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Libri dalla categoria Incas

I Miracoli delle Tecniche Yoga

I Miracoli delle Tecniche Yoga

Testi antichi tibetani nuovamente tradotti e commentati da Silvio Calzolari.

Autore/i: Lama Kasi Dawa Samdup

Editore: M.I.R. Edizioni

tradotto e commentato da Silvio Calzolari.

pp. 96, 1 illustrazione b/n, Montespertoli

La prima delle sei dottrine conosciute in Tibet è quella chiamata Tummo: metodo d’insegnamento segreto inerente allo sviluppo del calore psichico tramite il quale possiamo imparare la tecnica per immagazzinare il prana, la nostra energia vitale, trasformando radicalmente la nostra vita.

Jung – Per Cominciare

Jung – Per Cominciare

Titolo originale: Jung for Beginners

Autore/i: Hyde Maggie; McGuinness Michael

Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore

seconda edizione, traduzione dall’inglese di Lucia Pastacaldi, illustrazioni di Michael McGuinness

pp. 184, Milano

Carl Gustav Jung è stato il più enigmatico e controverso discepolo di Sigmund Freud. Ha introdotto nella psicoanalisi questioni cruciali sulla religione e sull’anima che Freud aveva lasciato in disparte. Nonostante ciò, la nostra odierna percezione di Jung come una sorta di ‟santone-saggio”, anticipatore di certe mode d’oggi, non tiene conto del fatto che è stato soprattutto uno scienziato e uno studioso. Questo volume spiega brillantemente le teorie che hanno portato Jung a staccarsi da Freud e ne descrive il quasi esaurimento psicotico a metà della sua vita: un ‟viaggio notturno per mare” dal quale riemerge con nuove radicali scoperte sulla natura dell’inconscio. Poco alla volta, il libro dimostra come sia stato del tutto logico per lui – nell’investigazione dei sogni, delle fantasie e dei disturbi psichici dei suoi pazienti – finire a esplorare la psicologia della religione, l’alchimia, l’astrologia, i Ching e altri fenomeni trascurati dalla scienza.

Maggie Hyde (1952), scrittrice ed esperta di astrologia, è autrice di un grosso volume intitolato Jung and Astrology, con Feltrinelli ha pubblicato, insieme a Michael McGuinness, Jung. per cominciare (1994) e Jung (2009), è attualmente direttrice dell’Associazione degli astrologi inglesi.

Michael McGuinness è pittore, disegnatore e art director.

La Creazione delle Identità Nazionali in Europa

La Creazione delle Identità Nazionali in Europa

Titolo originale: La Création des Identités Nationales. Europe XVIIIᵉ – XXᵉ Siècle

Autore/i: Thiesse Anne Marie

Editore: Società Editrice Il Mulino

traduzione di Aldo Pasquali.

pp. 304, Bologna

Spazio giuridico, economico e monetario, l’Unione Europea non possiede ancora una forte immagine identitaria. Le fa difetto quel repertorio di simboli mediante il quale le nazioni propongono agli individui un’appartenenza, una fratellanza, una protezione. Costruzione culturale per eccellenza, l’identità nazionale è data da un patrimonio collettivo fatto di padri fondatori, di eroi, di una lingua, una storia, di monumenti e di tradizioni popolari. In questo libro Anne-Marie Thiesse ripercorre gli ultimi due secoli di storia europea per ricostruire il processo di formazione delle identità in particolare là dove i contenuti simbolici sono maggiormente esaltati: arte, letteratura, estetica, architettura, riti collettivi. Scopriamo che quasi contemporaneamente sul territorio europeo si è passati dal comune richiamo all’eredità greco-latina, universalizzante, a più specifici richiami nazionali quali si esprimono nei miti celtici, nelle ambientazioni gotiche, nelle fiabe dei fratelli Grimm, nei miti medievali. Parallelamente, nelle lingue prorompono elementi vernacolari, nella musica vengono rielaborati motivi popolari, nei musei entrano collezioni etnografiche e si inaugurano mostre patriottiche. Non solo in Inghilterra o in Francia, ma anche nelle nazioni più periferiche come la Svezia e in quelle più travagliate come la Serbia o l’Ungheria.

Anne-Marie Thiesse è direttrice di ricerca al Cnrs di Parigi. Storica sociale, ha pubblicato in Francia nel 2000 un fortunato volume sull’identità francese, “Le roman du quotidien”.

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Introduzione. L’Europa delle nazioni

Parte prima: L’identificazione degli antenati

  • 1. Una rivoluzione estetica
  • 2. Una nazione, una lingua
  • 3. Il patrocinio internazionale di una cultura nazionale
  • 4. Uno stato, più nazioni
  • 5. Epopee fondamentali
  • 6. Storie nazionali

Parte seconda: Il folclore

  • 7. Inventari
  • 8. Ritratti della nazione

Parte terza: La cultura di massa

  • 9. La nazione come orizzonte
  • 10. La nazione attraverso la gioia

Conclusioni. L’identità europea
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L’Immaginazione Sociologica

L’Immaginazione Sociologica

Titolo originale: The Sociological Imagination

Autore/i: Wright Mills Charles

Editore: Il Saggiatore

premessa dell’autore, traduzione di Quirino Maffi.

pp. 256, Milano

L’uomo di oggi sta rischiando di perdere il controllo del proprio destino. Il compito del sociologo è di convertire quel turbamento interiore in una consapevolezza attiva, capace di trasformare le strutture della società.

Nessun uomo è un’isola. Eppure, tra le sontuose torri in vetro e acciaio delle élite e le umili abitazioni dell’uomo della strada passano mari che sembrano oceani. La storia della civiltà occidentale dal dopoguerra a oggi dimostra la complessità delle dinamiche che riguardano l’individuo, le istituzioni e la collettività. Per coglierle appieno e non smarrirsi in questo flusso caotico di scambi che è l’età contemporanea, sostiene Charles Wright Mills, c’è bisogno di qualcosa in più di astratti modelli interpretativi e sterili dati empirici: c’è bisogno dell’immaginazione sociologica. Uscito per la prima volta nel 1959, L’immaginazione sociologica di Charles Wright Mills ha rivoluzionato il modo di intendere le scienze sociali: partendo dall’analisi di storia, biografia e strutture sociali ha aiutato lettori e studiosi a liberarsi delle influenze che condizionavano i loro comportamenti e le loro valutazioni. Per Mills l’immaginazione sociologica è infatti l’atteggiamento mentale che permette di vedere oltre il proprio ambiente e la propria personalità, quindi di comprendere al meglio le relazioni di cui una società si sostanzia. Una visione che è anche un metodo per individuare i punti in comune tra le varie categorie di persone, connettere questioni private a problemi pubblici, analizzarne le ragioni, confrontarsi con il passato. Un’opera sempre attuale che, alternando ironia e sarcasmo ad argomentazioni serrate, porta il discorso sociologico sul piano politico. Perché solo mettendo correttamente in relazione i soggetti e i singoli eventi all’interno dei grandi mutamenti a livello globale è possibile comprendere appieno il presente. E da lì provare a cambiarlo.

Wright Charles Mills (Waco 1916 – New York 1962), sociologo statunitense, approfondì, anche per l’influenza di Hans Gerth, sociologo tedesco immigrato negli Stati Uniti nel 1938, la conoscenza del pensiero europeo da Marx a Freud, da Weber alla nascente scuola di Francoforte. Docente prima all’Università del Maryland poi al dipartimento di sociologia della Columbia University di New York, con Carattere e struttura sociale (UTET, 1969), trattato di psicologia sociale scritto in collaborazione con Gerth, si propose di integrare le interpretazioni freudiane e biologiche con le componenti storiche e sociali dello sviluppo della personalità.
Nelle opere rivolte a indagare la società americana, L’élite del potere (Feltrinelli, 1959) e Colletti bianchi (Einaudi, 1966), presenta una cupa visione di un futuro postprogressista e postmarxista. La prima è uno studio empirico sulla formazione di una nuova classe media di lavoratori dipendenti, potenziale sostegno di regimi burocratici e reazionari. La seconda è una spietata analisi di come, in una società pluralista, i pochi governano i molti, concentrando nelle loro mani un potere quasi senza limiti. Il pessimismo di Mills è però temperato dalla fiducia, chiara in L’immaginazione sociologica (il Saggiatore, 1962), nel ruolo degli intellettuali in quanto interpreti di una «politica della verità» e «agenti di cambiamento».

Charles Wright Mills (1916-1962) è considerato il massimo sociologo del suo tempo. Ha insegnato presso il dipartimento di Sociologia della Columbia University di New York, incentrando la sua ricerca sul rapporto tra élite e massa e sull’ascesa della nuova classe media americana. Tra le sue opere ricordiamo La élite del potere (Feltrinelli, 1973), I marxisti (Feltrinelli, 1975) e Colletti bianchi (Edizioni di Comunità, 2001).

Il Massaggio Contro il Dolore – Guida Pratica

Il Massaggio Contro il Dolore – Guida Pratica

Titolo originale: The Massage for Pain Relief

Autore/i: Shen Peijian

Editore: Tecniche Nuove

unica edizione, nota e introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese di Annalisa Preziosa, revisione di Gabriella Cella, illustrazioni di Aziz Khan, Tim Monk, Helen Ward.

pp. 144, riccamente illustrato a colori, Milano

La digitopressione è un metodo semplice e si pone come il perfezionamento di un’antichissima terapia naturale, lo sfregamento, che permetteva di alleviare il dolore frizionando le parti del corpo indolenzite. È particolarmente efficace contro il mal di testa e il mal di denti, contro i dolori addominali che insorgono per ragioni diverse, contro il mal di schiena e i dolori alle articolazioni o alle gambe e alle braccia, in seguito a processi infiammatori, strappi muscolari ed artrite. Fondandosi sulla teoria secondo la quale il dolore dipende da un blocco o da un ristagno energetico all’interno dell’organismo, le tecniche sono volte a ristabilire il normale flusso di energia che porta non solo ad alleviare il dolore ma a prevenirne anche la ricomparsa in tempi brevi. In alcuni casi si riesce a risalire alla causa profonda del male e ad eliminare definitivamente il problema. Il massaggio energetico è efficace sia da solo sia associato ad altre terapie.

Tratta il problema alla radice e non si arresta alle sue manifestazioni superficiali.

Consente al lettore di affrontare qualsiasi tipo di dolore – dal mal di denti ai dolori mestruali, da una semplice rigidità del collo all’ulcera gastrica.

Illustra sia le tecniche di automassaggio sia le manipolazioni da eseguire sugli altri.

Si attiene all’approccio della medicina cinese che procura sollievo senza far ricorso ai farmaci ed è totalmente privo di effetti collaterali.

Peijian Shen ha appreso le tecniche del massaggio cinese nel modo tradizionale – da un parente e dai maestri della digitopressione presso la scuola di medicina cinese – e frequenta ora un corso di perfezionamento post-laurea all’Università di St. Andrews in Scozia. L’autore ha saputo scegliere e fondere le caratteristiche salienti del massaggio energetico in questo libro, la sua prima opera ad essere pubblicata.

La Camera Segreta – Alla Ricerca della Sala delle Rivelazioni

La Camera Segreta – Alla Ricerca della Sala delle Rivelazioni

Titolo originale: The Secret Chamber

Autore/i: Bauval Robert

Editore: Edizioni Corbaccio

traduzione dall’inglese di Giorgio Arduin, revisione di Lucia Corradini.

pp. 576, numerose tavole b/n f.t., numerose illustrazioni b/n, Milano

«Dopo II Mistero di Orione e Custode della Genesi, Robert Bauval ci conduce in un’avvincente caccia al tesoro, iniziata più di 4000 anni fa, che sta per giungere al suo momento culminante. Quali sono i retroscena di questa incredibile vicenda?»

«Esiste una camera segreta nella Grande Piramide o una Stanza degli Archivi sotto la Sfinge di Giza che attende da millenni di essere scoperta? Quando verrà il momento della verità? E chi ne sarà l’artefice?»

«Che cosa ha a che fare il Secondo Avvento di Cristo con l’apertura della favolosa Stanza degli Archivi ?»

«Quale è l’arcana profezia del Monte Libico? E fino a che punto è valido l’oracolo di Hermes-Thoth?»

«Che cosa cela la piccola botola situata al termine del pozzo della Grande Piramide?»

«La Camera Segreta non è altro che la rivelazione della verità da parte di un uomo che è stato al centro di tutti gli straordinari eventi succedutisi a Giza per oltre 15 anni.»

Esiste realmente una stanza segreta al di sotto della Sfinge? Potrebbe trattarsi della favolosa Camera degli Archivi di Atlantide? E questa stanza segreta sta per essere portata alla luce, come dice la profezia? Secondo le istituzioni accademiche, tale credenza, avvolta da un anello di verità arcane, nasconderebbe un anatema. Tuttavia, una recente ricerca scientifica ha mostrato come la mitica camera segreta possa esistere concretamente all’interno della Grande Piramide di Giza. Negli ultimi trent’anni, una serie di spedizioni non ufficiali si sono messe in moto alla sua ricerca. Tra i gruppi più attivi si è distinta l’Associazione statunitense per la ricerca e la conoscenza (ARE), sostenitrice delle profezie di Edgar Cayce, il medium che, nel 1932, rese popolari e diffuse le antiche tradizioni, preconizzando il ritrovamento della Camera degli Archivi di Atlantide fra il 1996 e l’anno 2000. Nel 1996, infatti, un gruppo americano collegato all’ARE, con il permesso delle Autorità delle Antichità egizie, iniziò una vera e propria ricerca della Camera degli Archivi sull’altopiano di Giza. In questo libro Robert Bauval, che dal 1990 ha costantemente monitorato le attività dell’ARE e le varie spedizioni a Giza, rivela per la prima volta tutti i retroscena della straordinaria vicenda.

Robert Bauval è nato in Egitto nel 1948. Ingegnere edile, nutre da lungo tempo un profondo interesse per l’egittologia, dato che ha vissuto nella sua terra d’origine e in altri paesi del Medio Oriente per gran parte della sua vita. Negli Anni ’80 ha sviluppato una linea di ricerca che collegava le piramidi e i cosiddetti Testi delle Piramidi con l’astronomia pubblicando diversi articoli sull’argomento e presentando le sue scoperte al British Museum. È coautore di Custode della Genesi e L’enigma di Marte con Graham Hancock e di Il Mistero di Orione con Adrian Gilbert, tutti editi da Corbaccio. L’autore risiede in Inghilterra con la moglie e due figli.

L’Ecclesiaste di Salomone (1773)

L’Ecclesiaste di Salomone (1773)

Riproduzione facsimile dell’edizione: Milano, Giuseppe Mazzucchelli, 1773.

Autore/i: Anonimo

Editore: Edizioni Analisi

edizione fuori commercio a cura e per conto del Consorzio Nazionale per il Credito Agrario di Miglioramento.

pp. 184, Bologna

L’edizione è stata condotta sul testo «L’Ecclesiaste di Salomone secondo la nuova versione fatta su l’ebreo da’ pp. Cappuccini della Società Clementina di Parigi. Autori dell’Opera Principes discutés. Edizione italiana illustrata di note. In Milano, MDCCLXXIII. Per Giuseppe Mazzucchelli nella Stamperia Malatesta. Con licenza de’ superiori». (N.E.)

L’Immaginazione Sociologica di C. Wright Mills

L’Immaginazione Sociologica di C. Wright Mills

Autore/i: Marsiglia Giorgio

Editore: Società Editrice Il Mulino

pp. 152, Bologna

L’opera di C. Wright Mills è tra le più note e dibattute della sociologia contemporanea, anche al di fuori della cerchia ristretta degli specialisti, ed è ancor oggi efficace lo stimolo che essa produce in quanti si accostano allo studio della società.
Il presente volume abbraccia praticamente tutta la produzione importante di questo polemico “outsider” della sociologia americana, dai saggi teorici giovanili e dalle prime ricerche alle grandi opere degli anni ’50 e agli ultimi provocanti scritti a sfondo politico. Seguendo il filo conduttore costituito dalle idee di Mills sulla natura, i metodi, l’oggetto e la funzione della sociologia, cosi come emergono via via dai diversi scritti fino alla formulazione finale dell’“Immaginazione sociologica”, l’autore illustra e discute i contributi fondamentali del sociologo americano: l’analisi-denuncia delle tendenze strutturali dominanti in America (burocratizzazione, trasformazione e concentrazione del potere, apatia politica e massificazione del pubblico); la riformulazione dello schema elitista per l’analisi della struttura del potere; la riproposta del compito illuministico e umanistico della sociologia di fronte ai più urgenti problemi dell’epoca. Da questo esame emerge la figura di un Mills che non si limita ad indicare ai sociologi la strada dell’analisi strutturale, comparativa e storicamente orientata della società, ma si impegna nell’attuazione del proprio programma, sforzandosi di aderire continuamente all’esempio vitale dei classici.

Giorgio Marsiglia, nato a Sestri Levante nel 1943, è laureato in Scienze politiche. Oltre che a Mills, i suoi interessi si sono finora rivolti soprattutto ai problemi del potere locale e delle classi sociali. Attualmente è assistente di Sociologia nella Facoltà di Scienze politiche «C. Alfieri» di Firenze.

Reddito, Interesse, Inflazione

Reddito, Interesse, Inflazione

Scritti Scientifici Raccolti da Tommaso e Fiorella Padoa-Schioppa

Autore/i: Modigliani Franco

Editore: Giulio Einaudi Editore

unica edizione, a cura e introduzione di Tommaso e Fiorella Padoa-Schioppa, prefazione dell’autore.

pp. XIV-498, Torino

Franco Modigliani ha seguito, in quasi cinquant’anni di fecondo lavoro scientifico, un programma di ricerca che si è sviluppato lungo due direttrici: formulare e perfezionare una teoria del sistema macroeconomico e della politica economica; investigare il comportamento dei principali operatori dell’economia. La motivazione del premio Nobel, conferitogli nel 1985, sottolinea i maggiori risultati scientifici conseguiti nel secondo ambito di problemi, ma quei risultati si inscrivono, fin dall’inizio, nel primo.
In questo volume, le prime due parti corrispondono ai filoni appena richiamati, mentre la terza raccoglie articoli sull’economia italiana. Anche se sotto il profilo scientifico essi non costituiscono un corpo a sé (l’economia italiana è piuttosto un terreno di verifica, di estensione, di elaborazione di una teoria del sistema macroeconomico che è di portata generale) presi nel loro insieme i saggi di quest’ultima sezione formano un così ricco e coerente complesso di analisi e di proposte sulla nostra economia da meritare una evidenza separata.
L’insieme dei contributi consente un approccio completo ed esauriente all’intero arco della produzione scientifica dell’autore. Dalla lettura emergono, vivi e immediati, il profilo di Franco Modigliani studioso di economia, la sua concezione della natura della scienza economica e del ruolo dell’economista, la combinazione di deduzione e induzione, il nesso tra momento positivo e momento normativo, la visione organica del sistema economico.

Franco Modigliani è nato nel 1918 a Roma, dove nel 1939 si è laureato in Giurisprudenza. Nello stesso anno si è trasferito negli Stati Uniti, dove ha studiato alla New School for Social Research di New York. Ha insegnato presso varie università americane e, dal 1962, è professore al Massachusetts Institute of Technology. Attraverso gli anni ha mantenuto attivi contatti scientifici e di lavoro con l’Italia. Nel 1985 gli è stato conferito il Premio Nobel per l’economia.

L’Inferma Scienza – Tre Saggi sulla Istituzionalizzazione della Sociologia in Italia

L’Inferma Scienza – Tre Saggi sulla Istituzionalizzazione della Sociologia in Italia

Autore/i: Balbo Laura; Chiaretti Giuliana; Massironi Gianni

Editore: Società Editrice Il Mulino

unica edizione, introduzione degli autori.

pp. 320, Bologna

I saggi raccolti in questo libro analizzano la nascita e lo sviluppo della sociologia in Italia, nel secondo dopoguerra. Sono dei saggi, e cioè contributi parziali su alcuni specifici aspetti, non fanno la storia della sociologia, non comunque una storia delle idee che la sociologia italiana ha elaborato; e vogliono presentare piuttosto una analisi di processi e rapporti politici tra le istituzioni della scienza e altre istituzioni della società. Costituiscono soltanto un inizio per una ricerca più complessa e più ampia, e in questo senso hanno solo l’ambizione di aprire un discorso.
D’altra parte, il libro non vuole essere un «contributo» al dibattito sociologico in Italia, in un senso tutto intellettualistico e culturale. La spinta a ragionare su questi temi è venuta dal bisogno di conoscere meglio, e di sapersi meglio orientare, rispetto alle alternative che esistono oggi per chi, come produttore o come utente di sapere sociologico, deve fare delle scelte. Punto di arrivo della ricerca è di aver posto in luce le alternative tra un uso «tradizionale» della scienza e dell’università e un uso «critico», e oltre a queste, la prospettiva di un uso di massa scientificamente qualificato, appunto del sapere e dell’università, per il quale, alla metà degli anni ’70, si realizzano in Italia le condizioni.

Gli autori hanno lavorato insieme alla Scuola di Formazione in Sociologia di Milano, dove Laura Balbo e Giuliana Chiaretti hanno insegnato e Gianni Massironi è stato borsista. Massironi, laureato nel 1970 all’Università di Trento, è attualmente al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma; Giuliana Chiaretti lavora sul sistema scolastico americano, trovandosi negli Stati Uniti con una borsa di studio presso l’Università di Harvard; Laura Balbo è all’Università Statale di Milano, dove insegna e fa ricerca in un tipico contesto di università di massa.

La Scienza e la Sociologia della Conoscenza

La Scienza e la Sociologia della Conoscenza

Una analisi della conoscenza scientifica come risultato di una negoziazione sociale

Autore/i: Mulkay Michael

Editore: Edizioni di Comunità

unica edizione, traduzione dall’inglese di Libero Sosio, titolo originale: Science and sìSociology of Knowledge.

pp. 192, Milano

Che la conoscenza sia condizionata da tutta una varietà di fattori è nozione tradizionale che risale ben oltre i «padri fondatori» della sociologia, come Marx, Pareto e Durkheim, e che viene ricondotta talvolta sino a Francesco Bacone. Problema più controverso è invece in quale misura la scienza sia un prodotto della vita sociale e ne sia condizionata. Fino a poco tempo fa è prevalsa la tesi che la conoscenza scientifica sia sottratta al condizionamento da parte della società in virtù di uno status epistemologico particolare: mentre la conoscenza in genere sarebbe condizionata dalla posizione del soggetto nella società, dai suoi rapporti sociali, dai suoi interessi, il contenuto della conoscenza scientifica sarebbe determinato solo dalla natura del mondo fisico. La persona dello scienziato sparirebbe, in altri termini, dietro il carattere completamente oggettivo e impersonale della sua opera. Persino Marx ed Engels riconobbero alla conoscenza scientifica uno status particolare e solo con Mannheim, di fronte ai nuovi sviluppi della fisica del Novecento (il principio d’indeterminazione, la relatività), la visione privilegiata della scienza comincia a dissolversi in una visione più universale.
Ma il fiorire degli studi di sociologia della conoscenza, di storia e di filosofia della scienza ha dato negli ultimi decenni un contributo importante al venir meno di tale status privilegiato della conoscenza scientifica. In questo libro Michael Mulkay, che ha già dedicato vari studi all’analisi sociologica della comunità scientifica, esamina gli assunti filosofici che hanno condotto alla cosiddetta concezione standard della scienza e ne presenta una critica dettagliata, nella quale assume una parte di rilievo l’illustrazione di vari casi storici scelti. Risulta così che la distinzione fra termini d’osservazione e termini teorici, su cui si fondava in gran parte la posizione privilegiata della scienza, non ha alcuna ragione d’essere, che le cosiddette proposizioni fattuali della scienza non sono indipendenti dalla teoria, e infine che la conoscenza scientifica non ha affatto un significato stabile e universale, come si è supposto troppo spesso, bensì è il risultato di una negoziazione sociale fondata su interessi, impegni intellettuali e tecnici e sul controllo deN’informazione e dei mezzi finanziari.
La scienza si rivela così non come una descrizione oggettiva della realtà ma come un’attività interpretativa costruita socialmente. In questo quadro acquistano un grande rilievo i rapporti a doppio senso fra politica e scienza. Le conclusioni stesse raggiunte dagli scienziati si rivelano condizionate dall’impegno politico e dagli interessi corporativi e vengono usate come una risorsa per sostenere posizioni politiche antitetiche. Così la scienza, precipitata dalla sua torre d’avorio, viene restituita alla sua autentica dimensione sociale.

Michael Mulkay è lettore di sociologia all’Università di York. Con Tom Bottomore è condirettore della collana «Controversies in Sociology», nella quale è apparso anche questo libro. È autore di vari studi fra i quali «Functionalism», «Exchange and Theoretical Strategy», «The Social Process of Innovation» e, con David Edge, «Astronomy Transformed».

Dell’Autorità

Dell’Autorità

Dal mondo antico ai giorni nostri, la storia del concetto di autorità e le tendenze politiche, religiose e sociali che esso ha di volta in volta sanzionato

Autore/i: Eschenburg Theodor

Editore: Società Editrice Il Mulino

unica edizione, premessa dell’autore, traduzione di Laura Malaguzzi Valeri, titolo originale: Über Autorität.

pp. 204, Bologna

Il concetto di autorità ha giocato costantemente una funzione centrale nelle ideologie politiche dall’antichità ai giorni nostri, con accentuazione più o meno marcata, e con finalità variamente orientate in rapporto alle diverse strutture sociali e al tipo delle classi egemoni. L’oligarchia romana ne ha fatto una componente essenziale del proprio sistema di potere, mentre l’autocrazia imperiale l’ha integrato con le funzioni esecutive, tutte accentrate in sé. Dal sistema giuridico romano, attraverso la mediazione culturale patristica, il principio di autorità è stato assunto alla base dell’organizzazione ecclesiastica, e quindi nel Medio Evo la scolastica se n’è servita per giustificare la propria concezione organica dello stato: in altri termini, la disuguaglianza teorizzata come sistema sociale. Dopo l’uso che ne hanno fatto, naturalmente in funzione repressiva, le forze conservatrici e le loro ideologie, nell’Ottocento borghese, il concetto di autorità è messo in crisi nei moderni sistemi democratici, come ci mostra a evidenza l’esempio, vivamente presente all’Autore, della Repubblica di Weimar.

Theodor Eschenburg, nato a Kiel nel 1904, è attualmente professore di scienze politiche all’Università di Tubinga. Oltre che di «Über Autorität», qui tradotta, è autore di numerose altre opere.
Ricordiamo: «Die improvisierte Demokratie» (1951), «Der Beamte in Partei und Parlament» (1952), «Herrschaft der Verbände?» (1955) e «Staat und Gesellschaft in Deutschland» (1956).

Una Passione per l’Eccellenza – La Vera Leadership

Una Passione per l’Eccellenza – La Vera Leadership

Titolo originale: A Passion for Excellence

Autore/i: Peters Tom; Austin Nancy

Editore: Sperling & Kupfer Editori

unica edizione, prefazione e introduzione degli autori, traduzione di Maurizio Ferrara.

pp. XX-700, Milano

Nel mondo del management americano è in atto una vera e propria rivoluzione, scatenata in larga misura da un libro: Alla ricerca dell’eccellenza (pubblicato in Italia da Sperling & Kupfer), che ha già venduto più di 5 milioni di copie solo in America. Tom Peters, uno degli autori, e la sua collega Nancy Austin mostrano ora in questa nuova opera come i manager a ogni livello e in qualunque tipo di organizzazione possano prendere parte a questa rivoluzione e quale approccio debbano adottare per mantenere i risultati conseguiti. Una passione per l’eccellenza amplia e approfondisce temi soltanto sfiorati in Alla ricerca dell’eccellenza per poi lanciarsi in nuove, entusiasmanti direzioni, fornendo vasti spunti e suggerimenti concreti sull’arte della leadership. Gli autori illustrano i metodi e i risultati di coloro che possiedono la qualità della «vera leadership» e che, sempre più numerosi, hanno impresso una svolta determinante alle loro organizzazioni. Attraverso centinaia di esempi concreti, definiscono tre punti focali (aree di competenza-chiave) che determinano l’eccellenza a lungo termine in qualsiasi impresa – servizio superiore alla clientela e innovazione costante, entrambi fondati sul continuo apporto creativo di ogni dipendente – e descrivono i gesti quotidiani della leadership, a qualunque livello manageriale, che si traducono in risultati eccellenti. Dedicato ai business leader innovativi di tutto il mondo, Una passione per l’eccellenza, Best-Seller N. 1 negli Stati Uniti, è uno strumento prezioso per chiunque sia impegnato a perseguire l’eccellenza nel mondo dell’impresa privata o nell’amministrazione pubblica.

Tratto Da Una Passione l’Eccellenza:
«Manager di ogni settore stanno rivedendo i principi gestionali collaudati che, non poi così validi, spesso hanno mal servito le istituzioni. […] Il desiderio di agire è palese. […] Rimangono comunque gli interrogativi: chi fa qualcosa di decisamente diverso? E, più importante: quanti hanno sostenuto nel tempo il nuovo ‘nocciolo della questione’? Alla ricerca dell’eccellenza non ha rivelato soluzioni miracolistiche; diceva, semplicemente: rimanete vicini al cliente; uscite dall’ufficio e andate in giro. L’assenza di magia — ‘usate il buon senso’ — si è rivelata proprio il suo maggior punto di forza. […] Una passione per l’eccellenza è un primo passo lungo il cammino che porta alla risposta di quegli interrogativi. Non è un manuale. Non è un libro di teoria. Gli argomenti scelti emergono dall’esperienza maturata in ben cinquecento seminari. Ogni capitolo racconta storie paradossali sull’ossessione per la ricerca del dettaglio, per la ‘caccia’ a un sogno. Ogni capitolo riporta numerosi esempi nonché suggerimenti per interventi pratici che è possibile avviare immediatamente. Ogni capitolo è a sé stante, perciò non è necessario leggere il libro nell’ordine stabilito. La nostra speranza è che tra dieci anni ritorniate a controllare i punti che avete sottolineato, per verificare se state realmente facendo ciò che vi eravate ripromessi di fare.»

Tom Peters ha conseguito il dottorato in ingegneria civile alla Cornell University e il Ph.D. in economia aziendale alla Stanford. È docente presso la Stanford Business School, oltre a essere titolare di una società di consulenza aziendale, il Tom Peters Group, comprendente il Palo Alto Consulting Center, il Center for Management Excellence, che organizza seminari intensivi per top manager, la Not Just Another Publishing Company che, con la consorella Excel-Media, Inc., realizza audiovisivi e stampati. È stato dirigente della McKinsey & Company ed è coautore di Alla ricerca dell’eccellenza. Collabora al Wall Street Journal e ha pubblicato numerosi articoli di carattere economico.

Nancy Austin ha acquisito il suo bagaglio di conoscenze in materia di eccellenza alla Hewlett-Packard, dove era responsabile dei seminari di sviluppo del management. Attualmente presidente della Not Just Another Publishing Company, una delle aziende del Tom Peters Group, è anche coautrice di The Assertive Woman, un libro che aiuta le donne a compiere passi concreti verso un comportamento e un ruolo positivi e determinanti.

Psicoanalisi e Marxismo

Psicoanalisi e Marxismo

Autore/i: Reich Wilhelm; Fromm Erich; Sapir I.

Editore: Savelli Editori

presentazione di Paolo Perrotti, traduzione Roberto Zanzarri.

pp. 272, Roma

Quarant’anni fa in Germania, proprio alla vigilia della disfatta del Partito comunista tedesco e dell’avvento di Hitler al potere, si sviluppava in campo psicoanalitico un grosso dibattito destinato presto ad investire problemi politici più generali. A porre le basi della questione era stato il saggio di Wilhelm Reich, pubblicato nel 1929, Materialismo dialettico e psicoanalisi. Il discorso di Reich, appassionato e polemico, tendeva a dimostrare la possibilità di accordo, anzi di complementarità, tra marxismo e teoria freudiana nell’ambito della ricerca di una strategia vincente per il movimento operaio. Sviluppata successivamente in opere importanti quali La lotta sessuale dei giovani e Psicologia di massa del fascismo la proposta di Reich, se fu perdente sul piano politico per l’accanita opposizione del marxismo ufficiale da una parte e per l’impermeabile conservatorismo del movimento psicoanalitico dall’altra, suscitò tuttavia un’eco di cui in questo libro riportiamo le voci principali, quelle di Fromm e di Sapir.

Di Reich è bene ricordare che dal 1927 al 1933 fu militante comunista, prima nel PC austriaco poi in quello tedesco. I testi di lui qui riportati, più o meno di quel periodo e comunque tutti segnati da quell’esperienza, sono: Materialismo dialettico e psicoanalisi (1929), Che cos’è la coscienza di classe? (1934) firmato con lo pseudonimo di Ernst Parell, Sull’applicazione della psicoanalisi nella ricerca storica (1934). Di Fromm riportiamo La caratteriologia psicoanalitica e il suo significato per la psicologia sociale (1932) e, dello stesso anno, Metodo e compito di una psicologia sociale, infine del 1935 Le condizioni sociali della terapia psicoanalitica. Di Sapir, psicologo sovietico, presentiamo Freudismo, sociologia, psicologia (1930) che esprime la posizione ufficiale dello stalinismo nei confronti della tesi reichiana.

Atlantide l’Ultima Verità

Atlantide l’Ultima Verità

Titolo originale:The Andes Solution

Autore/i: Allen Jim M.

Editore: Sperling & Kupfer Editori

unica edizione, prefazione del colonnello John Blashford-Snell, introduzione dell’autore, traduzione di Elena Giovanelli.

pp. XI-196, numerose illustrazioni b/n, numerose tavole a colori f.t., Milano

Una sensazionale scoperta che getta una nuova luce su uno dei più grandi misteri irrisolti di tutti i tempi.
Indizi, prove e coincidenze sconcertanti che confermano punto per punto la descrizione che Platone ha lasciato della misteriosa civiltà.
Un viaggio affascinante alla ricerca dei resti della mitica città dai templi d’oro.

Un’eccezionale scoperta apre uno spiraglio di luce su uno dei misteri più affascinanti della storia: la leggenda di Atlantide. Già il filosofo greco Platone aveva parlato, nel 380 a.C., della favolosa città-stato e della terribile catastrofe – terremoto e inondazione – che la colpì nel 9600 a.C. facendola inabissare. Ma aveva anche descritto, nei dettagli, la morfologia del luogo: la città sorgeva su un altopiano, circondata da alte montagne, abbellita da un lago e dotata di un sistema di canali d’irrigazione. Decine di altre teorie, sorte in seguito, hanno contribuito ad alimentare il mito, ma ciò che sembra più sorprendente è la tesi avanzata da Jim Alien in questo libro: sull’altopiano della Bolivia, a oltre 3600 metri d’altezza, egli ha infatti individuato una piana rettangolare, simile a quella citata da Platone, e ha analizzato quelli che sembrano i resti di un’imponente opera di canalizzazione; inoltre, altra coincidenza, ha rilevato che l’attuale Lago Poopó pare corrispondere allo specchio d’acqua di cui riferisce l’antico maestro. Così, come riportato alla fine del volume, punto per punto, la trattazione di Platone trova sempre più conferme, ed emergono indizi certi di una civiltà finora sconosciuta… Uno studio accurato e documentatissimo, arricchito da fotografie a colori e in bianco e nero, cartine, mappe e testimonianze, che ha entusiasmato molti e ha ispirato la spedizione internazionale Koto Marna in Sudamerica, condotta dall’esploratore britannico John Blashford-Snell e sostenuta dalla Scientifìc Exploration Society.

«Se dovete leggere un unico libro su Atlantide questa è la scelta migliore che potete fare.» (Booklist)

Jim Allen, appassionato di geografia e di fotografia, ha prestato servizio nella Royal Air Force, occupandosi di restituzione aerofotogrammetrica; è stato anche interprete fotografico, in grado di ricavare da una foto aerea tutte le informazioni possibili. Ha inoltre lavorato a Cambridge come cartografo e ha compiuto studi approfonditi sulle antiche unità di misura.

La Fine di Atlantide – Alla Ricerca della Civiltà Misteriosamente Inabissata Sotto i Ghiacci dell’Antartide

La Fine di Atlantide – Alla Ricerca della Civiltà Misteriosamente Inabissata Sotto i Ghiacci dell’Antartide

Titolo originale: When the Sky Fell. In Search of Atlantis

Autore/i: Flem-Ath Rand; Flem-Ath Rose

Editore: Edizioni Piemme

introduzione di Colin Wilson, traduzione a cura di Daniele Ballarini.

pp. 224, illustrazioni b/n, Casale Monferrato (AL)

«Questo libro dà sostegno scientifico alla teoria che Atlantide è realmente esistita che i segreti della sua leggendaria civiltà perduta giacciono sotto i ghiacci dell’Antartide. Questa teoria cambia radicalmente la nostra intera storia dell’umanità.» (Colin Wilson, autore del best-seller Da Atlantide alla Sfinge)

La civiltà perduta di Atlantide non è un mito leggendario, ma è realmente esistita e venne sommersa dai ghiacci dell’Antartide circa 10.000 anni prima di Cristo in seguito alle conseguenze catastrofiche dovute allo spostamento della crosta terrestre.
Rand e Rose Flem-Ath ne hanno trovato le prove incontrovertibili in diverse testimonianze che ci vengono dall’antichità: di Adantide non solo parla Platone, ma anche alcuni documenti cinesi che risalgono a molti secoli prima di Cristo. Un geografo tedesco del XVI secolo, tale Kircher, seguì queste tracce e giunse a disegnare una mappa sorprendentemente dettagliata di quella che doveva essere la civiltà perduta di Atlantide.
Gli autori di questo libro hanno ritrovato tutti questi indizi documentari e li hanno messi a confronto con le teorie scientifiche più aggiornate. Il risultato è incredibile; le teorie scientifiche del geologo Charles Hapgood confermano esattamente quegli antichi documenti e offrono la prova scientifica finora mancante sulla collocazione storico-geografica di Atlantide e sulle ragioni della sua misteriosa scomparsa.

Rand e Rose Flem-Ath vivono a Ladysmith, nella Columbia Britannica (Canada). Sono entrambi bibliotecari e da molti anni raccolgono documentazione e conducono ricerche sulle teorie relative ad Atlantide, la sua localizzazione e la sua misteriosa fine.

Taglia Trentotto – Bulimia, Amore e Rabbia

Taglia Trentotto – Bulimia, Amore e Rabbia

Autore/i: Longo Stefania

Editore: Edizioni MEMORI

prefazione di Silvana Mazzocchi.

pp. 160, Roma

Una storia vera, cruda, spesso anche grottesca. L’autrice è bulimica, conosce bene la sua condizione, sa come conviverci come raccontarla con linguaggio immediato e diretto.
Stefania Longo vive in provincia, una provincia bella, sana e ricca. Non come lei.
In questi racconti, tutti collegati dal file rouge del suo disturbo alimentare, descrive la vita di tutti i giorni: il treno dei pendolari, il lavoro, l’amore, la rabbia, la famiglia e le vetrine dei negozi alla moda che offrono un modello femminile che non può e non deve superare la taglia 40.
Si è sdoppiata tra ideali di perfezione e una cruda realtà di continue abbuffate, ma la sua, più che una doppia vita è stata una non-vita per tanti anni, un’esistenza ai limiti della decenza e della magrezza, da vera “underdog”.

Stefania Longo è stata una bambina precoce e vivace, dotata di rara intelligenza. È diventata poi una studentessa modello, esempio di diligenza e caparbietà. Dopo gli studi ha cercato sempre di essere la migliore e di emergere come impiegata dell’anno.
Invece Stefania Longo non è nulla di tutto questo. È stata una ragazza bulimica. In questi anni ha sperimentato la malattia in tutti i suoi aspetti grotteschi, infernali, paradossali. Il disturbo alimentare l’ha portata a nutrirsi di parvenze da brava ragazza con tragici retroscena bulimici e pesanti ossessioni alimentari. Quando si è affidata alla medicina tradizionale non ha ottenuto alcun risultato. Ha quindi sconfitto i suoi demoni da sola e ora è definitivamente guarita.

La Divisione del Lavoro Sociale

La Divisione del Lavoro Sociale

Titolo originale: De la Division du Travail Social

Autore/i: Durkheim Émile

Editore: Edizioni di Comunità

quarta edizione, introduzione di Alessandro Pizzorno, prefazioni dell’autore, traduzione dal francese di Fulvia Airoldi Namer.

pp. XXXVI-416, Milano

Dall’introduzione di Alessandro Pizzorno:
“[…]  Ma l’opera di Durkheim cerca anche di dare risposta – ed è questo il suo aspetto più interessante e duraturo – ad un altro e più universale quesito del pensiero sociale del suo tempo : è possibile fondare l’ordine sociale e la convivenza civile sul semplice riconoscimento degli interessi individuali? È possibile che i rapporti tra gli individui siano regolati puramente dall’accordo, contrattuale o no, tra i loro interessi, e non affondino invece le loro radici in un elemento che è comune a tutta la collettività? L’indagine volta a dimostrare l’insufficienza dell’individualismo e del contrattualismo, e ad indicare quali possano essere i fondamenti collettivi della solidarietà, lo porterà a sostenere tre tesi di fondo : che la divisione del lavoro è un fatto moralmente positivo, e che quindi la specializzazione va perseguita come un valore morale; che i valori morali sono suscettibili di indagine e di dimostrazione scientifica, in quanto essi sono funzione della struttura della società cui si riferiscono; che esistono fatti i quali non sono riconducibili ne a cause biologiche né a cause psicologiche, e che quindi vanno studiati con un metodo appropriato e specifico, che è il metodo sociologico.
Affrontando il fenomeno della divisione del lavoro, Durkheim accettava battaglia sul punto forte del l’avversario. Per gli economisti del Settecento, per Turgot, per Smith, la divisione del lavoro serve proprio a dimostrare il felice funzionamento del «sistema dei fini egoistici». I compiti lavorativi vengono divisi allo scopo di aumentarne la produttività. Così aumentano le possibilità di consumo, e quindi di godimento, per coloro stessi tra cui i compiti vengono divisi. Soltanto un contemporaneo di Smith, Ferguson, anticipando singolarmente Durkheim, concepisce la divisione del lavoro come fondamento della solidarietà nelle società differenziate, e ne individua un fattore di incremento nell’accrescersi della popolazione e delle dimensioni della società. Marx poi orienterà l’analisi verso la distinzione tra divisione sociale e divisione tecnica del lavoro, descrivendone la diversa natura e le diverse conseguenze. Ma Durkheim probabilmente non conosceva Ferguson, e in quanto a Marx lo considerava partecipe del pensiero individualistico e soggetto alle stesse contraddizioni. […]”

Esistenza e Libertà – A Partire da Hannah Arendt

Esistenza e Libertà – A Partire da Hannah Arendt

Autore/i: Flores d’Arcais Paolo

Editore: Casa Editrice Marietti

prima edizione, premessa dell’autore, in copertina: Aristarch Vasil’evic Lentulov, La città, 1919.

pp. 144, Genova

Nel dichiarare la propria avversione per quelle filosofie che ambiscono «stare dalla parte della Storia», Paolo Flores d’Arcais ripropone qui tre saggi intempestivi (usciti rispettivamente nel ’82, ’85 e ’89) che hanno quale centro tematico il rapporto tra la finitezza dell’esistenza, la relatività dei valori e l’irriducibile carattere individuale della scelta etico-politica. La critica dei marxismi, che percorre questi saggi, è svolta tutta all’insegna di una nuova e (spera l’autore) più rigorosa radicalità nella critica dell’esistente, a partire soprattutto da talune elaborazioni di Hannah Arendt.
Centrale è l’idea che «il conflitto più autentico si giochi tutto all’interno dei valori occidentali, nel quadro della democrazia liberale», ma che proprio per questo esso risulti «non meno radicale di quello ipotizzato dalle infinite varianti rivoluzionarie». Anzi.
Flores d’Arcais denuncia l’eufemismo di chi parla di «trasformazione» della democrazia, occultando quella che è un’autentica eclissi, il ridursi della democrazia liberale a finzione rituale, sotto la spinta del professionismo politico che diventa monopolio e del conseguente «primato del trafficare sull’agire».
Contro ogni uso consolatorio della teoria, infine, Flores d’Arcais resta convinto che la filosofia politica, qualora rinunci alla critica dell’esistente, venga meno alla sua vocazione e al suo compito.

Paolo Flores d’Arcais è nato a Cervignano del Friuli (Udine) nel 1944. Filosofo, direttore della rivista «MicroMega» (insieme a Giorgio Ruffolo), collabora al quotidiano «La Repubblica» di Roma e a «El Pais» di Madrid. Ha pubblicato il volume Il dubbio e la certezza – ne; dintorni del marxismo e oltre (Milano 1982) e saggi su «Il concetto di sinistra», «Il disincanto tradito», «La democrazia presa sul serio», Hannah Arendt, Albert Camus, Maurice Merleau-Ponty, Leszek Kolakowski, il dissenso nei Paesi dell’est eccetera. Presso la Marietti ha pubblicato il volume Oltre il Pci. Per un partito libertario e riformista (1990). Dirigente giovanile del Pci, viene espulso dal partito nel 1967 per frazionismo e trotskismo. È uno dei dirigenti del movimento studentesco del ’68. Attualmente è fra gli animatori della «sinistra dei club».

Il Ballo Proibito – Storie di Ebrei e di Tango

Il Ballo Proibito – Storie di Ebrei e di Tango

Autore/i: Biagini Furio

Editore: Casa Editrice Le Lettere

prima edizione, prefazione di Moni Ovadia, premessa dell’autore.

pp. 176, Firenze

Nel periodo tra il 1875 e il 1914 sbarcarono a Buenos Aires, il porto più australe d’Europa, più di 5 milioni di stranieri, il 14 per cento del movimento migratorio mondiale. Molti di questi immigranti erano ebrei che provenivano dai più disparati luoghi dell’Europa orientale.Buenos Aires sembrava allora una nuova torre di Babele. Dalla fusione di tutte le culture che in quella città si erano incontrate nasceva il tango, un’affermazione d’identità e un rito che liberava dalle angosce della vita. L’apporto degli ebrei a questa avventura collettiva, fatta di centinaia di avventure individuali, ha contribuito a fare di questo ballo-canzone un’arte universale.Originari della Russia, della Polonia o dell’Ucraina, in fuga dalle persecuzioni e dalla miseria, gli ebrei lottarono duramente per integrarsi nella vita argentina, un paese in cui i sentimenti antisemiti erano largamente diffusi. Per molti di loro il tango, musica e danza scandalosa per la borghesia porteña, fu un mezzo di assimilazione e non è un caso se entrambi ebbero come comuni nemici i militari golpisti e i movimenti fascisti.Musica nata a Buenos Aires, il tango è stato luogo d’incontro e di creazione collettiva per uomini venuti da ogni parte del mondo e anche l’apporto ebraico fa parte delle fondamenta sulle quali si appoggia: l’universalità della vita.

Furio Biagini (Pistoia 1954) è docente di Storia dell’Ebraismo presso l’Università degli Studi di Lecce. Autore di saggi e articoli sul sionismo e la storia del movimento operaio ebraico, ha pubblicato Nati altrove. Il movimento anarchico ebraico tra Mosca e New York (1998) e Mussolini e il sionismo (1998).