Libri dalla categoria Civiltà Ebraica
Storia Sociale della Musica

Autore/i: Raynor Henry
Editore: Il Saggiatore
prefazione di Ettore Napoli, introduzione dell’autore, traduzione di Cristina Petri e Ettore Napoli.
pp. XII-702, Milano
Dall’Introdnzione di Henry Raynor:
«Questo libro è un tentativo di colmare il vuoto esistente tra la tradizionale e indispensabile storia della musica, interessata alle trasformazioni degli stili musicali, e la storia generale del mondo nel quale i compositori hanno agito.
Haydn è morto nel 1809, dopo una vita trascorsa all’interno di un sistema rimasto immutato sin da quando alla musica era stata riconosciuta una necessità sociale: Beethoven, scomparso diciotto anni dopo, è vissuto come vive un compositore di oggi, con i proventi delle sue opere in un mercato libero. E questo il mutamento che il libro si prefigge di mettere in luce, a partire dall’istituzione all’interno della chiesa cristiana dei primi organismi musicali, la cui attività sia chiaramente documentabile. Si parla anche delle diverse funzioni avute dai musicisti legati alla chiesa, della collocazione della musica nelle corti rinascimentali e della Germania e dell’Austria .
nel XVIII secolo, mettendo l’accento sulla diffusione della produzione del compositore grazie all’invenzione della stampa ed alla proliferazione di organizzazioni di musicisti dilettanti, con conseguente incremento dell’editoria musicale e graduale formazione di un’audience internazionale.
Nel libro si cerca di seguire queste trasformazioni sino a quando, in concomitanza con gli esiti sociali e politici delle guerre napoleoniche, il compositore da umile dipendente qual era – con il vantaggio di essere a stretto contatto con un pubblico per il quale la musica era una necessità – non è diventato libero professionista, con una vita per forza di cose incerta. La rivoluzione alla fine del XVIII secolo e la Restaurazione, con i conseguenti sconvolgimenti sociali e politici dell’Europa, hanno privato il musicista, e il compositore in particolare, di un ruolo e di una funzione precisi, riconosciuti dalla società; purtroppo, è sembrato che il mondo potesse fare a meno di lui. Venutogli a mancare un pubblico, per attirare l’attenzione ha dovuto sfidare i «grandi maestri», comporre musica più «grande» della loro e andare a «cercarsi» gli spettacoli e gli ascoltatori nei teatri e nelle sale da concerto; le orchestre ed i cori dovevano assumere dimensioni sempre più ampie ed esibirsi in ambienti appositamente costruiti per accogliere migliaia di persone. Nello stesso tempo, le trasformazioni musicali e sociali hanno dato vita ad una particolare forma di musica «leggera», che ha tolto al compositore «serio» la sua tradizionale funzione di autore di musica di intrattenimento; così, il solco tra lui ed il pubblico si è allargato, costringendolo a concentrarsi su stati d’animo travolgenti ed emozioni dolorose.
Con il declino del sentimento religioso e con la propensione dell’artista quasi esclusivamente verso il tragico, i musicisti profondi e «seri», come Berlioz e Wagner, hanno cominciato a trovare nell’arte, e nella musica in particolare, l’unica fonte sicura di valori spirituali. E questo il percorso che qui si cerca di seguire, sino al XX secolo, alla luce delle pressioni sociali e politiche esercitate sul compositore, fino a che il modello della società e della cultura europei non è stato spazzato via da due conflitti mondiali, una Rivoluzione, la costante disumanizzazione del vivere sociale, in una età caratterizzata dalla pubblicità, dalla produzione industriale e dalle comunicazioni di massa.»
Henry Raynor è nato in Inghilterra nel 1917. Docente nelle Università di Londra e del Surrey, ha collaborato al «Times» dal 1958 al 1971.
È autore di numerose opere, fra cui The Life and Works of Haydn (1961), Mahler. A Biography (1975), Mozart (1978), The Orchestra (1978), Music in England (1980).
Cleopatra

Autore/i: Weigall Arthur
Editore: Edizioni del Borghese
prefazione di Benoist-Méchin, traduzione dall’inglese di Gian Franco Pasini.
pp. 360, Milano
Amante appassionata e ispiratrice di Cesare, energica sposa d’Antonio, patetica madre di Cesarione, Cleopatra è senza dubbio una delle figure di donna più famose e affascinanti di tutti i tempi. Costantemente calunniata dagli storici, dopo che il moralismo patriottico dei Romani ne ha fatto il simbolo della sensualità orientale, sembra che solo i poeti, da Shakespeare a Bernard Shaw, abbiano cercato di risolvere il suo enigma e di darci un ritratto della sua anima in gran parte misteriosa. Ma Arthur Weigall, (1880-1934), che per molti anni fu Sovrintendente alle Antichità del Governo Egiziano e visse a lungo in quegli stessi luoghi che furono legati così strettamente allo spirito di Cleopatra, ha affrontato l’argomento con l’entusiasmo di un innamorato e la profondità di uno studioso di gran razza. Il risultato è un’opera scrupolosamente esatta sul piano storico, che ci propone un’originale interpretazione dei fatti e della protagonista, restituendole quasi una nuova vita pur senza cadere nelle facili suggestioni della biografia romanzata.
Dalla prefazione di Benoist-Méchin:
“Tutti conoscono la perentoria affermazione di Pascal: «Se il naso di Cleopatra fosse stato più corto, tutta la faccia della terra avrebbe cambiato». Ci meravigliamo, nostro malgrado, di trovare un pensiero così impertinente in una mente così austera. Senza dubbio l’autore delle Provinciali ha voluto dire con ciò che gli avvenimenti più gravi dipendono molto spesso da cause insignificanti, e che basterebbe un nonnulla per modificarne il corso. A credergli, la fondazione dell’Impero Romano sarebbe dipesa da qualche millimetro di cartilagine ossea. Ma è stato sfortunato: avrebbe fatto meglio a non nominare Cleopatra, perché, fra le migliaia di esempi che potevano illustrare la sua tesi, è difficile immaginarne uno scelto peggio. Si è lasciato chiaramente ingannare dagli storici romani, nazionalisti e maligni, che hanno visto nella figlia dei Tolomei soltanto una «straniera insidiosa», una «incantatrice esperta nell’arte di far valere il suo fascino»; l’equivalente insomma di una di quelle «donne fatali» il cui viso, orna le copertine dei nostri periodici illustrati, e alla quale si potrebbe assegnare senza esitazione l’Oscar della seduzione.
La realtà è ben diversa. Lungi dall’essere dovuto a un capriccio del caso, l’incontro fra la regina d’Egitto e il conquistatore delle Callie s’iscrive così naturalmente nello svolgimento dei fatti che sembra stato preparato da un prodigioso regista. C’è un legame così stretto fra la morte di Pompeo, l’arrivo di Cesare ad Alessandria e l’apparizione di Cleopatra, che ci domandiamo come le cose avrebbero potuto andare altrimenti, tanto che rivivendo questa scena il primo pensiero che ci viene alla mente è piuttosto il contrario di quello di Pascal: vale a dire che il naso di Cleopatra non ha avuto, in questo affare, altro che una parte del tutto fortuita, e che, più lungo o più corto, non avrebbe cambiato niente.
Ma chi era esattamente questa ragazza di diciotto anni, di cui Arthur Weigall ci dipinge il carattere scherzoso e allegro? «Essa godeva la vita e prendeva con candore tutti i piaceri che questa le offriva», egli scrive.[…]”
Ombre sulle Stelle

I misteri del cosmo – I segreti spaziali tedeschi – I retroscena dell’astronautica sovietica e americana – Sono abitati gli altri mondi? – I viaggi nel tempo – Tutta la verità sull’enigma dei dischi volanti
Autore/i: Kolosimo Peter
Editore: Sugar Editore
pp. 400, nn. tavv. b/n f.t., Milano
Questo libro non vuoi essere né una storia dell’astronautica né un trattato di missilistica; inquadra soprattutto i lati più oscuri della grande avventura umana: gli intrighi del Terzo Reich in quella che potremmo definire l’era pre-spaziale, il favoloso preludio cosmico sovietico, il reale contributo dato all’astronautica dell’URSS dagli scienziati tedeschi, le insidiose reti tessute da spionaggio e controspionaggio attorno alle prime « caravelle di fuoco”, la verità sulle tanto discusse perdite umane nella corsa alle conquiste planetarie.
La seconda parte del volume ci parla delle probabili forme di vita proprie agli altri mondi, sulle ali d’una fantasia che – pur imbrigliata da solide deduzioni scientifiche – trascina i lettori fra creature bizzarre ed allucinanti. sullo sfondo di paesaggi incredibili. Dalle misteriose luci che scintillano sulla Luna ai mostri delle giungle venusiane, dalle “menti collettive” degli evolutissimi insetti marziani agli esseri da incubo dei pianeti dell’eterna oscurità, agli inaccostabili cristalli pensanti. tutto concorre a creare un quadro davvero affascinante e completo sulle possibilità di vita nel cosmo. E se si considera che gli unici tentativi del genere (fondati. del resto, su vaghe ipotesi) risalgono all’anteguerra, si deve ammettere che non è poco.
Con “Ombre sulle stelle”, Peter Kolosimo, l’autore de “Il pianeta sconosciuto”. di “Terra senza tempo” e di “Non è terrestre” (Premio Bancarella 1969). presenta – valendosi anche del contributo dei più grandi esperti d’astronautica del mondo, da Hermann Oberth a Wernher von Braun. da Jakob Eugster al compianto Eugen Sanger ed a molti altri – un’ulteriore, impareggiabile panoramica sugli enigmi scientifici del nostro tempo.
Peter Kolosimo [1922 – 1984] è autore di numerosi libri di successo che coniugano con intelligenza scienza ed esoterismo. Le sue opere sono state tradotte in multi paesi europei ed extraeuropei.
Peter Kolosimo è uno degli scrittori più letti in Italia e nel mondo. Ha vinto il Premio Bancarella, e i suoi libri di archeologia fantastica, «Terra senza tempo», «Astronavi sulla Preistoria», «Il pianeta sconosciuto» e «Non è terrestre», sono continuamente ristampati. Le sue opere sono state tradotte con grande successo all’estero: in Francia, Germania, Inghilterra, USA, Olanda, Spagna, Brasile, Finlandia.
Astronavi sulla Preistoria

Veicoli spaziali graffiti nella roccia – Marziani in Vietnam – Elefanti in America – Razze sconosciute nelle giungle amazzoniche – Atomiche e laser prima del diluvio – Gilgamesh vive ancora? – La prima completa documentazione fotografica di archeologia spaziale
Autore/i: Kolosimo Peter
Editore: Sugar Editore
pp. 400, 300 ill. b/n, Milano
Finora gli scettici hanno potuto opporre, ai ritrovamenti e alle sconvolgenti analogie di quella scienza che è stata definita felicemente « archeologia fantastica”, la negazione di una mancanza di prova visiva. In questo libro, Kolosimo, attraverso una imponente documentazione illustrativa, offre una ulteriore conferma alle sue brillanti tesi: che cioè le origini della umanità, e le basi del suo sviluppo nascoste nelle tenebre della preistoria, siano diverse da quelle ipotesi che la scienza ufficiale ed evolutiva ha finora elaborato. Troppi ritrovamenti misteriosi, troppe incongruenze, stranezze e diversità, costellano la strada «ufficiale» dello sviluppo dell’uomo. Kolosimo documenta ogni sua affermazione con delle immagini sconvolgenti e assolutamente inedite.
Peter Kolosimo è uno degli scrittori più letti in Italia e nel mondo. Ha vinto il Premio Bancarella, e i suoi libri di archeologia fantastica, «Terra senza tempo», «Ombre sulle stelle», «Il pianeta sconosciuto» e «Non è terrestre», sono continuamente ristampati. Le sue opere sono state tradotte con grande successo all’estero: in Francia, Germania, Inghilterra, USA, Olanda, Spagna, Brasile, Finlandia.
Shiatsu Do

La via dello Shiatsu. I – L’incontro
Autore/i: Parolin Claudio
Editore: Luni Editrice
pp. 288, nn. ill. b/n, Milano
Lo shiatsu, sull’onda della moda e del successo commerciale, rischia di smarrire la propria identità e decadere, riducendosi, come è successo all’agopuntura, a una disciplina paramedica. L’autore, shiatsuka della prima generazione e fondatore della più importante scuola di shiatsu in Italia e in Europa, riscopre e ripropone la carica innovativa ed «eversiva» dello shiatsu come «via all’armonia globale» sia per Tori (colui che preme) sia per Uke (colui che risponde alle pressioni).
Questo libro non è prettamente da intendere come un quaderno tecnico relativo allo shiatsu – benché la quantità di disegni e spiegazioni guidi il lettore nel modo migliore ad apprendere il metodo di lavoro – ma piuttosto come una passeggiata, un percorso nei campi del mondo dello shiatsu.
L’autore riesce, in queste pagine, a darci un inquadramento «ideologico» che è anche una coloritura del mondo nel quale egli da più di vent’anni opera: quello dello shiatsu. Egli ci guida, mano nella mano, per un sentiero che è determinato da due kata, cioè da «forme», che nascono e si concludono con abbondanza di disegni e dovizia di particolari. Questo libro rappresenta un raro esempio di sintesi, un inizio di codificazione che potrà solo agevolare il neofita e il praticante, riconducendoli entrambi a un metodo comune nel quale applicare la propria esperienza e conoscenza
Claudio Parolin incontra lo shiatsu all’inizio del 1976, praticando sotto la guida del Maestro Yuji Yahiro, nel primo dojo aperto a Milano presso il Bu Seno Dal 1978 promuove la diffusione dello shiatsu con incontri di pratica e corsi.
Nel 1983 apre, con un gruppo di allievi, un primo centro a Milano, «il Vento», che diventa presto uno dei principali riferimenti per l’apprendimento dello shiatsu in Italia.
Nel contempo continua ad approfondire lo shiatsu sotto la guida del Maestro Yahiro, ampliando gli ambiti di ricerca e tecniche affini quali agopuntura, moxa, tecniche posturali, di movimento e correttive, tecniche respiratorie, alimentazione … Per alcuni anni segue gli insegnamenti del Maestro Masahiro Oki, fino alla sua scomparsa nel 1985.
Nei primi mesi del 1986 si fa promotore presso i più esperti istruttori e operatori shiatsu dell’epoca per l’istituzione della prima scuola a diffusione nazionale: fonda così l’Accademia Italiana Shiatsu Do che diviene in pochi anni la più conosciuta e diffusa realtà di insegnamento dello shiatsu.
È indubbiamente tra i maggiori esperti di insegnamento dello shiatsu avendo al suo attivo la formazione di oltre 50 istruttori e 2.000 operatori ai vari livelli.
Attualmente pratica presso la Sede nazionale dell’Accademia a Milano, svolge la sua opera di istruttore in tutta Italia ed è Responsabile della Formazione dell’Accademia stessa.
È inoltre direttore responsabile della rivista «Shiatsu Do», la più autorevole e diffusa pubblicazione di settore in Italia.
Le scuse dell’autore
I protagonisti: Tori e Uke
L’incontro
1° Passo Lo shiatsu e l’arte di imparar facendo
2° Passo Eppur accade…
3° Passo … là dove si incontrano pressione e risposta
4° Passo Approccio Scientifico o fede nella scienza?
5° Passo Godersi il sole
6° Passo Afferrare la realtà
7° Passo La Grande Macchina
8° Passo La scienza si morde la coda
9° Passo Ricerca e illusione
10° Passo Ricerca e speranza
11° Passo Senza modello e senza intento
12° Passo Il ritorno all’incertezza
13° Passo L’ordine nel caos
14° Passo Un modello che nasce
15° Passo L’Accademia Italiana Shiatsu Do, una esperienza originale
16° Passo La scuola del “fare”
17° Passo Noiosamente ripetitivo ma…
18° Passo La pratica: i kata
– Le posizioni
– Hokō no kata (Kata del camminare)
– Tai jū no kata (Kata del peso portato)
Appendice 1: percorsi energetici
Appendice 2: Bibliografia
Le Tre Vie del Tao

Il guerriero che sorride
Autore/i: Daniele Flavio
Editore: Luni Editrice
introduzione dell’autore.
pp. 280, nn. ill. e tavv. b/n, Milano
Un filo conduttore sottende le varie vie di conoscenza, dalle arti marziali alle varie tecniche di meditazione e, al di la degli aspetti esteriori,
tutte le metodologie hanno una rilevante base comune che rimanda a una non sostanziale differenza tra un approccio esclusivamente mentale e un approccio esclusivamente fisico alle vie di conoscenza. Il lavoro comprende tre parti: nella prima viene esaminato il movimento nelle sue componenti fisiche, energetiche e mentali. Si mette in risalto come spesso la scienza e la saggezza antica dicono la stessa cosa, con due linguaggi differenti – una usa un linguaggio logico-razionale, l’altra simbolico-analogico, Nella seconda parte vengono evidenziati il sottile rapporto e il legame tra la materia e l’energia da un lato, e tra l’energia e la mente dall’altro. Nella terza e ultima parte viene descritto come lavorando sul nostro vissuto interiore si eleva il nostro livello di chiarezza e consapevolezza. È un testo utile a tutti coloro che con amore e dedizione seguono una «Via» (Tao): a chi, «Guerriero», aspira a qualcosa di più della pratica delle arti marziali; a Chi, «Cercatore», è dedito allo studio delle discipline esperienziali di ricerca interiore (Taiji Quan, Yoga, Zen, Meditazione) e a chi, «Saggio», aspira alla verità e alla saggezza insita nei grandi sistemi filosofico-religiosi orientali (Taoismo, Buddhismo, Induismo).
Flavio Daniele, fondatore e guida della Nei Dan, vive a Bologna. Inizia la pratica nel 1967 col judo, che lascia dopo tre anni, e con il karate Shotokan che porta avanti per oltre 15 anni, raggiungendo nel 1980 il 3° dan sotto la scuola del M° Hiroshi Shirai. A cavallo tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta comincia le prime esperienze delle arti marziali cinesi. Intorno alla metà degli anni Ottanta abbandona definitivamente l’insegnamento del karate e dello yoga.
Sfruttando la sua lunga esperienza ha messo a punto per la pratica marziale il TAO G.E.D. – La Via (Tao) dello Sviluppo Energetico Globale (G.E.D. : Global Energetic Development) -, tecnica di sviluppo delle potenzialità fisico-energetiche e mentali: integrazione armonica fra le metodiche didattiche occidentali e le antiche tecniche di controllo mentale, di potenziamento fisico ed energetico orientali. È autore di altri tre libri: I Tre Poteri Segreti del Taiji Quan, La forma Antica del Taiji Quan – Stile Chen, Il Potere Segreto del Corpo nelle Arti Marziali editi dalla Luni, di un video didattico sul taiji di stile Yang edito dalla Red e diuna serie di video didattici sugli antichi metodi di potenziamento fisico-energetico del corpo (Nei Gong). Collabora con le maggiori riviste italiane (Samurai, Arti d’Oriente, Enertao) e straniere di arti marziali e scienze dello spirito. Suoi articoli sono apparsi in Spagna, sulla rivista European Internal Arts journal e sulla rivista americana Tai Chi Magazine, la più prestigiosa rivista internazionale di arti marziali interne. È comparso anche su due riviste giapponesi di karate e di arti marziali interne. Di lui hanno scritto anche le riviste Panorama (11/99) e Repubblica Salute (5/2003).
Ha collaborato per diversi anni con la facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Bologna.
Religioni dell’America Precolombiana

Autore/i: Krickeberg Walter; Trimborn Hermann; Muller Werner; Zerries Otto
Editore: Il Saggiatore
prima edizione, prefazione di Walter Krickeberg, traduzione di Claudia Diversi Caprino.
pp. 572, 56 tavv. a colori e b/n, Milano
Comune alle quattro monografie riunite in questo volume è il grande pregio della precisa e dettagliata esposizione. La ricchezza e il fascino poetico della materia trattata non abbisognano certo di eccessive divagazioni liriche per evidenziarsi. Il saggio di Krickeberg sul Messico e quello di Trimborn su Peru, Cile, Columbia, Costarica, Ecuador, introducono con lucida obiettività agli aspetti trascendenti di quelle civiltà evolutissime e sconcertanti che ai primi colonizzatori spagnoli erano parse opera del demonio. Dalle antiche cronache di viaggiatori e missionari, dai manoscritti pittografici aztechi e pueblo-mixtechi, e dai resti archeologici è tratto materiale sufficiente per un’analisi di temi e problemi innumerevoli: come il significato delle divinità tolteche, il manismo pueblo-mixteco, la terribile pratica dei sacrifici umani, la divina progenie dell’Olimpo azteco con la sua coppia creatrice Texcatlipoco-Quetzalcoatl, il problema della civiltà Maya. E poi, ancora, la folla di divinità astrali nelle culture intorno all’istmo, il cannibalismo magico, il contenuto etico delle religioni andine, e i fenomeni (spesso ancora arbitrariamente interpretati in chiave totemistica) dell’alter ego individuale, dei nomi animali attribuiti alle persone, dello zoomorfismo divino. Al terzo saggio, W. Müller premette un accenno di critica allo schema della totale uguaglianza fra il pensiero primitivo e quello «occidentale», luogo comune che, a partire dalle ultime opere di Lévy-Brühl, è andato sempre più soppiantando l’antico preconcetto della diversità. È un fatto, comunque, che gli indiani del Nordamerica, qui esaminati, più ancora che un’alienità di visione del mondo e di categorie mentali rispetto all’uomo europeo dell’età moderna, presentano soprattutto un’ampia gamma di modelli culturali fra loro straordinariamente differenziati: dalla condizione arcaica dei cacciatori-raccoglitori del Canada orientale, alla raffinata cultura dei pescatori Kwakiutl, dagli evoluti Irochesi agli estinti aborigeni californiani, ai civili Pueblos dell’Arizona: una varietà di culture materiali cui si accompagna un’ancora più imponente varietà di credenze e di rituali. La quarta parte, infine, dovuta a Otto Zerries, conclude il volume con una trattazione di radicale importanza, in quanto dedicata ai culti praticati da quei popoli «selvaggi» del Sudamerica che hanno offerto negli ultimi anni, con la loro scienza magica e il loro patrimonio mitico, tanto numerosi e fecondi spunti per il generale rinnovamento della scienza antropologica.
Walter Krickeberg. Nato a Schwiebus (Neumark) nel 1885, intraprese gli studi umanistici e si laureò in filosofia. Nel 1940 fu nominato professore all’Università di Berlino. Noto studioso di antropologia e di storia delle religioni, deve la sua fama ai suoi studi esemplari sulle antiche civiltà messicane. Divenne nel 1945 direttore del Museo di etnologia di Berlino e ricopri tale carica fino al 1954. Il suo trattato Alimexikanische Kulturtn è del 1956. Mori a Berlino nel 1962.
Werner Miiller. Nato ad Emmerich nel 1907, insegnante di filosofia e poi consigliere bibliotecario a Tubinga, è autore, oltre che del saggio qui pubblicato, di varie opere sulle religioni degli indiani del Nordamerica: Va ricordata soprattutto un’interessante monografia del 1955 sui Kwakiutl della costa nordoccidentale.
Herman Trimborn. Nato a Bonn nel 1901, è docente universitario e direttore del Seminario di etnologia della stessa città. Da trentacinque anni si occupa di archeologia e di storia dell’America precolombiana ed ha all’attivo un rilevante numero di pubblicazioni, con particolare riferimento alle antiche civiltà della Cordigliera andina. Fra gli scritti piu recenti, Eldorado (1961) e Die indianischen Hochkulturen des alten Amerika (1963).
Otto Zerries. È nato a Pforzheim nel 1914. Laureato in filosofia, si è dedicato prevalentemente a ricerche antropologiche, specializzandosi nello studio delle popolazioni primitive sudamericane. È conservatore capo del Museo etnografico di Monaco e direttore della sezione americana.
Il Gesuita Proibito

Vita e opere di P. Teilhard De Chardin
Autore/i: Vigorelli Giancarlo
Editore: Il Saggiatore
pp. 400, Milano
«Ho scritto questo libro su Pierre Teilhard de Chardin per rompere finalmente il silenzio, che in Italia dura oramai da troppi anni, intorno al suo nome, sopratutto sulle sue idee, già deformate prima d’essere conosciute. Se si escludono le interessanti ma diversive Lettere di viaggio, o qualche rara pagina sparsa, niente è stato tradotto da noi; la pubblicazione di tutte le sue opere scientifiche, religiose, filosofiche, sociali è ancora proibita. Per infrangere questa proibizione, oltre al racconto scheggiato della sua vita ed alla illustrazione integrale del suo pensiero, il lettore troverà qui, perciò, una trascrizione intensa delle sue pagine più strutturali, più anticipatrici, più polemiche. Questo libro, se ha un merito, è di avere voluto essere, al di là di qualsiasi censura, l’ideario fedele e completo di Teilhard; ed io, spesso, ho ridotto ogni commento, per lasciare che egli parlasse da sé, con la sua viva voce, preferendo farmene, più che l’interprete, l’introduttore e l’intermediario.[…]»
A Scuola dallo Stregone

Una via yaqui alla conoscenza
Autore/i: Castaneda Carlos
Editore: Casa Editrice Astrolabio
prefazione di Walter Goldschmidt, introduzione dell’autore, traduzione di Francesco Cardelli.
pp. 216, Roma
Carlos Castaneda, un giovane antropologo dell’Università di California, registra in questo libro le esperienze fatte durante cinque anni di apprendistato presso don Juan, uno stregone indiano Yaqui. In una serie di singolari dialoghi, Castaneda espone la sua parziale iniziazione al tipo di percezione di don Juan e al suo dominio della U realtà non ordinaria “. Descrive come il peyote e altre piante sacre agli indiani del Messico siano usate come vie d’accesso ai misteri del “terribile”. Pur dovendo trattare di fenomeni fuori del comune, spesso di fatti di un ordine fantastico e terrificante, Castaneda scrive con semplicità e concretezza, lasciando che gli avvenimenti esprimano da soli il loro dramma. Dal resoconto emergono con vigore la nobiltà, profondità e autorità di don Juan e dei suoi insegnamenti. E’ un libro senza precedenti, stranamente bello, che si è assicurato un posto nella letteratura dell’etnologia come un documento sempre valido e vivo di una manifestazione dello spirito umano.
Taoismo, Yoga, Vedanta e Zen – le antiche “Vie di liberazione” – appartengono anima e corpo all’Asia. E’ stato detto che l’Occidente non ha mai prodotto nessuna via di conoscenza spirituale paragonabile al grande sistema dell’Oriente, ed è per questo che il libro di Castaneda ha il valore di una vera e propria rivelazione.
L’Astrologia in Italia

Profezie, oroscopi e segreti celesti, dagli zodiaci romani alla tradizione islamica, dalle corti rinascimentali alle scuole moderne: storia, documenti, personaggi
Autore/i: Caroti Stefano
Editore: Newton Compton Editori
pp. 308, nn. ill. b/n, Roma
Non sempre l’astrologia ha dovuto cercare i propri consensi ai limiti, o meglio, al di fuori di quelle che sono le scienze esatte. A lungo essa ha rappresentato, sia pure non senza contrasti, un punto costante di riferimento di interessi molteplici: l’aspetto più teorico l’avvicinava infatti all’astronomia, mentre le sue diverse applicazioni pratiche rendevano necessario il ricorso ai giudizi dell’astrologo in ogni istante della giornata, dal momento più adatto ad indossare una veste nuova a quello della posa della prima pietra per la fondazione di una città.
L’attribuzione ai corpi celesti di un ruolo primario nella causalità naturale, con il riconoscimento all’influsso astrale di poteri determinanti anche sull’azione degli elementi, faceva dell’astrologia una disciplina la cui conoscenza era indispensabile a scienziati, artigiani, artisti, commercianti, uomini di stato e condottieri.
Figlia del Tibet

La vita e il mondo di Rinchen Dolma Taring
Autore/i: Rinchen Dolma Taring
Editore: Serra e Riva Editori
prefazione del Dalai Lama, traduzione di Ilide Carmignani.
pp. 336, Milano
“Figlia del Tibet e una minuziosa descrizione della vita quotidiana, ma pare un racconto di fantascienza, tanto aliena, tanto straordinariamente lontana e la società che descrive, tanto è impossibile credere che esistesse in pieno ventesimo secolo… Un Tibet iperbolico e magnifico, quello delle grandi cerimonie al Potala – il palazzo del Dalai Lama, – dei baldacchini incrostati di diamanti, della raffinatezza dei nobili, della sorpresa e sottomessa ammirazione dei servi della gleba.”
Così è stato descritto questo libro, l’autobiografia di un’aristocratica tibetana nata nel 1910, che oggi vive in esilio, in India, dove si è rifugiata nel 1959 dopo la rivolta anticinese in Tibet e la fuga del Dalai Lama. Cresciuta a Lhasa nel chiuso universo dorato della nobiltà tibetana, sposata prima al comandante in capo dell’esercito, poi al principe sikkimese Jigme Taring, Rinchen Dolma è una protagonista (oltre che un’attenta osservatrice) dei decenni cruciali della storia recente del Tibet, nei quali il paese passa da società feudale pietrificata nel tempo a regione della Cina comunista. Il suo libro è ben più di un’autobiografia, e non racconta soltanto la storia di una donna eccezionale. Scritto con l’intento di “tracciare un ritratto della nostra vita in Tibet e dimostrare che la nostra è sempre stata una nazione indipendente”, e l’incredibile affresco di un intero popolo, delle sue speranze e tragedie, delle sue gioie quotidiane e tradizioni secolari, della sua felicità perduta. “La vita in Tibet era meravigliosamente felice” scrive l’autrice, rievocandola dopo aver abbandonato la famiglia e gli amici per fuggire avventurosamente da sola in India, a dorso di mulo, attraverso i monti dell’Himalaia. Rinchen Dolma Taring è stata una delle prime tibetane a imparare l’inglese; in inglese ha scritto e pubblicato la sua autobiografia in Occidente, con uno stile fresco, vivace, d’una spontaneità quasi disarmante, che trasmette tutta la gentilezza, la forza d’animo e l’allegria della sua gente. Oggi Mary Taring, come la chiamano gli occidentali, vive a Rajpur, dove si occupa dell’assistenza ai profughi tibetani.
Thangka

Arte e spiritualità della terra delle nevi – Il Tibet si racconta attraverso le sue immagini sacre
Autore/i: Autori vari
Editore: Kailash Onlus
pp. 78, interamente e riccamente illustrato a colori, Paladina (BG)
Catalogo della mostra con una selezione di preziose Thangka tibetane, composizioni artistiche di carattere religioso dipinte o ricamate su lino e seta. Il nucleo di dipinti che verrà esposto a Bologna sarà composto da circa trentacinque opere risalenti ad epoche diverse, alcune precedenti all’invasione cinese del Tibet del 1959.
Il particolare supporto sul quale le Thangka vengono realizzate consente infatti di trasportarle piuttosto agevolmente, per questo costituiscono uno dei pochi tesori artistici salvati dai saccheggi e dalle distruzioni del reggime della reppublica popolare cinese.
L’aspetto di questi manufatti, che hanno la funzione liturgica di supportare i fedeli durante la meditazione, è quello di stendardi coloratissimi decorati secondo i canoni iconologici della tradizione buddista. I soggetti religiosi presentati sono essenzialmente quattro: “I Maestri”, ossia i grandi eruditi di filosofia e logica che insegnarono nelle maggiori università monastiche del Tibet, componendo alcune delle opere fondamentali del Buddismo; “Gli Yidam”, ossia le divinità di meditazione che costituiscono il mezzo abile grazie al quale i discepoli conseguono le realizzazioni ordinarie e supreme; “I Buddha”, ossia gli esseri illuminati, coloro che nelle numerose vite passate si sono liberati dal desiderio fino a conseguire l’illuminazione perfetta; e “I Dharmapala”, ossia le divinità protettrici dei praticanti e dediti all’eliminazione degli ostacoli che si presentano lungo il cammino spirituale.
Dien’ Cham’ Riflessologia Facciale Vietnamita

Autore/i: Muller Marie-France; Le Quang Nhuan
Editore: Edizioni Mediterranee
traduzione dal francese di Carla De Benedetti, disegni di René Maurice Nault.
pp. 264, 300 disegni b/n, Roma
Stupefacente metodo di riflessologia facciale che arriva dal Vietnam, il Dien’ Cham’ permette di:
- Curare una malattia comune senza dover automaticamente ricorrere alle cure di un medico
- Alleviare i mali in modo semplice, efficace e rapido
- Ritrovare la salute inducendo un effetto-farmaco… senza doverne prendere
- Prevenire le malattie, in modo semplice, con un minimo di tempo e di fatica… e gratis!
Una volta appresa, questa metodologia permetterà a ogni persona di sentirsi bene nella propria pelle, e soprattutto senza medicine, senza apparecchi di supporto, dovunque e in qualsiasi momento. Per alleviare le malattie non c’è bisogno d’altro che delle dita o di una penna con l’estremità arrotondata per stimolare sul viso i punti-riflesso necessari. I risultati non si fanno attendere: un mal di testa svanisce in pochi secondi, un mal di schiena non resiste molto di più. È sufficiente provarlo per convincersi… Il semplice studio di base di questa strabiliante tecnica permetterà a tutti, in poche ore, di imparare una sessantina di punti-riflesso situati sul viso, ed anche la loro applicazione per tanti mali comuni. Quest’opera, semplice e pratica, è una vera e propria farmacia ambulante per tutta la famiglia…
Marie-France Muller è dottore in psicologia e naturopatia. Si interessa da numerosi anni a tutto ciò che riguarda lo sviluppo personale e la salute. È autrice di molti libri di successo sulle terapie naturali.
Nhuan Le Quang scoprì in Vietnam la facyterapia, inventata dal professor Bui Quoc Chau, metodo che gli servì per mettere a punto il Dien’Cham’. Dal 1987 Nhuan le Quang percorre in lungo e in largo la Francia e l’Europa per diffondere quanto più possibile il Dien’Cham’, di cui al tempo stesso eil promotore e l’inventore. Il suo obiettivo e farlo conoscere a tutti, in modo che il maggior numero possibile di persone possa approfittare dei suoi benefici effetti. Risiede attualmente nella regione di Parigi.
Totem e Tabù

Alcune concordanze nella vita psichica dei selvaggi e dei nevrotici
Autore/i: Freud Sigmund
Editore: Bollati Boringhieri Editore
introduzione di Károly Kerényi, traduzione di Silvano Daniele.
pp. 216, Torino
Nelle tribù australiane (e il fenomeno è analogo presso tutti i popoli primitivi) «totem» è l’animale sacro, il progenitore e lo spirito protettore del clan. Ucciderlo è delitto gravissimo: è «tabù». Tuttavia il tabù non ha per oggetto il solo totem. Esso si estende anche alle donne, che non possono avere rapporti sessuali con membri dello stesso clan (esogamia); difende con una cortina invisibile i re, i sacerdoti, i morti… Nella civiltà moderna il corrispettivo di questo atteggiamento sono le fobie, presenti in particolare nelle nevrosi ossessive, anch’esse circondate da un complesso cerimoniale che è frutto di coazione. Freud aveva appreso attraverso casi celebri, come quelli del «piccolo Hans» e del «piccolo Árpád», qual è il significato inconscio degli animali nella psiche infantile. Nella psiche del primitivo, il totem ricopre un ruolo analogo: è l’immagine del padre, centro di sentimenti ambivalenti di odio e amore. Come oggetto di venerazione, il totem restituisce al padre l’affetto dei figli, mentre il tabù lo difende dai loro impulsi aggressivi. Nel compiere a ritroso il cammino che dal totemismo sfocia nella religione, Freud s’imbatte una volta ancora nelle due figure centrali del complesso edipico: il padre, amato e insieme pericoloso concorrente nell’affetto della madre, e quest’ultima, oggetto di una passione filiale che si pone come esclusiva. In questo senso Freud poté dire che la religione è «qualcosa che appartiene al figlio».
Sigmund Freud (1856-1939) pubblica nel 1899 L’interpretazione dei sogni, l’opera che svela i meccanismi di funzionamento dell’inconscio: è la nascita della psicoanalisi, di cui gli scritti della maturità innalzeranno l’edificio dottrinale. L’edizione delle sue Opere è apparsa presso Bollati Boringhieri a cura di Cesare L. Musatti (12 voll. 1966-1980).
Il Mistero del Sacro Graal

Origine e storia di una tradizione segreta
Autore/i: Hancock Graham
Editore: Edizioni Piemme
traduzione dall’inglese a cura di Maria Massarotti.
pp. 584, ill. b/n f. t., Casale Monferrato (AL)
Sulle tracce di crociati, templari, massoni e società segrete per ricostruire e documentare l’enigmatica storia del Sacro Calice e la ricerca dell’Arca dell’Alleanza.
Originariamente costruita dall’antico popolo israelitico per contenere le tavole dei Dieci Comandamenti, l’Arca dell’Alleanza fu venerata nei secoli come simbolo della presenza di Dio sulla terra: ad essa erano attribuiti poteri straordinari. Poi, inspiegabilmente, nel sesto secolo prima di Cristo, l’Arca scomparve dal Tempio di Salomone senza lasciare traccia ed ebbe così inizio uno dei più grandi misteri della storia. La ricerca dell’Arca “perduta” si intrecciò nei secoli con un’altra tradizione segreta, quella del Sacro Graal, il “Calice del sangue” usato da Gesù nell’Ultima Cena, inseguito e rivendicato per tutto il Medioevo da Templari, crociati e cavalieri del Santo Sepolcro.
Per nove anni Graham Hancock ha ricostruito a ritroso questa enigmatica storia inseguendone le tracce sparse in archivi polverosi, tra documenti storici e società segrete, leggende e tradizioni ormai dimenticate.
Ora, finalmente, Hancock pubblica il risultato della sua indagine storica e risponde all’interrogativo: qual è la vera storia dell’Arca dell’Alleanza e del Sacro Graal? Dove si trovano ora queste enigmatiche reliquie?
Graham Hancock è uno scrittore inglese autore di numerosi libri sulla storia del, Medioriente. Per molti anni è stato corrispondente dell’Economist per tutta l’area dell’Africa nord-orientale. Per quasi dieci anni si è dedicato a viaggi e ricerche per ricostruire e documentare la vera storia dell’Arca Perduta e del Sacro Graal. Questo libro è il frutto di quelle ricerche.
Una Realtà Separata

Nuove conversazioni con don Juan
Autore/i: Castaneda Carlos
Editore: Casa Editrice Astrolabio
introduzione dell’autore, traduzione di Francesco Cardelli, l’illustrazione a colori della copertina è tratta da quella originale di Ruger Hane.
pp. 232, Roma
Nel suo primo libro, A scuola dallo stregone, Castaneda raccontava i suoi cinque anni di noviziato con don Juan, un brujo indiano yaqui, e parlava della sua iniziazione al mondo della ’realtà non ordinaria’ e dello strano e spaventevole viaggio spirituale che l’uomo deve intraprendere, e che lui intraprese, per diventare un ’uomo di conoscenza’.
In questo secondo libro, Una realtà separata. Castaneda riprende il suo noviziato, risoluto a vedere oltre la realtà superficiale della vita; in parte con l’aiuto di droghe ma in fondo ed essenzialmente mediante un difficilissimo e faticosissimo sforzo di volontà.
In un momento in cui un numero sempre crescente di uomini si volge alla ricerca di una realtà spirituale al di là del materialismo, questo libro costituisce una rivelazione sorprendente, che illumina un sistema di conoscenza e percezione profondo, raffinato e universale quanto le più famose ’vie di liberazione’:
Taoismo, Vedanta, Voga e Zeno. A un altro livello, il libro è una delle opere più originali e intuitive mai scritte sulla profondità del pensiero indio, un’opera di etnografia unica nella sua profondità e comprensione; infatti, come ha detto Earl Shorris: “Castaneda è il solo scrittore che abbia compreso il pensiero indio al punto da produrre un’importante comunicazione tra due mondi”.
Ma in definitiva, Una realtà separata è un dialogo umano, commovente, sentito, tra due uomini diversissimi: il vecchio stregone, don Juan, sardonico, intuitivo, stoico, saggio, feroce nelle sue emozioni ma trionfante nel suo controllo su di esse e nella sua intenzionale battaglia per vedere e sapere al di là della visione dell’uomo comune; e l’autore, uomo di straordinario coraggio e intelligenza, che ha osato sottomettersi agli insegnamenti di don Juan per entrare nel suo mondo da attore e non da semplice spettatore L’iniziazione di Castaneda al processo del ’vedere’, sulle aride colline del Messico nord-occidentale, offre un terribile e drammatico resoconto di un’avventura spirituale; un’opera di letteratura che è al tempo stesso la scoperta di una saggezza e conoscenza finora ignota, e la storia di un’esperienza personale singolare e sconvolgente.
Anche un Granchio può Diventare un Principe

Ascolta il messaggio segreto del tuo segno zodiacale ebraico – Dall’Astrologia ebraica i 12 percorsi per sfruttare al meglio il proprio talento
Autore/i: Crivelli Nadav
Editore: Edizioni Piemme
prefazione e introduzione dell’autore.
pp. 280, ill. b/n, Casale Monferrato (AL)
Per l’astrologia ebraica il nostro segno zodiacale non ci rivela gli eventi che ci accadranno, ma ci aiuta a capire che tipo di personalità abbiamo, quali siano i nostri difetti e quali i nostri talenti nascosti: in breve, a conoscere noi stessi. Per ogni segno, tre sono i livelli di realizzazione del proprio potenziale. La personalità progredisce passando dall’uno all’altro nella crescita: dal primo, più grezzo e immaturo, attraverso il secondo (il più diffuso) e su sino a quello, non concesso a tutti, della massima fioritura del proprio spirito.
Nadav Crivelli vive a Gerusalemme. Insegna cabalà e astrologia in Italia e in Israele, e scrive articoli su varie riviste. Collabora con l’Almanacco del Barbanera.
Il Tramonto del Totem

Osservazioni per una etnografia delle feste – Antropologia culturale e sociale
Autore/i: Apolito Paolo
Editore: FrancoAngeli
introduzione dell’autore.
pp. 160, esemplare con sottolineature a matita, Milano
Il libro si pone la questione etnografica della festa: quando si può dire di un fenomeno sociale che è una festa? Cioè quali sono i tratti «necessari» della festa? Più che la comunità o il tempo, i tratti precipui sembrano essere l’ethos festivo, l’uso del «modo simbolico» come forma di pratica linguistica e l’assenza di un’unica auctoritas che dia un’interpretazione legittima di quello che si sta svolgendo.
Ad una prima parte che delinea alcune direzioni metodologiche relative a queste questioni, seguono tre elaborazioni etnografiche – la Settimana santa nel salernitano, un funerale lucano e la notte di Halloween – , tentativi problematici di caratterizzare e illustrare la teoria.
Paolo Apolito insegna Antropologia culturale nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Salerno.
Introduzione
Il totem della festa
* Durkheim e Rousseau: due modelli
* «Un vero istante collettivo»
* Trasparenza e ostacolo
La communitas dell’«uomo integrale»
* Il totem dell’individuo
* L’«uomo integrale»
Questioni di etnografia delle feste
* La descrivibilità di una festa
* Eventi, attori, contesto rituale
* Feste in paese
Feste in azione
* Il peso del rituale. La Settimana santa nel salernitano
* La lanterna magica. Un funerale in Basilicata
* La festa senza comunità. La notte di Halloween
Bibliografia
Astrologia

Tabelle per la ricerca dell’ascendente – Le rispondenze astrali e come fare l’oroscopo completo – Influenze astrali sui bioritmi
Autore/i: Barbareschi Fino M. A.
Editore: Raffaele Dimunno Editore
presentazione dell’editore.
pp. 288, nn. ill. a colori e b/n, Milano
Abbiamo la consapevolezza di offrire al lettore un libro che non mancherà di interessarlo molto, e certamente sotto vari aspetti che non solamente quello della materia trattata.
Questa consapevolezza scaturisce dal fatto che non sono poche le pubblicazioni di questo genere, e che è sentita fortemente l’esigenza di un ’opera che risulti davvero ambiziosa per l’impianto sistematico ed esauriente della trattazione, per l’esposizione accessibile e ancora per la consultazione estremamente agevole. In questo senso ha lavorato, con lo scrupolo e l’attendibilità scientifica che l’hanno sempre distinta, l’Autrice, la prof. Maria Antonietta Barbareschi-Fino, che aggiunge ora questa nuova fatica al suo intenso curriculum di pubblicazioni, anche di carattere letterario. Vogliamo sperare che questa opera di astrologia riesca piacevolissima, com ’era nelle intenzioni, anche sotto il profilo grafico, iconografico e della veste tipografica, in virtù anche dell’inedita e bellissima serie dei segni zodiacali appositamente realizzata dal Maestro Jonathan Bee.
Astrologia della Coppia

Che cos’è, come si erige e come si interpreta l’oroscopo integrato per analizzare il rapporto tra due persone
Autore/i: Hand Robert
Editore: Armenia Editore
prefazione di John Townley, introduzione dell’autore, traduzione di Enzo Acampora
pp. 360, Milano
L’autore espone in questo volume una nuova tecnica per redigere l’oroscopo della coppia: consiste nel combinare due oroscopi individuali creandone un terzo, definito “integrato”, sulla relazione fra due persone. Questo libro spiega che cos’è l’oroscopo integrato, come lo si erige e come lo si interpreta, proponendo quindi l’esempio di cinque casi tipici a dimostrazione dell’uso e della validità della tecnica.