Libreria Editrice OssidianeLibreria Editrice Ossidiane

Selezione di volumi

Storia dell’Harem – Verità e Splendori, Vizi e Quotidianità

Storia dell’Harem – Verità e Splendori, Vizi e Quotidianità

Autore/i: Mandel Gabriele

Editore: Rusconi

prima edizione, premessa dell’autore, in sovracoperta: Jean-Jules-Antoine Lecomte de Nouy, La schiava bianca, 1888, olio su tela, Nantes, Musée des Beaux-Arts.

pp. 252, nn. fotografie e 1 cartina b/n f.t., cartine b/n, Milano

L’Harem musulmano di Istanbul fu modello di vita, d’arte e di potere, cuore del vasto impero ottomano e luogo in cui si legarono e si sciolsero le sorti storiche, dell’Asia, dell’Africa… e dell’Europa fra XV e XVIII secolo. Gli Orientalisti ne descrissero il fascino, i Simbolisti ne fantasticarono i piaceri, i Politicanti europei ne esecrarono gli intrighi. Esso trova qui finalmente il suo vero volto storico.

Lungo il corso dei secoli l’Europa ha favoleggiato degli harem musulmani, primo fra tutti, ed esempio supremo, quello di Istànbul, il più noto e senza dubbio il più importante.
Signori assoluti del vasto impero turco, i sultani (a cominciare da Osman I, fondatore della dinastia ottomana) non di rado sposarono donne straniere, non musulmane, sino a che Maometto II il Conquistatore tronco la pratica dei matrimoni e istituì l’harem imperiale, popolato di schiave di varie nazionalità, fra le quali il sultano sceglieva le proprie donne e le favorite. In tale popolazione femminile emerse la validè, la madre del successore del sultano che l’aveva preferita. Oltre a gestire tutti i movimenti dell’harem, la validè assumeva la reggenza quando suo figlio succedeva al trono ancora bambino diventando pressoché arbitra del governo dell’Impero.
Nell’harem vivevano anche tutti i figli delle altre donne del sultano, i quali potevano essere confinati nel kafes, la «gabbia» dorata che doveva renderli innocui nei confronti del fratello o del fratellastro regnante.
L’harem, «luogo proibito, sacro, inviolabile», fu una realtà incomprensibile al di fuori dell’avvicendarsi di eventi che animarono la storia dei Turchi Ottomani, e della tradizione islamica della casa e della famiglia. Luogo di lusso e di agi, talvolta di dissolutezze, mai però tali da giustificare le fantasiose invenzioni di antichi viaggiatori e di contemporanei cineasti, ma soprattutto centro di potere, di educazione al potere e anche di clamorosi scontri in talune occasioni di successione al trono. Di tale complessa realtà Gabriele Mandel è esperto interprete in questo libro che, fra l’altro, offre una vera gemma: l’elenco completo delle validè, delle donne e dei figli dei sultani ottomani.

Gabriele Mandel Vicario generale (khalyfa) dei Sufi Jerrahi-Halveti in Italia. Laurea Honoris Causa in Scienze Islamiche dell’Università Statale di Konya (Turchia). Membro fondatore del Direttivo dell’Università Internazionale Islamica Ibn Roshd di Córdoba (Spagna).
Direttore della Facoltà di Psicologia dell’Università Europea del Lavoro di Bruxelles.
Già docente della Facoltà di Architettura di Torino, e all’Università Iulm di Milano, quale direttore di Istituto. Artista versatile, l’European Who’s Who lo cita come il «più importante ceramista islamico contemporaneo».
Espositore alla Biennale di Venezia, ha tenuto mostre personali in numerosi musei del mondo.
Autore di parecchi volumi, presso Rusconi ha pubblicato anche Il corano senza segreti (1991) e Storia del Sufismo (1995).

Il Filosofo e la Scienza

Il Filosofo e la Scienza

Introduzione alla filosofia della scienza

Autore/i: Kemeny John G.

Editore: Il Saggiatore

introduzione dell’autore, traduzione di Antonio De Toni.

pp. 384, Milano

Nelle retrovie della scienza si agitano problemi filosofici che gli scienziati evitano spesso di affrontare, reputandoli di competenza del «filosofo. Questi problemi, per la cui soluzione la scienza fa appello ai filosofi, includono le questioni giudicate presupposte dalla scienza stessa: linguaggio, matematica, postulati di fondo, probabilità. Topici questi che formano la prima parte «del presente volume.
La seconda parte, che verte principalmente sul metodo scientifico, si conclude con argomenti emergenti dalla scienza, cioè dalla conoscenza: se l’universo è determinato; il senso della vita; la natura della mente umana; lo status dei valori; la natura delle scienze sociali.

Filosofo e matematico, Kemeny ricopre attualmente l’incarico di professore di filosofia e di preside della divisione di matematica al Dartmouth College. Collaboratore di «Philosophy of Science», «Review of Metaphysics», «Philosophical Studies», «Philosophical Review» e «Journal of Symbolic Logic», con l’opera Il filosofo e la scienza, che è un trattato di filosofia della scienza, l’autore apre, con linguaggio piano e al tempo stesso brillante, nuovi e più vasti orizzonti alla scienza. Nel campo della matematica, Kemeny ci ha offerto tre insostituibili manuali con Introduction to Finite Mathematics, Finite Markov Chains e Denurnerable Markov Chains.

L’Imaginazione Creatrice

L’Imaginazione Creatrice

Autore/i: Scaligero Massimo

Editore: Edizioni del Graal

introduzione di Pio Filippani Ronconi.

pp. 142, Roma

L’imaginazione creatrice affronta il problema principale dell’uomo moderno, quello dell’esperienza del mondo, e, contemporaneamente, dell’autocoscienza dell’Io. Problema che Scaligero affronta nei termini di una metafisica della Luce che da una parte si fa sostanza del mondo, dall’altra, si attua come essenza cosciente del pensiero. Questa Lysis postulata dell’autore implica l’attualizzazione, mediante le discipline della concentrazione meditazione e contemplazione pura, di quella Luce intima al pensare, che, nell’esperienza contingente viene distrutta affinché sorga il mondo irreale delle forme, a cui l’uomo si lega mediante brama. Questo compito ascetico si propone di sperimentare noeticamente l’ente spirituale vivente nella Terra. Molto interessante è la parte psicologica e cosmologica, trattata nel testo, in cui si stabilisce il rapporto fra l’uomo e le funzioni dei suoi organi rispetto all’economia dell’universo.
L’imaginazione creatrice è uno dei testi più importanti scritti da Scaligero indispensabile complemento a chi già conosce il pensiero dell’autore può rappresentare un ottimo compendio introduttivo a chi vi si avvicina.

Le Essenze Naturali

Le Essenze Naturali

Medicina, incantesimi e rimedi

Autore/i: Tammaro Fernando; Cantelmi Anna Lisa; Cercone Franco

Editore: Amaltea Edizioni

pp. 136, nn. illustrazioni b/n, Corfinio (AQ)

Grandi passi ha compiuto la fitoterapia da quando Paracelso nel XVI secolo, attraverso la Dottrina della Signatura, asseriva che gli organi del corpo umano andavano curati con le piante che a loro somigliano.
Ancora molta strada è stata percorsa da quando per scongiurare il pericolo di essere accusate di stregoneria le donne piantavano l’artemisia nel loro orto.
Di certo il progresso scientifico ha saputo creare un fondamento solido alla medicina naturale, conferendole la dignità di essere riconosciuta come uno dei sistemi validi per la cura della persona.
Ma gli insegnamenti degli «antichi» forse non vanno considerati come l’espressione di un pensiero troppo semplice e le loro conquiste di certo hanno permesso delle intuizioni che, in alcuni casi, persistono ancora oggi. Questo libro ripercorre le fasi salienti della storia di queste intuizioni, attraverso l’analisi delle varie scuole di pensiero, mettendole in relazione con la malattia e la cura della patologia.
Passa attraverso tutto il mondo misterico nato e sviluppato intorno alle erbe, detentrici di poteri straordinari, apportatrici di benessere o di morte.
Così ci avvicina ai sabba delle Bele Butele, ci spiega perchè le Befane un tempo erano delle donne bellissime, ci descrive l’universo delle Sibille e delle Dame Bianche.
Se così da un lato possiamo verificare l’importanza del 24 Giugno, solstizio d’estate, giorno di San Giovanni, dall’altro ne possiamo trarre insegnamento perla raccolta e l’uso di erbe medicamentose.
Non manca un riferimento all’utilizzo delle erbe nella cultura popolare abruzzese, così come non manca un interessante capitolo dedicato alla cucina con le erbe selvatiche.
Una cucina semplice ma in grado di esprimere molto.

Importanza di Vivere

Importanza di Vivere

«Non è la verità che fa l’uomo grande, ma l’uomo che fa grande la verità.» (Confucio)

Autore/i: Lin Yutang

Editore: TEA – Tascabili degli Editori Associati

prefazione dell’autore, traduzione di Piero Jahier, in copertina: Ritratto di dignitario cinese (periodo Ming).

pp. 512, Milano

Il risveglio – Visioni dell’umanità La nostra eredità animale – Sull’essere umani Chi vuol godere meglio la vita? – La festa della vita Importanza di oziare – Il godimento della casa Il godimento della vita – Il godimento della natura Il piacere di viaggiare – Il godimento della cultura Rapporti con Dio – L’arte di pensare.

Lin Yutang (1895-1976), cinese, studiò a Shangai e negli Stati Uniti, e insegnò filologia inglese all’Università di Pechino. Si trasferì poi a New York, dove morì. È noto in Occidente per le sue brillanti raccolte di saggi e per i suoi romanzi; si ricordano: Momenti a Pechino (1939), Quartiere cinese (1948), La saggezza della Cina (1952), La saggezza dell’India (1952) e Importanza di capire (1960, già presentato in questa collana).

Freud e Janet

Freud e Janet

Studio comparato

Autore/i: Barraud Henri-Jean

Editore: Città Nuova Editrice

presentazione di Paolo Cruciani e Francesca Ortu, introduzione dell’autore, traduzione dal francese e cura di Francesca Ortu.

pp. 316, Roma

La teoria e la pratica clinica della psicoanalisi di S. Freud viene posta a confronto con la teoria e la: pratica clinica dell’analisi psicologica di P. Janet sui grandi temi della struttura e delle energie dell’apparato psichico, con specifico riferimento ai problemi teorici relativi alla natura ed alla collocazione della “sessualità, nell’intento di avvicinare due sistemi divergenti di psicologia dinamica in ordine alla evoluzione della psicologia clinica e della psicopatologia.
L’analisi comparata dei modelli psicodinamici proposti dai due principali teorici dello psichismo inconscio, accomunati nell’originario interesse per le nevrosi, nonché dal presupposto del metodo clinico come fondamentale alla elaborazione di una psicologia generale, si propone come fondamento per una ipotesi «proversiva» che, partendo dall’esperienza psicofisiologica individua nella «latenza-rimozione-persistenza» i caratteri discriminanti tra ontogenesi normale e patologica.

Proponendosi di arrivare alla comprensione della totalità delle funzioni mentali, Freud intendeva la psicoanalisi come vera e propria psicologia generale. il raggiungimento di tale obiettivo è stato tuttavia ostacolato dalla mancata formalizzazione della teoria psicoanalitica. La presente collana si propone di contribuire alla soluzione dei problemi epistemologici fondamentali della psicoanalisi, svolgendo un discorso integrato teso alla verifica della coerenza interna e della rilevanza – interna ed esterna – del sistema, nonché alla elaborazione di un modello generale polidimensionale della psicoanalisi come psicologia generale.

Henri-Jean Barraud, dottore in medicina e lettere ha svolto intensa attività di ricerca sia nel campo della psicologia clinica sia in quello della filosofia della scienza.
È autore di numerose pubblicazioni, tra cui «L’homme et son angoisse» (Editions Resma) e «La science et le matérìalisme» (Editions Marcel Rivière).
Fino al 1973, anno della sua morte. è stato membro della «Société Pierre Janet».

Dialoghi con l’Angelo

Dialoghi con l’Angelo

Documento raccolto da Gitta Mallasz

Autore/i: Mallasz Gitta

Editore: Edizioni Sarva

traduzione a cura di Gabriella Fiori.

pp. 368, Imola (BO)

Questo libro è il resoconto di una serie di avvenimenti che hanno avuto luogo in Ungheria fra il 1943 e il 1944.

Sta al lettore trovarne il significato.

“Forse ciò dice,qualcosa al lettore, lo aiuta a vivere e a svilupparsi interiormente – forse no. È un’avventura.” (Gitta Mallasz)

Il Santuario Nuragico di S. Vittoria di Serri

Il Santuario Nuragico di S. Vittoria di Serri

Sardegna archeologica – Guide e Itinerari

Autore/i: Zucca Raimondo

Editore: Carlo Delfino Editore

pp. 90, nn. figure b/n, nn. fotografie a colori, Sassari

Dal testo:

Nell’agro di Serri non si possiedono ancora testimonianze della presenza dell’uomo anteriori al Bronzo Antico, verosimilmente, per carenza di ricerche specifiche.
L’uomo neolitico (cultura Ozieri – neolitico recente) ha lasciato testimonianza della propria presenza nelle non lontane “stazioni” di Pizziogu (. Nurri) e di Itria (Gesturi).
Della cultura eneolitica di Monte Claro sono poi documenti di cultura materiale ad Is Paras di Isili e in varie località di Gesturi. L’età nuragica con inizio verso il 1800 a.C. è stata suddivisa da G. Lilliu in cinque fasi: Al Bronzo Antico (1800-1500 a.C.) Cultura di Bonnanaro – A (Fase I – Lilliu) deve ascriversi un frammento di tripode del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari che proverebbe da S. Vittoria di Serri.
Le cospicue testimonianze nuragiche comprendono le torri di Curreli, Cuccuru de Farru, Ladumini, Mindemajori, Guadditorigiu, Trachidali ascrivibili a momenti non definiti delle fasi II e III Lilliu (Bronzo Medio, Tardo e Finale).
Nella prima Età del Ferro e nei successivi periodi Orientalizzanti ed Arcaico le comunità indigene locali proseguirono la propria esperienza culturale che sin dalla fase III si era aperta ai contatti commerciali con l’esterno. Gli scambi mercantili si sviluppano sotto i Cartaginesi, pur mantenendo i Sardi una sostanziale autonomia.[…]

Gli Unni

Gli Unni

Autore/i: Schreiber Hermann

Editore: Garzanti Editore

prima edizione, prefazione dell’autore, traduzione dal tedesco di Gianni Pilone Colombo.

pp. 280, 10 illustrazioni b/n f.t., 7 cartine b/n, Milano

Gli unni non lasciarono fonti scritte della loro storia. Gli osservatori dell’epoca, gli autori di cronache, li descrissero con orrore e spavento. È luogo comune l’appellativo del loro capo, Attila, «Flagello di Dio». Dove passava, si disse, per descrivere l’entità della distruzione portata in Europa dalla memorabile invasione unna, «non cresceva più erba». Arrivarono improvvisi come un incubo, verso la metà del V secolo dopo Cristo, sugli instancabili cavalli della steppa. Guidati da Attila (piccolo padre, in lingua unna) combatterono senza che nulla e nessuno li potesse ostacolare, almeno fino a quando il romano Ezio non arrestò la loro avanzata nell’incerta battaglia dei Campi Catalaunici. Il loro regno durò quanto la vita di Attila, e alla morte del re i confini di quel dominio si dissolsero come nebbia. Tuttavia il sinistro e breve fulgore bastò ad Attila e agli unni per entrare sia nei cattivi sogni dell’Europa che nei suoi miti: nelle corrusche saghe nordiche Attila appare come un modello di guerriero e insieme come un re saggio e benefico.
Le fonti bizantine, se interpretate bene, ci restituiscono molta della storia unna.
In esse abbiamo descrizioni dei costumi di vita di questo popolo: descrizioni spesso singolari, in ogni caso appassionanti, come quelle che indugiano sui particolari della vita alla corte di Attila. Il fosco e l’orrido abbondano nei racconti delle imprese unne, che a volte richiamano irresistibilmente alla memoria quella che fu l’epopea dei fierissimi Apaches, soprattutto quando leggiamo le descrizioni lasciate dagli occidentali: volti impenetrabili e orribili a vedersi, cavalcate furibonde seguite da feroci massacri, sprezzo sovrano per la viltà e la corruzione dell’imbelle bizantino. Gli unni vennero chiamati «barbari» da due civiltà diversissime fra loro come la cinese e la bizantina: perché i cavalieri mongoli della steppa non vennero a dominare solo l’Europa, ma fecero tremare anche la Cina. È così che al lettore viene offerta, accanto ai giudizi bizantini, la lunga serie di considerazioni dovute alla penna di sconosciuti cronisti cinesi. Lo storico tuttavia pone una domanda: come mai un massacratore come Attila entra nelle leggende nordiche come eroe purissimo e finisce, lui, un mongolo, per diventare uno dei grandi eroi della saga germanica? E come mai questi unni così esecrati saranno alla fine dei generali dell’esercito di Bisanzio? Questi barbari non finiscono sterminati dai «visi pallidi», ma s’impongono loro. In realtà non furono «barbari», né semplici massacratori: le astuzie diplomatiche di Attila, che gioca coi bizantini, ora di forza, ora di finezza, testimoniano l’eccezionalità della breve vicenda degli unni.
Tracciare la storia unna, allineando i fatti estraibili da fonti cinesi, bizantine e romano-barbariche note finora solo agli specialisti, non era facile: renderla di scorrevole e piacevole lettura, pur senza farne un romanzo, è grande merito dello Schreiber, che unisce erudizione e misura alla sagacia e alla vivacità narrative.

Hermann Schreiber è nato nel 1920 a Wiener Neustadt. Ha compiuto studi di storia, filosofia, arte e antichità germaniche. Per alcuni anni lavorò come giornalista, poi, dopo i primi successi dei suoi libri, visse come scrittore e traduttore. Per il suo libro Parigi: biografia di una metropoli ricevette nel 1968 il titolo di professore.

Meditazione Zen come Terapia

Meditazione Zen come Terapia

Le ricerche scientifiche moderne confermano la piena validità pratica di questa forma semplice e rigorosa di addestramento di corpo e mente.

Autore/i: Tomio Hirai

Editore: Red Edizioni

traduzione dall’inglese di Virginio Sala, titolo originale: Zen Meditation Therapy.

pp. 144, nn. illustrazioni b/n, Como

La tecnica della meditazione sviluppata nell’antica tradizione giapponese dello Zen non rappresenta esclusivamente una via all’illuminazione mistica; è anche una forma semplice e rigorosa di addestramento del corpo e della mente.
Applicabile anche nel mondo occidentale, può entrare a far parte dell’esperienza quotidiana di chiunque sia interessato ad ottenere benessere mentale e fisico.
Questo libro mostra come la meditazione Zen possa contribuire allo sviluppo di una personalità equilibrata, di una mente lucida e concentrata e a prevenire e curare gli stress della vita moderna.
Tomio Hirai, uno dei maggiori studiosi giapponesi di psicofisiologia, presenta i risultati di vent’anni di ricerche condotte secondo criteri scientifici: esse mettono in luce i principi fisiologici che sono alla base di questa antica tecnica e ne confermano la validità.

L’Archeologia in Palestina

L’Archeologia in Palestina

Autore/i: Albright W. F.

Editore: Sansoni Editore

traduzione di Mario Bizzarri, in sovracoperta «affresco policromo da Ghassul» particolare.

pp. 352, nn. illustrazioni b/n, XVI tav. b/n f.t., Firenze

L’opera di W.F. Albright presenta sinteticamente i risultati del lavoro archeologico svolto in Palestina nel corso degli ultimi venti anni, durante i quali la materia ha subito mutamenti notevoli.
Qui, per la prima volta, gli ultimi reperti del Sinai e la scoperta sensazionale del rotolo gerosolimitano di Isaia vengono collocati nella loro giusta dimensione storica. L’autore, dopo aver spiegato come procede l’archeologo nel corso degli scavi e come il lavoro di ricerca si sia trasformato da caccia al tesoro in scienza, traccia le linee dello svolgimento della civiltà in Palestina dell’età della pietra al momento di massimo splendore dell’Impero romano. Un capitolo è dedicato alle razze e alle lingue, ai manoscritti e ai testi letterari dell’antica Palestina e infine alla vita quotidiana del popolo. Due capitoli sintetizzano inoltre il significato di queste ricerche in rapporto al Vecchio e al Nuovo Testamento , con materiale mai pubblicato prima d’ora. Il capitolo conclusivo colloca questo libro nell’ampia corrente della filosofia della storia, mostrando quale importanza possa avere la ricerca archeologica per il pensiero storico e religioso.

William Foxwell Albright è nato nell’America del Sud nel 1891. Dopo aver compiuto i suoi studi negli Stati Uniti, dal 1919 al 1956 fu membro e direttore della «American School of Oriental Reserch» di Gerusalemme, dirigendo molte spedizioni in Palestina e paesi finitimi. È attualmente insegnante di lingue semitiche nella John Hopkins University, insignito di molte lauree ad honorem, con titoli accademici da Yale , St. Andrews, dal Trinity College di Dublino, da Utrecht, Oslo e Upsala. È membro straniero delle Reali Accademie di Danimarca, Belgio e Irlanda, membro corrispondente della «Académie des Inscriptions» e membro onorario di numerose società scientifiche fra le quali la «Société Asiatique» e la «British Society for Old Testament Study».

Visualizza indice

Capitolo I
Come si scava un Tell palestinese

Capitolo II
Scoperta della Palestina antica

Capitolo III
La Palestina preistorica

Capitolo IV
La Palestina dell’età calcolitica e del primo bronzo

Capitolo V
La Palestina nell’età del medio e tardo bronzo

Capitolo VI
La Palestina nell’età del ferro

Capitolo VII
La Palestina nell’epoca greco-romana

Capitolo VIII
Popoli e lingue, alfabeti e letteratura nell’antica Palestina

Capitolo IX
La vita d’ogni giorno nella Palestina antica

Capitolo X
L’antico Testamento e l’archeologia

Capitolo XI
Il Nuovo Testamento e l’archeologia

Capitolo XII
La Palestina antica nella Storia Mondiale

Biografia

Indice dei nomi, dei luoghi e dei principali argomenti

Indice delle tavole fuori testo

Indice delle illustrazioni nel testo

La Nostra Maschera e Noi

La Nostra Maschera e Noi

Alla scoperta della personalità

Autore/i: Tournier Paul

Editore: Borla

premessa di G. B. Ottonello, traduzione di G. Giovannelli.

pp. 208, Roma

Chi sono io? Qual’è la mia maschera e quale il mio vero volto?
Dove finisce il personaggio che interpreto e dove inizia la mia vera personalità?
Il volume, opera del notissimo psicanalista svizzero e già tradotto in dieci lingue, ci aiuta a dare una risposta a questi interrogativi.
Convincente ed umanissimo, ci parla il linguaggio della scienza in modo piano e semplice; e ci conduce, attraverso un viaggio appassionante nel mondo della psiche, alla scoperta della nostra vera essenza, del nostro essere genuino, che solo in Dio e nell’impegno di una vita liberamente accettata può pienamente manifestarsi.
Il libro apre agli uomini d’oggi, chiusi in se stessi, incerti, soli, una concreta prospettiva spirituale.

Area 51 – La Verità Senza Censure

Area 51 – La Verità Senza Censure

Autore/i: Jacobsen Annie

Editore: Edizioni Piemme

prima edizione, prologo dell’autrice, traduzione di Sara Puggioni.

pp. 532, Milano

«Una sensazionale inchiesta sulla base top-secret infrange per la prima volta il muro del silenzio» (The New York Times)

L’Area 51 è l’installazione militare più segreta degli Stati Uniti. Si trova in pieno deserto nel Nevada meridionale.
Il governo americano non ha mai ammesso la sua esistenza.
Questo libro è un’inchiesta.
Parla di operazioni del governo che sono state tenute nascoste per decenni, alcune per buone ragioni, altre per ragioni terribili. Racconta di progetti tenuti segreti allo stesso Congresso, a volte perfino allo stesso Presidente. Due di questi, ancora coperti da segreto, sono rivelati per la prima volta in queste pagine.
Nessuno dei fatti o dei personaggi citati è frutto della fantasia. Per scriverlo ho intervistato settantaquattro persone in possesso di conoscenze di prima mano; trentadue di loro hanno vissuto e lavorato all’Area 51.
Nessuno doveva essere informato.
E per decenni, fino alla pubblicazione di questo libro, nessuno è stato informato.
(Annie Jacobson)

Stavo facendo colazione con un uomo che aveva ricoperto alte responsabilità nelle attività dell’Area 51, per lunghi anni. Gli mostrai un crostino: «Se questa è la parte che ho scoperto, quanto è grande quello che non so?» Dissi. «Quello che non sa – rispose l’uomo cupamente – l’intera verità, è grande come il tavolo a cui siamo seduti, sedie comprese.»
Un’indagine sensazionale, avvincente e meticolosa, sul luogo più discusso e concupito da ricercatori, curiosi, cospirazionisti, cronisti: l’Area 51, nel deserto del Nevada, lo Shangri-la dello spionaggio e dei sistemi di combattimento più sofisticati, cuore di mille intrighi e segreti, in cui si intrecciano storia, politica, test nucleari, esperimenti inconfessabili.
Basandosi non su illazioni ma, per la prima volta, su colloqui con piloti, scienziati, ingegneri e agenti in pensione che hanno lavorato per anni nell’Area – e che nonostante il vincolo di segretezza, hanno accettato di parlare – il libro fa luce su decenni di misteri e rivela verità assolutamente inedite,  a volte davvero sconvolgenti. A partire dalla spiegazione del celebre incidente di Roswell del 1947, il crash di un oggetto volante non identificato che ha alimentato innumerevoli ricostruzioni e altrettante leggende.

Annie Jacobsen è reporter per il «Los Angels Times Magazine». Sue importanti inchieste sono state pubblicate su «National Review» e «The Dallas Morning News». L’inchiesta ispiratrice di Area 51, The Road to Area 51, pubblicata sul «Los Angeles Times Magazine», ha avuto grande seguito ed è stata per diversi giorni la notizia più letta del sito del giornate. Per scrivere questo libro, che ha conquistato la vetta delle classifiche USA, ha raccolto rivelazioni inedite fornite da piloti, scienziati, ingegneri e agenti in pensione che hanno lavorato per anni nell’Area.

La Via dell’Esploratore

La Via dell’Esploratore

Il viaggio di un astronauta dell’Apollo 14nei mondi materiali e mistici

Autore/i: Mitchell Edgar D.

Editore: Verdechiaro Edizioni

prefazione di Paola Leopizzi Harris.

pp. 208, Baiso (Reggio Emilia)

Il primo libro di uno dei pochissimi uomini ad aver calpestato il suolo lunare.
Edgar Mitchell, astronauta dell’Apollo 14, racconta il viaggio spaziale e quello che ne è seguito, più intimo, più profondo, più intenso.
E la costruzione di un modello diadico di realtà, grazie al quale scienza e religione trovano un terreno comune e si integrano, indicando all’umanità la strada per l’evoluzione.

La notevolissima ricerca di un astronauta dell’Apollo 14 per riunire scienza e religione in un universo auto-organizzatesi.
Il 31 gennaio del 1971 l’Apollo 14 lasciò la base di Cape Kennedy e, tre giorni dopo, Edgar Mitchell e Alan Shepard camminare sulla superficie lunare. Erano tempi audaci per l’umanità. Per Mitchell, comunque, il viaggio più straordinario non era ancora cominciato.
Come venne scagliato in direzione della Terra attraverso il nero abisso tra quei due mondi, Mitchell fu avvolto da un’intensa sensazione: «Avvertii di essere connesso con l’intero universo». Intuì che la sua presenza, quella dei suoi compagni astronauti, e persino quella del pianeta visibile attraverso il vetro dell’Apollo erano parte di un deliberato processo universale, e che lo stesso cosmo luccicante era, in qualche modo, cosciente. L’esperienza fu così travolgente che Mitchell capì che la sua vita non sarebbe stata più la stessa.
La direzione che il suo lavoro prese nei seguenti venticinque anni fu un viaggio di tutt’altro genere, che l’avrebbe condotto nelle profondità dell’umano, alla scoperta ineffabile mistero della coscienza e dell’esistenza.
Cresciuto in una famiglia battista conservatrice in Texas, e avendo studiato tutte le scienze più avanzate al MIT, sentì il bisogno di integrare ciò che, secondo la mentalità occidentale è sempre stato separato e sempre lo sarà: scienza e religione. Agli inizi degli anni Settanta, Mitchell ha dunque lasciato la NASA per fondare l’Istituto di Scienze Noetiche, con il quale cominciò a condurre ricerche in quei campi fino ad allora tralasciati dalla scienza perché non corrispondenti al pensiero dominante. Grazie al suo lavoro, è arrivato a costruire una teoria che può spiegare non solo il mistero della coscienza umana, ma anche gli eventi psichici, ciò che i religiosi chiamano «miracoli» e gli scienziati semplicemente rifiutano.
La sua storia culmina in un modello disdico della realtà, che importa la coscienza nell’equazione che spiega come funziona il nostro universo auto-consapevole. Attraverso questo modello, Mitchell ci rivela che non viviamo  in un universo predeterminato dalle leggi della fisica né, men che meno, dalle divinità. Se le intenzioni umane sono influenzate dalle leggi della fisica, queste leggi sono, a loro volta, influenzate dalla mente.
Dal punto di vista privilegiato di chi ha potuto guardare la Terra da un altro mondo, Mitchell spiega brillantemente come l’esplorazione che gli uomini conducono sia fuori dal loro pianeta che dentro loro stessi costituisca momento evolutivo fondamentale, un processo del quale gli uomini stanno acquisendo il controllo.
La via dell’esploratore racconta due viaggi memorabili. Insieme, essi modificano la percezione che abbiamo del miracolo e del mistero dell’esistenza, e rivelano il ruolo che l’umanità può giocare nel tracciare il suo proprio destino.

Edgar Mitchell, laureatosi al MIT in aeronautica e astronautica, è il fondatore dell’Istituto di Scienze Noetiche. Come astronauta è stato pilota di riserva per le missioni dell’Apollo 10 e dell’Apollo 16, e ha volato con l’Apollo 14. Ha passato venticinque anni studiando la coscienza umana e i fenomeni psichici e paranormali, alla ricerca di un terreno comune sul quale si incontrassero scienza e religione. Oggi vive in Florida.

Dio Esiste ecco le Prove

Dio Esiste ecco le Prove

Le scienze erano contro. Ora conducono a Lui

Autore/i: Laurentin René

Editore: Edizioni Piemme

prefazione di Vittorio Messori, traduzione dal francese di Maurizio Scagliotti.

pp. 192, Casale Monferrato (AL)

«Anche grazie a questo sforzo divulgativo ora sappiamo perchè è fallito il tentativo ateistico dello scientismo e perchè davanti a noi si riapre, intatto, il Mistero.» (Dalla Prefazione di Vittorio Messori)

Questo libro è un canto di vittoria. C’è stata una lunga guerra del positivismo e dello scientismo contro la religione. Oggi è la stessa scienza che di fronte alla grandezza dei suoi risultati riconosce l’insostenibilità della precedente posizione, della volontà di dominare ogni cosa con l’intelletto calcolatore.
Prima le scienze erano contro Dio. Ora conducono a Lui.
Sta avvenendo una nuova rivoluzione scientifica.

René Laurentin è uno dei più noti teologi del nostro secolo. Laureato in lettere, oltre che in teologia, insegna sia all’Università Statale di Parigi sia nelle Facoltà Teologiche. Fa parte dell’Accademia Pontificia di Teologia. Ha ricevuto ben 4 premi della prestigiosa Académie Française e numerosi riconoscimenti internazionali.
La sua bibliografia vanta più di 170 titoli, molti dei quali tradotti in italiano. Ha scritto più di un migliaio di articoli per «Le Figaro», è spesso alla radio e alla televisione.

Su Nuraxi di Barumini

Su Nuraxi di Barumini

Sardegna archeologica – Guide e Itinerari

Autore/i: Lilliu Giovanni; Zucca Raimondo

Editore: Carlo Delfino Editore

pp. 144, 68 fotografie a colori e figure b/n, Sassari

Lilliu, che lo ha scoperto e scavato, e il giovane archeologo Zucca descrivono in questo, che è tra i volumi più ampi della collana, uno dei complessi nuragici più grandi e importanti tra quelli conosciuti.

Dal testo:
«Una guida dell’insieme nuragico di Su Nuraxi di Barùmini è di per sé stessa sufficiente, date la notorietà del grande monumento e le sue complesse vicende attraverso il lungo tempo.
Tuttavia l’esame e la presentazione di questa straordinaria emergenza archeologica si spiegano meglio nel confronto con le altre evidenze dell’antichità e in rapporto all’ambiente naturale e culturale del territorio. Un territorio di modesta estensione quello di Barùmini: 26,57 kmq. Ma una rilevante presenza di testimonianze del remoto passato (preistorico-protostorico, punico, romano e altomedievale) nelle 59 località nelle quali esse sono situate. Più in particolare trentuno sono i luoghi con resti monumentali e di cultura materiale estesi dal neolitico all’età nuragica, cinque con avanzi di età punica e 35 mostrano segni di tempi romano altomedievali.[…]
[…] La scelta degli insediamenti coincide con le più vicine fonti d’acqua potabile: i tributi fluviali del Mannu e del Murera, i torrentelli e i rigagnoli (rius, goras), le sorgenti (mitzas), numerose e diffuse, però di breve durata e non di rado con acqua leggermente salmastra, bevibile comunque da gente che non andava per il sottile, La toponomastica dei luoghi di antica residenza, col ripetuto vocabolo di riu (Colori, Largi, Sanzianu, Tùvulu, Zirigus) è assai significativa del rapporto abitato-acqua.[…]»

Giovanni Lilliu, nato a Barumini nel 1914, pubblicista e uomo politico, è considerato il maggiore archeologo sardo. Allievo di U. Rellini alla Scuola Archeologica di Roma, dal 1943 al 1955 ha operato nella Soprintendenza alle Antichità della Sardegna. Professore Ordinario di Antichità Sarde dal 1955, è stato per vent’anni Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Cagliari, Direttore dell’Istituto di Antichità, Archeologia e Arte e della Scuola di Specializzazione in Studi Sardi dello stesso Ateneo. È Professore Emerito, Accademico dei Lincei e Membro di numerosi Istituti scientifici, sia italiani che stranieri. Con numerose e lunghe ricerche, scavi e studi ha rivolto particolare attenzione scientifica e divulgativa ad aspetti e vicende della più remota civiltà mediterranea: a Malta, in Corsica, nelle Baleari e soprattutto in Sardegna.

Visualizza indice
  • Il territorio
  • I segni della preistoria
  • Le tracce puniche
  • La presenza romana
  • Storia della scoperta, degli scavi e degli studi
  • Sito, funzione e vicende
  • I materiali
  • Le opere e i giorni
  • Note
  • Bibliografia

Itinerari

  • Il nuraghe
  • Il villaggio
  • Glossario

Cristo Riscoperto

Cristo Riscoperto

Autore/i: Muggeridge Malcolm

Editore: Rusconi

presentazione di Alfredo Cattabiani, prefazione dell’autore, traduzione di Anna Ramacciotti.

pp. 276, Milano

Malcolm Muggeridge, uno dei più noti giornalisti e scrittori inglesi, narra in questo libro autobiografico l’itinerario di un uomo del nostro tempo dal mondo dei miraggi suscitati dal Distruttore verso la sfera della liberazione spirituale: «Questi scritti», dice, «non rappresentano altro che gli sforzi di una mente tipicamente scettica del secolo ventesimo, con un notevole temperamento sensuale e che deve affrontare ogni giorno i problemi dell’esistenza e quelli del nostro tempo». Come molti moderni, Muggeridge fu allevato nel culto dei tre principi demonici: l’autosufficienza dell’umanità, l’Attesa del regno dei cieli sulla terra, la filantropia intesa come fine ultimo a cui ogni altro dev’essere subordinato. Ma a poco a poco egli ha saputo vincere la repressione esercitata dalla società secolarizzata di oggi e ritrovare il filo della quiete, riscoprendo Colui che la dispensa. Muggeridge non è filosofo né teologo di professione ma, a differenza di molti fra coloro che hanno l’ardire di definirsi teologi e filosofi, sa indicare i fini a cui deve tendere l’uomo e avverte che la preoccupazione del Distruttore è di distogliere l’uomo dall’adorazione e da una vita ispirata alla contemplazione eccitando la psiche con i vizi e inchiodando l’intelligenza esclusivamente a preoccupazioni mondane e umanitarie. La sua testimonianza è molto importante anche perché è quella di un uomo che ha sperato in un primo tempo di trovare una consonanza di idee nell’ambiente cattolico e, aggiungiamo noi, un aiuto intelligente per vincere molte sue incertezze teologiche e perplessità dogmatiche, derivate dall’educazione razionalista ricevuta nell’infanzia. Ma, venendo in contatto con i «nuovi sacerdoti», egli si è convinto che la Chiesa cattolica sia in disfacimento e che in essa si siano insinuati i falsi dogmi del Distruttore. Non è facile dar torto a Muggeridge che, come Simone Weil, ha «riscoperto» il Cristo ma non osa entrare nella Chiesa. Tuttavia occorre rammentare che, anche se la maggior parte dei «custodi» avesse rinunciato o rinunciasse a trasmettere l’insegnamento di Cristo, la Chiesa continuerebbe ad esistere come istituzione in quei pochi o pochissimi che vivessero fedeli alla Tradizione.

Sovrani ma Indipendenti

Sovrani ma Indipendenti

I vertici dei sette principali paesi industrializzati

Autore/i: Putnam Robert D.; Bayne Nicholas

Editore: Società Editrice Il Mulino

a cura di Ginevra Bruzzone, prefazione e introduzione degli autori, traduzione di Virginia Foresti, Sandro Perini, Lucia Perrone.

pp. 436, Bologna

Da più di dieci anni i leader dei sette paesi più industrializzati del mondo si incontrano regolarmente per discutere i problemi della politica e dell’economia internazionali. Questa tradizione – che non ha precedenti nella storia della moderna diplomazia – sta rivelandosi un importante strumento di direzione collegiale in uno scenario internazionale in cui le politiche economiche, industriali, commerciali e monetarie dei vari paesi finiscono con l’incrociarsi. Il vertice di Venezia, del giugno 1987, costituisce un’altra importante occasione per interrogarsi sulle funzioni e sulle prospettive di questi incontri. Alla loro storia e progressiva istituzionalizzazione, alle loro conseguenze, è dedicato questo volume, frutto della collaborazione di un politologo americano e di un diplomatico di carriera europeo, che sanno abilmente unire la narrazione degli avvenimenti con l’analisi politica ed economica. La base dei dati è costituita da un ricco materiale documentario proveniente da diverse fonti – giornalistiche, ufficiali, comunicati, dichiarazioni dei protagonisti – e da numerose interviste con leader politici e vari partecipanti. Il quadro che ne emerge coglie i più importanti sviluppi della politica e dell’economia internazionali dell’ultimo decennio, in un difficile equilibrio tra sovranità nazionale e interdipendenza.

Robert D. Putnam è direttore del Dipartimento di «Government» dell’Università di Harvard e membro del Center of International Affairs della stessa Università.

Nicholas Bayne, membro del corpo diplomatico britannico, e attualmente rappresentante per il Regno Unito nell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE).

Visualizza indice

Prefazione. – I. Introduzione. – II. Le origini dei summit. – III. Rambouillet e Portorico: 1975-1976. – IV. Il vertice diventa un’istituzione. – V. I vertici e i paesi non partecipanti. – VI. Londra e Bonn: 1977-1978. – VII. I vertici cambiano direzione. – VIII. Tokyo e Venezia: 1979-1980. – IX. I vertici e le organizzazioni internazionali. – X. Ottawa e Versailles: 1981-1982. XI. Williamsburg e Londra II: 1983-1984. – XII. Bonn II e Tokyo II: 1985-1986. – XIII. Le conseguenze dei vertici. – XIV. Proposte per i futuri vertici.

Conan l’Avventuriero

Conan l’Avventuriero

Titolo originale: Conan the Adventurer

Autore/i: Howard Robert E.

Editore: Casa Editrice Nord

presentazione di L. Sprague de Camp, traduzione di G. L. Staffilano, collana: Fantacollana a cura di Renato Prinzhofer e Riccardo Valla, n° 5, dello stesso autore è già apparso Conan il Conquistatore.

pp. 214, 2 cartine b/n, Milano

Tra i molti tipi di narrativa, quello che offre il più puro divertimento è la fantascienza eroica. Racconti di avventura, ambientati nei mondi immaginari del remoto passato, del lontano futuro o in altri pianeti e dimensioni, in cui opera la magia, in cui gli uomini sono sempre forti e coraggiosi, le donne bellissime, i problemi sono semplici e la vita è un susseguirsi di colpi di scena. Tra queste opere, lettori e critici sono d’accordo nell’affermare che il massimo esempio di fantascienza eroica sono i romanzi di Conan, scritti da R. E. Howard e ambientati nell’epoca compresa tra l’inabissamento di Atlantide e i primi documenti storici: un’epoca di esotiche città dalle guglie splendenti, dove sinistri  incantatori scagliano malefici da nascondigli tenebrosi, dove demoni minacciosi si aggirano tra antiche rovine, mostri primevi infestano giungle soffocanti, e dove il destino degli imperi si sostiene sulla spada degli eroi.

“Narratore assolutamente privo d’inibizioni, Howard ha fatto man bassa di quanto più gli piaceva: lo ha preso dagli aspetti più spettacolari di tutte le epoche, di tutte le nazioni, e se ne è servito per creare la sua Era hyboriana. Nei romanzi di Conan la narrazioni domina: il filo dell’azione non si arresta mai, e il lettore resta col fiato sospeso dall’inizio alla fine. Certo: si tratta di avventure, senza grandi problemi filosofici e sociali. Ma se proprio volete l’introspezione psicologica, amici miei, allora Conan non fa per voi: fareste meglio a leggere Delitto e Castigo. Non Contate su di me, però, io ho un appuntamento con l’Era hyboriana, e ne avrò per tutta la sera”. (John D. Clark)

Copertina dell’artista Karel Thole- premio Europeo per l’illustrazione fantascientifica.

Tra i mondi immaginari creati dalla fantasia degli scrittori, l’Era hyboriana di Robert E. Howard è uno dei più coerenti: un mondo provvisto di una sua geografia, di una sua storia e di una sua preistoria, che è nato da un’epoca di forze oscure e minacciose e che crollando ha dato origine alla nostra civiltà. Dodicimila anni or sono – dice Howard – tra la distruzione di Atlantide e i primi documenti storici, quando il Mediterraneo era ancora una distesa di terraferma, il nostro pianeta conobbe l’Era hyboriana: un’epoca di regni dai nomi fantastici e tuttavia familiari, di splendore e leggende, in cui le tracce di un passato ancor più lontano disputavano il passo all’uomo e alla sua civiltà. In quest’epoca esotica e turbolenta, il grande eroe fu Conan, che, disceso in gioventù dalla gelida Cimmeria, giunse a conquistare nella maturità la corona di una delle nazioni più potenti. Le storie scritte da R. E. Howard seguono a passo a passo la vita di Conan, da mercenario ad avventuriero, a stratega e a conquistatore: una carriera che lo porta a contatto con le principali nazioni civili della sua epoca e con i loro affascinanti usi e costumi. Il primo romanzo da noi presentato, Conan il Conquistatore, lo mostrava negli anni della maturità. Conan l’Avventuriero, invece, descrive un precedente episodio della sua vita: gli anni in cui pensa di sfruttare per i propri fini l’eterna ostilità tra le città delle pianure e i pastori degli altipiani.
Già apparsi in questa collana:

  • I Gioielli di Aptor di Samuel R. Delany
  • L’Anello del Tritone di L. Sprague de Camp
  • Ali della Notte di Robert Silverberg (Premio Hugo 1969)
  • Lord Darcy di Randall Garrett

di prossima pubblicazione:

  • Jorian di Iraz di L. S. De Camp
Robert Erwin Howard (1906-1936) è il fondatore della fantascienza eroica e il suo autore più apprezzato: fu lui a fondere i temi fantascientifici con le leggende e i miti della tradizione. I suoi romanzi di Conan il Cimmero e di Kull di Valusia, ambientati nella stessa cornice immaginaria, sono oggi i più celebrati classici di questo avvincente genere letterario.

Il Segreto della Memoria

Il Segreto della Memoria

Percezioni visivo sviluppo mnemonico

Autore/i: Atkinson William Walker

Editore: La Bussola Editrice

pp. 144, Roma

«Capita raramente di leggere un libro che tratti di un argomento così importante ed essenziale come quello della memoria, e che sia al tempo stesso chiaro ed accessibile a tutti. Forse perchè solitamente il rigore scientifico è sinonimo di pesantezza di stile o forse solo perchè rivolgendosi ad un pubblico specializzato – e quindi esiguo – non ci si cura eccessivamente di quelle componenti letterarie che rendono piacevole e scorrevole un libro.
Non è certamente questo il caso del volume che presentiamo al pubblico e che ha il grandissimo pregio di svelare nei suoi aspetti più intimi e più profondi, una materia che era sempre stata riservata a pochi iniziati. La memoria con i suoi processi di formazione, con i suoi meccanismi essenziali, con tutti i suoi aspetti intimamente legati alla vita dell’uomo viene presentata e spiegata sotto una luce nuova, affascinante, comprensibile a tutti.
Attraverso l’analisi e la spiegazione – sempre sorretta da un serio rigore scientifico – delle componenti e dei meccanismi che permettono all’uomo l’utilizzazione della memoria a suo esclusivo vantaggio, si compie un grande passo avanti sulla strada della comprensione dell’uomo stesso, della sua strutturazione, della sua realtà intima e onnipresente.[…]»

Visualizza indice

–  PREFAZIONE

–  CAPITOLO PRIMO
il subcosciente

–  CAPITOLO SECONDO
attenzione e concentrazione

–  CAPITOLO TERZO
acquisizione delle impressioni

–  CAPITOLO QUARTO
percezioni visive e memoria

–  CAPITOLO QUINTO
esercizi sulla percezione visiva

–  CAPITOLO SESTO
memoria e percezione auditiva

–  CAPITOLO SETTIMO
esercizi di percezione auditiva

–  CAPITOLO OTTAVO
le associazioni di idee

–  CAPITOLO NONO
ricordare – richiamare – riconoscere

–  CAPITOLO DECIMO
principi generali relativi alle impressioni

–  CAPITOLO UNDICESIMO
sistema cumulativo per lo sviluppo mnemonico

–  CAPITOLO DODICESIMO
il sistema delle dieci domande

–  CAPITOLO TREDICESIMO
memoria delle cifre, delle date e dei prezzi

–  CAPITOLO QUATTORDICESIMO
memoria dei luoghi

–  CAPITOLO QUINDICESIMO
memoria del voto

–  CAPITOLO SEDICESIMO
memoria dei nomi

–  CAPITOLO DICIASSETTESIMO
sistemi artificiali