Libreria Editrice OssidianeLibreria Editrice Ossidiane

Storia Sociale degli Odori

Storia Sociale degli Odori

Titolo originale: Le miasme et la jonquille

Autore/i: Corbin Alain

Editore: Bruno Mondadori Editori

introduzione di Piero Camporesi, prefazione dell’autore, con uno scritto di Giorgio Manganelli, traduzione dal francese di Francesco Saba Sardi.

pp. LXIV-336, Milano

“Corbin racconta la storia degli odori tra Settecento e Ottocento, ma molte e preziose notizie ci racconta attorno alla lunga carriera degli aromi, dei profumi, dei tanfi, delle puzze, degli incensi, delle mofete e delle acque di rosa. Non v’è dubbio, per il bene e per il male, noi viviamo in un’epoca postodorosa. Peggio: quel che ci resta di odorato ci serve essenzialmente a a metterci in guardia contro cibi deteriorati, acque inquinate, aria tossica. La lettura di questa dotta, un pò elegante, storia degli odori ci suggerisce quel che pare ovvio, ma può venir trascurato: cioè, che l’igiene è un prodotto del tutto artificiale e tecnologico, ed esige una organizzazione centralizzata, scientifica, aggiornata, una tecnica […], una ideologia artificiale, ignara dalla puzza collettiva, e intesa a punire i tanfi individuali; ha in sè qualcosa di maniacale, come la ginnastica e la dietetica. Temo che qualunque decorosa proposta di miglioria del cosmo debba cominciare con una carezza sulla repulsiva testolina del malodore, e un brindisi al liquame.” (Giorgio Manganelli)

Alain Corbin, storico francese, studioso, tra l’altro, di storia della prostituzione, è autore di un libro che ha avuto un notevole successo in Francia, Les filles de noce (Flammarion, Paris 1978). Tra le sue opere tradotte in italiano Il mondo ritrovato di Luis-François Pinagot. Sulle tracce di uno sconosciuto (1798-1876) (Garzanti, Milano 2001).

Visualizza indice

Introduzione di Piero Camporesi

Prefazione

PARTE PRIMA
Rivoluzione percettiva ovvero l’odore sospetto

Capitolo I
L’aria e la minaccia putrida

  • Uno spaventoso brodo
  • Gli odori della corruzione

Capitolo II
I poli della vigilanza olfattiva

  • La terra e l’archeologia del miasma
  • La palude delle sanie

Capitolo III
Le emanazioni sociali

  • L’odore dei corpi
  • La gestione del desiderio e della repulsione
  • La sentina e gli odori della città malata

Capitolo IV
Ridefinire l’insopportabile

  • L’abbassamento delle soglie di tolleranza
  • L’antico alibi terapeutico
  • L’incriminazione del muschio
  • Il deprezzamento dell’aroma

Capitolo V
Il nuovo calcolo del piacere olfattivo

  • Il piacere e l’acqua di rose
  • Il profumo di Narciso

PARTE SECONDA
Purificare lo spazio pubblico

Capitolo I
Le strategie della deodorizzazione

  • Selciare. Drenare. Ventilare
  • Sfoltire. Disinfettare
  • I laboratori delle nuove strategie

Capitolo II
Gli odori e la fisiologia dell’ordine sociale

  • La breve età d’oro dell’osmologia e le conseguenze della rivoluzione lavoiseriana
  • L’utilitarismo e gli odori dello spazio pubblico
  • La rivoluzione dei cloruri e il controllo dei flussi

Capitolo III
La politica e le nocività

  • L’elaborazione del codice e il primato dell’olfatto
  • L’apprendistato della tolleranza

PARTE TERZA
Odori, simboli e rappresentazioni sociali
Cabanis e il senso delle affinità

Capitolo I
Il puzzo del povero

  • Le secrezioni della miseria
  • La gabbia e la tana
  • Sgrommare il miserabile

Capitolo II
«Il fiato della casa»

  • La fobia dell’asfissia e l’odore ereditario
  • Le esigenze degli igienisti e la nuova sensibilità
  • I gesti e le norme

Capitolo III
I profumi dell’intimità

  • «La pulizia perseverante»
  • Il sapiente calcolo dei messaggi corporei
  • Le brevi oscillazioni della storia della profumeria

Capitolo IV
L’ebbrezza e il flacone

  • Il respiro del tempo
  • Il turibolo dell’alcova
  • Una nuova gestione dei ritmi del desiderio

Capitolo V
«Risate in sudore»

  • La difficile battaglia contro l’escremento
  • Due concezioni dell’aria
  • Le virtù della sporcizia
  • Il libertinaggio del naso

Finale
«Gli odori di Parigi»

  • Il declino delle mitologie prepasteuriane
  • Il circuito ermetico o il torrente
  • Il ristagno o la diluizione

Epilogo
Conclusione

I Misteri del Sarcofago di Federico II

I Misteri del Sarcofago di Federico II

Un giallo di sette secoli fa

Autore/i: Autori vari

Editore: Fondazione Federico II Editore

a cura della delegazione FAI di Palermo.

pp. 56, nn. illustrazioni a colori e b/n, Palermo

Questa pubblicazione, oltre al divertente e fantasioso tentativo di Roberto Alajmo di districare il mistero delle tre salme rinvenute nel sarcofago di porfido rosso della cattedrale di Palermo, è certamente un interessante e utile spunto per stuzzicare la curiosità dei lettori nei confronti di fatti e personaggi storici di fondamentale rilevanza nella storia della nostra isola.

Visualizza indice

Presentazione di Gianfranco Miccichè

  • Un patrimonio da valorizzare di Alberto Acierno
  • Federico II fa ancora parlare di sè di Riccardo Agnello
  • Lo studio radiologico del sarcofago di Federico II di Svevia di Giuseppe Salerno
  • Dux Guglielmus erat genitus regis Friderici di Emanuele Giarrizzo
  • La compagna di Federico II di Roberto Alajmo

Freud il Perturbante

Freud il Perturbante

Autore/i: Carotenuto Aldo

Editore: Bompiani

pp. 224, Milano

Si può vivere la sensazione del “perturbante” e si può rappresentarla con la propria esistenza e con il proprio pensiero. Questo è quanto Sigmund Freud – creatore della sua definizione psicologica, ma anche e soprattutto suo portavoce – dimostrò all’interno della società, oltre che dell’ambiente scientifico dell’epoca. Questa la chiave di lettura deI saggio di Carotenuto, nel quale quella sensazione di spaesamento, di disorientamento e persino di angoscia che ci cattura a volte di fronte all’inspiegabile, si svela pian piano ai nostri occhi, mostrandoci non soltanto quanto il “perturbante” abiti gli ambigui e indefinibili territori dell’inconscio, ma anche come esso stesso abbia costituito un dolce rifugio per il peregrinare di artisti e letterati. Sottolineando, allo stesso tempo, come questo transitare, attraverso le lande inesplorate dell’inconscio e lo spaesamento della mente, diventi necessario per Freud – ma non soltanto per lui – affinché egli possa approdare a una formazione teorica complessa. Un punto di vista, questo di Carotenuto, che consente, accanto alla comprensione di alcuni passaggi cruciali dell’opera freudiana, di conoscere il fondatore della psicoanalisi in un nuovo ambiente, carico di pregnanza simbolica: “all’ombra del perturbante”.

Aldo Carotenuto è tra le figure più significative dello junghismo internazionale. È membro dell’American Psychological Association e presidente del Centro Studi Psicologia e Letteratura. Professore di Psicologia della Personalità all’Università di Roma, ha scritto oltre trenta libri, alcuni dei quali tradotti nelle maggiori lingue europee e in Giappone. Fra le sue ultime opere segnaliamo: Il gioco delle passioni, L’anima della donne, Vivere la distanza, La colomba di Kant, L’eclissi dello sguardo, Eros e Pathos, Il fondamento della personalità, Integrazione della personalità, Nostalgia della memoria, La strategia di Peter Pan, Trilogia delle passioni.

Visualizza indice
  1. Il perturbante
  2. Eredi o eretici
  3. Cercando Mosè
  4. La terapia “spazzacamino”
  5. La liturgia del transfert
  6. Dall’inconscio di Freud all’inconscio dell’uomo
  7. La dimensione nascosta
  8. Psicoanalisi e introversione: i modi della ricerca di se stessi
  9. La relazione terapeutica perturbante
  10. Transfert e controtransfert: il perturbante nel setting
  11. Il sonno della ragione genera mostri?
  12. Confusi ricordi d’infanzia
  13. Identità sessuale
  14. L’“Uroboros” del perturbante

Riferimenti bibliografici
Indice analitico

L’Incontro e la Svolta – La Psicologia Femminile e lo Sviluppo delle Adolescenti

L’Incontro e la Svolta – La Psicologia Femminile e lo Sviluppo delle Adolescenti

Titolo originale: Meeting at the Crossroads – Women’s Psychology and Girls’ Development

Autore/i: Brown Lyn Mikel; Gilligan Carol

Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore

traduzione dall’americano di Ester Dornetti, in copertina: Eadweard Muybridge, Animal Locomotion, Philadelphia 1887 (particolare), Museo fotografico, Stoccolma.

pp. 248, Milano

Karin: “Se mia mamma non risponde, mi tocca gridare… allora è costretta a sentirmi”. Jessie: “Quando sei arrabbiata con qualcuno e vuoi dire qualcosa di brutto ma non puoi… non ci riesci… sei terrorizzata perchè pensi che lo diranno in giro…”. Karin ha otto anni e la sua voce è schietta e autentica, Rivela il suo semplice e diretto desiderio di parlare e di essere ascoltata. Jessie ha undici anni e sta cominciando a tacitare i propri sentimenti e pensieri. È possibile ridare corpo alle voci soffocate dell’infanzia e impedire l’oblatività che caratterizza l’adolescenza femminile? Ed è possibile mettere in risonanza voci di bambine e voci di donne perchè queste si incontrino? Lyn Mikel Brown e Carol Gilligan ritengono che non solo ciò sia possibile ma che si aprirebbero nuovi orizzonti nello sviluppo femminile e nuove possibilità di partecipazione all’elaborazione di un cambiamento politico.

Lyn Mikel Brown è assistente e docente presso il Dipartimento di Pedagogia del Colby College.

Carol Gilligan è professore di Psicologia evolutiva alla Graduate School of Education dell’Università di Harvard. È autrice di Con voce di donna (Feltrinelli 1987 e 1991).

Visualizza indice

Ringraziamenti

  1. Un viaggio di scoperta
  2. Gli armonici del rapporto
  3. Suonare il fischietto nel mondo relazionale: tre guide per l’infanzia
  4. Avvicinandosi al muro: tre guide per entrare nell’adolescenza
  5. I fiumi si gettano nel mare: tre guide attraverso l’adolescenza
  6. Danzando al crocevia

Note

Riferimenti bibliografici

I Dieci Comandamenti – I Doveri dell’Uomo nelle Tre Religioni di Abramo

I Dieci Comandamenti – I Doveri dell’Uomo nelle Tre Religioni di Abramo

Per riscoprire il valore quotidiano delle leggi di Dio

Autore/i: Chouraqui André

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, traduzione di Alessandra Benabbi, titolo originale: Les dix Commandements aujourd’hui, in sovracoperta: Jusepe de Ribera, Mosè (part.), 1638, Napoli, Certosa di San Martino.

pp. 274, illustrazioni b/n, Milano

Qual è il significato dei dieci Comandamenti oggi e qual è stato ai tempi di Mosè? Perché quelle antiche parole, venerate da tutti, sono state e sono ripetutamente tradite e violate? Eppure la loro eredità, conservata dagli ebrei nella Bibbia, è stata ripresa dagli altri due grandi testi del monoteismo, il Nuovo Testamento e il Corano. E anche per la società dei laici hanno un valore fondante: i loro principi sono stati fatti propri dalla legislazione nazionale e internazionale, e formano la base della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Mai, però, gli uomini sono stati lontani dall’applicarli.
Uscire dall’astrazione dei dieci Comandamenti perché si riesca a realizzarli concretamente per la difesa dell’individuo è quanto si propone il grande biblista André Chouraqui. Dedicano un capitolo a ciascuno di essi, ne racconta l’origine e la storia attraverso i secoli e la versione che ne dà ognuna delle tre religioni di Abramo: l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam. Uno sguardo sincretista e originale, che al di là delle secolari sovrastrutture filosofiche e teologiche, al di là dei conflitti e delle guerre che ne sono nati vuol ritrovare il messaggio rivolto a ciascuno di noi, «a prescindere dall’età, dal popolo, dalla religione e dalla tradizione culturale di appartenenza».
Nella sua ricerca Chouraqui trova continui spunti di riflessione, delinea scorci del passato e ritratti di scrittori, filosofi e religiosi, analizza la lingua antica e la cultura moderna. Un’appassionata e importante riflessione sui grandi doveri e valori dell’uomo alla luce di trentatré secoli di storia e di fede.

André Chouraqui, nato in Algeria e vissuto in Francia e Israele, è stato consigliere di Ben Gurion ed è membro del comitato esecutivo del Congresso delle religioni per la pace. Biblista di fama internazionale, ha tradotto in francese la Bibbia, il Nuovo Testamento e il Corano. Tra i suoi libri pubblicati di recente in Italia, Il Pensiero ebraico (Queriniana 1989), Forte come la morte è l’amore (San Paolo 1994), Mosè: viaggio ai confini di un mistero rivelato e di un’utopia possibile (Marietti 1996).

Visualizza indice

Tre millenni orsono, i dieci Comandamenti
Ai giorni nostri, alcuni stralci della Dichiarazione
universale dei diritti dell’uomo

Parte prima
DAI DOVERI DELL’UOMO AI DIRITTI DELL’UOMO

Premessa

Parte seconda
I DIECI COMANDAMENTI

  • I comandamenti prima dei dieci Comandamenti
  • Il primo Comandamento
  • Il secondo Comandamento
  • Il terzo Comandamento
  • Il quarto Comandamento
  • Il quinto Comandamento
  • Il sesto Comandamento
  • Il settimo Comandamento
  • L’ottavo Comandamento
  • Il nono Comandamento
  • Il decimo comandamento

Parte terza
NELL’ALDILA DELLE RELIGIONI

  • Un mutamento universale

Appendice
I NOMI DIVINI NELLA BIBBIA

Note
Bibliografia
In memoria
Indice dei nomi

La Scala di Cristallo – Guida all’Ascenzione

La Scala di Cristallo – Guida all’Ascenzione

Titolo originale: The Crystal Stair: A Guide to the Ascension

Autore/i: Klein Eric

Editore: Macro Edizioni

prima edizione, introduzione e prefazione dell’autore, introduzione di Sananda, traduzione di Sergio Orrao, revisione di Silvia Pareschi.

pp. 260, Diegaro di Cesena (FC)

L’ESPERIENZA DELL’ASCENSIONE È IL NATURALE PASSO SUCCESSIVO DELL’EVOLUZIONE UMANA

Ascendere significa lasciarsi alle spalle la nascita e la morte; significa ottenere una condizione di immortalità in cui la coscienza non è più imprigionata in quel sonno che é comunemente chiamato morte; significa smettere di invecchiare e riuscire a raggiungere altri mondi e dimensioni.

La Scala di Cristallo descrive i passi da compiere per fare questo salto vibrazionale e di consapevolezza.

Dal momento della sua pubblicazione La Scala di Cristallo ha venduto oltre 100.000 copie ed é stata tradotta in otto lingue. Ha avuto un ruolo fondamentale nel tracciare l’idea dell’ascensione sulla mappa della consapevolezza umana. Questa edizione aggiornata supporta coloro che hanno scelto di dedicare le loro vite alla via spirituale in questo momento di transizione planetaria.
Un’opera senza tempo, forte di speranza, amore e ispirazione, da utilizzarsi come chiave per scoprire i misteri finora celati di quella trasformazione che prende il nome di ascensione.

«È nostro desiderio che queste informazioni siano rese pubbliche poiché riguardano anche la trasformazione che sta avvenendo in questo momento sulla Terra. Ogni essere umano che sta ascendendo farà esperienza della sua rinascita, in una nuova dimensione di consapevolezza, mentre la Terra stessa vivrà un periodo di potente transizione.
Invito ognuno di voi a prendervi parte non come semplici spettatori, ma come partecipanti attivi, a ritornare alla vostra maestà, alla vostra natura divina, ad ascendere e ritornare alla piena consapevolezza che avete in voi da tanto tempo.
» Sananda

Eric Klein, è diventato ricercatore spirituale nel 1972 diventando ben presto canalizzatore dei Maestri Ascesi.
Le sue canalizzazioni pubbliche hanno stupito gli Stati Uniti e il Canada, e sono state la base per libri di successo mondiale. Accompagna la sua attività di scrittore e conferenziere a quella di musicista e compositore.

Visualizza indice

Introduzione dell’Autore
Prefazione
Introduzione di Sananda

Prima lezione:
Introduzione all’ascensione, Sananda

Seconda lezione:
Il Comando di Ashtar, Ashtar

Terza lezione:
Spezzare le catene, Sananda e l’Arcangelo Michele

Quarta lezione:
Servizio, St. Germain

Quinta lezione:
La guarigione e il corpo emozionale, Sananda

Sesta lezione:
Istruzioni conclusive, Ashtar e Sananda

Il punto della situazione, Ashtar e Sananda

Aggiornamento sulla missione, Ashtar e Sananda

Note sull’autore

Racconti dei Saggi del Deserto

Racconti dei Saggi del Deserto

Autore/i: André Paul

Editore: L’Ippocampo

prima edizione italiana, prefazione dell’autore, traduzione dal francese di Fabrizio Ascari.

pp. 254, nn. illustrazioni a colori, Milano

Poiché i retaggi orali (racconti, canti, musiche…) racchiudono l’anima collettiva delle genti, ho spigolato qua e là e con passione frammenti di leggende, di detti, di canzoni che mi sono limitato a raccogliere e a “mettere in musica”, un po’ come un compositore ricostruirebbe un puzzle partendo da brandelli di partiture. Questi racconti parlano delle peculiarità umane: gioia e paura di vivere, precarietà del quotidiano, misteri e desideri dell’amore e dell’infinito, consapevolezza della morte o forza della speranza.
I Tuareg riescono a forgiare belle lame con un semplice fuoco di ramaglie. Non ho fatto che ravvivare uno dei tanti focherelli.

Racconti dei Saggi Yiddish

Racconti dei Saggi Yiddish

Autore/i: Zimet Ben

Editore: L’Ippocampo

traduzione dal francese di Fabrizio Ascari.

pp. 116, nn. illustrazioni a colori, Milano

Tenete questo libro accanto a voi. Apritelo ogni tanto, come si va a trovare un amico. E se avete bisogno di un consiglio, di un lume sul vostro percorso intimo, chiedeteglielo, per mero gioco. Chiudete gli occhi. Aprite il libro. Aprite gli occhi. Ringraziate chi volete.

Ben Zimet racconta il mondo yiddish attraverso molteplici incontri: contadini e mercanti, cantori e maestri spirituali, rabbini e musici; tutti quanti testimoniano la vitalità e l’umorismo di una lunga tradizione orale.

Dodici Fili d’Oro – Quando il Cuore e la Mente Possono Trasformare la Tua Vita in un’Avventura Meravigliosa

Dodici Fili d’Oro – Quando il Cuore e la Mente Possono Trasformare la Tua Vita in un’Avventura Meravigliosa

Titolo originale: Twelve Golden Threads

Autore/i: Webb Aliske

Editore: Sperling & Kupfer Editori

premessa e nota dell’autrice, traduzione di Lisa Morpurgo.

pp. IX-150, Milano

« La nonna commento sorridendo: “Ragazze, la progettazione del vostro quilt è un’eccellente metafora della progettazione della vostra esistenza. Lavorare alla vostra trapunta rappresenta l’attività che svolgete e le lezioni che apprendete dalla vita. In entrambi i casi state creando un pezzo del vostro futuro. Prefiggersi una meta significa guardare avanti. Come primo esercizio, è importantissimo assicurarsi che il quilt corrisponderà, alla fine, esattamente: a come l’avevate immaginato. Descrivetelo a voi stesse con gli occhi della mente, tracciatene il disegno nella vostra testa prima di applicarvi alla confezione vera e propria. Che il disegno sia grande e colorato, ma anche curato nei minimi dettagli.” »

Un’anziana signora, Alice Myers, introduce le due nipoti nell’universo dei quilt, insegnando loro a confezionare le tipiche e coloratissime trapunte americane. Sotto lo sguardo attento e comprensivo di Angela, madre delle ragazze e voce narrante di tutta la vicenda, gli incontri con la nonna si trasformano in qualcosa di molto più intenso: una trasmissione di conoscenze, valori profondi e piccoli spunti di saggezza quotidiana da una generazione all’altra. Jennifer è appena uscita dal college, segue uno stage presso una banca e aspira fortemente a diventare ricca prima dei trent’anni, Susan, più timida e posata della sorella, ama i bambini e vuol fare la maestra. Per entrambe i semplici consigli della nonna, elargiti con humour e amore nel corso di dodici «lezioni», assumono sempre più il valore di una metafora della vita: le due giovani don- ne scoprono come creare la trama del proprio destino combinando impegno, qualità e perseveranza con una giusta dose di colori brillanti. Ci vorranno dodici mesi perché i quilt di Jennifer e Susan vengano ultimati e per quell’epoca anche il lungo cammino di Alice volgerà al termine; ma alle due nipoti resterà da finire il meraviglioso quilt da lei destinato ad Angela. E insieme agli innumerevoli doni materiali e spirituali lasciati dalla nonna, scopriranno anche ciò che lega e «cuce» insieme ogni cosa: l’ago d’oro, Narrata in modo semplice e toccante, la storia di una formazione tutta al femminile che – slegata per esplicita volontà dell’autrice dalla formula «soldi, potere e celebrità» – mira con garbo e leggerezza a condurre ognuno alla confezione del grande quilt della vita.

Aliske Webb è un’autrice particolarmente attenta al tema della creatività e alle questioni femminili. Tiene conferenze in tutto il paese, viaggiando per gli Stati Uniti con il marito e il figlio. Uno dei suoi hobby preferiti è la confezione di quilt.

Il Vantone

Il Vantone

Titolo originale: Miles glorious

Autore/i: Plauto

Editore: Garzanti Editore

prima edizione, versione di Pier Paolo Pasolini.

pp. 156, Milano

Posso dire proprio solo due parole su questa traslazione da Plauto. Essa è nata casualmente – ma dopo reiterati appostamenti e dichiarazioni d’intenzione – nel caso di una rappresentazione reale: su ordinazione, insomma. Ebbene, eccola qua ora. A proposito di Plauto, non sono provvisto del materiale necessario per una revisione. Non c’è che questa lettura isolata, su testo vivisezionato per necessità tecniche. Sulle superfici interne, che così, a piccoli tratti, mi apparivano sott’occhio – un occhio però armato della lente deformante dell’artigiano in smania di «rifacimento», più che della lente dell’analista! – potevo avanzare delle magre ipotesi stilistiche: dei conati, privati, arbitrari, d’interpretazione. Ma non sapevo decidermi: era Plauto un sobrio aristocratico? o uno sbrigativo plebeo? nell’un caso e nell’altro dotato dell’aggressività del teatrante sicuro, che non ammette repliche, che pone di fronte al fantasma ontologico del «teatro»? Non ho risolto la questione: fastidio e fascino, sospetto di vacuità e senso di grandezza, si alternano ancora nell’animo mio, ripensando alle tre settimane di quel mio lavoro di rifacitore. Che in Italia ora esista un «teatro» analogo a quello in cui affondava le sue prepotenti radici il lavoro di Plauto, è cosa da mettere senza esitazione in dubbio. Per che palcoscenico, dunque, per che spettatori traducevo io? Dove potevo trovare una sede dotata di tanta assolutezza, di tanto valore istituzionale? Nel teatro dialettale, sì, ma il testo di Plauto non era dialettale. Del teatro corrente, ad alto livello, in lingua, mi faceva (e mi fa) orrore il birignao. Beh, qualcosa di vagamente analogo al teatro di Plauto, di così sanguignamente plebeo, capace di dar luogo a uno scambio altrettanto intenso, ammiccante e dialogante, tra testo e pubblico, mi pareva di poterlo individuare forse soltanto nell’avanspettacolo… E a questo, è alla lingua di questo, che, dunque, pensavo – a sostituire il «puro» parlato plautino. Ho cercato di mantenermi, il più squisitamente possibile, a quel livello. Anche il dialetto da me introdotto, integro o contaminato, ha quel sapore. Sa più di palcoscenico che di trivio. Anche la rima, da me inaspettatamente, credo, riassunta, vuol avere quel tono basso, pirotecnico. Il nobilissimo «volgare», insomma, contagiato dalla volgarità direi fisiologica del capocomico… della soubrette… (Ma nel fondo, a protezione della sua aristocraticità sostanziale, della sua letterarietà, ecco l’ombra dei doppi settenari rimati di una tradizione comica riesumata sotto il segno di Molière.) (Pier Paolo Pasolini)

Antropologia della Vulnerabilità

Antropologia della Vulnerabilità

Autore/i: Stanghellini Giovanni

Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore

prima edizione, ringraziamenti e introduzione dell’autore, collana: I Campi Del Sapere.

pp. 216, Milano

Che rapporto c’è tra follia e libertà ? E tra follia e creatività ? Quale orizzonte di autodeterminazione lascia intravedere la follia e quale margine di scelta consente la psicosi a chi ne è colpito? Queste sono le domande che sottendono questo libro, che sceglie di prendere inizio da un’analisi del concetto di vulnerabilità  – e cioè da uno degli organizzatori forti delle attuali conoscenze psichiatriche – affinchè la riflessione e la prospettiva antropologica che esso propugna non perdano contatto con l’inclinazione clinica e pragmatica che contraddistingue la psichiatria contemporanea.
La radicale esperienza di depersonalizzazione che caratterizza la vulnerabilità  alle psicosi viene interpretata a partire dalla fondamentale posizione di eccentricità indigena alla condizione umana: dalla distanza, cioè, che normalmente separa l’uomo da se stesso e dall’intenzione di essere se stesso e, al contempo, di trascendersi per potersi comprendere vedendosi “da altrove”. Questa dialettica tra identità  e non-identità  è quanto garantisce la salute mentale e la libertà. La condizione che dispone alle psicosi è invece rappresentata da un’eccessiva inclinazione ad allontanarsi dal proprio ruolo sociale e dal proprio mondo così come vengono determinati dalla propria storia personale e imposti dal contesto delle relazioni, o, simmetricamente, da un’eccessiva resistenza a prendere le distanze.

Giovanni Stanghellini, psichiatra, vive e lavora a Firenze presso il Dipartimento di Salute mentale: è segretario della Società  italiana per la psicopatologia e, autore, con Arnaldo Ballerini, di Ossessione e rivelazione (1992), curatore di Verso la schizofrenia. La teoria dei sintomi-base (1992).

Visualizza indice

Ringraziamenti

Introduzione: La persona: opzione etica o vincolo epistemologico?

I. La nozione clinica di vulnerabilità

  • Alcuni precursori storici
  • Uso naturalistico ed euristico del concetto di vulnerabilità
  • La vulnerabilità  come tratto preesistente e persistente agli episodi psicotici
  • Due critiche a Zubin
  • Vulnerabilità  e sintomi-base: la polemica tra il Vecchio e il Nuovo continente
  • Sintomi base e intenzionalità
  • Ulteriori sviluppi : il modello “illnes-coping”
  • Dimensionalità  dei sintomi psicotici
  • Dall’idea di decorso naturale a quella di percorso individuale

II. Radici antropologiche del concetto di vulnerabilità

  • La deriva storica delle teorie antropologiche
  • Il padre fondatore
  • Il principio dialettico in Eugen Bleuler
  • Contenuto fenomenico e significato antropofenomenologico dei disturbi primari
  • Excursus sul “principio dialettico” nella letteratura pre e post-bleuleriana
  • Vulnerabilità , normalità , creatività
  • Persona e psicosi: tre paradigmi a confronto

III. Psicopatologia e antropologia: il tragico

  • La lotta come icona della follia
  • Eccentricità  e antagonismo
  • L’eroe, il poeta e l’”individuo” moderno
  • Alle origini del paradigma individualista: autonomia, autocontrollo e distacco dal mondo
  • L’”akrasia”: azione contro il miglior giudizio
  • Homo biographicus
  • La nascita dell’uomo tragico: la storicità  e la lotta
  • La stramberia e il tragico
  • Dall’agonismo del mondo magico alla regia dell’esserci

IV. Sul significato psicopatologico e antropologico della vulnerabilità

  • “Epochè” fenomenologica e psicopatologica
  • Tensionalità  e dissonanza in Hölderlin e Van Gogh
  • Metafora e catastrofe percettiva
  • La diagonale tragica
  • L”occhio nuovo”
  • La proporzione antropologica

V. Metafore del patologico

  • La nozione di “dispositivo antropologico”
  • Autenticità -inautenticità
  • Proporzione-sproporzione
  • Euritmia-aritmia
  • Attività -passività

VI. La “posizione” di Jakob Wyrsch e il progetto di una psichiatria antropologica

  • La posizione dell’uomo nel cosmo e di fronte alla malattia
  • Posizione e atteggiamento verso il processo
  • Orizzonte clinico e antropofenomenologico
  • Doppia natura dei sintomi evolutivi
  • Posizione e proporzione antropologica
  • Persona e vulnerabilità

VII. Verso la definizione del concetto di “vulnerabilità  endotimica”

  • La disforia tra risentimento e atopia
  • Personalità  e disturbi affettivi: ipotesi principali
  • Vulnerabilità  affettiva e personalità  premorbosa
  • Verso la definizione del concetto di “vulnerabilità  endotimica”
  • Vulnerabilità  endotimica e sintomi prodromici
  • Vulnerabilità  endotimica e temperamenti affettivi
  • Vulnerabilità  endotimica e sindrome assiale endogenomorfa
  • Instabilità  dinamica, stati misti, disforia
  • Vulnerabilità  endotimica e disforia

VIII. Melancolia e disforia

  • Disforia, personalità  e vulnerabilità  endotimica
  • Configurazioni antropologiche associate alle sindromi depressive
  • Orientamento temporale e orientamento etico della personalità
  • Configurazioni antropologiche e culture: individualismo e collettivismo
  • Depressioni melancoliche e depressioni disforiche
  • Una visione antropologica della disforia

IX. Umori e valori. Temperamenti e personalità

  • I confini della “personalità”
  • I confini del “temperamento”
  • Caratteri patologici della personalità : sproporzione e rigidità
  • Umori e valori

X. Per un’antropologia della vulnerabilità

  • Vulnerabilità , un paradigma “democratico”
  • I contributi della psicopatologia fenomenologica descrittiva e costitutiva
  • La prospettiva della psicopatologia fenomenologica eidetica
  • Splendori e miseria dell’”epochè” fenomenologica
  • Conclusione

Bibliografia
Indice dei nomi

L’Antica Via degli Empi

L’Antica Via degli Empi

Titolo originale: La route antique des hommes pervers

Autore/i: Girard René

Editore: Adelphi Edizioni

traduzione di Carla Giardino, Saggi nuova serie 14.

pp. 212, Milano

«Oggi la volontà di “rispettare le differenze” arriva al punto di mettere tutte le “verità” sullo stesso piano. Abbandona, in fondo, l’idea stessa di verità, poiché in essa non vede altro che una fonte di conflitto. Ma se noi mettiamo la “verità dei persecutori” e la “verità della vittima” allo stesso livello, presto non ci saranno più né differenze né verità per nessuno. Gli “amici” sono perfettamente “sinceri”, ma la loro “verità” è il linciaggio degli innocenti. Ed è anche una mistificazione. La “verità” che enuncia Giobbe è ben altro: è verità incondizionata, assoluta».

A chiunque si chieda che cos’è il male è utile mettere subito in mano il Libro di Giobbe. Il male di cui esso parla assume tutte le forme – e anzitutto quella della malattia e della morte. Ma è anche il male che gli uomini commettono, spesso nella convinzione di operare il bene: e forse è proprio di questo male che Giobbe parla. La persecuzione, la vittima, il processo: tutto ciò sarebbe dunque al centro del Libro di Giobbe. Ed è anche al centro, sin da La violenza e il sacro, dell’opera di Girard. Non solo: quel centro non è uno dei tanti possibili, ma il centro necessario, ineludibile di ogni pensiero. Esso coincide con una figura: il capro espiatorio, e Giobbe sarebbe appunto il capro espiatorio che più si avvicina alla propria verità. Sotto questo profilo, è illuminante osservarlo sempre in contrappunto a un altro capro espiatorio: Edipo. Ma occorre anche mettere Giobbe in rapporto con fatti dei quali i moderni detengono il triste privilegio, come i processi totalitari. Che altro sono, infatti, i Dialoghi fra Giobbe e coloro che si presentano come suoi «amici» se non il modello di ogni processo in cui l’imputato è già condannato in partenza? Incontrando Giobbe, Girard ha trovato la figura più vicina al cuore di tutto ciò che è andato scrivendo. Il suo pensiero sembra allora addensarsi al massimo – e al tempo stesso cercare formulazioni di una chiarezza ultima, indubitabile. «Ci sono due verità in senso relativo, nel senso del “relativismo” e del “prospettivismo”, ma c’è una sola verità in rapporto alla conoscenza, ed è la verità della vittima». E alla verità della vittima è dedicata L’antica via degli empi.

Di René Girard sono usciti presso Adelphi, oltre a La violenza e il sacro (1980), Delle cose nascoste sin dalla fondazione del mondo (1983) e Il capro espiatorio (1987). L’antica via degli empi e apparso per la prima volta nel 1985.

Visualizza indice

I.    IL CASO GIOBBE

  • 1. Giobbe vittima del suo popolo
  • 2. Giobbe idolo del suo popolo
  • 3. L’antica via degli empi

II.   MITOLOGIA E VERITÀ

  • 4. Le schiere celesti
  • 5. Realismo e trasfigurazione
  • 6. Edipo e Giobbe
  • 7. «Dai piedi dei cavalli travolta senza scampo»

III.  IL MIMETISMO

  • 8. «Tutta una terra invasa dal male che la infetta»
  • 9. Il Salmo 73
  • 10. Il torrente montano

IV.   DAL MECCANISMO AL RITUALE

  • 11. Il Tofet pubblico
  • 12. L’orfano estratto a sorte
  • 13. Origine e ripetizione
  • 14. Giobbe e il re sacro
  • 15. L’evoluzione dei riti

V.   LA CONFESSIONE DELLA VITTIMA

  • 16. Un processo totalitario
  • 17. La ricompensa
  • 18. Giobbe ha dei cedimenti
  • 19. «Il mio difensore è vivo»
  • 20.  «Il cruento riscatto per lo sviamento della città»
  • 21. Il Dio delle vittime

Titulus Crucis – La Scoperta dell’Iscrizione Posta sulla Croce di Gesù

Titulus Crucis – La Scoperta dell’Iscrizione Posta sulla Croce di Gesù

Titolo originale: Die Jesus-Tafel. Die Entdeckung der Kreuz-Inschrift

Autore/i: Hesemann Michael

Editore: Edizioni San Paolo

prefazione di Carsten Peter Thiede, introduzione dell’autore, traduzione dal tedesco di Olivia Pastorelli (introduzione e capp. 1-6) e Marino Parodi (cap. 7 e appendici).

pp. 424, nn. tavole a colori f.t., nn. illustrazioni b/n, Cinisello Balsamo (Milano)

Il Vangelo di Giovanni è preciso fino al dettaglio: «Pilato compose l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: “Gesù il Nazareno, il re dei Giudei”. Era scritta in ebraico, in latino e in greco» (Gv 19,19-20). È questo il titulus crucis trovato da sant’Elena e conservato a Roma nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme.
Colpito dal valore documentale e simbolico della tavoletta, Michael Hesemann ha voluto verificare i dati della tradizione con indagini di carattere storico e scientifico. Con sorpresa crescente ha potuto constatare che le indicazioni sono concordi: il legno è precedente al IV secolo; il tipo di scrittura è quello utilizzato ai tempi di Gesù; il testo è proprio quello riportato dal Vangelo di Giovanni.
Si impone allora la conclusione: la tavoletta conservata a Santa Croce in Gerusalemme è davvero il titulus crucis, l’iscrizione posta sulla croce di Gesù? Un’opera che ha avuto una grande eco nel mondo, un volume che ripropone l’incontro con l’Uomo della croce.

«Non c’è alcun momento storico in cui possa essersi verificato un evento esterno tale da giustificare la sua “fabbricazione”. Con un’unica eccezione, appunto: le ore precedenti la crocifissione di Gesù». (Dalla prefazione di Carsten Peter Thiede)

«Ammirazione e apprezzamento esprimo anche a nome di Giovanni Paolo II per il suo impegnativo lavoro di ricerca sulla venerabile reliquia del titulus crucis. Davvero questo muto testimone della passione di nostro Signore è il simbolo dei duemila anni dalla nascita di Gesù». (Stanislaus Dziwisz)

Michael Hesemann, giornalista, è caporedattore della rivista 2000. Appassionato di storia e di antropologia culturale è autore di diversi libri di successo. La sua opera sul Titulus crucis stata presentata al papa ed è stata oggetto di dibattito alla Pontificia Università Lateranense.

La Chiave Spirituale dell’Astrologia Musulmana – Secondo Mohyiddîn Ibn ’Arabî

La Chiave Spirituale dell’Astrologia Musulmana – Secondo Mohyiddîn Ibn ’Arabî

Autore/i: Burckhardt Titus

Editore: Se

traduzione di Aurora Ciliberti, in copertina: Particolare della Cupola di Santa Sofia a Istanbul.

pp. 72, Milano

Titus Burckhardt, di cui SE ha già pubblicato La maschera sacra, Siena città della Vergine e Considerazioni sulla conoscenza sacra, è considerato da lungo tempo, con Eliade e Guénon, uno dei maestri indiscussi della tradizione spiritualista. Con La chiave spirituale dell’astrologia musulmana (1950) ci offre l’occasione di approfondire la storia e i capisaldi di una scienza antichissima, affrancandola così dalle semplificazioni e dagli abusi compiuti dalla cultura occidentale.
Scrive Burckhardt nell’esordio del libro: «L’opera scritta del “più grande Maestro” sufi, Mohyiddîn Ibn ’Arabî, comporta alcune considerazioni sull’astrologia che permettono d’intravedere come questa scienza, giunta all’occidente moderno in modo frammentario e ridotto a certe sue applicazioni contingenti, potesse riallacciarsi a principi metafisici, dipendendo, dunque, da una conoscenza a sé stante. L’astrologia quale fu nelle civiltà cristiana e islamica, e come ancora sussiste in certi paesi arabi, deve la sua forma all’ermetismo alessandrino. Essenzialmente non è dunque né cristiana né islamica, e non potrebbe d’altra parte trovar posto nella prospettiva religiosa delle tradizioni monoteiste, dato che questa prospettiva insiste sulla responsabilità dell’individuo davanti al suo creatore».

Easy Life – I Dieci Comandamenti del Terzo Millennio

Easy Life – I Dieci Comandamenti del Terzo Millennio

Autore/i: Freeman Steven

Editore: Albatros

prima edizione, prologo dell’autore.

pp. 176, Roma

«Fin dal primo viaggio, ogni volta che avevo incontrato ostacoli o vissuto situazioni negative, da quella situazione era scaturito qualcosa di positivo. Ogni singola negatività aveva realmente in se qualcosa di buono.»

Caro lettore, non ti fare illusioni: l’oggetto che hai in mano ha un peso, è vero, è fatto di carta, ha una copertina accattivante e si compone di circa duecento pagine, ma non è un libro. No, Easy Life non è un libro. Easy Life è una possibilità, un invito a partire, a uscire fuori dalla gabbia dell’io per esplorare le straordinarie potenzialità dell’uomo. Easy Life è un ampio sguardo sul mondo, un viaggio dalla meta sempre più lontana, il continuo espandersi dell’ultimo orizzonte. Abbandonandoti alla dolce curva di questo straordinario peregrinare, tu, lettore, diventerai protagonista di un’esperienza unica: capitolo dopo capitolo, tappa dopo tappa, sarai condotto in sempre nuovi oltre, in miraggi di felicità che pian piano prendono forma e consistenza.

Con stupore scoprirai quanto artefice sei del tuo destino, prigioniero di te stesso, padrone e schiavo insieme, e di quanto tempo, di quante energie ti privi nell’eterna lotta tra oppressore e oppresso che inconsapevole ogni giorno porta avanti.

Con stupore scoprirai che quanto più lontano andrai, tanto più entrerai in te stesso, per conoscerti, amarti e viverti davvero.

Un uomo comune si trova ad intraprendere una serie di affascinanti viaggi incontrando ogni volta dei personaggi misteriosi e fantastici, ciascuno dei quali gli svela un “comandamento”. Seguendo questi insegnamenti impara a vivere bene e serenamente, e anche ad… essere felice!
Il libro è liberamente ispirato a Il Gabbiano Jonathan Livingstone e si propone di fornire un contributo complementare a La Profezia di Celestino. Ma mentre il Gabbiano è un libro-metafora e la Profezia suggerisce un cambiamento della propria vita nel lungo termine, Easy Life propone un intervento immediato nell’atteggiamento di ogni giorno, con lo scopo di raggiungere (o almeno provarci) la felicità “momento per momento”, non al raggiungimento di qualche ipotetico obiettivo futuro.

Visualizza indice

PROLOGO

  1. AMA TE STESSO SENZA LIMITI. ED ESTENDI LAMORE AL TUO PROSSIMO
  2. CREDI NELLE TUE CAPACITÀ, E SCOPRILE
  3. RIMANI TE STESSO, E IMPARA A STACCARTI DALLE SITUAZIONI CHE VIVI
  4. RICONQUISTA IL TUO RAPPORTO CON Il PADRE E LA MADRE
  5. NON AMMAZZARE IL BAMBINO CHE HAI DENTRO
  6. COMMETTI SOLO AZIONI DI CUI POTRAI ESSERE FIERO, E DI CUI NON DOVRAI PENTIRTI
  7. NON LASCIARE CHE RUBINO I TUOI SOGNI; COLTIVA ALMENO UNA PASSIONE
  8. CERCA DI FARE QUELLO CHE TI PIACE, E QUANDO NON È POSSIBILE, FATTI PIACERE QUELLO CHE FAI
  9. DESIDERA CIO CH E VUOI, E CERCA DI MERITARTI CIO CHE DESIDERI
  10. NON SFORZARTI DI RAGGIUNGERE LA FELICITA: VIVILA ADESSO!

EPILOGO

Il Miracolo di Padre Pio

Il Miracolo di Padre Pio

«Ha salvato mio figlio» il racconto della madre

Autore/i: Ippolito Maria Lucia

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, introduzione dell’autrice.

pp. 358, nn. tavole a colori f.t., Milano

«C’è un dolore immenso che mi pervade tutti i giorni nel momento in cui osservo Matteo spogliarsi e lavarsi. Ogni sua cicatrice è una ferita nel mio animo, è un film che scorre davanti ai miei occhi, ripristinando intense tutte le emozioni terribili vissute allora. Ma insieme al dolore, sgorga dalle mie labbra, inarrestabile e continuo, un grazie, grazie, grazie.»

Il 16 giugno 2002 padre Pio verrà proclamato santo. Il miracolo alla base della canonizzazione è avvenuto tra il 20 e il 31 gennaio 2000 ed è consistito nella guarigione di un bambino di 7 anni, Matteo Colella, da una rarissima e mortale forma di sepsi meningococcica. In questo libro la madre di Matteo racconta l’odissea di quei giorni, riportando la testimonianza del figlio e del suo “incontro” con padre Pio. Il volume contiene anche le relazioni delle commissioni mediche e teologiche attestanti la presenza di una guarigione non spiegabile da parte della scienza medica.

Maria Lucia Ippolito, nata a Foggia nel 1960, madre di Alessandro e di Matteo, insegna in un istituto professionale. Il marito, Antonio Colella, è medico chirurgo presso l’ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotondo.

Il Popolo che Sconfisse la Morte – Gli Etruschi e la loro Lingua

Il Popolo che Sconfisse la Morte – Gli Etruschi e la loro Lingua

Autore/i: Semerano Giovanni

Editore: Bruno Mondadori Editori

a cura di Maria Felicia Iarossi, introduzione dell’autore, in copertina: particolare della Tomba degli Àuguri, VI secolo a.C.

pp. XII-164, nn. tavole a colori f.t., Milano

Dopo il grande successo de L’infinito un equivoco millenario, Semerano si misura con il tema oscuro e controverso della lingua etrusca, raccogliendo i frutti di un lungo e paziente lavoro di ricerca storica e filologica. La tesi centrale è suggestiva quanto rivoluzionaria: l’etrusco è una koiné mediterranea, un incontro tra lingue di ceppo semitico, le cui radici sono da ritrovare nell’ampio e remoto orizzonte che va da Sumer a Babilonia, dall’Assiria a Ebla. Un complesso quadro storico colpevolmente ignorato dagli etruscologi del passato; un altro colpo inferto al falso mito dell’”indoeuropeo”; un nuovo, prezioso contributo alla discussione sulle origini delle lingue europee, Attraverso inesplorati percorsi etimologici – in appendice viene offerta per la prima volta la traduzione definitiva, con testo a fronte, delle Lamine di Pyrgi della Tavola di Cortona – Semerano ci svela così il mistero etrusco, ci accompagna tra i luoghi e le sinuosità di una cultura profonda, ricca di rapporti con altre genti, che nella rappresentazione della morte e nel magico incontro tra luce e tenebra ci ha lasciato le più affascinanti testimonianze.

Giovanni Semerano, filologo, è stato allievo dell’ellenista Ettore Bignone all’Università di Firenze, dove ha seguito gli insegnamenti di Giorgio Pasquali, del semitologo Giuseppe Furlani, di Giacomo Devoto e di Bruno Migliorini. È autore della monumentale opera Le origini della cultura europea (Olschki, Firenze 1984-1994). Per Bruno Mondadori ha scritto L’infinito: un equiveco millenario (Milano 2001).

Visualizza indice

Introduzione
Il mistero etrusco e il fascino delle origini

Abbreviazioni

L’IRRADIAZIONE DALL’ANTICO MONDO CULTURALE MESOPOTAMICO

  • I Tirreni e le avventure dei Pelasgi
  • Il sistema etimologico

I PERSONAGGI DELLE ORIGINI

  • Phersu e colui che vinse la morte
  • Tagete e Tarchunus

ALLE RADICI CULTURALI DEL MONDO ETRUSCO

  • Il vaso di Tragliatella
  • Gli elementi del computo degli Etruschi: i numeri
  • Come leggevano gli Etruschi, sul quadrante del tempo, le vicende del loro passare: nomi dei mesi e dell’anno

GLI ETRUSCHI NEGLI SPAZI DEL LORO MONDO REALE NELLA LORO TERRA E NEI PAESI RAGGIUNTI DALL’INFLUSSO DELLA LORO CIVILTÀ

  • I toponimi etruschi
  • I fiumi etruschi
  • Le divinità etrusche
  • Roma arcaica sullo sfondo della civiltà etrusca

APPENDICE

  • Le Lamine di Pyrgi
  • La Tavola di Cortona
  • Altre voci

Nota della curatrice

Bibliografia

Indice dei nomi e dei personaggi

L’Era Atomica e la Fiosofia d’Estremo Oriente

L’Era Atomica e la Fiosofia d’Estremo Oriente

Titolo originale: «L’Ere Atomique et la Philosophie d’Extrême-Orient»

Autore/i: Ohsawa Georges

Editore: Edizioni La Pica

prefazione e introduzione dell’autore, traduzione dal francese a cura di Letizia Perasso.

pp. 152, nn. figure b/n, Urbiglaglia (MC)

La legge della gravità universale formulata da Newton deve essere interpretata diversamente. È la stessa cosa per le forze di attrazione tra particelle elementari e nuclei, eper quelle tra protoni e neutroni. Queste sono l’introduzione e la conclusione di questo studio sull’origine della materia, delle stelle, dell’universo, della vita e dell’uomo secondo il Principio Unico della Scienza e della Flosofia d’Estremo-Oriente. (Georges Ohsawa)

« Un mattino di circa trent’anni fa, il Professor Chishima (Università di Gifu) trovo del bianco d’uovo seccato in un piatto nel suo laboratorio. Egli guarda e vede migliaia di puntini bianchi del diametro di 1 millimetro circa. Li esamina al microscopio.
Con suo stupore tutti questi punti appaiono come spirali logaritmiche minuscole!
Intraprende lo studio metodico della formazione di queste spirali. Tutte le spirali si formano regolarmente dalla periferia verso il centro. Continua con la sua ricerca in altri ambiti biologici e fisiologici, sia nei protidi che nei sieri… In tutti i casi constata la formazione delle spirali dall’esterno verso il centro…
Più tardi il Professor Chishima lesse per caso un libro intitolato L’Ordine dell’Universo (G. Ohsawa, 1929) e vi trova, non senza meraviglia, un passaggio in cui si dice: «Tutto cid che si trova in questo universo infinito e l’universo stesso, è creato in spirale logaritmica, a partire dalla particella elementare fino alle galassie, passando attraverso energie, atomi, montagne, mari, pianeti stelle, sistemi solari… tutti gli esseri viventi, vegetali ed animali compresi… »

Visualizza indice
  • Sette tappe di Giudizio (a quale tappa appartiene il vostro giudizio?)
  • Schema dell’Ordine dell’Universo
  • Prefazione
  • Introduzione
  • Il sintomo della malattia più grande dell’uomo: la guerra
  • La guarigione con la medicina d’Estremo-Oriente
  • Il nostro rifugio a doppia struttura contro la guerra
  • termonucleare
  • Una nuova interpretazione della teoria di Newton
  • L’Ordine dell’Universo
  • Il Principio Unico
  • Conclusione
  • La grande contraddizione
  • Alla luce del Principio Unico
  • Domande e suggerimenti
  • Il Paese in cui tutti si suicidano
  • Newton, Einstein, Bridgman, Oppenheimer
  • L’origine di ogni disgrazia dell’uomo
  • Una tazza di té cinese

Un Volgo Disperso – Contadini dell’Italia nell’Ottocento

Un Volgo Disperso – Contadini dell’Italia nell’Ottocento

Il mondo contadino nell’Italia dell’Ottocento, le sue condizioni di vita e di lavoro.

Autore/i: Prosperi Adriano

Editore: Giulio Einaudi Editore

pp. XXX-360, Torino

Per la conoscenza storica le vite dei lavoratori della terra sono rimaste nell’ombra. In assenza di testimonianze dirette bisogna rifarsi ai medici condotti, obbligati a vivere tra i contadini per occuparsi della loro salute. L’obbiettivo della medicina ufficiale fu quello di risanare l’ambiente di lavoro e di vita della collettività attraverso il controllo dei fondamentali parametri dell’igiene: aria, acqua, suolo. Ciò obbligò i medici a studiare le condizioni di vita dei contadini. Impegnati nella lotta contro le malattie epidemiche e la mortalità infantile, i medici condotti denunziarono le condizioni di vita dei contadini, in numerose inchieste e statistiche realizzate dai regimi napoleonici, dall’Austria e poi, sistematicamente, dallo Stato italiano. E furono materia delle topografie sanitarie dedicate ai comuni dove operavano. Emerge qui sempre più netta la barriera sociale che divide la cultura ufficiale dal mondo contadino: l’igiene. La sporcizia appare come il segno ineliminabile di un mondo a parte, tanto da raggiungere talvolta gli estremi del razzismo.

Quali erano le condizioni di vita dei lavoratori della terra nelle campagne italiane dell’Ottocento? Pierre Bourdieu ha coniato per i contadini la definizione di «classe oggetto», che inevitabilmente si affaccia in questo libro. Essa esprime la loro subalternità nella storia europea dei secoli scorsi: individui rappresentati da altri, oggetto di commiserazione o paura per ribadirne la condizione subalterna. Quella classe fu cancellata dalla cultura dominante anche perché priva dei mezzi per farsi conoscere. Nel secolo XIX inchieste, statistiche e topografie sanitarie misero davanti all’opinione pubblica rappresentazioni della realtà contadina che aprirono un conflitto interno agli schieramenti politici. Tornare sui contadini dell’Ottocento costringe a varcare un tempo tanto breve nel computo delle generazioni quanto remotissimo nelle rappresentazioni culturali. La vigente strutturazione del racconto storico misura la nostra distanza dal passato con la scansione delle epoche. Cosí l’età del Risorgimento si è guadagnata una sua dimensione che l’allontana da noi. Eppure quel secolo XIX e quella storia dell’Italia di allora ci compaiono davanti come una presenza familiare se solo la misuriamo con le generazioni dei nostri personali antenati. Ma il tempo dei nostri bisavoli era davvero vicino al nostro? E quanto regge quell’articolazione scolastica del disegno del passato che lo ha inserito nell’epoca che chiamiamo contemporanea? Questa è la domanda che ci accompagnerà nel viaggio attraverso le fonti ottocentesche di Un volgo disperso.

Adriano Prosperi (1939) è professore emerito di Storia moderna presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Tra le sue opere, nel catalogo Einaudi: Tribunali della coscienza. Inquisitori, confessori, missionari («Biblioteca di cultura storica», 1996 e «Piccola Biblioteca Einaudi», 2009); La figura del vescovo fra Quattro e Cinquecento: persistenze, disagi e novità (Storia d’Italia. Annali, vol. 9, 1986); Penitenza e Riforma (Storia d’Europa, vol. IV, 1995); Incontri rituali: il papa e gli ebrei (Storia d’Italia, vol. 11/1, 1996). È autore, insieme a Paolo Viola, di Manuale di storia moderna e contemporanea («Piccola Biblioteca Einaudi ns», 2000).
Nel 2001 (sempre nella «Piccola Biblioteca Einaudi ns») è stato pubblicato Il concilio di Trento: una introduzione storica. Nel 2005 in «Einaudi Storia» è uscito Dare l’anima (nuova edizione PBE 2015); nel 2008 Giustizia bendata. Percorsi storici di un’immagine; nel 2010 è uscito, nei «Passaggi Einaudi» Cause Perse – Un diario civile; nel 2013, negli «Einaudi Storia», Delitto e perdono (nuova edizione PBE 2016); nel 2016, negli «Einaudi Storia», La vocazione; nel 2019, negli «Einaudi Storia», Un volgo disperso.

Rapida Scende la Notte – Capire il Suicidio

Rapida Scende la Notte – Capire il Suicidio

Titolo originale: Night Falls Fast

Autore/i: Jamison Redfield Kay

Editore: TEA – Tascabili degli Editori Associati

prologo dell’autrice, traduzione di Isabella C. Blum, in copertina: El Greco, Veduta di Toledo (1595-1610; part.).

pp. 430, Milano

All’eta di ventotto anni, dopo un lungo periodo di sofferenze causate dalla depressione, Kay Redfield Jamison, una delle maggiori autorità internazionali nello studio della malattia maniaco-depressiva e nel suo trattamento, tento di togliersi la vita (come ha raccontato nell’autobiografia Una mente inquieta). L’essere sopravvissuta a quella esperienza segno per lei l’inizio di un’esistenza nuova, dedicata allo studio della malattia mentale e del suicidio. Ora, dopo oltre vent’anni d’indagine scientifica e psicologica sull’argomento e una lunga consuetudine con pazienti dalle tendenze suicide, l’autrice ha raccolto in questo libro tutto il bagaglio di conoscenze, ricerche ed esperienze cliniche accumulate intorno a questo devastante problema. Senza perdere mai di vista la terribile realtà dell’individuo che soffre, Rapida scende la notte squarcia il velo d’imbarazzato silenzio che ha sempre circondato (e circonda) tale comportamento, la sua capacita di insidiare, sopraffare, devastare e distruggere le persone; ci aiuta a capire la mente di un suicida per meglio riconoscere i soggetti a rischio e il pauroso turbamento che li induce a un gesto senza ritorno. Ma, soprattutto, è un libro contro la morte, a strenua difesa della vita.

Kay Redfield Jamison, docente di psichiatria alla Johns Hopkins University School of Medecine di Baltimora, è autrice, con F.K. Goodwin, di Manic-Depressive Illness, testo fondamentale per la comprensione dei disturbi dell’umore. Nelle edizioni TEA è già apparso Una mente inquieta e Toccato dal fuoco, un saggio sul rapporto tra depressione ed esperienza artistica.

Visualizza indice

Prologo

I. SEPOLTO SOPRA LA TERRA
Un’introduzione al suicidio

1. La morte a Portata di mano
Profilo storico e analisi generale

2. Misurare i tumulti del cuore
Definizioni e quantificazione

Quasi un racconto – Questa vita, questa morte

II. LA SPERANZA SE N’È ANDATA
Psicologia e psicopatologia

3. Levar l’ambra, metter fuori la lampada
La psicologia del suicidio

4. Il peso della disperazione
Psicopatologia e suicidio

5. Che importa come, se è una fame o una giarrettiera
Metodi e luoghi

Quasi un racconto – Il recinto dei leoni

III. I MORSI DELLA NATURA, LE TARE DEL SANGUE
La biologia del suicidio

6. Un tuffo in acque profonde
Prospettive genetiche ed evolutive

7. Il sangue della morte
Neurobiologia e neuropatologia

Quasi un racconto – Il colore degli eventi:
La morte di Meriwether Lewis

IV. COSTRUIRE CONTRO LA MORTE
La prevenzione del suicidio

8. Modeste proprietà magiche
Trattamento e prevenzione

9. Come società
La salute pubblica

10. Una cicatrice chiusa solo a metà
Quelli che restano

Epilogo

Ringraziamenti

Note