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Le Pietre Mirabili

Le Pietre Mirabili

Magia e scienza nei lapidari greci

Autore/i: Autori vari

Editore: Sellerio Editore

introduzione e cura di Ludmilla Bianco.

pp. 264, Palermo

Una raccolta di trattati antichi che raccolgono vecchie credenze sui poteri taumaturgici e apotropaici dei minerali.

Le pietre mirabili raccoglie i principali lapidari tramandati dall’antichità – per tramite dell’interesse medievale e umanistico per le pietre; vale a dire, tutto quello che tradizionalmente si sapeva (e a tutt’oggi si sa, dal momento che nessuno pare più in grado di arricchire questi saperi) sui poteri taumaturgici, apotropaici, interrelazionali e pratici dei minerali. I trattati sono:il Lapidario Orfico (in versi); i Kerygmata (arricchiti dalla fusione con il Περì λίθων di Socrate e Dionigi, in prosa); il Lapidario Nautico, con consigli su come rabbonire le tempeste e le ondate con le pietre; il Damigeron-Evax.

I Segreti Poteri del Superconscio

I Segreti Poteri del Superconscio

Nuovi metodi per scoprire i magici poteri della vostra mente

Autore/i: Germain Walter Montgomery

Editore: Edizioni Mediterranee

traduzione di Marcello Mazzolani.

pp. 288, Roma

Nel momento in cui leggerete questo libro scoprirete i segreti della felicità; potrete ottenere una vita migliore, più lunga e più attiva. Nelle sue importantissime pagine, dedicate esclusivamente a voi, apprenderete: • Come scoprire ed usare il sesto senso. • Come cambiare la vostra vita attraverso il pensiero costruttivo. • Come usare i magici poteri della vostra mente. • Come le parole dette siano strettamente legate alle comunicazioni del Superconscio. • Come la mente può muovere la materia. • Come combattere e vincere i pensieri negativi o distruttivi. • Come usare il magico potere della vostra mente per guarire da tutte le malattie. • Come sfruttare il potere creativo dell’amore. • Risolverete i più difficili problemi della vostra vita. • Scoprirete un meraviglioso mondo di potere e di successo di cui non avevate mai immaginato l’esistenza. • I consigli pratici che porranno immediatamente al vostro servizio i poteri costruttivi dell’esistenza. • Piani di azione per ogni giorno • Semplici tecniche per aiutarvi da soli • Una guida facile e graduale verso il successo.

Walter Montgomery Germain nato a Saginaw, Michigan, il 22 febbraio 1890, da una famiglia di pionieri i quali avevano preso parte attiva alla costruzione della città vecchia. Nel 1931 venne nominato Clerk del Reparto di Polizia di Saginaw e nel 1934 raggiunse il grado di Ispettore. Rimase nella Polizia per vent’anni organizzando nel 1938 un “Reparto per la prevenzione della criminalità” che costituì il primo esperimento effettuato in proposito nel paese. Il lavoro di questo programma si svolgeva tra i bambini e gli adolescenti allo scopo di prevenire la delinquenza minorile. Dopo aver lasciato la Polizia si dedicò ad uno studio più esteso sulla prevenzione della criminalità e ad approfondite ricerche nel campo della psicologia, che hanno offerto il motivo per la stesura di questo libro. Il Dott. Germain ha combattuto durante la prima guerra mondiale come sottotenente del Genio. È sposato e ha tre figli.

 

Gesù e i Manoscritti del Mar Morto

Gesù e i Manoscritti del Mar Morto

Il cristianesimo delle origini e l’identità storica di Cristo

Autore/i: Donnini David

Editore: Coniglio Editore

introduzione dell’autore, con un’appendice bibliografica a cura di Giuseppe Pollicelli.

pp. 256, Roma

Un’investigazione originale ed esaustiva sulla nascita del Cristianesimo e sulla figura di colui che ne è universalmente ritenuto l’unico fondatore, Gesù di Nazareth. Frutto di anni di studi e di indagini sul campo, Gesù e i Manoscritti del Mar Morto rivela aspetti inediti o pochissimo noti sulle origini della più diffusa religione del mondo, sconfessando in modo definitivo tante “verità ufficiali” e spiegando le modalità con cui, nel corso dei secoli, la Chiesa ha progressivamente costruito un Cristo sempre più distante da quello della realtà storica. Attraverso pagine documentatissime e avvincenti, David Donnini guida il lettore alla scoperta dei rapporti tra l’ebreo Gesù e i movimenti rivoluzionari e fondamentalisti della Palestina del I secolo; della vera identità degli apostoli e di Maria Maddalena; dell’autentico luogo di nascita di Cristo; dei contatti tra il Cristianesimo primitivo e la comunità essena di Qumran (autrice dei celebri Rotoli del Mar Morto); del reale significato del titolo “nazareno”; del ruolo centrale avuto da Paolo di Tarso nella elaborazione del Cristianesimo; dei criteri che, nel IV secolo, portarono alla scelta dei quattro Vangeli da inserire nel Canone e alla distruzione di tutti quelli definiti “apocrifi”…
Un libro scrupolosamente scientifico che si rivela più appassionante e sconvolgente di qualsiasi giallo.

Viaggio al Termine della Notte

Viaggio al Termine della Notte

Romanzo

Autore/i: Céline Louis-Ferdinand

Editore: Edizioni Corbaccio

traduzione dal francese e note di Ernesto Ferrero.

pp. 576, Milano

Viaggio al termine della notte si impone come il romanzo che ha saputo meglio capire e rappresentare il Novecento, illuminandone con provocatoria originalità espressiva gli aspetti fondamentali. «Céline è stato creato da Dio per dare scandalo», scrisse Bernanos quando nel 1932 il romanzo diventò un successo mondiale, suscitando entusiasmi e contrasti feroci. Lo «scandalo Céline», che dura tuttora, è la profetica lucidità del suo delirio, uno sguardo che nulla perdona a sé e agli altri, che ha il coraggio di affrontare la notte dell’uomo così com’è. L’anarchico Céline, che amava definirsi un cronista, aveva vissuto le esperienze più drammatiche: gli orrori della Grande Guerra e le trincee delle Fiandre, la vita godereccia delle retrovie e l’ascesa di una piccola borghesia cinica e faccendiera, le durezze dell’Africa coloniale, la New York della «folla solitaria», le catene di montaggio della Ford a Detroit, la Parigi delle periferie più desolate dove lui faceva il medico dei poveri, a contatto con una miseria morale prima ancora che materiale. Totalmente nuovo, nel panorama francese ed europeo, è stato poi il suo modo insieme realistico e visionario, sofisticato e plebeo con cui Céline ha sputo trasfigurare questa materia incandescente. Per lui, in principio, è l’emozione, il sentimento della vita: di qui l’invenzione di un linguaggio che ha tutta l’immediatezza del «parlato» quotidiano, capace di dar voce, tra sarcasmi e pietà, alla tragicommedia di un secolo. Questo libro sembra riassumere in sé la disperazione del Novecento: è in realtà un’opera potentemente comica, esilarante, in cui lo spettacolo dell’abiezione scatena un riso liberatorio, un divertimento grottesco più forte dell’incubo. Oggi il Viaggio, nella classica traduzione di Ernesto Ferrero, scrittore particolarmente attento al «colore» dei linguaggi, si offre a nuove generazioni di lettori con l’intatta freschezza di un «classico» che non finisce di stupire per la sua modernità.

Louis-Ferdinand Destouches nasce a Courbevoie (un sobborgo di Parigi) il 22 maggio 1894. Figlio di Fernand Destouches, un modesto impiegato, e di Marguerite Guillou, merciaia, trascorre quasi tutta la sua infanzia a Parigi, ove conseguita la licenza elementare esercita per vivere modesti impieghi, preparando privatamente il baccalauréat, che consegue nel 1917. Nel 1912 si arruola volontario e nel 1914, nelle Fiandre, riporta una grave ferita alla testa che gli provoca un’invalidità permanente. Viene inviato nel 1916 in Camerun nei servizi di occupazione delle antiche colonie tedesche e nel 1917 a Londra nei servizi logistici. Rientrato in Francia nel 1918, s’iscrive alla facoltà di medicina di Rennes, sposa la figlia del direttore della facoltà, da cui si separerà pochi anni dopo, e si laurea nel 1924. Dal 1924 al 1928 lavora per la Società delle Nazioni che lo invia a Ginevra, a Liverpool, poi di nuovo in Africa, negli Stati Uniti, in Canada e a Cuba. Rientrato in patria nel 1928, si stabilisce nei quartieri più poveri della periferia di Parigi, ove esercita quasi gratuitamente la professione di medico, lavorando contemporaneamente al suo primo romanzo Viaggio al termine della notte (1932), che pubblica sotto lo pseudonimo di Céline. Nel 1936 scrive Morte a credito, il romanzo sulla sua infanzia, che lo consacra definitivamente scrittore rabbioso e nichilista. Nel 1937 redige Mea culpa, un’invettiva contro la Russia sovietica e lavora a Bagatelle per un massacro, libello che assieme a La scuola dei cadaveri gli costerà pesanti accuse di antisemitismo. Durante la seconda guerra mondiale, considerato traditore e collaboratore dei nazisti, e condannato a morte dalla Resistenza, è costretto a riparare in Danimarca, dove rimane fino al 1951, scontando nel frattempo quattordici mesi di carcere. Rientrato in Francia nel 1952 al seguito di Pétain, Céline si stabilisce con la moglie Lucette a Meudon, dove rimarrà sino al termine della sua vita. Muore nel 1961, senza ricevere alcun riconoscimento da parte della critica, che ne riscopre le opere solo alcuni anni dopo la scomparsa. Oltre alle opere già citate, si ricordano: Pantomima per un’altra volta (1952), Normance (1954), Colloqui col professor Y (1955) e la «trilogia tedesca» (Da un castello all’altro, 1957; Nord, 1960; Rigodon, 1968).

 

I Bassifondi dell’Antichità

I Bassifondi dell’Antichità

Prostitute, ladri, schiavi, gladiatori: dietro lo scenario eroico del mondo classico

Autore/i: Salles Catherine

Editore: Rizzoli

prefazione dell’autrice, traduzione di Rosanna Pelà.

pp. 352, nn. tavv. b/n f.t., Milano

Immaginate lo scenario di una tragedia classica: colonnati, un tempio, una reggia. Vi recitano generali, oratori, re e regine: conflitti di doveri e racconti di combattimenti sono l’argomento dei loro discorsi. Ma di tanto in tanto un tendaggio si scosta e al pubblico si presenta per un attimo uno spettacolo del tutto diverso: non più palazzi ma catapecchie, non più uomini d’arme e sovrani, ma una plebaglia misera e turbolenta. Questa scena contraddittoria e il mondo classico; l’avventura intellettuale della nostra civiltà ce ne ha reso familiari le glorie e gli splendori, ma insieme ha condannato al silenzio le frange marginali di questo mondo: gli ambienti del vizio, dell’emarginazione, della criminalità. Nelle pagine di questo libro di straordinario successo, rivivono girovaghi e schiavi, etere raffinate e prostitute d’infimo rango, gladiatori e briganti, nani da circo e biscazzieri: i bassifondi di Atene, di Corinto, di Alessandria, di Roma.

Nata nel 1940 ad Alès (Gard), Catherine Salles ha conseguito il dottorato di ricerca in letterature classiche con una tesi dal titolo «Scrittori, libri e pubblico nell secolo della nostra era».
Fra i suoi libri pubblicati, ricordiamo: «Tibère: le second César» (1985), «Spartacus et la révolte des gladiateurs» (1990), «Lire à Rome» ( 1992).

L’ABC della Medicina Naturale

L’ABC della Medicina Naturale

Autore/i: De Gregorio Sergio

Editore: Casa Editrice Meb

premesso dell’autore.

pp. 290, Padova

Un vero libro-messaggio! Entrate in questo “nuovo universo” del vivere sani attraverso la medicina naturale. Per una vera vita sana spesso non bastano 0 non servono i medicinali. Alla base di questo libro c’è infatti un decalogo per la salute che istintivamente ognuno condivide, anche se pochi seguono: il più possibile moto, vita all’aria aperta, sole, alimenti naturali; il meno possibile tabacco, alcool, caffè, carne.
Volete sapere come si fa a stare sempre bene? L’autore vi svelerà chiaramente quali sono le basi del vivere sani.

Leggende e Racconti Popolari di Roma

Leggende e Racconti Popolari di Roma

Miti, storie e misteri di una città rivisitati dalla fantasia popolare: personaggi fantastici e bizzarri, dalla Papessa Giovanna a Beatrice Cenci, da Lucrezia Borgia al Marchese del Grillo

Autore/i: Gatto Trocchi Cecilia

Editore: Newton Compton Editori

premessa dell’autrice, ricerca iconografica di Giulio Fefé.

pp. 350, nn. ill. b/n, Roma

Città metafisica e volgare, Roma inghiotte in sé la parola e lascia che siano gli “altri” a parlare di lei: Goethe, Stendhal, Gregorovius, Shelley…
Il popolo romano, amante del gesto teatrale e della parolaccia, sembra che in prima persona non voglia parlare. Per lui parlano il Berneri, il Belli, Pasquino, Trilussa, Pasolini o il Papa. Tuffata da secoli nella miseria e nella presunzione, la plebe di Roma ha creato per sé e solo per sé una potenza della parola, una genialità di linguaggio che con grandiosa barbarie esplode in sintesi di un realismo volgare e immaginifico del tutto speciale. Scovare quello che la gente si racconta è impresa difficile perché il romano è allusivo, ermetico, sfuggente: è strafottente, carnale, con la battuta facile, la voglia di vivere e di morire addosso. Eppure le leggende ci sono. Cecilia Gatto Trocchi le ha evocate, ha “investigato” tra la gente e nelle biblioteche, nel labirinto della città e in quello della sua memoria. Ha prestato alle tradizioni popolari la sua voce e la sua sensibilità, dipingendo un insolito affresco fiabesco e magico della Città Eterna.

Cecilia Gatto Trocchi, scomparsa a Roma nel luglio 2005, è stata docente di Antropologia culturale presso le università Roma Tre e la Sapienza. Ha compiuto ricerche in Africa, America Latina, India, verificando le tematiche magico-simboliche, le mitologie e i rituali. Esperta di tradizioni popolari, si è occupata di novellistica e letteratura etnica. Ha pubblicato studi sul pensiero simbolico, l’etno-medicina, le religioni, l’arte, la magia, i miti e le leggende. Ha diretto l’Osservatorio dei Fenomeni magico-simbolici presso la cattedra di Antropologia Culturale dell’Università di Roma Tre. È stata socio fondatore della «Società Italiana per lo Studio di Psicopatologia e religione». Ha collaborato con la rivista «Psiche Donna», con «la Repubblica», «Riza Psicosomatica», «Sat 2000». Ha scritto numerosi saggi, tra cui, con la Newton Compton, Storie e luoghi segreti di Roma e Le più belle leggende popolari italiane.

 

La Mia Storia

La Mia Storia

Autobiografia di un grande guerriero Apache

Autore/i: Geronimo

Editore: Edizione CDE

prefazione di Stephen Melvil Barrett, introduzione e note di Frederick W. Turner III, traduzione di Elena Bona.

pp. 210, nn. tavv. b/n f.t., Milano

L’autobiografia di Geronimo è stata fondamentale per la rivalutazione della civiltà indiana e la riabilitazione storica dei pellerossa e in queste pagine la verità soggettiva fonde fatti e leggende, ricordi personali e memorie ataviche propri di una cultura che gli uomini bianchi hanno inutilmente cercato di cancellare.
Il racconto di Geronimo, raccolto e trascritto da Frederick W. Turner nel 1906, vuole restituire onore al suo popolo umiliato. Per quasi trent’anni, dal 1858 al 1886, egli ha capeggiato gli Apache contro i bianchi, senza conoscere l’onta della sconfitta. Solo le pesanti perdite d’uomini l’hanno indotto a trattare la resa con il generale Miles: pace in cambio di pascoli e terre. Ma il governo statunitense tradirà i patti e oltraggerà Geronimo e i suoi guerrieri col lavoro coatto.

Geronimo – il cui nome originario era Gokhlä-yeh – nacque nel luglio 1829 in Arizona. A trent’anni vide per la prima volta gli Uomini Bianchi. Dopo il massacro di Kas-ki-yeh, nel quale le truppe messicane devastarono l’accampamento apache, Geronimo giurò di dedicare la vita alla lotta contro i Bianchi. Catturato, processato e chiuso in carcere, riuscì a fuggire e riprendere la guerriglia. La sua battaglia si concluse nell’agosto 1886 con il “trattato dal cañón dello Scheletro” che sanciva la resa degli Apache Chiricahua.
Morì a Fort Sill, Oklahoma, il 17 febbraio 1909.

Cesare

Cesare

Il grande giocatore

Autore/i: Spinosa Antonio

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

pp. 454, Milano

I contemporanei non lo hanno amato, i posteri raramente lo hanno capito, ma nessuno ha mai potuto negare a Cesare il primato di essere il più affascinante genio dell’azione. In via dei Fori imperiali a Roma, una sua statua bronzea suscita ancora curiosità e interesse, e molti depongono ai suoi piedi un fiore. Che cosa vedono in lui? Forse il grande condottiero, forse un uomo politico audace e spregiudicato. O sono soltanto affascinati dalla sua inestinguibile leggenda?
Egli trionfò su tutti, su Pompeo e Vercingetorige, su Catone e Ariovisto, sottomise la Gallia, ricacciò i germani oltre il Reno, umiliò l’oligarchia senatoriale della Roma repubblicana, impose al mondo un nuovo ordine che prese il nome di impero e visse per cinque secoli. Ma dietro lo sfolgorio dei grandi eventi storici c’è anche la cronaca minuta di tutti i giorni con le sue ombre più o meno dense e i suoi misteri, che il tempo infittisce anziché dissipare. Appaiono così altre immagini di lui, quelle dell’epilettico, dell’omosessuale, dell’adultero, del corruttore.
Alcuni interrogativi hanno conservato intatta la loro attualità. Fu Cesare un tiranno? Fu Bruto un uomo d’onore? Gli uomini continueranno all’infinito a porsi queste domande e a darsi risposte diverse, tanto che Antonio Spinosa in questo libro presenta al lettore un Cesare pirandelliano e scrive che ognuno di noi ha il suo Cesare. E poiché c’è anche il Cesare di Spinosa, ecco che il biografo, pur offrendo al lettore ogni materiale di riflessione, non manca di prendere posizione. Cesare è il rivoluzionario, Bruto è la mano armata della conservazione più ottusa che osteggia la trasformazione di una repubblica in crisi in una grande e vitale monarchia universale.
L’aristocrazia e la classe conservatrice, sconfitte da Cesare sui campi di battaglia, presero la via della congiura ed ebbero in Bruto il loro esecutore materiale.
Le idee per le quali Cesare si batteva risalivano alle riforme agrarie e sociali dei Gracchi, e per tutta la vita, volendo condurle alla vittoria, egli ha sempre giocato d’astuzia e d’anticipo con il nemico, sicché ogni sua mossa non poteva non oscillare fra quei sentimenti contrastanti che convivono spesso nei grandi giocatori: il calcolo e l’azzardo. fino a quando Bruto, barando, non gli strappò di mano il gioco.
Dagli anni trenta, epoca in cui Mussolini osava specchiarsi nel grande conquistatore, un autore italiano non scriveva una esauriente biografia di Cesare. Ora la lacuna è colmata con un’opera che ha il fascino d’un romanzo e il rigore della ricerca storica.

Antonio Spinosa si dedica con successo da alcuni anni alla ricerca storico-biografica rivolta alla comprensione di momenti cruciali dell’epopea napoleonica (Murat e Paolina Bonaparte), del ventennio fascista (Starace e I figli del Duce), del mondo dell’antica Roma (prima con Tiberio e ora con Cesare). Giornalista politico, osservatore incisivo della realtà italiana, ha scritto Storia delle persecuzioni razziali in Italia, Diario di una inquietudine, Il terzo mondo siamo noi, L’ultimo Sud. Ha affrontato alcuni temi inerenti alle crisi spirituali del nostro tempo con Dottor Schweitzer e dintorni. A lui come saggista si deve anche una maliziosa indagine di costume dal titolo L’Abc dello snobismo. E stato inviato speciale del «Corriere della Sera» e del «Giornale nuovo». Ha diretto un quotidiano e un’agenzia giornalistica. Vive e lavora a Roma. È nato a Ceprano, l’antica Fregellae.

Karl Marx

Karl Marx

La sua vita, il suo pensiero

Autore/i: McLellan David

Editore: Rizzoli

traduzione di Robert Long.

pp. 552, Milano

Metà della popolazione mondiale vive ormai in sistemi politici che si «ispirano» al pensiero di Karl Marx. Per molti questa influenza è sorprendente poiché, in realtà, ben poco si conosce scientificamente della vita e dell’azione di quest’uomo. E così le sue idee e il suo operato possono essere ridotti a una caricatura sia dai suoi «fieri» avversari sia da coloro che si dichiarano, e spesso soltanto a parole, suoi «discepoli».
Finora non esiste in Occidente una biografia completa di Marx, e resta quindi tuttora valida l’opera di Franz Mehring, che data 1920, e quindi non tiene conto delle recenti scoperte, quali i Grundrisse e l’intera corrispondenza tra Marx ed Engels, non espurgata dagli interventi a porteriori, sempre «interessati».
È per questo che la biografia di McLellan, un giovane e ormai apprezzato studioso di Oxford, può essere considerata una biografia non-tradizionale che ribalta molti concetti stereotipi su Marx, senza tuttavia promettere eccezionali, quanto poco serie, «rivelazioni».
Il pensiero di Marx si situa nella corrente centrale del pensiero europeo, in quella riaffermazione progressiva di Hegel che fu propria del movimento dei giovani hegeliani, ai quali tuttora si ispira ogni movimento radicale, democratico o contestativo; e il McLellan è conosciuto proprio per i suoi studi specialistici sui rapporti fra Marx e i giovani hegeliani della rivoluzione europea.
Ma anche la vita di un pensatore e di un dirigente politico, quale fu Marx nell’Internazionale, contribuisce a illuminare lo svolgimento della sua azione e le influenze, negative e positive, che la società e il destino vi hanno impresso; e il McLellan non trascura la vita privata di Marx, le sue amicizie, i suoi amori, la sua battaglia quotidiana per l’esistenza. Ne esce un ritratto di Marx uomo e combattente, senza precedenti per compiutezza e dignità, ma anche senza infingimenti agiografici insinuazioni denigratorie.

I Popoli del Quinto Sole

I Popoli del Quinto Sole

Arte, cultura, religione nel Messico precolombiano – Sant’Agostino, Città Alta, Bergamo, 5 settembre-20 dicembre 1992

Autore/i: Olmedo Vera Bertina

Editore: Centro Culturale Nicolò Rezzara

direttore scientifico e presentazione di Eduardo Matos Moctezuma, traduzioni di Franco Marano.

pp. 302, riccamente illustrato a colori e b/n, Milano

Dalla presentazione di Eduardo Matos Moctezuma:
«Cinque secoli fa, l’Europa scopriva l’America e l’America scopriva l’Europa. Anni dopo, i popoli dell’antico Mesoamerica, che occupavano i territori di parte dell’odierno Messico, Guatemala, Belize, Salvador e Honduras, dovevano sperimentare sulla propria pelle la presenza dei conquistatori spagnoli. Fu nel 1519 che ebbe inizio la conquista militare; alla vittoria delle armi seguì la conquista culturale dei popoli di questa parte del continente. Mi sono sempre chiesto quale di questi due avvenimenti sia stato il più terribile: la guerra di conquista, con la distruzione di interi popoli, templi e palazzi, o il tentativo di trasformare la mentalità e i costumi di un popolo, con tutte le conseguenze del caso. Intimamente legate, queste due cose sfociarono spesso in un sincretismo per il quale “occidentale” e “indigeno” formarono un miscuglio che oggi, vari secoli dopo quegli avvenimenti, è ancora presente nei popoli d’America.
Ora ci domandiamo: chi furono questi popoli che abitavano l’antica Mesoamerica? Quale fu la loro cultura? Da che epoca si insediarono nei territori che occupavano? L’archeologia ci consente oggi di conoscere e di accostarci a queste società millenarie che, in maniera autonoma, si evolvettero e raggiunsero un alto grado di sviluppo, di cui hanno lasciato traccia nelle loro opere. Città, piazze, edifici, codici, ceramiche, strumenti di lavoro e persino l’umile abitazione del contadino preispanico hanno potuto essere recuperati, insieme a tutta una particolare concezione dell’universo, a una cosmovisione che rispecchia una filosofia che assunse forma nell’arte: espressione profonda di questi popoli, che oggi ci sorprendono per lo spessore del loro pensiero.
Cinque sono le regioni archeologiche prese in considerazione in quello che un tempo era il Mesoamerica. Una è costituita dalla zona Maya, che occupava parte dell’Honduras, il Belize, il Guatemala e tutto il sud-est messicano. Un’altra è quella rappresentata dalle culture mixteca e zapateca che troviamo in buona parte dell’attuale Stato di Oaxaca. Un’altra ancora va sotto il nome generico di Costa del Golfo, dove si svilupparono Totonachi e Huastechi. Il Messico Occidentale è percorso da culture che in epoca tarda si accorporarono al Mesoamerica. Abbiamo, infine, la regione dell’Altipiano 0 Messico Centrale, dove riscontriamo una successione di culture tra le quali spiccarono – per nominare solo alcune delle culture più note come i Teotihuacani seguiti da Toltechi, Chichimechi e Aztechi.
Va detto che il Mesoamerica è caratterizzato, intorno al 1000 a.C., dalla presenza della prima di tali civiltà, configurabili come società statuali, con una economia agricolo-tributaria e una organizzazione sociale complessa, che ci consente di identificarle come società classiste iniziali, nelle quali potere e controllo economico, politico e religioso si trovano nelle mani di un gruppo, mentre la maggioranza della popolazione è formata da contadini e da artigiani specializzati. Tuttavia, prima del sorgere di tali forme di società, il territorio dell’odierno Messico era già popolato sin da epoche remote e, malgrado le controversie al riguardo, possiamo dire che già 20 o 30 mila anni fa registrava la presenza di cacciatori-raccoglitori.[…]»

 

 

Antropologia come Critica Culturale

Antropologia come Critica Culturale

Autore/i: Marcus George E.; Fischer Michael M.

Editore: Meltemi Editore

traduzione di Luisa Capelli e Marco Della Lena.

pp. 312, Roma

Insieme a Scrivere le culture, a metà degli anni ’80, negli Stati Uniti, questo libro avviò una critica delle scienze sociali che segnò un punto di svolta in queste discipline. E una delle eredità della fine degli anni ’60 – la critica culturale applicata allo studio delle società – inizia a delineare la nascita dei Cultural Studies che hanno rimescolato l’organizzazione nord-americana dei dipartimenti di scienze sociali. Marcus e Fischer ragionano sul “rimpatriare” dell’antropologia: l’altro non è più soltanto fuori dei confini dell’occidente, dell’accademia, dello studioso impegnato nell’analisi, ma è sempre più anche dentro di esso. E ciò obbliga all’utilizzo di chiavi di lettura meno cariche di “esotismo” e più attente all’ambiguità, alla polivalenza, alle contaminazioni non solo nelle metodologie di ricerca e scrittura, ma anche nella stessa formazione degli scienziati sociali.

Terapia dell’Amore

Terapia dell’Amore

Autore/i: Gandin A.

Editore: Edizioni Mediterranee

seconda edizione, prefazione dell’autore.

pp. XIV-288, Roma

Dalla prefazione dell’autore:
«L’amore è un argomento inesauribile; tutti i secoli ne hanno parlato in versi e in prosa, ma al nostro spetta il merito di averlo considerato anche scientificamente nella sua parte fisiologica e patologica.
Di qui l’abbondanza dei manuali di fisiologia, d’igiene, di psicopatie sessuali.
Ne mancava però ancora uno che lo studiasse e rivelasse quale fenomeno di una complessa autosuggestione, causa a sua volta di una penosa psicosi e spesso anche di più penose conseguenze.
Ciò è tanto più grave ed evidente nell’amore vizioso o illegittimo, qual è appunto quello che noi intendiamo specialmente trattare. Orbene come prevenirlo o rimediarvi?
Lo insegna praticamente questo libro. Esso si divide in tre parti: nella prima si considera il male, ossia l’amore disonesto, in sé, nella sua origine, nei suoi sintomi, nel suo sviluppo, nelle sue manifestazioni, ecc. Nella seconda se ne dipingono, a forti tinte, i molteplici danni fisici e morali, individuali e sociali. Nella terza, infine, si espongono i rimedi preventivi e repressivi più efficaci.
Tutto ciò viene volgarizzato in questo volume con scienza ed esperienza, con argomenti ed esempi e anche con un linguaggio adatto ai lettori cui specialmente si rivolge.
A costoro – come ben direbbe anche un altro moralista – non si può certo presentare un mazzetto di fiorellini mistici, che al loro olfatto guasto non avrebbe odore; né un manuale di pietà stillante di rugiada e unzione, che ai loro palati disgusterebbe come una tazza di acqua tiepida. Sono avvezzi, purtroppo, ad altre vivande e bevande. Per riportarli al pane, bisogna adoperare un po’ di quel pepe buono che vince lo zenzero; per indurli all’acqua pura, è necessario far sentire che vi sono ebbrezze superiori a quelle dell’acquavite.[…]»

Il Dalai Lama

Il Dalai Lama

Autore/i: Avedon John F.

Editore: dall’Oglio Editore

introduzione di Fosco Maraini, prefazione dell’autore, traduzione dall’inglese di Maria Antonia Sironi.

pp. 488, Milano

Per oltre duemila anni il Tibet ha vissuto un’esistenza isolata dal resto del mondo.
«Il paese delle nevi», l’altipiano ad oltre 4500 metri all’ombra della catena himalayana, era una società feudale di contadini e monaci buddhisti, di nomadi e aristocratici il cui capo spirituale e temporale, il Dalai Lama, il dio-re reincarnazione dei suoi predecessori, veniva individuato ancora bambino grazie ad oracoli e visioni secondo un antico rituale.
Il popolo tibetano trovava nell’orizzonte dei propri villaggi, in quelli della propria antica e multiforme civiltà religiosa, artistica, letteraria, teatrale, musicale, i mezzi per trascorrere un’esistenza tutt’altro che priva di soddisfazioni e raramente miserevole sul piano delle, esigenze materiali.
Questo libro «sconvolgente» come lo definisce il grande orientalista Fosco Maraini, autore di Segreto Tibet, nella sua introduzione fornisce un resoconto completo e approfondito di come un tranquillo paese sia stato violentemente strappato alla propria esistenza e di come il suo paziente, mite e coraggioso popolo si sia opposto al proprio destino. Nel 1950 il Tibet viene invaso dall’Esercito di liberazione popolare della Cina comunista. In tre settimane la debole resistenza delle truppe tibetane viene sopraffatta e il Dalai Lama, allora sedicenne, viene costretto a subire la gestione di un governo fantoccio sotto tutela cinese. Le cosiddette «Riforme Democratiche » privano gli abitanti della loro terra, dei loro beni e dei loro diritti umani. La rivolta è inevitabile e nel 1959, a seguito di una massiccia sollevazione popolare in Lhasa, repressa con la forza, il Dalai Lama e costretto a rifugiarsi in India.
Ciò che accade in seguito è completamente inaspettato. Il Dalai Lama e i 100.000 esuli che lo raggiungono a ondate successive non soltanto riescono a sopravvivere, ma anche a far rinascere il loro patrimonio culturale mentre continuano a battersi per poter un giorno attuare il loro sogno di un Tibet libero e indipendente.
Lavorando febbrilmente, creano fattorie nella giungla, costruiscono biblioteche e monasteri, attuano un sistema scolastico autonomo e istituiscono un governo democratico in esilio.
Mentre questo avviene sotto la guida illuminata del Dalai Lama, figura d’eccezione preoccupata in primo luogo della salvaguardia dei diritti umani della propria gente, instancabile animatore di iniziative e portavoce di grande dignità e fermezza delle istanze tibetane in tutte le sedi internazionali a cominciare dalle Nazioni Unite, la Cina attua all’interno del Tibet una dura politica repressiva, mentre i fanatismi della Rivoluzione Culturale distruggono le vestigia piiî sacre del millenario paese.
L’autore, che ha vissuto accanto al Dalai Lama, al suo governo e alla sua gente in esilio per quattro anni, ha raccolto testimonianze uniche di questa dolorosa vicenda storica dalla viva voce dei protagonisti e gran parte del contenuto di questo libro acquista cosi una drammatica autenticità.
Sarà il futuro a dire se la speranza del Dalai Lama di rientrare un giorno in un Tibet pacificato e di nuovo padrone dei propri destini, sia pure in un diverso contesto politico, potrà essere esaudita.

John F. Avedon è nato a New York e ha studiato al Sarah Lawrence College. Giornalista affermato, collabora a Newsweek e al The New York Times Magazine.

Training Autogeno

Training Autogeno

Tecnica di autorilassamento

Autore/i: De Chirico Gianni

Editore: Edizione CDE

pp. 128, nn. ill. b/n, Milano

Fatica, stress e tensioni fanno ormai parte della nostra vita quotidiana. E’ possibile concedere qualche pausa di rilassamento al nostro corpo e alla nostra mente?
Il Training Autogeno è nato per questo.
Risultato degli studi dello psicoterapeuta tedesco Schulz, questa tecnica di autorilassamento si è subito diffusa con grande successo in tutto il mondo.
Attraverso una serie di esercizi esclusivamente mentali, essa ci permette di raggiungere uno stato di profonda concentrazione che ci isola dal mondo esterno e ci fa sentire calmi, tranquilli e sereni. Il libro di Gianni De Chirico, un esperto in materia che insegna da anni il Training Autogeno, è una guida chiara, completa e insostituibile per imparare ad effettuare gli esercizi del training da soli, a casa propria.
Ogni esercizio è perfettamente descritto nelle varie fasi di esecuzione: la posizione da assumere, la formula specifica da ripetere mentalmente (“sono perfettamente calmo e disteso”, “il mio cuore pulsa calmo e regolare…”), il “movimento” del pensiero che deve transitare lentamente da una zona all’altra del corpo, la corretta respirazione.
Il libro propone anche un programma di allenamento da svolgere nell’arco di dieci settimane. Alla fine di questo programma, avremo imparato ad immergerci con facilità in uno stato di totale rilassamento e a non lasciarci disturbare da fastidiosi stimoli esterni o da stati d’animo negativi.

Ramesses II il Grande

Ramesses II il Grande

Autore/i: Cimmino Franco

Editore: Rusconi

avvertenza dell’autore.

pp. 432, Milano

Padrone di ogni ricchezza, detentore del sommo sacerdozio, garante dell’ordinamento amministrativo e del comando militare: nell’antico Egitto la figura del faraone era la sorgente di qualsiasi autorità, l’emanazione di ogni potere. Ramesses II, terzo sovrano della XIX dinastia, fu in assoluto il più «regale» dei sovrani egizi, tanto che i suoi successori della XX dinastia presero quasi tutti il suo nome.
Salito al trono giovanissimo verso il 1290 a.C., poco più che ventenne, regnò per sessantasette anni. Passò alla storia come il più famoso dei faraoni, simbolo del prestigio e della potenza dell’Egitto, circondato da un alone leggendario. Un personaggio di rilevanza eccezionale, destinato a non essere eguagliato dai successori; una fama alla quale contribuirono in modo determinante il benessere generalmente diffuso in Egitto durante il suo lungo regno e i grandiosi monumenti ove spiccano i nomi della sua titolatura reale.
Franco Cimmino ha sottoposto a rigorosa e attenta analisi la documentazione esistente, le epigrafi e i monumenti, fino a restituire in un ritratto vivo e affascinante l’esatta dimensione storica di un personaggio dalle proporzioni davvero eroiche, che riuscì a tramandare per ben tre millenni la sua immagine trionfante.

Franco Cimmino è nato a Cosenza. Si è laureato all’Università di Napoli e ha seguito corsi di specializzazione in Egittologia a Parigi e a Cambridge. E membro della Société Francaise d’Egyptologie di Parigi, della Egypt Exploration Society di Londra, della Fondation Egyptologique Reine Elisabeth di Bruxelles e della Société d’Egyptologie de Genève, di Ginevra.
È autore di numerosi saggi storici e biografici dedicati all’antico Egitto, fra cui, presso Rusconi Libri, Hašepsowe e Tuthmosis III (1981), Vita quotidiana degli Egizi (1985), Akhenaton e Nefertiti (1987), Storia delle piramidi (1990) e Tutankhamon (1993).

Federico II di Svevia

Federico II di Svevia

L’unico genio fra i sovrani tedeschi

Autore/i: Horst Eberhard

Editore: Rizzoli

traduzione di Giovanna Solari.

pp. 408, nn. tavv. b/n f.t., Milano

“Questo Federigo regnò trent’anni imperadore, e fu uomo di grande affare e di gran valore, savio di scrittura, e di senno naturale, universale in tutte le cose; seppe la lingua latina, e la nostra volgare, tedesco e francesco, greco e saracinesco, e di tutte virtudi copioso, largo e cortese in donare, prode e savio in arme, e fu molto temuto. E fu dissoluto in lussuria in più guise e tenea molte concubine e mammalucchi a guisa de’ Saracini: in tutti i diletti corporali volle abbondare, quasi vita epicuria tenne, non facendo conto che mai fosse altra vita; e questa fu l’una principale cagione perchè venne nemico de’ chierici e di Santa Chiesa.” Così Giovanni Villani nella sua celebre Cronica descrive Federico II di Hohenstaufen. Dante lo colloca addirittura nell’Inferno tra gli eretici, mentre i suoi contemporanei lo definirono stupor mundi, meraviglia del mondo. Eberhard Horst analizza questa eccezionale e controversa personalità aggiornandola ai valori più attuali. Rinuncia così a voler vedere nel re di Sicilia un Cavour medioevale, già maturo per la concezione dell’unità d’Italia. Più che per questo improbabile e romantico fine, l’opera di contenimento dei grandi feudatari si svolse a favore di una nuova aristocrazia di funzionari; ma certamente mentre combatteva le sue battaglie politiche, contro il Papa o contro le città del nord Italia, Federico attuò un’ opera di statista che è rimasta il suo monumento più originale. L’idea di base era che la Sicilia non dovesse più rappresentare un’ occasione per arricchire predoni, speculatori e parassiti: la ricchezza de! paese doveva essere investita in Iaea. Così nella tribolata storia dell’isola, il regno normanno e quello di Federico restano l’unico contributo positivo del potere. Con sicuro realismo fondò scuole, dette legislazioni, risolse problemi ecologici, e chiamò alla sua corte filosofi, eruditi, giuristi, scienziati: quanto di meglio la cultura avesse da offrire, anticipando il Rinascimento. Contemporaneamente convissero però in lui la fede e la crudeltà, il progetto chiuso e i terrori dell’uomo del Medioevo e da tale contradditorietà la descrizione biografica di Horst trae la necessaria differenziazione di timbri e di accenti nel compatto tessuto della ricostruzione storica. Perché della storia tradizionalmente intesa qui nulla è omesso, e i titoli dei capitoli danno già un’idea dell’approccio narrativo: “Palermo li attrasse tutti” (Federico ha voluto essere sepolto nel duomo accanto ai nonni normanno-siculi); “La crociata dello scomunicato” (Federico tra cristianesimo e islamismo); fino a “Oltre la morte: mito e realtà” (leggende sulla sopravvivenza di Federico).
Il flusso di notizie fa di questa biografia non solo un attraente racconto, ma anche un’ eccezionale fonte di consultazione, anche per la sintesi bibliografica antica e moderna sulla casa sveva. Ma il suo pregio più rilevante è sicuramente la capacità di filtrare uno sterminato materiale nell’organicità del racconto biografico senza mai scendere a forzature da storia romanzata. Fatti e personaggi si avvicinano alla nostra sensibilità moderna pur conservando il misterioso fascino delle reliquie storiche.

Nato a Dusseldorf nel 1924 Eberhard Horst ha studiato filosofia, teologia, lingua e letteratura germanica e discipline teatrali alle Università di Bonn e di Monaco, dove, nel 1956, si è laureato in lettere e filosofia. Lunghi viaggi e soggiorni nei paesi del Mediterraneo hanno costituito lo stimolo per le sue opere su Venezia, la Spagna e la Sicilia. È stato tra i fondatori dell’Associazione degli scrittori tedeschi e a Monaco, per questa biografia, ha ricevuto il premio della Fondazione per la Diffusione della Letteratura.

 

Carlo Magno

Carlo Magno

Autore/i: Granzotto Gianni

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

nota d’introduzione dell’autore.

pp. 246, Milano

I grandi personaggi della storia finiscono quasi Sempre per immergersi nel fulgore della leggenda, da cui restano avvolti come in una nebbia. Arrivano fino a noi i loro raggi di gloria, ma non riusciamo più a scorgere l’intimità della loro vita, né a sentire il calore della loro esistenza.
Di Carlo Magno ricordiamo la sua incoronazione in San Pietro nella notte di Natale dell‘anno 800, l’imboscata di Roncisvalle.
Ma che cosa sappiamo veramente di lui?
Che uomo era? Il libro di Granzotto è una specie di itinerario per rispondere a questi interrogativi. È un vero e proprio viaggio nel tempo fino a «ritrovare» Carlo Magno come fosse un nostro contemporaneo. È un inseguimento attraverso i luoghi e le vicende, i documenti e le immagini. Granzotto con questo libro è alla ricerca di una identificazione della figura umana di Carlo Magno.
Ne esce il gigantesco ritratto di un personaggio dotato di grandi qualità politiche e militari, ma anche avido di sapere e ansioso di diffondere la cultura come un nuovo sigillo di unità e di conquista.
L’Europa di Carlo Magno si formò sotto questa spinta di organizzazione unitaria, che aveva come forza di coesione la comunità della fede e l’uniformità dei modelli culturali. L’Impero di Carlo Magno era il mondo dei popoli cristiani, riuniti sotto un unico scettro; ma era anche un momento unitario del pensiero, dell’amministrazione politica e civile, una versione nuova ed inedita di ciò che era stato l’Impero Romano come veicolo di unità territoriale.
Ecco: tutto questo non si può né comprendere né rivivere soltanto con i nomi e le date. Granzotto lo descrive, con il taglio del romanziere, come un’avventura umana, colma di virtù e di vizi, di giustizie e crudeltà, penetrando nell’animo degli uomini che vivevano allora per restituire agli eventi di quel secolo la loro contemporaneità.
L’autore si è sforzato di vedere e di sentire come Carlo. L’impresa era tanto difficile quanto ambiziosa ma è sicuramente riuscita.

Di famiglia friulana, Gianni Granzotto è nato a Padova nel 1914. Ha trascorso la giovinezza a Bologna, dove si è laureato in lettere nel 1936 con una tesi su Italo Svevo (non senza Scalpore per le implicazioni politiche che a quell’epoca l’argomento sollevava). Ma il giornalismo. i viaggi, la guerra lo allontanano subito dalla letteratura. Lo ritroviamo infatti inviato speciale di grandi giornali, corrispondente da Parigi e New York, commentatore di politica alla televisione, “moderatore” di celebri, memorabili scontri. Ha tenuto in seguito varie, importanti cariche amministrative: consigliere delegato della Rai, amministratore di giornali, presidente della Federazione Editori, ed è oggi presidente dell’ANSA. È autore di “La battaglia di Lepanto” pubblicato in edizione Mondadori.

1984

1984

Romanzo

Autore/i: Orwell George

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

introduzione di Umberto Eco, traduzione di Gabriele Baldini.

pp. XIII-310, Milano

L’azione si svolge in un futuro prossimo del mondo (l’anno 1984) in cui il potere si concentra in tre immensi superstati: Oceania, Eurasia ed Estasia. Al vertice del potere politico in Oceania c’è il Grande Fratello, onnisciente e infallibile, che nessuno ha visto di persona ma di cui ovunque sono visibili grandi manifesti. Il Ministero della Verità, nel quale lavora il personaggio principale, Smith, ha il compito di censurare libri e giornali non in linea con la politica ufficiale, di alterare la storia e di ridurre le possibilità espressive della lingua. Per quanto sia tenuto sotto controllo da telecamere, Smith comincia a condurre un’esistenza “sovversiva”. Scritto nel 1949, il libro è considerato una delle più lucide rappresentazioni del totalitarismo.

Piccola Storia dell’Arte

Piccola Storia dell’Arte

Dalle più remote origini ai giorni nostri

Autore/i: Baumgart Fritz

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

introduzione dell’autore, traduzione di Emanuele Bernasconi e Andriano Manesco.

pp. 360,417 ill. b/n, 16 tavv. a colori f.t., Milano

Questa «Piccola storia dell’arte» è una introduzione agli aspetti più significativi dell’evoluzione artistica in Occidente, dalle pitture rupestri alle manifestazioni più recenti.
Concetti e problematiche vengono esposti in modo esauriente attraverso un discorso il più possibile semplice, inteso a considerare sotto il profilo formale e strutturale il divenire delle arti: pittura, scultura, architettura. 450 riproduzioni di opere, scelte tra le più rappresentative, (di cui 32 a colori) servono a esemplificare «nella pagina stessa» la tematica trattata, permettendo un riscontro immediato e agevole. Perciò il volume, oltre a costituire una esaustiva trattazione globale, rappresenta anche un comodo strumento di consultazione.
Di particolare utilità è la parte dedicata agli ultimi due secoli, tramite la quale il lettore può rendersi conto della genesi delle correnti essenziali dell’arte contemporanea.

Fritz Baumgart, nato a Berlino nel 1902, ha insegnato storia dell’arte alle università di Jena e Berlino. Ha soggiornato a lungo a Roma. Tra le sue opere, oltre agli studi su Michelangelo, Caravaggio, Giotto, Cranach, e sull’arte moderna, ricordiamo: «Renaissance und Kunst des Manierismus» (1963); «Geschichte der abendlèindischen Plastik» (1966); «Stilgeschichte der Architektur» (1969).