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Il Cuore e le Passioni – Psicologia del Sufismo

Il Cuore e le Passioni – Psicologia del Sufismo

Titolo originale: Del-va nafs

Autore/i: Nurbakhsh Javad

Editore: Edizioni NUR

unica edizione, introduzione dell’autore, traduzione dal persiano di Maria Tripoli, Parinaz Shojai, in copertina: Rita Gallè, Il Cuore e le Passioni.

pp. 204, Milano

Rivolto a chiunque si interessi della psicologia umana, questo libro fornisce una visione olistica dell’uomo, inscindibile insieme di materia e energia in senso lato. Corpo fisico, corpo astrale e intelletto sono le componenti caratteristiche del più alto livello evoluzionale: l’uomo. Il cuore, sede di ogni pulsione (manifestazione dell’astralità o psiche), non deve avere una posizione intermedia ma di assoluta centralità e, pertanto, referenziale per le altre componenti.

L’autore, Dr. Javad Nurbakhsh, da quarant’anni Maestro dell’Ordine Sufi Nematollahi, con le sue opere, è riuscito a far conoscere in Occidente il Sufismo (Tasavvof) nella sua vera ed unica essenza di Cammino Spirituale (Tarighat) verso l’Unità-Realtà (Vadat-e-vojud) attraverso la sottomissione alla Volontà Divina (Islam). Egli ne chiarisce, inoltre, la pratica che, prescindendo da ogni barriera ideologica o credo religioso, consente all’individuo di liberarsi dalle peculiarità terrene, attraverso una tensione costante verso l’Amato e il desiderio di servirlo, sacrificando a Lui il proprio “ego”.

Il Medium è il Massaggio

Il Medium è il Massaggio

Titolo originale: The Medium is the Massage

Autore/i: McLuhan Marshall; Fiore Quentin

Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore

seconda edizione, testi di Mcluhan e grafica di Quentin Fiore, traduzione di Raffaele Petrillo, coordinazione di Jerome Agel.

pp. 160, riccamente illustrato b/n, Milano

Negli anni Sessanta le teorie di Marshall McLuhan sui media apportano un nuovo modo di analizzare il sistema delle comunicazioni di massa nell’era del “villaggio planetario”: per la prima volta, in modo pur provocatorio, si valuta la portata che nella società odierna hanno assunto gli strumenti di comunicazione nell’orientare le abitudini, i gusti, i consumi, il modo di vivere e di pensare… L’onnipotenza dei media nell’universo elettronico prefigura secondo McLuhan una trasformazione addirittura antropologica determinata non tanto dai contenuti che i media propinano bensì dalle modalità tecniche dei mezzi adoperati. “Il successo di McLuhan come teorico dei mezzi di massa,” scrive Umberto Eco,” non è stato dovuto al fatto che egli, come Adorno, o come certi sociologi liberali, ne compisse una critica in profondo. È che tra il 1962 e il 1964, cioè tra La Galassia Gutenberg e Gli strumenti del comunicare, egli ha elaborato una serie di idee globali che miravano a rappresentare e riconoscere il mondo delle comunicazioni di massa non come fosse il mondo di prima, semplicemente invaso da alcuni strumenti e da alcune tendenze di mercato… Egli annunciava un’epoca diversa, segnata da una trasformazione antropologica simile a quella che aveva visto il passaggio dalle scimmie aH’homo sapiens.” Uno degli assunti teorici divenuto poi slogan è quello che dà il titolo a questo libro: il medium è infatti il messaggio o il massaggio: messaggio “perché modella e controlla la portata e la forma dell’associazione e dell’azione umana”; massaggio “perché lavora su di noi grosso modo alla maniera di un fisioterapista o di un massaggiatore. In effetti ci lavora da tutte le parti.” Recentemente le teorie di McLuhan sono state riprese a proposito del dibattito tuttora in corso sui rapporti tra terrorismo e mezzi di comunicazione.

Marshall McLuhan (1911-1980), professore di lingua inglese all’Università di Toronto, fondatore e direttore fino al 1979 del Center for Culture and Technology della stessa Università. Ricordiamo fra i suoi numerosi testi: La sposa meccanica. Il folklore dell’uomo industriale; La Galassia Gutenberg. Nascita dell’uomo tipografico (Armando, 1976); Gli strumenti del comunicare (Il Saggiatore, 1967); Guerra e pace nel villaggio planetario.

Quentin Fiore, grafico e designer, collaboratore di alcuni importanti istituti, case editrici e associazioni.

Nel Cerchio della Prigione

Nel Cerchio della Prigione

Autore/i: Braghetti Laura; Mambro Francesca

Editore: Sperling & Kupfer Editori

prima edizione, prefazione di Clara Sereni, nota delle autrici.

pp. XX-290, Milano

«Spesso mi interrogo sul rimProvo rimorso? No, più semplicemente provo solo dolore. Sono qui che vivo e altri, molti altri sono morti, sia coloro che andavano sotto la voce ’amici’ sia coloro che inserivo sotto quella ’nemici’ E l’essere viva a volte mi sembra un vantaggio fuori misura che ad altri non ho consentito. Il vero esercizio di memoria è quello di ricordarmi del Caino che è in me. Ho questo vantaggio su molte altre persone: conosco il carnefice che ha mosso le mie idee e armato la mia mano e lo tengo sotto controllo.» (Laura Braghetti)

«[…] Per alcune persone la vita non può essere altro che un giro della prigione. Non necessariamente un penitenziario di stato, anzi, probabilmente una prigione molto grande, elegante, pulita… sferica come il mondo intero o infinita come Vuniverso. Una prigione di cui fare il giro piccolo da dentro o il giro grande da fuori, è indifferente. Sono i nostri occhi i veri rieri: abbiamo visto. La sofferenza, il dolore, l’ingiustizia nostra e degli altri, e dovunque andremo, se ci andremo, non riusciremo a sentirci libere.» (Francesca Mambro)

Laura Braghetti, ex brigatista, arrestata nel maggio del 1980, ha una condanna all’ergastolo per aver partecipato al rapimento e all’uccisione di Aldo Moro e all’attentato a Vittorio Bachelet. Francesca Mambro, ex terrorista dei Nar, arrestata nel marzo del 1982 dopo essere stata ferita gravemente durante una rapina, ha da scontare diverse condanne all’ergastolo, l’ultima delle quali per la strage alla stazione di Bologna, delitto di cui si è sempre protestata innocente. Nel 1988 si incontrano nei momenti di vita comune concessi in carcere: la ginnastica, l’ora d’aria. Sono due nemiche, che hanno combattuto, e si sono combattute, su fronti opposti. I primi contatti sono segnati dalla diffidenza, soprattutto da parte di Laura, che ancora pensa all’altra come
alla «fascista». Ma presto inizia un confronto che si rivela importante per entrambe. Le resistenze, le difese reciproche, le differenze del carattere e delle scelte politiche sono grossi ostacoli. Però c’è un bagaglio identico di dolore per i danni commessi – irreparabili -, lo stesso rifiuto del pentitismo, il medesimo bisogno di capire e accettare il lato oscuro di sé, quello che ha avuto la meglio nel prendere la strada della distruzione e della violenza: una realtà che esse non possono semplicemente dimenticare o disconoscere, se vogliono tentare di ricostituirsi un’identità senza i puntelli dell’ideologia. Gradualmente, Laura e Francesca riescono a darsi, come scrive Clara Sereni nella prefazione, «il coraggio necessario per abbandonare il lido sicuro delle loro appartenenze contrapposte per affidarsi al mare aperto dello scambio». Questo scambio si approfondisce, diventa vita comune, nella cella che hanno condiviso per cinque anni, e poi legame intenso di amicizia e affetto. Insieme affrontano un percorso faticoso – ricostruito in questo libro — attraverso i momenti critici e gli eventi più dolorosi della loro esistenza, ma trovano anche la possibilità di dissotterrare i ricordi infantili, i sogni, le speranze e di dare espressione alla sofferenza. E così quella prigione, luogo di segregazione ed estraniazione, diventa palestra di vita e di conoscenza. Oggi ci sono una nuova Laura e una nuova Francesca, che dipendono per tanti aspetti Luna dall’altra, anche se la contiguità fisica non è più possibile. Francesca infatti è ancora in cella, mentre l’amica lavora in una struttura di volontariato e torna in carcere solo per dormire, nella sezione semilibere. Il libro è stato per qualche tempo un modo per mantenere stretto il loro rapporto, e anche lo strumento per stabilire un contatto con il mondo esterno e chiedere di cercare la verità sulla strage bolognese. Il lettore vi troverà una ricerca appassionata e intransigente delle ragioni e dei motivi che hanno condotto una generazione di giovani alla lotta armata, durante gli anni di piombo, e una testimonianza, impressionante per la carica emotiva e la lucidità, dello scavo interiore che ha permesso alle due donne di recuperare dentro di sé e nel loro straordinario rapporto lo spazio, gli affetti e le esperienze che non potevano ottenere dalla vita.

Il Vuoto alle Spalle – Storia di Ettore Castiglioni

Il Vuoto alle Spalle – Storia di Ettore Castiglioni

Autore/i: Ferrari Marco A.

Editore: Edizioni Corbaccio

prima edizione, prologo dell’autore, in copertina: Ettore Castiglioni.

pp. 224, Milano

«Ettore Castiglioni morì quando il suo cuore si era consumato, in un’alba buia e piena di vento, proprio come aveva previsto e scritto nel suo diario, tanti, tanti anni prima. Credo fu soprattutto per questo, e dopo aver osservato le immagini raccolte in una serie di fotografie, che mi misi sulle sue tracce. Iniziai a sentire il racconto di alcune decine di testimoni, figli e nipoti di chi lo aveva conosciuto da vicino. Poi ascoltai la voce stanca di un’anziana regina che oggi vive nella stessa terra d’esilio di quei mesi tra quarantatré e il quarantacinque. Cercavo un indizio, un segno sulle fotografie, e così poco a poco l’ho visto liberarsi nel gioco di certi movimenti lenti, di certi modi gentili che tutti mi avevano descritto. Ettore Castiglioni era un uomo di trentacinque anni, alto e atletico. Aveva il viso scavato, magro, i baffi curati, gli occhi dolci e neri, e passava notti intere al suo pianoforte a mezza coda sulle note di Ce qu’a vu le vent d’ouest di Claude Debussy. Anche per questo immagino le sue mani da pianista e non da rocciatore, nonostante alla montagna egli avesse dato il meglio della vita.»

«Finiva l’estate, e un vento crudo accompagnava lo sguardo nello spazio divenuto trasparente. Tutt’intorno all’alpeggio del Berlo si accumulava il solito disordine di cime, di pareti, di creste mentre il mondo e la sua storia carica di lutti se ne stavano là in basso, invisibili, infondo alla lunga strada sterrata.»

Ettore Castiglioni morì nel marzo del 1944, a trentacinque anni, esattamente come aveva previsto e annotato nel suo diario tanto tempo prima. Figura emblematica dell’alpinismo fra le due guerre fu esploratore solitario, scrittore, straniero in ogni luogo tranne che sulle montagne. Ne Il vuoto alle spalle Marco A. Ferrari ci presenta, però, un Castiglioni inedito dove l’alpinista si fonde con l’intellettuale e con il partigiano. L’uomo che, rifugiatosi con i compagni in una baita in alta Vagelline dopo l’8 settembre, guida attraverso le montagne profughi in fuga dal fascismo. Giorno dopo giorno, mettendo a repentaglio la vita tra scalate e lunghe marce in alta quota, la sua missione pare possa continuare indisturbata fino a quando, in un clima di crescente eccitazione, qualcosa va storto. Dopo un primo periodo di prigionia in Svizzera, Ettore Castiglioni viene catturato nuovamente oltre il confine: senza pantaloni, senza scarponi, con i ramponi legati ai piedi nudi, fugge nella notte. Lo troveranno alcuni mesi dopo sul ghiacciaio del Forno, a un passo dalla salvezza, morto congelato. Castiglioni ci viene raccontato sia attraverso brani del suo diario sia attraverso le testimonianze dei suoi compagni e amici. Ma è soprattutto attraverso la ricostruzione che Ferrari fa non tanto degli avvenimenti, quanto delle motivazioni che spinsero l’alpinista verso morte certa, che Castiglioni emerge nella sua interezza e nella sua complessità di uomo. Ed insieme a lui uno spaccato della nostra storia così recente eppure così poco conosciuta.

Marco A. Ferrari è nato a Milano nel 1965. Oggi vive a Torino dove dirige il mensile Alp e collabora con la casa editrice Einaudi. Scrive su diversi settimanali italiani e stranieri. Nel 1993 ha curato i diari di Ettore Castiglioni usciti con il titolo Il giorno delle Mésules e nel 1996 ha pubblicato con notevole successo di critica e di pubblico Freney 1961, un viaggio senza fine.

Silenzio – Romanzo

Silenzio – Romanzo

Titolo originale: Chinmoku (Silence)

Autore/i: Endo Shusaku

Editore: Edizioni Corbaccio

traduzione dall’inglese di Lydia lax.

pp. 224, Milano

Nagasaki, 1633: l’indomito padre gesuita Cristóvão Ferreira, che da anni si batte in Giappone per diffondere il cristianesimo, ha rinnegato la vera fede ed è diventato un apostata: questa è la notizia sconvolgente che giunge a Roma. La Compagnia del Gesù decide allora di inviare in Oriente due giovani fratelli, Sebastião Rodrigues e Francisco Garrpe per compiere un’indagine all’interno della chiesa locale. I due gesuiti però, partiti pieni di ideali e di entusiasmo, si scontrano ben presto con la dura realtà del Giappone dei Tokugawa e delle persecuzioni. I sospetti cristiani vengono costretti dalle autorità giapponesi a calpestare immagini sacre: chi si rifiuta viene torturato e ucciso, mentre chi accetta viene deriso e costretto a vivere ai margini della società, rifiutato tanto dalla comunità cristiana quanto dai giapponesi. La vita in Giappone si fa sempre più difficile per Rodrigues che ora vive in prima persona le persecuzioni e che finisce, evangelicamente, per essere tradito dall’amico Kichijiro, il suo «Giuda», mentre implora Dio di rompere il suo «silenzio».

La Memoria delle Ossa

La Memoria delle Ossa

Titolo originale: The Bone Woman

Autore/i: Koff Clea

Editore: Sperling & Kupfer Editori

prima edizione, traduzione di Loretta Colosio.

pp. 344, numerose tavole a colori f.t., Milano

1994. In Ruanda si scatena una delle più spaventose guerre civili che hanno insanguinato la fine del XX secolo. Due anni più tardi, Clea Koff, ventitreenne antropologa forense, impegnata nello studio di scheletri preistorici presso l’Università della California, viene inviata sul posto, con un gruppo di esperti, per conto del Tribunale internazionale dell’ONU. La sua missione è far parlare i morti. Attraverso l’analisi minuziosa dei corpi trovati nelle fosse comuni deve accertare l’identità delle vittime, l’età, il sesso, la razza e stabilire se si trattava di civili o di combattenti. Il suo lavoro non solo permetterà di raccogliere le prove occultate dalla propaganda governativa per incriminare i responsabili dell’atroce genocidio, perpetrato soprattutto contro donne e bambini. Ma restituirà anche ai famigliari sopravvissuti un nome su cui piangere, talvolta il semplice brandello di un vestito, per chiudere il cerchio della memoria e del dolore. Tradotto in otto lingue e vincitore di numerosi premi, il diario intimo e implacabile dell’esperienza in Ruanda e poi in Bosnia, Croazia e Kosovo, diventa una lettura avvincente e traboccante di umanità, che è al contempo reportage, romanzo, thriller, analisi scientifica e saggio di appassionata denuncia. Dalle ceneri dei conflitti più cruenti, una rara e intensa canzone di speranza e di giustizia.

Clea koff è nata in Inghilterra nel 1972, da padre americano e madre tanzaniana. Dopo aver studiato antropologia e medicina legale a Berkeley, è stata scelta dall’ONU per fare parte della task force incaricata di trovare le prove per inchiodare i responsabili dei terribili genocidi degli ultimi anni. Quando non è in missione, vive tra Los Angeles e Melbourne.

Spazio Urbano e Potere – Politica e Ideologia della Citta, Crisi Urbana e Decentramento Infracomunale

Spazio Urbano e Potere – Politica e Ideologia della Citta, Crisi Urbana e Decentramento Infracomunale

Autore/i: Bolognini Maurizio

Editore: Franco Angeli Editore

unica edizione, «Città-Merce e Città-Potere» di Francesco Indovina, premessa dell’autore.

pp. 120, Milano

L’analisi economica e strutturale dei processi territoriali ne ha fornito un’interpretazione organica in rapporto alla valorizzazione del capitale e all’organizzazione del processo lavorativo.
Per rendere conto tuttavia di un insieme di trasformazioni che investe la natura funzionale del sistema territoriale – la “crisi” dello spazio urbano e la marcata specificità delle lotte sociali a base territoriale – diventa necessario estendere l’interpretazione a considerazioni sulla natura “sovrastrutturale” del territorio organizzato e, particolarmente, della città.
Lungo questa prospettiva emerge una definizione dello spazio urbano come “spazio ideologico politico, luogo e ’materia’ del conflitto sociale” e della sua mediazione, in cui assumono forte rilievo interpretativo le tendenze di legittimazione e di normalizzazione. La contraddizione tra forma di “merce” della città e forma (legittimante) di “servizio”. La natura della rappresentazione di essa come spazio esterno alla contraddizione lavoro-capitale. La valenza delle politiche di riassetto istituzionale, con la formazione dei quartieri amministrativi e di canali di “partecipazione” formale. Il controllo (spaziale) dei gruppi sociali insediati nei settori e nelle cinture urbane. L’esito normalizzante dell’esasperata specializzazione funzionale degli spazi.
Si tratta di aspetti solo in apparenza eterogenei, che definiscono tuttavia un’interpretazione unitaria dello spazio urbano rispetto alla regolazione della dinamica sociale e all’organizzazione del consenso. In ultima analisi, rispetto al “potere”, come rapporto sociale e come fattore riproduttivo.

Maurizio Bolognini, nato nel 1952, è laureato in urbanistica a Venezia. Svolge attività di ricerca presso enti pubblici.

Zebra e Altri Racconti

Zebra e Altri Racconti

Titolo originale: Zebra and Other Stories

Autore/i: Potok Chaim

Editore: Garzanti Editore

prima edizione, traduzione dall’inglese di Laura Noulian.

pp. 168, Milano

La chiamano l’«età difficile»: è quella in cui i genitori e i figli non riescono più a parlarsi e a capirsi. Segna un passaggio d’età, una strettoia nel difficile mestiere di diventare adulti.
In Zebra Chaim Potok racconta l’«età difficile» di sei adolescenti, tre ragazzi e tre ragazze, colti in un momento di crisi. Incontriamo un ragazzo che per un incidente ha perso l’uso di una mano, un altro che vede il padre abbandonare la casa mentre la mamma dà alla luce il fratellino, un terzo che è invidioso del fratellino adottivo appena arrivato dal Pakistan. E poi una ragazza tormentata da una gang e un’altra che vede la madre vedova risposarsi…
Potok racconta momenti di difficoltà, ma descrive anche il modo in cui è possibile superarle: perché ogni volta il giovane protagonista trova un amico, magari un anziano Navajo o una sorella maggiore, che l’aiutano a crescere e a superare il disagio.

Chaim Potok è nato a New York nel 1929 e si è laureato allo Jewish Theological Seminary. Dopo essere stato ordinato rabbino, ha servito come cappellano militare durante la guerra di Corea, e per molti anni è stato il redattore capo della Jewish Publication Society of America. Vive in Pennsylvania con la moglie e tre figli.
È autore di numerosi romanzi tra cui, pubblicati da Garzanti, Danny l’eletto (1983), La scelta di Reuven (1987), Il mio nome è Asher Lev (1991 ), Il dono di Asher Lev (1992), lo sono l’argilla (1993), Il maestro della guerra (1996) e Novembre alle porte (1999).

L’Ultimo Gattopardo – Vita di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

L’Ultimo Gattopardo – Vita di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Titolo originale: «The Last Leopard: a Life of Giuseppe di Lampedusa»

Autore/i: Gilmour David

Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore

prima edizione, prefazione dell’autore, traduzione di Franca Cavagnoli, in copertina: Giuseppe Tomasi di Lampedusa e la moglie a Stomersee.

pp. 240, Milano

Giuseppe Tomasi, principe di Lampedusa, è morto nel 1957, ultimo discendente di un grande casato siciliano i cui antenati risalgono agli inizi dell’impero bizantino. Lampedusa è morto senza figli, in povertà e sconosciuto, lasciando il manoscritto di un romanzo e di alcuni racconti. L’anno seguente il romanzo dal titolo Il Gattopardo fu pubblicato e accolto con grandissimo favore sia in Italia sia all’estero, ed è tuttora considerato uno dei maggiori romanzi del Novecento. David Gilmour ha avuto modo di lavorare nell’ultima casa palermitana di Lampedusa e negli archivi di famiglia ha scoperto documenti per lungo tempo negati agli studiosi dalla vedova. Tra i materiali studiati vi sono molte lettere, diari, quaderni e fotografie che gli hanno consentito di ricostruire la biografia del principe. Dall’infanzia palermitana al tempo della Belle Epoque, dai lunghi viaggi nel periodo tra le due guerre al matrimonio con una baronessa baltica, fino al lavoro di scrittore e alla morte per un tumore ai polmoni all’età di sessant’anni: David Gilmour, con lucidità e originalità, tratteggia la fisionomia dell’ultimo Gattopardo.

David Gilmour è nato nel 1952, ha compiuto i propri studi a Eton e presso il Balliol College di Oxford, dove ha studiato Storia moderna. Tra le sue opere ricordiamo: Libano: un paese in frantumi (1983), The Transformation of Spain: From Franco to the Constitutional Monarchy (1985), Curzon (1995), The Long Recessional: the Imperial Life of Rudyard Kipling (2002). I suoi articoli sulla Sicilia e Lampedusa sono apparsi su giornali e riviste tra cui la “London Review of Books” e il “Corriere della Sera”. Con Feltrinelli ha pubblicato L’ultimo Gattopardo nel 1989.

La Ricerca di Sé – Dialogo sul Soggetto

La Ricerca di Sé – Dialogo sul Soggetto

Titolo originale: La Recherche de Soi

Autore/i: Touraine Alain; Khosrokhavar Farhad

Editore: Il Saggiatore

prima edizione, invito di Alain Touraine, introduzione di Farhad Khosrokhavar, traduzione di Cristina Rognoni.

pp. 288, Milano

In pochi anni la forza inarrestabile della globalizzazione e l’emergere di nuove forme del lavoro hanno cambiato radicalmente le società occidentali. Le tradizionali divisioni di classe sono diventate obsolete e gli stili di vita dipendono in misura sempre maggiore dai gusti e dalle sensibilità individuali. Alain Touraine, uno degli interpreti più acuti dei movimenti sociali e culturali degli ultimi trent’anni, è convinto che questa affermazione della soggettività sia il fenomeno più significativo del nostro tempo, un fenomeno che si esprime in nuove forme di impegno e di aggregazione, in una coscienza più matura della differenza tra i sessi e nel crescente interesse per la cultura e le arti. L’autore non ignora che un diffuso individualismo può portare a due rischi opposti ma altrettanto gravi per l’integrità sociale: da un lato la tentazione di chiudersi in una vita privata rassicurante ma vuota, dall’altro la possibile rinascita di uno spirito comunitario che in realtà nasconde la paura del diverso. Ma “La ricerca di sé” vuole essere soprattutto un invito ad avere fiducia nel presente. Oggi, infatti, il soggetto sperimenta una libertà e un’autonomia impensabili fino a tempi molto recenti. È libero di scegliere tra identità sociali diverse – cittadino, lavoratore, genitore – senza che nessuna prenda il sopravvento sulle altre e lo imprigioni in un ruolo definitivo. Ma un soggetto forte e autonomo non è soltanto la migliore garanzia per il rispetto delle aspirazioni e dei bisogni individuali. È soprattutto l’unica difesa di cui la società disponga per non soccombere all’invadenza della politica, dell’economia e dello stato, per trovare in se stessa i propri fini e i mezzi per realizzarli.

Alain Touraine (Hermanville-sur-Mer, 1925), sociologo e teorico della società postindustriale, è Directeur d’études all’École des Hautes études en sciences sociales. Il Saggiatore ha pubblicato: Critica della modernità (1997), Come liberarsi del liberismo (2000), Libertà, uguaglianza, diversità (2002), La ricerca di sé (2003), La globalizzazione e la fine del sociale (2008).

Farhad Khosrokhavar, esperto islamista, è docente all’École des hautes études en sciences sociales e ricercatore presso il Centre d’analyse et d’intervention sociologiques.

I Giusti d’Italia • I non Ebrei che Salvarono gli Ebrei 1943-1945

I Giusti d’Italia • I non Ebrei che Salvarono gli Ebrei 1943-1945

Titolo originale: The Encyclopedia of the Righteous Among the Nations. Rescuers of Jews During Holocaust

Autore/i: Autori vari

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

a cura di Israel Gutman e Bracha Rivlin, edizione italiana a cura di Liliana Picciotto, con un messaggio di Carlo Azeglio Ciampi, prefazione di Gianfranco Fini, direzione editoriale di Israel Gutman, edizione originale in lingua inglese di Bracha Rivlin.

pp. XLVIII-296, numerose illustrazioni b/n, Milano

I Giusti tra le Nazioni sono i non ebrei che durante la Shoah salvarono uno o più ebrei dalla deportazione e dalla morte rischiando la propria vita e senza trarne alcun vantaggio personale. Yad Vashem, l’Istituto per la Memoria della Shoah, organismo ebraico ufficiale sorto nel 1953 a Gerusalemme sul colle della Rimembranza e volto a preservare la memoria della Shoah, si dedica dal 1963 alla ricognizione e al riconoscimento di questi salvatori. Una commissione di trentanove membri presieduta da un ex giudice della Corte Suprema vaglia la candidatura a Giusto tra le Nazioni, autorizza l’apertura di un dossier e nomina un esperto della storia e della lingua del paese considerato. Coloro che vengono riconosciuti Giusti e, in alcuni casi, i loro rappresentanti, partecipano a una cerimonia che si svolge sia a Gerusalemme che nel paese di residenza, durante la quale ricevono una medaglia e un diploma d’onore, piantano un albero lungo il viale dei Giusti a Yad Vashem e presenziano all’incisione dei loro nomi sui muri che circondano il giardino del Memoriale. I Giusti tra le Nazioni riconosciuti da Yad Vashem oggi sono più di 20.000. Tra questi più di 400 sono italiani, uomini e donne che hanno nascosto, protetto e nutrito ebrei in pericolo di vita per settimane, a volte mesi. Molte delle loro storie sono qui raccolte a dimostrazione e ricordo dell’esistenza, malgrado la tragedia che colpì il popolo ebraico, di uomini e donne che non sono rimasti passivi ma hanno rischiato la vita mettendo in pratica la massima talmudica secondo la quale «chiunque salvi una vita salva l’umanità intera».

La Preghiera di Israele – Alle Origini della Liturgia Cristiana

La Preghiera di Israele – Alle Origini della Liturgia Cristiana

Autore/i: Di Sante Carmine

Editore: Casa Editrice Marietti

seconda edizione, prefazione di Lea Sestieri.

pp. XIV-244, Genova

Il Nuovo Testamento testimonia abbondantemente della liturgia ebraica, ma si tratta di una testimonianza indicativa più che descrittiva; ci dice che al tempo di Gesù c’erano determinate forme cultuali ma non in che cosa consistessero e come si svolgessero. Di questa liturgia, dei suoi simboli e dei suoi riti, dei suoi echi e dei suoi silenzi si sono nutriti lo stesso Gesù, la vergine Maria, gli apostoli, le comunità primitive e i cristiani delle origini.
L’autore ricostruisce in questo libro, alla luce delle fonti della Mishnah e dei Siddurim, il significato e il dinamismo della preghiera ebraica, ritrovando le «origini» della liturgia cristiana nella liturgia ebraica, origini non provvisorie né solo polemiche e secondarie ma vitali e positive.

Carmine Di Sante ha studiato Teologia all’Istituto Teologico di Assisi, si è specializzato in Scienze Liturgiche al Pontificio Istituto Liturgico di S. Anselmo di Roma e laureato in Psicologia all’Università «La Sapienza» di Roma. Già professore all’Istituto Teologico di Assisi, attualmente lavora come teologo presso il SIDIC (Service International de Documentation Judéo-Chrétienne) di Roma, un centro fondato dopo il Concilio Vaticano II da un gruppo di vescovi e di studiosi per promuovere l’applicazione della Dichiarazione conciliare Nostra Aetate 4 e per favorire il dialogo ebraico-cristiano, riscoprendo l’importanza delle radici ebraiche per la catechesi, la liturgia e la teologia cristiana. Tra le opere pubblicate ricordiamo: L’eucaristia terra di benedizione. Saggio di antropologia biblica (Dehoniane, Bologna 1987); Parola e terra. Per una teologia dell’ebraismo (Marietti, Genova 1990); Il Padre nostro. L’esperienza di Dio nella tradizione ebraico-cristiana (Cittadella, Assisi 1996); Responsabilità. L’io per l’altro (Ed. Lavoro, Roma 1996); Figure della fede (Elle Di Ci, Torino 1998).

Stelle

Stelle

Titolo originale: Stars

Autore/i: Kaler James B.

Editore: Zanichelli Editore

prima edizione, prologo dell’autore, traduzione di Giusi Galli, revisione scientifica di Corrado Lamberti.

pp. 282, numerose illustrazioni a colori e b/n, Bologna

Le stelle sono le fonti ultime della vita: sono i motori che la sostengono convertendo la materia universale in energia. Ci appaiono come oggetti fissi e immutabili sulla volta celeste, ma in realtà sono gigantesche sfere di gas turbolento e incandescente, alimentate dalle potenti reazioni nucleari che avvengono nel profondo dei loro nuclei. Sono i laboratori chimici specializzati nella sintesi degli elementi pesanti, che vengono poi riversati nello spazio durante le ultime fasi della loro vita evolutiva. Con 1 eccezione dell’idrogeno e dell’elio, nati con l’Universo stesso, tutti gli atomi che costituiscono i pianeti, la Terra e le forme viventi, compresi noi stessi, provengono da una stella spentasi miliardi di anni fa in qualche parte della Via Lattea.
Nel libro, utilizzando anche un corredo di immagini di particolare qualità e suggestione, vengono presentate le conoscenze più aggiornate sull’origine, la varietà, la distribuzione e la composizione delle stelle: una chiave per comprendere l’evoluzione dell’Universo, ma anche le nostre stesse origini. Un viaggio affascinante fino ai confini dello spazio che è anche occasione per ripercorrere tutte le tappe che hanno scandito lo sviluppo dell’astronomia: dai primi miti ai calcoli di Eratostene e Aristarco, alle recenti teorie sulla materia scura, dalla rudimentale strumentazione del diciassettesimo secolo ai radiotelescopi e all’astronomia spaziale.

James B. Kaler insegna astronomia alla University of Illinois di Urbana-Champaign; è noto a livello internazionale per i suoi studi sulla evoluzione stellare e, in particolare sulle nebulose planetarie, gusci gassosi che avvolgono certe stelle al termine della loro esistenza.
Apprezzato divulgatore, è autore di Stars and Their Spectra (Cambridge University Press 1989) e di The Ever-Changing Sky (Cambridge University Press, 1995), oltre che di numerosi articoli sulle più diffuse riviste di astronomia (Astronomy. L’Astronomia Sky & Telescope).

L’Enigma Montefeltro

L’Enigma Montefeltro

Titolo originale: «The Montefeltro Conspiracy: A Renaissance Mystery Decoded»

Autore/i: Simonetta Marcello

Editore: Rizzoli

prologo dell’autore.

pp. 312, numerose illustrazioni b/n, Milano

Il 26 aprile 1478 Lorenzo de’ Medici e suo fratello Giuliano, signori di Firenze, vengono aggrediti durante la messa in Duomo. Mentre Giuliano cade sotto le coltellate, Lorenzo si salva dall’attacco scappando nella sagrestia. Dopo più di cinque secoli, sulla congiura dei Pazzi si è indagato e scritto moltissimo, al punto che ormai l’inchiostro versato supera il sangue sparso. Ma chi ha armato le mani dei Pazzi, responsabili dell’attentato? In un saggio documentato e preciso, ma scritto con lo stile e il pathos dei migliori thriller storici, l’autore porta luce su una delle vicende più controverse del “Rinascimento segreto”. La verità, rimasta nascosta in una lettera cifrata del duca di Urbino a papa Sisto IV, torna finalmente a galla. E scopriamo retroscena inediti, in una nuova edizione aggiornata che rivela il patto diabolico fra il pontefice e Giambattista Montesecco, sicario scelto per uccidere Lorenzo. Una storia coinvolgente e ricca di colpi di scena, nella quale oltre a tradimenti e intrighi trovano posto gli affreschi della Cappella Sistina, strumento dell’ultima spietata vendetta medicea.

Marcello Simonetta (1968), laureato a Roma e dottorato a Yale, insegna Storia europea e Teoria politica a Parigi ed è stato documentarista, curatore di mostre e consulente storico per videogiochi di grande successo. È senior scholar del Medici Archive Project e assegnista di ricerca alla Sapienza. Oltre a L’enigma Montefeltro (Rizzoli 2008-BUR 2017), pubblicato in sette lingue, è autore di Volpi e leoni. I misteri dei Medici (BUR 2017) e Caterina de’ Medici. Storia segreta di una faida famigliare (Rizzoli 2018), questi ultimi due tradotti in francese. È uno dei curatori dell’edizione nazionale delle Lettere di Niccolò Machiavelli.

Effetti Collaterali – Come le Case Farmaceutiche Ingannano Medici e Pazienti

Effetti Collaterali – Come le Case Farmaceutiche Ingannano Medici e Pazienti

Titolo originale: Bad Pharma. How Drug Companies Mislead Doctors and Harm Patients

Autore/i: Goldacre Ben

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione di Tullio Cannillo.

pp. 426, Milano

I trucchi e le storture documentati in queste pagine sono spettacolari, complicati e affascinanti nei loro particolari.
La scienza sana è degenerata a livello industriale, gradualmente, nel tempo.
E tutto ciò è stato compiuto da persone normali molte delle quali forse non si rendono neppure conto di ciò che hanno fatto.
Voglio che le troviate, e che glielo diciate.

La medicina è gravemente ammalata. Mentre i pazienti vivono nell’illusione che i farmaci prescritti dai medici siano sicuri ed efficaci e si basino su prove e risultati di test imparziali e affidabili, l’industria farmaceutica è afflitta da una corruzione che dilaga su scala globale, alimentando un business da 600 miliardi di dollari.
Ben Goldacre, medico britannico, sferra un attacco senza precedenti a questo sistema dalle dinamiche perverse e poco trasparenti in cui sono coinvolti non solo singoli soggetti dalla dubbia integrità morale, ma anche moltissime persone perbene che, vittime in buona fede di un grande inganno, assecondano e diffondono il giudizio positivo su un determinato farmaco, basandosi su dati falsati dalle aziende farmaceutiche. Molto spesso, infatti, l’efficacia dei medicinali viene verificata in test clinici malamente progettati, condotti su un numero ridotto di pazienti poco rappresentativi e analizzati con tecniche che ne enfatizzano solo gli effetti positivi. Quando emergono dati negativi, la legge consente all’azienda di tenerli nascosti, con il risultato che a medici e pazienti arriva solo un’immagine mistificata del medicinale. Le istituzioni e le associazioni professionali che dovrebbero censurare tale comportamento non lo fanno, e le stesse autorità di controllo tollerano che i dati sugli effetti collaterali siano tenuti nascosti. Inoltre, le informazioni vengono comunicate in modo distorto: i medici ricevono notizie sui farmaci da riviste scientifiche di proprietà dell’industria farmaceutica, da rappresentanti e da corsi di aggiornamento tenuti da colleghi al soldo delle aziende.
Questa sconcertante realtà riguarda tutti, e Goldacre la documenta rigorosamente, attingendo a dati di organizzazioni accademiche e gruppi di ricercatori indipendenti disponibili in rete e rivelando una serie di storie inquietanti che hanno come protagonisti, fra gli altri, le statine, i farmaci anticancro, le pillole dietetiche e il famoso vaccino contro l’influenza aviaria, per il quale i governi di tutto il mondo hanno speso miliardi di dollari in scorte. Particolarmente emblematico è il caso della paroxetina, un antidepressivo destinato agli adulti che per anni è stato prescritto ai bambini senza condurre gli studi necessari per ottenerne la licenza. E quando i primi test ne hanno dimostrato l’inefficacia, oltre che i gravi effetti collaterali, l’azienda produttrice si è ben guardata dal comunicarlo.
Ma Goldacre, in questo suo saggio originale e provocatorio, non si limita alla denuncia, propone anche le possibili soluzioni e, consapevole del fatto che l’intero sistema va urgentemente riformato, invita tutti, medici, pazienti, aziende farmaceutiche, avvocati, direttori di riviste, a fare qualcosa in prima persona per trovare una terapia efficace.

Ben Goldacre, 38 anni, è medico e scrittore. Il suo primo libro, La cattiva scienza, è stato un successo internazionale tradotto in 25 paesi. Collabora con il «Guardian» dal 2003 e ha prodotto diversi documentari per BBC Radio 4. Vive a Londra.

Il Tunnel della Libertà – 123 Metri Sotto il Muro di Berlino: la Straordinaria Avventura di Due Italiani nel 1961

Il Tunnel della Libertà – 123 Metri Sotto il Muro di Berlino: la Straordinaria Avventura di Due Italiani nel 1961

Titolo originale: Der Tunnel in die Freiheit

Autore/i: Sesta Ellen

Editore: Garzanti Editore

prima edizione, prologo dell’autrice, traduzione dal tedesco di Umberto Gandini.

pp. 216, illustrazioni b/n, numerose tavole b/n f.t., Milano

«Quanto tempo ci vorrebbe per scavare una galleria del genere? Prova a pensarci. Sarebbe un’impresa quasi faraonica.»

«lo la vedo diversamente. Proprio la lunghezza della galleria potrebbe costituire un elemento di grande vantaggio. Le guardie di confine della DDR non sospetterebbero mai che qualcuno s’imbarchi in un’impresa così folle.»

Il tunnel della libertà racconta una vicenda dimenticata ed emozionante, un’avventura straordinaria, quasi impossibile, che ha avuto per protagonisti due ragazzi italiani.
Il 13 agosto 1961 a Berlino accadde l’incredibile. Per arrestare l’emorragia di tedeschi che fuggivano verso la zona sottoposta all’autorità delle potenze occidentali, il governo della DDR, con l’approvazione dell’Unione Sovietica, fece costruire una barriera che isolava Berlino Ovest. Il muro di Berlino – il filo spinato e i cavalli di Frisia vennero ben presto sostituiti da una barriera di cemento armato alta più di due metri e lunga circa 170 chilometri – avrebbe diviso in due la città fino al 1989. Per evitare i tentativi di fuga furono usati mille accorgimenti e le guardie di frontiera, i famigerati Vopos, non esitavano a sparare contro i fuggiaschi. Le vittime del muro – diventato il simbolo di un’intera fase storica, la guerra fredda – furono centinaia.
In quei giorni del 1961 nella capitale tedesca soggiornavano due studenti italiani, Gigi e Mimmo. Come molti altri, non avrebbero più potuto incontrare i loro amici dell’Est, soprattutto Peter, che abitava nel quartiere periferico di Wilhemshagen. Che fare? Semplice: far fuggire Peter, sua figlia Annette, una bambina di pochi mesi, e tutta la sua famiglia. Ma come oltrepassare il muro più sorvegliato del pianeta? Semplice: scavando una galleria.
Con l’incoscienza dei vent’anni, una totale determinazione, nonché dosi massicce di furbizia, fatica e fortuna, Mimmo e Gigi riuscirono a beffare uno dei più terribili apparati repressivi della storia. Il 14 settembre 1962, dopo lunghe settimane di lavoro in condizioni di grande pericolo, superando imprevisti e difficoltà di ogni genere, Peter e una trentina di altre persone attraversano i 123 metri del tunnel della libertà. Ad attenderli, e a documentare la beffa, una troupe della televisione americana NBC.

Ellen Sesta è la moglie di Domenico Sesta, scomparso il 6 maggio 2002. Aiutò nella memorabile impresa il fidanzato, Domenico, e il suo amico Luigi.

San Valentino e il Suo Culto tra Medioevo ed Età Contemporanea : uno Status Quaestionis

San Valentino e il Suo Culto tra Medioevo ed Età Contemporanea : uno Status Quaestionis

Atti delle Giornate di studio, Terni, 9-11 dicembre 2010

Autore/i: Autori vari

Editore: Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo

prima edizione, a cura di Massimiliano Bassetti ed Enrico Menestò, premessa di Vincenzo Paglia.

pp. IX-360, XVI tavole b/n f.t., Spoleto

Il progetto di un convegno su «San Valentino e il suo culto tra Medioevo ed età contemporanea: uno status quaestionis», poi svoltosi a Terni tra il 9 e l’11 dicembre 2010, era nato, allo stato di progetto, con la scoperta ambizione non solo di fare ordine circa la figura storica del santo e le tradizioni agiografico-cultuali ad esso collegate ab antiquo, ma anche di rileggere in questa luce il significato che la “festa di San Valentino” detiene ancora oggi in ogni parte del mondo. Con gli atti delle relazioni ora riuniti in volume, si può dire a ragion veduta che il Convegno ha molto efficacemente raggiunto lo scopo di partenza. All’accertamento della storicità delle biografie redatte del santo presule ternano, infatti, sono dedicate le relazioni di Enrico Menestò, di Emore Paoli e di Edoardo D’Angelo, tre dei massimi esperti di letteratura latina e di agiografia medievali. Ciascuno di essi apporta un contributo decisivo per rintracciare gli elementi storici della Vita di Valentino di Terni (la cui principale redazione reca, nella serie della Bibliotheca Hagiographica Latina, il numero 8460). Lo studio minuzioso del testo, peraltro, (fornito in rinnovata veste critica per le cure di Edoardo D’Angelo) ha consentito di avanzare un’ipotesi del tutto inedita e particolarmente affascinante che, se fosse ulteriormente circostanziata e verificata, sospingerebbe il “martirio” di Valentino dal terzo quarto del III secolo agli anni 346-347, ovvero ben oltre il limite degli editti di tollerenza di Galerio del 311 e di Costantino del 313. Importanti conferme a queste nuove ipotesi ricostruttive giungono, del resto, dallo studio di Claudia Angelelli, sul versante delle risultanze archeologiche circa la memoria martiriale del santo tra Roma e Terni, e dall’ampio saggio di Stefano del Lungo che, in un vasto affresco della regione ternana in età tardoantica, verifica stringenti coincidenze onomastiche e toponomastiche presenti nel testo agiografico valentiniano. Più schiettamente dedicati alla ricezione nel medioevo latino del culto di Valentino, sono, poi, i saggi di Fabrizio Mastroianni e di Eugenio Susi. Il primo verifica una sostanziale ibridazione della figura di Valentino (il vescovo di Terni, il presbiter romano, il monaco di Passau) nella produzione liturgica medievale, segnalandone, dunque, l’assoluta aspecificità; il secondo segue con dovizia di particolari lo sfangiamento del culto del vescovo martire nel passaggio tra tardoantico ed altomedioevo, senza tralasciare di evidenziare le dorsali ideologiche che facilitarono la diffusione di quel culto. Del tutto analoga ispezione circa le direttrici di diffusione del culto valentiniano compie Riccardo Burigana per l’Oriente ortodosso, individuando nel santo ternano quale protettore dell’amore sponsale il mobile punto di articolazione di un potenziale dialogo ecumenico tutto da sviluppare. Ad Anna Torti, tuttavia, è spettato il compito di definire le circostanze attraverso le quali il vescovo ternano è divenuto, in una vulgata di progressiva larghezza, il “santo dell’amore”. È, infatti, la produzione letteraria di lingua inglese, e soprattutto quella della golden Age che va da Chaucer a Shakespeare, a consacrare un’immagine letteraria (non più solo agiografico-liturgica) del san Valentino, come patrono dell’amore terreno, quasi pronubo delle coppie. È questa, infine, l’immagine che ancora oggi prevale su scala mondiale della complessa costellazione accesa dalla scintilla della figura storica del Valentino vescovo di Terni. Ed è di questa immagine, sempre più mercantile e mediatica, che si occupano, ciascuno per i rispettivi campi di competenza, Andrea Liberati e Roberto Segatori. Quest’ultimo, specialmente, sottolinea la perfetta autonomia del marketing sviluppatosi attorno al Valentino mediatico, rispetto alla sostanza del messaggio cristiano che la Chiesa vorrebbe, tramite esso, riaffermare.
(S.E. Mons. Vincenzo Paglia, Vescovo di Terni-Narni-Amelia. Presidente della Conferenza Episcopale Umbra)

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Premessa di Vincenzo Paglia

  • Alla ricerca di San Valentino : il perché di uno status quaestionis, di Enrico Menestò
  • «In suburbano empto terrae spatio»: forma del territorio, senatori e martiri tra la Lucania, Roma e l’Umbria meridionale dalla Tarda Antichità all’Alto Medioevo, di Stefano Del Lungo
  • Roma o Interamna Nahars? Le più antiche testimonianze del culto di San Valentino e il problema della “priorità”, di Claudia Angelelli
  • «La passio Sancti Valentini» (BHL 8460), di Emore Paoli
  • La passio Sancti Valnetini martyris (BHL 8460-8460b). Un “martirio occulto” d’età postcostantiniana?, di Edoardo D’Angelo
  • L’Immagine e il culto di San Valentino da Chaucer a Shakespeare, di Anna Torti
  • I canti liturgici per per San Valentino, di Fabrizio Mastroianni
  • Il culto di San Valentino di Terni in Italia Centrale nel Medioevo, di Eugenio Susi
  • «Un santo in arrivo da Roma». Le tradizioni su San Valentino nelle Chiese ortodosse in prospettiva ecumenica, di Riccardo Burigana
  • Lettere d’amore a San Valentino: un epistolario mondiale, di Andrea Liberati
  • L’uso sociale di San Valentino: dal profano al sacro e ritorno, di Roberto Segatori

La Musicoterapia – Associata ad Altre Tecniche Terapeutiche

La Musicoterapia – Associata ad Altre Tecniche Terapeutiche

Titolo originale: La Musicotherapie et les Nouvelles Methodes d’Associatio des Techniques

Autore/i: Guilhot Jean; Guilhot Marie-Aimée; Jacques Jost; Lecourt Édith

Editore: Guaraldi Editore

introduzione di Jean Guilhot e Marie-Aimée Guilhot, traduzione di Claudio Cavallini.

pp. 176, Rimini

Quest’opera è frutto di lavoro collettivo: il risultato di una lunga e paziente ricerca realizzata nel campo ancora nuovo della musicoterapia da un’equipe di psicoterapisti, di psicologi e di ricercatori. Essa ha lo scopo di mostrare l’interesse e l’importanza che presentano le tecniche dell’arte-terapia e in particolare i metodi di musicoterapia per quanti si occupano di esplorazione, rieducazione e terapia della vita emozionale ed affettiva.

Il Libro dei Sogni

Il Libro dei Sogni

Titolo originale: Book of Dreams

Autore/i: Browne Sylvia; Harrison Lindsay

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

traduzione di Daria Restani.

pp. 302, Milano

«Non esiste nulla di più affascinante, personale e squisitamente intimo dei viaggi che la nostra mente e il nostro spirito compiono mentre dormiamo. I sogni e le altre avventure vissute durante il sonno, perfino gli incubi, sono doni, nostri alleati, da accogliere a braccia aperte, non da temere, e meritano che si faccia di tutto per svelare e salutare con gioia ogni mistero, ogni preziosa lezione che hanno in serbo per noi.» Dopo averci svelato cosa succede nelle nostre vite passate e future, in queste pagine la celebre sensitiva Sylvia Browne mette a frutto lo studio trentennale che ha dedicato ai sogni e al sonno per accompagnarci in un itinerario originale e sconvolgente e spiegarci come i sogni siano dei potenti messaggi che possono influenzare ogni aspetto della nostra vita, dalla carriera alla salute, dall’amore alla felicità.

Sylvia Browne è stata una delle più note veggenti americane. Appartenente a una famiglia di medium, ha raggiunto il successo grazie alle sue straordinarie doti. Autrice di bestseller negli Stati Uniti, in Italia ha pubblicato molti volumi, tra cui: La vita nell’Aldilà, Profezie, Fenomeni, Società segrete, Vita da veggente e Tutti gli animali vanno in paradiso.

Il Samurai che Venne dall’Europa – L’Avventura di un Inglese nel Giappone del Seicento

Il Samurai che Venne dall’Europa – L’Avventura di un Inglese nel Giappone del Seicento

Titolo originale: Samurai William – The Adventurer Who Unlocked Japan

Autore/i: Milton Giles

Editore: Rizzoli

prima edizione, prologo dell’autore, traduzione di Roberta Zuppet, in copertina: Hiroshige Utagawa (1797-1858), Tempesta a Naruto, nel tondo: Brand Christian il Vecchio (1695-1756), Manna in burrasca, Milano, Museo Poldi Pezzoli.

pp. 400, numerose illustrazioni b/n, Milano

Il 12 aprile 1600, un veliero olandese approda a Bungo, sulla costa occidentale del Giappone, dopo un viaggio di quasi due anni. Tra i pochi uomini sopravvissuti allo scorbuto, alle tempeste, agli ammutinamenti e agli assalti dei pirati c’è William Adams, il primo inglese a violare i confini del Giappone medioevale. L’Impero del Sol Levante è una terra di selvaggia violenza e raffinatezza estrema, molto lontana dall’idea esotica e folcloristica che se ne ha in Europa. Adams si distingue subito per la disinvoltura con cui si lascia incantare da un mondo così distante dal suo. Impara la lingua, sposa una giapponese e, con straordinaria naturalezza, si impadronisce degli usi e costumi di quella che ben presto diventa la sua patria d’adozione. In breve, grazie alle sue capacità di navigatore e di mercante e alle sue doti diplomatiche, si conquista l’amicizia e la fiducia del grande shogun Ieyasu Tokugawa e un ruolo di spicco alla corte di Edo (l’odierna Tokyo), tanto da vedersi conferire il titolo di samurai. Da questa posizione privilegiata, Adams si trova a far da ponte tra Oriente e Occidente e – tra gli intrighi dei gesuiti portoghesi e dei mercanti olandesi e le goffaggini dei suoi connazionali, mandati dalla Compagnia delle Indie in cerca di facili guadagni – diventa un punto di riferimento autorevole per tutti. Ma il suo caso costituisce un’eccezione. Poco dopo la morte, avvenuta nel 1620, gli stranieri vengono cacciati e il Giappone si richiude per due secoli ai commerci con il resto del mondo.
William Adams è stato il modello di uno dei protagonisti di Shogun, il celebre romanzo di James Clavell. Le sue vere vicende, raccontate con grande passione e fedeltà alle fonti da Giles Milton, ci restituiscono tutto il gusto dell’avventura di un’epoca in cui un viaggio per mare era la scoperta di un universo nuovo e sorprendente: e ci insegnano come l’intelligenza, la curiosità, il desiderio di capire il diverso e il lontano non possono che generare un dialogo fecondo e costruttivo tra gli uomini.

Giles Milton, inglese, nato nel 1966, è uno specialista di storia delle esplorazioni. Collabora a numerosi giornali britannici. Presso Rizzoli sono usciti L’isola della noce moscata (1999, oggi disponibile in edizione tascabile Bur) e La colonia perduta (2000).