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L’Esperienza Interiore – Note sulla Contemplazione

L’Esperienza Interiore – Note sulla Contemplazione

Titolo originale: The Inner Experience

Autore/i: Merton Thomas

Editore: Edizioni San Paolo

cura e introduzione di William H. Shannon, traduzione di Paolo Pellizzari.

pp. 328, Cinisello Balsamo

«Come mi sbagliavo nel considerare la contemplazione solo parte della vita!… Per un contemplativo tutta la sua vita è contemplazione» (Thomas Merton)

L’esperienza interiore è la prima edizione completa e autorizzata dell’ultimo lavoro di Thomas Merton. Si tratta di un manoscritto che egli aveva sempre avuto l’intenzione di rivedere, ma che non riprese mai in mano fino al 1968 quando integrò nel testo brevi ma importanti «correzioni e aggiunte». Attingendo alla sua esperienza cristiana, ma anche agli scritti e tradizioni orientali che influenzarono in modo così significativo i suoi scritti nell’ultimo decennio della sua vita, Merton presenta la contemplazione in tutta la sua ampiezza; e mette in luce come la contemplazione non sia semplicemente una parte della vita, ma la vita nella sua interezza.

Questo, che è l’ultimo suo grande lavoro a essere pubblicato, ci presenta un Merton degno di essere annoverato fra i grandi maestri di spirito e carico di umanità.

Storia Economica del Mondo Antico

Storia Economica del Mondo Antico

Titolo originale: An Ancient Economic History

Autore/i: Heichelheim Fritz M.

Editore: Editori Laterza

introduzione di Mario Mazza, prefazioni e introduzione dell’autore, traduzione di Sergio Sciacca.

pp. LXXIII-1256, Bari

Dall’introduzione dell’autore
“L’età in cui viviamo rivela chiaramente quanto sia aleatoria la posizione anche delle classi ritenute più stabili di ogni nazione civilizzata, dall’Asia orientale alle Americhe, dalla Russia all’Australia, e in quale misura dipendano tutte da condizioni economiche di cui non sono responsabili e che difficilmente possono essere modificate dall’iniziativa individuale. Le intricate linee della storia mondiale non corrispondono alla capricciosa natura dei singoli individui; al contrario, di solito si svolgono secondo regole precise, tendendo verso un fine ultimo universale determinato dalla sua stessa genesi storica e dalle particolari tendenze dell’epoca. Lo storico contemporaneo che si renda conto di questa realtà non può esser più soltanto uno specialista: deve bensì affrontare la sfida di un importante compito sociale.
Di conseguenza una trattazione della storia dell’economia antica non può limitarsi soltanto ad elencare criticamente il materiale documentario, anche se è inconcepibile una ricerca scientifica che non sia basata su fonti di informazione sicure e attentamente esaminate. A quanti ritengono importante il tentativo di trovare una causa delle traversie della nostra esistenza, questo libro offre dunque la possibilità di riflettere sulla posizione che occupiamo nella storia mondiale. A ciò contribuiranno i materiali raccolti e l’importanza annessa a determinati fattori. Nel XX secolo molti stanno combattendo, su diversi fronti, una battaglia la cui posta è la sopravvivenza della nostra civiltà, che minaccia di decadere e crollare. C’è da sperare che il presente libro possa essere di qualche utilità per quegli «intellettuali militanti» che intendono dedicare il loro lavoro alla difesa di qualcuno dei cardini basilari della civiltà occidentale.[…]”

Storia del Mondo Antico

Storia del Mondo Antico

Titolo originale: A History of the Ancient World

Autore/i: Rostovtzeff Mihail Ivanovič

Editore: Sansoni Editore

introduzione di Arnaldo Momigliano, nota dell’editore, prefazioni dell’autore, traduzione di M. L. Paradisi, collana: Superbiblioteca Sansoni.

pp. XLI-852, numerose tavole b/n f.t., numerose cartine ripiegate b/n f.t., Firenze

A 47 anni nel 1918 Michele Rostovtzeff (1870-1952) lasciava la Russia. Anche se la Università di Oxford gli offriva tosto un rifugio provvisorio, i primi anni dell’esilio erano per lui, come per quasi tutti gli esuli, un periodo di incertezza, sofferenza, difficile riorientamento. A considerare definitivo il distacco dalla patria non poteva rassegnarsi che dopo anni (circa 1918-1922) di vane attività negli ambienti dei fuorusciti. Solo intorno al 1923 Rostovtzeff giunge a un nuovo equilibrio. Appunto nel 1923 egli presenta nel Musée Beige le linee maestre di quella che sarà la sua interpretazione della caduta dell’impero romano nella Storia Sociale ed Economico dell’Impero Romano del 1926. Siffatta interpretazione, secondo cui, come è noto, un esercito «rosso» di contadini distrusse la civiltà urbana dell’impero, era generalizzata sino al punto di rappresentare un interrogativo per ogni civiltà. Rostovtzeff si domandava se mai una civiltà avrebbe potuto resistere all’urto delle masse. Ma la domanda non sarebbe stata fatta se l’autore non avesse sentito una ammirazione illuministica, ingenua e calda, per la civiltà dell’impero romano – e implicitamente, dunque, per la civiltà borghese del sec. XX che le era considerata simile. Se la pagina finale della Storia Sociale era pessimistica, essa conchiudeva una descrizione dell’impero in cui per centinaia di pagine Rostovtzeff aveva insistito sulla varietà, ricchezza e attraenza della vita urbana nell’impero. Quali che fossero le ombre del futuro, una civiltà a cui valesse la pena di collaborare era esistita nell’Europa dei primi due secoli dell’impero; esisteva di nuovo, esisteva ancora e tanto più, nell’Europa occidentale e nell’America del ventesimo secolo…
Proprio mentre si conchiudeva il periodo di transizione tra l’Europa e l’America, negli anni di riassestamento dell’esule nel nuovo mondo, Rostovtzeff stendeva la Storia del Mondo Antico. La stendeva significativamente ancora in russo – l’ultima sua grossa opera nella lingua materna – e la pubblicava dapprima, nel 1924, a Berlino, dove aveva uno dei suoi centri l’emigrazione anti-bolscevica.
L’opera fu tradotta in inglese da J.D. Duff (Oxford, 1926-27, in due volumi), poi in bulgaro, tedesco e olandese: alla versione inglese deve la sua fortuna. In verità, se il testo era russo, esso rappresentava la materia di insegnamento di uno dei corsi nella Università di Wisconsin, e poi a Yale, e quindi era anche estrinsecamente legato alla nuova condizione di Rostovtzeff… E sorprendente quanto informativo, anche nel senso più banale della parola, rimanga il testo di Rostovtzeff. Lo notavo soprattutto rileggendo i capitoli dedicati a Roma arcaica che pure ora, nel mezzo dei nuovi scavi e della nuova controversia sulle origini di Roma, continuano a dire l’essenziale. A parte ogni altra considerazione, è stato Rostovtzeff a introdurre quel tipo di storia sociale ed economica largamente fondato su materiale archeologico che ancora oggi prevale.
(dall’Introduzione di A. Momigliano)

Fra Oriente e Occidente – Ricerche di Storia Greca e Arcaica

Fra Oriente e Occidente – Ricerche di Storia Greca e Arcaica

Autore/i: Mazzarino Santo

Editore: Rizzoli

introduzione di Filippo Cassola, premessa dell’autore, in copertina: Sfinge votiva (530 a.C. ca.), Atene, Museo dell’Acropoli.

pp. XIX-476, Milano

In quale misura la civiltà greca affonda le sue radici nelle antiche culture e imperi dell’Asia? È questo il multiforme problema che Santo Mazzarino ha affrontato in Fra Oriente e Occidente, risalendo alle origini di un tema che sottende tutta la nostra storia: il rapporto fra Oriente e Occidente, di cui la guerra di Troia e le Termopili costituiscono solo gli episodi più noti.
Nella brillante ed erudita esposizione di uno dei massimi studiosi dell’antichità, ritroviamo il fascino di un tempo lontano e difficilmente decifrabile: l’aurora della grecità e della polis, l’epoca in cui si afferma faticosamente la costituzione come principio legislativo, mentre l’invenzione dell’alfabeto si diffonde lungo le vie del commercio.
A poco più di quarant’anni dalla prima edizione di Fra Oriente e Occidente, sono numerose le pagine che mantengono intatta la loro straordinaria vitalità: per esempio, la serrata polemica – ancora attuale – contro l’opinione che il termine e il concetto di «tirannide» vengano ai greci dalla Lidia; la vera e propria scoperta di una grecità «barbarizzata» e periferica, ma non per questo meno importante; l’intuizione dell’esistenza di colonie greche in Tunisia, Arabia e Andalusia; e i memorabili capitoli dedicati all’origine e al significato delle parole «Asia» e «Ioni» e all’evoluzione del rapporto Europa-Asia dalle antiche invasioni dell’età del bronzo allo scontro con l’impero persiano.
Muovendosi con documentato acume in una sottile rete di indizi, utilizzando le suggestioni dei poemi epici e le indicazioni della filologia, attingendo alle testimonianze archeologiche e artistiche, rileggendo la memoria dei miti, Santo Mazzarino ricostruisce meticolosamente lo scontro e l’incontro tra i due mondi diversi, che sembrano assumere a tratti il carattere di una più vasta comunità culturale per poi rivelare inconciliabili specificità e differenze. Fino a cogliere – nella scoperta dell’esigenza isonomica da parte delle città-stato – la nascita dell’Occidente e insieme la realtà più profonda dell’anima greca.

Santo Mazzarino, nato a Catania nel 1916, si laureò giovanissimo e divenne ben presto professore ordinario di Storia greca e romana all’Università di Catania e, in seguito, di Storia romana all’Università La Sapienza di Roma. Socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, ha ottenuto numerosi altri riconoscimenti in Italia e all’estero per la sua originale opera di studioso. È morto a Roma nel 1987. Tra i suoi libri ricordiamo L’impero romano (1956) e il monumentale Pensiero storico classico (3 voll., 1966). Rizzoli sta riproponendo all’attenzione dei lettori alcune delle opere più significative di Santo Mazzarino: dopo La fine del mondo antico (1959, 1988) e Fra Oriente e Occidente, verranno prossimamente ripubblicati Stilicone (1942), Dalla monarchia allo stato repubblicano (1945), Introduzione alle guerre puniche (1948), Aspetti sociali del IV secolo (1951).

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Introduzione
Premessa

  • I. Per la storia e l’impostazione del problema
  • II. La storia di un nome
  • III. Yauna
  • IV. Mermnadi ed Eraclidi
  • V. Cittadini e vassalli
  • VI Commerci fenici e colonie greche
  • VII. L’altra via fra Oriente e Occidente
  • VIII. Conclusione

Appendici
Note
Addendum

Indici

  1. Indice delle fonti
  2. Indice analitico
  3. Autori moderni citati

L’Uomo alla Soglia – Crisi Biografiche e Possibilità di Sviluppo

L’Uomo alla Soglia – Crisi Biografiche e Possibilità di Sviluppo

Titolo originale: Mens op de Drempel

Autore/i: Lievegoed Bernard

Editore: Natura e Cultura Editrice

prima edizione, introduzione dell’autore.

pp. 288, Alassio (SV)

I saldi confini, entro i quali la nostra coscienza si è sviluppata fin dall’inizio dei tempi nuovi, cominciano a sciogliersi sempre di più. Soprattutto il confine della propria interiorità, che divide i profondi e scorrenti processi tra il corpo e l’anima, sono diventati permeabili. Sconosciute, costrittive forze si insinuano nella nostra coscienza, causando angoscia o depressione e disturbano l’uomo nello sviluppo della sua libera individualità. Questo libro vuole favorire la formazione antroposofica dell’uomo, gettare una luce in quegli ambiti ai quali non ha accesso la nostra comune coscienza. “L’autentica origine della nostra miseria o desolazione non giace al di fuori di noi stessi, ma in noi stessi; noi ci avviciniamo all’incontro con quella forza della nostra interiorità, che ci guida: – uomo, conosci te stesso. Ho il coraggio di vedere come tu sei!” (B.C.J. Lievegoed)

Bernard Lievegoed è nato nel 1905 a Sumatra (ex colonia olandese), ha studiato medicina, specializzandosi in psichiatria. Nel 1931 ha fondato l’istituto per l’insegnamento della pedagogia differenziale, del quale fu direttore fino al 1951. Nel 1954 ha fondato l’NPI (istituto pedagogico olandese) a Zeist e nel 1971 la Libera Università a Driebergen (sempre in Olanda). L’Associazione degli editori olandesi gli ha conferito nel 1983 “La penna d’oro”. È conosciuto in Germania per aver pubblicato in quel paese: “Crisi di sviluppo e possibilità di vita”. Questo libro ha riscosso un largo successo”.

Parole di Follia – Storie di Persone e Linguaggi alla Ricerca del Significato e del Senso

Parole di Follia – Storie di Persone e Linguaggi alla Ricerca del Significato e del Senso

Autore/i: Piro Sergio

Editore: FrancoAngeli

unica edizione, premessa dell’autore, in copertina: Antonio Ligabue, Autoritratto.

pp. 128, 8 tavole b/n f.t., Milano

Parole di follia narra in modo semplice e chiaro del “linguaggio dei matti”. Linguaggio che, per definizione, offre un campionario vastissimo di stili, variazioni, combinazioni e ricombinazioni. E che ha il potere di suscitare in noi – come tante attività dei matti – almeno due sentimenti contrastanti: la sensazione di qualcosa di straordinariamente familiare, vicino ed affine, e insieme qualcosa di mostruosamente alieno e diverso.
Parole di follia è un libro fatto di esempi, di brani di linguaggio schizofrenico, di storie vissute, di relazioni, di fallimenti. Lo stile è volutamente discorsivo e il lettore viene introdotto in una casistica inedita. E si addentrerà nella descrizione, sarà spinto a tentare di interpretare il linguaggio e di comprendere il senso umano.
Poche e semplici definizioni, presentate in un riquadro, lo aiuteranno a capire termini per «addetti ai lavori».
Un libro, quindi, molto diverso da cui Piro ci ha abituato. È il racconto di quarant’anni di ricerca verso la comprensione dell’«incomprensibile» da parte di uno dei maggiori esponenti della psichiatria italiana.

Sergio Piro (1927), docente di Psichiatria e clinica delle malattie nervose e mentali e di Psicologia sociale, è uno dei personaggi più autorevoli nell’ambito della psichiatria italiana. Autore di circa duecento saggi e studi monografici, tra cui Il linguaggio schizofrenico e Le tecniche della liberazione con Feltrinelli, ha prestato la sua opera presso numerose strutture ospedaliere pubbliche.

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Premessa

  1. Scene di manicomio
  2. Le canzoni della prigionia
  3. Le canzoni della notte e della nebbia
  4. Nuove parole, nuove lingue, nuovi significati
  5. Periconcerto
  6. Le parole dei matti e dei sani

Appendice – Per saperne di più

  • Scheda 1: Note di storia degli studi sul linguaggio psicotico
  • Scheda 2: I metodi della ricerca sul linguaggio schizofrenico
  • Scheda 3: Un appunto bibliografico

Religione e Religioni – Guida allo Studio del Fenomeno Religioso

Religione e Religioni – Guida allo Studio del Fenomeno Religioso

Autore/i: Aime Oreste; Operti Mario

Editore: Edizioni San Paolo

unica edizione, prefazione degli autori.

pp. 328, Cinisello Balsamo

Il mondo della religione e delle religioni appare come una galassia allo stesso tempo lontana e vicina, in gran parte ancora da indagare nonostante le ricerche scientifiche degli ultimi due secoli. «Studiare le religioni vuol dire… tentare di risalire alle sorgenti di ciascuna di esse per ritrovare l’ispirazione, l’intuizione che le ha fondate, la prima traccia. Significa seguirle sul filo della storia connesse a una duplicità indissolubile, la persistenza di una forza, viva e il susseguirsi a ventaglio di forme canoniche» (É. Poulat). Dato tante volte per finito, questo universo di simboli e miti, di riti, norme e istituzioni, si rivela nuovamente vivace e in rapida evoluzione, sfidando la critica e la negazione.
Questo libro è stato ideato e realizzato come una guida essenziale allo studio della religione in tutta la sua complessità. Della religione, al singolare e al plurale, vuol dare un’informazione ampia, corretta e attendibile, ispirata per quanto possibile a un criterio di interdisciplinarità (scienze della religione e delle religioni, filosofia, teologia).
I primi tre capitoli, di carattere informativo, descrivono il fenomeno religioso, le discipline che l’hanno studiato e l’atteggiamento che l’accompagna. Gli ultimi due si propongono l’elaborazione di una chiave interpretativa antropologica e teologica.

Oreste Aime (1949) ha studiato teologia alla Facoltà Teologica di Torino e, dopo alcuni anni di ministero, filosofia all’Università della stessa città. Insegna filosofia contemporanea, filosofia morale e filosofia della religione alla Facoltà Teologica di Torino. E stato direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose del Piemonte.

Mario Operti (1 950) ha studiato teologia alla Facoltà Teologica di Torino e, dopo alcuni anni di ministero, scienze politiche all’Università della stessa città. Insegna scienze della religione all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Torino ed è direttore dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro.

Il Vento Giallo – Un Grande Scrittore Israeliano Racconta il Dramma del Suo Popolo e dei Palestinesi

Il Vento Giallo – Un Grande Scrittore Israeliano Racconta il Dramma del Suo Popolo e dei Palestinesi

Titolo originale: ha-Zeman ha-Tsahov.

Autore/i: Grossman David

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

premessa dell’autore, traduzione dall’ebraico di Gaio Sciloni.

pp. 240, 1 cartina b/n f.t., Milano

Come può accadere di vivere in una città ignorando tutto di un suo quartiere, così un cittadino israeliano può vivere senza alcuna esperienza di ciò che accade vicino a lui, dentro le mura che circondano e rendono invisibili i campi profughi, o nei Territori occupati. È stato per anni il caso di David Grossman, il grande scrittore che gli italiani hanno conosciuto attraverso il romanzo Vedi alla voce: amore, fino al giorno in cui, per vedere le cose con i suoi occhi e poterne scrivere, è entrato nel campo palestinese di Deheisha, a poca distanza dalla sua casa di Gerusalemme. Là ha ascoltato i giovani parlare dei villaggi che i loro genitori o i loro nonni erano stati costretti a lasciare, come di una Terra Promessa stillante latte e miele; ha udito parole in cui si rifletteva un sogno ostinato come quello che gli ebrei avevano espresso per secoli con la frase: «L’anno prossimo a Gerusalemme» (nessuno più di un ebreo sembrerebbe adatto a capire un palestinese). Dall’esperienza del campo di Deheisha, da viaggi ricchi di incontri nei Territori occupati, dallo sforzo di penetrare nel cuore stesso del duro conflitto tra due popoli, è nato Il vento giallo, apparso in Israele sei mesi prima che avesse inizio il «risveglio» palestinese – intifada – con il suo
stillicidio di morti. È l’intifada l’ultima forma assunta da una situazione basata su illusioni e sull’incerto equilibrio tra odio e terrore, in cui palestinesi e israeliani vivono dal tempo della Guerra dei Sei Giorni (quasi in attesa che da un deserto di sentimenti e di coscienza soffi, portando la sua gialla sabbia soffocante, il vento della distruzione). Scrive Grossman: «Non propongo soluzioni. Sono uno scrittore, non un uomo politico, e il mio compito è, a mio parere, porre il dito sulla piaga, descrivere – in un linguaggio contro cui il lettore non ha ancora fatto a tempo a corazzarsi – tutte le sfumature di una situazione esistente, infrangere facili stereotipi, far presente a chi lo avesse dimenticato che non è ancora scaduta l’importanza della morale umana, e – infine – accendere un segnale d allarme, mostrando quali potranno essere le conseguenze». È quanto il lettore troverà in questo libro bello e coraggioso.

David Grossman è nato nel 1954 a Gerusalemme, dove ha studiato filosofia e teatro. Ha pubblicato poesie, racconti e due romanzi: Il sorriso del Capricorno e Vedi alla voce: amore (Mondadori 1988). Vive a Gerusalemme collaborando come commentatore alla radio israeliana.

Voci Sciamaniche – Rassegna di Narrativa Visionaria

Voci Sciamaniche – Rassegna di Narrativa Visionaria

Titolo originale: Shamanic Voices. A Survey of Visionary Narratives

Autore/i: Halifax Joan

Editore: Rizzoli

nota dell’autrice, traduzione di Riccardo Piccoli, collana: Pâramita.

pp. 280, numerose tavole in bianco e nero f.t., illustrazioni b/n, Milano

na figura si aggira da due secoli intorno alla cultura occidentale, di cui detiene la chiave delle origini, e alla quale offre una promessa sia di morte sia di possibile risurrezione: lo sciamano. Quando Caterina di Russia lancia una satira contro Cagliostro, la intitola Lo sciamano siberiano, ma la prima apparizione letteraria di una seduta sciamanica, correttamente descritta, è in un poema di Coleridge. Slowacki fa arringare da uno sciamano gli esuli polacchi in Siberia. Sono avvisaglie sporadiche della presenza incombente. La sua prima irruzione è nel 1912, con l’almanacco Der blaue Reiter, di Kandinsky e Marc, che allinea figure dell’arte singalese e africana invocando una pittura e una plastica terapeutiche e metafisiche: sciamaniche. Ne restarono disintegrati i canoni estetici dell’Occidente. In quegli anni Otto Fries col saggio Odisseo come sciamano insegnava a rileggere Omero. Lentamente si giunse infine all’opera capitale di H.M. e Nora K. Chadwick, The Origins of Poetry, del 1940, dopo la quale è diventata inutile una teoria della poesia che non ne riconosca le origini, sia per i contenuti che per i ritmi, sciamaniche.
Seconda data capitale è la pubblicazione di Lo sciamanesimo e le tecniche arcaiche dell’estasi di Eliade, 1951. Mancava un’antologia ragionata ed esauriente delle voci stesse dei «maestri dell’estasi», ed è ciò che fornisce questo volume, che forse segna la terza svolta, decisiva, nell’assimilazione della lezione sciamanica. Jean Halifax era la persona adatta a compiere il lavoro: ha praticato psichiatria, utilizzando gl’insegnamenti antropologici, ha studiato da vicino sciamani operanti, specialmente nell’America del Sud. Si è posta a un crocevia morale dell’epoca: la cura dei moribondi di cancro, condotti, con sostanze simili a quelle usate da certi praticanti sciamanici, a esplorare una vita diversa prima di abbandonare e per abbandonare la vita comune. Da queste esperienze nascono l’integrità, la compattezza che reggono il suo lavoro, sollevandolo al di là di un’accurata, fredda, erudita raccolta e interpretazione dei dati. La Halifax vuol preparare la via a una coscienza sincretica e metafisica dell’esistenza, grazie a questo vertiginoso periplo di testimonianze. Offre una terapia alla mente moderna citando sciamani da tutte le direzioni della rosa dei venti, dall’unico mondo umano disponibile al di fuori di una storia d’orrori. (Elémire Zolla)

Astrologia e Bioenergetica – Oroscopo e Tipi Psicologici

Astrologia e Bioenergetica – Oroscopo e Tipi Psicologici

Autore/i: Lavezzi Annabella; Restelli Elisabetta

Editore: Xenia Edizioni

prefazione di Annabella Lavezzi, introduzione di Elisabetta Restelli, collana: I libri dell’altra scienza.

pp. 188, illustrazioni b/n, Milano

Astrologìa e bioenergetica è un modo nuovo e originale di vedere l’astrologia, che nasce da una semplice constatazione: le tipologie caratteriali bioenergetiche (carattere schizoide, orale psicopatico, masochista, rigido) disegnate da W. Reich e approfondite da A. Lowen ricompaiono anche nella lettura del tema natale astrologico, che ricostruisce il valore delle opposizioni dei segni, degli aspetti planetari, delle dodici case dello Zodiaco. E poiché la bioenergetica si fonda sull’”energia” che nell’uomo scorre più o meno liberamente, le autrici hanno presentato il tema natale astrologico sotto forma di ergogramma, cioè sotto forma di fotografia bioenergetica dell’individuo: l’ergogramma è un nuovo strumento per comprendere la psiche, in quanto ci rivela i blocchi psicologici, i condizionamenti e le compensazioni di ognuno di noi.

Annabella Lavezzi, è operatrice di medicina biologica e di scienze del comportamento umano. Si occupa di ricerche sperimentali. È discepola di Paramahansa Yogananda.

Elisabetta Restelli, laureata in farmacia, è vicepresidente dell’Istituto culturale di medicina naturale e scienze umane.

Carabattole

Carabattole

Titolo originale: Fourbis

Autore/i: Leiris Michel

Editore: Giulio Einaudi Editore

unica edizione, traduzione e cura di Ivos Margoni, collana: Nuova universale Einaudi 226.

pp. LXXXIII-316, Torino

«Avaro di me stesso quanto può esserlo un bifolco dei propri soldi; incatenato dalla paura; reticente in amore; felice di recitare la parte del torero, ma senza mai trovarmi di fronte a un toro vero, e quella del don Giovanni, ma senza conquiste né sfide al Commendatore; ormai dotato di esistenza solo negli scritti, e sempre intento a formulare sentenze che hanno il tono remoto delle parole supreme, quasi che le mie dita fossero già serrate dal guanto di pietra della morte». Cosi scrive di sé Michel Leiris in Carabattole, libro-confessione folgorante come i Saggi di Montaigne, maniacale e analitico come la Recherce, spietato come i Ricordi dal sottosuolo di Dostoevskij. Un meticoloso scandaglio di memorie che, accanto al «percorso ufficiale» degli eventi, si dispiega in un «cammino sotterraneo» alla ricerca dell’immoralità e della mediocrità del protagonista. Un percorso di verità fra esperienza, riflessione analitica e identificazione emotiva che assume carattere paradigmatico dell’uomo novecentesco.
Secondo libro della Regola del gioco, cioè del ciclo autobiografico complessivo, Carabattole ne è forse il momento più alto e coinvolgente, rievocando soprattutto gli anni dell’adolescenza e giovanili: la passione per le corse dei cavalli e i giochi di ruolo di Leiris ragazzo, prefigurazioni del desiderio per un destino di «cadetto», il gusto estetico del secondo arrivato. E poi la vita militare in Africa del Nord, l’apprendistato a una guerra finta (ancora una tauromachia senza toro), e infine il grande amore per la prostituta Khadigia, «equivoco travestimento carnale assunto dall’angelo della morte».
Il primato del linguaggio in letteratura, il sogno e l’eros come momenti di rivelazione esistenziale e poetica, l’interesse per il mito e il sacro, lo studio delle civiltà primitive. Se Michel Leiris fosse solo questo, sarebbe classificabile fra gli scrittori surrealisti, magari più vicino agli «eretici» Bataille e Caillois che non ai padri fondatori del gruppo. Ma sarebbe riduttivo costringere in una casella uno scrittore che si è innestato su molteplici tradizioni sempre innovandole nel profondo. Leiris mette a punto un affascinante progetto letterario alla ricerca dell’autenticità della scrittura senza passare dal caso (ancora i surrealisti) e dalla spontaneità, bensì dalla consapevolezza intellettuale. Il suo lavoro è un intreccio inestricabile di irrazionalità e razionalità. La sua pagina ha l’ampiezza architettonica di un classico, ma le parti all’interno della frase si accumulano, si interrompono per digressioni, incisi, parentesi: forzano dall’interno ogni equilibrio e simmetria possibile, fanno incontrare autore e lettore in un gorgo comune di verità. All’imminente scadenza del secolo, riepilogando i veri maestri del Novecento, Leiris non può mancare, anche perché da lui hanno preso parzialmente tanti importanti scrittori, da Barthes a Simon, a Perec, dagli autori del nouveau roman a quelli dell’Oulipo. Ma l’intera carica innovativa della sua scrittura è ancora tutta e solo dentro le sue opere, immutata dal tempo.

Michel Leiris (1901-1990) ha fatto parte del gruppo dei surrealisti negli anni Venti. Nel 1931 il suo primo, lungo viaggio in Africa: dopodiché, studi e professione di etnologo sotto la guida di Marcel Mauss che lo condurranno alla pubblicazione di moltissimi volumi e articoli scientifici e alla direzione dal dipartimento Africa nera al Musée de l’Homme di Parigi. Sul versante letterario il suo capolavoro è La regola del gioco, grande autobiografia in quattro libri: Biffures (1948, Einaudi 1979), Fourbis (1955, qui tradotto col titolo Carabattole), Fibrilles (1966, di prossima pubblicazione da Einaudi) e Frêle bruit (1976).

Per un’Antropologia Fenomenologica – Saggi e Conferenze Psichiatriche

Per un’Antropologia Fenomenologica – Saggi e Conferenze Psichiatriche

Titolo originale: Ausgewählte Vorträge und Aufsätze

Autore/i: Binswanger Ludwig

Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore

prima edizione, introduzione e cura di Ferruccio Giacanelli, traduzione dal tedescodi Enrico Filippini, collana: Biblioteca di psichiatria e di psicologia clinica 25.

pp. XI-388, Milano

Nell’attuale momento di rinnovamento e di riflessione critica della psichiatria italiana. quest’ampia raccolta di saggi di Ludwig Binswanger, pubblicati per la prima volta in Italia nella loro versione originale a cura di Ferruccio Giacanelli, trova una particolare collocazione. La Daseinsanalyse – o antropoanalisi – ha già arricchito il bagaglio culturale dei giovani psichiatri italiani soprattutto attraverso l’opera di Danilo Cargnello, che fin dal 1947 ne proponeva, in un’attenta lettura, gli enunciati fondamentali. Proprio per gli studi di carattere antropoanalitico Binswanger è, da noi, maggiormente noto. Ma, come ha notato Ervin Straus, «la passione e la produzione scientifica di Binswanger si sono alimentate a due fonti : come clinico si è occupato di problemi psichiatrici quali la “fuga delle idee”, le fobie, “la stramberia”, come filosofo del problema della psichiatria, vale a dire della fondazione teoretica della psichiatria come scienza». I saggi raccolti nel presente volume testimoniano soprattutto di questo secondo aspetto della teoria binswangeriana.

Ludwig Binswanger nacque nel 1881 a Kreuzlin-gen (Cantone Thurgau), una cittadina svizzera ai confini del Bodensee, da una famiglia che annoverava già alcuni psichiatri di chiara fama. Studiò medicina a Losanna, Zurigo e Heidelberg; si laureò a Zurigo nel 1906: qui fu assistente di Bleuler nel 1906-1907 e collaborò con C.G. Jung in alcune ricerche neurologiche; fu anche a Jena assistente dello zio Otto Binswanger. Tornato a Kreuzlingen nel 1910 successe al padre Robert nella direzione del «Sanatorium Bellevue». Qui si può dire svolse tutta la sua attività sino al 1956, anno in cui si ritirò dalla direzione dellTstituto, per vivere a Kreuzlingen, dove ha lavoralo sino agli ultimi giorni. È morto il 5 febbraio 1966. Nel 1956 gli era stato conferito il «Premio Kraepelin», massimo riconoscimento internazionale nel campo degli studi psichiatrici.

La Visione Matematica della Realtà – Introduzione ai Temi e alla Storia della Modellistica Matematica

La Visione Matematica della Realtà – Introduzione ai Temi e alla Storia della Modellistica Matematica

Titolo originale: La Mathématisation du Réel. Essai sur Modélisation Mathématique

Autore/i: Israel Giorgio

Editore: Editori Laterza

prima edizione, premessa e traduzione dell’autore.

pp. XIV-384, illustrazioni b/n, Bari

«…da molti secoli la matematica non è soltanto uno strumento estremamente importante per intervenire sulla natura e modificarla, uno dei pilastri portanti della tecnica e della tecnologia, ma anche (e forse soprattutto) uno degli strumenti principali per la comprensione della realtà: e, in tal senso, essa non è soltanto fonte di ’utilità’ ma anche di ’verità’». (Dalla Premessa)

Giorgio Israel (Roma, 1945)è docente di Storia delle matematiche presso il Dipartimento di Matematica dell’Università «La Sapienza» di Roma. È membro corrispondente dell’Accademia internazionale di storia delle scienze e dirige la «Rivista di storia della scienza». Tra le sue opere ricordiamo: «Modelli matematici» (Roma 1986) e, per i nostri tipi, «La mano invisibile. L’equilibrio economico nella storia della scienza» (con B. Ingrao, 1996; trad. inglese 1990).

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Premessa

PARTE PRIMA Il concetto di modello matematico

  • I. Alla ricerca di una definizione di modello matematico
  • II. Il linguaggio qualitativo. Una descrizione matematica delle oscillazioni
  • III. Un modello dei modelli: la descrizione matematica del battito cardiaco secondo Van der Pol
  • IV. Un diverso punto di vista: i modelli di dinamica delle popolazioni di Volterra
  • V. La sorprendente storia di una disputa di priorità
  • VI. Due temi della modellistica: l’analogia matematica e il ‘fascino discreto’ della fisica
  • VII. Una passeggiata nello strano zoo dei modelli matematici
    a) Dinamica delle popolazioni
    b) Modelli matematici della diffusione delle epidemie
    c) Equilibrio economico

PARTE SECONDA Matematica e realtà: un panorama storico

  • VIII. Gli inizi della matematizzazione della realtà
  • IX. Dagli inizi della matematizzazione alla scienza newtoniana: meccanica e calcolo infinitesimale
  • X. La nascita del riduzionismo
  • XI. Un progetto newtoniano per tutta la scienza
  • XII. Nascita, sviluppo e crisi della fisica matematica
  • XIII. Il nuovo statuto della fisica e gli inizi della modellistica matematica
  • XIV. Per una storia della modellistica matematica

PARTE TERZA Temi e problemi del presente

  • XV. Matematica statica e matematica del tempo
  • XVI. Locale e globale
  • XVII. Determinismo e caso
  • XVIII. Previsione, ordine e «caos»
  • XIX. La complessità
  • XX. Matematica «quantitativa» e matematica «qualitativa»
    La teoria delle catastrofi
    La teoria dei frattali Scienza e arte
    Il nuovo statuto del calcolo numerico
  • XXI. Temi della modellistica contemporanea: la biologia fra «il» modello meccanicista e «i» modelli meccanici
  • XXII. Temi della modellistica contemporanea: l’economia fra empirismo e metafore
  • XXIII. Conclusioni

Bibliografia
Indice analitico

Guarire da Soli – Guida alla Salute Naturale

Guarire da Soli – Guida alla Salute Naturale

Un famoso medico olistico ci spiega come scoprire e usare le nostre capacità di autoguarigione. Un libro rivoluzionario, una sintesi affascinante di scienza occidentale e tradizione orientale.

Autore/i: Weil Andrew

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione di Annalisa Baldassarrini, collana: Ingrandimenti, titolo originale: Spontaneous Healing.

pp. 374, Milano

«Questo libro è destinato a diventare un classico… Il medico e guaritore Andrew Weil ci conduce in un viaggio dalle giungle del sudamerica alle metropoli occidentali, e ci racconta storie di persone miracolosamente guarite da malattie che sembravano fatali.» (Joan Borysenko, autrice di Guarire con la mente)

Tutti noi ci meravigliamo quando assistiamo a guarigioni apparentemente inspiegabili, e pensiamo che siano dei miracoli, delle rare eccezioni che sconvolgono prognosi e sistemi di cura. In realtà queste guarigioni non sono affatto eccezionali; anzi, stanno a dimostrare che il corpo umano è in grado di automedicarsi e di mantenersi in buona salute.
In questo libro rivoluzionario Andrew Weil, una delle voci più autorevoli, esperte e importanti nel campo della salute e dei sistemi di cura alternativi, ci illumina sulle realtà delle guarigioni spontanee. Con un linguaggio chiaro e conciso, Fautore ci spiega come funziona il nostro «sistema di autoguarigione», le sue interazioni con la mente, la sua organizzazione biologica, nonché i metodi di autodiagnosi, di cura e di recupero dello stato di salute. Guarire da soli fornisce informazioni dettagliate sul cibo, i fattori ambientali, la ginnastica, la riduzione dello stress, le vitamine, gli integratori alimentari e le erbe che possono aiutare il corpo a mantenersi in buona salute. Il dottor Weil suggerisce varie cure naturali e non-invasive – agopuntura, biofeedback, tecniche di immaginazione guidata, medicina erboristica e tante altre ancora – per curare sia le comuni malattie di tutti i giorni sia le patologie più gravi (compreso il cancro, che rappresenta una sfida davvero unica al sistema di guarigione).
Il volume contiene inoltre un programma di otto settimane che può aiutare il lettore nel suo cammino graduale verso un cambiamento del proprio sistema di vita, in modo da incentivare la capacità naturale del corpo di autoguarirsi.
Più accetteremo e asseconderemo il sistema interno di guarigione del nostro corpo, meglio ci sentiremo nel corso della nostra vita e meno occasioni avremo di ricorrere a soluzioni mediche a volte inutili o dannose, e quasi sempre costose.

Andrew Weil, laureato all’Università di Harvard, ha lavorato per il National Institute of Mental Health e per quindici anni ha ricoperto la carica di ricercatore in Etnofarmacologia all’Harvard Botanical Museum. Attualmente è direttore del programma di medicina integrativa all’Università di Tucson, Arizona, dove si occupa di medicina naturale e preventiva.

Il Desiderio Femminile

Il Desiderio Femminile

Titolo originale: Libido Féminine

Autore/i: Dolto Françoise

Editore: Edizione CDE

edizione a cura di Eugène Simion, prefazione di Silvia Vegetti Finzi, introduzione dell’autrice, traduzione di Giuseppina Malinverni Bencinvenga.

pp. 308, Milano

«Françoise Dolto è diventata, con gli anni, una presenza nota e un valido punto di riferimento per i lettori italiani.
Il suo stile sicuro, tagliente, talora provocatorio, ci ha indotti ad abbandonare i modi rassicuranti e consolatori di tanta letteratura psicologica di consumo, per affrontare un dialogo serrato con lei e, al tempo stesso, con noi stessi» ricorda Silvia Vegetti Finzi nella sua prefazione a questo volume. Allontanandosi dal terreno della psicologia evolutiva, in cui si ponevano i fortunati saggi sull’infanzia e l’adolescenza, la psicanalista francese affronta ora quello che a Freud era parso «il più impenetrabile dei misteri»: il desiderio sessuale femminile. Le più enigmatiche esperienze della donna – l’orgasmo, la frigidità, l’insoddisfazione erotica – diventano così oggetto delle straordinarie intuizioni della Dolto che, di domanda in domanda, attraverso scoperte inquietanti e consapevolezze sofferte va definendo la sua visione di una ideale vita di donna in cui amore, piacere e maternità trovano un perfetto equilibrio. «Ma, si badi bene» conclude Silvia Vegetti Finzi, «Il desiderio femminile non è rivolto solo alle donne, alla loro ricerca di una identità depurata dalle scorie degli stereotipi che società e cultura hanno elaborato sulla loro immagine. Credo che questo testo possa risultare altrettanto utile e formativo per gli uomini. Penso all’analisi del diverso modo di porsi, per i due generi, di fronte all’esperienza del primo rapporto sessuale. Penso alla descrizione dei diversi orgasmi femminili e al panico della cancellazione che si accompagna all’invasione profonda del godimento. Penso alla valorizzazione che la Dolto compie (contrariamente alla maggior parte degli psicanalisti) della figura del padre».

Françoise Dolto, Specialista di psicanalisi infantile, allieva di Jacques Lacan, Françoise Dolto è conosciuta in tutto il mondo per i suoi lavori scientifici e per la partecipazione appassionata ai problemi quotidiani di genitori e di educatori: ha creato, fra l’altro, le «Maisons vertes», un esperimento pionieristico di iniziazione precoce del bambino alla vita sociale. Fra i suoi libri ricordiamo: Psicoanalisi e pediatria (1973), Quando c’è un bambino (1982), Seminario di psicoanalisi infantile (1984), Le parole dei bambini (1988), Adolescenza (1990), Quando i genitori si separano (1991), Come allevare un bambino felice (1992).

Noli Me Tangere – Saggio sul Levarsi del Corpo

Noli Me Tangere – Saggio sul Levarsi del Corpo

Ordine o supplica, la formula con cui il Cristo ferma la Maddalena parla della verità, del dolore, del desiderio.

Autore/i: Nancy Jean-Luc

Editore: Bollati Boringhieri Editore

prologo del’autore, traduzione di Franco Brioschi, collana: Variantine, titolo originale: Noli me tangere. Essai sur la levée du corps, in copertina: Iacopo Carucci detto il Pontormo, Noli me tangere (1532 circa).

pp. 88, 8 tavole a colori e b/n f.t., Torino

Noli me tangere, «Non toccarmi» o «Non trattenermi»: con queste parole, secondo il Vangelo di Giovanni tradotto dalla Valgala. Gesù appena risorto tiene discosta Maria Maddalena protesa verso di lui accanto al sepolcro scoperchiato. Intimazione paradossale, dal momento che il cristianesimo è la religione eucaristica del corpo e del sangue del Cristo. Ma anche enunciazione di un divieto che ricorre nelle diverse culture sotto forma di tabù del contatto, evocando insieme la ritrazione e l’attrazione, la violenza e il desiderio che appartengono al sacro. Sono queste le armoniche percepibili nelle diverse rappresentazioni della scena evangelica, che nel tempo, e non a caso, si è trasformata in un’iscrizione, in un titolo di genere per un’intera tradizione iconografica, da Dürer a Tiziano, da Rembrandt a Pontormo, dal Correggio al Bronzino. Gesù e la Maddalena vi compaiono come coppia mistica, un corpo di gloria che si nega e un corpo sensibile che lo rivela in quanto presenza-assenza. Jean-Luc Nancy indaga il significato non solo teologico della loro tangenza senza contatto, della loro prossimità che non conosce promiscuità. E assimila al gesto cristologico lo stesso dipingere, che riesce a «rendere intensa la presenza di un’assenza in quanto assenza».

Jean-Luc Nancy insegna Filosofia all’Università di Strasburgo. È figura di spicco del pensiero francese contemporaneo. Per le nostre edizioni sono apparsi nel 2003 La pelle delle immagini (con Federico Ferrari) e Il pensiero sottratto. Tra i suoi altri saggi tradotti in italiano: Un pensiero finito (Marcos y Marcos, 1992), La comunità inoperosa e Corpus (Cronopio, rispettivamente 1992 e 1995), L’esperienza della libertà, Essere singolare plurale, La creazione del mondo o la mondializzazione (Einaudi, rispettivamente 2000, 2001 e 2003).

Kenosi e Nulla Assoluto – Dinamica della Vita Spirituale nel Buddismo e nel Cristianesimo

Kenosi e Nulla Assoluto – Dinamica della Vita Spirituale nel Buddismo e nel Cristianesimo

Autore/i: Mitchell Donald W.

Editore: Città Nuova Editrice

presentazione di Jesús López-Gay, prefazione di Masao Abe, introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese di Gabriele Bonetti.

pp. 320, Roma

«Chi più qualificato, per descrivere le profondità del buddismo e del cristianesimo, di uno studioso il quale conosce l’uno e l’altro dal di dentro? È il caso di Mitchell, già zen buddista, e che ora scrive attingendo a una profonda esperienza della spiritualità cristiana. Egli porta il dialogo cristiano-buddista a un nuovo livello» (John B. Cobb Jr., School of Theology, Claremont).

«Questo stimolante contributo dimostra come il dialogo cristiano-buddista esprima la fede cristiana in termini nuovi. L’indagine di Mitchell intorno alle esperienze e ai concetti di queste due religioni aiuta a preparare un loro più profondo incontro esistenziale» (Jean Leclercq, OSB).

«Profondamente calato nell’esperienza umana, l’approccio di Mitchell al dialogo è un vero percorso di vita spirituale. Esso rivela una profonda comprensione di ambedue gli aspetti del buddismo, lo Zen e la Terra Pura. Il dialogo cristiano-buddista ne guadagna in vicendevole scambio e utilità» (Shoto Hase, Kyoto University).

Donald W. Mitchell è professore aggregato di Filosofia comparata alla Purdue University di Lafayette (Indiana, USA). Fa parte del Comitato esecutivo della Society for Buddhist-Christian Studies e collabora in qualità di redattore alla rivista Buddhist-Christian Studies, della stessa Società.

Federico II Imperatore

Federico II Imperatore

Titolo originale: Kaiser Friedrich der Zweite

Autore/i: Kantorowicz Ernst Hartwig

Editore: Garzanti Editore

terza edizione, traduzione dal tedesco di Gianni Pilone Colombo, collana: Collezione storica, in sopraccoperta: Federico II col falcone (sec. XIII) da «De arte vanandi cum avibus», Biblioteca Apostolica Vaticava.

pp. 792, 1 illustrazione b/n f.t., Milano

Stupor mundi fu detto dai contemporanei Federico II di Svevia, l’unico degli imperatori germanici del medioevo, insieme al Barbarossa, che occupi un posto riconosciuto nelle nostra storia e subito ci rimandi a immagini evidentissime: la disfatta intimagli nel 1248 dai popolani di Parma, la città di quel Salimbene che lo paragonava a un drago funesto; gli splendori della corte di Sicilia, consacrati dalla lirica della “prima scuola”, di cui il sovrano medesimo era mecenate; i castelli di Puglia, gli arcieri musulmani, le donne dell’harem, le cacce col falcone illustrate nel suo trattato, il più ricco che ci resti in materia.
Immagini romantiche, però. E confluenti verso un’interpretazione convenzionale, che confina Federico in una luce araldica di crepuscolo: per chiudere con la sua figura un conflitto secolare tra impero e chiesa, e inaugurare invece il decollo della civiltà borghese mercantile culminante nel rinascimento.
L’opera di Kantorowicz rimuove ogni luogo comune. Qui l’imperatore non è segnacolo di una fase storica schematizzata, ma si muove all’interno di un complicato gioco d’azioni e di reazioni. Di lui viene rivelata, duplice e sconcertante, l’anima insieme feudale e “illuminata”; il senso feroce del potere, e lo scetticismo che a esso poneva di continuo un limite invalicabile.
Ma Kantorowicz non fa della psicologia. Riesce nel compito propostosi perché mantiene l’opportuno equilibrio tra il riconoscimento del ruolo personale di Federico come fabbricatore di storia e l’imponente materiale documentario – qui riportato per la prima volta nella sua integrità – dell’ambiente sociale e culturale, da Lubecca alla Palestina, che influì su quell’operato. Quella dello storico tedesco si è imposta così come una lezione di metodo che ha condizionato la storiografia contemporanea.

Dal Capitolo primo – L’infanzia di Federico:
«La quarta egloga di Virgilio è la più nota profezia in versi sul Redentore che abbia l’occidente. In tale componimento, relativamente breve, il poeta, ancor prima di cantare il futuro dell’impero romano nell’epos poderoso dell’”Eneide”, aveva delineato l’immagine del futuro dominatore del mondo, attribuendogli i tratti del Messia. Come un figlio degli dei avrebbe salutato la luce con un sorriso, recato pace al mondo intero e ricondotto sulla terra l’età dell’oro, il regno di Apollo. Che la predizione virgiliana si riferisse anche ad Augusto, l’imperatore della pace e protettore del poeta, non sfiorò neppure il mondo medievale; e infatti’, per quel tempo cristiano, che cos’altro potevano significare quei versi profetici, se non un prodigioso annuncio dell’avvento di Cristo? Il fatto che i versi profetassero un signore, non infirmava l’interpretazione: si era usi celebrare il Cristo come re del mondo e reggitore dell’impero romano, e a raffigurarlo in tale senso: severo Pantocratore racchiuso in una mandorla, troneggiarne sulle nubi, nelle mani il globo e il libro delle leggi, e in capo il diadema. E il fatto che Virgilio, pagano, avesse conosciuto e rivelato l’avvento del Salvatore così come i profeti dell’Antico Testamento, era solo un ulteriore miracolo; e proprio la rivelazione palesata dal breve componimento acquistava al poeta la venerazione, tra ammirata e timorosa, del mondo medievale. La profezia virgiliana offrì materia e tono al canto enfatico di Pietro da Eboli, poeta campano, che celebrò la nascita del figlio unigenito dell’imperatore Enrico vi. Accanto alla culla dell’ultimo e più grande imperatore dell’impero romano cristiano-germanico stava dunque – e non è di poco significato – Virgilio.
Il dotto Pietro da Eboli non fu il solo cantore e savio che elevò profetici detti alla nascita del figlio di Enrico, avvenuta il 26 dicembre del 1194: Goffredo da Viterbo, maestro di Enrico vi, celebrò anch’egli il bambino come futuro salvatore, come colui del quale avevano parlato i vaticini, il Cesare che sarebbe venuto a compiere i tempi; e aveva già per l’innanzi oscuramente profetato al suo signore e imperatore che era destinato a suo figlio, secondo quanto predetto dalla Sibilla Tiburtina, lo scettro del mondo, sotto il quale l’occidente si sarebbe riunito all’oriente. E più tardi si narrò che il mondo intero aveva giubilato alla nascita dell’erede imperiale. Presto però si conobbero altre voci sulla nascita dell’ultimo Staufen, e assai meno benevole: dalla Bretagna, il mago Merlino aveva non solo predetto la nascita ” miracolosa e insperata ” del bimbo, ma altresì, con parole oscure, le calamità che ne sarebbero venute: “Egli sarà un agnello da squartare ma non da divorare, e leone furioso tra i suoi.” Gioacchino da Fiore, abate cistercense calabrese, e precursore di san Francesco, riconobbe subito nel neonato il futuro castigatore del mondo e anticristo, che sarebbe venuto a confondere il mondo. Questo abate, inoltre, “di spirito profetico dotato”, avrebbe assai per tempo fatto sapere all’imperatore che sua moglie, posseduta dal demonio, era gravida senza saperlo, e in ciò simile ad altre madri di eroi (Olimpia; Azia, madre di Augusto; e Herze-loide; che sognarono di portare un drago in grembo), ella pure fu avvertita da un sogno che avrebbe partorito un tizzone ardente, la fiaccola d’Italia.[…]»

Ernst Hartwig Kantorowicz, nato a Poznań (Polonia) nel 1895, insegnò a Francoforte (1950), poi a Berkeley (1940) e a Princeton (1951), dove morì nel 1963. Tra le sue opere, oltre a Federico II, imperatore, sono da annoverare Laudes regiae (1946), Selected studies (1965) e I due corpi del Re (1967).

Astrologia e Finanza

Astrologia e Finanza

Autore/i: Acampora Enzo

Editore: Armenia Editore

unica edizione, prefazione dell’autore.

pp. 224, illustrazioni b/n, Milano

Astrologia e finanza è un libro che si prefigge lo scopo di gettare un po’ di luce su un argomento fino ad oggi molto discusso e controverso. Cos’è questa particolarissima e affascinante branca dell’astrologia? E soprattutto, in qual modo è possibile avvalersi dell’aiuto dell’astrologia per effettuare previsioni in materia di economia e di finanze, per cogliere le tendenze di una Borsa valori o di un mercato finanziario, per pronosticare il futuro di un’azienda o di una società? Attraverso una carrellata sugli argomenti più interessanti in materia, questo libro cerca di chiarire nel modo più pratico molti degli interrogativi che più di frequente si affacciano alla mente di tanti di noi: qual è II momento più propizio per comprare o vendere un Immobile? Quando avremo migliori possibilità di ottenere un prestito anziché vedercelo rifiutare? Quali saranno le tendenze future di un metallo prezioso, di una valuta? Quali potranno essere I momenti di maggiore fortuna finanziarla per uno di noi? Come sono gli oroscopi
dei grandi finanzieri?
A queste ed a molte altre domande II lettore potrà trovare una risposta pratica e comprensibile, che lo aiuterà a considerare con occhio più attento e consapevole – anche grazie al numerosi oroscopi esemplificativi contenuti nel testo – un aspetto finora un po’ trascurato della moderna astrologia.

Enzo Acampora è nato nel 1947 e lì svolge, a tempo pieno, la sua attività di traduttore di testi stranieri di astrologia, di articolista e di consulente astrologo. Studia astrologia da dodici anni. È socio del C.I.D.A. (Centro Italiano di Astrologia) ed è un convinto assertore dell’Intramontabile validità dell’astrologia tradizionale. Si occupa particolarmente di oroscopia individuale e di previsioni finanziarie per mezzo dell’astrologia.

La Vita Pensata – Meditazioni Filosofiche

La Vita Pensata – Meditazioni Filosofiche

Titolo originale: The Examined Life

Autore/i: Nozick Robert

Editore: Rizzoli

con una premessa di Salvatore Veca, introduzione dell’autore, traduzione di Giulia Boringhieri.

pp. VIII-328, Milano

Voglio riflettere sulla vita e sulle cose importanti nella vita, per chiarire il mio pensiero… e anche la mia vita. (Robert Nozick)

Leggendo e rileggendo queste pagine di Robert Nozick possiamo sentire che la sua filosofia ci accompagna, con intelligenza luminosa, sensibilità e amicizia, nella nostra vita esaminata. (Salvatore Veca)

In questa nuova edizione italiana si ripropone – preceduta da una presentazione di Salvatore Veca – l’opera più coraggiosa e intellettualmente spericolata di Robert Nozick.
Professore alla prestigiosa Harvard University a soli trent’anni, ne La vita pensata (1989) Nozick affronta le questioni più familiari e importanti della nostra vita con il rigore, la lucidità e la chiarezza propri della tradizione analitica. Ci parla della morte, del rapporto tra genitori e figli, della santità della vita quotidiana, dell’amore, dell’amicizia, dell’attività sessuale, delle emozioni, del modo in cui possiamo essere più reali – dotati di uno spessore e di un peso più elevati -, e molto altro ancora. La profondità dei suoi pensieri, la raffinatezza del suo stile argomentativo e della sua scrittura e il personalissimo ritratto di vita che propone ci restituiscono tutta la vitalità e la bellezza della filosofia come esercizio di riflessione su noi stessi. Un esercizio che non ha mai fine.

Robert Nozick (1938-2002) è stato uno dei pensatori più geniali e brillanti della filosofia contemporanea. Tra le sue opere, tutte tradotte in italiano, ricordiamo: Anarchia, stato e utopia (1974), Spiegazioni filosofiche (1981), Invarianze. La struttura del mondo oggettivo (2001).