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L’Antica Via degli Empi

L’Antica Via degli Empi

Titolo originale: La route antique des hommes pervers

Autore/i: Girard René

Editore: Adelphi Edizioni

traduzione di Carla Giardino, Saggi nuova serie 14.

pp. 212, Milano

«Oggi la volontà di “rispettare le differenze” arriva al punto di mettere tutte le “verità” sullo stesso piano. Abbandona, in fondo, l’idea stessa di verità, poiché in essa non vede altro che una fonte di conflitto. Ma se noi mettiamo la “verità dei persecutori” e la “verità della vittima” allo stesso livello, presto non ci saranno più né differenze né verità per nessuno. Gli “amici” sono perfettamente “sinceri”, ma la loro “verità” è il linciaggio degli innocenti. Ed è anche una mistificazione. La “verità” che enuncia Giobbe è ben altro: è verità incondizionata, assoluta».

A chiunque si chieda che cos’è il male è utile mettere subito in mano il Libro di Giobbe. Il male di cui esso parla assume tutte le forme – e anzitutto quella della malattia e della morte. Ma è anche il male che gli uomini commettono, spesso nella convinzione di operare il bene: e forse è proprio di questo male che Giobbe parla. La persecuzione, la vittima, il processo: tutto ciò sarebbe dunque al centro del Libro di Giobbe. Ed è anche al centro, sin da La violenza e il sacro, dell’opera di Girard. Non solo: quel centro non è uno dei tanti possibili, ma il centro necessario, ineludibile di ogni pensiero. Esso coincide con una figura: il capro espiatorio, e Giobbe sarebbe appunto il capro espiatorio che più si avvicina alla propria verità. Sotto questo profilo, è illuminante osservarlo sempre in contrappunto a un altro capro espiatorio: Edipo. Ma occorre anche mettere Giobbe in rapporto con fatti dei quali i moderni detengono il triste privilegio, come i processi totalitari. Che altro sono, infatti, i Dialoghi fra Giobbe e coloro che si presentano come suoi «amici» se non il modello di ogni processo in cui l’imputato è già condannato in partenza? Incontrando Giobbe, Girard ha trovato la figura più vicina al cuore di tutto ciò che è andato scrivendo. Il suo pensiero sembra allora addensarsi al massimo – e al tempo stesso cercare formulazioni di una chiarezza ultima, indubitabile. «Ci sono due verità in senso relativo, nel senso del “relativismo” e del “prospettivismo”, ma c’è una sola verità in rapporto alla conoscenza, ed è la verità della vittima». E alla verità della vittima è dedicata L’antica via degli empi.

Di René Girard sono usciti presso Adelphi, oltre a La violenza e il sacro (1980), Delle cose nascoste sin dalla fondazione del mondo (1983) e Il capro espiatorio (1987). L’antica via degli empi e apparso per la prima volta nel 1985.

Visualizza indice

I.    IL CASO GIOBBE

  • 1. Giobbe vittima del suo popolo
  • 2. Giobbe idolo del suo popolo
  • 3. L’antica via degli empi

II.   MITOLOGIA E VERITÀ

  • 4. Le schiere celesti
  • 5. Realismo e trasfigurazione
  • 6. Edipo e Giobbe
  • 7. «Dai piedi dei cavalli travolta senza scampo»

III.  IL MIMETISMO

  • 8. «Tutta una terra invasa dal male che la infetta»
  • 9. Il Salmo 73
  • 10. Il torrente montano

IV.   DAL MECCANISMO AL RITUALE

  • 11. Il Tofet pubblico
  • 12. L’orfano estratto a sorte
  • 13. Origine e ripetizione
  • 14. Giobbe e il re sacro
  • 15. L’evoluzione dei riti

V.   LA CONFESSIONE DELLA VITTIMA

  • 16. Un processo totalitario
  • 17. La ricompensa
  • 18. Giobbe ha dei cedimenti
  • 19. «Il mio difensore è vivo»
  • 20.  «Il cruento riscatto per lo sviamento della città»
  • 21. Il Dio delle vittime

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