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Un Inquieto Batter d’Ali

Un Inquieto Batter d’Ali

Via di Heinrich Von Kleist

Autore/i: Carpi Anna Maria

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, in sovraccoperta: Ritratto di Heinrich von Kleist (1831 ca.)
miniatura di Peter Friedel.

pp. 368, 18 illustrazioni e foto b/n, Milano

Drammaturgo, prosatore e poeta tra i massimi della letteratura tedesca, Von Kleist rivelò la sua grandezza soprattutto in tre drammi (“Pentesilea”,”Caterina di Heilbronn” e “Il principe di Homburg”). Alla produzione drammatica affiancò una cospicua serie di racconti. Di Kleist restano più di duecento lettere, e parallela alle lettere doveva essere la sua “Storia della mia anima”, mai mostrata a nessuno, mai finita e forse data alle fiamme alla vigilia del suicidio. Questa biografia restituisce, in una narrazione serrata, tragica, lirica, un personaggio estremo, sempre alla ricerca, come i suoi protagonisti, di una verità che sfugge e di una “impossibile” via che porti alla felicità.

Anna Maria Carpi è nata nel 1939 a Milano, da madre emiliana e padre di origine irlandese. Ha studiato lingue e letterature straniere alla Statale di Milano. Ha vissuto a più riprese a Bonn, a Berlino e a Mosca. Ha insegnato letteratura tedesca all’ Università di Macerata (1968-80) e alla Ca’ Foscari di Venezia (1980-2009) e dal 2001 insegna traduzione letteraria dal tedesco alla Statale di Milano. Vive a Milano. È autrice di un diario inedito di 15.000 pagine e di studi su Kleist, Th.Mann, Handke e sulla poesia tedesca del ’900. Per le sue traduzioni dalla poesia tedesca (Nietzsche lirico, Benn, Celan, Enzensberger, H.Mueller, Gruenbein, Krueger) ha avuto nel 2012 il Premio nazionale per la traduzione. Nel settembre 2015 ha ricevuto il Premio Città di Sant’Elpidio a mare, per la miglior traduzione italiana della poesia straniera, È membro delle giurie del Premio Monselice e del Premio internazionale Wuerth di Stoccarda e dal 2013 dell’Akademie der Sprache und der Dichtung di Darmstadt. Nel 2014 ha ricevuto il Premio Carducci alla carriera.

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– Dopo la fine

1777-1801

– All’ombra della Guarnigione

– Preparativi di nozze

1801-1806

– Non voglio impieghi

– Lei, signore, ha scritto anche dei versi

1807-1810

– Sulla bilancia del mio tempo

1810-1811

– Il povero Kleist

– A casa, per l’ultima volta

– Le date

– Bibliografia

– Indice dei nomi

– Indice delle opere di Kleist

Studio dell’Uomo Mediocre

Studio dell’Uomo Mediocre

Autore/i: Guillaume Renato A.

Editore: Casa Editrice Valentino Bompiani

il manoscritto del presente volume, che la morte prematura non concesse all’autore di licenziare per la stampa, fu sistemato a cura del prof. Gustavo Barbensi.

pp. 260, Milano

La ventura di essere un uomo d’eccezione tocca a pochi. Gli altri sono gli uomini medi, collocati tra gli estremi: la massa degli uomini che lavorano, pazienti come formiche a far camminare il mondo, al quale di tanto in tanto un genio o uno pseudogenio da uno scrollone, cosicchè quelli debbono ricominciare pazienti a ricostruirlo.
Dell’uomo medio si dice dispregiativamente che è mediocre. Il Guillaume, giunto al termine di una vita ricca d’esperienze, ha voluto vedere quanta giustizia ci fosse in questo bisticcio di parole e ci ha dato un ritratto di questo uomo medio, che lo redime o lo condanna a seconda dei casi con equità e senza falsi lenocini, Studio quanto mai interessante, in cui un medico conferisce a un tesoro di osservazioni acute e dirette una intelaiatura di cognizioni scientifiche che gli permettono, di sviluppare quelle correlazioni tra il carattere e il sostrato somatico ed ereditario che non possono mancare in uno studio moderno di natura essenzialmente psicologica. Un libro in cui ogni lettore ritroverà se stesso.

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I.  La mediocrità umana

II.  Lo studio dell’uomo mediocre

III.  L’uomo mediocre nel mondo

VI.  Uomini nel cerchio rosso

V.  Vita dell’uomo mediocre

VI.  L’umana intelligenza

VII.  L’umana stupidita

VIII.  La donna e la mediocrità

IX.  Decadenza fisico-psichica

X.  Il Paradiso terrestre

Giuseppe Persiani e Fanny Tacchinardi – Due Protagonisti del Melodramma Romantico

Giuseppe Persiani e Fanny Tacchinardi – Due Protagonisti del Melodramma Romantico

Autore/i: Ciarlantini Paola

Editore: Società Editrice Il Lavoro Editoriale

copia con dedica e autografo dell’autrice.

pp. 208, 16 illustrazioni b/n f.t., nn. spartiti musicali b/n, Bologna

Sulla base di documenti inediti, questo libro ricostruisce la vicenda biografica e artistica di Giuseppe Persiani, fortunato autore dell’”Ines de Castro” e di sua moglie Fanny Tacchinardi, cantante prediletta di Donizetti, prima interprete della “Lucia di Lammermoor” e celebre prima-donna delle scene teatrali europee nella prima metà dell’Ottocento.
“Ne esce – come ha sostenuto il musicologo Alberto Zedda – uno spaccato assai interessante e per molti versi inedito di quel periodo di transizione che vede la scomparsa del mondo belcantistico e l’affermazione del melodramma romantico. Attraverso la storia dei due personaggi si colgono le conseguenze artistiche e sociologiche di questa trasformazione; per una sorte davvero singolare i coniugi Persiani sembrano incarnare, nelle opere e nella carriera, il destino di questa fase transitoria sinora poco studiata”.

La Meravigliosa Arte dell’Inganno

La Meravigliosa Arte dell’Inganno

Come confondere le idee e indurre in errore nei campi più svariati: dalla guerra alla magia, dai giochi agli sport, dal sesso alla religione, dalla politica allo spionaggio, dagli affari all’arte e alla scienza

Autore/i: Bowyer J. Barton

Editore: SugarCo Edizioni

premessa e prologo dell’autore, traduzione dall’americano di Bruno Oddera, titolo originale: «Cheating: Deception in War & Magic, Games & Sports, Sex & Religion, Business & Con Games, Politics & Espionage, Art & Science».

pp. 272, Milano

A nessuno piace essere ingannato, imbrogliato o frodato, sebbene l’occasionale e bizzarra sorpresa sia di solito bene accetta specie, e soprattutto, se per mano dell’Houdini o del Geller di turno.
L’inganno è naturalmente un aspetto della mistificazione, che costituisce una parte significativa del comportamento umano. Alcune mistificazioni sono istituzionalizzate e innocue: i trucchi con le carte, la prestidigitazione, l’illusionismo; altre sono ormai talmente logiche e necessarie da non essere più considerate un imbroglio: la mimetizzazione in tempo di guerra, l’illusione dello spazio tridimensionale in un dipinto bidimensionale, le finte in una partita di calcio.
La meravigliosa arte dell’inganno è un’arguta, provocante e piacevole rassegna dell’imbroglio, della truffa e del raggiro nelle svariate sue forme: dal bluff al poker al gioco delle tre carte all’angolo delle strade, dallo spionaggio alle grandi astuzie di guerra (a cominciare dal cavallo di Troia per arrivare all’operazione Overlord della seconda guerra mondiale e oltre), dall’illusionismo ai falsi in arte.
Oltre a permettere di determinare il vostro livello di Mach (sta per Machiavelli), questo libro vi svelerà tutta una serie di trucchi di maghi famosi e onorati e di raggiri di famosi birboni non altrettanto onorati.
Essere uomini significa ingannare o restare vittime dell’inganno. La meravigliosa arte vi insegnerà almeno le regole del gioco. Buona fortuna. Potreste averne bisogno perché, dopo il fatto, il consiglio non vale.

J. Barton Bowyer è uno pseudonimo collettivo sotto cui si celano più di uno e meno di cinque studiosi e storici di fama internazionale che hanno insegnato per anni in varie università americane e preparato dozzine di studi per la CIA e altre agenzie governative.
Al presente gli autori risiedono tutti a Washington e dintorni.
Questa è la loro prima opera scritta in collaborazione.

I Cacciatori di Prestigio

I Cacciatori di Prestigio

Titolo originale: The Status Seekers

Autore/i: Packard Vance

Editore: Giulio Einaudi Editore

traduzione di Giancarlo Buzzi.

pp. 362, Torino

Cacciatori di prestigio sono coloro che vivono assillati dalla smania «di circondarsi di prove visibili del rango superiore cui ritengono di appartenere».
All’infuori di pochi aristocratici, che non hanno bisogno di «far colpo » sul prossimo, e dei ceti più umili della popolazione, cui ogni ascesa è preclusa in partenza, l’America d’oggi è – secondo Packard – una nazione di arrampicatori sociali, di snob; e questo, su uno sfondo di «benessere per tutti», di «eguaglianza materiale» quale nessun altro paese al mondo può vantare. Proprio nel momento in cui l’antico sogno della abolizione delle differenze di classe si sta realizzando sul terreno pratico, la società americana se ne allontana su quello psicologico. L’alto dirigente di grande azienda non vuole, nel suo club, il dirigente medio, e questi a sua volta non invita a pranzo il contabile che pure abita nella casa accanto, mentre il contabile non lascia giocare i suoi figli con quelli del capo operaio. È un complicatissimo e affascinante gioco di esclusioni e discriminazioni che non tiene più conto del valore umano, della simpatia, dell’intelligenza dell’individuo, ma esclusivamente del suo «prestigio» sociale, tradotto in termini di «quanto guadagna?», «ha fatto l’università?», «che macchina ha?», «quanto avrà pagato la sua casa?», «dove si veste?», oltre che, molto spesso, di «è ebreo?», «è straniero?», «è o non è episcopale?» L’autore ha suddiviso l’immenso materiale da lui raccolto in tre anni di ricerche e di interviste, in una serie di agili capitoli che coprono tutti i livelli e tutte le sfumature della stratificazione sociale americana: dal mondo dell’industria e della finanza a quello del cinema, dai centri residenziali alle città operaie, dalle scuole ai club, dalla scelta degli antipasti a quella dei soprammobili, dal modo di viaggiare a quello di corteggiare le ragazze. È un quadro preciso, spesso crudele, talvolta divertentissimo, cui tuttavia Packard non manca di apporre inquietanti considerazioni: quali il diffondersi di una acuta «scontentezza» tra gente che gode di grande prosperità, o l’aumento delle nevrosi causate da questo assurdo e spesso vano inseguimento dei simboli del successo, o la crescente frattura fra le classi, il conformismo e la solitudine del cittadino americano paralizzato dalle nuove gerarchie, la continua perdita di vitalità e iniziativa di tutta una società dove, più che essere o fare, conta parere. Vance Packard, laureato in giornalismo alla Columbia University, dopo aver lavorato nella redazione di un quotidiano di Boston e in seguito per la Associated Press, è diventato un assiduo collaboratore delle principali riviste americane, specializzandosi nello studio del «comportamento umano». E membro della American Sociological Society. Di lui, si legga in questa collana la famosa indagine sulle nuove tecniche pubblicitarie negli Stati Uniti: I persuasori occulti.

Progetto Uomo : è Possibile? – Interrogativo di Erich Fromm

Progetto Uomo : è Possibile? – Interrogativo di Erich Fromm

Autore/i: Punturi Giuseppe

Editore: Edizioni Templari

introduzione dell’autore.

pp. 136, Roma

Dall’introduzione dell’autore Giuseppe Punturi:
«Questa ricerca vuole essere una riflessione, breve, motivata ed organica, sotto il profilo pedagogico, del pensiero di Erich Fromm, caratterizzata dalla nostra interpretazione e, nel contempo, coerente alle idee ed alle proposte del maestro.
Perché la scelta di fondo è l’area dell’educazione?
L’area dell’educazione, a nostro modo di pensare, è strettamente legata all’area dell’uomo: l’essere trascende il carcere del suo isolamento per mezzo dell’educazione. […]»

Giuseppe Punturi operatore culturale presso il Consiglio Regionale della Calabria, docente di Sicurezza Sociale, è nato a Monasterace e risiede a Reggio Calabria. Svolge studi e ricerche nel settore socio-scolastico, caratterizzati dalla massima rigorosità scientifica e dall’impegno di chiarezza espositiva, riflettenti, nel contempo, la sua concezione personalistica-cristiana del mondo, della società e dell’uomo. Proveniente dai ruoli magistrali ed animatore di aggiornamento didattico, continua a porre in modo sistematico la sua attenzione alla crescita culturale e professionale dei docenti e alla gestione sociale della scuola.
Per la sua attività di ricercatore ba ricevuto il Premio Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

La Via del Cuore – L’Uomo Nuovo per il Nuovo Millennio

La Via del Cuore – L’Uomo Nuovo per il Nuovo Millennio

Autore/i: Osho Rajneesh

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

premessa dell’autore, traduzione di Gagan Daniele Pietrini e Swami Anand Videha.

pp. 336, Milano

«Il miracolo non è camminare sull’acqua o sul fuoco; il miracolo è risvegliarsi. Il resto sono tutte sciocchezze.»

«Il genere umano si sta avvicinando a un momento assolutamente unico, in cui potrà fare un balzo quantico. Per secoli la consapevolezza non è cambiata, solo pochissimi individui – un Buddha, un Krishna, uno Zaratushtra – hanno spiccato il balzo oltre la condizione umana, aprendo la strada agli altri. Ma ora il momento si sta avvicinando, soprattutto in Occidente, perchè si e raggiunto un sufficiente grado di benessere, la povertà non è più una regola e la gente può pensare a cose più elevate e volgere lo sguardo alle stelle.»
Con queste parole di grande ottimismo, Osho commenta l’arrivo del terzo millennio, epoca in cui, secondo lui, potrà nascere l’Uomo Nuovo, finalmente consapevole e capace di soddisfare le sue più alte aspirazioni. In queste pagine, egli affronta i temi più importanti nella vita di una persona – l’amore, l’educazione, la libertà, l’immortalità… -, offrendoci spunti di riflessione profondissimi, ma al tempo stesso estremamente concreti. Una volta raggiunta la consapevolezza su questi aspetti, saremo in grado di realizzare l’«utopia concreta» di Osho, come spesso è stato definito il suo messaggio all’umanità, sviluppando le nostre potenzialità e avvicinandoci agli altri con sensibilità nuova.

Osho (1931-1990), mistico, ha insegnato filosofia all’Università di Jabalpur e ha fondato la comunità di Pune, in India, famosa tutto il mondo come centro di meditazione. I suoi insegnamenti hanno influenzato milioni di persone di tutte le eta e di ogni livello sociale e di istruzione. Il «Sunday Times» e «Panorama» lo hanno definito «uno dei mille uomini che hanno fatto il XX secolo». Da Mondadori ha pubblicato: Il lungo, il corto, il nulla (1993), Che cosé la meditazione (1996), Il canto della meditazione (1997), L’amore nel Tantra (1998), L’arte di ricrearsi (1998) e L’immortalità dell’anima (1999).

Manuale di Mistica – Sintassi dell’Esperienza Religiosa

Manuale di Mistica – Sintassi dell’Esperienza Religiosa

Autore/i: Baget Bozzo Gianni

Editore: Rizzoli

prima edizione, in collaborazione con Giorgio Sacchi.

pp. 160, Milano

La mistica è una dimensione dell’uomo. Il linguaggio vi conduce, ma solo quando vi è giunto, esso appare come significante. Questo libro vuole usare il racconto cristiano quale via a un’esperienza di ciò che l’uomo è, nella sua dimensione infinita, quella che emerge nella coscienza della solitudine, della finitezza incompiuta e aperta.
Il suo metodo di paragonare il senso delle parole cristiane e le esperienze che oggi sono divenute possibili in un tempo in cui l’umanità ha in sé stessa come insieme il potere di dare vita e morte.
Orizzonte di ogni linguaggio e di ogni senso, il divino è ciò che è continuamente sperimentato, ma solo raramente riconosciuto. Possiamo continuare a vivere con un Dio privo di senso e un uomo privo di significato?
Ma è possibile ritrovare oggi un senso e un significato all’esistere umano, in un tempo che non ci consente regole o definizioni? È ancora possibile dire il divino nell’unica forma in cui è stato possibile dirlo in ogni religione, cioè nella forma del racconto?
Il libro vuole rileggere le parole cristiane come nuove, senza nulla togliere alla radicalità delle questioni e dei rifiuti che hanno tolto all’uomo delle culture cristiane di accoglierle come comprensione di sé.

Gianni Baget Bozzo, sacerdote, teologo, politologo e giornalista, vive a Genova, scrive su periodici e quotidiani, in particolare è articolista politico per «La Repubblica». Tra le molte opere di cui è autore vanno segnalate Ortodossia e liberazione (Rizzoli 1980), Il futuro viene dal futuro e Vocazione (Rizzoli 1982).

Personaggi dei Promessi Sposi

Personaggi dei Promessi Sposi

Autore/i: Russo Luigi

Editore: Editori Laterza

avvertenza alla seconda edizione, prefazione dell’autore.

pp. 392, Bari

I personaggi dei Promessi Sposi sono tra le non molte creazioni della nostra letteratura che siano nella conversazione quotidiana come un vivo repertorio di tipi morali e, talvolta, come citazioni proverbiali. Tuttavia, nel don Abbondio chiamato ad esemplificare senz’altro, nella casistica popolare, una forma di viltà fra comica e furbesca, sarebbe difficile riconoscere quell’altissima condizione poetica, fatta di polemica religiosa, di rigore morale e di umana pietà. di cui il don Abbondio manzoniano è riuscita espressione Alla scoperta dei complessi significati culturali e letterari, e della vera natura poetica dei personaggi, quest’opera del Russo introduce e guida secondo una via d’accesso che certamente è la più praticabile per il lettore non specialista, pur non rinunciando ad affrontare le questioni fondamentali che i Promessi Sposi hanno posto alla critica letteraria. Le grandi figure dell’invenzione poetica manzoniana – don Rodrigo e fra Cristoforo, l’innominato e il Borronieo – sono infatti le occasioni iniziali dell’analisi critica; ma, nello stesso tempo, attraverso il ricorso diretto e frequente ai testi e il confronto fra le varie stesure del romanzo, il Russo scompone la compattezza realistica di ciascuna storia nelle sue componenti morali, psicologiche, ideologiche, e ricostruisce infine il processo in cui gli sparsi motivi dell’ispirazione manzoniana confluiscono nell’unita di un sentimento poetico, del quale i singoli personaggi non sono che le viventi immagini, le inseparabili proiezioni. Nato dalla rielaborazione di un corso universitario, questo volume del Russo propone un tipo di lettura che più appare umile, rispettosa dei testi e più riesce penetrante, capace di preziose illuminazioni critiche: come l’avvertimento, fondamentale. che il cristianesimo dei Promessi Sposi non costituisce il limite ideologico, e quasi confessionale, del romanzo, ma è, al contrario, lo stato d’animo dominante che da forma alle immagini e ai personaggi più diversi: un sentimento religioso che alimenta non un’astratta e edificante immagine dell’uomo, ma una pena dolorosa per il suo difficile destino terreno.

Luigi Russo, nato a Delia in Sicilia, il 29 novembre 1892, studiò alla Scuola Normale di Pisa, si laureò con una tesi su Pietro Metastasio, pubblicata nel 1915: in essa già si riconosceva lo studioso orientato verso lo storicismo. A Napoli, dopo gli anni sul Carso, visse dal 1017 al 1023, e fu insegnante al collegio militare della Nunziatella. Passato al Magistero di Firenze, fu molto vicino a Michele Barbi. Passò all’Università di Pisa nel ’34. È morto il 14 agosto 1961 a Fiumetto di Marina di Pietrasanta. Dopo il 25 luglio 1943 e, di nuovo, subito dopo la Liberazione fu direttore della Scuola Normale superiore e retore dell’Università di Pisa. Nel settembre 1945 diffuse il «Premio a Belfagor», la «Rassegna di varia umanità» che uscì nel gennaio 1946 e che tuttora si pubblica a cura di Carlo Ferdinando Russo. Militanti erano già state le sue riviste «Leonardo» (1925-29) e «La Nuova Italia» (1930-31).
Un elenco delle opere, critiche e polemiche, e dei commenti ai classici italiani si può vedere nell’interno di questo volume, alle pagine 376-7. Belfagor ha pubblicato nel novembre 1961 un fascicolo di «Scritti su Luigi Russo», e viene pubblicando pagine inedite e rare del suo fondatore.

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Avvertenza alla seconda edizione

Prefazione

I. L’ispirazione dei «Promessi Sposi»

1. I personaggi dei «Promessi Sposi» e la critica – 2. La discussione sull’oratoria dei «Promessi Sposi»

II. L’innominato

1. L’innominato e la critica – 2. Le fonti storiche e letterarie dell’innominato – 3. Il delitto del sagrato ed il nomignolo di conte del Sagrato – 4. Don Rodrigo «spagnolato» ed il conte del Sagrato «patriotta» – 5. Don Rodrigo alla Malanotte e la sua menomazione di tirannello – 6. Il colloquio di Egidio e del conte del Sagrato – 7. Il conte del Sagrato e l’innominato – 8. Il colloquio del conte del Sagrato con il cardinale – 9. La conversione in atto dell’innominato – 10. La crisi della volontà dell’innominato – 11. Il colloquio della vecchia del castello con l’innominato – 12. L’innominato, Lucia e la vecchia a colloquio – 13. La commedia della vecchia – 14. La notte dell’innominato – 15. I dibattiti del suicidio dell’innominato – 16. La visita al cardinale

III. Il cardinale Borromeo

1. La biografia del cardinale nei giudizi della critica – 2. La curiosa acrisia manzoniana – 3. Don Abbondio e la sua funzione artistica – 4. Il soliloquio di don Abbondio nel suo viaggio alla Malanotte – 5. Il colloquio del cardinale e di don Abbondio – 6. Il progressivo umanizzamento del cardinale – 7. Tratti poetici nella parlata del cardinale – 8. Il cardinale, Lucia, Agnese e il sarto

IV. Don Rodrigo

1. Don Rodrigo e il conte Attilio – 2. Don Rodrigo, tirannello per paura, e sua religiosità involontaria – 3. Don Rodrigo e la scena del convito – 4. La disputa cavalleresca – 5. La poesia di fra Cristoforo e di Adelchi – 6. Prime avvisaglie dello scontro di don Rodrigo e di fra Cristoforo. L’Azzeccagarbugli – 7. La figura del podestà – 8. I personaggi d’autorità e il machiavellismo – 9. La discussione sulla carestia e battute del primo scontro con fra Cristoforo – 10. La logica del temperamento di fra Cristoforo – 11. Della coerenza interna dei personaggi – 12. Nuovi sviluppi del colloquio di don Rodrigo e fra Cristoforo e lo scoppio della tempesta – 13. Don Rodrigo e i ritratti degli antenati – 14. La passeggiata di don Rodrigo per passar la mattana – 15. Don Rodrigo e il puntiglio – 16. Il Manzoni e le passioni d’amore – 17. Il sogno di don Rodrigo e la sua morte – 18. La morte di don Rodrigo

V. Fra Cristoforo

1. Fra Cristoforo e le ricerche degli eruditi – 2. Idealità e realismo della figura di fra Cristoforo – 3. La satira storica di una civiltà – 4. Il duello di Lodovico col signore prepotente – 5. La decisione di Lodovico e la diplomazia dei cappuccini – 6. La scena del perdono, stampa del Seicento – 7. Fra Cristoforo e il paesaggio – 8. Fra Cristoforo e la morale cattolica – 9. Fra Cristoforo e una sua pretesa marachella – 10. Fra Cristoforo profeta armato e non disarmato – 11. Fra Cristoforo e una sgridata del padre guardiano – 12. Fra Cristoforo e il rifugio delle donne nel convento – 13. Fra Cristoforo e fra Galdino – 14. I cappuccini nel romanzo – 15. Il tramonto di fra Cristoforo – 16. I «Promessi Sposi» poema della giustizia divina

Opere di Luigi Russo

I Premi Hugo 1976-1983

I Premi Hugo 1976-1983

I racconti e romanzi di fantascienza che hanno vinto il prestigioso premio Hugo degli ultimi otto anni.

Autore/i: Autori vari

Editore: Casa Editrice Nord

a cura di Sandro Pergameno, Collana Grandi Opere Nord 10, copertina a cura di David Hardy.

pp. XII-768, Milano

Il premio Hugo rappresenta per la fantascienza ciò che l’Oscar rappresenta per il mondo del cinema e dello spettacolo. Ogni anno questo ambitissimo premio viene presentato alla Convention Mondiale e viene assegnato, tramite il voto dei presenti (appassionati, scrittori, agenti letterari, editori), alle migliori storie dell’anno precedente.
Molte sono le categorie premiate: migliore romanzo, migliore romanzo breve, migliore racconto lungo, migliore racconto breve. Questo per quanto riguarda la narrativa; ci sono poi i premi per il miglior film, la migliore rivista, il miglior artista, e altri di cui troverete l’elenco completo nella lunga appendice di questo volume.
Il volume che avete tra le mani, riunisce le opere che hanno vinto il Premio Hugo dal 1976 al 1983. Ben ventun storie già considerate dei veri  «classici» della narrativa i fantascienza. Ventun opere la maggior parte delle quali inedite in Italia, scritte dai più famosi maestri di – questo genere. Si tratta di una prestigiosa raccolta di pezzi eccezionali che rappresenta quanto di meglio si possa trovare in circolazione di narrativa fantascientifica, che non può mancare nella biblioteca di ogni appassionato.

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I Premi Hugo 1976-1983 (Antologia) – Traduzione di varî

Introduzione di Sandro Pergameno – [1976] (Saggistica)

Il Boia torna a casa (Romanzo, My Name Is Legion, 1975) di Roger Zelazny (Traduzione di Roberta Rambelli)

Ai confini di Sol (Racconto lungo, The Borderland of Sol, 1975) di Larry Niven (Traduzione di Roberta Rambelli)

L’ingegner Dolf (Racconto, Catch That Zeppelin!, 1975) di Fritz Leiber (Traduzione di Beata Della Frattina) – [1977] (Saggistica)

Houston, Houston, ci sentite? (Romanzo breve, Houston, Houston, Do You Read) di James jr. Tiptree (Traduzione di Vanna Barcaroli)

Con qualunque altro nome (Romanzo breve, By Any Other Name, 1976) di Spider Robinson (Traduzione di Roberta Rambelli)

L’uomo del bicentenario (Racconto lungo, The Bicentennial Man) di Isaac Asimov (Traduzione di Beata Della Frattina)

Tricentenario (Racconto, Tricentennial, 1976) di Joe Haldeman (Traduzione di Roberta Rambelli) –  [1978] (Saggistica)

Stardance (Romanzo breve, Stardance, 1977) di Spider Robinson, Jeanne Robinson (Traduzione di Roberta Rambelli)

Occhi d’ambra (Racconto lungo, Eyes of Amber, 1977) di Joan D. Vinge (Traduzione di Giampaolo Cossato e Sandro Sandrelli)

Jeffty ha cinque anni (Racconto, Jeffty Is Five, 1977) di Harlan Ellison (Traduzione di Giampaolo Cossato e Sandro Sandrelli) – [1979] (Saggistica)

La luna dei cacciatori (Romanzo breve, Hunter’s Moon, 1978) di Poul Anderson (Traduzione di Annarita Guarnieri)

Cassandra (Racconto breve, Cassandra, 1978) di C. J. Cherryh (Traduzione di Roberta Rambelli) – [1980] (Saggistica)

Mio caro nemico (Romanzo breve, Enemy Mine, 1979) di Barry B. Longyear (Traduzione di [Delio Zinoni) – [1981] (Saggistica)

Il mantello e il bastone (Racconto lungo, The Cloak and the Staff, 1980) di Gordon R. Dickson (Traduzione di Roberta Rambelli)

La grotta dei cervi danzanti (Racconto, Grotto of the Dancing Deer, 1980) di Clifford D. Simak (Traduzione di Roberta Rambelli) – [1982] (Saggistica)

Il gioco di Saturno (Romanzo breve, The Saturn Game, 1981) di Poul Anderson (Traduzione di Annarita Guarnieri)

La variante dell’Unicorno (Racconto, Unicorn Variation, 1981) di Roger Zelazny (Traduzione di Antonio Bellomi)

Lo spacciatore (Racconto, The Pusher, 1981) di John Varley (Traduzione di Roberta Rambelli) – [1983] (Saggistica)

Anime (Romanzo breve, Souls, 1982) di Joanna Russ (Traduzione di Roberta Rambelli)

Servizio antincendio (Racconto lungo, Firewatch, 1982) di Connie Willis (Traduzione di Roberta Rambelli)

Elefanti malinconici (Racconto, Melancholy Elephants, 1982) di Spider Robinson (Traduzione di Roberta Rambelli)

Appendice. I Premi Hugo (Saggistica)

INDICE

Letteratura ed Analisi Testuale

Letteratura ed Analisi Testuale

Itinerari di analisi sui testi francesi ed inglesi

Autore/i: Bertoni Del Guercio Giuliana; Caponera Maria Gabriella

Editore: Franco Angeli Editore

seconda edizione.

pp. 172, 5 figure b/n, Milano

L’analisi del testo, la sua collocazione nel contesto storico – sociale, la sua funzione relativamente al ruolo svolto dagli intellettuali, l’uso di materiale integrativo, il rapporto tra linguaggio letterario e non letterario sono alcuni degli aspetti affrontati in questo volume, frutto di una rielaborazione di materiali sperimentati nella maggior parte dei casi in classe e presentati ad un seminario Cidi-Lend.
Nella prima parte sono esplicitate, con materiali esemplificativi in lingua italiana, le premesse teoriche e metodologiche su cui poggia il tipo di analisi testuale proposto da ciascuna delle autrici e sviluppato nelle due sezioni della seconda parte dedicate a testi letterari francesi ed inglesi dei secoli XVI-XIX.
Obiettivo comune delle autrici, che utilizzano strumenti didattici e procedimenti tra loro diversi, è di far praticare agli allievi l’esperienza di alcuni aspetti oggettivi del testo – necessario presupposto di ogni successiva, eventuale riappropriazione soggettiva – attraverso un preciso piano di lavoro che propone una lettura con difficoltà via via crescenti di strutturazione e di significati.

Giuliana Bertoni Del Guercio, docente di lingua e letteratura francese, collabora a «Le français dans le monde», a «Riforma della Scuola», e a «Lingua e nuova didattica»; recentemente è stata chiamata a dirigere una collana di testi letterari inglesi e francesi organizzati su base tematica e destinati alla secondaria superiore. È segretaria nazionale di Lend (movimento di Lingua e Nuova Didattica).

Maria Gabriella Caponera, docente di lingua e letteratura inglese nelle classi sperimentali di un istituto tecnico romano, è presente con un proprio saggio in «L’insegnamento della letteratura di lingua straniera nella secondaria superiore» (Bologna, 1978); è coautrice di un testo di letture inglesi su materiali autentici «Skip & Scan» (Bologna, 1981); collabora alla rivista «Lingua e nuova didattica».

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Presentazione
Parte I – La specificità del linguaggio letterario
Premessa
1. Testo letterario e testi non letterari: livelli di complessità, di Maria Gabriella Caponera
2. La funzione poetica del linguaggio, di Giuliana Bertoni Del Guercio
Parte Il – Analisi di testi
Sez. I – Analisi di testi di letteratura francese
di Giuliana Bertoni Del Guercio
Premessa
1. Prima analisi: una lettera di Madame de Sévígné (1674)
a. Collocazione del testo nel piano di lavoro
b. Di che testo si tratta
c. Lettura del testo
d. Schema del testo
e. Testo
f. Analisi del testo
g. Che conclusioni trarre dall’analisi di questo testo
2. Seconda analisi: «La bataille», da «Candide» di Voltaire (1759)
a. Collocazione del testo nel piano di lavoro
b. Collocazione del testo nell’opera
c. Lettura del testo
d. Schema del testo
e. Testo
f. Analisi del testo
g. Che conclusioni trarre dall’analisi di questo testo
3. Terza analisi: «La promenade sur le lac», da «La nouvelle Héloise» di Rousseau (1761)
a. Collocazione del testo nel piano di lavoro
b. Collocazione del testo nell’opera
c. Lettura del testo
d. Schema del testo
e. Testo
f. Analisi del testo
g. Che conclusioni trarre dall’analisi di questo testo
4. Quarta analisi: «Le lac», da «Méditations poétiques» di Lamartine (1820)
a. Collocazione del testo nel piano di lavoro
b. Presentazione del testo
c. Lettura del testo
d. Schema del testo
e. Testo
f. Analisi del testo
g. Che conclusioni trarre dall’analisi di questo testo
5. Quinta analisi: «L’horloge», da «Les fleurs du mal» di Baudelaire (1861)
a. Collocazione del testo nel piano di lavoro
b. Collocazione del testo nell’opera
c. Lettura del testo
d. Schema del testo
e. Testo
f. Analisi del testo
g. Che conclusioni trarre dall’analisi di questo testo
Bibliografia
Sez. Il – Analisi di testi di letteratura inglese
di Maria Gabriella Caponera
Premessa
1. Poesia drammatica: W. Shakespeare, «The Merchant of Venice»
a. Gli obiettivi
b. Il testo
c. Le fasi di lavoro
1. Lettura, comprensione, pronuncia
2. Scomposizione del testo
3. Ricostruzione del testo
4. Verifica di un tema generale dell’opera
5. Fenomeni a cui il testo rimanda
2. Poesia drammatica: W. Shakespeare, «Macbeth»
a. Gli obiettivi
b. Il testo
c. Le fasi di lavoro
3. Prosa d’argomentazione: A. Smith, «The Wealth of Nations»
a. Gli obiettivi
b. Il testo
c. Gli esercizi
d. Osservazioni sugli esercizi
4. Esempi di scrittura romantica
a. S.T. Coleridge, The Rime of the Ancient Mariner
1. Il testo
2. Gli esercizi
b. Reviews to Keats’s Lamia
1. Il testo
2. Gli esercizi
5. Prosa descrittiva: C. Dickens, «Bleak House»
a. Gli obiettivi
b. Il testo
c. Gli esercizi
d. Osservazioni sugli esercizi
Fonti

Marte e Mercurio – Sociologia dell’Organizzazione Militare

Marte e Mercurio – Sociologia dell’Organizzazione Militare

Autore/i: Battistelli Fabrizio

Editore: Franco Angeli Editore

premessa e introduzione dell’autore.

pp. 564, Milano

Terreno di sperimentazione delle forme organizzative più avanzate (si pensi all’invenzione prussiana dello staff) e contemporaneamente rifugio delle culture più conservatrici, esercito vive la contraddizione di essere un’organizzazione modellata sul passato, protesa a fronteggiare il prevedibile futuro, con uno scarso e incerto presente.
Se anche altri organismi dello Stato, fornitori di beni collettivi paragonabili alla difesa, soffrono la difficoltà della verifica delle proprie prestazioni, tale difficoltà è massima nel caso dell’organizzazione militare.
Agendo in un ambiente rarefatto, quanto a realismo e capacità di emettere feed-back, la verifica del subsistema militare è tanto rara quanto estrema (la guerra).
L’aleatorietà di questa situazione, che storicamente caratterizza gli eserciti permanenti, si accentua nell’età nucleare quando la loro missione diviene, paradossalmente, quella di evitare di dare attuazione al compito a cui sono preposti. Questa tensione tra l’effettuazione di un compito quotidiano e l’attesa/prevenzione della sua possibile verifica si traduce in paradossi organizzativi, quali ad esempio la massima programmazione dei comportamenti dei membri dell’organizzazione, cui segue inevitabilmente il massimo sviluppo dei comportamento informali. La spiccata accentuazione di questi fenomeni fa dell’esercito un laboratorio di questioni e di soluzioni organizzative che anche oltre la loro specificità, fornisce un’inedita chiave di lettura ai problemi delle organizzazioni complesse. Preceduto da un’esauriente introduzione che evidenzia e colloca storicamente i nodi del dibattito, questo reader offre un’ampia selezione delle analisi condotte sui meccanismi interni dell’organizzazione militare e sul suo rapporto con il sistema sociale, a partire dai classici sino alle più aggiornate ricerche della sociologia militare contemporanea.

Fabrizio Battistelli è professore associato di sociologia dell’organizzazione nell’Università di Roma «La Sapienza». È autore di numerosi studi di sociologia militare, tra cui Esercito e società borghese (Roma,Savelli, 1976) e Armi: nuovo modello di sviluppo? (Torino, Einaudi, II ed. 1982).

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L’ORGANIZZAZIONE MILITARE NELL’ANALISI SOCIOLOGICA di Fabrizio Battistelli

Premessa
Introduzione

La forza militare tra società civile e natura: Ferguson, Smith, Spencer

  • Il positivismo francese
  • Il militare nel marxismo e nel pensiero sociologico classico
  • L’evoluzione empirica della sociologia e l’organizzazione militare
  • Miles socialis: la ricerca sull’American Soldier
  • Sviluppi e limiti del concetto di gruppo nella sociologia militare
  • Professione militare e società
  • Le forze armate come organizzazione
  • L’organizzazione militare tra istituzione e occupazione

Bibliografia
TESTI SCELTI
PRECURSORI E CLASSICI

Dalla scuola scozzese all’evoluzionismo

  • La difesa nazionale e la conquista (Adam Smith)
  • Milizia ed esercito permanente (Adam Smith)
  • Differenziazione e specializzazione dell’esercito all’interno della società (Herbert Spencer)

Il Positivismo francese

  • Guerra e industria, capi militari e capi industriali (Claude-Henri de Saint-Simon)
  • Decadenza e trasformazione dell’elemento militare (Auguste Comte)
  • Eserciti democratici ed eserciti aristocratici (Alexis de Tocqueville)

I classici e i marxisti

  • Le condizioni materiali della violenza (Friedrich Engels)
  • L’esercito, le sue categorie e le classi superiori (Gaetano Mosca)
  • Il suicidio nell’esercito (Emile Durkheim)
  • Il modello della disciplina militare (Max Weber)
  • Lavoro e guerra (Pierre Naville)

I CONTEMPORANEI
La prospettiva microsociologica: il gruppo primario

  • Il soldato americano e i gruppi primari (Edward A. Shils)
  • Vietnam: perché gli uomini combattono (Charles Moskos)

Organizzazione militare e società: convergenza o divergenza?

  • Il soldato di professione (Morris Janowitz)
  • L’ufficiale come professionista (Samuel Huntington)
  • Professionalità, nazionalismo e alienazione dei militari (Maury D. Feld)
  • Le caratteristiche della professione militare (José Antonio Olmeda Gémez)
  • Disciplina e controllo nell’organizzazione militare (Kurt Lang)
  • Le forme organizzative in campo militare e in campo economico (Hans Geser)

La professione militare tra modello istituzionale e modello occupazionale. Alcune prospettive nazionali

  • Il missile e la sciabola. Nuove macchine e organizzazione del lavoro militare (Fabrizio Battistelli – Enrico Pozzi)
  • Le caratteristiche professionali degli ufficiali italiani (Gian Paolo Prandstraller)
  • La condizione militare in Italia (Michele Marotta)
  • Il declino dell’esercito di massa in Francia (Michel Martin)
  • La professionalità quotidiana dei comandanti militari in Germania (Jiirgen Kuhlmann)
  • Tendenze istituzionali e occupazionali nelle forze armate (Charles C. Moskos)
  • La psicologia sociale del servizio militare e l’influenza del razionalismo burocratico negli Stati Uniti (John H. Faris)

Indice degli Autori

Atlante di Musica – Sistematica Storia : dalle Origini al Rinascimento – Volume primo

Atlante di Musica – Sistematica Storia : dalle Origini al Rinascimento – Volume primo

Titolo originale: dtv-Atlas zur Musik

Autore/i: Michels Ulrich

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

edizione italiana e nota a cura di Giovanni Acciai, premessa e prefazione dell’autore, traduzioni di Federico Canobbio Codelli, Giorgio Della Torre, Inghe Nicolis, Virginio Sala, Nora Stern, in copertina: Sonatori di flauto, «Cantigas de Sancta Maria».

pp. XII-330, 120 tavole a colori, Milano

Questo Atlante è un’introduzione sistematica alla teoria e alla storia della musica. L’esposizione si articola secondo i diversi campi della musicologia: dall’acustica alla fisiologia e la psicologia del suono, dall’organologia alla teoria musicale (armonia, contrappunto, dodecafonia ecc.), dai generi e le forme a una ricostruzione storica che comprende anche le civiltà extraeuropee.
L’impostazione del libro, basata sul rimando continuo dall’illustrazione al testo e viceversa (a ogni singolo argomento corrisponde una tavola illustrata, sul modello di quella qui parzialmente riprodotta), consente di visualizzare temi e concetti attraverso schemi, diagrammi, esempi musicali e soprattutto attraverso l’uso sapiente della ricca simbologia cromatica.

Ulrich Michels, dopo aver compiuto studi musicali, musicologici e di germanistica, insegna oggi alla Musikhochschule di Karlsruhe.
È autore di un’opera fondamentale su Johannes de Maris e sulla trattatistica medievale.

Il Buon Uso del Mondo

Il Buon Uso del Mondo

Agire nell’età del rischio

Autore/i: Natoli Salvatore

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, prefazione dell’autore.

pp. 280, Milano

«Il nostro tempo offre all’uomo possibilità e opportunità che non ha mai avuto nella sua storia, con tutti i rischi connessi. Questo impone, a maggior ragione, di saper fare un buon uso del mondo.»

Per l’uomo di oggi, che non spera più nella salvezza alla fine dei tempi ma ha davanti a sé un tempo senza fine dei tempi ma ha davanti a sé un tempo senza fine, navigare in mare aperto sembra ormai diventato l’unico modo di vivere. Ma quale rotta seguire, dopo il tramonto di ogni certezza e il declino della tradizione giudaico-cristiana in Occidente, segni distintivi della nostra epoca? Al termine di un lungo e originale itinerario di riflessione sulla modernità, Salvatore Natoli analizza le varie forme del fare (il lavoro, innanzitutto, ma anche il consumo, il progresso, il rischio) e il loro rapporto con quello che dovrebbe essere il vero obiettivo di ogni essere umano: un buon uso del mondo. Partendo dalla distinzione aristotelica tra «agire» (dare un senso alle proprie azioni) e «fare» (eseguire un compito), autore si chiede quanto, nella nostra frenetica attività quotidiana, siamo «agenti», soggetti capaci di realizzarsi in ciò che fanno, e quanto invece siamo «agiti», elementi impersonali di una serie causale e anonima di cui non si vede né l’inizio né la fine. Per essere titolari della propria vita, e quindi davvero liberi, non basta infatti conformarsi a ciò che l’organizzazione sociale richiede, ma occorre istituire un rapporto autentico con il proprio desiderio, con la propria corporeità e con gli altri. Così, nella società delle abilita, della tecnica e del saper fare, si ripropone in tutta la sua urgenza la questione delle virtù, intese come «abilita a esistere», in grado di darci stabilità e consistenza all’interno di un mondo che ne è privo, e che tende a frantumare l’identità individuale in mille diversi ruoli, o personaggi, a seconda della prestazione di volta in volta chiamati a fornire. Di fronte alla pressione di una Società che stimola continuamente il desiderio e le Passioni all’unico scopo di fare profitto, solo una nuova forma di ascesi intramondana, che sia rifiuto non del piacere bensì della sua strumentalizzazione, potrebbe favorire l’emancipazione dalla passività, aiutandoci a distinguere ciò che ci serve da ciò che ci asserve. Questo ripiegamento su di sé, questa pausa nella cieca routine del fare e del darsi da fare, è la condizione necessaria per compiere azioni responsabili, cioè frutto di una scelta libera è consapevole, che interrompano finalmente il circolo stimolo-risposta, seduzione-delusione, alimentato e governato dalla logica del consumismo.

Salvatore Natoli insegna filosofia teoretica all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, etica sociale nella facoltà di Economia e commercio dello stesso ateneo e storia delle idee all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, e collabora a varie riviste e quotidiani. Dopo aver approfondito il tema della soggettività e delle condotte morali, la sua ricerca verte attualmente sulle forme del fare e la responsabilità nell’agire. Tra i suoi numerosi libri ricordiamo: L’esperienza del dolore (1986), La felicità (1994), Dizionario dei vizi e delle virtù (1996), Dio e il divino (1999), Stare al mondo (2002), Parole della filosofia o dell’arte di meditare (2004), Guida alla formazione del carattere (2006), Salvezza senza fede (2007), Il crollo del mondo (2009) e, da Mondadori, La felicita di questa vita (2000).

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Prefazione

I. Il fare e l’agire

  • Vivre sa vie
  • «Stare al mondo», «avere mondo»: l’azione come intenzionalità e come relazione
  • La prassi tra funzionalità e senso
  • Attivi o agiti?
  • La tentazione di Prometeo: dall’homo laborans all’homo faber
  • Il lavoro tra faticae opera
  • Il bisogno e la fatica: il lavoro come emancipazione dalla necessita
  • Il lavoro del desiderio: desiderare il desiderio degli altri
  • L’ozio: divenire signori del proprio tempo
  • Appropriarsi del proprio lavoro
  • Globalizzazione ed emergenza lavorativa
  • Beruf il lavoro come professione e il lavoro come dedizione

II. Homo æconomicus: il denaro, la produzione, il consumo

  • Fare soldi: denaro e felicità
  • Desiderio e cupidità. Il denaro come codice di comunicazione
  • Desostanzializzazione del mondo e monetizzazione della vita
  • Il dio denaro
  • Denaro e forme di vita
  • Creare opportunità, favorire le capacita
  • Il lusso: da «distinzione sociale» a «motore dell’economia»
  • Consumo e libertà
  • Uti et frui: sapere fruire del mondo

III. Progresso e rischio

  • Le filosofie del progresso
  • La società del rischio
  • Rammemoratio finitudinis: la fabbrica dell’immortalità e l’etica del finito
  • Esposti all’imponderabile
  • Mesétes: la misura giusta per dare forma al mondo
IV. In tutti i luoghi e da nessuna parte:

  • come essere «soggetti» in una società complessa
  • L’azione appropriata
  • Natura umana: l’esercizio delle virtù e la familiarità di specie
  • Il paradosso della modernità: individualizzazione e serialità
  • I bennati e la folla anonima dei molti
  • L’addestramento generalizzato: la differenziazione dei poteri e la specializzazione dei saperi
  • Cos’é la complessità
  • Equivalenza funzionale e complessità sociale
  • Alla ricerca di sé: identità personale e mobilita sociale
  • Uno, nessuno, centomila
  • In rete: quale identità personale nella ragnatela globale? Flessibilità lavorativa e nuovi lavori: il knowledge worker
  • La riappropriazione di sè e il riaffiorare delle virtù


V. Areté. Il ritorno delle virtù

  • Carattere e destino
  • Amministrare la propria potenza
  • Menti pensanti o macchine desideranti?
  • L’esaltazione dei sensi e l’esperienza dell’io corporeo
  • Sentirsi corpo
  • L’educazione dei sensi
  • Verso una sensibilità «meticcia»


VI. Si può essere saggi senza verità?

  • Il sapere di sé e l’enigma del mondo
  • Come orientarsi nel mondo
  • La verità come giudizio pratico
  • Decidersi per la verità, decidere della verità,
  • Fare i conti con se stessi
  • Se respicere: autosservazione e raccoglimento
  • Verità e sincerità


VII. Liberta e soggettività

  • Vincoli e scelte
  • Divenire liberi: determinismo e autodeterminazione
  • Darsi regole per ben deliberare,
  • Dalla libertà come atto alla libertà come status sociale
  • Individui: la mentalità oceanica e l’emersione della soggettività
  • Che cos’é individuo? Che cos’é Occidente?
  • «Soggetti di diritto» e «diritti soggettivi
  • Tutti e ognuno

VIII. Democrazia e virtù civili

  • Emancipazione sociale e lotta politica
  • Dall’iperpolitica alla «politica per eventi»
  • La giustizia e il pudor
  • Competenza democratica
  • Per un uso pubblico della ragione
  • Democrazia: dalla competizione delle élitesinnanzi alle masse all’autogoverno della società
  • Rivoluzione multimediale: quando il messaggio ridiventa mezzo
  • Megalophrosyne: rendere grande l’anima. L’emergenza formativa
  • Responsabilità e rispetto
  • Generare comunità
Note
Indice dei nomi

L’Essenza del Cristianesimo

L’Essenza del Cristianesimo

Titolo originale: Das Wesen des Christentums

Autore/i: Feuerbach Ludwig

Editore: Ponte alle Grazie

premessa alla prima edizione, prefazione alla seconda edizione e premessa alla terza edizione dell’autore, prefazione e traduzione dal tedesco di Fabio Bazzani.

pp. 416, Firenze

È l’unica traduzione italiana completa dello scritto di Feuerbach, corredata da ampi apparati filologici e critici. Ed è anche l’unica traduzione italiana condotta sul testo tedesco, nella versione stabilita definitivamente dall’autore con l’edizione del 1849 presso Wigand. L’essenza del cristianesimo rappresenta, senza dubbio alcuno, il testo di maggior rilievo nell’ambito dell’intera produzione feuerbachiana nonché lo spirito più autentico di quella produzione. Ad essa si e ispirato Marx, nonché gran parte della cosiddetta «antropologia filosofica» del Novecento. Con essa si sono confrontati Schopenhauer e Nietzsche; echi si risentono nell’Avvenire di un’illusione di Sigmund Freud.

Ludwig Feuerbach nacque a Landshut nel 1804 e morì a Norimberga nel 1872. È esponente di maggior spicco della «sinistra hegeliana», anche se nei confronti di questa si pone in situazione critica e sa sviluppare, autonomamente, un proprio originale pensiero.

Fabio Bazzani è dottore di Ricerca di Filosofia Morale e svolge la propria attività scientifica e didattica presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università di Firenze e presso l’Accademia Toscana di Scienze e Lettere «La Colombaria». Collaboratore di molte riviste di filosofia e cultura, ha pubblicato, tra i numerosi altri saggi, le monografie: Weitling e Stirner. Filosofia e storia, Il tempo dell’esistenza, Per un’etica non prescrittivà, Arthur Schopenhauer. Estetica morale, Le carte di Annibale Pastore, Unita Identità Differenza. Interpretazione di Schopenhauer.

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Prefazione di Fabio Bazzani

Avvertenza

Premessa alla prima edizione

Prefazione alla seconda edizione

Premessa alla terza edizione

INTRODUZIONE

Primo capitolo. L’essenza dell’uomo in generale

Secondo capitolo. L’essenza della religione in generale

PRIMA SEZIONE. L’ESSENZA VERA, CIOÈ ANTROPOLOGICA, DELLA RELIGIONE

Terzo capitolo. Dio come essenza dell’intelletto

Quarto capitolo. Dio come essenza morale o legge

Quinto capitolo. Il segreto dell’incarnazione o Dio come essenza del cuore

Sesto capitolo. Il segreto di Dio che patisce

Settimo capitolo. Il mistero della Trinità e della madre di Dio

Ottavo capitolo. Il segreto del Logos e dell’immagine divina

Nono capitolo. Il segreto del principio creatore del mondo in Dio

Decimo capitolo. Il segreto del misticismo o della natura in Dio

Undicesimo capitolo. Il segreto della provvidenza e della creazione da Nulla

Dodicesimo capitolo. Il significato della creazione nel giudaismo

Tredicesimo capitolo. Lonnipotenza dell’animo o il segreto della preghiera

Quattordicesimo capitolo. Il segreto della fede – il segreto del miracolo

Quindicesimo capitolo.
Il segreto della resurrezione e della Nascita sovrannaturale

Sedicesimo capitolo. II segreto del Cristo cristiano o del Dio personale

Diciassettesimo capitolo. La differenza del cristianesimo dal paganesimo

Diciottesimo capitolo. Il significato cristiano del libero celibato e del monachesimo

Diciannovesimo capitolo. Il cielo cristiano o immortalità personale

SECONDA SEZIONE. L’ESSENZA NON VERA, CIOÈ TEOLOGICA, DELLA RELICK

Ventesimo capitolo. Il punto di vista essenziale della religione

Ventunesimo capitolo. La contraddizione nell’esistenza di Dio

Ventiduesimo capitolo. La contraddizione nella rivelazione di Dio

Ventitreesimo capitolo. La contraddizione nell’essenza di Dio in genere

Ventiquattresimo capitolo. La contraddizione nella teologia speculativa

Venticinquesimo capitolo. La contraddizione della Trinità

Ventiseiesimo capitolo. La contraddizione nei sacramenti

Ventisettesimo capitolo. La contraddizione di fede e amore

Ventottesimo capitolo. Conclusione

APPENDICE, CHIARIMENTI, OSSERVAZIONI, PASSI GIUSTIFICATIVI

INDICE ANALITICO

INDICE DEI NOMI

Olga – Vita di un’Ebrea Comunista

Olga – Vita di un’Ebrea Comunista

Autore/i: Morais Fernando

Editore: Il Saggiatore

prefazione dell’autore, traduzione di Cesare Carli e Ariadna Ferreira Marques.

pp. 288, nn. fotografie b/n f.t., Milano

Berlino, 11 aprile 1928. Alla testa di un gruppo di giovani comunisti la ventenne Olga Benario fa irruzione nel penitenziario di Moabit per liberare il compagno Otto Braun, sotto processo per alto tradimento. Dopo il successo insperato di quella prima azione coraggiosa, la sua vita è destinata a imboccare una strada senza ritorno. Nata a Monaco di Baviera da madre ebrea, educata dal padre ai valori della democrazia, da tre anni Olga è responsabile del settore propaganda del Partito, che nel clima di scontro sociale sempre più aspro della Repubblica di Weimar è stato dichiarato illegale. Rifugiatasi a Mosca per sfuggire all’arresto, entra a far parte del comitato centrale della Gioventù comunista internazionale e si sottopone a un intenso addestramento militare nell’Armata rossa.
L’incontro che cambia la sua vita avviene il 29 dicembre 1934, alla stazione di Mosca. L’imperturbabile Carlos Lufs Prestes, il mitico capitano che per due annie mezzo in Brasile ha guidato la rivolta della Coluna invicta, vacilla di fronte a quella donna cosi bella, alta, dagli occhi chiarissimi e il piglio deciso. E anche Olga è emozionata di conoscere il Cavaliere della Speranza, l’uomo che dopo tre anni di esilio ha convinto il Comintern che i tempi sono maturi per un nuovo tentativo di rivoluzione in America Latina. Per questo Olga è stata incaricata di scortare Prestes fino in Brasile, fingendosi sua moglie. Ma dopo un viaggio avventuroso sotto falso nome, fitto di discussioni su politica e lotta di classe, arrivati a destinazione Carlos e Olga non sono più solo una coppia di copertura. A Rio de Janeiro, che sta vivendo gli anni bui della dittatura di Gettlio Vargas, complice del nazifascismo, entrano in contatto con militanti comunisti provenienti da tutto il mondo che, dalla clandestinità, lavorano a un’unica missione. Attorno alla colonia di esuli volontari prende forma un mosaico di eroismi e tradimenti, complicità e solidarietà. Ma dopo il disastroso fallimento della rivolta brasiliana del novembre 1935, la polizia di Vegas scatena la repressione e Olga, in attesa di un figlio da Prestes, viene rimpatriata nella Germania di Hitler.
Dalle pagine di Fernardo Morais emerge un dramma umano e politico ricostruito con grande rigore storico, e la figura di una donna straordinaria che ha saputo coniugare amore e rivoluzione, una donna che nell’ultima lettera ai suoi cari dal lager di Ravensbrück scrisse di aver lottato nella vita “per ciò che c’è di più giusto e di più buono al mondo”.

Fernando Moris, giornalista brasiliano nato a Mariana nel 1946, ha lavorato per varie testate, fra cui Jornal da Tarde e Veja. È stato deputato e segretario della Cultura e dell’Educazione per lo stato di São Paulo. Da questo libro il regista Jayme Monjardim ha tratto il film Olga, candidato all’Oscar come miglior film straniero del 2005.

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Prefazione

Berlino, Germania – aprile 1928
Buenos Aires, Argentina – aprile 1928

1. Nella Fortezza rossa
2. Frieda Behrendt viene arrestata
3. Olga e il Cavaliere della Speranza
4. Luna di miele a New York
5. Da tutto il mondo, alla volta di Rio
6. Comincia la cospirazione
7. “È scoppiata la rivoluzione”
8. Una spia fra 1 comunisti
9. Entra in scena Mister Xanthaky
10. Miranda e Ghioldi parlano
11. Filinto ha un nome: Olga Tal dei Tali
12. La polizia suicida Barron
13. L’ambasciatore del Brasile nella Gestapo
14. Una “straniera pericolosa”
15. Ribellione sulla Piazza Rossa
16. Nei sotterranei della Gestapo
17. Dona Leocadia affronta la Gestapo
18. Con Sabo nella fortezza nazista
19. Schiavitù a Ravensbrück
20.
Il cammino verso la morte

São Paulo, Brasile – luglio 1945
Epilogo
Fonti
Bibliografia
Crediti fotografici
Indice dei nomi

Galileo e Keplero – Filosofia e Teologia nell’Era della Controriforma

Galileo e Keplero – Filosofia e Teologia nell’Era della Controriforma

Autore/i: Bucciantini Massimo

Editore: Edizione Mondolibri

introduzione dell’autore.

pp. XXVII-362, nn tavv. a colori e b/n f.t., Milano

Siamo negli ultimi anni del Cinquecento, all’inizio di una nuova e aspra stagione per la cultura europea. Un’esigua minoranza di filosofi e matematici e impegnata nella ricerca dei fondamenti di una nuova costituzione dell’universo. In questo libro se ne ricostruiscono la genesi e i primi sviluppi attraverso un approfondito esame delle vicende umane e intellettuali di due tra i maggiori protagonisti della modernità: Galileo e Keplero. I due scienziati non sono più considerati semplicemente nel loro ruolo di “pionieri” e di “vincitori”. Grazie anche alla scoperta di documenti inediti, questo studio riesce a mostrarceli al lavoro simultaneamente, tutti e due impegnati nella elaborazione di una nuova fisica e di una nuova astronomia, alle prese con osservazioni celesti ma anche con spinose questioni religiose e politiche che non erano disgiunte dai loro progetti e dalle loro strategie intellettuali. Costretti a vivere in mondi separati e in lotta tra loro, sia Keplero sia Galileo furono sottoposti alle ingiurie degli uomini e del tempo in cui vissero: Keplero scomunicato dalla Chiesa luterana per le sue idee calviniste sull’Eucarestia, Galileo processato e condannato al carcere perpetuo dalla Chiesa di Roma per la sua scandalosa difesa dell’eliocentrismo. Non si tratta però di un dialogo solo tra i primi attori o di una biografia che corre sui binari paralleli. Il libro è abitato, anzi affollato di tanti personaggi e figure più o meno note, ciascuna delle quali svolge un ruolo significativo. Alcuni nomi: Giordano Bruno, Tycho Brahe, Edmund Bruce, Thomas Harriot, e poi astronomi come Giovanni Antonio Magini, Christoph Rotmann e Michael Mastlin, umanisti come Giovan Vincenzo Pinelli, teologi e scienziati come il servita Paolo Sarpi e il gesuita Cristoforo Clavio, poeti come John Donne. E le città attorno alle quali questa storia si dipana – Padova, Venezia, Firenze, Roma, Tubinga, Graz, Praga – formano una delle mappe più significative della rivoluzione scientifica. Ma un libro che si pubblica oggi su Galileo e Keplero non può non tentare di rispondere anche agli interrogativi che epistemologi, filosofi e storici Si sono posti frequentemente in questi ultimi decenni e che sono al centro delle discussioni sulla nascita della scienza moderna. Che cosa impedì a Galileo di accettare le “assurde” leggi kepleriane sul moto ellittico dei pianeti? Perché mai due matematici e astronomi copernicani, tra loro contemporanei (Keplero, 1571-1630; Galileo, 1564-1642), non unirono le loro forze in un patto di collaborazione, invece di dividersi? Sono gli stessi interrogativi che esattamente cinquant’anni fa si pose in un saggio famoso Erwin Panofsky, dai quali anche questo libro prende avvio.

Massimo Bucciantini vive a Pistoia e insegna Soria delle rivoluzioni scientifiche all’Università di Siena. Tra le sue pubblicazioni: Contro Galileo. Alle origini dell’”affaire” (1995).

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Introduzione
Ringraziamenti
Elenco delle abbreviazioni

Galileo e Keplero

I. Mysterium Cosmographicum
II. Padova: Pinelli, Tycho, Galileo
III. Agosto 1597: microstoria di una lettera
IV. Italia, Germania, Boemia: astronomi, matematici, «soldati christiani» e «heretici principalissimi»
V. Edmund Bruce
VI. Supernova: Galileo lettore di Tycho e di Keplero
VII. Graz, Praga, Venezia, Firenze
VIII. Philosophia Coelestis
IX. Nuvole
X. Pace e Guerra: nuova scienza e nuova politica
XI. Comete
XII. Dio, uomo, mondo

Epilogo
Indici

Quando l’Italia Tollerava

Quando l’Italia Tollerava

Autore/i: Fusco Giancarlo

Editore: Neri Pozza Editore

con testimonianze di Buzzati, Comisso, Maccari, Pattarini, Soldati, Talarico, Zavattini.

pp. 176, Vicenza

«L’Italia comincio a “tollerare” molto presto.
Circa quattro secoli prima dell’unita nazionale. Esattamente sessant’anni prima che Cristoforo Colombo scoprisse l’America. 557 anni prima che a Pozzonovo, in provincia di Padova, venisse alla luce la senatrice Angelina Merlin.
La prima “casa” autorizzata dalla legge, di cui si abbia sicura, storica notizia, apri i battenti (naturalmente, quel tanto che bastava) a Messina, nel 1432.
Luigi Pulci era appena lattante.
Lorenzo il Magnifico, un adolescente.
Leonardo da Vinci era già un vigoroso ventenne. Se si fosse trovato, per caso, a passare da Messina, avrebbe potuto essere un buon cliente. Ma pare che coltivasse altri interessi…».

«Ritengo che le case chiuse non fossero quell’abominio che molti hanno cercato di far credere. Le ho frequentate per parecchi anni e sinceramente le rimpiango. Pensate, voi giovanotti che non avete fatto in tempo a conoscerle: in qualsiasi ora del giorno e della sera, è con spesa ragionevole, poter avere, senza nessuna complicazione nè rischio, senza perdita di tempo, poter avere di colpo una ragazza giovanissima, di straordinaria bellezza (ne conobbi più d’una che poteva rivaleggiare facile con Marilyn Monroe) e di bravura superiore, quale nel regime attuale, richiederebbe – ammesso che esista e sia indispensabile – lunghe e tormentose manovre di approccio e il dispendio di parecchi milioni. Devo dire inoltre di non aver mai constato che quelle donne fossero delle infelici, oppresse e conculcate. Avevo anzi l’impressione che facessero quella vita molto volentieri. Aggiungo che a mio modo di vedere il mestiere di donna pubblica è tutt’altro che spregevole e in sè disonorante. Se per antichi pregiudizi quelle creature sono giudicate essere inferiori e quasi tenute al bando della società onesta, questo non significa che sia giusto. Esse svolgono una funzione apprezzabilissima, la quale, se adempiuta con gentilezza, umanità e sapienza, può divenire una cosa molto bella».

Giancarlo Fusco, nato a La Spezia nel 1915 e morto nel 1984, fu giornalista e narratore curioso di ogni aspetto umano, e famoso nel trattare con acre divertimento – tra ridicolo e pietà – i fatti di costume.
Tra le migliori prove del suo talento di scrittore sono Le rose del Ventennio, sulla realtà quotidiana del fascismo, con il quale esordi nel 1958, e il successivo e non meno famoso Quando lItalia tollerava apparso la prima volta con le stampe di Mino Maccari.

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Quando L’ITALIA TOLLERAVA

Testimonianze

Come fece Erostrato di Dino Buzzati

Tre testimonianze di Giovanni Comisso

Interviste, verbali, registrazioni a cura di Mino Maccari

“Marchetta” è nata a Milano di Franco Pattarino

L’uscio del batticuore di Mario Soldati

Le “escursioni” degli intellettuali di Vincenzo Talarico

In via Panico di Cesare Zavattini

Le Avventure dell’Alessandrino

Le Avventure dell’Alessandrino

Volume Secondo

Autore/i: Hamaḏàni

Editore: Casa Editrice Marietti

prima edizione, presentazione di Francesco Gabrieli, traduzione, introduzione e note di Valentina Colombo.

pp. X-240, Genova

Nel X secolo, periodo storico contraddistinto dalla decadenza politica, si assiste al fiorire di grandi opere letterarie, tra le quali spicca il capolavoro di Hamaḏàni, formato da una serie di brevi componimenti in prosa rimata e ritmata, la cui stesura iniziò verso il 990 probabilmente si protrasse per molti anni.
Attraverso il doppio racconto del narratore all’autore, e di quest’ultimo ai lettori, l’opera riporta le traversie, le macchinazioni e i discorsi di Abd al-Fath l’Alessandrino, inframmezzati da digressioni su questioni Sociali e di critica letteraria. Le avventure dell’Alessandrino costituiscono uno dei generi più fecondi della letteratura araba, che ha influenzato la narrativa picaresca Spagnola e la letteratura araba moderna.

Hamaḏàni (Hamadan 968 – Herat 1008) nato e vissuto in Persia, fu noto per la sua profonda conoscenza dell’arabo e del persiano.

Deve senza dubbio il successo maggiore al genere letterario da lui avviato, le maqamāt, cui diede il nome e la forma definitiva. Divenne assai celebre presso i contemporanei anche come poeta, tanto da meritare l’ attributo di “meraviglia del secolo”.

Con questo secondo volume continua l’impegno editoriale della Finmeccanica per la realizzazione del Corpus arabo islamico, un’opera che, per la prima volta nel mondo, vedrà rappresentata la letteratura araba con testo originale, traduzione e commento.

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Introduzione

  • Il contesto storico-culturale
  • Badī’ al-Zamān al-Hamaḏàni
    • La vita
    • Le opere
  • Le Maqdāmāt
    • Il significato del termine “maqāmah” (pl. maqādmāt)
    • Genesi del genere maqama
    • Contenuto e struttura
    • Le Maqdāmāt dopo Hamadani
    • Manoscritti, edizioni e traduzioni
    • La presente traduzione

Hamaḏàni, Le avventure dell’Alessandrino (Maqdāmāt)

  • I Poeti
  • I datteri
  • Balkh
  • Il Sigistàn
  • Cufa
  • Il leone
  • Ġaylān, il poeta accusato di plagio
  • L’Azerbaigiàn
  • Ǧurgān
  • Isfahan
  • Ahvàz
  • Baghdàd
  • Bàssora
  • I Fazārah
  • Ğāḥhiẓ, lo scrittore
  • I cieco
  • Buhara
  • Qazvìn
  • I “figli di Sasān”
  • La scimmia
  • Mosul
  • La maḍīra
  • Il portafortuna
  • Il manicomio
  • La carestia
  • Il monito
  • Aswad, il beduino
  • L’Iràq
  • Ibn Ḥamdān, il Principe
  • Ruṣāfah
  • Il fuso
  • Shiràz
  • Ḥulwan
  • La crema di latte
  • Iblìs
  • L’Armenia
  • Nāğgim, l’uomo chiamato “astro che sorge”
  • Ḫalaf, il generoso
  • Nishapūr
  • Il sapere
  • La raccomandazione
  • Abū al-‘Anbas di Ṣaymarah
  • Il dīnār
  • La poesia
  • I sovrani
  • Il “giallo”
  • Sāriyah
  • Il Tamīm
  • Il vino
  • La ricerca dei tesori nascosti
  • Bišr, il brigante

Rivali di Dio – Parlano le Donne dei Preti

Rivali di Dio – Parlano le Donne dei Preti

Titolo originale: Rivales de Dieu – Les femmes de prêtre témoignent

Autore/i: Desfonds Odette

Editore: DATANEWS Editrice

prima edizione, prefazione dell’autrice, traduzione di Nora Tagliazucchi.

pp. 140, Roma

Odette Desfonds ha sposato un prete. Ha scelto di parlare poiché crede che nulla è più dirompente della forza della verità, che niente è più mortificante della menzogna, che lo scandalo non è nel suo amore ma nella legge che lo vieta.
In questo libro emozionante racconta la lotta che ha dovuto combattere per vivere alla luce del sole questo amore proibito.
E denuncia l’ipocrisia della Chiesa, l’istituzione che chiede ai preti di predicare l’amore ma rifiuta loro di fondare una famiglia. L’autrice racconta la sua esperienza ma anche quella di centinaia di altre donne di preti che vivono nell’ombra e che testimoniano con la crudezza delle loro parole una condizione drammatica.
Anche se questo non piace alla Chiesa, le donne dei preti esistono.
Odette Desfonds le ha incontrate. È per sostenerle che ha scritto questo libro. Ed anche perché possano esprimere le loro crisi, la loro rivolta e le loro speranze. Perché finalmente sia rotta la terribile legge del silenzio imposta dalla Chiesa.

Odette Desfonds, pubblicista e scrittrice, sposa di un prete cattolico, e fondatrice dell’Associazione francese “Claire voie”.

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Lettera dell’abate Pierre a Odette Desfonds
Prefazione

  1. Chiacchiere senza fondamento
  2. Silenzio, ci amiamo…
  3. La mia religione me lo vieta!
  4. Come il due di coppe
  5. Lamentarsi del brodo grasso
  6. Sante madri
  7. Per l’onore di Dio

Conclusione
Ringraziamenti