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Oncologia Olistica

Oncologia Olistica

Fitoterapia – Omeopatia – Micronutrienti – Alimentazione – Psicoterapie

Autore/i: Autori vari

Editore: Edito in proprio

a cura di Demetrio Iero.

pp. 72, Reggio Calabria

Fitoterapia, Omeopatia, Micronutrienti, Alimentazione e psicoterapie in questo prontuario di oncologia olistica frutto di venti anni di lavoro e ricerche dell’autore insieme a molti altri. Un testo unico per completezza e schematicità che colma un vuoto finora esistente in campo scientifico internazionale. Una guida utile sia al ricercatore accademico sia allo sperimentatore eretico.

Demetrio Iero, medico, esperto in medicina vibrazionale, radionica, radiestesia e geobiologia, da anni insegna queste materie presso scuole e Università in Italia e all’estero.
Formulatore di rimedi omeopatici e fitoterapici, prodotti da ditte italiane e straniere, ha formulato inoltre degli Oli e dei Profumi per l’uso in Chakraterapia, ed ha messo a punto un percorso guidato di induzione di autoguarigione attraverso le tecniche del training autogeno e della visualizzazione.
In trenta anni di esperienza medica ha sviluppato un consolidato metodo di integrazione delle diverse terapie naturali: alimentazione, fitoterapia, aromaterapia, magnetoterapia, cromoterapia, cristalloterapia, ecc.
Attualmente collabora con altri ricercatori alla realizzazione di innovativi dispositivi elettrici ed elettronici ed apparecchiature di biorisonanza, nonchè alla redazione di pubblicazioni scientifiche.

Ecce Homo

Ecce Homo

La reintegrazione dell’uomo attraverso la catarsi

Autore/i: de Saint Martin Louis Claude

Editore: Bastogi Editrice Italiana

prefazione e commenti di Carlo Gentile, traduzione di Paola Gentile.

pp. 120, Foggia

Louis Claude de Saint Martin (1743-1803), il Filosofo Sconosciuto, fu seguace e amico di Martinez de Pasqually e vicino allo spirito di Giacomo Böhme. Prese posizione contro la metodologia fenomenista e sensista e le conclusioni materialiste di alcuni rappresentanti dell’Illuminismo. Per l’importanza che egli attribuisce alla preghiera, che ritiene la salutare apertura dell’uomo verso il Mistero, il Cristo Riparatore diventa nella sua opera figura centrale e insostituibile.
Tra le sue numerose opere Ecce Homo è quella che, nella dimensione catartica, meglio puntualizza “la strada del cuore” che ristabilisce, con il sacrificio dell’io particolare o esteriore, il fondamento della nostra personale reintegrazione.

I Discorsi di Gotamo Buddho

I Discorsi di Gotamo Buddho

del Majjhimanikāyo – 3 Volumi

Autore/i: Buddha Gotamo

Editore: Editori Laterza

ristampa anastatica dell’edizione 1916-1927, prefazioni e introduzioni degli autori, per la prima volta tradotti dal testo Pāli da K. E. Neumann e G. De Lorenzo.

vol. 1 pp. XVI-512, vol. 2 pp. XXVII-548, vol. 3 pp. XVI-448, Bari

Dalla prefazione degli autori del primo volume:
“La raccolta media, Majjhimanikāyo, delle tramandateci esposizioni della dottrina di GOTAMO BUDDHO consiste di 152 discorsi. Questi discorsi tengono quasi il mezzo, per la loro durata, tra le 34 più lunghe dissertazioni del Dīghanikāyo e le numerose più brevi partecipazioni, spesso soltanto singole sentenze del Khuddakanikāyo. Solo questa caratteristica esteriore ha determinato il nome. Aṉguttaranikāyo e Saṃyuttakanikāyo, ordinati più o meno con la stessa direttiva, si annettono come quarta e quinta raccolta. L’insieme di queste cinque grandi raccolte viene compreso sotto il titolo di Suttapiṭakam, o contesto dei discorsi, come contrapposto al contesto della disciplina, Vinayapiṭakam. Questi sono i due capi principali del lascito. In seguito, a questo Dvipitakam, il duplice contesto, si è annesso l’Abhidhammapiṭakam, il contesto della scolastica, e così si è creato il Tipiṭakam, il triplice contesto, i Biblia sacra del Buddhismo. Probabilmente però fino alla morte di GOTAMO, nel 483 a. Cr., era noto soltanto il Suttapiṭakam, il contesto dei discorsi, quasi un Ekapiṭakam, dal quale poi a poco a poco il Vinayapiṭakam e quindi l’Abhidhammapiṭakam in parte si staccarono ed in parte ulteriormente si svolsero. […]”

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Volume 1:
PREFAZIONE
PRIMO MEZZOCENTINAIO

PARTE PRIMA
Libro del principio.

  • I. Principio
  • II. Ogni mania
  • III. Eredi della dottrina
  • IV. Spavento e terrore
  • V. Innocenza
  • VI. Desiderio per desiderio
  • VII. Il paragone della veste
  • VIII. Discarico
  • IX. La retta cognizione
  • X. I pilastri del sapere

PARTE SECONDA
Libro del ruggito di leone.

  • XI. Il ruggito di leone
  • XII. Il rabbrividire
  • XIII. Il tronco del dolore (1)
  • XIV. Il tronco del dolore (2)
  • XV. La misura
  • XVI. Le angustie del cuore
  • XVII. Solitudine silvestre
  • XVIII. Il buon boccone
  • XIX. Due specie di deliberazioni
  • XX. Svanire delle deliberazioni

PARTE TERZA
Libro dei paragoni.

  • XXI. Il paragone della sega
  • XXII. Il paragone del serpe
  • XXIII. Il formicaio
  • XXIV. Le stazioni di posta
  • XXV. La pastura
  • XXVI. Il santo fine
  • XXVII. L’orma dell’elefante (1)
  • XXVIII. L’orma dell’elefante (2)
  • XXIX. Il paragone del legno (1)
  • XXX. Il paragone del legno (2)

PARTE QUARTA
Primo libro delle coppie.

  • XXXI. Nella selva Gosingam (1)
  • XXXII. Nella selva Gosingam (2)
  • XXXIII. Il bovaro (1)
  • XXXIV. Il bovaro (2)
  • XXXV. Saccako (1)
  • XXXVI. Saccako (2)
  • XXXVII. Annientamento della sete (1)
  • XXXVIII. Annientamento della sete (2)
  • XXXIX. Presso Assapuram (1)
  • XL. Presso Assapuram (2)

PARTE QUINTA
Secondo libro delle coppie.

  • XLI. I brahmani di Sālā
  • XLII. I brahmani di Verañjam
  • XLIII. Le spiegazioni (1)
  • XLIV. Le spiegazioni (2)
  • XLV. Il modo di vivere (1)
  • XLVI. Il modo di vivere (2)
  • XLVII. L’indagatore
  • XLVIII. Presso Kosambī
  • XLIX. Visita a Brahmā
  • L. Māro respinto

Indici

Tutti i nomi hanno desinenza nominativa.
Per la pronunzia:

c, cc, cch = c in cinque, sempre più forte,
j, jJ, jjh = g in giro, id. id. id.,
y = j;

le lettere puntate sono linguali.

Volume 2:
INTRODUZIONE DI G. DE LORENZO
PREFAZIONE DI K. E. NEUMANN

SECONDO VOLUME
MEZZOCENTINAIO MEDIO

PARTE SESTA
Libro dei padri di famiglia.

  • LI. Kandarako
  • LII. Il cittadino di Aṭṭhakam
  • LIII. I passi del combattente
  • LIV. Potaliyo
  • LV. Jīvako
  • LVI. Upāli
  • LVII. Il penitente cane
  • LVIII. Abhayo il figlio di re
  • LIX. Molte sensazioni
  • LX. Sicurezza

PARTE SETTIMA
Libro dei monaci.

  • LXI. Lezione a Rāhulo (1)
  • LXII. Lezione a Rāhulo (2) .
  • LXIII. Il figlio della Māluṉkyā (1)
  • LXIV. Il figlio della Māluṉkyā (2) .
  • LXV. Bhaddāli
  • LXVI. Il paragone della quaglia
  • LXVII. Presso Cātumā
  • LXVIII. Presso Naḷakapānam
  • LXIX. Gulissāni
  • LXX. Presso Kīṭāgiri

PARTE OTTAVA
Libro dei pellegrini.

  • LXXI. Vacchagotto (1)
  • LXXII. Vacchagotto (2)
  • LXXIII. Vacchagotto (3)
  • LXXIV. Dīghanakho
  • LXXV. Māgandiyo
  • LXXVI. Sandako
  • LXXVII. Sakuludāyī (1)
  • LXXVIII. Il figlio della Samaṇamuṇḍikā
  • LXXIX. Sakuludāyī (2)
  • LXXX. Vekhanaso

PARTE NONA
Libro dei re.

  • LXXXI. Ghaṭīkāro
  • LXXXII. Raṭṭhapālo
  • LXXXIII. Makhadevo
  • LXXXIV. Madhuro
  • LXXXV. Bodhi il figlio di re
  • LXXXVI. Augulimālo
  • LXXXVII. Ciò che s’ama
  • LXXXVIII. Il panno
  • LXXXIX. Monumenti di verità
  • XC. Alla Pietraspaccata

PARTE DECIMA
Libro dei sacerdoti.

  • XCI. Brahmāyu
  • XCII. Selo
  • XCIII. Assalāyano
  • XCIV. Goṭhamukho
  • XCV. Caṉkī
  • XCVI. Esukārī
  • XCVII. Dhanañjani
  • XCVIII. Vāseṭṭho
  • XCIX. Subho
  • C. Saṉgāravo

Indici

Tutti i nomi hanno desinenza nominativa.
Per la pronunzia:

c, cc, cch = c in cinque, sempre più forte,
j, jj, jjh = g in giro, id. id. id.,
y = j;

le lettere puntate sono linguali.

Volume 3:
INTRODUZIONE DI G. DE LORENZO
PREFAZIONE DI K. E. NEUMANN

TERZO VOLUME
MEZZOCENTINAIO SUPERIORE

PARTE UNDECIMA
Libro di Devadaham.

  • CI. A Devadaham
  • CII. Cinque e tre
  • CIII. Che dunque?
  • CIV. E Sāmagāmo
  • CV. Sunakkhatto
  • CVI. Benefica imperturbabilità
  • CVII. Il contabile Moggallāno
  • CVIII. Il fattore Moggallāno
  • CIX. Plenilunio (1)
  • CVX. Plenilunio (2)

PARTE DODICESIMA
Libro della continua contemplazione.

  • CXI. Continua contemplazione
  • CXII. Sestupla purificazione
  • CXIII. L’uomo buono
  • CXIV. Da seguirsi e da non seguirsi
  • CXV. Molti elementi
  • CXVI. Alla Gola del Yate
  • CXVII. Grande quarantina
  • CXVIII. Inspirazione ed espirazione meditata
  • CXIX. Meditazione sul corpo
  • CXX. Risorgere delle predisposizioni

PARTE TREDICESIMA
Libro della vacanza.

  • CXXI. Vacanza (1)
  • CXXII. Vacanza (2)
  • CXXIII. Qualità mirabili portentose
  • CXXIV. Bakkulo
  • CXXV. Grado di domato
  • CXXVI. Bhūmijo
  • CXXVII. Anuruddho
  • CXXVIII. Impurità
  • CXXIX. Lo stolto ed il savio
  • CXXX. Messi divini

PARTE QUATTORDICESIMA
Libro delle determinazioni.

  • CXXXI. Il beato
  • CXXXII. Il beato (esposizione di Ānando)
  • CXXXIII. Il beato (esposizione di Mahākaccāno)
  • CXXXIV. Il beato (istruzione a Lomasakaṉgiyo)
  • CXXXV. Determinazione dell’azione (1)
  • CXXXVI. Determinazione dell’azione (2)
  • CXXXVII. Determinazione della sestupla sede
  • CXXXVIII. Determinazione dell’enunciato
  • CXXXIX. Determinazione dell’innocuo
  • CXL. Determinazione degli elementi
  • CXLI. Determinazione della verità
  • CXLII. Determinazione del dono

PARTE QUINDICESIMA
Libro della sestupla sede.

  • CXLIII. Istruzione ad Anāthapiṇḍiko
  • CXLIV. Istruzione a Channo
  • CXLV. Istruzione a Puṇṇo
  • CXLVI. Istruzione di Nandako
  • CXLVII. Istruzione a Rāhulo
  • CXLVIII. Sestupla sestina
  • CXLIX. Là grandi sei sedi
  • CL. I Nagaravindesi
  • CLI. Purificazione dell’elemosina
  • CLII. Svolgimento delle facoltà

Indici

Tutti i nomi hanno desinenza nominativa.
Per la pronunzia:

c, cc, cch = c in cinque, sempre più forte,
j, jj, jjh = g in giro, id. id. id,
v = j;

le lettere puntate sono linguali.

La Medicina Cinese

La Medicina Cinese

Principi e metodi

Autore/i: Needham Joseph

Editore: Il Saggiatore

a cura di Anna Guagnini, con la collaborazione di Lu Gwei-Djen.

pp. 248, Milano

L’incontro di Joseph Needham con la cultura cinese avvenne nel 1942. Da allora, l’opera da lui condotta per lo studio della tradizione scientifica e tecnica orientale è entrata nel novero ristretto delle imprese «classiche» nella storia della scienza. Per molti aspetti la sua è un’opera ancora in fieri, che solo recentemente si è estesa proprio a quel campo della medicina, in cui a suo tempo Needham aveva esordito come scienziato. Questo libro presenta per la prima volta i risultati di tali ultime ricerche. Rifiutando di sottoporre le pratiche e le conoscenze della medicina cinese a paradigmi di «scientificità» loro estranei, Needham ne illumina dall’interno i rapporti con le concezioni filosofiche e con le strutture sociali entro cui si sono sviluppate: per converso, la sua informazione rigorosa potrà insieme offrire una risposta all’interesse, sempre più diffuso nella stessa scienza occidentale, per le forme alternative di medicina, dall’agopuntura alla moxibustione.

Joseph Needham, nato a Londra nel 1900, e uno dei maggiori sinologi viventi.

Lu Gwei-Djen è Fellow al Lucy Cavendish College di Cambridge.

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Introduzione di Anna Guagnini

Medicina e cultura in Cina

Igiene e medicina preventiva nell’antica Cina

Agopuntura e moxibustione

Bibliografia

Tavola cronologica delle dinastie cinesi

Lo Zen, il Tao e l’Esoterismo Occidentale

Lo Zen, il Tao e l’Esoterismo Occidentale

Autore/i: Siano Francesco

Editore: Edizioni Landoni

introduzione dell’autore.

pp. 184, Legnano

L’autore, noto per altre pubblicazioni di storia comparata delle religioni, col presente volume intende sfatare la diffusa opinione, che il Buddismo Zen e la religione – filosofia Taoista, caratteristiche dell’Estremo Oriente, contengano dottrine e affermino principii religiosi più avanzati di quelli propri delle tradizioni occidentali.
Ciò in rapporto alla recente fioritura di saggi sulle predette religioni, che prospettano le stesse come contemplanti teorie del tutto originali, quasi un nuovo ”Verbo” proveniente dall’Oriente.
In effetti non vi è concetto, nè principio di tali religioni, che non trovi riscontro in quelle occidentali come dimostrato nel presente volume.
La sola differenza riscontrabile è che le prime espongono alle masse in modo crudo e senza veli verità e conoscenze, che le seconde preferiscono sottacere o offrire ai loro fedeli in modo velato o con la copertura di soluzioni di più facile comprensione.
Le prime appaiono cioè improntate a una TATTICA DI URTO, al fine di ottenere l’illuminazione di colpo degli elementi maturi.
Le seconde invece, a una RIVELAZIONE GRADUALE, adeguata di volta in volta al livello evolutivo raggiunto dalle masse.
L’autore conclude, che dato che la natura dell’uomo è identificata sotto tutte le latitudini, i risultati dei due procedimenti finiscono per equivalersi.

I Templari in Italia

I Templari in Italia

Autore/i: Capone Bianca

Editore: Armenia Editore

prefazione di Alberto Cesare Ambesi, introduzione dell’autrice.

pp. 170, nn. ill. b/n, Milano

Diviso in due parti, il cui titolo è rispettivamente “I Templari nella leggenda e nella storia” e “I Templari in Italia”, questo volume di Bianca Capone vuole essere un documento d’indagine storica “aperta”, non chiusa cioè alla possibilità di ulteriori, più minuziose, indagini.
Nella prima sezione viene delineato l’arco delle leggende e degli avvenimenti che si collegano alla nascita, fioritura e morte della Milizia del Tempio. Qui la discussione, impostata soprattutto da un punto di vista teorico, cerca di mettere in luce quella che è stata la verità di un Ordine su cui si è fatta molta confusione.
La seconda parte, del piacevole tono quasi diaristico, ci trasporta invece nel cuore degli avvenimenti di cui i Templari sono stati protagonisti in Italia, offrendoci un quadro inedito della loro parabola nella penisola.
L’attenzione e la pazienza con cui l’autrice, attraverso una continua opera di ricerca, ha raccolto tanto materiale documentativo fanno del libro un saldo, indiscutibile punto di partenza per un discorso che la storiografia ufficiale non ha ancora sviluppato a fondo.

Insegnamenti Tibetani su Morte e Liberazione

Insegnamenti Tibetani su Morte e Liberazione

Testi inediti dalle più antiche tradizioni del Tibet.

Autore/i: Autori vari

Editore: Edizioni Mediterranee

traduzione, introduzione, commento e cura di Giacomella Orofino.

pp. 136, ill. b/n, Roma

Le concezioni espresse nel «Bar-do thos-grol», noto al pubblico occidentale come il «Libro tibetano dei morti hanno le loro fonti nelle dottrine esoteriche dello «rDzogs-chen», termine che significa «La grande perfezione». Tali dottrine costituiscono il sistema di meditazione più alto ed essenziale delle scuole religiose tibetane, che è presente sia nella tradizione buddhista non riformata dei «rNying-ma-pa», o gli «Antichi», sia nella tradizione religiosa prebuddhista dei Bonpo.
I testi, qui tradotti per la prima volta, sono una testimonianza fondamentale per approfondire e comprendere realmente il significato delle dottrine segrete concernenti la morte secondo le tradizioni più antiche del Tibet. I brani presi in analisi, corredati di numerose e utili note, sono tratti dal Tantra, di tradizione Dzogs-chen degli «Antichi» della «Grande segreta unione del sole e della luna», e dal testo bonpo della tradizione prebuddhista rDzogs-chen, «La dottrina delle sei luci».
In entrambi gli scritti vi è una accurata descrizione di tutte le fasi che seguono il momento della morte; in esse l‘individuo, a seconda della propria capacità spirituale, potrà ottenere la liberazione dal ciclo inesauribile di nascita e di morte della cosiddetta catena della trasmigrazione, e la definitiva vittoria sulla morte. Il messaggio degli insegnamenti e il riconoscimento di tutto ciò che appare dopo la morte: le visioni, le luci, i suoni, come un puro riflesso della propria mente, onde evitare l’errore di credere nell’esistenza concreta ed oggettiva dei vari fenomeni che appaiono.
In appendice è riportato un testo prebuddhista: «La lampada che rende chiari i segni della morte». Completano il volume il glossario dei termini sanscriti e un‘utile bibliografia.

Giacomella Orofino, studiosa e ricercatrice nel campo degli studi tibetani, si è laureata presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli in lingua e letteratura tibetana. Ha trascorso un lungo periodo di studio presso la Library of Tibetan Works and Archives in Dharamsala e il Tibetan Bonpo Monastic Centre, nel nord dell’India, approfondendo la conoscenza della religione prebuddhista, e ha effettuato viaggi e ricerche nelle comunità religiose dell’India e del Nepal.

Il Māhābharata

Il Māhābharata

Autore/i: Narayan Rasupuram K.

Editore: Edizione CDE

introduzione dell’autore, traduzione di Riccardo Mainardi, l’indice e il glossario dei termini in sanscrito sono stati curati da Alberto Pelissero.

pp. 218, Milano

È nella grande piana del Kuruksetra, fra il bagliore e il cozzare fragoroso delle armi, che culmina la lunga inimicizia fra i Pandava e i Kaurava, i due rami della famiglia regale dei Kuru. E quella battaglia incarna, in un certo senso, la lotta fra il bene e il male, non fosse che un’invincibile perplessità si insinua nell’animo del principe vittorioso: il bene e il male abitano vicini nei recessi più intimi di ogni essere, ed è facile, per chi difende una giusta causa, scivolare sulla china della violenza. L’antica epopea indiana si conclude in un senso di vuoto, di molto rumore per nulla, di inutile dispendio di energie e di sangue; è come se qualcosa ci avvertisse che, dopo la catastrofe, tutto continuerà come prima… Così, almeno, siamo portati a leggere il Māhābharata, l’antichissimo poema epico sanscrito, nella versione che R.K. Narayan ci ha fornito. il racconto, che offre al pubblico d’oggi una straordinaria occasione per accostarsi a questo monumentale epos, colpisce innanzitutto per una magica virtù di seduzione: attraverso il ricco terreno della mitologia e della spiritualità dell’induismo, il lettore è condotto per mano da una narrazione suasiva, vibrante, ignara di pause e di rallentamenti. Dalle iniziali movenze di fiaba, scandite in sequenze fantastiche sullo sfondo di una natura idilliaca e stranita, affiora a poco a poco la vena di un vero e proprio romanzo, dai personaggi complessi e sfumati, al di là della loro vigorosa evidenza. E nell’eroica statura di Yudhisthira, il maggiore dei cinque Pandava che, caduto in errore, sopporta con pazienza l’esilio; in quel suo vivere doppiato da un vedersi vivere, alla perenne ricerca di una misura morale, è la cifra dell’arduo, nobile tentativo dell’uomo di trovare se stesso.

Rasupuram Krishnaswami Narayan, nato a Madras nel 1906, è uno dei maggiori romanzieri indiani. La sua ricchissima produzione narrativa, ambientata nel microcosmo della cittadina immaginaria di Malgudi, segue l’evoluzione della vita indiana dal colonialismo all’indipendenza, con un’attenzione particolare all’incontro della cultura britannica con la civiltà e le tradizioni locali. Prima di The Māhābharata (1978) Narayan aveva già dato, con The Ramayana (1972), una versione in prosa moderna dell’antico epos indiano.

Il Gioco del Tarocco

Il Gioco del Tarocco

La divinazione attraverso le Carte del Tarocco di M. le C. de M. °°° cui segue I Sette Re Amministratori l’Impero delle Mode da Il Mondo Primitivo (1773-1784)

Autore/i: Court de Gébelin Antoine

Editore: Ottaviano

pp. 144, nn. ill. b/n, Milano

Un testo raro e prezioso sul Tarocco: non solo perché introvabile, non solo per l’epoca in cui è stato scritto (gli anni 1780) ma soprattutto per l’inedito che risulta dall’interpretazione dell’insieme del mazzo, che, lungi dal porsi come mera divinazione personale, si colloca nel modulo molto più comprensivo e ampio e spiraliforme di Storia e Allegoria. E tra Storia e Allegoria, Court-de-Gébelin rintraccia lo stesso percorso, sotterraneo e pure apparente del perduto «Libro di Toth» attraverso le Carte da Gioco e le loro attribuzioni e varie vicende: le spagnole, le francesi, il Gioco de l’Hombre, dei Trionfi, dei Tornei. Ne consegue una lettura rapida e appassionante, qualsiasi sia la ragione per cui ci si accosti o ci si interessi al Tarocco.
Il testo contiene anche le Tavole – i 22 Arcani maggiori e gli assi dei minori – fatte disegnare in bianco e nero secondo le indicazioni simboliche di Court-de-Gébelin.

I Miti Ebraici

I Miti Ebraici

Autore/i: Graves Robert; Patai Raphael

Editore: Longanesi & C.

prefazione degli autori, traduzione di Maria Vasta Dazzi.

pp. 400, 3 cartine b/n, Milano

In questo volume, scritto in collaborazione con Raphael Patai, Graves prende in esame i miti contenuti nel Libro della Genesi, ricollegandoli alle tradizioni greche e mesopotamiche, persiane ed egiziane. La profonda somiglianza fra la narrazione biblica e le leggende dell’area mediterranea mette in luce la singolarità di determinate componenti del mito biblico, quali la presenza di un dio unico e la promessa di un paradiso per gli uomini giusti. Gli autori sottolineano la funzione politico-sociale di questa singolarità, individuando le circostanze storiche dietro al mito. L’analisi, portata avanti con rigore e suffragata da un vastissimo corpo di note, di riferimenti e di rimandi, è condotta con passione e ricchezza narrativa, in modo tale che la lettura risulta affascinante, coinvolgente, illuminante, quanto il più noto I miti greci, dello stesso Graves.

Robert Graves (Londra, 1895) è autore di oltre 130 opere tra romanzi, saggi critici, raccolte di poesie, riadattamenti. Dopo aver insegnato letteratura inglese, vive da oltre un cinquantennio a Majorca, dove ha scritto i suoi libri di maggior successo. Fra questi, sono stati tradotti in italiano: Io Claudio (1935), Il divo Claudio e sua moglie Messalina (1936), Sette giorni fra mill’anni (1954), La figlia di Omero (1956), Una goccia di veleno (1959), La dea bianca (1962) e I miti greci (1963).

Storia e Dottrine dei Rosa-Croce

Storia e Dottrine dei Rosa-Croce

Autore/i: Sédir

Editore: Napoleone Editore

prefazione dell’autore.

pp. 408, ill. b/n, Roma

«Vicino a questi teosofi i sapienti sono stupidi. Non potendo comprendere né la loro anima né il loro scopo. il mondo dichiara che l’una e l’altro sono futili».
Questo quanto sui Rosa-Croce ha scritto Hargrave Jenning.

Il collegamento fra i Gesuiti, la Massoneria e la società segreta dei Rosa-Croce: guardiani della tradizione esoterica. interpreti della luce dei Vangeli. medici del corpo e delle anime.
Un lavoro arduo e temerario, omaggio pio a quelle fiaccole per mezzo delle quali alcune luci dello Spirito sono discese fino a noi.

Manuale del Parto Attivo

Manuale del Parto Attivo

Per essere sicure, agili e piene di energia dalla gravidanza in poi – Gli esercizi per arrivare al parto con la sicurezza e l’energia necessaria

Autore/i: Balaskas Janet

Editore: Red Edizioni

traduzione dall’inglese di Giovanna Nobile.

pp. 224, nn. foto e ill. b/n, Como

È desiderio di ogni donna incinta arrivare al parto in piena forma fisica, senza stanchezza, mal di schiena, gambe gonfie.
Questo libro propone una serie di esercizi facili e sicuri, cui basta dedicare pochi minuti al giorno per acquistare la scioltezza e l’energia così necessarie per portare a termine l’impegnativo lavoro del parto.
Questo tipo di preparazione, nato in Inghilterra con il nome di “parto attivo”, aiuta a entrare in sintonia con il proprio corpo e a sfruttarne appieno tutte le capacità di movimento.
“Parto attivo” perché la donna sia protagonista cosciente e vitale del parto.
Non più “paziente passiva”, come dice Sheila Kitzinger nella sua presentazione, ma “attiva donatrice di vita”.

Janet Balaskas Studiosa di fama internazionale, ha fondato nel 1982 l’International Active Birth Movement (Movimento internazionale per il parto attivo). Si occupa da anni di preparazione al parto; È autrice di numerosi libri, alcuni dei quali pubblicati da Red Edizioni.

I Nostri Poteri Sconosciuti

I Nostri Poteri Sconosciuti

Autore/i: Bergier Jacques; Duval Pierre

Editore: Edizioni Dellavalle

unica edizione, prefazione di Remy Chauvin, traduzione di Angelo Safina.

pp. 320, Torino

Il giorno in cui cento anni di ricerche nel paranormale e nella parapsicologia troveranno conferma pratica scoppierà, all’interno delle scienze positive, una grave crisi che cambierà la vita stessa degli uomini. la crisi è non solo possibile, ma probabile e molto vicina.

Labirinti

Labirinti

La chiave segreta per svelare l’enigma – Un percorso iniziatico per ritrovare il centro

Autore/i: Conty Patrick

Editore: Edizioni Piemme

prima edizione, prefazione di Marc De Smedt, traduzione a cura di Daniele Ballarini.

pp. 256, nn. ill. b/n, Casale Monferrato (AL)

«Come nel paradosso eleatico, un sogno si disgrega in un altro sogno e questo in un altro ancora, e poi in altri che tessono oziosi un ozioso labirinto.» (Jorge Luis Borges)

La fascinosa storia dei labirinti. da quello mitico di Minotauro ai mandala tibetani.

La geometria dei labirinti. la chiave logica segreta che ne svela l’enigma.

Il labirinto paradigma e simbolo dell’esistenza umana: la ricerca del senso nel labirinto come percorso iniziatico verso il centro di sé.

Tutte le civiltà, in ogni tempo, hanno costruito labirinti: dal mitico labirinto di Cnosso, dove la crudeltà del Minotauro viene sconfitta dall’astuzia di Arianna, ai labirinti degli indiani hopi, dai giardini-labirinto delle ville cinquecentesche ai mandala buddisti tibetani. La vita stessa è labirintica, a partire dal corpo umano con le circonvoluzioni del cervello e il groviglio delle vene, per non parlare della rete del sistema nervoso fino ai meandri della mente che si perde nei sogni e nei pensieri; labirintico è il tessuto stesso dell’esistenza e dei rapporti umani. L’antica scienza dei nodi e degli intrecci dedalici rivela in realtà una scienza dello spirito e una poetica dell’universo: cercare la chiave che svela l’enigma del labirinto significa penetrare in un sapere iniziatico che conduce al centro di se stessi, punto stabile per orientarsi nel mondo. Leggere questo libro di Patrick Conty è come seguire una traccia alla ricerca del senso.

Patrick Conty, di origine francese, ha studiato arti figurative presso le accademie di Parigi e di Stoccolma, prima di trasferirsi negli Stati Uniti.
Cultore di filosofia esoterica orientale, da molti anni studia i labirinti antichi e moderni, la loro simbologia, le regole geometriche che ne guidano la realizzazione. Ha disegnato e progettato diversi labirinti in Francia e negli Stati Uniti.

La Belva nell’Ombra

La Belva nell’Ombra

Tokio anni ’20: una donna bellissima, uno scrittore scomparso…

Autore/i: Ranpo Edogawa

Editore: Marsilio Editori

traduzione dal giapponese di Graziana Canova.

pp. 144, Venezia

Edogawa Ranpo (1894-1965) è considerato l’iniziatore del mystery in Giappone e La belva nell’ombra (1928), tradotta per la prima volta in italiano, è la sua opera più nota. L’intreccio emerge poco per volta, in un crescendo di colpi di scena in cui il sottile gioco psicologico si mescola a elementi di ambiguo erotismo. Samukawa, autore di romanzi polizieschi, s’improvvisa detective quando conosce una donna affascinante, Shizuko, che gli confida di essere perseguitata da un innamorato respinto che la terrorizza minacciando di uccidere lei e suo marito. Lo scrittore si trova così implicato in una storia misteriosa dove l’identità del colpevole appare sempre più sfuggente. Quando la ricerca dell’assassino del marito sembra non approdare più a nulla, un piccolo particolare, il bottoncino di un guanto, fa capire a Samukawa che tutto il castello delle sue deduzioni è fondato su un errore e che il colpevole è più vicino di quanto egli avesse immaginato. Il tragico finale gli lascerà però per sempre il tarlo del dubbio.

Lo Squalificato

Lo Squalificato

Romanzo

Autore/i: Dazai Osamu

Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore

prefazione di Donald Keene, traduzione dall’americano di Marcella Bonsanti.

pp. 160, Milano

Lo Squalificato è quasi un simbolo della situazione in cui si trovano oggigiorno gli scrittori giapponesi. È la storia d’un uomo escluso dalla comunità dei suoi simili perché essi si rifiutano di prenderlo sul serio. Gli è precluso l’affetto del padre, gli amici si approfittano di lui, ed egli è, a sua volta, crudele con le donne che lo amano. Ma le proprie esperienze non lo autorizzano a sostenere che tutti gli altri abbiano torto e lui solo ragione. Al contrario, registra con accorata sincerità il proprio perpetuo trasgredire a un codice d’umana condotta che egli non riesce a capire completamente. Eppure, come Dazai ben sapeva (anche se l’ “io” del romanzo lo ignora), atti di viltà e momenti d’abiezione non raccontano l’intera storia. In uno splendido epilogo l’unica testimone obbiettiva dichiara: “Era un angelo,” e improvvisamente ci accorgiamo dell’incompiutezza dell’autoritratto di Yozo. Come la maggior parte degli uomini è incapace di vedere la propria crudeltà, così Yozo non s’è accorto della propria dolcezza e della propria capacità d’amore.
Le esperienze di Yozo non sono certo tipiche di tutti gli intellettuali giapponesi, ma il senso d’isolamento, che essi avvertono tra sé e il resto del mondo, è forse analogo alla consapevolezza di Yozo, d’essere lui solo “non umano.” E ancora, le sue delusioni all’università, l’equivoco rapporto col partito comunista, gli amori disastrosi, tutto ciò appartiene anche alla biografia di molti altri autori contemporanei. D’altra parte, è chiaro che i singoli particolari della storia si rifanno all’esperienza individuale dello stesso Dazai. Forte è la tentazione di considerare il libro una autobiografia, appena trasposta in forme narrative, ma sarebbe, a mio giudizio, un errore. Dazai possedeva il genio del grande fotografo. Il suo obiettivo si punta più volte su certi momenti del passato, ma, grazie alla sua splendida maestria di composizione e di scelta, le sue fotografie non sono di quelle che affollano di solito gli album. Manca in Dazai ogni traccia del tortuoso annotatore di reminiscenze; in lui tutto è netto, conciso, evocativo. Quando anche le scene de Lo squalificato fossero dalla prima all’ultima puntuale rispecchiamento d’un episodio dell’esistenza di Dazai – e, s’intende, non è il caso – la tecnica che lo scrittore possedeva conferirebbe comunque all’opera nel suo complesso la qualità d’una narrazione originale. (Donald Keene)

Il Triangolo del Drago

Il Triangolo del Drago

Una storia incredibile di fenomeni inquietanti

Autore/i: Berlitz Charles

Editore: Sperling & Kupfer Editori

traduzione di Giorgio Arduin.

pp. 180, nn. tavv. b/n f.t., Milano

Nell’Oceano Pacifico, agli antipodi delle Bermude, esiste un settore – il Triangolo del Drago – a esse sorprendentemente simile per la sua storia di navi e aerei scomparsi. I giapponesi conoscono quest’area pericolosa da mille anni e l’hanno chiamata Ma-no Umi: il Mare del Diavolo. Per secoli i marinai hanno creduto che mostri spaventosi abitassero quegli abissi, pronti a inghiottire gli incauti invasori. In effetti la sparizione di centinaia di navi – alcune di grossa stazza – di aerei, di sottomarini, di pescherecci e i disturbi al funzionamento degli strumenti, le inspiegabili accelerazioni del tempo e le anomalie elettromagnetiche riscontrate nel Triangolo del Drago hanno fatto sì che questa zona venisse considerata rischiosa e da tenere sotto controllo. Chiuso su due lati da profonde fosse che raggiungono cinque e otto miglia di profondità, il fondale oceanico è qui caratterizzato da creste e da un’intensa attività vulcanica, come se in questo punto si formasse una confluenza di poteri forti e ineluttabili. Che cosa nasconde la trappola del Triangolo del Drago? Quali forze sono responsabili dell’incredibile numero di navi, aerei, equipaggi letteralmente svaniti entro i suoi confini?
Charles Berlitz, il maestro dell’inspiegabile, l’esploratore del mistero, getta il suo occhio penetrante su questi affascinanti fenomeni e offre, a tale proposito, un’ipotesi interessante e nuove interpretazioni sull’inquietante enigma che si cela in questo angolo di mare iracondo e inespugnabile.

«Il Triangolo del Drago ha sempre registrato una quota anormale di sciagure marittime misteriose e inspiegabili. Anche tenendo conto dell’insolita attività vulcanica e della predisposizione a tempeste subitanee e violente che producono mortali onde di marea, troppe sono le navi la cui sorte è ignota. Sembra quasi che un tsunami fantasma attraversi il Triangolo dando alle sue vittime come unico avvertimento il brontolio di un tuono. Troppi uomini hanno udito, troppe radiotrasmittenti hanno taciuto nei momenti critici, troppo poche navi naufragate sono state trovate a testimonianza della propria sorte. Le caratteristiche atmosferiche, oceanografiche e sismiche sembrano veramente fare del Triangolo la tana di un drago, una zona pericolosa per la navigazione e una trappola inesorabile per le sue vittime ignare.»

Charles Berlitz si è laureato alla Yale University. Archeologo, esploratore, linguista, è autore di libri di successo quali Bermuda: il Triangolo maledetto e La nave perduta di Noè, pubblicati in Italia da Sperling & Kupfer.

Gli Assassini

Gli Assassini

Storia e leggenda della più temuta setta islamica

Autore/i: Bartlett W.B.

Editore: Edizioni Corbaccio

prologo dell’autore, traduzione dall’inglese di Chiara Brovelli.

pp. 304, 1 cartina b/n, Milano

Gli Assassini sono uno dei fenomeni più misteriosi e affascinanti della storia medievale. A partire dai resoconti fantasiosi di Marco Polo, che parla di ricchezze, lussi strabilianti ed efferate crudeltà, il mito che è cresciuto intorno a loro ha fatto velo alla realtà dei fatti che è diventata sempre più difficile da comprendere.
Nati nell’undicesimo secolo come fazione della setta segreta islamica degli Ismailiti, i Nizari, come in realtà si chiamavano, venivano definiti Assassini dagli altri musulmani in base al termine dispregiativo hashishiyyun, «consumatore di hashish». Nel corso dei due secoli successivi si diffusero in Persia, Siria, Asia centrale e India, dove costruirono fortezze inaccessibili fra le montagne. Temuti e odiati, si servivano dell’omicidio come mezzo per raggiungere i propri scopi ed erano tanto più pericolosi perché non temevano la morte. Anzi, le missioni suicide erano considerate garanzia di vita eterna nel giardino dell’eden: proprio per questo sono stati considerati i precursori dei terroristi moderni. Il libro di Bartlett, documentato e ricco di riferimenti ai testi di viaggiatori e cronisti medievali, riesce a dimostrare che la vera storia degli Assassini è appassionante almeno quanto la leggenda.

Gli Assassini: una realtà del mondo islamico ammantata dalla leggenda.
I cronisti medievali ne favoleggiano le ricchezze, la crudeltà accentuata dall’uso di droghe, l’assoluta dedizione alla mitica figura del Vecchio della Montagna. Gli storici ne ricostruiscono il ruolo all’interno delle fazioni più estremiste degli sciiti, avverse tanto agli invasori cristiani quanto ai sunniti. Alcuni li ritengono gli antenati dei terroristi moderni. Il loro metodo d’azione: l’omicidio politico. La loro forza: la capacità di camuffarsi.
Nella loro storia molto rimane ancora in ombra…

W.B. Bartlett, saggista e divulgatore inglese, si dedica da anni allo studio della storia medievale e ai rapporti fra civiltà cristiana e musulmana. Ha scritto God Wills It! An Illustrated History of the Crusades e Ungodly War: The Sack of Constantinople and the Fourth Crusades. Gli Assassini è il suo primo libro pubblicato in Italia.

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Prologo

  1. I primi anni dell’Islam
  2. L’ascesa degli Ismailiti
  3. Il visionario
  4. La divisione
  5. L’eredità di Hasan-i Sabbah
  6. La dimensione siriana
  7. La resurrezione
  8. Il Vecchio della Montagna
  9. La reintegrazione
  10. La nemesi
  11. Il tramonto siriano
  12. Dalla storia alla leggenda

Epilogo
Gli anni del crepuscolo
Ringraziamenti
Bibliografia
Indice dei nomi

Oracoli Caldaici

Oracoli Caldaici

Autore/i: Anonimo

Editore: Coliseum Editore

introduzione e cura di Angelo Tonelli.

pp. 336, Milano

Nella “Vita di Proclo”, scritta dal discepolo marino, si legge che – di tutti i testi antichi – il maestro avrebbe voluto salvare soltanto gli “Oracoli Caldaici” e il “Timeo”. Tale era il fascino degli “Oracoli”, che Gemisto Pletone raccolse all’inizio del XV Secolo, attribuendoli ai discepoli di Zoroastro, e Kroll edito nel 1894.
Questa bibbia orientale dei neoplatonici, scritta in esametri, forse nel II secolo d.C., e tramandata a noi specialmente dalle testimonianze di Damascio, Sinesio, Proclo, Psello e Giovanni Lido, è stata vanamente attribuita sia a Giuliano il Caldeo sia a suo figlio, Giuliano il Teurgo.
Leggendo questi frammenti, soffrendone le lacune, viene da biasimare l’incuria del tempo. Eppure, essi si uniscono a figurare “Le Opere del Fuoco”, a evocare l’arte teurgica delle mescolanze e i riti di congiunzione che rendono presente il Dio.
Questi volubili frammenti – più che oracoli invocazioni, insegnamenti – rasentando un silenzio ci dicono ancora le vicissitudini dell’anima nel corpo e l’amoroso legame di tutte le cose.

Il Dio Cannibale

Il Dio Cannibale

Anoressia e culture del corpo in Occidente

Autore/i: Testoni Ines

Editore: Utet

presentazione di Emanuele Severino, introduzione dell’autrice.

pp. 292, Torino

Il disagio diffuso nel rapporto con gli alimenti, che talora dà origine a squilibri paradossali come la morte per fame volontaria, è al centro di un dibattito che coinvolge l’opinione pubblica e interessa molte discipline. Il dio cannibale offre una chiave di lettura dell’anoressia come sintomo di una «follia» che interpella ogni abitante dell’Occidente e illustra le ragioni per cui colpisce soprattutto le donne, ma è destinata a interessare sempre più anche gli uomini. Se la bibliografia scientifica considera l’anoressia come una «malattia», Ines Testoni concentra la propria riflessione sulla natura del nesso esistente tra l’opulenza propria dell’Occidente e il manifestarsi stesso dell’anoressia, la quale – come qualsiasi sofferenza psichica – è espressione della società in cui emerge, oltre che dell’angoscia dell’individuo che ne è portatore. Ed è proprio a partire dalla doppia origine sociale e individuale dell’anoressia, che l’Autrice intraprende una ricerca tesa a individuare le specifiche dinamiche culturali e psicologiche in cui trova origine quel «patimento» che nel Novecento si è rivelato attraverso il digiuno femminile.