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Libri dalla categoria Archeologia

La Biblioteca di Hitler – Che Cosa Leggeva il Führer

La Biblioteca di Hitler – Che Cosa Leggeva il Führer

Titolo originale: Hitler’s Private Library

Autore/i: Ryback Timothy W.

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

unica edizione, prefazione e postfazione dell’autore, traduzione Nicoletta Lamberti, collana: Le Scie, in sovraccoperta: Hitler al Berghof.

pp. 268, ill. in b/n f.t., Milano

…Una biblioteca privata è testimone permanente e credibile del carattere del proprietario…

Che libri leggeva il giovane soldato portaordini Adolf Hitler, durante i brevi momenti di tregua, nelle fangose trincee della prima guerra mondiale? Da dove trasse l’ispirazione per scrivere il Mein Kampf, un’opera tanto ambiziosa quanto modesta sotto il profilo teorico? E con quali letture vegliò insonne nelle ultime, angosciose notti passate nel bunker di Berlino, quando la capitale del Terzo reich era ormai ridotta a un cumulo di macerie? Grazie a una lunga e appassionata ricerca fra titoli introvabili, pagine gualcite dall’uso e dal tempo, e le testimonianze di chi condivise la sua tragica e sciagurata avventura, Timothy W. Ryback ripercorre la vita e la carriera politica del dittatore nazista attraverso i libri che ne sostanziarono le idee e le passioni, i pochi dubbi e le incrollabili certezze. E i risultati sono a dir poco sorprendenti. Si scopre, infatti, che quest’uomo dedito all’azione, di formazione scolastica lacunosa e di ortografia incerta, fu un lettore vorace e onnivoro, che si vantava di leggere un volume a notte. Alla fine arrivò a collezionare oltre sedicimila, custoditi prevalentemente nelle sue residenze private a Berlino, Monaco e sull’Obersalzberg. Ammonticchiati sugli scaffali convivevano in apparente promiscuità i romanzi popolari di indiani e cowboy di Karl May, i saggi filosofici di Fichte e Schopenhauer, le profezie di Noistradamus, biografie di sovrani tedeschi e prussiani come l’ammiratissimo Federico il Grande, i gialli di Edgar Wallace, trattati di occultismo, astrologia e magia ma anche di armi e balistica, libelli antisemiti, guide turistiche, manuali di architettura, pittura, religione, testi di alimentazione vegetariana e prontuari vari, compreso un libretto intitolato L’arte di diventare oratore in poche ore. E non mancavano diverse copie dei capolavori più amati, come Robinson Crusoe (nel quale Hitler percepiva lo sviluppo dell’intera storia dell’umanità), Don Chisciotte, La capanna dello zio Tom. La maggior parte di questi libri sono andati perduti o dispersi, ma quelli superstiti vengono minuziosamente indagati da Ryback riga per riga, per scovare sottolineature, glosse e note di lettura del Führer, o dediche sui frontespizi di quelli ricevuti in dono, insomma tutti gli indizi che consentano di arricchire il ritratto interiore del leader politico tedesco che mise a ferro e fuoco l’Europa e che, subito dopo la morte, è stato imbalsamato nello stereotipo del genio del male. Malgrado tutto quanto è stato detto e scritto su Hitler e il nazismo, in ogni lingua e in ogni paese, forse è proprio questo viaggio fra i libri della biblioteca privata di un uomo semicolto che può condurci alle vere radici di quelle suggestioni letterarie, filosofiche, culturali da cui trasse origine e alimento la più feroce e aggressiva ideologia totalitaria del ventesimo secolo.

Timothy W. Ryback è uno storico e direttore dell’Istituto per la giustizia storica e la riconciliazione a L’Aia. In precedenza ha ricoperto la carica di viceministro generale dell’Académie Diplomatique Internationale di Parigi, nonché direttore e vicepresidente del seminario globale di Salisburgo. Precedentemente, è stato docente di Concentrazione di storia e letteratura all’Università di Harvard.

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Prefazione: L’uomo che bruciava i libri – dell’autore

  • Letture al fronte, 1915
  • Il mestiere di mentore
  • La trilogia hitleriana
  • Il filosofo perduto
  • Guerre di libri
  • Ispirazione divina
  • Letture al fronte, 1940
  • La storia della seconda guerra mondiale vista da Hitler
  • Aspettando il miracolo

Postfazione – Il destino dei libri – dell’autore

Appendici
Fonti bibliografiche
Ringraziamenti
Fonti iconografiche
Indice dei nomi

Quelli della Notte

Quelli della Notte

Autore/i: Arbore Renzo

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

a cura di Paolo Martini, alla revisione dei testi ha collaborato Angela Lolo, disegni di Gian Francesco Ramacci, in copertina: foto di Vittoriano Rastelli.

pp. 179, 12 disegni, Milano

Questo libro è una truffa. Nel mentre ti ringraziamo per averla subìta senza reagire, ce ne scusiamo con te perché esso libro ci è stato carpito con raggiri e miraggi di facili guadagni da un Editore senza scrupoli che intendeva solo ramazzare ulteriori profitti con la scusa dell’Instant Book (un tipo di «book» che sta al libro vero esattamente come il Nescafè sta al Caffè-caffè). Si giustificano così i frequenti errori di grammatica, sintassi, punteggiatura, morfologia, consecutio temporum  e quanti altri vorrai tu stesso rilevare. (Renzo Arbore)

Testi di Renzo Arbore, Massimo Catalano, Roberto d’Agostino, Maurizio Ferrini, Nino Frassica, Marisa Lurito, Andy Luotto, Somina Marchini, Dari Salvatori.

Attore, conduttore e regista italiano. Raggiunge il successo, insieme a G. Boncompagni, come innovativo autore-conduttore del mitico programma radiofonico Bandiera Gialla. Approdato alla televisione, alla irriverente comicità goliardica di M. Marenco e F. Bracardi aggiunge l’umorismo surreale di R. Benigni e trasferisce poi il tutto al cinema, scrivendo, dirigendo e interpretando Il pap’occhio (1980), irrispettoso e surreale film comico che subisce ancor oggi una «muta e non dichiarata censura», e F.F.S.S. (Federico Fellini Sud Story), cioè… che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene? (1983), parodistica storia di un debutto sanremese. Talento eclettico, oltre a qualche cammeo come attore (Odore di pioggia, 1989, di N. Cirasola) è stato anche supervisore musicale di Cari fottutissimi amici (1994) di M. Monicelli.

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Avvertenza al lettore

  • RENZO ARBORE, L’insostituibile leggerezza degli scherzi
  • NINO FRASSICA, Lettere omonime e altri nanetti
  • MAURIZIO FERRINI, Antologia di Pedalò river
  • ROBERTO D’AGOSTlNO, L’edonismo reaganiano
  • ANDY LUOTTO, C’era una volta un ranocchio
  • SIMONA MARCHINI, Calci, pupi e sole in faccia
  • DARIO SALVATORI, Rock & jazz
  • MARISA LAURITO, Cara zia Filomena
  • RICCARDO PAZZAGLIA, Il brodo primordiale
  • MASSIMO CATALANO, La vita è una tromba

Guarire la Balbuzie

Guarire la Balbuzie

Autore/i: Binfarè Piera

Editore: Casa Editrice Meb

unica edizione, premessa dell’autrice.

pp. 160, Padova

La balbuzie è un fenomeno in aumento, soprattutto nelle grandi città dove tensioni e ansia investono anche i bambini.
Che cosa fare se ci si accorge che nostro figlio balbetta? Come distinguere una temporanea incertezza del linguaggio dall’inizio di un vero disturbo come la balbuzie? Come fare per correggerlo? È possibile prevenirlo?
I disturbi del linguaggio e i difetti di pronuncia sono numerosi e in molti casi può essere sufficiente una “terapia” familiare, seguendo alcune semplici indicazioni. In altri casi, come per la balbuzie ormai instaurata occorre l’intervento di specialisti.
I metodi di cura sono diversi e in questo volume vengono presentati con chiarezza e in modo dettagliato, affinché ciascuno possa ricorrere a quello più adatto al proprio caso. Questo libro si propone come obiettivo principale quello di far sapere che la balbuzie è quasi sempre curabile. Non è rivolto solo a chi ha problemi in famiglia ma ha anche lo scopo di insegnare un possibile comportamento preventivo, evitando abitudini scorrette del linguaggio e impedendo che si verifichino le condizioni psicologiche e ambientali che possono favorire l’insorgenza di quei disturbi.

Piera Binfarè, milanese, è giornalista e inviata speciale del settimanale Stop, dove da anni tiene una rubrica di medicina nella quale tratta argomenti vari concernenti salute e igiene.
In questa collana ha già pubblicato Piedi sani, Gambe perfette a tutte le età e AIDS.

Sutra del Loto

Sutra del Loto

Autore/i: Anonimo

Editore: Rizzoli

introduzione di Francesco Sferra, note e traduzione di Luciana Meazza, traduzione eseguita sull’edizione sanscrita « Saddharmapuṇdarikasūtra » curata da H. Kern e Bunyiu Nanjio, Pietroburgo 1912, in copertina: statua del Buddha.

pp. 418, Milano

Io consegno, metto, pongo, depongo nelle vostre mani il supremo perfetto risveglio da me raggiunto dopo incalcolabili infinite miriadi di centinaia di migliaia di Kalpa. Figli di nobile schiatta, accettatelo, conservatelo, diffondetelo, comprendetelo, mostratelo, illustratelo e predicatelo a tutti gli esseri.
(Buddha Śakyamuni)

Il Sutra del Loto è la mistica visione del Buddha a cui, per quasi venti secoli, si sono inchinati India, Cina e Giappone e l’hanno fatta propria. Dire che il Sutra del Loto è la Bibbia dell’Oriente è solo un approssimazione molto vaga. Esso è soprattutto un mantra, una formula magica, un frammento di paradiso caduto sulla terra. Un’apertura del cuore e della mente. Dove il tempo e lo spazio della successione ordinata e lineare a cui abbiamo incatenato le nostre vite e i nostri pensieri si perde nella visione simultanea dell’infinitamente piccolo e dell’infinitamente grande, dell’infinitamente prima e dell’infinitamente dopo. Il dolore dell’esistenza è sempre presente ma è ormai ridotto a un incidente trascurabile, dovuto all’infantilità degli esseri cosi persi nelle loro piccole gioie e dolori da non scorgere che fuori c’è l’universo intero con cui giocare. Proprio come il fiore di loto che, pur crescendo nel e dal fango, non ne resta macchiato,

Francesco Sferra insegna Lingua e Letteratura Sanscrita presso l’Università di Napoli L’Orientale.

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Introduzione
Il Sutra del loto: temi principali e fortuna de testo

  • Capitolo I – Prologo
  • Capitolo II – Abilità nei mezzi salvifici
  • Capitolo III – Parabola
  • Capitolo IV – Predisposizioni
  • Capitolo V – Piante
  • Capitolo VI – Profezia
  • Capitolo VII – Passata devozione
  • Capitolo VIII – Profezia a cinquecento monaci
  • Capitolo IX – Profezia ad Ānanda, Rāhula e a duemila monaci
  • Capitolo X – I predicatori della Dottrina
  • Capitolo XI – Apparizione di uno stupa
  • Capitolo XII – Decisione
  • Capitolo XIII – Stato felice
  • Capitolo XIV – Fuoriuscita dei bodhisattva dalle aperture nella terra
  • Capitolo XV – Durata della vita del Tathāgata
  • Capitolo XVI – Discorso sui meriti
  • Capitolo XVII – Descrizione dei meriti dell’accettazione gioiosa
  • Capitolo XVIII – I benefici del predicatore della Dottrina
  • Capitolo XIX – Sadāparibūta
  • Capitolo XX – Effetto dei poteri magici del Tathāgata
  • Capitolo XXI – Formule magiche
  • Capitolo XXII – Passato zelo di Bhaiṣajyarāja
  • Capitolo XXIII – Gadgadasvara
  • Capitolo XXIV – Descrizione dell’azione miracolosa di Avalokiteśvara soprannominato
    «Colui che ha fa Faccia volta in ogni Direzione»
  • Capitolo XXV – Passata devozione del re Śubhavyūha
  • Capitolo XXVI – L’incoraggiamento di Samantabhadra
  • Capitolo XXVII – La consegna

Glossario degli spiriti e delle divinità citate nel testo

La Lunga Marcia Verso l’Esilio – Memorie di un Guerriero Cheyenne

La Lunga Marcia Verso l’Esilio – Memorie di un Guerriero Cheyenne

Titolo originale: Wooden Leg, a Warrior who Fought Custer

Autore/i: Kum-Mok-Quiv-Vi-Ok-Ta Gambe di Legno

Editore: Rusconi

prima edizione italiana, cura e premessa di Thomas B. Marquis, traduzione dall’inglese di Donatella Tippett Andalò.

pp. 336, 1 illustrazione in bianco e nero, Milano

Thomas B. Marquis, che ha trascritto queste memorie del guerriero cheyenne Gambe di Legno (Kum-mok-quiv-vi-ok-ta), è un medico che vive nel Montana. Nel 1922, volendo conoscere la verità sulla famosa battaglia sul Little Bighorn, dove nel 1876 gli Indiani delle Pianure ottennero una clamorosa vittoria sugli yankees, uccidendo il generale Custer (chiamato da loro Capelli Lunghi), si trasferì nella riserva dei Cheyenne settentrionali.
Apprese l’antico linguaggio a gesti usato dagli Indiani delle Pianure a tal punto che, eccettuata qualche volta, poté fare a meno degli interpreti. E dopo molti inviti riuscì a vincere la diffidenza dei suoi interlocutori e a farsi raccontare la battaglia nei minimi particolari.
Il narratore preferito di Thomas B. Marquis divenne Gambe di Legno, così chiamato perché in gioventù non si stancava mai di camminare. Questi dilatò il racconto della battaglia sino a trasformarlo nella narrazione dell’odissea del suo popolo costretto a poco a poco a rinunziare alla sua libertà e alle sue tradizioni a causa delle sopraffazioni dei Bianchi, e infine a vivere in esilio nella propria terra.
Così la battaglia sul Little Bighorn (il cui racconto, come ha scritto Elémire Zolla, è un piccolo capolavoro narrativo) divenne nell’economia della narrazione uno dei tanti episodi della lotta che si sarebbe conclusa con la sconfitta e la totale sottomissione degli Indiani delle Pianure. ’ Questa narrazione autentica della conquista del West vista dalla parte degli Indiani dà una stretta al cuore‘ per la catena di sopraffazioni e di mancanza di rispetto dei trattati che vi si rivela.
Tuttavia Gambe di Legno non si è limitato a ricostruire fedelmente questa tragica storia, ma ci ha offerto-, soprattutto nei capitoli iniziali, una preziosa descrizione delle consuetudini, dei riti e della società cheyenne che, oltre ad avere un interesse etnologico, aiuta il lettore intelligente a superare quel pregiudizio della civiltà tecnocratica, secondo il quale i popoli «primitivi» sarebbero dei sottosviluppati sul piano della civiltà.
Leggendo questo libro, ci si accorge invece che gli Indiani delle Pianure, popoli di nomadi dediti soprattutto alla caccia, possedevano una cultura e una civiltà non di certo inferiore alla nostra, se per cultura e civiltà intendiamo un complesso di costumi e di tradizioni capaci di preservare ciò che vi è di più nobile nell’uomo. Basterebbe questa descrizione del «ritiro spirituale» cheyenne per sottolinearne l’alto livello: «Andare in ritiro o “far medicina”, vuol dire passare un periodo di digiuno, di ringraziamento, di preghiera, di annullamento di sé e perfino di autotortura. Si tratta di dedicarsi per un certo tempo a esercizi esclusivamente spirituali. Il fine è quello di sottomettere le passioni della carne e di nutrire lo spirito.
L’astinenza del corpo e la concentrazione della mente su pensieri elevati mondano il corpo e l’anima, e li sanano o li mantengono in salute. Allora la mente umana si approssima alla conformità con la Mente della Grande Medicina che è sopra di noi».

Nacqui settantatré anni fa (1858) dove il mio popolo era allora accampato, cioè presso le acque del fiume Cheyenne, nella regione dei Black Hills. I miei genitori. erano Indiani della tribù dei Cheyenne settentrionali. Mio padre aveva due nomi, come avviene spesso da noi. Qualche volta lo chiamavano Molte Ferite da Pallottola, a causa delle molte cicatrici che segnavano il suo corpo, tutte riportate in guerra. Ma il nome che preferiva era Bisonte Bianco che si Scrolla la Polvere. Mia madre si chiamava Penna d’Aquila sulla Fronte.
Un tempo la donna non mutava nome sposandosi, quindi si è chiamata così per tutta la vita. Il padre di mio padre era andato a Washington come delegato della nostra tribù, prima che io nascessi. Lo chiamavano Senza Trecce. Il fatto che termini differenti indichino mio nonno, mio padre, mia madre e me dimostra che una volta l’individualità era tenuta in considerazione, indipendentemente dal matrimonio o dai legami di parentela. Ognuno dei miei fratelli e sorelle aveva un nome diverso dal mio o da quello di mio padre e di mia madre.

La Pittura Etrusca

La Pittura Etrusca

Guida Breve

Autore/i: Naso Alessandro

Editore: «L’Erma» di Bretschneider

pp. 72, 50 illustrazioni a colori, Roma

Sommario:

  1. Il periodo orientalizzante (VII secolo a.C.)
    • Le origini
    • Il ruolo di Caere
    • Il ruolo di Veio
    • Tarquinia e le altre località
  2. Dall’arcaismo all’epoca classica (VI-V secolo a.C.)
    • Il ruolo di Tarquinia
    • I nuclei tematici e il linguaggio stilistico
    • Altri monumenti
    • I mutamenti del V secolo a.C.
    • Il ruolo di Chiusi
  3. Dall’età tardo-classica all’ellenismo (IV-III secolo a.C.)
    • La nuova pittura a Tarquinia
    • I monumenti di Volsinii
    • Altri monumenti
  • La tecnica di esecuzione
  • La conservazione
  • Le riproduzioni
  • Per saperne di più

Elenco delle illustrazioni
Indice dei luoghi

Autobiografia di Nuvola Rossa – Capo Guerriero Oglaga

Autobiografia di Nuvola Rossa – Capo Guerriero Oglaga

Titolo originale: Autobiography of Red Cloud

Autore/i: Red Cloud – Nuvola Rossa

Editore: Edizioni Il Punto d’Incontro

messa per iscritto da Charles W. Allen, prefazione dell’autore, introduzione e cura di R. Eli Paul, traduzione di Gianpaolo Fiorentini.

pp. 208, 1 fotografia in bianco e nero, 1 cartina in bianco e nero, Vicenza

Brillante stratega, Nuvola Rossa si era fatto le ossa contro i tradizionali nemici del suo popolo (Pawnee, Shoshoni, Arikara e Crow) molto prima di battersi per impedire il passaggio lungo il Bozeman Trail.
Nuvola Rossa è l’unico capo dei nativi americani ad avere vinto una guerra contro l’esercito degli Stati Uniti. Negli anni intorno al 1860 attaccò e sconfisse le truppe del capitano William J. Fetterman, chiuse il Bozeman Trail e costrinse gli Stati Uniti a un trattato di pace.
Questa biografia offre al lettore l’opportunità di conoscere per la prima volta gli anni della giovinezza di Nuvola Rossa, come li narrò lui stesso a un amico dalla pelle bianca negli anni ’90 del 1800.
Dimenticata per anni negli archivi della Nebraska State Historical Society, ci introduce più di qualsiasi ricostruzione storica nella vita del più grande capo guerriero lakota prima di Cavallo Pazzo.

«Finalmente un libro sul mio trisavolo libero da pregiudizi o distorsioni. Per questo voglio dire wopila lila wopila (molte, molte grazie).» (Lula Nuvola Rossa)

«Un magnifico spaccato sulla vita degli indiani delle grandi pianure prima della loro disfatta e della loro deportazione nelle riserve.» (Library Journal)

«I ricordi vividi e avvincenti di uno dei più famosi capi lakota del XIX secolo, pubblicati per la prima volta in versione integrale.» (Alvin M. Josephy)

Croce e Resurrezione

Croce e Resurrezione

Autore/i: Caramore Gabriella; Ciampa Maurizio

Editore: Società Editrice Il Mulino

introduzione degli autori.

pp. 168, numerose tavole a colori fuori testo, Bologna

Potrà mai risorgere quel piccolo Cristo smarrito, che Bruegel nasconde tra la folla, ignorato e affondato nell’indifferenza degli uomini? Qui la croce non sembra aprire il movimento della storia, ma piuttosto precipitare nella lunga notte del mondo. Con Rembrandt, nell’atmosfera sfibrata della «Cena in Emmaus», anche l’evento della resurrezione si stempera: il risorto, seduto al tavolo dei viandanti, viene risucchiato indietro dalle tenebre verso un’esile luce. La sparizione del Cristo, l’assenza di ogni Dio su questa terra sono forse segni con cui oggi dobbiamo confrontarci.

Gabriella Caramore è autrice della trasmissione di cultura religiosa di Rai Radio 3 «Uomini e Profeti». Per il Mulino ha pubblicato «Pazienza» (2014).

Maurizio Ciampa, saggista, ha pubblicato tra l’altro «L’epoca tremenda. Voci dal Gulag delle Solovki» (Morcelliana, 2010). Sono autori di «La vita non è il male» (Salani, 2016).

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Introduzione

Croce, di Maurizio Ciampa

  • I. La croce in dubbio
  • II. Il gioco del mondo e le sue viscere d’ombra
  • III. La Passione come carnevale e come circo
  • IV. Un Dio da obitorio
  • V. Al culmine dell’abbandono
  • VI. La croce di tutti i dolori

Resurrezione, di Gabriella Caramore

  • I. «E sparì dalla loro vista»
  • II. «Davvero è risorto!»
  • III. «La luce del mondo»

Le Astuzie dell’Occidente

Le Astuzie dell’Occidente

36 Stratagemmi di Saggezza Europea

Autore/i: Rampin Matteo

Editore: Ponte alle Grazie

premessa dell’autore.

pp. 208, Milano

«Stratagemma n. 9: trasparenza e nudità
Stendere sulla propria nudità
Un velo trasparente.

PERDERE IN SEGRETEZZA PER GUADAGNARE IN ILLUSIONE
Si può usare la verità per rendere più efficace l’inganno, ossia rendere credibile il falso servendosi del vero, corroborando la veridicità del quadro fittizio con dettagli e particolari assolutamente reali. Questo esige dei costi: a volte converrà persino esibire ciò che dovrebbe rimanere.»

Si fa un gran parlare, nei nostri tempi, di saggezza orientale, anzi diciamo pure che l’aggettivo si potrebbe persino eliminare: la saggezza arriva sempre da oriente, e questo è diventato un luogo comune. Ed è questo luogo comune che ha decretato il successo di libri sapienziali arrivati da est, che hanno avuto grandissima diffusione nel vecchio mondo, opere come I 36 stratagemmi e L’arte della guerra, che hanno divulgato la filosofia cinese del vincere i conflitti con l’astuzia…
Ma anche l’Occidente conosce lo stratagemma quale mezzo alternativo alla forza nella soluzione dei conflitti. Vi fanno ricorso, oltre agli strateghi militari più geniali, anche imprenditori, manager, allenatori, formatori, educatori e quanti si propongono di superare dolcemente le resistenze al cambiamento nei sistemi umani. Questa raccolta di «altri» stratagemmi dimostra che a proposito dell’astuzia la parola definitiva non è stata ancora pronunciata.

Psicoterapeuta, didatta e formatore, Matteo Rampin si è perfezionato in psicoterapia breve e in ipnosi presso il Centro di Terapia Strategica di Arezzo. Cultore di illusionismo, si occupa di psicologia dell’inganno.
Per Ponte alle Grazie ha pubblicato La psicoterapia come un romanzo giallo, Al gusto di cioccolato, Pensare come un mago, e insieme a Giorgio Nardone La mente contro la natura.
Vive e lavora a Mestre.

Itza o il Mistero del Declino dei Maya

Itza o il Mistero del Declino dei Maya

Titolo originale: Itza

Autore/i: Peissel Michel

Editore: Sperling & Kupfer Editori

unica edizione, traduzione di Giorgio Arduin.

pp. 262, numerose fotografie in bianco e nero fuori testo,

«Seduto sulla mia strana imbarcazione, ricavata dal tronco svuotato di un albero gigantesco, vedevo le schiene curve del mio equipaggio che remava controcorrente. Attorno a noi, nella luce rossastra del crepuscolo, il mare dei Caraibi si sollevava in enormi onde scure. Erano le cinque del pomeriggio dell’8 febbraio 1988. Nell’aria si ripercuoteva il rombo delle onde che si frangevano sugli scogli paralleli alla costa. In lontananza, sulla riva visibile attraverso la schiuma nebulizzata che si sollevava dalla risacca, una frangia sfumata di palme dalle fronde agitate ricordava guerrieri maya col capo ornato di piume. Il ruggito del mare faceva martellare d’angoscia il mio cuore mentre scrutavo la barriera ribollente. Eravamo separati dalla terraferma da un’autentica siepe di scogli taglienti.
La paura, mescolata al senso di colpa, mi torceva lo stomaco. Avevo commesso un errore fatale. Per quanto mi consumassi gli occhi scrutando questo orizzonte, non distinguevo la minima apertura o passaggio nella successione di onde bianche che si elevava come un muro invalicabile fra noi e la costa.»

Che cosa ha determinato il crollo dell’impero maya nel IX secolo? Per dare una risposta a questo interrogativo, Michel Peissel, con un’équipe di quattordici persone, ha voluto seguire le tracce dei principi itza, i Fenici precolombiani, in un’impresa che presentava ostacoli e difficoltà quasi insormontabili. A bordo dell’Itza, una piroga ricavata dal tronco di un albero gigantesco, simile alle imbarcazioni maya, la spedizione ha solcato le acque tumultuose di una barriera corallina lunga oltre seicento chilometri – e che si estende dallo Yucatan fino alla frontiera con il Guatemala – facendosi strada fra gli scogli del più impressionante cimitero marino d’America. Il successo del viaggio ha dato conferma all’innovativa teoria dell’autore e, al contempo, ha sciolto uno dei più grandi enigmi della storia: la civiltà dei Maya, la cui ricchezza si fondava sul monopolio del commercio terrestre, si è sfaldata a causa dello sviluppo dei traffici marittimi lungo rotte quali la terribile Costa degli Uragani.
Eccezionale punto d’incontro fra avventura e ricerca storica, Itza è un libro appassionante, che trascina il lettore in un itinerario a‘ritroso nel tempo, incontro al mito di un popolo tra i più affascinanti e meno conosciuti.

Laureato in etnologia alla Sorbona, esploratore e antropologo, Michel Peissel, che ha anche studiato a Oxford e Harvard, e un profondo conoscitore dell’Himalaya, in cui ha guidato diciotto spedizioni, spingendosi fin nelle zone più remote. Il suo ultimo viaggio lo ha portato dal Baltico al Mar Nero, sulla via dei Vichinghi, alla ricerca dei padri della monarchia russa. Autore di numerosi libri, tutti best-seller internazionali, ispirati alle sue esplorazioni, ha pubblicato articoli sul National Geographic, su Time, Geo, The Herald Tribune, Paris-Match e l’Europeo.

Giochi da Tutto il Mondo – 2000 e più Giochi, 5000 Disegni e Illustrazioni a Colori

Giochi da Tutto il Mondo – 2000 e più Giochi, 5000 Disegni e Illustrazioni a Colori

Titolo originale: The Way to Play

Autore/i: Autori vari

Editore: Fabbri Editori

a cura del Diagram Group, premessa all’edizione italiana di Mario Zaverio Rossi, traduzione Alfredo Castelli e Antonio Bellomi.

pp. 320, 5000 disegni e illustrazioni a colori, Milano

Una completa e documentatissima enciclopedia dei giochi di tutte le epoche e di tutto il mondo e una guida pratica che descrive il materiale occorrente, le regole, le tattiche, il modo di contare i punti, le varie, imprevedibili astuzie. C’è di tutto e il tutto abbondantemente illustrato. Dallo scientifico bridge ai tarocchi, con la loro favolistica simbologia, dallo scatenato ping pong ai giochi d’azzardo o a quelli dove la fortuna è cieca e il rischio è la ragione del gioco. Tutti giocano, ragazzi e adulti, principianti e professionisti perché il gioco è una sfida, al caso o all’intelligenza e all’abilità. E questo libro è per tutti i giocatori.

La Psicologia del Bambino

La Psicologia del Bambino

Titolo originale: La Psychologie de l’Enfant

Autore/i: Piaget Jean; Inhelder Bärbel

Editore: Giulio Einaudi Editore

introduzione degli autori, traduzione di Chiara Andreis, Piccola Biblioteca Einaudi 143.

pp. 144, Torino

Risultato di lunghi anni di ricerche e di esperienze, ed insieme vasto quadro dei lavori più recenti attorno alla psicologia infantile, questo libro è la sintesi più puntuale e precisa del pensiero di Jean Piaget: una sintesi «al tempo stesso breve e semplice» come si legge nella premessa al volume. Ne è oggetto l’interdipendenza fra crescita mentale e sviluppo fisico, seguita già prima della nascita, quando si va determinando un’embriologia di riflessi connessa all’attività motoria del feto; e poi nella vita associata, entro le determinazioni ambientali, fino al raggiungimento di uno stato di equilibrio relativo che costituiva il cosiddetto livello adulto.
Il libro di Piaget (che si affianca allo Sviluppo mentale del bambino, già edito in questa collana, e ne integra il discorso) si raccomanda perciò non solo a psicologi e a educatori, ma a quanti, nella vita familiare e sociale, sentano la necessità di avvicinare, conoscere e comprendere, senza forzature o improvvisazioni, il complesso universo dell’infanzia.

Jean Piaget (Neuchâtel, 9 agosto 1896 – Ginevra, 16 settembre 1980) è stato uno psicologo, biologo, pedagogista e filosofo svizzero.
È considerato il fondatore dell’epistemologia genetica, ovvero dello studio sperimentale delle strutture e dei processi cognitivi legati alla costruzione della conoscenza nel corso dello sviluppo, e si dedicò molto anche alla psicologia dello sviluppo.

Bärbel Inhelder psicologa svizzera (San Gallo, 1913-1997). Docente di psicologia infantile nell’Istituto di scienze dell’educazione dell’Università di Ginevra, fu una strettissima collaboratrice di J. Piaget, con cui condusse studi di grande importanza e di cui continuò, sino al 1983, le ricerche. Opere principali: La représentation de l’espace chez les enfants (1947; con J. Piaget); De la logique de l’enfant à la logique de l’adolescent (1955; con J. Piaget); Discussions on Child Development (1956-60; con J. Tanner); L’image mentale chez l’enfant (1974; con J. Piaget); Apprentissage et structures de la connaissance (1975); Le diagnostic du raisonnement chez les débiles mentales (1975).

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Introduzione

  • La psicologia del bambino
  • Il livello senso-motorio
  • Lo sviluppo delle percezioni
  • La funzione semiotica o simbolica
  • Le operazioni «concrete» del pensiero e le relazioni interindividuali
  • Il preadolescente e le operazioni proposizionali
  • Conclusione  I fattori dello sviluppo mentale

Bibliografia generale

Wam • La Vita e il Tempo di Wolfgang Amadeus Mozart

Wam • La Vita e il Tempo di Wolfgang Amadeus Mozart

Autore/i: Melograni Piero

Editore: Editori Laterza

in copertina: particolare di «Il piccolo Mozart al concreto per il matrimonio tra Giuseppe II e Isabella di Borbone» Vienna 1760 di Martin van Meytens, Vienna.

pp. IV-394, Bari

Con questo libro Melograni si è divertito e ha divertito i lettori con il racconto della vita di un genio. Un viaggio delizioso nel Settecento, gradevole come un romanzo. Armando Torno, “Corriere della Sera”.

Con metodo e cura del dettaglio Piero Melograni osserva Mozart come specchio e grande interprete del suo tempo. Alberto Sinigaglia, “Specchio”. Esattezza di informazioni e finezza di introspezione, uniti alla mano dello storico, consentono a MElograni di raccontare Mozart in modo avvincente. Sandro Cappelletto, “Tuttolibri”.
Pagine godibilissime, che volano d’un fiato, affinate nelle intuizioni, logiche e serrate nei dati. Carla Moreni, “Il Sole 24 Ore”.

Piero Melograni è uno dei maggiori storici italiani. Collaboratore di varie testate giornalistiche, è autore di numerosi volumi, tra cui Dieci perchè sulla Repubblica (Milano 1994) e La modernità e i suoi nemici (Milano 1996). Per i nostri tipi ha pubblicato, tra l’altro, Fascismo, comunismo e rivoluzione industriale (1984) e Il mito della rivoluzione mondiale (1985).

Riccardo Cuor di Leone – La Vera Storia del Re dei Re della Terra

Riccardo Cuor di Leone – La Vera Storia del Re dei Re della Terra

Crudele senza scrupoli, si armò due volte contro il padre. Guidò la terza crociata, combatté il sultano Saladino, in verità non regnò mai sul suo Paese

Autore/i: Croce Vittorangelo

Editore: Edizioni Piemme

prima edizione.

pp. 184, illustrazioni in bianco e nero, Casale Monferrato (AL)

«Sappiate che è nella nostra natura, lasciataci in eredità dagli avi, che nessuno di noi debba amare l’altro, sì che il fratello lotterà contro il fratello e il figlio contro il padre.»

Riccardo Cuor di Leone fu valoroso combattente, condottiero stimato, accorto stratega, ma anche mediocre politico, inesperto di trattative diplomatiche e vittima di tremendi eccessi d’ira che lo spingevano a spietate vendette contro avversari e alleati, inimicandosi i potenti principi della scena politica contemporanea. Libertino, bisessuale, Riccardo I è passato alla storia anche per le sue pubbliche e teatrali dichiarazioni di pentimento.
È stato, dunque, attingendo alle fonti coeve che l’autore, Vittorangelo Croce, ha ricostruito, con vivacità di particolari anche privati, le avventurose vicende di questo controverso personaggio storico (dalla rivolta contro suo padre alla lunga guerra a Saladino, fino alle peripezie del difficile e tormentato viaggio di ritorno dalla Terra Santa), soffermandosi e approfondendo la complicata psicologia del re dei re della terra.
Pregio fondamentale dell’opera, ricca di informazioni e spesso magistralmente colorita, è proprio l’originale modo di affrontare una biografia, sostenuta da notizie e documenti inconfutabili che, senza denigrare un famoso protagonista della storia del medioevo, tendono a rettificare, con il rigore dell’obiettività, la tendenziosità della leggenda.

Tutto il Pane del Mondo – Cronaca di una Vita tra Anoressia e Bulimia

Tutto il Pane del Mondo – Cronaca di una Vita tra Anoressia e Bulimia

Un documento sconcertante, un’altra tessera del mosaico sui disagi del vivere odierno.

Autore/i: De Clercq Fabiola

Editore: Sansoni Editore

pp. 130, Firenze

Una strana malattia si aggira per l’Italia. Segreta perchè i colpiti se ne vergognano; femminile perchè gli uomini sono quasi immuni; sociale perchè si sta diffondendo a velocità vertiginosa. Questo morbo si chiama anoressia: il rifiuto di mangiare. Convive con il suo contrario, la bulimia: il mangiare a dismisura. Entrambe hanno la stessa radice: il bisogno coatto di divorare “tutto il pane del mondo”. C’è che tenta di soddisfarlo diventando bulimico. Chi pensa invece che non potendo raggiungere in pieno l’obbiettivo, sia meglio rinunciare persino alla prima briciola di cibo, cioè l’anoressico.
Fabiola De Clercq è stata prima bulimica poi anoressica. È guarita. Ha deciso di aiutare le migliaia di malate segrete che non riescono a trovare una via di salvezza.
Poteva scrivere un saggio, ha deciso di narrare la cronaca della sua malattia proprio per dire a tutte: parlate, non occultate il problema, lasciatelo esplodere perchè questo è l’inizio della guarigione. Ne è scaturito un documento sconcertante, un’altra tessera del mosaico sui disagi del vivere odierno.

Nove Zeri – Viaggio tra i Miliardari della Porta Accanto

Nove Zeri – Viaggio tra i Miliardari della Porta Accanto

Autore/i: Madron Paolo

Editore: Longanesi & C.

prima edizione, introduzione dell’autore.

pp. 224, Milano

Anche se non si riconoscono, ci sono. Mescolati tra la gente che incrociamo ogni giorno. Anonimi, vestiti come tutti. Normali. Forse più sorridenti che tristi, perché il problema di come campare non li tocca. Secondo una recente indagine, in Italia vivono 260.000 miliardari. Vengono definiti “individui ad elevata disponibilità finanziaria”, con un patrimonio in denaro e titoli che supera il miliardo e mezzo. Senza contare altre tipologie patrimoniali, come case, terreni e oggetti di valore. A tale cifra, spiega la ricerca, bisognerebbe aggiungere il milione e duecentomila “benestanti e facoltosi” il cui patrimonio oscilla tra i seicento milioni e il miliardo e mezzo. Ma la ricchezza italiana non ha ancora molto da spartire con l’impalpabile eldorado della New Economy e dei fenomeni a essa collegati: è concreta, solida, frutto di una cultura del risparmio e del sommerso, di un tenace e atavico istinto all’accumulazione. Tuttavia, chi si aspettasse di trovare qui rigorose istruzioni su come arricchirsi, resterebbe deluso. Anche se vi si potrebbe cogliere un comun denominatore, una certa esemplarità, perché la ricchezza tende ad annullare le differenze sul piano dei consumi e degli stili di vita. Eppure, in queste pagine, giocate sul sottile confine che separa l’abilità dalla fortuna, c’è di tutto: la signora che ha lasciato in eredità 13 miliardi al suo gatto e a un noto uomo politico; il giornalista che da un giorno all’altro si è ritrovato in tasca 57 miliardi in più; l’imprenditore che ha azzeccato il fatidico 6 al SuperEnalotto; i nuovi ricchi che vivono tra barche, elicotteri e alberghi esclusivi e quelli che, invece, sono socialmente impegnati. Dietro ciascuno, ossessioni private, situazioni patologiche, e un rapporto col denaro che spesso condiziona la vita.

Contro Vento • La Mia Avventura più Grande

Contro Vento • La Mia Avventura più Grande

«Io resisto perchè spero un giorno di riprendere a camminare, di alzarmi da questo letto con le mie gambe e di guardare il cielo.»

Autore/i: Fogar Ambrogio

Editore: Rizzoli

prima edizione, con la collaborazione di Giangiacomo Schiavi.

pp. 140, nn. fotografie b/n e a colori f.t., Milano

Dagli oceani e i desideri sconfinati a una stanza con le nuvole disegnate sul soffitto: il dramma e la tenacia di un uomo e la sua battaglia a favore della ricerca scientifica, ultima frontiera nella speranza di una guarigione.

Navigatore solitario, esploratore, pioniere dei viaggi-avventura: per trent’anni Ambrogio Fogar è stato l’uomo delle imprese impossibili e temerarie, delle traversate oceaniche e della spedizione al Polo Nord. Ma nel 1992 un incidente nel deserto del Turkmenistan ha cambiato improvvisamente la sua storia: un sasso urtato per caso ha fatto ribaltare la sua Range Rover durante il raid Parigi-Mosca-Pechino, pochi centimetri che cambiano la sua vita dalla corsa all’immobilità. Da quasi tredici anni è bloccato in un letto, non può muovere le braccia e le gambe, respira e parla attraverso una macchina, ha bisogno di assistenza continua da parte di familiari, infermieri e medici. Ma, tra nostalgie, sogni e ricordi, Fogar è riuscito a reinventarsi un’altra vita, a misurarsi con la fede, a impegnarsi in una battaglia per dare una speranza a quelli che, come lui, sono vittime di una paralisi che la scienza non sa ancora guarire. Quando l’estate scorsa Giangiacomo Schiavi lo ha intervistato per il «Corriere della Sera», migliaia di persone gli hanno scritto manifestandogli affetto, amicizia, solidarietà. E Fogar ha voluto rispondere loro in queste pagine, rivivendo i momenti di un passato ricco, avvincente e discusso, ma soprattutto raccontando la sua vita di oggi. Con sincerità, lucidità e passione Fogar da voce alla silenziosa sofferenza di altre migliaia di persone, lancia un appello a non ostacolare il lungo e difficile percorso della ricerca scientifica, invita a credere nella vitae a cercare sempre la speranza dentro ognuno di noi. Anche quando il destino ci obbliga a navigare controvento.

Ambro Fogar è nato a Milano il 13 agosto 1941. È stato il primo navigatore italiano a fare il giro del mondo in barca a vela in solitario nel 1973, da est a ovest. Ha partecipato a due edizioni della Ostar, la regata oceanica da Plymouth a Newport. Nel 1978 è stato per 74 giorni alla deriva nell’Atlantico, al largo delle isole Falkland, su una zattera. Nel 1983 ha tentato di raggiungere il Polo Nord a piedi, con una slitta e il cane Armaduk. È stato protagonista di raid e rally nel deserto. Ha condotto per anni la trasmissione Jonathan: dimensione avventura. Trai suoi libri ricordiamo Il mio Atlantico (1972, Premio Bancarella), 400 giorni intorno al mondo (1976), La zattera (1978, Premio Bancarella), Verso il Polo con Armaduk (1983) e Solo. La forza di vivere (1997).

Giangiacomo Schiavi è giornalista del «Corriere della Sera» e cura la rubrica delle lettere «Dalla parte del cittadino». Ha scritto Nucleare all’italiana (1986), Ho ammazzato Gigi Rizzi (1996), Il Piccolo Maracanà (1999) e Sani per scelta con Edoardo Boncinelli (2005).

Il Primo Abecedario: l’Ambiente

Il Primo Abecedario: l’Ambiente

Per una Nuova Scuola dell’Infanzia

Autore/i: Frabboni Franco; Galletti Arturo; Savorelli Carlo

Editore: La Nuova Italia

introduzione degli autori.

pp. 238, numerose illustrazioni in bianco e nero, Firenze

L’ambiente naturale e sociale è un abecedario permanente di lettura, un cesto didattico «gratuito» dove il bambino può rovistare e scoprire il filo che raggomitola la propria storia, la propria biografia. Elevare l’ambiente ad aula didattica decentrata significa porre la scuola dell’infanzia nelle condizioni di pescare a piene mani in quella sorta di pozzo dei miracoli che è per l’appunto un prato, un bosco, un fiume oppure una contrada di borgata, di paese, di città.
Dunque; l’ambiente come scommessa pedagogica per la nuova scuola dell’infanzia. Con l’obbiettivo di produrre sia un bambino storico, capace di riconoscere e vivere consapevolmente la propria identità individuale e sociale, sia un bambino esploratore e inventore, capace di conoscere e trasformare tanto la sua storia personale che quella del suo ambiente che, per scrivere quella storia, gli fornisce giorno per giorno un lessico prezioso, di prima mano, autentico.

Franco Frabboni è straordinario di Pedagogia presso l’Istituto di Scienze dell’educazione dell’Università di Bologna. La sua ricerca pedagogica è da anni rivolta alla fondazione di una «modellistica» scolastica ed extrascolastica. Le sue opere principali: Tempo libero infantile e colonie di vacanza, Firenze, La Nuova Italia, 1971; Il campo gioco e la città, Firenze, La Nuova Italia, 1971, in collaborazione con M. W. Battacchi e R. Ballardini; Pedagogia, Milano, 1974; La Scuola dell’infanzia, Firenze, 1974; Il tempo libero, Firenze, 1976, in collaborazione con W. Garagnani e L. Guerra; Giocattoli e giochi didattici, Firenze, 1977; La scuola elementare, Firenze, 1977.

Arturo Galletti, già pedagogista presso l’équipe di coordinamento delle scuole dell’infanzia del Comune di Bologna, è redattore di «Infanzia».

Carlo Savorelli, è pedagogista presso l’équipe di coordinamento della scuola dell’infanzia del Comune di Ravenna. Collabora a «Infanzia».

Brevi Saggi di Psicologia

Brevi Saggi di Psicologia

Su Il Monaco Nero di Cechov, Alcuni Racconti di Kafka, Medea di Euripide

Autore/i: Tomassoni Rosella; Fusco Antonio

Editore: Edizioni Kappa

prefazione degli autori.

pp. 212, Roma

Su Il Monaco Nero di Anton Cechov a cura di Rosella Tomassoni

Su Alcuni Racconti di Franz Kafka a cura di Rosella Tomassoni

Su Medea di Euripide a cura di Antonio Fusco

Storia di un’Anima – Autobiografia di S. Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo

Storia di un’Anima – Autobiografia di S. Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo

Opera Completa

Autore/i: Teresa di Lisieux

Editore: L. I. C. E. – R. Berruti & C.

nuova edizione riveduta e aumentata, prefazione di G. Destefani.

pp. 576, numerose tavole in bianco e nero fuori testo, Torino

In questa nuova edizione, a cura dei RR. Canonici G. Destefani e S. Bertola, è stata completamente riveduta la parte autobiografica e la biografia supplementare e sono stati compilati gli indici.
La traduzione delle poesie aggiunta a questa edizione è dovuta a Maria Pia Albert.