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Antropologia della Vulnerabilità

Antropologia della Vulnerabilità

Autore/i: Stanghellini Giovanni

Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore

prima edizione, ringraziamenti e introduzione dell’autore, collana: I Campi Del Sapere.

pp. 216, Milano

Che rapporto c’è tra follia e libertà ? E tra follia e creatività ? Quale orizzonte di autodeterminazione lascia intravedere la follia e quale margine di scelta consente la psicosi a chi ne è colpito? Queste sono le domande che sottendono questo libro, che sceglie di prendere inizio da un’analisi del concetto di vulnerabilità  – e cioè da uno degli organizzatori forti delle attuali conoscenze psichiatriche – affinchè la riflessione e la prospettiva antropologica che esso propugna non perdano contatto con l’inclinazione clinica e pragmatica che contraddistingue la psichiatria contemporanea.
La radicale esperienza di depersonalizzazione che caratterizza la vulnerabilità  alle psicosi viene interpretata a partire dalla fondamentale posizione di eccentricità indigena alla condizione umana: dalla distanza, cioè, che normalmente separa l’uomo da se stesso e dall’intenzione di essere se stesso e, al contempo, di trascendersi per potersi comprendere vedendosi “da altrove”. Questa dialettica tra identità  e non-identità  è quanto garantisce la salute mentale e la libertà. La condizione che dispone alle psicosi è invece rappresentata da un’eccessiva inclinazione ad allontanarsi dal proprio ruolo sociale e dal proprio mondo così come vengono determinati dalla propria storia personale e imposti dal contesto delle relazioni, o, simmetricamente, da un’eccessiva resistenza a prendere le distanze.

Giovanni Stanghellini, psichiatra, vive e lavora a Firenze presso il Dipartimento di Salute mentale: è segretario della Società  italiana per la psicopatologia e, autore, con Arnaldo Ballerini, di Ossessione e rivelazione (1992), curatore di Verso la schizofrenia. La teoria dei sintomi-base (1992).

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Ringraziamenti

Introduzione: La persona: opzione etica o vincolo epistemologico?

I. La nozione clinica di vulnerabilità

  • Alcuni precursori storici
  • Uso naturalistico ed euristico del concetto di vulnerabilità
  • La vulnerabilità  come tratto preesistente e persistente agli episodi psicotici
  • Due critiche a Zubin
  • Vulnerabilità  e sintomi-base: la polemica tra il Vecchio e il Nuovo continente
  • Sintomi base e intenzionalità
  • Ulteriori sviluppi : il modello “illnes-coping”
  • Dimensionalità  dei sintomi psicotici
  • Dall’idea di decorso naturale a quella di percorso individuale

II. Radici antropologiche del concetto di vulnerabilità

  • La deriva storica delle teorie antropologiche
  • Il padre fondatore
  • Il principio dialettico in Eugen Bleuler
  • Contenuto fenomenico e significato antropofenomenologico dei disturbi primari
  • Excursus sul “principio dialettico” nella letteratura pre e post-bleuleriana
  • Vulnerabilità , normalità , creatività
  • Persona e psicosi: tre paradigmi a confronto

III. Psicopatologia e antropologia: il tragico

  • La lotta come icona della follia
  • Eccentricità  e antagonismo
  • L’eroe, il poeta e l’”individuo” moderno
  • Alle origini del paradigma individualista: autonomia, autocontrollo e distacco dal mondo
  • L’”akrasia”: azione contro il miglior giudizio
  • Homo biographicus
  • La nascita dell’uomo tragico: la storicità  e la lotta
  • La stramberia e il tragico
  • Dall’agonismo del mondo magico alla regia dell’esserci

IV. Sul significato psicopatologico e antropologico della vulnerabilità

  • “Epochè” fenomenologica e psicopatologica
  • Tensionalità  e dissonanza in Hölderlin e Van Gogh
  • Metafora e catastrofe percettiva
  • La diagonale tragica
  • L”occhio nuovo”
  • La proporzione antropologica

V. Metafore del patologico

  • La nozione di “dispositivo antropologico”
  • Autenticità -inautenticità
  • Proporzione-sproporzione
  • Euritmia-aritmia
  • Attività -passività

VI. La “posizione” di Jakob Wyrsch e il progetto di una psichiatria antropologica

  • La posizione dell’uomo nel cosmo e di fronte alla malattia
  • Posizione e atteggiamento verso il processo
  • Orizzonte clinico e antropofenomenologico
  • Doppia natura dei sintomi evolutivi
  • Posizione e proporzione antropologica
  • Persona e vulnerabilità

VII. Verso la definizione del concetto di “vulnerabilità  endotimica”

  • La disforia tra risentimento e atopia
  • Personalità  e disturbi affettivi: ipotesi principali
  • Vulnerabilità  affettiva e personalità  premorbosa
  • Verso la definizione del concetto di “vulnerabilità  endotimica”
  • Vulnerabilità  endotimica e sintomi prodromici
  • Vulnerabilità  endotimica e temperamenti affettivi
  • Vulnerabilità  endotimica e sindrome assiale endogenomorfa
  • Instabilità  dinamica, stati misti, disforia
  • Vulnerabilità  endotimica e disforia

VIII. Melancolia e disforia

  • Disforia, personalità  e vulnerabilità  endotimica
  • Configurazioni antropologiche associate alle sindromi depressive
  • Orientamento temporale e orientamento etico della personalità
  • Configurazioni antropologiche e culture: individualismo e collettivismo
  • Depressioni melancoliche e depressioni disforiche
  • Una visione antropologica della disforia

IX. Umori e valori. Temperamenti e personalità

  • I confini della “personalità”
  • I confini del “temperamento”
  • Caratteri patologici della personalità : sproporzione e rigidità
  • Umori e valori

X. Per un’antropologia della vulnerabilità

  • Vulnerabilità , un paradigma “democratico”
  • I contributi della psicopatologia fenomenologica descrittiva e costitutiva
  • La prospettiva della psicopatologia fenomenologica eidetica
  • Splendori e miseria dell’”epochè” fenomenologica
  • Conclusione

Bibliografia
Indice dei nomi

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