Sorbona e all’Università di Chicago.
Le sue opere più importanti sono tradotte in italiano. In edizione Boringhieri: Trattato di Storia delle religioni (ult. ed. 1976), Giornale (1976), Arti del metallo e alchimia (1980), Tecniche dello Yoga (nuova ed. 1984).
Il Cammino di Santiago
«Lo straordinario risiede nel Cammino delle persone Comuni»
Autore/i: Coelho Paulo
Editore: Bompiani
prologo dell’autore, traduzione di Rita Desti.
pp. 238, ill. b/n, Milano
“Quando si va verso un obiettivo, è molto importante prestare attenzione al Cammino.
È il Cammino che ci insegna sempre la maniera migliore di arrivare, e ci arricchisce mentre lo percorriamo.”
Il Cammino di Santiago racconta il viaggio del narratore Paulo lungo il sentiero dei pellegrini che conduce a Santiago di Compostela, in Spagna. In compagnia della sua guida spirituale, il misterioso ed enigmatico Petrus, Paulo affronta una serie di prove ed esercizi, incontra figure che mettono a repentaglio la sua determinazione e la sua fede, schiva insidiosi pericoli e minacciose tentazioni, per ritrovare la spada che gli permetterà di diventare un Maestro Ram.
Il Cammino, realmente percorso da Paulo Coelho nel 1986, diventa così luogo letterario di un ispirato romanzo d’avventure che è nello stesso tempo una affascinante parabola sulla necessità di trovare la propria strada nella vita.
Composto nel 1987, Il Cammino di Santiago occupa un posto peculiare nell’opera di Paulo Coelho, non soltanto perché è il suo primo romanzo – cui farà seguito L’Alchimista – ma soprattutto perché rivela pienamente l’umanità del suo messaggio e la profondità della sua ricerca interiore.
Paulo Coelho è nato a Rio de Janeiro nel 1947. E considerato uno degli autori sudamericani più importanti degli ultimi decenni. Le sue opere, pubblicate in più di centoquaranta paesi e tradotte in cinquantuno lingue, hanno venduto oltre trentuno milioni di copie. Tra gli ultimi premi ricevuti dall’autore, il “Crystal Award 1999”, conferitogli dal World Economic Forum. Di Coelho Bompiani ha pubblicato con enorme successo L’Alchimista (1995), Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto (1996), Manuale del guerriero della luce (1997), Monte Cinque (1998), Veronika decide di morire (1999) e Il Diavolo e la Signorina Prym (2000). Bompiani ha pubblicato nel 2000 l’intervista di Juan Arias, Paulo Coelho: Le confessioni del pellegrino.
Orlando Furioso
Le donne, i cavalieri, le armi, gli amori
Autore/i: Canali Luca
Editore: Edizioni Piemme
prima edizione, con la collaborazione di Sandra Avincola.
pp. 320, Casale Monferrato (AL)
…Una favola, bella e tremenda, nella quale amore e guerra si alternano, dove si muovono senza posa i destini di giovani donne, cavalieri, maghi, fate e mostri…
Una fanciulla, la cui radiosa bellezza accende il cuore e i sensi di gagliardi cavalieri, fugge trepidante per raggiungere la sua lontana terra d’Oriente. Spasimanti di diversa nazionalità e di contrastante credo religioso si mettono sulle sue tracce, e, nel tentativo di raggiungerla, abbandonano i teatri della guerra in corso tra Franchi e Saraceni. È questo il nucleo originario da cui si diparte, con diramazioni e intrecci pressochè inesauribili, l’affascinante trama del Furioso. Come un abile tessitore, Ariosto stringe e allenta i fili variegati della sua tela, conducendo il lettore in un itinerario in cui realtà e finzione si fondono in un quadro dai riflessi mirabilmente cangianti. Alla fantasia spetta il compito d’infondere alla vicenda i connotati della “favola”; realistica, invece, per la sua capacità d’indagare nel gioco dialettico delle passioni umane, la rappresentazione dell’amore e dell’odio, della virtù cavalleresca e della codardia, del dono altruistico di sè e del più bieco egoismo. La ricchezza e la varietà della trama del Poema di Ariosto sono state preservate: il lettore ritroverà le incursioni fra terra e cielo degli eroi più spericolati, il mare con le sue sconfinate distese, le tempeste improvvise e i mostri dei suoi abissi, gli spazi labirintici delle selve e i castelli incantati che sembrano sorgere dal nulla. Una superba macchina narrativa che ancora oggi stupisce per la perfetta funzionalità dei suoi congegni e che si vuole qui riproporre, come pura gioia del racconto, all’attenzione e all’apprezzamento dei lettori.
Luca Canali, (Roma 1923), dopo un lungo impegno politico, si è dedicato all’attività letteraria e didattica. Ha insegnato fino al 1981 nell’università di Roma e di Pisa. È stato redattore e condirettore de “Il Contemporaneo” e ha collaborato con “Paragone”, “Il Verri”, “Nuovi Argomenti”.
Fra le numerose opere di saggistica ricordiamo: Personalità e stile di Cesare, I volti di Eros; Vita, sesso, morte nella letteratura italiana; Potere e consenso nella Roma di Augusto. Ha molto tradotto, tra gli altri, Lucrezio, Virgilio per intero, Odi ed Epodi di Orazio, Farsaglia di Lucano, Satyricon di Petronio. Ha pubblicato alcuni volumi di poesia: La deriva; Il naufragio;Toccata e fuga; Zapping. Anche romanzi e racconti, fra cui: La Resistenza impura; Autobiografia di un baro; Il sorriso di Giulia; Spezzare l’assedio; Segreti; Diverse solitudini; Diario segreto di Giulio Cesare; Nei pleniluni sereni (finalista al Premio Strega); Pietà per le spie. Recentemente ha pubblicato Memorie di un libertino depresso; Controstoria di Roma; Intervista a cinque fantasmi. Con la Piemme il romanzo L’uomo che non stava al gioco (1988). Con l’Editore Scheiwiller è in uscita il libro in versi Bordeline.
Premessa
Antefatto. C’era una volta
- Angelica, ovvero la sfortuna d’esser bella
- Omnia vincit amor (tranne gli ippogrifi…)
- La malapianta dell’inganno non ha lunga vita
- Per amore e per magia
- La fatica d’essere Orlando
- Ruggero è poco fedele, laddove Orlando lo è fin troppo
- Rodomonte, toro scatenato
- Cortesie e audaci imprese
- Foreste e dintorni
- Tutti incontrano tutti (e Orlando la sua follia)
- Futili zuffe, feroci duelli
- Cosi fan tutte
- L’agro e il dolce dell’amore
- Dalla terra alla luna (e ritorno)
- Nodi si sciolgono, nodi si aggrovigliano
- Ultimi fuochi
Epilogo. attenti al lupo!
Postfazione di Sandra Avincola
Paleografia Latina
Autore/i: Cencetti Giorgio
Editore: Jouvence Società Editoriale
Guide allo Studio della Civiltà Romana dir. da F. Arnaldi e S. Calderone.
pp. 196, 24 tavole illustrate b/n, Roma
Un panorama della storia della scrittura latina dalla sua genesi, intorno al VII secolo a.C. – con l’adattamento dell’alfabeto etrusco alla lingua latina – fino al XVI d.C., fondato sulla visione di un continuo e motivato processo di trasformazione della scrittura «usuale», scandito da ricorrenti fenomeni di «canonizzazione», di scritture stabili nelle loro forme, per un certo tempo e un certo spazio.
Figlio di Edoardo Cencetti e di Francesca Monti, si laureò in giurisprudenza nel 1929 e in seguito in lettere. Per la paleografia e diplomatica fu allievo di Vincenzo Federici e di Pietro Torelli, professore ordinario di storia del diritto a Firenze.
Nel 1933 entrò come archivista all’Archivio di Stato di Bologna, struttura della quale successivamente divenne direttore. Nel 1940 ebbe la libera docenza in paleografia e diplomatica all’ateneo bolognese, nel 1944 ebbe l’incarico e nel 1951 entrò in ruolo per queste stesse materie. Nel 1959 venne chiamato per la stessa cattedra presso l’Università degli studi di Roma, dove a partire dal 1966 fu inoltre preside della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari. Dal 1966 al 1970, su nomina ministeriale, fece parte del Consiglio superiore delle accademie e biblioteche. Nel 1948 fu incaricato dal Governo italiano per l’esecuzione del trattato di pace con la Iugoslavia in materia di archivistica. Ha condotto significativi studi sul contratto di enfiteusi nel territorio bolognese. Si è occupato di paleografia latina, in particolare con le opere Lineamenti di storia della scrittura latina e Vecchi e nuovi orientamenti nello studio di paleografia, nelle quali propose il concetto di “canonizzazione”, precursore del concetto di “addensamento calligrafico” di Bernhard Bischoff, che cambiò la comprensione dello sviluppo della scrittura latina tardo antica e altomedievale.
Premesse
- Materie e istrumenti scrittorii
- Il libro nell’antichità e nel medioevo
- La produzione dei codici nell’antichità, nel medioevo e nel Rinascimento
- Nomenclatura e paradigma della scrittura; periodizzazione della storia della scrittura latina
- La scrittura latina nell’età romana
- I papiri latini
- Il particolarismo grafico medievale
- La rinnovata unità grafica
- La scrittura latina all’epoca della Scolastica e delle grandi Università: origini, sviluppo e forme della stilizzazione gotica
- La «littera antiqua» e le scritture moderne
- Sistema abbreviativo
Conclusione
Nota bibliografica a cura di Paola Supino Martini
Indice delle tavole
Storia di Roma – II. La Fine della Repubblica e l’Instaurazione del Principato
Autore/i: Scullard Howard H.; Cary M.
Editore: Società Editrice Il Mulino
traduzione di Alessio Ca’ Rossa, aggiornamento bibliografico a cura di Chiara Sabattini.
pp. 556, Bologna
Scritta nel 1935 da M. Cary, questa «Storia di Roma» (in tre volumi:l. Dai Primi insediamenti alla crisi della costituzione repubblicana; II. La fine della Repubblica e l’instaurazione dei Principato; III. Il Principato e la crisi dell’Impero) sta avendo da più di cinquant’anni una larghissima diffusione in molti paesi come opera di lettura, piacevole, piena di interesse e al tempo stesso di grande rigore storiografico. Dopo una prima revisione fatta dall’autore nel 1954, se ne è avuta una seconda, nel 1975, ad opera di H.H. Scullard.
Quest’ultimo, giovandosi degli enormi progressi realizzati in tanti anni dagli studi in materia, ha compiuto un aggiornamento pressoché completo.
Questo volume considera il periodo compreso fra il tribunato dei Gracchi e la fine della dinastia giulio-claudia. Si tratta del momento nodale della storia romana, un’eta di guerre e di riforme che segna la fine dell’ordinamento repubblicano e la nascita dell’Impero romano. Con Augusto e con i suoi successori della famiglia giulio-claudia si inizia un periodo di relativa pace, che porta al riassetto delle province e dell’amministrazione interna. Roma si abbellisce di nuovi templi, terme, fori, e offre l’immagine della capitale di un grande e pacificato Impero.
M. Cary (1881-1958) ha insegnato Storia antica all’Università di Londra. Oltre a questo volume, frutto della sua lunga esperienza di docente, ha scritto numerosi articoli e opere fra le quali «A History of the Greek World, 323-146 8.0.» e «The Geographic Background of Greek and Roman History». Era fra gli editors della prima edizione del «The Oxford Classical Dictionary» e uno degli autori della «Cambridge Ancient History».
H.H. Scullard insegna Storia antica all’Università di Londra, e al King’s Colleoe. Fra le sue opere «Scipio Africanus», «A History of the Roman World, 753-146 B.C.», «Boman Politics, 220-150 B.C.», «From the Gracchi to Nero». «The Etruscan Cities and Rome» e «The Elephant in the Greek and Roman World». È fra i curatori della prima e della seconda edizione del «The Oxford Classical Dictionary» e general editor di «Aspects of Greek and Roman Life».
PARTE QUARTA: La fine della Repubblica
XX. I Gracchi
. Tiberio Gracco e i suoi Obiettivi politici
. La legislazione agraria di Tiberio Gracco
. La prima reazione del Senato
. Il primo progetto per la concessione della cittadinanza agli Italici
. Le riforme sociali di Caio Gracco
. La legislazione politica di Caio Gracco
. La seconda reazione del Senato
. La conquista della Gallia Narbonese
XXI. Mario e il nuovo esercito romano
. Il Senato riprende la direzione politica dello Stato
. La politica romana nel Mediterraneo orientale
. La guerra giugurtina
. Metello e Mario
. Invasioni barbariche dal nord
. Saturnino e il sesto consolato di Mario
XXII. Le guerre sociali
. Il tribunato di Livio Druso
. La rivolta dei soci: la confederazione italica
. La guerra sociale
. Il tribunato di Sulpicio Rufo
. Silla e Cinna prendono il potere
. Il governo di Cinna
XXIII. Silla padrone di Roma
. La situazione dell’Asia Minore fino all’88 a.C.
. La prima guerra mitridatica
. Il ritorno di Silla in Italia
. L’ordine sillano: le prescrizioni
. L’ordinamento costituzionale sillano
. Conclusione
XXIV. La caduta dell’ordinamento repubblicano
. La restaurazione del potere senatorio
. La ribellione di Lepido e le sue conseguenze
. Le operazioni contro Q. Sertorio
. La guerra servile
. Il colpo di stato di Pompeo
. Crasso, Cesare e Catilina
. La congiura di Catilina
. La «concordia ordinum» di Cicerone
. Il primo triumvirato e il primo consolato di Cesare
XXV. Le campagne militari di Lucullo, Pompeo e Crasso
. La lotta ai pirati
. Le conquiste di Lucullo nell’Asia Minore
. Le campagne di Lucullo in Armenia
. Pompeo e la sistemazione generale dell’Asia Minore del Vicino Oriente
. Crasso contro i Parti
XXVI. La conquista della Gallia e la fine del triumvirato
. La Gallia e i suoi abitanti
. Cesare avanza Verso il Reno e verso La Mazara
. Cesare penetra in Germania e sbarca in Britannia
. La conquista definitiva della Gallia
. Prima crisi del triumvirato
. Il colloquio di Lucca e la dittatura di Pompeo
. Seconda crisi del triumvirato
XXVII. Cesare e la conquista del potere supremo
. Le campagne di guerra del 49 a.C.
. Durazzo e Farsalo
. La guerra alessandrina
. Tapso e Munda
. Cesare e la politica di riforma dello Stato
. La politica estera di Cesare
. La posizione di Cesare nell’ordinamento costituzionale romano
. La personalità di Cesare e i risultati della sua politica
XXVIII. Il secondo triumvirato
. Il governo di Antonio
. Le «Filippiche» di Cicerone e la guerra di Modena
. Il colpo di stato di Ottaviano e il patto con Antonio
. Le prescrizioni e la campagna di Filippi V
. Perugia e Brindisi: episodi della lotta per il potere
XXIX. La società romana nel primo secolo a.C.
. Mutamenti nell’agricoltura romana
. Il settore manifatturiero e quello commerciale
. Il livello di vita nei diversi strati della società
. La vita sociale
. L’architettura e le altre arti
. La poesia
. La prosa
. La scienza e la filosofia
. La religione
PARTE QUINTA: Il consolidamento dell’Impero
XXX. Il principato augusteo
. La prima fase del governo augusteo: 29-23 a.C.
. La seconda fase delle riforme costituzionali augustee
. Il potere esecutivo sotto Augusto
. Roma
. L’Italia
. La legislazione sociale
. I «ludi saeculares»
XXXI. L’Impero nell’età di Augusto
. Le frontiere
. L’Africa e l’area del mar Rosso
. L’Asia Minore e la zona dell’Eufrate
. L’area occidentale
. Le regioni danubiane
. Le riforme militari
. Le province
. Le finanze e l’amministrazione
. Il problema della successione
. Il principato augusteo
. Conclusione
XXXII. Gli imperatori della famiglia giulio-claudia: la politica interna
. Tiberio
. Caligola
. Claudio
. Nerone
. Sviluppi nell’ordinamento costituzionale dello Stato
. L’amministrazione finanziaria
. Roma e l’Italia
XXXIII. L’Impero e le sue province da Tiberio a Nerone
. L’Africa
. La Giudea
. L’Armenia e la Partia
. La regione danubiana
. La Germania
. La conquista della Britannia
. Le altre province dell’Impero
. Conclusione
XXXIV. La società romana al tempo dei primi Cesari
. L’agricoltura
. Le attività manifatturiere e il commercio
. La vita urbana
. L’architettura e le arti
. La letteratura latina e l’ambiente politico-sociale
. La poesia
. La prosa
. La religione
Cronologia
Bibliografia
Indice generale dell’opera
Una Missione in Cina dei Francescani Minori Conventuali 1925 – 1952
(Shensi)
Autore/i: Luo Matteo
Editore: Centro Missionario Italiano dei Frati Minori Conventuali
unica edizione, presentazione di P. Vitale M. Bommarco (ministro generale dei Frati Minori Conventuali), introduzione di frate Pietro Maleddu.
pp. 208, nn. fotografie b/n f.t., Roma
Dalla presentazione:
“Il presente volume illustra un periodo di storia francescana nello Shensi, una regione impervia della Cina centrale.
Si apre con il 1925, anno di fondazione, e tratteggia il travaglioso sorgere e maturare di una missione che vive tutta la gamma dell’esperienza evangelica, ricca di fede, di gioia, ma anche di tribolazioni e di martirio.
È un libro di documentazione viva che scaturisce da lettere, relazioni, ricordi dei protagonisti. Niente di artefatto, ma un calarsi semplice e immediato nella realtà quotidiana.
Il mondo cinese vi palpita con la sua storia, le sue tradizioni, il suo impatto con il Messaggio cristiano, e viene colto nel momento di passaggio da una società feudale a quella del comunismo cinese.
Un’analisi fatta all’interno del fenomeno, con angolatura tuttavia cristiana, preoccupata della salvaguardia del tesoro di Grazia e di Fede che i missionari avevano procurato con tanto sacrificio e che la bufera stava gradualmente sommergendo.
Con il sorgere della «cortina di bambù» la missione dello Shensi riviveva in se stessa la verità della parabola evangelica: il chicco di grano, fatto scendere in un terreno amorosamente preparato dal sacrificio dei missionari, marciva, mentre il segreto dei frutti rimaneva nascosto in Dio.
Ma e proprio su ciò che si basa la speranza di cui vive la presente rievocazione.[…]”
Presentazione
Introduzione
Avvertenze
- GLI INIZI – ANNO 1925
- IN CINA
- LA VITA MISSIONARIA IN CINA – PROBLEMI E DIFFICOLTÀ
- IL SECONDO MANIPOLO – 1927/1928
- FINO AL MARTIRIO – 1929/1931
- MONS. BARRACCIU PREFETTO APOSTOLICO – 1931/1934
- METODI DI APOSTOLATO NELLA MISSIONE DI HINGAN
- LA MISSIONE SI CONSOLIDA. IL PAESE È NEL CAOS – 1934/1938
- GLI ORRORI DELLA GUERRA. MORTE DI MONS. BARRACCIU – 1939/1946
- LA PERSECUZIONE E LA FINE – 1947/1952
Elenco dei missionari della Prefettura apostolica di Hingan
Relazione
Conclusione
Pietro Ritrovato
Il Martirio – La Tomba – Le Reliquie
Autore/i: Guarducci Margherita
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
unica edizione, premessa dell’autore, in sovracoperta: particolare del Reliquiario della Vera Croce, Cattedrale, Monopoli.
pp. 168, 12 illustrazioni b/n f.t., nn. illustrazioni e cartine b/n, Milano
Il martirio di Pietro a Roma, la presenza della sua tomba e delle sue spoglie mortali nel cuore della Basilica Vaticana problema d’immensa importanza per la storia e di vitale interesse per la Chiesa romana, che su quella tomba si è fondata e da quella tomba si è irradiata nel mondo. Nel fervore delle controversie che i problema suscitava, Pio XII per la prima volta – con decisione coraggiosa – aprì alla scienza i sotterranei della Basilica.
La scienza ha indagato e ha confermato la tradizione secolare Pietro subì il martirio in Roma (il 13 ottobre del 64 d.C.) e le sue spoglie furono deposte là dove si trova l’altare papale. In questa conferma ha avuto parte decisiva Margherita Guarducci. Fiorentina di nascita, titolare dal 1942 della cattedra di Epigrafia e antichità greche all’Università di Roma, socia nazionale dell’Accademia dei Lincei, essa cominciò a occuparsi del problema di Pietro nel 1952, quando si era già conclusa la prima fase degli scavi sotto la Basilica Vaticana. Unico suo scopo era, allora, quello di studiare le scritte incise dagli antichi fedeli intorno alla tomba di Pietro. Riuscì a decifrarle, grazie soprattutto alla scoperta di una suggestiva crittografia mistica, fino allora ignorata. Ecco dunque apparire, in un groviglio di segni, il nome di Pietro che si credeva assente, ecco emergere le invocazioni alla vittoria di Cristo Pietro e Maria, ecco, a poco a poco, rivelarsi una meravigliosa pagina di spiritualità cristiana. La decifrazione dei graffiti aprì nuovi orizzonti. Margherita Guarducci, addentratasi in altre ricerche archeologiche, topo grafiche, storiche, raggiunse allora – non cercato e non atteso – il risultato sommo l’identificazione delle ossa di Pietro. In queste pagine, l’autrice compendia per la prima volta j suoi lunghi studi, e soprattutto rivive la sua eccezionale esperienza ansie, fatiche, gioie, e anche lotte ed amarezze; collaborazioni coi cultori di scienze sperimentali, colloqui con tre pontefici. Nello scrupoloso rispetto della verità, il rigore scientifico si concilia con la chiarezza dello stile. Ogni lettore viene messo in grado di comprendere, approfondire, valutare, seguendo l’autrice nell’appassionante vicenda.
Mistici Veggenti e Medium
Esperienze dell’aldilà a confronto
Autore/i: Dermine François-Marie
Editore: Libreria Editrice Vaticana
seconda edizione, presentazione P. Georges Cottier (Teologo della Casa Pontificia), introduzione dell’autore.
pp. 496, Città del Vaticano
Dalla Presentazione di G. Cottier, o.p.:
«La pubblicazione dell’opera di Francois-Marie Dermine è particolarmente opportuna. Infatti, assistiamo da alcuni anni ad un rinnovato interesse per la religione. Il movimento, lungi dall’essere omogeneo, comporta molte incertezze: riscoperta della fede e della coerenza della vita cristiana ma anche il gusto dello straordinario oppure di forme deteriorate di religiosità, che sviano le anime dall’essenziale. In un mondo sgomento, si comprende che alcuni siano tentati di affidarsi smodatamente a dei segni: visioni, messaggi, comunicazioni con l’aldilà, di dubbia autenticità. Accade che preti e teologi, infedeli alla saggezza secolare della Chiesa, favoriscano un simile interesse per delle manifestazioni che allontanano più che avvicinare alla verità soprannaturale.
I vasti movimenti migratori e il turismo crescente, inoltre, hanno permesso ai cristiani il contatto con adepti di altre religioni. Alcuni si lasciano sedurre e cercano altrove le vie della salvezza, in particolare nelle grandi religioni estremo-orientali, come l’induismo e il buddismo, scuole ai loro occhi della contemplazione alla quale aspirano. Ignorano generalmente le risorse della preghiera e della spiritualità cristiana, forse perché non ne hanno mai sentito parlare.»
Francois-Marie Dermine, o.p., nato nel 1949 in Canada, vive in Italia dal 1972. È dottore in Teologia e professore di Teologia morale presso lo Studio Teologico Accademico Bolognese (STAB). È condirettore della rivista “Religioni e Sette nel mondo”. Ha scritto diversi articoli e pubblicato Vassula Ryden. Indagine critica, Elle Di Ci, Leumann (Torino) 1995.
Presentazione
Sigle e abbreviazioni
Introduzione
Capitolo I. Realtà o illusorietà delle comunicazioni con l’aldilà
1. La negazione della realtà delle comunicazioni con l’aldilà
Le carenze scientifiche delle verifiche
L’argomento della frode
Alcuni casi celebri
2. La riduzione di questi fenomeni a meccanismi psicologici
La suggestione
L’allucinazione
Il rischio del pregiudizio positivista
L’inspiegahile sovrappiù di certi casi di medianità
3. L’intervento e il discernimento degli spiriti
La possibilità dell’intervento degli spiriti
La possibilità dell’intervento diabolico
I criteri remoti di discernimento della Chiesa cattolica
I criteri prossimi di discernimento della Chiesa cattolica
Il discernimento circa il miracolo
Il discernimento circa la profezia
Criteri di discernimento degli ambienti spiritici o New Age
Capitolo II. Le comunicazioni con l’aldilà nell’ambito non cristiano
1. Le religioni arcaiche
L’originalità dello sciamassimo
La vocazione e l’iniziazione sciamani
Alcuni problemi relativi allo sciamassimo
2. Le religioni dell’antichità
Le pratiche evocatorie e divinatorie
L’oracolismo
L’influsso demoniaco
Luoghi e protagonisti dell’oracolismo ufficiale
Le comunicazioni mistiche
I precursori
La corrente mistica neoplatonica
Note sull’ebraismo e sull’islam
3. Le grandi religioni orientali
La componente sciamani
La componente mistica
Le vie di salvezza
4. Il movimento spiritico
Storia
Definizione dello spiritismo
Il medium
5. Il neo-spiritismo del New Age
La visione della realtà
Le finalità della New Age
Il channelling
Spiritismo classico e channelling
Struttura tecnica delle comunicazioni con l’aldilà in ambito noncristiano
1. Centralità degli stati modificati di coscienza
L’ideologia degli stati modificati di coscienza
La trance e il suo substrato naturale
Trance leggera e trance profonda
2. Tecniche di comunicazione con l’aldilà
Le tecniche rituali
Le tecniche mentali
L’iperattività
L’ipoattività
Le tecniche materiali
I mezzi materiali tradizionali
I mezzi materiali più recenti
3. Il ruolo estrinseco della volontà
L’indole amorale delle comunicazioni non cristiane
Comunicazioni a volontà:metodo o tecnica?
4. Considerazioni conclusive
Le comunicazioni non cristiane con l’aldilà in generale
La medianti in particolare
Le comunicazioni mistiche non cristiane in particolare
Capitolo III. Le comunicazioni con l’aldilà nell’ambito cristiano
1. Le comunicazioni con l’aldilà nella Sacra Scrittura
1. L’iniziativa di Dio
L’iniziativa di Dio nella Rivelazione
Le comunicazioni sono esplicite
Le comunicazioni sono dirette
Le comunicazioni sono improvvise
L’iniziativa di Dio nel profetismo
Gli intermediari di Dio
La soprannaturalità del profetismo biblico
Origine divina del profetismo
Un carisma senza requisiti naturali
Estasi profetica e trance estatica secondo la Bibbia
Il concetto di estasi nelle Sacre Scritture
La dimensione estatica nel profetismo
La dimensione estatica nella glossolalia
2. L’iniziativa umana nelle rivelazioni
Gli Urim e i Tummim
La maga di Endor
Invocazione ed evocazione
3. La risposta umana alla Rivelazione divina
Globalità della risposta umana
Necessità della fede
2. Le comunicazioni con l’alilà nell’ambito cristiano extra-biblico1. Due categorie di comunicazioni
Le comunicazioni prevalentemente profetiche
Le locuzioni
Le visioni
Le comunicazioni prevalentemente mistiche
Il raccoglimento infuso
L’orazione di quiete
L’orazione di di unione
L’unione estatica o fidanzamento spirituale
L’unione trasformata o matrimonio spirituale
2. La componente divina e umana nelle comunicazioni post-bibliche
L’iniziativa divina
Non sono frutto di fantasie
Non sono ricercate
Sono improvvise
Gli effetti sono soprannaturali
La parte umana
Disposizioni spirituali e morali
Disposizioni psicofisiche
3. Alcune conclusioni sulle comunicazioni cristiane con l’aldilà
3. Il magistero della chiesa e le comunicazioni con l’aldilà
1. Gli interventi tal magnetismo animale
2. Gli interventi sullo spiritismo
Capitolo IV. La tecnica e le comunicazioni con l’aldilà
La tecnica applicata all’oggetto delle comunicazioni con l’aldilà
1. La visione unitaria della realtà nelle comunicazioni non cristiane con l’aldilà
L’accessibilità naturale dell’oggetto
Nelle comunicazioni a finalità unitiva
Nelle Comunicazioni a finalità pratica
A. L’Axis Mundi
B. Il fluido universale
C. Le conseguenze pratiche dell’accessibilità
L’assenza attuale dell’oggetto
2. La visione pluralistica della realtà nelle comunicazioni
L’inaccessibilità naturale dell’oggetto
Il naturale e il soprannaturale
L’apertura naturale al soprannaturale.
Le conseguenze pratiche dell’inaccessibilità
A. L’inadeguatezza delle nostre capacità naturali
B. Il ripudio della superstizione
C. L’intervento del demonio
La presenza gratuita e attuale dell’oggetto
La presenza d’immensità
La presenza di grazia
A. Dio come oggetto di conoscenza e di amore
B. Presenza di grazia e rapporto interpersonale tra Dio e l’amore umano
C. I gradi di percezione della presenza di grazia
Alcune conseguenze pratiche
A. Conseguenze pratiche della presenza spontanea di un oggetto spirituale
B. Conseguenze pratiche della presenza spontanea di un oggetto personale
C. La scelta obbligata di divinazione o fede
La tecnica applicata al soggetto delle comunicazioni con l’aldilà
1. Il vuoto mentale
Ipotetiche premesse cristiane al vuoto mentale
Preghiera e concentrazione
La via cristiana al mistero divino
Lo spirituale e il mentale
2. L’estasi cristiana e la trance
L’estasi cristiana
Indole spirituale dell’estasi cristiana
La causa psicologica dell’estasi cristiana
Carattere vitale e lilmm dell’analisi cristiana
La causa soprannaturale dell’estasi cristiana
Le trance medianiche ed estatiche
Nessuna indole spirituale e vitale
La causa soprannaturale della medianità
Conclusione
La specificità della fenomenologia mistica cristiana
1. La finalità e le modalità dei fenomeni mistici cristiani
La finalità dei fenomeni mistici cristiani
Il rimato dell’amore unitivo sulla conoscenza
Il primato della presenza sull’esperienza
Le modalità dei fenomeni mistici cristiani
2. La finalità e le modalità dei fenomeni non cristiani
La finalità dei fenomeni non cristiani,
mistici e medianici
Il primato della conoscenza
Il primato dell’esperienza
Le modalità dei fenomeni non cristiani,
mistici e medianici
Epilogo
Bibliografia