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Magia degli Animali

Magia degli Animali

I mezzi per comunicare tra loro e talvolta con l’uomo, come si amano e perchè si uccidono.

Autore/i: Krachmalnicoff Patrizia

Editore: Longanesi & C.

prefazione dell’autrice.

pp. 168, Milano

Il linguaggio degli animali, come quello degli uomini, si esprime anche attraverso il comportamento e la mimica; e proprio studiando gli animali si capiscono meglio gli uomini. Così fra le formiche e fra le api vigono gerarchie estremamente rigide, con una forte specializzazione e divisione settoriale. Un esempio vivente del nostro futuro? La disciplina è ferrea: un’ape, che cerchi di introdursi in un alveare non suo, viene riconosciuta dalle api guardiane, che hanno sulle antenne dodicimila organi odoriferi, e immediatamente uccisa.
Particolarmente interessanti, e spesso divertenti, sono il comportamento sessuale e il corteggiamento: alcuni moscerini offrono un regalo alla femmina «incartandolo» in una pallina di seta; altre specie offrono una pallina contenente petali di fiori; fra i gabbiani dalle piume d’argento e la femmina che prende l’iniziativa circondando, il prescelto di moine e tenerezze. Assai sviluppata sembra essere anche la capacità di curare il proprio corpo, con maschere di bellezza, erbe per il mal di fegato, fanghi termali per riacquistare la giovinezza perduta.
Non infrequenti sono i casi di telepatia, anche fra animali e uomini, che presentano aspetti curiosi, talvolta inquietanti.
L’autrice è nettamente in polemica con quanti vogliono negare questa realtà «magica» e, pur nel rigore scientifico di una precisa documentazione, non trascura quegli aspetti che ci consentono di amare e comprendere gli animali.

Antologia della Filosofia Cinese

Antologia della Filosofia Cinese

Autore/i: Arena Leonardo Vittorio

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

introduzione dell’autore.

pp. 240, Milano

Un’antologia della filosofia cinese dall’antichità ai nostri giorni da I Ching al Confucianesimo, al Taoismo, al Buddhismo, a Mao tse tung che è anche un interessante saggio per capire meglio la Cina di oggi. Un libro per saperne di più sulla cultura di un popolo che, anche quando ha subìto l’influenza delle idee occidentali, le ha sempre rielaborate, con una continuità di fondo, nell’ambito del proprio pensiero tradizionale. Una cultura pragmatica, che ha sempre dato importanza alla vita pubblica e sociale, una filosofia che si è occupata prevalentemente di cosmologia, di etica e politica e di norme sociali, e che, proprio perché pone l’uomo e il suo benessere come punto di riferimento centrale del suo pensiero, riesce ad essere per noi molto stimolante, e di grande attualità.

Leonardo Vittorio Arena è ricercatore di Storia della filosofia alla Facoltà di Lettere dell’Università di Urbino. E autore di La filosofia di Novalis (1987), di un saggio su Whitehead, Comprensione e creatività (1989), ed ha tradotto e curato l’edizione italiana di un testo sanscrito, Il « Vaiśeṣika sūtra» di Kanāda.

I Luoghi di Guarigione

I Luoghi di Guarigione

Un affascinante viaggio per l’Italia alla scoperta dei luoghi dove molte persone hanno ritrovato la salute

Autore/i: Centini Massimo

Editore: Armenia Editore

premessa dell’autore.

pp. 256, Milano

Il ricorso a Sistemi di guarigione apparentemente empirici e irrazionali è parte importante di tutte le culture, anche di quelle più evolute e in possesso di profonde conoscenze scientifiche.
Nel ripercorrere gli itinerari della fede popolare di cui sacro e profano si intersecano indissolubilmente, l’autore ci mostra come in Italia siano ancora molte le località in cui acque, pietre, grotte, reliquie, alberi sono ritenuti dotati di particolari proprietà terapeutiche.
I luoghi cui si fa riferimento in questa raccolta non appartengono esclusivamente alla fede cristiana, ma – anche quando sono ubicati nei pressi di santuari o di semplici cappelle campestri – hanno spesso il loro humus simbolico nelle culture precristiane, in una dimensione le cui radici si perdono nel tempo.
Nella maggioranza dei casi si tratta di siti legati a fenomeni non studiati scientificamente, ma la lunga tradizione che caratterizza i luoghi di guarigione italiani impone alla scienza una riflessione per cercare di cogliere uno degli aspetti più misteriosi della medicina popolare.

Massimo Centini, laureato in antropologia culturale, lavora presso il Centro Studi Tradizioni Popolari di Torino ed è membro del comitato scientifico del dipartimento di antropologia dell’Associazione Europea di Medicine Tradizionali (AEMETRA). E inoltre titolare della cattedra di antropologia culturale presso l’Università Popolare di Torino.

La Critica d’Arte nel Pensiero Medioevale

La Critica d’Arte nel Pensiero Medioevale

Autore/i: Assunto Rosario

Editore: Il Saggiatore

unica edizione, introduzione dell’autore.

pp. 464, 16 tavole a colori e 32 tavole in nero fuori testo, 15 disegni nel testo, Milano

Con quali criteri il Medioevo giudicava la pittura, la scultura, l’architettura? L’essersi posto, con tanta chiarezza, una simile domanda, che interessa non solo la storia del gusto e delle idee, ma anche quella della struttura psicologica e morale dell’uomo, rimarrà uno dei meriti di Rosario Assunto.
Il quale, per rispondervi, ha speso anni di fruttuose ricerche, volte a rintracciare così le descrizioni di opere d’arte, reali o immaginarie, tramandate dall’età di mezzo, come le definizioni del bello fornite dalla filosofia di quell’età, e a trarne le debite conseguenze. Uno studio esteso su un millennio (da Sant’Agostino al sec. XV) e su tutta l’Europa latina, germanica, anglosassone. Un’esplorazione di testi antichi e moderni, dovuti a pensatori e a santi, a religiosi, a mistici e a poeti, che darebbe le vertigini, se l’autore non possedesse il più sicuro filo d’Arianna. Ne emergono frattanto tratti e pagine, che fanno di questo libro anche imo scrigno. Basterebbe la descrizione che un ignoto monaco calabrese ci ha lasciato della Cappella Palatina di Palermo (e qui per la prima volta tradotta dal greco) : «Il tetto … con intagli finissimi, disposti a forma di piccoli panieri, adornato, e tutto lampeggiante d’oro, rassomiglia al cielo, quando, limpida l’aria, risplende di stelle che danzano in coro.» Illustrazioni non meno straordinarie e probanti accompagnano quei testi, da cui l’Assunto ha ricavato tutto il valore di testimonianze rivelatrici. Ma quest’opera non è soltanto un contributo alla storia della critica e dei giudizi estetici, in un periodo ancora abbastanza sconosciuto. È anche un libro di estrema attualità perché, sulla base della critica medioevale, mette a fuoco il problema, oggi così urgente, dei rapporti tra l’artista e le condizioni della cultura e della società. Molte polemiche moderne trovano, in quelle antiche voci e nel modo come Rosario Assunto riesce a farcele capitare, una sorprendente soluzione anticipata.

Rosario Assunto, nato a Caltanissetta nel 1915, ha studiato filosofia a Roma col Carabellese, del quale è stato assistente. Oggi insegna Estetica all’Università di Urbino. La letteratura e l’arte contemporanea hanno attratto i suoi interessi di pensatore che, sui fenomeni attuali, affina e matura le proprie concezioni estetiche.
Convinto che i suoi studi richiedano un simultaneo lavoro sulle due tastiere della conoscenza filosofica e della concreta esperienza artistica, ha abbandonato le ricerche puramente teoretiche e la saggistica militante per concentrare le proprie indagini in un campo specifico accuratamente distinto si dalla speculazione concettuale che dalla critica in atto. In questa zona, ha potuto studiare i significati della letteratura e dell’arte moderna (colti nelle figure e movimenti più indicativi), i rapporti tra arte, scienza e tecnica nella civiltà d’oggi, l’estetica italiana dopo il Croce e quella europea nei suoi indirizzi più salienti. A rincalzo di tali indagini, ha storicamente esaminato i rapporti tra filosofia e arte nel pensiero di Kant (del quale ha tradotto le Osservazioni sul sentimento del bello e del sublime), in quello di Hölderlin e nelle teorie medioevali (argomento di questo suo ultimo volume). È collaboratore dell’Enciclopedia Universale dell’Arte, redattore della Storia delle idee estetiche in Italia; ha tenuto corsi alle Settimane Universitarie Internazionali dell’Österreichisches Kolleg di Alpach (Austria); è segretario della Sezione Italiana del Pen Club. Ha inoltre pubblicato: Forma e destino (1957), L’integrazione estetica (1959) e Teoremi e problemi dell’estetica contemporanea (Milano 1960).

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Introduzione

La critica d’arte e la cultura medioevale. Giustificazione e limiti della ricerca

Il crepuscolo del gusto classico in Occidente. Eredità neoplatoniche nella critica bizantina

La critica dei secoli barbarici. La luce e la bella materia. Disegno e colore

La polemica sulle immagini. Le idee estetiche di san Gregorio Magno e dei suoi successori. La visualizzazione dell’invisibile

Le idee estetiche di Carlo Magno e della sua corte. La «translatio imperii» e il gusto classicista

Lo Pseudo-Areopagita e Scoto Eriugena. Contributo della teologia visionaria alla evoluzione del gusto medioevale

Eraclio e Teofilo. La «renovatio» ottoniana. Roma come ideale estetico

Il millennio. La cronaca di Glaber. Gli ordini religiosi portatori di idee estetiche. Cluny e Cîteaux. Bernardo da Chiaravalle come critico d’arte

Le idee estetiche e il gusto dell’abate Suger. La monarchia come centro di irradiazione artistica

Le idee estetiche delle monarchie e quelle delle città italiane. Anonimato e personalità del fare artistico nella critica medioevale

Il pensiero dei Vittorini e la critica d’arte

La filosofia della Scuola di Chartres e la sua influenza sul gusto

Rappresentazione realistica e idealizzazione della natura nel gusto dei secoli XII e XIII. Le rappresentazioni del paradiso. Il giardino di eterna primavera

Il colore, la luce e il numero nel gusto del secolo XIII. Witelo, Grossatesta, Ruggero Bacone

Opus Francigenum. Le reazioni del gusto inglese e del gusto tedesco alla diffusione dell’architettura gotica

Alberto Magno e Maestro Eckhart testimoni dell’arte gotica

I teorici francesi dell’arte gotica. Villard de Honnecourt e Vincenzo di Beauvais

L’iniziativa artistica nei comuni italiani. Atteggiamenti verso l’arte nei francescani e nei domenicani italiani

San Bonaventura come teorico del gusto francescano

Idee e gusto di Tommaso d’Aquino

Concetto dell’arte e ideali estetici in Dante

La concezione dell’arte nel Trecento toscano. Soggetto, predicato e struttura del giudizio

La fine del Medioevo nel pensiero estetico italiano. Persistenze medioevali nell’estetica del Petrarca. Le dispute per il Duomo di Milano. Le concezioni del primo Rinascimento e loro antiteticità rispetto a quelle medioevali

Dionigi Certosino e le concezioni del bello nell’Europa del Quattrocento

Risultanze e problemi teorici

Tavole in nero
Elenco delle illustrazioni
Tavola cronologica
Indice analitico

Segno e Immagine

Segno e Immagine

Autore/i: Brandi Cesare

Editore: Il Saggiatore

prima edizione, l’unica illustrata.

pp. 200, 12 tavole a colori e 24 tavole in nero, Milano

La prima occasione di questo libro va cercata nella perplessità, diffusa tra la maggior parte del pubblico, sul valore da attribuirsi all’arte astratta in contrapposto all’arte figurativa del passato.
Partito da questa situazione attuale, il Brandi imposta una ricerca che esplori il problema in profondità e insieme si tenga immune da qualsiasi interpretazione di «gusto», sia nei confronti dell’arte antica che di quella moderna. Lo studio affonda pertanto le proprie radici nel momento aurorale della conoscenza, rifacendosi all’indagine sul linguaggio, già svolta dal Brandi nel dialogo Celso o della poesia.
Di qui passa a considerare i due momenti del segno e dell’immagine, assumendoli come origine di due linee evolutive diverse, la prima delle quali si caratterizza nella scrittura, l’altra nell’arte. Ma siccome le distinzioni non scorrono su letti storici rigorosamente divisi, il Brandi presenta l’interpretazione di alcuni tipici casi di interferenza o di sopraffazione del segno sull’immagine e viceversa, che danno luogo ai più inattesi capitoli di uno sviluppo avventuroso e affascinante.
Condotto così dall’arte preistorica e dal disegno infantile, passando attraverso l’arte egiziana, l’iconografia bizantina e il Manierismo, fino a raggiungere l’arte astratta e l’informale, il lettore si trova naturalmente preparato a orientarsi nella più problematica selva selvaggia della nostra civiltà. Nella quale, come nelle precedenti epoche via via illustrate, la collusione o la sopraffazione tra segno e immagine offrono il destro ad un preciso giudizio, sempre intimamente giustificato, sulla civiltà medesima.

Cesare Brandi è nato a Siena (1906), vive a Roma, viaggia quanto può e deve viaggiare uno storico dell’arte che abbia onestamente capito come non basti studiare le opere per procura. Siccome ha doti di poeta e di scrittore in proprio, dai suoi sopralluoghi di storico sa riportare resoconti anche di artista (Viaggio nella Grecia antica, 1954 – Città del Deserto, 1958). Ma le attività del Brandi, appunto perché numerose, vanno elencate in ordine. Egli dirige l’Istituto Centrale del Restauro, che ha contribuito a organizzare sin dalla fondazione. Notissimo ormai in tutto il mondo, l’Istituto ha assicurato la sopravvivenza e la autenticità stilistica di parecchi capolavori maggiori e minori: è nato in tempo per compiere alcuni fondamentali recuperi, dopo il passaggio della guerra. Dei problemi teorici e pratici posti da un tale lavoro, rende conto il “Bollettino”, la sola rivista tecnica del genere in Italia. Anche nella propria opera personale, il Brandi unisce l’esame diretto dei documenti artistici all’indagine teorica dei problemi estetici e metodologici. Nel primo campo, ha scritto una serie ormai cospicua di monografie e di studi complessivi che interessano l’intero corso dell’arte italiana rinascimentale e moderna, da Giovanni di Paolo, Duccio e i Quattrocentisti senesi a Rutilio Manetti e al Canaletto; dalla pittura riminese del Trecento al Tempio Malatestiano di Rimini, fino a Giorgio Morandi. Ma, arrivato ai contemporanei, lo storico italiano diventa di necessità un critico internazionale: vanno ricordati, in tal senso, i suoi saggi su Gauguin e su Picasso. Qui il Brandi è già alla confluenza con l’altra, e complementare, direzione del proprio lavoro. La rivista Immagine (che egli diresse tra il 1947 e il 1950) gli aveva dato occasione al saggio sulla Fine dell’Avanguardia. Dopo di che, col Carmine o della Pittura, egli ha iniziato un ciclo di dialoghi che, sotto il titolo di Elicona, viene componendo sulle varie arti. Sono già apparsi l’Arcadia, l’Eliante, il Celso, dedicati alla Scultura, all’Architettura e alla Poesia. Seguiranno quelli sulla Musica e sul Teatro. A Cesare Brandi è stato conferito nel 1959, dall’Accademia dei Lincei, il Premio Feltrinelli di Storia dell’Arte. Tre raccolte (Poesie, Voce sola, Elegie) riuniscono il meglio delle sue liriche fino al 1942.

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I. Segno e immagine
II. Disegno infantile e raffigurazioni preistoriche
III. Perché la civiltà egiziana non divenne ecumenica
IV. Perché si formò un’iconografia bizantina
V. La sigla del manierismo
VI. Astrattismo e «Informel»
VI. Postilla come conclusione
Tavole
Elenco delle tavole
Indice analitico

Il Medioevo Fantastico

Il Medioevo Fantastico

Antichità ed esotismi nell’arte gotica

Autore/i: Baltrušaitis Jurgis

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

introduzione di Massimo Oldoni, traduzione di F. Zuliani e F. Boboli.

pp. 352, riccamente illustrato b/n, Milano

Questo libro, comparso per la prima volta nel 1955, è diventato rapidamente un’opera di riferimento indispensabile, e ciò sia in quanto esito di una ricerca capillare, condotta per decenni da uno dei maestri viventi della storia dell’arte, sia in quanto indicazione metodologica per lavori futuri, che di fatto si sono poi moltiplicati su questa linea negli ultimi vent’anni.
Baltrušaitis, studiando il fiorire dell’arte gotica, ha osservato come vi confluissero numerosi temi iconografici dell’antichità e dell’Oriente anche estremo, rintracciabili nei contesti più diversi (su un capitello, su un manoscritto, in un particolare di un quadro). Accanto agli aspetti cristiani e umanistici dell’arte gotica, l’autore mette in luce quelle componenti che oggi chiamiamo il «macabro», il «fantastico», il «demoniaco», e che troveranno la loro espressione più matura in pittori come Bosch e Brueghel.
Seguendo Baltrušaitis, apparirà chiaro come il Medioevo gotico non si è sviluppato « soltanto verso l’ordine della vita, il realismo, l’Occidente ». Al contrario, esso ha convogliato una carica enorme di mostri e prodigi, cresciuti su quel terreno fertiliss-imo di soprannaturalità che fu proprio dell’epoca.

Jurgis Baltrušaitis, di origine lituana, vive da alcuni anni a Parigi.
Le sue opere principali sono: «Cosmographie chrêtienne dans l’art du moyen âge» (1939), «Réveils et prodiges» (1960), «La quête d’Isis» (1967).

La Spiritualità del Corpo

La Spiritualità del Corpo

L’armonia del corpo e della mente con la bioenergetica

Autore/i: Lowen Alexander

Editore: Casa Editrice Astrolabio

prefazione dell’autore, traduzione di Augusto Menzio.

pp. 164, ill. b/n, Roma

È solo nella perfetta armonia tra corpo, mente ed emozioni che possiamo raggiungere un senso di integrità morale e personale, di amore per gli altri e di rapporto col divino. Il fondatore della bioenergetica ci spiega come raggiungere questo equilibrio, in cui risiede lo «stato di grazia» che tutti desideriamo e che è così difficile da raggiungere nella vita odierna.

Alexander Lowen, psicoanalista allievo di Wilhelm Reich e creatore della bioenergetica, estende la sua equazione mente-corpo sino ad abbracciare la spiritualità, intendendola però non nel senso religioso tradizionale. La sua definizione di spiritualità si basa infatti, oltre che sul concetto occidentale di un rapporto con l’Essere Supremo, sulla tradizione mistica orientale che collega lo spirito alla respirazione e sulla correlazione bioenergetica tra pace della mente e libero flusso dell’energia fisica. Nella sua concezione la spiritualità diventa così quell’armonia di corpo, mente ed emozioni che egli chiama «stato di grazia».
Tutti i bambini nascono in stato di grazia, con mente e corpo in perfetta armonia con l’ambiente, ma poi l’equilibrio è turbato dalle restrizioni imposte dai genitori e dalla società. I turbamenti più gravi possono causare seri problemi fisici e mentali, come nel caso di «Barbara», che per adeguarsi agli intransigenti standard di un padre perfezionista sviluppò gravi problemi intestinali e una coazione alla sottomissione che la portò a un matrimonio rovinoso. La terapia bioenergetica non solo ha risolto i suoi problemi fisici, ma le ha fatto anche trovare la capacità di accettare se stessa, capacità necessaria per affrontare la vita, per sentirsi «completa», con o senza un compagno.
L’esame di Lowen si sviluppa attraverso lo studio dei vari casi clinici da lui analizzati. Ogni capitolo del libro mette a fuoco una particolare parte del corpo in cui può manifestarsi un blocco dell’energia, ed è corredato da test che il lettore può effettuare da solo per individuare le tensioni eventualmente presenti nel proprio organismo psico-fisico.
L’esauriente analisi dei traumi che tipicamente possono provocare ogni tipo di blocco è integrata da esercizi utili per allentare le tensioni muscolari e ristabilire il flusso energetico. Certo, nessun libro può replicare esattamente (e tanto meno sostituire) la terapia dello specialista, ma i test e gli esercizi qui presentati, con le riflessioni che li accompagnano, possono aiutare il lettore ad accostarsi all’armonia fisica e mentale che consente l’emergere della dimensione spirituale.

Alexander Lowen, allievo di Reich e creatore della bioenergetica, è psicoanalista e fondatore dell’Institute for Bioenergetic Analysis di New York. Tiene conferenze in tutto il mondo e ha scritto numerosi libri, tra i quali Espansione e integrazione del corpo in bioenergetica, La depressione e il corpo, Paura di vivere, Il piacere, Amore, sesso e cuore, Arrendersi al corpo e ’La voce del corpo tutti pubblicati da questa Casa Editrice.

Introduzione allo Zen

Introduzione allo Zen

Autore/i: Thich Nhat Hanh

Editore: Sonzogno

traduzione dal francese di Corinna Trimarchi, nota alla traduzione francese di Luc Decaunes.

pp. 144, Milano

Questa Introduzione alla Zen è tutta vissuta dall’interno: l’autore, Thich Nhat Hanh, è infatti un monaco buddista vietnamita. Un documento autentico, quindi, che ci fa percorrere le tappe che portano a questa concezione del mondo.
Ne risulta un racconto affascinante dell’itinerario da compiere per recuperare la coscienza del proprio essere.
Ma l’autore mette in luce anche la caratteristica di rottura dello Zen rispetto alla filosofia statica del brahamanesimo, il contesto storico in cui è nato e il suo posto all’interno della cultura moderna.
Concludono il volume le Lezioni sul vuoto, quarantatré «kong-an» di Trân Thai Tong (1218-1277), primo re della dinastia Trân, dialoghi didattici in forma di poema, per la prima volta tradotti in lingua occidentale.

L’Unica Danza

L’Unica Danza

Alla ricerca della saggezza orientale

Autore/i: Ram Dass

Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore

unica edizione, premessa e cura di Anthony J. Sutich e James Fadiman, traduzione dall’americano di Laura Rodighiero.

pp. 240, Milano

Questo libro è nato come un tentativo di comunicare a un ampio pubblico, con una esposizione brillante e spesso aneddotica, quanto l’autore ha appreso facendo la spola tra l’India e l’Occidente. Di formazione psicologo, esperto di Yoga, dotato di uno spiccato senso pratico che ha ereditato dal suo retroterra americano, Ram Dass, narrando di sé, si pone costantemente il problema della traduzione delle proprie esperienze ricorrendo alla saggezza orientale per rivitalizzare un bagaglio culturale, tipicamente occidentale e, viceversa, impiegando quest’ultimo per capire e definire aspetti essenziali del pensiero orientale. L’unica danza ruota intorno ai quesiti che l’esperienza di ogni giorno ci pone o impone (sulla libertà, sul benessere, sul desiderio e sul dolore), ed è anche una celebrazione della “danza della vita” che, nelle parole di Ram Dass, rimane “l’unica danza che ci sia”.

Ram Dass è nato a Boston, col nome di Richard Alpert, nel 1931. Laureatosi in psicologia, ha insegnato in varie università americane e ha prestato servizio come psicoterapista nei servizi sanitari dell’Università di Harvard. Al 1967 risale il primo viaggio in India. Tra le sue opere ricordiamo Be Here Now e Love Serve Remember. L’unica danza raccoglie i testi di conferenze tenute alla Menninger Foundation di Topeka (Kansas) e allo Spring Grove Hospital di Baltimora.

Le Dee Dentro la Donna

Le Dee Dentro la Donna

Una nuova psicologia femminile

Autore/i: Bolen Jean Shinoda

Editore: Casa Editrice Astrolabio

premessa di Gloria Steinem, introduzione dell’autrice, traduzione di Cristiana Carbone.

pp. 312, Roma

I modelli archetipici delle antiche divinità mitologiche sono tuttora validi per comprendere noi stessi e guidare il nostro comportamento. Imparando a entrare in contatto con le energie psichiche che la influenzano dall’interno, la donna troverò reali alternative che la riscatteranno dalle implacabili dicotomie maschile/femminile, madre/amante, donna di successo/casalinga, ecc., che da sempre lo tengono prigioniera. Questo libro insegna a ogni donna a identificarsi con la dea o le dee che governano la sua personalità, a decidere quale dea coltivare e quale tenere a freno, e a sfruttare il potere di questi eterni archetipi per diventare la perfetta «eroina» della propria storia personale.

Jean Shinoda Bolen, psichiatra, psicoterapeuta, analista junghiana, insegna Psichiatria all’Università della California ed è membro dell’American Psychiatric Association e del C. G. Jung Institute di San Francisco. Ha ricevuto il Pioneers in Art, Science, and the Soul of Healing Award dell’Institute for Health and Healing e ha fatto parte della Ms. Foundation for Women e dell’International Transpersonal Association.

Le Opere Italiane di Giordano Bruno

Le Opere Italiane di Giordano Bruno

Critica testuale e oltre

Autore/i: Aquilecchia Giovanni

Editore: Bibliopolis

premessa dell’autore.

pp. 112, Napoli

Il testo presenta cinque lezioni riguardanti una triplice tematica: la situazione testuale; dal testo alla biografia; saggio di commento “tecnico”.

Lo Sciamanismo e le Tecniche dell’Estasi

Lo Sciamanismo e le Tecniche dell’Estasi

Autore/i: Eliade Mircea

Editore: Edizioni Mediterranee

introduzioni e traduzione di Julius Evola, riveduta e corretta da Franco Pintore.

pp. 548, Roma

La presente opera è la prima che abbraccia lo sciamanismo nella sua totalità, pur situandolo nella prospettiva di una storia generale delle religioni. A prescindere da qualche notevole eccezione, infatti, la bibliografia sciamanica ha trascurano, finora, una interpretazione di questo fenomeno dal punto di vista della storia generale delle religioni, il cui compito è, in questo caso, quello di integrare i risultati della etnologia, come pure della psicologia e della sociologia. Lo sciamanismo è una delle tecniche primordiali dell’estasi; esso è ad un tempo mistica, magia e religione. L’autore ne compie un’analisi approfondita, esaminandone i diversi aspetti, e chiarendo i vari presupposti mitico-religiosi che ne sono alla base. Un attento esame è dedicato alla metodologia sciamanica, alle varie forme di iniziazione, ai riti, alle manifestazioni sciamaniche presso i diversi popoli, razze e tribù, non mancando di tracciare un confronto atto ad evidenziarne i caratteri comuni. Lo sciamano è un mago, un “medicine-man”, il quale ha capacità di guarire e di operare miracoli fachirici, come tutti i maghi primitivi o moderni. In ogni sua operazione è predominante l’esperienza estatica, ed è soprattutto in questo senso che l’autore lo studia in quest’opera. Lo sciamanismo corrisponde ad una specialità magica che implica il dominio del fuoco, il volo magico, e così via; pertanto, pur essendo ogni sciamano, fra l’altro, un mago, non ogni mago può essere qualificato come sciamano. Lo stesso vale per le guarigioni: ogni “medicine-man” è un guaritore, ma ogni sciamano utilizza una sua tecnica particolare. Nell’estasi, infine, lo sciamano attraversa una trance durante la quale si ritiene che la sua anima può lasciare il corpo per intraprendere ascensioni celesti o discese infernali. Nei suoi rapporti con gli “spiriti”, poi, lo sciamano riesce a comunicare coi morti, coi demoni e con gli “spiriti di natura”, senza per questo trasformarsi in loro strumento. Si tratta pertanto di un volume che interessa, per la vastità dei temi affrontati e per la serietà della trattazione, studiosi e appassionati di tutti i rami dello scibile e che costituirà un ampliamento ed un completamento per ogni formazione culturale.

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Introduzione

Introduzione alla seconda edizione

CAPITOLO I

Generalità – Metodi di reclutamento – Sciamanismo e vocazione mistica

Approssimazioni

L’acquisto dei poteri sciamanici Il reclutamento degli sciamani nella Siberia occidentale e centrale

Il reclutamento fra i Tungusi

Il reclutamento fra i Buriati e gli Altaici

Trasmissione ereditaria e ricerca dei poteri sciamanici

Sciamanismo e psicopatologia

CAPITOLO II

Malattie e sogni iniziatici Malattie iniziatiche

Estasi e visioni iniziatiche degli sciamani yakuti

Sogni iniziatici degli sciamani samoiedi

L’iniziazione presso i Tungusi, i Buriati ecc.

L’iniziazione dei maghi australiani

Confronti fra Australia, Siberia, America del Sud ecc…

Lo smembramento iniziatico nell’America del Nord e del Sud, in Africa e in Indonesia

Iniziazioni degli sciamani eschimesi

La contemplazione del proprio scheletro

Iniziazioni tribali e società segrete

CAPITOLO III

L’acquisto dei poteri sciamanici

Miti siberiani sull’origine degli sciamani L’elezione sciamanica presso i Goldi e gli Yakuti L’elezione presso i Buriati e i Teleuti

Le donne-spiriti protettrici dello sciamano

La parte delle anime dei morti

« Vedere gli spiriti»

Gli spiriti ausiliari

« Linguaggio segreto » – « Lingua degli animali » La ricerca dei poteri sciamanici nell’America settentrionale

CAPITOLO IV

L’iniziazione sciamanica

“L’iniziazione presso i Tungusi e i Manchi”

’L’iniziazione degli Yakuti, dei Samoiedi e degli Ostiachi’

L’iniziazione presso i Buriati Iniziazione dello sciamano araucano L’ascesa rituale degli alberi

Il viaggio celeste dello sciamano caribe Ascesa mediante l’arcobàleno Iniziazioni australiane

Altre forme del rito d’ascensione

CAPITOLO V

Il simbolismo del costume e del tamburo sciamanico

Note preliminari

Il costume siberiano

Il costume buriate

Il costume altaico

Gli specchi e i berretti sciamanici

Simbolismo ornitologico

Il simbolismo dello scheletro

Rinascere dalle proprie ossa

Le maschere sciamaniche

Il tamburo sciamanico

Costumi rituali e tamburi magici attraverso il mondo

CAPITOLO VI

Lo sciamanismo nell’Asia centrale e settentrionale

1. Ascensioni celesti – Discese agli Inferi

Funzioni dello sciamano

Sciamani «bianchi» e sciamani «neri». Mitologie «dualiste»

Sacrificio del cavallo e ascensione dello sciamano in Cielo (Altai)

Bai Ulgan e lo sciamano altaico · La discesa agli Inferni (Altai)

Lo sciamano psicopompo (Altaici, Goldi, Yuraki)

CAPITOLO VII

Lo sciamanismo nell’ Asia centrale e settentrionale

2. Guarigioni magiche – Lo sciamano psicopompo

Ricerca e richiamo dell’anima (Tartari, Buriati, Kirghisi)

La seduta sciamanica presso gli Ugri e i Lapponi

Sedute presso gli Ostiachi, gli Yuraki e i Samoiedi

Lo sciamanismo fra gli Yakuti e i Dolgani

Sedute sciamaniche presso i Tungusi e gli Orocci

Lo sciamanismo yukaghiro

Religione e sciamanismo presso i Coriachi

Lo sciamanismo fra i Ciukci

CAPITOLO VIII

Sciamanismo e cosmologia

Le tre zone cosmiche e La Montagna Cosmica

L’Albero del Mondo

Il Pilastro del Mondo

I numeri mistici 7 e 9

Sciamanismo e cosmologia nell’area oceanica

CAPITOLO IX

Lo sciamanismo nel’America del Nord e del Sud

Lo sciamanismo fra gli Eschimesi

Sciamanismo nord-americano

La seduta sciamanica

Cura sciamanica presso i Paviotso

Seduta sciamanica presso gli Achumawi

La discesa agli Inferni

Le confraternite segrete e lo sciamanismo

Lo sciamanismo sud-americano: rituali vari

La guarigione sciamanica

Antichità dello sciamanismo nel continente americano

CAPITOLO X

Lo sciamanismo nell’Asia sud-orientale e in Oceania

Credenze e tecniche sciamaniche fra i Sakai, i Semang e i Jakun

Sciamanismo nelle Isole Andamane e Nicobare Lo sciamanismo malese

Sciamani e sacerdoti a Sumatra Sciamanismo nel Borneo ed a Celebes

La «barca dei morti» e la barca sciamanica Viaggi d’oltretomba fra i Daiachi Sciamanismo melanesiano Sciamanismo polinesiano

CAPITOLO XI

Ideologie e tecniche sciamaniche fra gli Indoeuropei

Considerazioni preliminari

Tecniche dell’estasi presso gli antichi Germani

Grecia antica

Sciti, Caucasici, Irani

India antica: riti di ascensione India antica: il «volo magico»

Il tapas e la diksha

Tecniche e simbolismi «sciamanici» in India

Lo sciamanismo presso alcune tribù aborigene dell’India

CAPITOLO XII

Tecniche e simbolismi sciamanici nel Tibet, in Cina e nell’Estremo Oriente

Buddhismo, tantrismo, lamaismo

Pratiche sciamaniche fra i Lolo

Lo sciamanismo fra i Mo-so

Tecniche e simbolismi sciamanici in Cina

Mongolia, Corea, Giappone

CAPITOLO XIII

Miti, simboli e riti paralleli

Il cane e il cavallo

Sciamani e fabbri

Il «calore magico»

Il «volo magico»

Il ponte e il «passaggio difficile»

La scala – Il cammino dei morti – L’ascensione

Conclusioni: La formazione dello sciamanismo nord-asiatico

Indice

L’Uomo a una Dimensione

L’Uomo a una Dimensione

L’ideologia della società industriale avanzata

Autore/i: Marcuse Herbert

Editore: Giulio Einaudi Editore

introduzione di Luciano Gallino, traduzione di Luciano Gallino e Tilde Giani Gallino.

pp. 272, Torino

Scritto in inglese nel 1964, e pubblicato nel 1967 in Europa e in Italia, L’uomo a una dimensione, a suon di centinaia di migliaia di copie, fece di Herbert Marcuse il maestro della nuova sinistra, che in quegli anni andava mettendo vigorose radici nelle università europee. Nel libro di Marcuse i giovani del ’68 trovarono gli argomenti e le parole atte a dare forma definita a un’idea che in modo meno articolato circolava già da tempo in Europa, l’idea che le società europee, uscite ormai da vent’anni dall’esperienza del fascismo e della guerra, e dedicatesi con devozione alla pratica della democrazia, fossero in realtà, ciascuna a suo modo, forme di “società bloccata”, sul piano sia politico sia culturale e ideale. A oltre trent’anni dalla sua apparizione, e nonostante i non pochi elementi rimasti ancorati a uno scenario politico e sociale profondamente diverso da quello attuale, L’uomo a una dimensione, una delle più radicali disamine e contestazioni della condizione umana nelle società industriali avanzate, non ha certo esaurito la forza del suo impatto critico e polemico. Come scrive Luciano Gallino nel saggio introduttivo alla presente edizione “l’attualità di L’uomo a una dimensione non è soltanto legata al persistere delle stesse distorsioni, nelle società industriali avanzate, che il suo autore intravvide all’epoca con lucidità. È la storia più recente che si è incaricata di restituire al libro una inquietante presa diretta”.

Herbert Marcuse (1898-1979) è tra i piú noti esponenti della Scuola di Francoforte. Nato a Berlino, emigrò negli Stati Uniti nel 1937, dove insegnò in diverse università. Negli anni Sessanta è stato uno dei principali ispiratori dei movimenti della nuova sinistra americana ed europea. Della sua copiosa produzione Einaudi ha pubblicato, fra l’altro, Eros e civiltà (Pbe 2003), L’uomo a una dimensione (Pbe 2003), Cultura e società (Ep 1982), L’autorità e la famiglia (Pbe 2008).

Il Cranio di Cristallo

Il Cranio di Cristallo

Evoluzione della specie e spiritualismo

Autore/i: Scarpelli Giacomo

Editore: Bollati Boringhieri Editore

prima edizione, introduzione e avvertenza dell’autore.

pp. 224, Torino

Un forte desiderio di spiritualità pervase alla fine dell’Ottocento alcuni naturalisti e filosofi positivisti, che avevano dato contributi decisivi alla teoria dell’evoluzionismo. Il tentativo di conciliare le conquiste delle scienze fisiche con un disegno metafisico apriva un Varco che, passando attraverso lo spiritualismo, conduceva allo spiritismo.
Il mistero archeologico di un cranio azteco del periodo precolombiano, scolpito con straordinaria perizia nel cristallo di rocca, rappresentò in questo contesto la prova che gli antichi popoli delle Americhe fossero le vittime di una sorta di evoluzione a ritroso, gli eredi di civiltà estremamente evolute e provviste di suprema sapienza spirituale. Il libro ricostruisce fedelmente il clima di entusiasmo e fiducia con il quale tale concezione «degenerazionista» venne accolta tra quegli studiosi – biologi, antropologi, naturalisti – che giunsero persino a identificare nello spiritismo il mezzo per riscoprire lo scopo della genesi e conoscere il divenire della nostra specie. Il cranio di cristallo si arricchisce di documentazioni inedite, raccolte in parte dall’autore nel corso di spedizioni nella Rift Valley e sulle Ande boliviane, e fornisce al lettore un originale contributo per la storia delle idee e della scienza. Tra le pagine del libro scopriamo una nuova immagine di Wallace, Bergson, William James, coinvolti in sedute medianiche in compagnia di Lombroso, Madame Curie, Conan Doyle, Jung, sotto gli sguardi scettici di Darwin e Freud.

Giacomo Scarpelli (Roma 1956) collabora con l’Università di Firenze, dove“ ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Filosofia, e ha compiuto studi in Inghilterra e negli Stati Uniti. E membro del Royal Anthropological Institute e della Linnean Society di Londra. , Ha pubblicato articoli e saggi su numerose riviste di storia della scienza e della filosofia. Ha curato l’edizione italiana di opere di Kant, Bergson, Salomon Maimon e il volume antologico Storia della biologia in Italia (Theoria, Roma 1988).

Gli Etruschi e le Acque

Gli Etruschi e le Acque

Autore/i: Cascianelli Manuela

Editore: Edizioni Ebe

introduzione dell’autrice.

pp. 152, nn. ill. b/n, 1 tavv. b/n f.t., Roma

Dall’introduzione dell’autrice:
«I popoli dell’antichità hanno dimostrato di tenere in grande considerazione, nella scelta dei luoghi per lo stanziamento, la presenza dell’acqua, salata o dolce che fosse: per le esigenze alimentari, agricole, pastorali.
Dal mare, poi, trassero non solo vantaggi economici, attraverso gli scambi commerciali, ma acquisirono soprattutto dati culturali.
A questa logica non sfuggì il popolo più interessante dell’Italia preromana, quello degli Etruschi, che mostrò una cura particolarissima nella scelta dei siti per gli abitati, anche nelle età più antiche.
l torrenti, che scorrevano a lambire le pendici degli altipiani sui quali, preferibilmente, erano poste le sedi etrusche, assunsero ragionevolmente anche la funzione di linee ideali di separazione tra le città dei vivi e le zone riservate alle sepolture, in genere le pendici delle alture di fronte all’abitato, quasi come se l’acqua potesse proteggere e purificare il gruppo umano in una funzione che, nel tempo, in diverse culture e differenti situazioni storico-religiose, ha continuato ad assolvere.
Dunque acqua per bere, per dissetare gli uomini e gli animali, per irrigare i campi, per commerciare attraverso le vie fluviali, per tutelare e proteggere i vivi.
Oltre a siti su alture, gli Etruschi stabilirono anche insediamenti presso le coste, segnalati oggi dai resti delle necropoli a loro appartenute o, in qualche caso, da sporadici frammenti. Il mare, infatti, ha eroso buona parte dello strato antropico (vd. la necropoli della Scaglia, presso Civitavecchia).
Le città vere e proprie, ad eccezione di Populonia, mantennero, comunque, una certa distanza rispetto al mare, per goderne i vantaggi, ma nel contempo per essere al sicuro da eventuali aggressioni (vd. Cicerone, De rep. II, 4-6; Livio V, 54).
Le tre grandi città dell’Etruria meridionale, infatti, Caere, Tarquinia e Vulci, organizzavano i loro porti come entità staccate, poste sulla riva del mare, rispettivamente Pyrgi, Gravisca (secondo il nome della colonia romana) e Regisvilla.
Se il rapporto con il mare è già stato abbastanza analizzato sotto diversi aspetti (impianti portuali, strutture emporiche, volume e valore degli scambi, influenze culturali conseguenti, tecnica navale, pirateria), il rapporto esistente tra il popolo etrusco e le acque interne e meteoriche non appare esattamente definito.[…]»

Arte Primitiva

Arte Primitiva

Autore/i: Fraser Douglas

Editore: Il Saggiatore

prima edizione, prefazione e introduzione dell’autore, traduzione di Mario Pasi.

pp. 320, interamente e riccamente ill. a colori e b/n, Milano

«Arte primitiva», come «arte selvaggia», intesa quale espressione delle cosiddette culture sottosviluppate, è ormai notoriamente una metafora o classificazione di comodo, che non implica affatto l’idea di un’arte inferiore, di un primo balbettamento del linguaggio estetico. L’Occidente «civilizzato» se ne è reso conto da circa mezzo secolo, e cioè da quando Picasso, Matisse, Vlaminck interpretarono e tradussero creativamente la loro «scoperta» della scultura negra. La quale ebbe tanto seguito, proprio perché ci restituiva i mezzi artistici indispensabili a pronunciare certi contenuti che la nostra civiltà aveva sprofondati nell’inconscio, donde generavano angosce, inibizioni, sgomeriti e tante altre conseguenze drammaticamente avveratesi nelle vicende di questo secolo.
Il riconoscimento dei valori dell’arte primitiva preannuncio, nella cultura e nel gusto, quegli altri riconoscimenti sociali, civili, umani che oggi nella politica vanno sotto il nome di anticolonialismo.
Uno dei primi risultati era stato per intanto che un patrimonio creativo tra i più ricchi, rimasto fino ad allora una riserva quasi esclusiva degli antropologi, quanto dire un fenomeno press’a poco di storia naturale, diveniva non solo una miniera di tesori artistici, ma un testo di storia umana nella più piena estensione del termine. Bastino questi notissimi fatti a sottolineare l’importanza del panorama delle arti primitive raccolto da Douglas Fraser. In una prospettiva mobilissima, il lettore e trasportato dai deserti asiatici alle isole del Pacifico, dalle regioni polari alle foreste equatoriali: ma questi spostamenti fantastici e avventurosi, pur cosi ricchi di incontri sorprendenti, non hanno nulla di arbitrario; obbediscono anzi a una continuità dell’osservazione e a una logica del discorso interpretativo, garantite dal rigore scientifico e dal sicuro gusto del Fraser. Col vantaggio anche di riportare gli esemplari qui presentati a un giusto apprezzamento, sfatando la sommaria e antiquata confusione che li scambiava per prodotti artigianali. Di attraente lettura, di agevole consultazione, il libro fa compiere un mirabile viaggio, che nessun uomo moderno si pentirà di aver intrapreso.

Douglas Fraser si accaparra l’attenzione degli specialisti e del pubblico con la sua autorità di studioso e le sue qualità di scrittore. In attivo contatto con la cultura di ricerca (è assistente di Storia dell’Arte e dell’Archeologia alla Columbia University), è autore di numerosi saggi molto apprezzati in America e in Europa per le limpide, magistrali analisi spesso fondate su notizie e materiali inediti, su nuovi contributi che non di rado assumono il valore di autentiche scoperte. In particolare, l’arte degli Indiani d’America ha trovato in lui uno degli storici più illuminanti. Questo volume sull’Arte primitiva, che è una sintesi delle esperienze e della dottrina di Fraser, costituirà anche per il lettore italiano un incontro non facilmente dimenticabile.

Sumer

Sumer

Autore/i: Parrot André

Editore: Éditions Gallimard

préface d’André Malraux, introduction d’André Parrot.‎

pp. XLVIII-400, 318 ill. en couleurs, Paris

Le mot Sumérien n’existe pas dans les histoires de l’art vieilles de plus d’un demi-siècle. C’est que l’histoire de Sumer n’était pas encore établie. L’art de la Mésopotamie antérieur à l’Assyrie, c’e’tait l’art Chaldéen. Les deux tiers des oeuvres ici rassemblées et reproduites étaient inconnues des spécialistes de 1930, car elles ont été découvertes plus tard. Mais, comme dit André Malraux, “elles n’ont pas seulement été découvertes : elles sont devenues visibles en tant qu’œuvres d’art”.
L’art Mésopotamien, comme la civilisation mésopotamienne, a fait naufrage. Il faut plonger jusqu’au IIᵉ millénaire avant Jésus-Christ pour en retrouver des fragments. On ne peut espérer saisir le processus de création des grands artistes, comme on fait pour Rembrandt ou Michel-Ange. Nous ignorons tout des créateurs sumériens.
Nous ne savons même pas quelles statues précédèrent immédiatement les leurs. Mais ce qui reste, ce que l’on a récemment découvert suffit à donner une idée vraiment grandiose de ce que fut cet art, de ce que fut cette civilisation.

Medioevo Ereticale

Medioevo Ereticale

Autore/i: Autori vari

Editore: Società Editrice Il Mulino

introduzione e cura di Ovidio Capitani.

pp. 328, Bologna

Gli eretici non sono – in questa antologia – esclusivamente o prevalentemente i portatori di dottrine contrastanti con quelle affermate dalla Chiesa e dal papato romano: sono i testimoni di un disadattamento psicologico, culturale e sociale proprio di gruppi che si vedono preclusa ogni effettiva partecipazione agli aspetti più rilevanti della vita spirituale e religiosa del Medioevo nei suoi ultimi secoli, in cui si afferma sempre di più una «ragione soggettiva» dell’esistenza, nell’integrazione sociale e nell’acculturazione globale operata dalla Scolastica e dal diritto canonico nella società urbana che preannuncia la nascita del mondo moderno. Sono gli eretici – uomini e donne! – che un rapido crescere della cultura e l’umanizzarsi della valutazione etica del mondo da parte dell’istituzione ecclesiastica portano a una sorta di emarginazione e a un tentativo di «contro/istituzione», fino alla sostanziale perdita di una precisa identità.

Ovidio Capitani, nato a il Cairo nel 1930, è ordinario di storia medioevale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna. È membro della Giunta del Consiglio direttivo del Centro Italiano di Studi sull’alto Medioevo di Spoleto; presidente del Centro studi sulla spiritualità medioevale di Todi; redattore della rivista «Studi medievali». Dei suoi numerosissimi scritti ricordiamo: «Sulla questione dell’usura nel Medioevo» (1958, ora nell’antologia da lui stesso curata su «L’etica economica medievale», 1972); «Studi su Berengario di Tours» (1966); «Immunità vescovili ed ecclesiologia in età pregregoriana e gregoriana» (1966; 19722); «Dove va la storiografia medioevale italiana?» (1967); «Storiografia e Riforma della Chiesa» (1970); «Episcopato ed ecclesiologia nell’età gregoriana» (1974); «Storia della Chiesa come storia della coscienza del sistema» (1977).

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Introduzione, di O. Capitani. – «Oportet et haereses esse»: il problema dell’eresia rispecchiato nell’esegesi biblica medievale, di H. Grundmann. – Aspetti e significato dell’intolleranza popolare nei secoli XI-XIII, di R. Manselli. – Per la storia della Pataria-milanese, di G. Miccoli. – Pataria: «opus» e «nomen» (tra verità e autorità), di G. Cracco. – Eresie urbane e eresie rurali in Italia dall’XI al XIII secolo, di C. Violante. – Bonigrino da Verona e sua moglie Rosafiore, di L. Paolini. – Zaccaria di Sant’Agata, di R. Orioli. – La donna nel Catarismo e nel Valdismo medioevali, di G. Koch. – «Albigenses», di C. Thouzellier.

Il Dramma degli Ebrei

Il Dramma degli Ebrei

Europei

Autore/i: Rassinier Paul

Editore: Edizioni Europa

introduzione dell’autore.

pp. 194, Roma

Nel 1922, all’età di 16 anni, Paul Rassinier aderisce al Partito comunista francese e ne viene espulso, qualche tempo dopo, per la vivacità della sua opposizione. Il 6 febbraio del ’34, egli entra nel Partito socialista, dove diventa Segretario della Federazione di Belfort. Prende parte tra i primi alla resistenza, pur continuando a professare le sue note tesi sul «pacifismo integrale». Si trova così condannato a morte dalla resistenza comunista e ricercato e infine catturato dai tedeschi. Viene deportato a Buchenwald ed a Dora, e ritorna in Francia invalido al 100%+5, decorato della «Medaglia della Resistenza» e di quella «della Riconoscenza», riassumendo il suo posto alla testa della Federazione socialista di Belfort. Per il suo atteggiamento, diventa «l’uomo da abbattere» dei comunisti, che gli sbarrano il cammino della elezione a deputato, con alterne vicende, in due turni elettorali.
Impossibilitato, per le sue condizioni di salute, a riprendere il suo incarico di professore di storia e geografia, Rassinier si è andato dedicando alla vita culturale e intellettuale ed ha pubblicato: il passaggio della linea – 1948 La menzogna d’Ulisse – 1950 Il discorso dell’ultima carta (Saggio introduttivo ad una dottrina della pace sul tema: «Né Mosca né Washington ») – 1953 Candasse, o l’ottavo peccato capitale – 1955 Ulisse tradito dai suoi (che è un completamento alla «Menzogna d’Ulisse) – 1960 L’Equivoco rivoluzionario – 1961 E, nel 1962, «Il vero processo Eichmann o i vincitori incorreggibili».

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Introduzione
Cap. 1° – Raul Milberg, la sua dottrina e i suoi metodi
Cap. 2° – Testimoni, testimonianze e documenti
Appendice: Le due versioni francesi del «documento Gerstein»
Cap. 3° – Statistiche: sei milioni o…?
Conclusione

Curiosità Veneziane

Curiosità Veneziane

ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia

Autore/i: Tassini Giuseppe

Editore: Filippi Editore

prefazione di Elio Zorzi, introduzione e note di Lino Moretti.

pp. XLIV-820, Venezia

Sommario:

  • Giuseppe Tassini e la sua opera di Elia Zorzi
  • Introduzione di Lino Moretti
  • Curiosità Veneziane
  • Note di Lino Moretti
  • Dizionario dei vocaboli dialettali e delle abbreviature
  • Indice generale