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Il Messaggio della Sfinge

Il Messaggio della Sfinge

Autore/i: Enél

Editore: Editrice Atanòr

prefazione e introduzione dell’autore, tradotto da Donato Piantanida.

pp. 220, 21 tavv. b/n f.t., Roma

L’Iniziato conosciuto sotto lo pseudonimo di Enél ha concluso il suo compito terreno. Egittologo di chiara fama, allievo del grande Maspero, scrisse diversi trattati in lingua francese ed inglese sull’interpretazione esoterica dei geroglifici egizi; profondo conoscitore della lingua ebraica, proseguendo sulla via tracciata da Fabre d’Olivet tradusse, interpretò e compose varie opere kabalistiche. Per documentarsi alle fonti risiedette per molti anni in Egitto, apprese la saggezza dei Brahmani in India, fu con i Lama Thibetani e tra i monaci di Monte Athos.
La sua erudizione in tutti i campi delle scienze così dette “occulte” fu prodigiosa e non si limitò soltanto alla sola teoria, ma operò con De Rochas, Philippe de Lyon e Papus.
Nel 1908, durante il suo primo soggiorno in Egitto, Enél scoprì una forte radiazione all’interno della Grande Piramide ,e venticinque anni più tardi riuscì a definire quelle radiazioni, composte da un fascio di raggi molto diversi gli uni dagli altri, e proseguendo nelle sue ricerche ottenne risultati interessanti nei trattamenti di varie malattie basandosi sulla legge omeopatica “similia similibus curantur”.
D’allora, dedicò tutte le sue energie ad alleviare i mali che affliggono l’umanità.
Il frutto delle sue fatiche e dei suoi studi non è andato perduto poichè, attenendosi alla tradizione perenne, Enél trasmise la fiaccola della conoscenza, che egli aveva tanto ravvivata, in altri mani degne da riceverla. E’ quindi per noi una consolazione poter affermare che, malgrado il tempo in cui viviamo nel quale è molto difficile colmare i vuoti che si formano nella schiera sempre esigua dei cultori dell’Alta Scienza, della Scienza Regale e Sacerdotale, esistono ancora uomini degni non solo di un tale retaggio, ma di proseguire lungo la via che Enél ha tracciato. (Donato Piantanida)

L’Islam e il Pluralismo Religioso

L’Islam e il Pluralismo Religioso

La Giustizia divina e il destino dei non-musulmani

Autore/i: Mortaza Motahhari

Editore: Irfan Edizioni

prefazione di Damiano ’Abbas Di Palma, traduzione di Giuseppe Mahdi Aiello.

pp. 88, Setteville di Guidonia (Roma)

L’Islam è la sola Retta Via? La Retta Via è un fenomeno unico o vi sono diverse religioni ugualmente vere e valide? Dal punto di vista islamico, qual’è il destino oltremondano dei non-musulmani che non violano i diritti degli altri e compiono “buone” azioni?
Il concetto di pluralismo religioso è stato discusso, in varie forme, da filosofi e teologi del passato appartenenti a varie religioni. A ogni modo, con l’incremento dell’interazione e degli scambi tra i seguaci delle differenti religioni e con lo sviluppo del dialogo interreligioso, quello del pluralismo religioso è di venuto uno dei temi più scottanti della nostra epoca, un tema fondamentale al fine di poter promuovere la tolleranza e la pacifica convivenza tra i seguaci delle diverse religioni, in particolare ebrei, cristiani e musulmani.

Mortadha Motahhari (19201979), filosofo e teologo iraniano, è uno dei più rappresentativi e influenti esponenti della cultura islamica contemporanea, autore di decine di opere sui più svariati argomenti filosofici e sociologici.

Il Pane e lo Zen

Il Pane e lo Zen

Ricette per cucinare la propria vita

Autore/i: Glassman Bernie; Fields Rick

Editore: Ubaldini Editore

prologo degli autori.

pp. 148, Roma

Ci sono cuochi che tengono il segreto sulle loro ricette, altri invece, facendoci partecipi dei loro successi e fallimenti, ci insegnano a cucinarci da soli il nostro “banchetto”, la nostra vita.

Niente di meglio di questo libro per sfatare il logoro cliché che vuole l’adepto buddhista alieno dal mondo, dai coinvolgimenti terreni, incapace di gustare il sapore della vita e di immergervisi fattivamente.
Glassman e Fields, in questo distillato di saggezza zen che può valere da ricettario tanto nel lavoro quanto nella pratica spirituale, per la cucina quanto per la vita, ci raccontano la bellissima storia di un’iniziativa unica nel suo genere: un panificio organizzato secondo i principi dello zen, che prospera e lievita trasformandosi in un’impresa di successo: la Fondazione Greyston.
Ispirandosi agli insegnamenti di Dogen, fondatore nel XIII secolo della tradizione giapponese del soto zen nonché autore del famoso Tenzo Kyokzm, o Istruzioni per il cuoco zen, Glassman ci presenta le sue esperienze di abate-imprenditore del ventesimo secolo, offrendoci, piatto dopo piatto, il banchetto di tutta una vita dedita non solo alla pratica buddhista ma spesa anche e soprattutto per migliorare l’esistenza dei senzatetto e degli emarginati.
L’impegno sociale nello spirito zen non ha nulla a che vedere con quel tipo di apostolato cui ci hanno abituati le varie organizzazioni, confessionali o no, di assistenza ai poveri: un’assistenza condita di belle parole, buoni pasto e piccoli aiuti finanziari (quel che si chiama la “carità”) che perpetuano anziché risolvere i problemi dell’assistito. Nella Fondazione Greyston, invece, lo spirito zen mescola i due ingredienti dell’azienda produttiva e dell’impresa senza scopo di lucro, dando vita a un superpanificio che impiega e qualifica i disoccupati e fornisce una casa e agevolazioni varie ai senzatetto.
Secondo Glassman, una delle migliori metafore della nostra vita è la cucina, e infatti per i maestri zen una vita vissuta con pienezza è detta “il supremo banchetto”. Passandoci, come fossero ricette, principi del tipo “Usa ciò che hai a disposizione”, “Non scartare nulla” e “I tuoi errori sono gli ingredienti migliori”, questo libro offre al nostro palato un buddhismo dal gusto nuovo, che applica i principi zen tanto nella comunità come al mercato, amalgamando con successo imprenditoria e non attaccamento e dosando sapientemente pratica spirituale e impegno sociale.

Bernie Glassman, ingegnere aerospaziale, è abate della Comunità Zen di New York e del Centro Zen di Los Angeles. Negli anni ’80 ha fondato il Greyston Mandala, una rete di imprese e di associazioni non a scopo di lucro che lavorano per lo sviluppo della zona sud-occidentale di Yonkers, New York. In seguito, assieme alla moglie Jishu Holmes, ha fondato l’Ordine zen dei costruttori di pace e l’Assemblea interreligiosa dei villaggi dei costruttori di pace. Ha studiato il buddhismo zen sotto la guida di Taizan Maezumi Roshi a Los Angeles.

Rick Fields (1942-1999), giornalista, poeta e studioso della storia e dello sviluppo del buddismo negli Stati Uniti, è autore di diversi libri. È stato co-fondatore, nel 1991, della rivista “Tricycle: A Buddhist Review”, di cui è stato anche redattore per molti anni, e ha lavorato come editor nella rivista “The Vajradhatu Sun”.

Ascesa e Declino delle Grandi Potenze

Ascesa e Declino delle Grandi Potenze

Autore/i: Kennedy Paul

Editore: Garzanti Editore

prima edizione, presentazione di Gian Giacomo Migone, introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese di Andrea Cellino.

pp. 848, cartine b/n, Milano

Sin dal suo apparire negli Stati Uniti, quest’opera di Paul Kennedy ha aperto un ampio dibattito, che è giunto addirittura a investire una campagna elettorale presidenziale. Il tema è di notevoli implicazioni anche per il futuro: i rapporti tra potenza economica e impegni strategici, che sembrano governare l’affermazione e il tramonto delle grandi potenze imperiali.
Per arrivare a prospettare un possibile quadro dell’oggi, Kennedy risale al Cinquecento e agli albori dell’impero asburgico. Ieri come oggi, egli sostiene, una nazione esprime tanta potenza militare quanta gliene permettono le sue risorse economiche, ma alla fine l’elevato costo del mantenimento della supremazia militare indebolisce la sua base economica. Le grandi potenze in declino reagiscono spendendo ancora di più per la difesa e si indeboliscono ulteriormente impedendo che risorse essenziali vengano destinate a nuovi investimenti produttivi.
Nel tracciare l’ascesa e la successiva crisi di nazioni come la Spagna, i Paesi Bassi, la Francia, l’impero britannico e attualmente gli Stati Uniti, Paul Kennedy mostra che c’è stata, nel corso della storia, una stretta relazione tra forze produttive e forza militare.
In uno studio che è nello stesso tempo di ampio respiro e minutamente documentato, Kennedy chiarisce le politiche delle grandi potenze durante cinque secoli, e mette a fuoco il dilemma che gli Stati Uniti, l’Unione Sovietica, l’Europa occidentale e le potenze emergenti dell’Asia devono ora affrontare.

Paul Kennedy è nato nel 1945 a Wallsend-on-Tyne, nel nord dell’Inghilterra. Dopo gli studi nelle università di Newcastle e di Oxford, ha insegnato nell’Università della East Anglia, e dal 1983 è Dilworth Professor of History a Yale. Vive ad Hamden, nel Connecticut. Storico militare, ha pubblicato numerose opere, tra cui The Rise and Fall of the Anglo-American Antagonism ( 1980), The Realities behind Diplomacy (1981) e Strategy and Diplomacy 1870-1945 (1983). Collabora a «The New York Times», «The New Republic», «The Washington Post», «The Atlantic» e «The Economist».

SuperNatura

SuperNatura

Uno scienziato entra nel dominio del supernaturale per trovare una spiegazione scientifica ai fenomeni più inspiegabili.

Autore/i: Watson Lyall

Editore: Rizzoli

prima edizione, introduzione e premessa dell’autore, traduzione di Franco Ferrucci.

pp. 312, Milano

Il sole, la luna, i pianeti influiscono in maniera determinante sui ritmi vitali di riproduzione, di alimentazione degli esseri viventi?
Può la mente umana agire direttamente sulla materia?
È dimostrabile che alcuni uomini posseggono un «sesto senso»?

A queste e a molte altre domande che la scienza ufficiale ha finora trascurate, Lyall, Watson dà in questo volume risposte sostanzialmente affermative.
Dei fenomeni inesplicabili che avvengono dentro e attorno a noi, sono state date, in passato, spiegazioni oggi inaccettabili, sconfinanti nei campi della magia e della superstizione. È fuori dubbio che tali fenomeni esistono, continuano a ripresentarsi regolarmente, e che anche l‘uomo moderno sente il bisogno di scoprire i meccanismi naturali che ne stanno all’origine. A spingerlo a queste ricerche e, secondo Watson, non solo il piacere della ricerca scientifica, ma «anche e soprattutto l’oscura consapevolezza che la scoperta di tali meccanismi avrà un valore decisivo per la sua sopravvivenza».
Mosso lui stesso, come uomo, da questa duplice esigenza, ma consapevole, come biologo, dell’estrema delicatezza della materia, Watson passa al vaglio della documentazione scientifica più aggiornata tutti i fenomeni di cui si occupa, riuscendo a formulare, su molti di essi, ipotesi che hanno le caratteristiche rigorose della ricerca scientifica vera e propria, e che si basano sul principio, accettato ormai da tutti, che gli esseri sono coinvolti in un libero scambio di influenze che fanno del cosmo un grande organismo unitario.

Giacomo Puccini

Giacomo Puccini

Biografia Critica

Autore/i: Carner Mosco

Editore: Il Saggiatore

prima edizione, prefazioni dell’autore, traduzione di Luisa Pavolini.

pp. 722, ill. b/n, Milano

Il centenario di Puccini (1958) aveva fatto sperare il libro da cui uscisse, adeguata al gusto e alla musicologia moderna, la spiegazione del Maestro che tutto il mondo spontaneamente ama. Forse questo del Carnet è il solo che abbia risposto all’attesa e possa considerarsi come un’opera base. La parte biografica raccoglie tutto quanto è necessario sapere, in un racconto di eccellente evidenza letteraria e di ineccepibile documentazione. La seconda parte, sulla musica, comprende un lucido esame dei motivi critici essenziali (situazione dell’Opera italiana tra la fine dell’800 e l’inizio del 900, fondamenti psicologici dell’opera pucciniana, drammaturgia e stile musicale del Maestro) e un’analisi di tutte le opere. Conoscenza assoluta della materia, sicurezza di gusto, obiettività di giudizio, assenza di sussiego intellettualistico ne garantiscono l’attendibilità. Dal suo podio di direttore d’orchestra, l’autore ha controllato il respiro di Puccini alla prova di chi sa quante esecuzioni. E adesso, senza soperchierie descrittive, ci chiama a riascoltare quella musica su una persuasiva ribalta critica. Checché si possa pensare del «complesso materno» che il Carnet diagnostica in Puccini, questa ipotesi psicologica rinnova in noi, e delucida, lo struggimento di Mimì, di Butterfly, di Liù e delle altre indimenticabili eroine.

Mosco Garner ha compiuto a Vienna, dove è nato, i suoi studi musicali ed è stato tra i discepoli di Guido Adler, il grande cultore della musicologia come storia dello stile. Direttore del Teatro di Stato di Danzica fino al 1953, si è poi trasferito a Londra, dove ha svolto quell’attività di critico che gli ha dato fama internazionale. Tra i suoi libri più noti, il Saggio sull’armonia del XX secolo e Uomini e Musica, sostanziale contributo alla comprensione di Schubert, Schumann, Mahler, Bartok e Berg. Carnet dirige di frequente l’orchestra di Londra, e consigliere musicale della B.B.C., critico dell’«Evening News» e del settimanale «Time and Tide».

La Filosofia Centrale del Buddhismo

La Filosofia Centrale del Buddhismo

Autore/i: Murti T. R. V.

Editore: Ubaldini Editore

prefazione dell’autore, traduzione di Fabrizio Pregadio.

pp. 344, Roma

Il testo capitale sulla filosofia della «via di mezzo», il grande sistema Madyamika fondato da Nagarjuna, dal quale discendono direttamente gli sviluppi tibetani e quelli sino-giapponesi del Buddhismo.

La «filosofia centrale del buddhismo» è il sistema Madhyamika, il sistema della «via di mezzo» ordinato e sistematizzato dal grande filosofo Nagarjuna intorno al secondo secolo d.C.
Nell’ambito dello sviluppo del pensiero indiano, il Madhyamika rappresentò una vera e propria rivoluzione, proponendo una critica radicale dei due punti di vista estremi a esso precedenti: la concezione della permanenza della Realtà, tipica dei sistemi brahmanici, e la concezione della istantaneità dei fenomeni che compongono il reale, tipica del buddhismo primitivo. Per Nagarjuna, l’assoluto deve considerarsi privo di qualsiasi determinazione empirica e il fenomenico è dunque limitato a una realtà condizionata, relativa.
La dialettica Madhyamika costituisce, forse, il nucleo fondamentale di questa “filosofia centrale del buddhismo”; essa, al pari della dialettica kantiana, è anche una critica di ogni filosofia e, nella stessa maniera in cui la filosofia critica di Kant condusse ai sistemi idealistici di Fichte, Schelling ed Hegel, il Madhyamika generò l’idealismo di un ulteriore sistema buddhista: il Yogacara.
T. R. V. Mutti, nella presente opera, oltre a descrivere, analizzare e discutere le concezioni originali e fondamentali del Madhyamika, in una maniera piana e dettagliata che rende comprensibili i temi in discussione anche ai lettori non specializzati, approfondisce la propria indagine con stimolanti confronti tra il sistema di Nagarjuna e svariati sistemi filosofici occidentali. Questo specifico impegno conferisce all’opera, già di per sé preziosa, un rilievo del tutto particolare nel campo degli studi di filosofia comparata, in riferimento, soprattutto, al grande interesse oggi evidente per lo sviluppo del confronto tra Oriente e Occidente. Il lettore o lo studioso di Buddhismo, per suo conto, potrà trovare in quest’opera del Murti la coerente esposizione delle concezioni dei sistemi buddhisti che precedettero il Madhyamika, dal Theravada al Sarvastivada, al Sautrantika classico, che già aveva sviluppato una epistemologia di tipo kantiano. L’organica illustrazione dello sviluppo di queste scuole e, infine, al tempo stesso, della loro integrazione e del loro superamento da parte del sistema Madhyamika, rappresenta una sorta di storia del pensiero buddhista di rara accuratezza.

I Maestri dei Poteri

I Maestri dei Poteri

I Siddha tamil dell’India

Autore/i: Zvelebil Kamil V.

Editore: Ubaldini Editore

prefazione dell’autore, traduzione di Emanuela Panattoni.

pp. 128, ill. b/n, Roma

Una delle pagine più complesse e affascinanti della storia della cultura Tamil si trova nelle composizioni attribuite ai Siddha. I loro scritti, come le loro convinzioni e idee nel campo della religione, della filosofia, della medicina, dell’alchimia e dello Yoga, appartengono ai capitoli più emozionanti e sensazionali, ma nello stesso tempo oscuri e quasi sconosciuti della storia del pensiero indiano.

“Non c’è storia più avvincente di quella della scoperta e dell’interpretazione dell’India da parte della coscienza occidentale”, così scriveva alcuni anni or sono Mircea Eliade. Ma questa scoperta dell’India è ancora in atto e sta sempre più sviluppandosi; è infatti essenziale per noi occidentali conoscere e comprendere un pensiero e una cultura che hanno svolto un ruolo tanto importante nella storia della spiritualità umana.
Nell’ambito del pensiero indiano le dottrine dei Siddha, anche se relativamente “recenti” da un punto di vista rigidamente cronologico, rappresentano di fatto una tradizione estremamente antica; possono esser viste come il riemergere di spiritualità sconosciute alla cosiddetta grande tradizione della cultura religiosa “ufficiale” dell’India. In comune con tutti gli altri pensatori indiani, i Siddha cercavano la liberazione; per loro, però, la liberazione era intesa come la conquista dell’immortalità in questo mondo. Da qui derivano i loro interessi per il corpo umano, per la medicina, la magia, l’alchimia e lo Yoga; interessi rispecchiati e sintetizzati nei loro insegnamenti. In tal modo i Siddha si erano guadagnati la fama di maghi o stregoni, e si riteneva che possedessero poteri miracolosi (siddhi, da cui il loro nome).
Un tempo il pensiero Siddha era diffuso in tutta l’India. Nell’estremo sud, nella terra dei Tamil, la loro eredità tuttora sopravvive negli yogin, nei maestri e nei medici Siddha, nonché in una forma molto particolare di poesia: “La poesia dei poteri”. La prima parte di questo libro contiene un’introduzione alle dottrine dei Siddha, presentando le loro concezioni mediche e alchemiche, le loro pratiche yogiche e i loro poteri magici. Nella seconda parte compare una scelta di composizioni poetiche dei Siddha.

Kamil V. Zvelebil ha studiato sanscrito, indologia e inglese all’università di Praga, diplomandosi nel 1959. Ha lavorato come ricercatore all’Istituto Orientale di Praga e ha visitato l’India numerose volte. Attualmente insegna e svolge lavoro di ricerca alle università di Utrecht e Leida.

Guida dell’Altro Mondo

Guida dell’Altro Mondo

Autore/i: Volta Ornella

Editore: Editoriale Milanese

disegni originali di Philippe Druillet.

pp. 280, nn. ill. b/n, 1 tavv. a colori ripiegata f.t., Milano

«La maggior parte della gente non si interessa troppo dell’aldilà, ma ci crede; per me è il contrario: non ci credo, ma mi interessa.» (J. L. Borges)

“Tra tutti i viaggi possibili, quello nell’aldilà si distingue per il suo carattere obbligatorio. Prima o poi – e quasi mai in un momento scelto da lui stesso – anche l’individuo più sedentario sarà costretto a compiere «l’ultimo viaggio».
Nelle società che si preoccupano dell’equilibrio dei loro membri, chi raggiunge l’età della ragione ha diritto d’ufficio all’iniziazione ossia a una breve escursione – a titolo informativo – nell’altro mondo: in una società imprevidente come la nostra, a coloro che, anzichè condividere lo scetticismo di Jean-Jacques Rousseau («Ma che bisogno c’è di cercare l’inferno in un’altra vita?»), provano all’idea della propria morte – come Lord Halifax – un’«intensa curiosità», non resta invece che compensare la carenza di riti iniziatici con un’iniziativa individuale.
Una visione soggettiva è del resto quanto mai opportuna giacchè questo viaggio, che tutti fanno, non è uguale per tutti: alcuni defunti riposano, altri ritornano, gli uni si limitano ad essere, gli altri divengono.
È naturale del resto che si sia disuguali da morti almeno quanto lo si è stati da vivi.[…]”

Giordano Bruno 1600 – 2000 Testimone dell’Infinito

Giordano Bruno 1600 – 2000 Testimone dell’Infinito

Atti – 2000 – Convegni di Perugia e Terni

Autore/i: Autori vari

Editore: Ali&no Editrice

introduzione di Luciana Iannaco.

pp. 112, nn. ill. b/n, Perugia

Ripercorrere attraverso gli interventi, differenti gli uni dagli altri, i tanti aspetti che scaturiscono dall’avventura umana e di pensiero del Nolano, è far rivivere la sua voce. Oggi come allora il mondo è alle soglie di cambiamenti epocali capaci di rivoluzionare la vita degli uomini e delle donne che abitano questo pianeta e nostri compagni di viaggio verso un divenire che sempre più, e sempre più profondamente, e nelle mani degli uomini stessi.
Con questi intendimenti il Comitato decise di celebrare, a 400 anni dalla morte, il pensiero di Giordano Bruno, titolando “Testimone dell’Infinito” le manifestazioni con particolare riguardo all’aspetto metafisico e al rapporto tra ermetismo e nuova fisica nel pensiero bruniano.

All’alba di un nuovo millennio, oggi come allora, il pensiero di Giordano Bruno rivive nei vari aspetti della metafisica e del rapporto tra ermetismo e nuova fisica che egli stesso aveva portato avanti nei suoi studi.
Questo libro raccoglie interventi di personaggi del mondo della cultura e del giornalismo, tra cui ricordiamo Gabriele La Porta e Giancarlo Seri, Simonetta Bossi e Nicoletta Tirinnanzi, Telesforo Nanni e Francesco Pullia, Edoardo Mirri, Roberto Momi e Luciana Iannanco, chiamati a testimoniare la grandezza del pensiero bruniano e la sua importanza nella storia contemporanea.

La Psicologia e il Cosmo

La Psicologia e il Cosmo

Autore/i: Gagarin Juri; Lebedev Vladimir

Editore: Editori Riuniti

prima edizione, nota dell’editore, traduzione di Emanuela Stella.

pp. VII-228, Roma

Sommario:

Nota dell’editore

Una rondine che fa primavera
L’abitazione spaziale del cosmonauta, p. 3 – La serra di Tsiolkovskij, p. 8 – Il problema dell’acqua, p. 13 – Pranzo in orbita, p. 17 – La fame sensoriale, p. 25 – La panoplia spaziale, p. 32 – I Robinson dello spazio, p. 39 – Al quadro di comando del velivolo spaziale, p. 44.

Cosmonauta e robot
Uomo o automa?, p. 47 – Il sistema uomo-macchina, p. 55 Quando non esiste retroazione, p. 58 – Gli strumenti impazziti, p. 64 – Orientamento in assenza di peso, p. 67 – Illusioni spaziali, p. 72.
Senza lasciare la terra Macchine per insegnare, p. 80 – Dagli errori si traggono utili insegnamenti, p. 84 – Secondo Ippocrate, p. 90 – Nel crogiolo della pratica, p. 97.

L’equipaggio di un’astronave
La squadra cosmica, p. 102 – La psicologia di gruppo, p. 107 – Il ruolo dell’amicizia, p. 114.

Le emozioni e lo spazio cosmico
Di fronte al pericolo, p. 124 – La potenza delle emozioni, p. 134 – I medici restano sulla Terra, p. 142 – Sulla soglia dell’astronave, p. 148 – Come si forgia la volontà, p. 160.

Nel mondo dove non esiste la gravità
Lo stato di imponderabilità e la fine del mondo, p. 167 Sui sentieri lunari, p. 176 – Nello spazio senza appoggio, p. 181 – Alla ricerca del peso, p. 188.

I misteri del silenzio
Il timoniere della caravella di Cristoforo Colombo, p. 197 Un coro di bambini, p. 204 – La scoperta del fisico De Mairan, p. 213 – Il risveglio dei talenti, p. 222.

L’Indole dei Ṣufī

L’Indole dei Ṣufī

Il Compendio delle regole di condotta – Ovvero il Ğawāmi’ Ādāb Aṣ-Ṣufiyya di Abū ’Abd Ar-Raḥmān Muḥammad Ibn al-Ḥusain Ibn Muḥammad Ibn Mūsā As-Sulamī al-Azdīan-Nīšābūrī

Autore/i: Sulamī

Editore: Mimesis Edizioni

pp. 112, Milano

“… ma i sufi non sono quei signori che danzano in cerchio con un cappello in testa? …”. Per rispondere a questa singolare affermazione di un’amica, curiosa delle mie attività di ricerca, non ho una via migliore che questo libro. Anche se credo sia naturale attingere alla cultura più sedimentata per quanto non direttamente studiato, non è infatti completamente errata l’immagine che lei ha tratto distrattamente da qualche pagina sul web, che ritrae gli spettacoli turistici dei moderni dervisci della Maulăwiyya, il punto di partenza per la conoscenza del sufismo è un altro. Questo libro, inizialmente pensato per gli orientalisti, si rivolge di fatto a quanti, animati da entusiasmo intellettuale, non si accontentano del sapere e vogliono affondare i pensieri nelle prime manifestazioni del sufismo per coglierne gli aspetti più genuini e profondi, tralasciando quindi quelli più comuni.

Lo šayḫ Sulamī (m. 1021) è stato uno dei principali teorici del sufismo. Ha avuto cura di preservare una tradizione spirituale preziosissima che risale ai primi compagni del Profeta. Ai termini, ai concetti, alle tappe spirituali dei sufi che egli ha tratteggiato in forma ancora vergine nel testo che si presenta, attingeranno numerosi maestri suoi contemporanei, ed anche i principali biografi del sufismo quali Abū Nu’aym al-Iṣbahāni, al-Qušayrī, al-Ansāri e il più famoso al-Gazālī nella sua Ihyā.

Civiltà dell’Antico Messico

Civiltà dell’Antico Messico

Autore/i: Krickeberg Walter

Editore: Editrice Le Maschere

prefazione dell’autore, traduzione di T. de Mauro.

pp. 520, 206 ill. b/n, 120 tavv. a colori e b/n f.t., Sancasciano Val di Pesa

Il Messico ha serbato fino ad oggi alcune delle più interessanti forme di cultura primitiva tra quelle della nostra terra. L’opera di W. Krickeberg presenta le più recenti scoperte archeologiche facendo rivivere la cultura, l’arte, il costume, ed ogni aspetto di vita degli abitanti del Messico antico.
Le nuove ricerche e le scoperte odierne intorno agli Aztechi ed ai popoli che con essi entrarono in contatto, permettono di individuare un punto di osservazione del tutto nuovo nei riguardi della religione e della sociologia azteca. Alla indagine approfondita e completa della civiltà azteca, l’Autore ha affiancato un’analisi originale intorno ai Toltechi, fino ad oggi quasi sconosciuti, intorno alle civiltà teocratiche, all’epoca arcaica, ai Taraschi e agli Olmechi.
Viene così proposta, nell’esame di ogni forma d’arte, un’immagine affascinante dell’antico Messico. Gli antichi popoli tornano a vivere con una fisionomia ben lontana da quella che oggi presentano i loro discendenti. Assistiamo così al sorgere delle civiltà messicane e cogliamo i rapporti tra queste e gli altri popoli americani ed extra-americani.

Atlantide

Atlantide

Autore/i: Castleden Rodney

Editore: Edizioni Piemme

prima edizione, prefazione dell’autore, traduzione dall’inglese di Giuseppe Bernardi.

pp. 368, nn. ill. b/n, Casale Monferrato (AL)

La storia di Atlantide raccontata da Platone nel suo Timeo non è pura leggenda. Scavi archeologici, manufatti strappati al mare e prove geologiche attestano che quella mitica civiltà è esistita realmente. Dopo anni di accurate ricerche, Rodney Castleden è giunto a identificare con certezza nell’enigmatico mondo minoico il continente perduto e a localizzarlo in un arcipelago parzialmente sprofondato per la spaventosa eruzione del vulcano dell’isola di Thira, l’odierna Santorini. Ricostruendo gli ultimi, drammatici giorni degli atlantidei, Castleden racconta la loro vita e descrive l’apocalittica catastrofe che spazzò via quella civiltà. Ed ecco riemergere magnifici palazzi e opere d’arte, il fervore di traffici e commerci, il fascino di usanze e culti che tremilacinquecento anni fa il vulcano pareva aver consegnato per sempre agli abissi della memoria.

«Chi non si accontenta di inventare, sognare, immaginare la perduta civiltà di Atlantide, può finalmente vederla con i propri occhi: templi, palazzi, mercati e una grande flotta. Una società libera, che garantiva alle donne la possibilità di raggiungere le posizioni più prestigiose, forse addirittura una primitiva repubblica.» (Kirkus Reviews)

Rodney Castleden conduce da oltre venticinque anni studi sulla preistoria e ricerche sui processi di trasformazione del paesaggio. È autore di altri cinque saggi, tra i quali ricordiamo Il mistero di Cnosso (1992), I giorni di Creta (1994) e Stonehenge (1996).

La Raccolta della Roccia Blu

La Raccolta della Roccia Blu

Cento casi dello Zen modello di tutti i koan – Volume 1

Autore/i: Autori vari

Editore: Ubaldini Editore

traduzione del testo cinese Pi Yen Lu e commento a cura di Thomas e J. C. Cleary, prefazione di Taizan Maezumi Roshi, traduzione di Fabrizio Pregadio.

pp. 288, Roma

“La raccolta della roccia blu”, l’opera più venerata della tradizione buddhista zen, ci rivela cos’è l’illuminazione, cos’è la vita illuminata, e come i patriarchi e i maestri del passato si sforzavano di raggiungerla, la ottenevano, la realizzavano e la praticavano.

La Raccolta della roccia blu è una traduzione del classico testo cinese Pi Yen Lu (in giapponese Hekigan Roku) in cui sono presentati cento aneddoti di detti e Vicende tratti principalmente da racconti tradizionali di maestri e discepoli ch’an, illustrati in versi e in prosa da valenti maestri ch’an di periodi successivi. I cento kung an, ‘casi pubblici’ di avvenimenti antichi, in essa contenuti, furono riuniti durante la dinastia Sung dal grande maestro Hsueh Tou il quale indicò il senso di ogni Storia con versi e con l’aggiunta di osservazioni personali.
Circa sei anni dopo la sua morte, un altro eccellente maestro ch’an, Yuan Wu, in una serie di discorsi spiegò gli aneddoti originali e i versi della raccolta di Hsueh Tou. Gli aneddoti e i versi di Hsueh Tou, insieme con le introduzioni, le osservazioni e i commenti di Yuan Wu, formano tutti insieme la Raccolta della roccia blu.
Venerata più di qualsiasi altro libro tra i buddhisti zen come un testo modello di koan, e famosa particolarmente per la sua sottigliezza e la sua profondità sia nella forma che nel contenuto, la Raccolta della roccia blu ci rivela cos’è l’illuminazione, cos’è la vita illuminata e come i patriarchi e i maestri del passato si sforzavano di raggiungerla, la ottenevano, la realizzavano e la praticavano. Dopotutto, questi casi non sono soltanto semplici aneddoti di interesse Storico e filosofico; sono il documento vivo di generazioni di pratica illuminata.
Sebbene molte altre raccolte contenenti estratti della letteratura zen esistano oggi tradotte in occidente, nessuna di esse può competere con l’ampiezza e il respiro di questo libro che a ragione è detto dalla tradizione il “primo testo dello Zen”.
L’accurata versione qui presentata in tre volumi mantiene sia la bellezza che la precisione dell’originale; i detti e gli atti degli antichi maestri, combinati con il loro mordace senso dell’umorismo, illuminano tutte le pagine, ulteriormente ravvivate dai penetranti e coloriti commenti in prosa e in versi dei Saggi della dinastia Sung.

Thomas J. Cleary sì è laureato all’Università di Harvard in Lingue e civiltà dell’Asia orientale ed è membro della Buddhist Association of the United States. Vive attualmente a Berkeley, California.

J. C. Cleary ha ricevuto il diploma summa cum laude in Folklore e mitologia allo Harvard College. Attualmente risiede ad Arlington, Massachusetts.

I King e la Numerologia

I King e la Numerologia

Basata sul classico di Shao Yung – Numerologia del Susino in Fiore

Autore/i: Da Liu

Editore: Casa Editrice Astrolabio

traduzione di Rossella Battisti.

pp. 136, nn. ill. b/n, Roma

Ecco un metodo antico, consacrato nel tempo, per consultare l’I King senza ricorrere agli steli di millefoglie o alle monete. Conosciuto in Cina fin dall’undicesimo secolo col nome di “Numerologia del Susino in Fiore”, questo sistema, che compare ora per la prima volta in occidente, può essere usato per predire e analizzare situazioni della storia personale nonché eventi storici; il tutto con l’ausilio di pochi calcoli piuttosto semplici.
Il metodo e le formule di predizione, basati sulle leggi naturali dell’universo come erano intese nell’antica Cina, sono spiegati accuratamente e con chiarezza, e insegnano a consultare l’I King in qualsiasi momento e ovunque. Man mano che si acquista familiarità con la numerologia dell’I King, poi, si otterrà anche una comprensione intuitiva della visione tradizionale cinese della vita. Pieno di esempi della singolare e misteriosa intuizione dell’I King, questo libro introduce in maniera eccellente alle profondità dello spirito cinese.

Da Liu, autorevole studioso della cultura tradizionale cinese, ha dedicato tutta la sua vita allo studio dell’I King. È autore di numerosi altri libri, tra cui Come consultare l’I King per predire il vostro futuro e Il Tao e la cultura cinese, entrambi già apparsi presso questa Casa Editrice.

Storia dell’Astrologia – 2 Volumi

Storia dell’Astrologia – 2 Volumi

Trattato teorico-pratico per redigere un tema di natività astrale (oroscopo)

Autore/i: D’Aló Dora

Editore: Edizioni Fiore d’Oro

vol. 1 pp. 336, vol. 2 pp. 440, ill. b/n, Milano

Dora D’Aló nata a Pola da madre slava e padre italiano dopo la scuola di Arte Drammatica al Piccolo Teatro di Milano dove partecipò al «Galileo» di B. Brecht creò un gruppo teatrale che si proponeva una politica culturale che rinnovasse il tradizionale rapporto tra pubblico e artista. Attraverso l’associazione di varie espressioni artistiche come il mimo, la musica, la recitazione di testi teatrali classici e moderni veniva proposto un repertorio che riflettesse il problema filosofico e artistico dell’operatore culturale nei diversi sistemi politici. Interessata al simbolismo delle scienze esoteriche e alla psicoastrologia (come supporto alla psicologia per approfondire il mistero della personalità umana) studiò per alcuni anni in Svezia e in Jugoslavia testi classici e contemporanei inerenti a queste materie. Ora propone ai lettori che desiderano avere una conoscenza seria e approfondita del mondo astrologico questa opera di carattere enciclopedico. l mass media hanno spesso banalizzato l’astrologia con la diffusione di oroscopi dozzinali facendone una delle espressioni mistificanti della cultura di massa della società borghese capitalista.
Il mondo astrologico è un mondo che affonda le sue radici nella mitologia in cui i nomi stessi dei pianeti e delle costellazioni stanno a ricordare che non siamo soli nell’universo; questo ritorno al simbolismo astrale sarebbe uno strumento per realizzare una mistica universale che si riallaccia alla concezione cosmologica e a quella coscienza universale prevista da Dante quando scrisse che gli uomini avrebbero continuato a perpetuarsi come frammenti d’un organismo spezzettato finché non fossero stati unificati da una coscienza tutto comprendente.

Nel primo volume sono trattati i dati storici i miti e i simboli dell’astrologia.

Nel secondo volume sono approfonditi gli aspetti tecnici e pratici per l’erezione e l’interpretazione del tema di natività astrale.
Conclude l’opera un lessico astrologico che illustra i termini astronomici e tecnici usati dalla tradizione astrologica.

La Foto Kirlian

La Foto Kirlian

Ricerche e prospettive

Autore/i: Gennaro Luigi; Guzzon Fulvio; Marsigli Pierluigi

Editore: Edizioni Mediterranee

prefazione di Vincenzo Nestler, introduzione di Pierluigi Marsigli.

pp. 120, 117 tavv. a colori e b/n f.t., Roma

Il fenomeno Kirlian fu scoperto casualmente, nel 1939, in Russia, dai coniugi Kirlian. Si tratta dell’effetto che si ottiene fotografando un oggetto mentre si trova in un campo elettrico ad alta tensione e ad alta frequenza. L’oggetto stesso appare contornato da un’aura luminescente, alla quale sono state date le più diverse interpretazioni. Nelle foto a colori, poi, si è notata una varietà di effetti veramente straordinaria.
Gli studi sull’argomento sono stati per lunghi anni patrimonio esclusivo dei sovietici, che li tenevano segreti, e solo in tempi più recenti hanno cominciato ad occuparsene anche gli studiosi americani, e quindi di altri paesi.
Spinto dal suo interesse per la parapsicologia e per il paranormale in genere, il Com.te pilota Pierluigi Marsigli ha realizzato, con la collaborazione del tecnico Fulvio Guzzon, un tipo di macchina Kirlian dotata di originali innovazioni, che permettono risultati particolarmente attendibili. Lo scopo principale del Marsigli era quello di dimostrare, attraverso la foto Kirlian, che l’aura e i colori che appaiono fotografati sono, per l’uomo, l’espressione della sua psiche, nei suoi vari stati, e della «energia bioradiante». In questo ha avuto, nel campo medico, l’appassionata collaborazione del Dott. Luigi Gennaro, il quale ha inteso scoprire i rapporti esistenti tra lo stato di salute, o malattia dell’individuo, e la sua rappresentazione nella foto Kirlian. I risultati, positivi e lusinghieri, incoraggiano ad un ulteriore approfondimento degli studi e delle ricerche sull’argomento.

Atlantide

Atlantide

L’ultima e più accurata sintesi sul mistero dell’isola scomparsa

Autore/i: Ellis Richard

Editore: Edizioni Corbaccio

prefazione e introduzione dell’autore, traduzione dall’americano di Libero Sosio.

pp. 448, nn. ill. b/n, Milano

Per duemila e cinquecento anni la storia della «grandezza e caduta» dell’Atlantide narrata in due dialoghi di Platone ha ispirato ogni genere di ipotesi sulle origini, la natura e l’ubicazione del continente scomparso.
Dietro la testimonianza di Platone ci sono davvero i ricordi storici degli egizi, minacciati come Atene di invasione da parte di quel popolo misterioso che abitava in un’isola situata fuori delle Colonne d’Ercole? Oppure la grande civiltà di Atlantide deve essere identificata con la civiltà minoica fiorita nell’isola di Creta, la cui caduta fu accelerata se non determinata dal cataclisma provocato dall’esplosione del vulcano di Thira nel secondo millennio a. C.? E le isole dell’Atlantico – le Azzorre, le isole di Capo Verde, le Canarie – non potrebbero essere le vette delle montagne più alte dell’antico continente inghiottito dall’oceano? O ancora, Atlantide non potrebbe essersi trovata nell’attuale triangolo delle Bermude, o nell’Antartide, o nel mare del Nord?
Là dove la scienza non ha potuto dare risposte certe si sono poi sbizzarriti esponenti della letteratura e della cinematografia, ma anche veggenti che hanno preteso di raccontare la « vera » storia di Atlantide, arricchita di particolari che non hanno trovato, e non possono trovare, conferma.
Richard Ellis riesamina qui la lunga e complessa storia di questo mito e ne ripercorre con passione e intelligenza i tortuosi sentieri ricostruendo le testimonianze dell’antichità, presentando i più importanti fra gli autori che si sono dedicati allo studio di questo argomento, illustrando le visioni di medium e sensitivi, raccontando le esplorazioni degli scienziati, esponendo il vasto affresco della civiltà minoica di Creta, descrivendo in pagine di tremenda efficacia la forza distruttiva della natura quale si esercita attraverso i terremoti, le eruzioni dei vulcani e gli tsunami, e riproponendo infine le più importanti fra le storie di Atlantide immaginate dalla narrativa e dal cinema. Per chi voglia mettersi in viaggio verso Atlantide, questo libro è la guida più sicura e aggiornata.

Richard Ellis, autore di vari libri sul mare fra cui The Book of Sharks, Men and Whales, Monster of the Sea e Deep Atlantic, è anche affermato pittore di soggetti marini e ha esposto in gallerie e musei in tutto il mondo. Ha inoltre scritto e illustrato articoli per numerose riviste fra cui Audubon, Reader’s Digest, National Geographic, Scientific America. Vive a New York.

Reincarnazione come Terapia

Reincarnazione come Terapia

I ricordi delle vite passate possono aiutarci a vivere meglio il nostro presente

Autore/i: Graham David

Editore: Siad Edizioni

introduzione di Brad Steiger, traduzione di Giancarlo Tarozzi.

pp. 244, Milano

Sono molte le persone che sostengono di ricordare vite passate, esistenze vissute decine (talora centinaia, talora addirittura migliaia) di anni fa. Sulla base dei loro racconti, quindi, l’ipotesi della reincarnazione sembra trovare sempre nuove conferme. Ma, al di là degli aspetti teorici, e possibile sfruttare praticamente queste memorie di vite precedenti?
David Graham, in questo insolito e avvincente libro, ci dice che i ricordi suscitati in noi dalla reincarnazione possono essere utilissimi per condurre meglio questa vita. Ci racconta i casi di alcuni individui che si sono liberati da traumi e complessi proprio rintracciandone l’origine in un‘altra esistenza. Inoltre, Graham ci illustra quella che ormai si definisce «terapia reincarnazionistica», usata in America da numerosi medici e psicologi. Grazie ad essa, si può imparare come scegliere l’individuo più adatto per «leggerci le vite», come affrontare paure e colpe che ci perseguitano da secoli, come ottenere un’esistenza più felice nel presente.
Reincarnazione come terapia è la prima opera che ci insegna ad usare ricordi ed esperienze sepolti nel profondo della nostra personalità da tanti anni… Da un’infinità di vite!