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L’Operaio e le Scogliere di Marmo

L’Operaio e le Scogliere di Marmo

Autore/i: Evola Julius

Editore: Edizioni di Ar

prima edizione, nota introduttiva di Julius Evola, collana: Quaderni del Veltro n° IV – collana diretta da Claudio Mutti.

pp. 36, Padova

A Julius Evola si deve il merito di aver contribuito a diffondere e conoscere numerosi autori. Uno di questi è Ernst Jünger. Evola, infatti, si è attenzionato all’opera e agli scritti jüngheriani già prima della Seconda Guerra Mondiale, quando il nome di Jünger iniziava ad essere appena conosciuto fra i germanisti italiani.
E’ opinione generale, che Sulle scogliere di marmo sia uno Schlüsselroman, cioè un romanzo a chiave, nel quale le vicende e gli stessi personaggi hanno un carattere simbolico e si riferiscono a rivolgimenti e forze in atto ai nostri giorni, avendo dunque il valore di mezzi espressivi fantastici per una idea precisa. Il centro di questo nuovo libro, scritto dallo Jünger nel 1939, è il contrasto fra due mondi. L ‘uno è quello della Marina e dei pascoli, sovrastati dalle scogliere di marmo; è un mondo patriarcale e tradizionale, ove la vita nella natura e lo studio della natura hanno per controparte una superiore saggezza e un simbolo ascetico e sacrale incorporato eminentemente, nel romanzo, dalla figura di Padre Lampro, il custode del Mistero, della tradizione sacra e della contemplazione. Di contro al mondo raccolto presso le “scogliere di marmo” sta quello delle paludi e dei boschi, ove signoreggia una paurosa, diabolica figura che lo Jünger chiama l’Oberförster (tradotto con Forestaro): è, questo, un mondo elementare, di violenza, di crudeltà; di ignominia, di disprezzo di ogni valore umano. L’opera principale di Jünger, secondo Evola, fu senz’altro L’operaio, opera del 1932 e che trovò una traduzione in italiano solo nel 1985. Tuttavia, Evola fu il primo già negli anni Cinquanta a cercare di tradurlo. Non essendo riuscito nella sua operazione decise, anche in ragione dell’idea di rettificare alcune parti del pensiero di Jünger, di scrivere un libro sull’Operaio potendo così commentare e selezionare le parti più interessanti del testo. Nacque così L’operaio nel pensiero di Ernst Jünger del 1960.
Coi brevi scritti che troveranno posto in questa serie dei Quaderni del Veltro intendiamo contribuire a comporre una panoramica delle testimonianze e degli interventi di cui furono protagonisti, nella storia e nella lotta politica, uomini e movimenti animati da uno spirito radicalmente diverso da quello moderno.

Un inglese, un italiano, uno spagnolo… • Europei nello specchio della Francia (secc. XVI-XVIII)

Un inglese, un italiano, uno spagnolo… • Europei nello specchio della Francia (secc. XVI-XVIII)

Autore/i: Cabibbo Sara

Editore: Biblink Editori

pp. 172, Roma

Nel corso dell’età moderna la teoria classica degli umori – che aveva fino ad allora decodificato il rapporto fra la natura, gli individui e i popoli – si piegò alle esigenze dei nuovi Stati europei e alle configurazioni della contemporanea geopolitica, attraversata da guerre, inimicizie, alleanze, itinerari di merci e persone che disegnavano le differenze fra un territorio e l’altro e fra i rispettivi abitanti.
Questo volume mette a fuoco lo sguardo rivolto dalla cultura francese sugli altri popoli in quel segmento della storia europea compreso fra il Cinque e Settecento, quando il processo di formazione e consolidamento della monarchia dei Valois e successivamente dei Borbone, e le strategie da essa adottate nel campo della politica interna ed internazionale, dettero vita ad una produzione diversificata di testi rivolti ad individuare i caratteri ‘nazionali’ degli altri Stati e a trovare in essi – come in uno specchio in cui si proiettavano le specificità degli altri – le ragioni della propria identità.
Tratteggiate le dinamiche belliche, commerciali e culturali che segnarono questo periodo, lo studio tematizza quella ‘geopolitica degli umori’ che alimentò le differenze fra i popoli del nord, del mezzo e del sud dell’Europa spiegandone le diverse attitudini e fissando nello stesso tempo alcuni stereotipi di lunga durata.
Il tragitto condotto dalla ricerca attraverso l’Europa del Sei-Settecento passa per le guerre del ‘secolo di ferro’ sostenute dalla ‘naturale’ inimicizia della Francia con altri Paesi e soprattutto con la Spagna; si sofferma a tavola, con la sua articolata ‘civiltà delle buone maniere’; analizza i rapporti commerciali codificati dalla trattatistica settecentesca che, nel disegnare le dinamiche dell’‘economia mondo’, osservò i comportamenti dei mercanti dei diversi Paesi; riflette sul viaggio, terreno di eccellenza di quegli ‘umori vagabondi’ espressi dai resoconti dei viaggiatori tanto numerosi da costituire un vero e proprio genere letterario. Le molte facce dello specchio così ricostruito riflettono in un tempo lo stereotipo dell’altro e l’identità dell’osservatore.

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Introduzione

1. Lo scenario di riferimento
L’idea di Europa – L’Europa degli Stati e delle guerre di religione – L’Europa delle corti e delle capitali – L’Europa della circolazione di merci e individui

2. La geopolitica degli umori
Gli umori degli individui, gli umori delle popolazioni – Dell’antipatia fra francesi e spagnoli – Lo spirito delle nazioni – Comprendersi

3. A tavola
Le buone maniere – La civilité della mensa – Fra res coquinaria e pratiche alimentari

4. Negozianti e commercianti

Il mercantilismo e la Francia del grand siècle – Le parfait négociant – Savary junior e il Dictionnaire universel du commerce

5. In giro per l’Europa
«Umori vagabondi» – La Bibliothèque universelle des voyages: libri e stereotipi – Frammenti italiani nello specchio della Francia

Conclusioni
Indice dei nomi

Il Giovane Feuerbach

Il Giovane Feuerbach

Autore/i: Cesa Claudio

Editore: Editori Laterza

introduzione dell’autore.

pp. 304, Bari

Questo studio è il primo – nella pur rispettabile letteratura su Feuerbach – che sia dedicato alla ricostruzione del processo intellettuale del filosofo, dalle prime letture al 1837. Sono presi in esame le riflessioni e le esperienze degli anni di università, che segnarono il suo distacco dagli studi teologici, e scritti quali la dissertazione di laurea, i Pensieri sulla morte e l’immortalità, i lavori di storia della filosofia, le polemiche filosofiche. E la storia del «giovane Feuerbach» è studiata sullo sfondo delle polemiche tra razionalisti e romantici, hegeliani e schellingiani, panteisti e deisti, di quelle polemiche, cioè, che costituiscono il terreno culturale prima della diffusione, e poi della rapida crisi dell’idealismo classico tedesco.

Negli ultimi decenni, in gran parte sotto lo stimolo delle discussioni per l’interpretazione della genesi del materialismo storico, l’interesse di molti studiosi si è andato rivolgendo a quella fase della storia della cultura tedesca – grosso modo tra le rivoluzioni del 1830 e del 1848 – nella quale la filosofia di Hegel conobbe una rapidissima diffusione, per essere poi sottoposta a critiche sempre più radicali, ed essere infine «messa da parte», come disse Engels. C’è stato chi ha studiato questa fase della storia del pensiero tedesco nella prospettiva della «dissoluzione» della cultura hegeliana e goethiana, domandandosi con angoscia cosa restava, dopo di essa, per l’uomo di oggi; e chi se ne è occupato soltanto come dell’ambiente nel quale si è formato il pensiero di Marx e di Engels.
In tutti gli studi su questo periodo a Feuerbach si è sempre attribuito, come del resto è ovvio, un posto importante; della sua opera si conosce però di solito solo una parte, gli scritti cioè redatti tra il 1839 ed il 1843, quando nella sua mente era già definitivamente maturato il distacco dall’hegelismo.
Ma quali sono le tappe che portano a questo distacco? Il problema non è di scarsa importanza, se si pensa che, tra gli esponenti della prima generazione della sinistra hegeliana – tra coloro cioè che si accostarono al sistema di Hegel quando il filosofo era ancora in vita, e che, come nel caso di Feuerbach, ne furono diretti discepoli – Feuerbach è l’unico che avesse al centro dei suoi interessi non la teologia o la politica, ma la «filosofia». In una storia dell’hegelismo tra il 1830 ed il 1840 Feuerbach occupa probabilmente il posto centrale; e le sue riflessioni hanno spesso un valore paradigmatico per la storia di tutta la sua generazione.
Sono state queste considerazioni che hanno spinto Claudio Cesa alla presente indagine, rivolta ad illuminare le disposizioni e gli atteggiamenti speculativi del giovane Feuerbach quali si manifestano nel periodo della prima e decisiva formazione. L’importanza della ricerca del Cesa non risiede soltanto nella minuziosa ed accurata analisi dei primi scritti dell’autore dell’Essenza del Cristianesimo e nella ricostruzione dell’ambiente filosofico, culturale e politico nel quale essi si collocano. La fine analisi del Cesa individua in effetti, attraverso lo studio dei predetti elementi, anche le premesse essenziali del processo interno ed esterno attraverso il quale si maturò quella critica radicale di Hegel che doveva, in breve lasso di tempo, portare alla crisi e al «rovesciamento» dell’hegelismo prima sul terreno della religione, poi su quello dell’economia e della prassi storica.

Nato a Novara nel 1928, alunno dal 1946 al 1950 della Scuola Normale Superiore di Pisa, Claudio Cesa ha poi frequentato come borsista le università di Friburgo in Brisgovia, Gottinga e Parigi. Dal 1956 è professore nei licei. Nel 1955 ha pubblicato Apostolato cattolico e condizione operaia (De Silva, Torino). Negli anni successivi ha redatto una serie di articoli su personalità della scuola hegeliana (Bruno Bauer, L. Feuerbach, gli hegeliani di Tubinga). Ha collaborato e collabora, tra l’altro, a «Quaderni di cultura e storia sociale», «Il Ponte», «Belfagor», «Giornale critico della filosofia italiana». Ha tradotto in italiano, per le edizioni Laterza, l’antologia della Sinistra hegeliana.

Brutti Cinesi

Brutti Cinesi

Titolo originale: Choulou de Zhongguoren

Autore/i: Bo Yang

Editore: Editrice Pisani

prefazione di Anna Maria Paoluzzi, traduzione dal cinese di Anna Maria Paoluzzi.

pp. 160, Isole del Liri (FR)

«Nelle nostre vene scorre sangue cinese, a prescindere da quale sia la nazionalità riportata sui nostri passaporti».

I cinesi sono: arroganti, rozzi, sporchi, vendicativi, presuntuosi… o almeno così li descrive Bo Yang, uno degli scrittori più noti e più discussi in Cina fin dalla metà degli anni Ottanta.

Ironico e dissacrante, Bo Yang non esita a tratteggiare i difetti e le mancanze del “tipico cinese”, mettendone in luce i tratti più marcati e bizzarri. I testi raccolti in questo volume sono un miscuglio di psicologia popolare, analisi politiche, aneddoti divertenti e pieni di umorismo; il risultato è una satira pungente e al tempo stesso piena di affetto, un incitamento continuo rivolto ai suoi connazionali a confrontarsi con i propri difetti.

Bo Yang (vero nome Guo Yidong) è nato Cina, nella provincia di Henan nel 1920. Trasferitosi a Taiwan nel 1949 si è imposto all’inizio come autore di romanzi, dedicandosi successivamente alla saggistica. Severo critico del regime nazionalista a Taiwan, fu imprigionato per sette anni per aver diffuso una vignetta satirica su Chiang Kai-shek. Liberato grazie alle proteste di vari intellettuali taiwanesi e alle pressioni del governo statunitense, Bo Yang si dedico successivamente alla stesura di opere e saggi storici. Attualmente si occupa della tutela dei diritti umani a Taiwan dove ha fondato e diretto una sezione di Amnesty International.

Grafologia – Come Imparare a Conoscere Se Stessi e gli Altri

Grafologia – Come Imparare a Conoscere Se Stessi e gli Altri

Autore/i: Romagnoli Bianchi Rosanna

Editore: Tecniche Nuove

prefazione dell’autrice.

pp. VII-152, numerose illustrazioni in bianco e nero, Milano

“Conosci te stesso” è il punto di saggezza estrema a cui dovrebbe guidarci il pensiero più profondo.
La grafologia, scienza ancora misconosciuta, può essere di grande aiuto per valutare le nostre possibilità, le nostre carenze, le nostre debolezze e trarre da questa conoscenza la possibilità di orientarci verso ciò che ci è più congeniale.
La grafologia permette di visualizzare la psiche dello scrivente, attraverso la grafia, quasi fosse qualcosa di tangibile.

Questo libro è un invito per tutti coloro che desiderano acquistare sicurezza attraverso la conoscenza di sé e degli altri, la terminologia usata è semplice e chiara e consente di ottenere in breve tempo i migliori risultati.

La Letteratura Egizia

La Letteratura Egizia

Autore/i: Donadoni Sergio

Editore: Sansoni Editore

nuova edizione aggiornata, prefazione dell’autore.

pp. 304, Firenze

Sergio Donadoni è titolare della cattedra di egittologia all’Università di Roma. Egli ha approfondito direttamente alle fonti e propri studi, partecipando e guidando varie missioni archeologiche sull’Egitto proprio, in Nubia e nel Sudan. Su designazione dell’Unesco fece parte, una qualità di membro straniero, della missione epigrafica egiziana al tempro di Aba Simbel in Nubia. Frutto di questi studi e di queste ricerche sono alcune sue importanti opere, tra le quali ricordiamo, oltre al presente volume: «La civiltà egiziana», «Arte egizia», «La religione dell’Egitto antico».

«Appunti di grammatica egiziana».

Uno dei volumi che maggiormente sottolineano l’importanza del contributo dato dalla presente collezione alla conoscenza della letteratura universale. In contrasto con taluni egittologi che sostengono l’impossibilita di trattare una storia della letteratura egiziana, Sergio Donadoni afferma che il problema non va affrontato secondo i moduli consueti ma che occorre partire «da quel che effettivamente c’è restato, e stabilire in che rapporti possano essere messi gli uni con gli altri i singoli momenti, quali problemi di cultura comune circoscrivano, come si condizionino vicendevolmente. Cosa possa essere una storia della letteratura egiziana lo dirà solo questo processo di identificazione e di interpretazione dei testi come elementi di un organismo unico: la definizione di certi indirizzi di “cultura letteraria” e, più profondamente, di esperienze umane come esperienze di una società». Per questa via l’autore ha sistematicamente analizzato e raccolto in un quadro organico il messaggio letterario dell’antico Egitto, offrendoci non soltanto un’opera originale, ma anche un testo vivo, ricco di citazioni e di riferimenti che hanno di continuo il sapore di una scoperta.

Oltre Ogni Illusione – Romanzo

Oltre Ogni Illusione – Romanzo

Titolo originale: Beyond Illusions

Autore/i: Duong Thu Huong

Editore: Garzanti Editore

traduzione dall’inglese di Serena Lauzi.

pp. 280, Milano

Dang Thu Huong è considerata la maggiore scrittrice vietnamita. Malgrado lo straordinario successo dei suoi romanzi – ottenuto in periodi di relativa liberalizzazione – la sua opera è di fatto bandita nel suo paese. Queste «gemme letterarie che trasudano nitroglicerina politica» («Entertainment Weekly») rappresentano infatti una delle più efficaci testimonianze a favore della democrazia e della tolleranza. Come ha scritto «The New York Times Book Review», «Se è un crimine osservare lucidamente la realtà della guerra e la vita sotto un regime totalitario, e raccontarlo con arte e maestria, allora Duong Thu Huong è gloriosamente colpevole».
Oltre ogni illusione, pubblicato nel 1987, è il suo primo romanzo. Linh, la protagonista, è una giovane insegnante devota al marito, il giornalista Nguyen. Ma quando si accorge che l’uomo che ama e rispetta ha tradito gli ideali della loro giovinezza e ha iniziato a scrivere articoli pieni di «bugie», abbandona lui e la loro figlioletta. Ad affascinarla ora è un anziano compositore, Huong Ly, con cui inizia una nuova relazione. Esplorando i sentimenti di una donna intelligente e generosa, Oltre ogni illusione racconta con accenti nuovi il conflitto tra idealismo e opportunismo, tra l’esigenza della libertà e i vincoli che ci ingabbiano e ci piegano.
Delicata e precisa, la scrittura di Dnuong Thu Huong segue l’evoluzione di Linh e la conduce, insieme a noi, verso una diversa consapevolezza. Cogliendo la disillusione del moderno Vietnam, mette a nudo le difficoltà di una donna che vuole affermare la propria dignità e libertà in un mondo dove il potere ha corrotto l’amore, dove la paura riduce al silenzio, dove prosperano voltagabbana e adulatori.

Drone Thu Huong (1947), vietnamita, è autrice di diversi romanzi tradotti in inglese e francese. Ai tempi della guerra del Vietnam, a vent’anni, ha guidato una brigata della Gioventù Comunista al fronte: è una dei tre sopravvissuti su quaranta. Ha iniziato a lavorare nel 1975 come sceneggiatrice cinematografica, ma si e ben presto scontrata con la censura. Nel 1987 ha approfittato di una breve apertura del regime per pubblicare Oltre ogni illusione, mentre i suoi romanzi successivi sono stati pubblicati solo all’estero. Nel 1990 e stata espulsa dal Partito Comunista e l’anno successivo incarcerata per sette mesi. Di recente ha scelto l’esilio in Francia.

L’Uomo, Ricercatore e Giocatore – L’Esperienza Mistica e Creativa nella Vita Umana

L’Uomo, Ricercatore e Giocatore – L’Esperienza Mistica e Creativa nella Vita Umana

Testi ripresi da Eranos Jahrbuch – Hugo Rahner: Der Spielende Mensch – Erich Neumann: Der Mystische Mensch – Adolf Portmann: Der Naturforschende Mensch

Autore/i: Rahner Hugo; Neumann Erich; Portmann Adolf

Editore: Red Edizioni

unica edizione, curatore della collana Claudio Risé, presentazione di Olga Froebe Kapteyn, traduzione Rolando Galluppi, collana: Quaderni di Eranos – Immagini del profondo n° 58.

pp. 152, ill. in b/n, Como

… Nel gioco, nell’esperienza mistica, nella ricerca si manifesta la forza creativa dell’inconscio…La riflessione sul significato profondo dell’Uomo, nel suo rapporto col mondo e con Dio, costituisce il filo conduttore dei contributi raccolti in questo nuovo volume dei Quaderni di Eranos

Hugo Rahner, il grande studioso del cristianesimo, indica nel gioco la manifestazione più alta della creatività e della libertà umana, oltre il condizionamento dei mezzi e dei fini, per giungere alla scoperta di una dimensione cosmica, in cui è Dio stesso che gioca. Erich Neumann, allievo di Jung, riconduce la genesi dell’uomo mistico all’incontro conflittuale tra Io e non-Io nell’esperienza del Sacro, e giunge al sorprendente risultato per cui il mistico autentico non si rivela nell’estasi, quando cioè rifiuta la realtà e annulla il suo Io, bensì nell’apertura al mondo in modalità sempre cangianti. Adolf Portmann, biologo e zoologo, ritiene che il prevalere della funzione teoerica sia responsabile dell’incapacità dello scienziato moderno di cogliere la natura in una esperienza globale: solo se guidato dalla funzione estetica lo studioso può apprezzare le molteplici varietà delle forme di vita che, a loro volta, ne fecondano l’interiorità e ne accrescono la forza creativa.

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Presentazione: Eranos di Olga Froebe Kapteyn

  • L’uomo giocatore (H. Rahner)
  • L’uomo mistico (E. Neumann)
  • Lo studioso della natura (A. Portmann)

Il Segno della Musica – Saggi di Semiotica Musicale

Il Segno della Musica – Saggi di Semiotica Musicale

Autore/i: Stefani Gino

Editore: Sellerio Editore

prima edizione, presentazione dell’autore, collana: Prisma n° 92, in copertina: Sirena arpista, xilografia del XVI secolo (particolare).

pp. 240, nn. ill. in b/n n.t., Palermo

… In che modo la musica significa? È la domanda diretta a cui questo libro cerca di dare risposte. E se a queste risposte ci sembra di dover o poter dare lo statuto e il nome di una disciplina, questa sarà la semiotica (o semiologia) della musica…

Gino Stefani (Samarate, 1929 – Roma, 2019) è stato un semiologo, musicista e musicologo italiano, dopo un’esperienza nel jazz, è noto come studioso nella musica liturgica e nella pedagogia musicale. È fra i pionieri della semiotica della musica, di cui è stato autore di numerose pubblicazioni, promotore di importanti convegni e iniziative culturali, professore a Roma, Parigi e per molti anni a Bologna. Negli ultimi decenni le sue attività di ricerca e insegnamento sono continuate e confluite nella disciplina globalità dei linguaggi, accanto all’ideatrice Stefania Guerra Lisi.

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Presentazione

Una teoria della competenza musicale

  • Codice
  • Il modello
  • I livelli
  • Applicazioni

Tempo: scansioni e durate

  • Premesse
  • Teoria
  • Sviluppi e applicazioni

Entrata, esordio, inizio

  • I dati e l’ipotesi
  • L’Entrata cerimoniale
  • L’Esordio retorico
  • Lo “schema omologico”
  • Corelli, Concerto di Natale
  • Bach, Toccata in Re minore
  • Mozart, Sinfonia in Do maggiore K 551
  • Beethoven, Quinta Sinfonia
  • Chopin, Grande Valzer brillante op. 18
  • Bartòk, Quinto Quartetto
  • Conclusioni e prospettive

La scansione incitativa

  • Codice colto e codice popolare
  • L’unità ritmico-metrica
  • Le scansioni incitative
  • Canto e musica popolare
  • Musica colta

L’intonazione recitativa arcaica

  • Recitazione
  • Recitativo liturgico
  • Canto popolare
  • Lirica operistica
  • Verso una definizione del codice

La melodia: una prospettiva popolare

  • Il progetto
  • Il modello
  • Tattiche
  • Generi
  • Melodie di successo

Intervalli: tra grammatica e lessico

  • Premesse
  • Il modello
  • Prospettive e problemi

L’intervallo di seconda

  • Un inventario del senso
  • Unità di articolazione scalare
  • Cromatismo
  • Esatonismo
  • Pertinenze tonali e modali
  • Pertinenze armoniche
  • Stili, contesti, sintagmi
  • Dall’inventario al modello
  • La teoria acustica
  • La grammatica divulgativa
  • Il codice emotivo

Analisi, semiosi, semiotica

  • Usi musicologici dei termini “analisi”, “interpretazione”

Pertinenza e ideologia

  • L’oggetto delle scienze umane
  • Intorno a una sinfonia
  • Le insidie del discorso ermeneutico
  • Scienza e privilegi

Bibliografia

Nazionalismo Arabo e Nazionalismo Ebraico

Nazionalismo Arabo e Nazionalismo Ebraico

1798-1992 – Storia e Problemi

Autore/i: Maltese Paolo

Editore: U. Mursia Editore

prima edizione, premessa dell’autore, collana: Fatti, Testimonianze, Reportages n° 16.

pp. 320, 63 fotografie in b/n f.t. e 7 cartine n.t., Milano

Le radici storiche del conflitto tra arabi ed ebrei affondano in un’epoca più lontana di quanto comunemente si creda. Bisogna risalire alla spedizione napoleonica in Egitto del 1798 per trovare i prodromi del nazionalismo arabo ed ebraico che sfoceranno nei sanguinosi conflitti del XX secolo. Un testo fondamentale per capire il travaglio che da anni agita il mondo arabo e la profondità del radicale dissidio tra arabi, palestinesi e Israele. Un approccio più distaccato sul piano dell’informazione e della comprensione – sottraendosi così a verità parziali e a diagnosi inadeguate di cui questa storia è colma – è dunque possibile solamente sulla base di codesta più vasta e adeguata conoscenza del luogo, contrastato, spesso doloroso procedere di questi due nazionalismi: entro un percorso irto di traumatici eventi, mescolato ai numerosissimi problemi che quegli eventi provocarono (dal complesso confronto con la propria religione e con la modernità per gli arabi, a quello col sionismo per gli ebrei), da quella lontana epoca sino ai giorni nostri. Solo così, infatti, è possibile rendersi conto del travaglio che da tanto tempo agita il mondo arabo e della profondità del radicale dissidio che per anni ha opposto arabi, palestinesi e Israele, di cui l’aggressione irachena del Kuwait, la guerra del Golfo, il ripetersi della tragedia curda, i difficili colloqui tra siriani, giordani, libanesi, palestinesi e israeliani, rappresentano la più recente manifestazione.

Paolo Maltese, studioso di storia e politica mediorientali, ha tra l’altro pubblicato La Terra Promessa, La guerra italo-turca e la conquista della Libia 1911-1912, Perché il quarto conflitto arabo-israeliano, Storia del canale di Suez, L’Egitto e il canale 1833-1956.

Radio Moro

Radio Moro

Autore/i: Salerno Andrea

Editore: Rizzoli

collana: BUR Senzafiltro – Ambra Jovinelli.

pp. 144, libro+DVD, Milano

… Un viaggio nel nostro passato, un docufilm irregolare che racconta i 55 giorni del sequestro attraverso i giornali radio RAI… Per quanto riguarda la nostra proposta di uno scambio di prigionieri politici perché venisse sospesa la condanna e Aldo Moro venisse rilasciato, dobbiamo soltanto registrare il chiaro rifiuto della Dc. Concludiamo quindi la battaglia iniziata il 16 marzo, eseguendo la sentenza a cui Aldo Moro è stato condannato.

Il DVD: ricostruisce attraverso suoni e immagini originali il rapimento di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse. Con una scelta radicale e una sintesi straordinaria, Andrea Salerno riesce a restituire intatta l’atmosfera nella quale l’Italia visse uno degli episodi più drammatici della storia repubblicana. Un racconto completato da extra integrali con le dirette dei telegiornali e le cronache di quei giorni. (Montaggio di Michele Ventrone – Regia di Igor Skolic)

Il libro: è il racconto di quelle tragiche giornate attraverso una cronologia ragionata, un viaggio di Giorgio Van Straten, documenti originali della Commissione parlamentare e i comunicati integrali delle BR.

Andrea Salerno è Direttore editoriale di Fandango. Giornalista professionista, ha lavorato e collaborato al Manifesto, Reset, L’espresso, Radiotre e Radiodue. Come autore televisivo ha firmato, tra l’altro, L’ottavo nano, Per un pugno di libri, Il caso Scafroglia, Non c’è problema, Parla con me e La Superstoria.
Tra le sue pubblicazioni, per Einaudi Antonio Albanese Personaggi, per Limina, con Giovanni Bianconi, L’ultima partita. Vita e morte di Agostino Di Bartolomei, per Editori Riuniti Sinistra. Per Bur Senzafiltro ha pubblicato Era polare, la pazza storia dell’Italia di Berlusconi e Ottanta, dizionario di un decennio incompreso.

Ed è Subito Sera – Poesie

Ed è Subito Sera – Poesie

Autore/i: Quasimodo Salvatore

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

quarta edizione, con un saggio di Sergio Solmi, Lo Specchio.

pp. 208, Milano

La poesia di Salvatore Quasimodo è, tra quelle dei “lirici nuovi”, una delle più originali e più forti. Poesia scarna e immediata dove l’immagine colta isolatamente si affida al tono della voce che la pronuncia. Ma in cui, più che l’immagine, più che il verso, l’organismo costitutivo, la cellula elementare è la parola, il rigore assoluto della parola, il nuovo senso di durata della pronuncia poetica in un aspro dissidio, come ha notato un critico, tra «l’aspirazione a un mondo felice in una memoria di desideri» e «il sentimento della continua esasperata presenza nella vita della corrosione più dissoluta della morte»; ecco i motivi fondamentali che ci avvicinano alla comprensione di questo universo poetico. La materia è tutta traslucida e musicale: e meglio s’intende il perché di tanta rarefazione e scavo, destinati a trarre in luce il miracolo cl’una parola vergine, pronunciata per la prima volta dal sentimento profondo.

Salvatore Quasimodo (Modica, 20 agosto 1901 – Napoli, 14 giugno 1968) è stato un poeta e traduttore italiano, esponente di rilievo dell’ermetismo. Ha contribuito alla traduzione di vari componimenti dell’età classica, soprattutto liriche greche, ma anche di opere teatrali di Molière e William Shakespeare. È stato vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1959.

La Beatrice Svelata – Preparazione alla Intelligenza di Tutte le Opere di Dante Alighieri

La Beatrice Svelata – Preparazione alla Intelligenza di Tutte le Opere di Dante Alighieri

Autore/i: Perez Francesco

Editore: Scuola Tipografica Istituto Prov. Apicella per Sordomuti

nuova edizione a cura del figlio del Dott. Ernesto Perez, con prefazione di Francesco Orestano.

pp. XVI-384, Molfetta

Dal “Capitolo primo”:
«La presente opera intende a chiarire la idea fondamentale e coordinatrice di tutto il sistema dantesco.
Non ignoro come già paja a molti soverchio il numero de’ chiosatori di Dante, e come la opinione prevalga, che oggi, anziché provarsi a nuovi comenti, più giovi scegliere quell’uno fra’ tanti che meglio riesca confortato di prove, che più fede concili, sia per la età nella quale visse l’interprete, sia per l’autorità del suo nome. Tutto ciò non ignoro: ma non per questo so credere veramente cessata la possibilità, la necessità dirò meglio, di nuovi e importanti lavori critici sull’Alighieri.
Chi non li crede opportuni o possibili mostra, non solo ignorare la insufficienza de’ metodi con cui fu comentato sinoggi, e della quale appresso dirò, ma disconosce un principio ch’è vitale in fatto di critica: quello cioè che la natura stessa dei trovati del genio induce necessità di varia e progressiva interpretazione, necessità rinascente a ciascuna epoca, ad ogni fase di civiltà.
Studiando infatti su’ capolavori del genio è come a contemplare le grandi opere della natura: uno ed inalterato l’obietto al quale si attende; svariati e progressivi – secondo le diverse condizioni degli osservatori e de’ tempi – i concetti e gl’intendimenti che se ne traggono. Che anzi, in modo più largo, dir si potrebbe le differenze e i progressi della civiltà non consistere in altro che nel diverso modo di apprendere, sviluppare, attuare i comprensivi concetti di quelle menti sovrane che, a quando a quando, con lungo intervallo di secoli, sorgono a spingere la umanità per vie nuove e intentate. […]»

Diritto Privato e Società Romana

Diritto Privato e Società Romana

Autore/i: De Martino Francesco

Editore: Editori Riuniti

prima edizione, a cura di Alberto dell’Agli e Tullio Spagnuolo Vigorita.

pp. 558, Roma

Nei suoi studi sull’età romana Francesco De Martino dà speciale risalto alla intima compenetrazione delle forme giuridiche con i problemi economici e sociali. Così è anche per questo volume che, trattando aspetti del diritto romano privato, raccoglie pagine di grande importanza sui rapporti marittimi e sul commercio mediterraneo dell’epoca.
È un libro che si rivolge innanzitutto agli studiosi di diritto romano e a quelli di storia antica in generale, ai quali consente di trovare riuniti scritti pubblicati in luoghi diversi e non tutti di facile reperibilità, e di seguire l’itinerario critico dell’autore, nel suo costante interesse per i problemi storico-giuridici esaminati alla luce di una metodologia marxista. Ma, al di là della cerchia degli specialisti, il pubblico che si interessa all’approfondimento dei grandi processi di formazione e trasformazione delle società antiche continuerà a giovarsi dei testi di Francesco De Martino come di letture stimolanti e opere preziose.

Il Museo delle Statue-Stele Lunigianesi

Il Museo delle Statue-Stele Lunigianesi

Castello del Piagnaro Pontremoli

Autore/i: Ambrosi Augusto C.

Editore: Istituto Lunigianese dei Castelli

pp. 170, numeose tavole ripiegate fuori testo, numerose illustrazioni in bianco e nero, Massa

«Il Museo delle Statue Stele Lunigianesi ha sede nel castello del Piagnaro a Pontremoli (MS).
La sua raccolta, di grandissima suggestione, espone e racconta uno dei fenomeni più importanti della megalitica europea. Le Statue Stele, figure umane maschili e femminili rappresentate in forme astratte, furono scolpite nella pietra arenaria dalle popolazioni vissute tra il IV e il I millennio a.C. e rappresentano ancora oggi un enigma in parte irrisolto. Queste immagini preistoriche e protostoriche sono caratterizzate dalla testa “a cappello di carabiniere” e dal volto a forma di U, classificate dagli archeologi in tre gruppi tipologici (A, B,C); furono realizzate tra l’età del rame e l’età del ferro e hanno attraversato i secoli per giungere fino a noi, subendo nel tempo occultamenti volontari, riusi e reimpieghi che ne hanno spesso modificato la forma e la funzione. Oggi le Statue Stele sono a tutti gli effetti il simbolo identitario della Lunigiana, la valle del fiume Magra lunga la quale sono distribuiti tutti i ritrovamenti. Il Museo delle Statue Stele è il più rappresentativo in Italia per numero di esemplari raccolti e per la documentazione sui siti di rinvenimento, sulla materia prima utilizzata e sulle tecniche di lavorazione.»

L’Arte dell’Antico Oriente

L’Arte dell’Antico Oriente

Titolo originale: The art of the Ancient Near East

Autore/i: Lloyd Seton

Editore: Sansoni Editore

introduzione dell’autore, traduzione di Maria Bosi Cirmeni, tavole stampate in Inghilterra da Jarrold and Sons Lid, Nordwich- testo stampato dalle Officine Grafiche Fratelli Stianti.

pp. 304, 73 tavole a colori e 260 ill. b/n, Firenze

Quando Atene divenne il centro della cultura e dell’arte occidentali, alle sue spalle viveva già una tradizione artistica ricca di quasi venticinque secoli di ininterrotto sviluppo: nel Medio Oriente e più particolarmente in Egitto e Mesopotamia, si era venuta formando quella scultura monumentale e quella pittura a cui mancava solo l’invenzione della prospettiva; per il resto, quasi tutte le forme di rappresentazione visiva conosciute ai nostri giorni, la erano già state studiate e brillantemente sfruttate. Non vi erano ancora documenti scritti, tipici dell’epoca storica, ma quel monumenti che si levavano cosi maestosi e quanto si svelava di essi parlavano con la stessa voce di un’opera storica. Ciascuna cultura, inoltre, aveva guardato attentamente alla sua vicina o a quella che l’aveva preceduta, e ne era nato un intreccio che aveva portato regolarmente a nuovi risultati e a più ampie conquiste artistiche.

Seton Lloyd, indubbia personalità in materia, ci propone in questo libro, con un discorso piano, brillante ed accessibile a tutti, i grandi temi che hanno appassionato e continuano ad appassionare guanti amano l’arte e quanti coltivano la passione dell’archeologia.

Il Ritratto dell’Imperatore

Il Ritratto dell’Imperatore

Autore/i: Koji Taki

Editore: Edizioni Medusa

traduzione di Yosuke Taki.

pp. 240, nn. illustrazioni b/n, Milano

Questo saggio, scritto da uno dei più brillanti filosofi giapponesi contemporanei, esamina
la storia politica del Giappone all’alba della sua modernizzazione, attraverso la nascita di un ritratto – realizzato grazie a un singolare intreccio di fotografia e pittura – e il suo utilizzo propagandistico nella società dell’Otto-Novecento. Nel 1868 crollo l’autorità feudale che aveva regnato in Giappone per circa 300 anni, e l’Imperatore, che per secoli era rimasto all’ombra dello shogunato, sali all’improvviso sulla scena politica diventando un sovrano divino.
Fu un avvenimento senza precedenti nella storia giapponese. Per il popolo giapponese di allora, pero, questo sovrano era uno sconosciuto: comincio così l’opera dei politici per rendere la sua immagine più conosciuta e visibile. Dapprima cercarono di mostrarlo fisicamente in pubblico, ma poi decisero di affidarsi alla fotografia. Ma una fotografia molto speciale, poiché il soggetto ripreso dall’obiettivo non era l’Imperatore in carne e ossa, Ma un suo ritratto pittorico eseguito dal pittore italiano Edoardo Chiossone.
E Chiossone gli diede un’immagine più autorevole, la maestosità di un grande comandante. Questo dipinto “truccato” fu rifotografato e infine diffuso in tutto il Paese attraverso scuole, uffici pubblici, caserme. Questo “strano” fotoritratto rafforzo idea dell’Imperatore come entità divina, idea che decadde soltanto con la sconfitta giapponese nella Seconda guerra mondiale.

Koji Taki è nato a Kobe nel 1928. Filosofo, critico d’arte e d’architettura, ha insegnato estetica e semiologia all’Università di Chiba e in altri atenei.
Ha scritto molti saggi sull’architettura giapponese contemporanea (T. Ito, T. Ando, A. Isozak1). Tra le sue opere principali si ricordano: La poetica delle cose, 1984; Tentazioni della fotografia, 1990; La risata di Sisifo, 1997; Sulle guerre, 1999 e I viaggi del capitano Cook (tre volumi) 1998-2003.

Gli Strani Casi del Giudice Li

Gli Strani Casi del Giudice Li

Titolo originale: Ligong qiwen

Autore/i: Xihong

Editore: Sellerio Editore

cura, introduzione e traduzione di Paola Zamperini, in copertina: Bambini che giocano in giardino di Su Han-ch’en (particolare) Museo Sun Yat- sen, Taipei.

pp. 232, Palermo

Il racconto poliziesco, che in Occidente nasce solo nel 1841 col signor Dupin di Poe, ha un’origine molto più antica in Cina, forse addirittura risalente all’XI secolo. E non e una tradizione ascrivibile solo vagamente al poliziesco, ma è un genere distinto, fatto di narrazioni di delitti enigmatici, risolti da un investigatore non casuale, e con tutto il corredo editoriale che sembra sostanzialmente connesso al «giallo»: lingua parlata e non colta, capitoli separati come puntate che continuano, pubblicazioni seriali come riviste e a massiccia diffusione. Insomma veri e propri racconti polizieschi, le cui variazioni, nella fedeltà di un canone, attraversano i secoli: e della cui diffusa esistenza, del resto, già il sinologo olandese Van Gulik aveva dato nozione in parte riprendendoli in parte scrivendoli ex novo. Il giudice Li è invece un autentico investigatore cinese, uscito dalla pagina tardottocentesca di Xibong, letterato a riposo. Il quale, continuando una tradizione e innovandola, ha creato un detective acuto ragionatore, ma ricco di risorse pratiche ed esperto di arti marziali, che si muove dimesso in un arduo mondo realistico di poveri, corrotti e reietti (un detective, si può dire forzando appena, da hard boiled school). E come quegli scrittori che creano gialli credendo che il giallo sia il miglior mezzo per dire cose importanti, ha raccontato Gli strani casi del giudice Li anche per riabilitare una figura storica.

Il Signor Fiat – Una Biografia

Il Signor Fiat – Una Biografia

Autore/i: Biagi Enzo

Editore: Rizzoli

prima edizione, all’interno albero genealogico della famiglia Agnelli.

pp. 178, Milano

… Un’intensa e asciutta biografia raccontata attraverso le interviste che l’uomo più potente d’Italia concesse al giornalista più famoso…

… Come pensa alla Fiat di domani e alla famiglia Agnelli dentro la Fiat? «La Fiat di domani, come tutto il resto, sarà in relazione alla qualità e alla applicazione degli uomini che ci lavorano dentro. Lo stesso vale per la famiglia agnelli: dipenderà se qualcuno ci lavorerà dentro e come ci lavorerà dentro.»…

Un ritratto vivo, sorprendente, ricco di umanità, grazie al quale possiamo seguire la storia di Gianni Agnelli, della sua famiglia e della più importante industria italiana; un racconto nel quale un imprenditore di statura internazionale parla di sé senza reticenze, con pacatezza e con quella vivacità permeata di ironia e distacco dalle cose che lo ha reso celebre. Pubblicato per la prima volta nel 1976, quando Agnelli era già protagonista indiscusso della vita economica italiana, questo libro contribuì a farlo conoscere al grande pubblico nella sua realtà più viva, svelandone i sentimenti più personali, la storia della famiglia e della Fiat, i suoi progetti per il futuro. Questa nuova edizione è ampliata e completata da una serie di interviste rilasciate a Biagi fra il 1980 e il 2001, e dalla cronologia della vita di Gianni Agnelli.

Enzo Marco Biagi è stato un giornalista, scrittore, conduttore televisivo e partigiano italiano. È stato uno dei volti più popolari del giornalismo italiano del XX secolo.

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Albero genealogico della famiglia Agnelli
Giovanni Agnelli, cronologia biografica

  • Il nuovo principe: Agnelli III
  • L’antenato e il maestro
  • Bei tempi di baldoria
  • L’irresistibile ascesa
  • Moltiplicare la vita
  • Le buone compagnie
  • Incontri nel tempo

Cominciano gli anni ’80
In giro per Torino in compagnia dell’Avvocato
L’Avvocato al Fatto

Indice dei nomi

La Noia e l’Offesa – Il Fascismo e gli Scrittori Siciliani

La Noia e l’Offesa – Il Fascismo e gli Scrittori Siciliani

Antologia a cura di Leonardo Sciascia

Autore/i: Autori vari

Editore: Sellerio Editore

nota dell’editore, premessa di Leonardo Sciascia, collana: Il Castello n° 31.

pp. 216, Palermo

… «Ci sono ormai tanti libri di storia, il fascismo è stato per ogni verso descritto e analizzato, se ne conoscono le cause, le concause, gli effetti: ma sempre meno i giovani riescono a immaginare il tempo fascista, sempre meno riescono a capire che cosa sia accaduto a due generazioni di italiani: a quella che volle o che fu chiamata a combattere la guerra del ’15-’18 e a quella che intorno a quegli anni nacque. Questa antologia vuol dare una immagine del fascismo, nel suo farsi e nel suo disfarsi, attraverso la più immediata trascrizione di coloro che lo hanno vissuto come scrittori, come artisti, come intellettuali… e insomma come uomini, per dirla pirandellianamente, che vivono e si vedono vivere: con tutte le implicazioni che comporta il “vedersi vivere”. L’immagine riguarda particolarmente la Sicilia, e viene dalle pagine di scrittori siciliani. Ma non per un criterio limitativo o, peggio, di sciovinismo regionalistico: soltanto per l’esigenza di conferire all’immagine quella concentrazione e concretezza che di solito la Sicilia offre per ogni male italiano»…

La sovraccoperta è realizzata in carta Roma fabbricata a mano e allestita dalle Cartiere Miliani di Fabriano per la collana Il Castello.

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Nota dell’editore

La noia e l’offesa

  • Premessa di Leonardo Sciascia

La noia

  • D’Annunzio arriva a Pechino – Vitaliano Brancati
  • Rubè va in guerra – Giuseppe Antonio Borgese
  • Tra il rosso e il nero – Giuseppe Antonio Borgese
  • La noia nel ’937 – Vitaliano Brancati

Il sorgere della coscienza antifascista

  • Di Vandea in Vandea, il Vespro siciliano – Elio Vittorini
  • Il mondo offeso – Elio Vittorini
  • Dialogo con Borgese – Vitaliano Brancati
  • Lettera al padre – Vitaliano Brancati
  • Già la pioggia è con noi – Salvatore Quasimodo
  • Nel giusto tempo umano – Salvatore Quasimodo
  • L’odio di Piscitello – Vitaliano Brancati
  • Appunti – Renato Guttuso
  • Breve cronaca del regime – Leonardo Sciascia
  • Spagna come Sicilia – Leonardo Sciascia
  • Nella campagna di Mineo – Giuseppe Bonaviri
  • La guerra cominciò a vedersi – Sebastiano Addamo

La commedia

  • C’è qualcuno che ride – Luigi Pirandello
  • Il gallismo dei gerarchi – Vitaliano Brancati
  • Sariddu lu Bassanu – Ignazio Buttitta
  • Mussolini ad Acireale – Enzo Marangolo

La tragedia

  • Estate 1943 – Nino Savarese
  • L’eccidio di Castiglione – Leonardo Sciascia
  • Alle fronde dei salici – Salvatore Quasimodo
  • I piaceri della terribilità – Vitaliano Brancati
  • L’unica salvezza – Sebastiano Aglianò

La sesta giornata

  • La sesta giornata – Leonardo Sciascia

Appendice

  • Sicilia – Eugenio Montale