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Il Giovane Feuerbach

Il Giovane Feuerbach

Autore/i: Cesa Claudio

Editore: Editori Laterza

introduzione dell’autore.

pp. 304, Bari

Questo studio è il primo – nella pur rispettabile letteratura su Feuerbach – che sia dedicato alla ricostruzione del processo intellettuale del filosofo, dalle prime letture al 1837. Sono presi in esame le riflessioni e le esperienze degli anni di università, che segnarono il suo distacco dagli studi teologici, e scritti quali la dissertazione di laurea, i Pensieri sulla morte e l’immortalità, i lavori di storia della filosofia, le polemiche filosofiche. E la storia del «giovane Feuerbach» è studiata sullo sfondo delle polemiche tra razionalisti e romantici, hegeliani e schellingiani, panteisti e deisti, di quelle polemiche, cioè, che costituiscono il terreno culturale prima della diffusione, e poi della rapida crisi dell’idealismo classico tedesco.

Negli ultimi decenni, in gran parte sotto lo stimolo delle discussioni per l’interpretazione della genesi del materialismo storico, l’interesse di molti studiosi si è andato rivolgendo a quella fase della storia della cultura tedesca – grosso modo tra le rivoluzioni del 1830 e del 1848 – nella quale la filosofia di Hegel conobbe una rapidissima diffusione, per essere poi sottoposta a critiche sempre più radicali, ed essere infine «messa da parte», come disse Engels. C’è stato chi ha studiato questa fase della storia del pensiero tedesco nella prospettiva della «dissoluzione» della cultura hegeliana e goethiana, domandandosi con angoscia cosa restava, dopo di essa, per l’uomo di oggi; e chi se ne è occupato soltanto come dell’ambiente nel quale si è formato il pensiero di Marx e di Engels.
In tutti gli studi su questo periodo a Feuerbach si è sempre attribuito, come del resto è ovvio, un posto importante; della sua opera si conosce però di solito solo una parte, gli scritti cioè redatti tra il 1839 ed il 1843, quando nella sua mente era già definitivamente maturato il distacco dall’hegelismo.
Ma quali sono le tappe che portano a questo distacco? Il problema non è di scarsa importanza, se si pensa che, tra gli esponenti della prima generazione della sinistra hegeliana – tra coloro cioè che si accostarono al sistema di Hegel quando il filosofo era ancora in vita, e che, come nel caso di Feuerbach, ne furono diretti discepoli – Feuerbach è l’unico che avesse al centro dei suoi interessi non la teologia o la politica, ma la «filosofia». In una storia dell’hegelismo tra il 1830 ed il 1840 Feuerbach occupa probabilmente il posto centrale; e le sue riflessioni hanno spesso un valore paradigmatico per la storia di tutta la sua generazione.
Sono state queste considerazioni che hanno spinto Claudio Cesa alla presente indagine, rivolta ad illuminare le disposizioni e gli atteggiamenti speculativi del giovane Feuerbach quali si manifestano nel periodo della prima e decisiva formazione. L’importanza della ricerca del Cesa non risiede soltanto nella minuziosa ed accurata analisi dei primi scritti dell’autore dell’Essenza del Cristianesimo e nella ricostruzione dell’ambiente filosofico, culturale e politico nel quale essi si collocano. La fine analisi del Cesa individua in effetti, attraverso lo studio dei predetti elementi, anche le premesse essenziali del processo interno ed esterno attraverso il quale si maturò quella critica radicale di Hegel che doveva, in breve lasso di tempo, portare alla crisi e al «rovesciamento» dell’hegelismo prima sul terreno della religione, poi su quello dell’economia e della prassi storica.

Nato a Novara nel 1928, alunno dal 1946 al 1950 della Scuola Normale Superiore di Pisa, Claudio Cesa ha poi frequentato come borsista le università di Friburgo in Brisgovia, Gottinga e Parigi. Dal 1956 è professore nei licei. Nel 1955 ha pubblicato Apostolato cattolico e condizione operaia (De Silva, Torino). Negli anni successivi ha redatto una serie di articoli su personalità della scuola hegeliana (Bruno Bauer, L. Feuerbach, gli hegeliani di Tubinga). Ha collaborato e collabora, tra l’altro, a «Quaderni di cultura e storia sociale», «Il Ponte», «Belfagor», «Giornale critico della filosofia italiana». Ha tradotto in italiano, per le edizioni Laterza, l’antologia della Sinistra hegeliana.

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