Erich Fromm libri, bibliografia, biografia
Erich Pinchas Fromm nasce il 23 marzo 1900 a Francoforte sul Meno, in una famiglia di origini ebraiche molto religiosa, questa sua origine lo segnerà in modo indelebile influenzando il suo pensiero e le sue scelte.
Nel 1922 conseguì la laurea in filosofia ad Heidelberg, la tesi si intitolava “Sulla funzione sociologica della legge ebraica nella Diaspora”.
In questo trattato propone una ricostruzione sociologica delle origini della diaspora, del rabbinismo e dei rapporti con il cristianesimo concentrando la sua analisi su alcuni momenti della storia religiosa che ritiene esemplari.
Egli rimase profondamente turbato dal turbine di violenza della prima guerra mondiale e nel 1918 al termine del conflitto si interrogò profondamente sull’irrazionalità dei comportamenti che l’animavano e sui motivi della genesi del conflitto, sviluppando un pensiero molto dubbioso nei confronti delle ideologie.
Nel 1925 si allontana dalla ortodossia ebraica per volgere lo sguardo alla ricerca interiore e spirituale, in modo da poter appagare la necessità di esprimere una religiosità interiore.
In seguito studiò psicanalisi a Monaco svolgendo nel contempo attività di psicanalista presso l’Istituto psicanalitico di Berlino e di Francoforte.
Non si laureò in medicina, ma iniziò comunque a praticare la psicoanalisi nel 1925, divenendo presto famoso. Dal 1929 al 1932 fu assistente nell’Università di Francoforte.
Il 16 giugno 1926, si unì in matrimonio con Frieda Fromm-Reichmann, da cui si separerà cinque anni più tardi (1931).
Nel 1930, fondò la “Suddetsche Institut fur Psychanalyse” a Francoforte e spronato da Max Horkeimer iniziò i lavori di ricerca in psicologia presso l’istituto di ricerca sociale all’interno di quella “Scuola di Francoforte” che influenzerà l’Europa e l’America.
Qui diede avvio ad un lavoro incessante di ricerca.
Fu inoltre sempre del 1930 la prima tesi sulle religioni che venne pubblicata sulla rivista Imago, edita da Sigmund Freud.
E’ a partire da questo momento che Fromm sviluppò l’attitudine esercitando come psicologo freudiano ortodosso a Berlino.
Dal 1934 al 1949 visse negli Stati Unti acquisendo la cittadinanza; la sua attività non conobbe sosta, fu chiamato ad insegnare in molte università americane come la: Michigan University, Columbia University, Yale University.
Nel 1944 si sposò nuovamente con Henny Gurland, ma una malattia incurabile li separerà nel 1952.
Nel 1949 si recò in Messico, a Cuernavaca, dove proseguì le ricerche psicoanalitiche, stampando molti scritti e prendendo contatti con studiosi di tutto il mondo.
Ai diversi simposi promossi da Fromm parteciparono studiosi del calibro di Russell, Markovich, Petrovich, Schaff e Bloch.
Nonostante il ritorno negli Stati Uniti per l’insegnamento universitario, Fromm avvertì l’esigenza di partecipare alle attività politico-sociali e il suo profondo interesse umanitario lo portò a partecipare e ad impegnarsi in diversi movimenti che hanno come fine la liberazione dell’uomo (in linea con il suo pensiero) da ogni servitù spirituale ed economica. L’esigenza di partecipare attivamente alle vicende politiche dell’epoca lo portarono ad una collaborazione con Eugene McCarty nel periodo in cui quest’ultimo è candidato alle elezioni presidenziali del 1968 come esponente del partito democratico.
Nel 1953 si sposa per la terza volta con Annis Gloves Freeman.
Fromm, divenuto un pensatore di fama internazionale, venne apprezzato in tutto il mondo e i suoi scritti vengono tuttora tradotti in molte lingue.
Nel 1974 si recò in Svizzera a Muralto (Locarno, Canton Ticino), per trascorre gli ultimi anni della sua vita, luogo dove continuerà a lavorare sulle sue opere rendendole più sistematiche ed organiche.
La sua concezione originale per l’epoca sui rapporti umani apre nuove prospettive all’indagine psicoanalitica, antropologica e sociologica.
Contribuisce con rigore scientifico a sviluppare una propria analisi psicologica e sociale grazie alla teoria del carattere, con un apporto maggiore per la teoria psicoanalitica rispetto alla clinica e alla terapia.
Alla base della sua concezione, finalizzata alla comprensione delle dinamiche del processo sociale, troviamo un’attenzione particolare anche per i processi psicologici che operano internamente all’individuo.
L’importanza della dimensione sociale e dell’influenza che questa ha sulla realizzazione dell’individuo nel suo aspetto costitutivo, ovvero l’umanità, costituiscono il file conduttore che attraversa tutto il suo pensiero, in riferimento sia alla vita normale della psiche che a quella patologica.
La nevrosi può essere affrontata solo se prestiamo attenzione alle radici sociali dell’uomo senza considerarlo una monade isolata nell’universo sociale.
L’alienazione che l’individuo sperimenta è il frutto della sua disumanizzazione, che gli fa perdere di vista i valori.
La crisi di identità è basata, dunque, su alienazione e reificazione dell’uomo stesso e per contrastare tutto ciò è necessaria un’assunzione di responsabilità che conduca l’individuo a porsi in una posizione attiva nei confronti dell’esistenza.
“Molti uomini sprecano la loro vita nel tentativo di divenire ciò che non possono essere, dimenticando ciò che possono divenire” (Erich Fromm)