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L’isola di Selkirk – Nel 1704 il Marinaio Alexander Sekirk fu Abbandonato sull’Isola Disabitata di Juan Fernández. Non fu Ritrovato Fino al 1709

L’isola di Selkirk – Nel 1704 il Marinaio Alexander Sekirk fu Abbandonato sull’Isola Disabitata di Juan Fernández. Non fu Ritrovato Fino al 1709

Titolo originale: Selkirk’s Island

Autore/i: Souhami Diana

Editore: Sperling & Kupfer Editori

prima edizione, ringraziamenti dell’autore, traduzione Claudia Manera, collana: Narra, la maggior parte delle incisioni sono tratte da «A Voyage Round the World» di William Funnell (1707).

pp. 208, ill. a colori e in b/n, Milano

L’epica avventura del vero Robinson Crusoe… Selkirk considerava l’isola sua, anche se non la dipinse, né la descrisse. Era tutto per lui: un arcobaleno inarcato sul mare, la notte illuminata di stelle, il cielo colorato dal sole mattutino. L’isola s’era offerta e l’aveva messo al sicuro. Su un albero del boschetto dov’era la sua dimora incise i giorni dell’esilio. Il passato poteva anche non essere mai esistito, ne aveva così pochi ricordi…

La guerra corsara, fatta di abbordaggi ai galeoni e di lunghe navigazioni in mare aperto, non si confaceva ad Alexander Selkirk. Attirato dall’oro come molti avventurieri, quest’oscuro pirata scozzese si ritrova un bel giorno abbandonato su un’isola del Pacifico. Correva l’anno 1704 quando il tempo si è fermato per questo eroe suo malgrado, raccolto solo quattro anni e cinque mesi dopo da un vascello di passaggio. In mezzo, un’esperienza estrema, fatta di 1606 giorni di sopravvivenza e di adattamento continui. Storia vera di un uomo che si abbrutisce per sopravvivere, la parabola di Selkirk conosce momenti ora esilaranti come la caccia a capre riottose, ora drammatici come l’alienante solitudine e il tormentato scrutare l’orizzonte in cerca di una nave. È a lui che s’ispirerà Daniel Defoe nel 1719 per il personaggio di Robinson Crusoe: l’eterna sfida uomo-natura e la deriva del cuore umano abbandonato a se stesso che non smettono di affascinare neppure oggi. Incalzante, avvolgente, una narrazione che ha il ritmo di un reportage e l’autentico sapore dell’avventura fra i marosi d’inchiostro dei capitoli. Arricchita di un inserto a colori che dà un volto all’isola di Crusoe, una lettura imperdibile per chi ha letto Defoe in gioventù e non ha smarrito la capacità di sognare nuove isole mentali.

Amante di un Secolo – Vita di Madame de Staël

Amante di un Secolo – Vita di Madame de Staël

Titolo orginale: Mitress to an age – 1958

Autore/i: Herold Christopher J.

Editore: Bompiani

traduzione dall’inglese di Luciano Bianciardi, in copertina: Madame de Staël (Pastello di Isabey).

pp. 610, 15 illustraioni b/n, Milano

Byron diceva di Madame de Staël: “Ragiona come un uomo, ma, ahimè, sente come una donna”: definizione che è quasi un rapido profilo di colei che dalle contraddizioni di una natura ricchissima e fervida derivò un carattere di meravigliosa stravaganza.
Napoleone invece disse di lei: “Quella donna è un vero corvo”, e nella malignità delle sue parole disegnò un altro tratto fondamentale di un personaggio femminile che fu presente in tutte le vicende e le avventure politiche, letterarie e sentimentali d’Europa, dalla Rivoluzione francese all’Impero e alla Restaurazione.
Ma a spiegare il turbine della sua vita non basta ricorrere al pettegolezzo e alla cronaca mondana: Madame de Staël visse intensamente, con vera grandezza, un’esistenza veramente unica, radicata nel suo tempo eppure sconcertante per la modernità delle sue inquietudini, dissipata in molte fatue trame e in numerosi amori e tuttavia impegnata in imprese letterarie di durevole efficacia.
Il suo primo amante fu Tayllerand, il più fedele Benjamin Constant; il suo personaggio letterario-autobiografico, Corinna.
Affrontando e dipanando con maestria di storico e con arte di grande romanziere gli eventi di un’età cruciale, Christopher Herold ha creato un ritratto vivacissimo e suggestivo, un capolavoro biografico all’altezza del suo straordinario personaggio.

J. Christopher Herold è nato in Cecoslovacchia nel 1919. Dopo aver studiato in Germania e in Svizzera si è trasferito negli Stati Uniti, specializzandosi in scienze politiche alla Columbia University. Ha lavorato alla Columbia University Press e alla Stanford University Press.
Delle sue opere sono state tradotte in italiano Biografia di Napoleone (Il Saggiatore) e Bonaparte in Egitto (Einaudi). È morto in California nel 1964.

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Prefazione

PARTE PRIMA – I Necker

  • 1  – Gli anni oscuri di Monsiuer Necker
  • 2  – Il romanzo di Suzanne Curchod
  • 3  – Il salotto di Madame Necker
  • 4  – La Trinità e il Triangolo

PARTE SECONDA – Amore e Poltica

  • 5  – Matrimonio ed emancipazione
  • 6  – Rivoluzione e ubriachezza
  • 7  – Amore e politica
  • 8  – Terrore e crepacuore
  • 9  – Benjamin
  • 10 – “Questa miseranda vita da zingara”

PARTE TERZA – Due tiranni

  • 11 – Ideologia
  • 12 – Sfida all’ideofobo
  • 13 – Weimar, Berlino, e il destino
  • 14 – L’isola di Calipso
  • 15 – Corinne e Adolphe
  • 16 – Farsa, tragedia e pagliacciata
  • 17 – La spada vince lo spirito

PARTE QUARTA – Vanità dei desideri umani

  • 18 – Calibano
  • 19 – Sconfitta nella vittoria
  • 20 – Non il porto ma la tomba

Epilogo
Guida bibliografica

I Consigli del Cuore

I Consigli del Cuore

Titolo originale: Conseils du coeur

Autore/i: Dalai Lama

Editore: Edizione Mondolibri

con la collaborazione e la prefazione di Matthieu Ricard, introduzione dell’autore, traduzione di Luisa Agnese Dalla Fontana.

pp. 174, Milano

Agli uomini e alle donne, a chi vive nell’abbondanza e a chi si trova nell’indigenza, a chi fa la guerra, a chi è felice e a chi è infelice, a chi soffre di solitudine, a chi non si piace, a chi è prigioniero di una passione amorosa, a chi lavora molto e ha poco tempo libero, a chi si lascia invadere dalla collera, ai presuntuosi, ai timidi, ai credenti e a chi non ha religione.

Nella tradizione tibetana i «Consigli del cuore» sono gli ammonimenti che i grandi maestri davano a chi si recava a consultarli. Un’usanza che il Dalai Lama ha voluto riprendere, offrendo in queste pagine una serie di brevi riflessioni destinate ad accompagnare il lettore nel corso di tutta la vita, indipendentemente dalle sue credenze religiose. Rivolgendosi con compassione a ogni uomo e a ogni donna secondo la sua età, il suo stato d’animo, la sua particolare situazione e il suo ruolo nella società, Sua Santità illustra un pensiero di grande profondità, sintetizzando in parole semplici le scelte fondamentali nella vita di ciascuno. Il messaggio di questo grande uomo, infaticabile pellegrino della pace nel mondo, diventa così una piccola guida spirituale da tenere sempre accanto: per assorbirne la serenità e la saggezza, per trovare a ogni domanda una risposta luminosa e consolatrice.

Tenzin Gyatso (Taktser, Tibet, 1935) è il quattordicesimo Dalai Lama. Leader politico e spirituale del popolo tibetano, autorità religiosa, voce fra le più ascoltate del pacifismo mondiale, nel 1989 è stato insignito del premio Nobel per la pace. Dal 1959 vive in India, a Dharamsala, sede del governo tibetano in esilio.

Psychopathologie et Écriture

Psychopathologie et Écriture

Autore/i: Witkowski Florence

Editore: Masson

préface d’Anne Blanchard-Rémond.

pp. 180, Paris

Œuvre d’une graphologue et non d’une spécialiste des maladies mentales, ce livre s’efforce, à travers un choix de divers symptômes tirés de la pathologie mentale, de dégager l’essentiel des éléments graphiques qui correspondent à des états psychopathologiques.

Si la graphologie ne permet pas de déceler le degré de la gravité de la maladie, elle peut étudier la personnalité du malade dans sa dynamique et suivre le scripteur dans son parcours psychologique.

Ce livre s’adresse aux graphologues intéressés par le domaine clinique comme à ceux spécialisés dans la sélection professionnelle. Il vise également le large public qui côtoie quotidiennement le malade mental, dans le cadre de sa famille ou du milieu hospitalier.

Sociobiologia – Una Scienza Controversa

Sociobiologia – Una Scienza Controversa

Titolo originale: Sociobiology: Sense o Nonsense?

Autore/i: Ruse Michael

Editore: Società Editrice Il Mulino

introduzione dell’autore, traduzione di Gian Paolo Anzola, in copertina: M.C. Escher, Mosaico II, (1957).

pp. 320, illustrazioni in bianco e nero, Bologna

Dopo le mode, le adesioni acritiche e le condanne politiche e ideologiche, ecco finalmente un libro che fa il punto sulla controversia sociobiologica. Scritto da un filosofo anglosassone, che conosce bene i termini scientifici e filosofici della questione, il libro spiega al lettore che cos’è la sociobiologia, da quali tradizioni di pensiero ha origine, quali sono le sue tesi e implicazioni per il comportamento sociale umano e quali sono gli argomenti pro e contro la disciplina adotti dai suoi sostenitori e critici. E tutto questo con grande finezza ed equilibrio, distinguendo il quasi sicuro dal soltanto probabile, la speculazione sensata da quella insensata, ‘i fatti dalle supposizioni.

Michael Ruse, filosofo della scienza e storico della biologia, insegna nell’Università di Guelph, Ontario (USA).
Tra le sue numerose pubblicazioni «The Darwinian Revolution» (1979) e «Filosofia della biologia», edito dal Mulino nel 1976.

Idea di Europa e Politica dell’Equilibrio

Idea di Europa e Politica dell’Equilibrio

Autore/i: Chabod Federico

Editore: Società Editrice Il Mulino

cura e introduzione di Luisa Azzolini.

pp. LIX-298, Napoli

“A chi legga in questa o in quella redazione la storia dell’idea d’Europa, essa apparirà come l’opera assidua e non mai compiuta, in cui si assommano le meditazioni storiche e le esperienze storiografiche che vanno dalle aule torinesi, dall’alto sodalizio del’Enciclopedia, alla cattedra romana, dal Principe del Machiavelli, alla Politica estera italiana”. Così si esprimeva Giorgio Falco a un anno dalla morte del collega e amico Chabod (1901-60), Direttore dell’Istituto italiano per gli Studi storici dal 1947. E che Falco avesse pienamente ragione è testimoniato dai lavori raccolti in questo volume, scritti da Chabod fra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta, che nelle forme più diverse – dall’analisi del principio dell’equilibrio allo studio del concetto di storia universale – pongono al centro della riflessione storiografica l’identica dell’”uomo europeo”, come si è venuta configurando dalla prima età moderna alla seconda guerra mondiale.

Luisa Azzolini
è nata a Catania nel 1963 è laureata in storia all’Università degli Studi di Milano. Nel 1990-91 è stata borsista all’Istituto italiano per gli Studi storici. Collabora con il Centro per, gli Studi di Politica estera e Opinione pubblica dell’Università di Milano, dove si occupa attualmente di multiculturalismo e storia delle relazioni internazionali.

Il Libro che Cambierà per Sempre le Nostre Idee sulla Bibbia • Gli Dei che Giunsero dallo Spazio?

Il Libro che Cambierà per Sempre le Nostre Idee sulla Bibbia • Gli Dei che Giunsero dallo Spazio?

Una ricerca per liberi pensatori

Autore/i: Biglino Mauro

Editore: Infinito Records Edizioni

prefazione dell’editore, introduzione dell’autore.

pp. X-224, Torino

Non dare per scontato nulla, non accettare passivamente ciò che spesso viene dato per vero e assodato.

Perchè questo titolo?
Perchè le traduzioni letterali dell’ebraico antico fanno scoprire ciò che non tutti sanno.

• la Bibbia dice chiaramente che Dio muore come tutti gli uomini

• la Bibbia ci spiega che siamo stati formati con il DNA dei nostri creatori

• la Bibbia ci racconta che i nostri creatori viaggiavano su macchine volanti

• la Bibbia cita un rapporto diretto tra gli UFO e Sumer, la terra dei guardiani delle macchine volanti

• la Gloria di Dio era in realtà… un UFO

• la Bibbia conosceva i giganti e diceva dove trovarne le testimonianze

• gli angeli anticotestamentari intesi come creature spirituali non esistono

• i Dieci comandamenti scritti sulla pietra non sono quelli che ci sono stati raccontati

• l’Evangelista Giovanni ha tratto le sue dottrine mistiche dalla letteratura ellenistica del suo tempo

• e molto altro, come il fatto che la Chiesa ammette che l’Antico Testamento conosceva gli altri…

Per questo, ciò che credevamo di sapere della Bibbia non potrà più essere come prima…

La Montagna Interiore – Sopravvivere alla Morte di un Figlio

La Montagna Interiore – Sopravvivere alla Morte di un Figlio

Autore/i: Pacetti Massimo

Editore: Edilet-Edilazio Letteraria

prima edizione, cura di Marco Onofrio.

pp. 176, Roma

Ora guardo il tuo sorriso aspettando le parole di quella sera che il destino ha interrotto. Quelle ultime parole scritte in una fotografia che mi hai lasciato prima che il vuoto inghiottisse i tuoi sogni e la mia esistenza. Hai fotografato la tua fine ma io, aspetto la tua voce.

27 luglio 1997, ore 19: una foto impressionante. La scatta un giovane alpinista, Matteo Pacetti, sospeso a migliaia di metri sulle pareti del Monte Bianco. La scatta alla morte che sta per recidere la sua giovane vita, sotto forma di valanga. La valanga maledetta che di li a pochi attimi travolgerà lui e i suoi compagni di cordata. Tonnellate di neve e roccia, e un volo a spalle indietro nell’abisso. La terribile visione resta impressa dentro la macchinetta fotografica, poi recuperata dai soccorritori a fondovalle, poco più in là dei corpi maciullati. È da questa  foto che parte Massimo, papà di Matteo, per scalare la montagna interiore del Dolore, il più grande mai concepibile: quello per la perdita di un figlio. Brani di prosa, riflessioni, poesie, distillano questo dolore immedicabile per estrarne la segreta potenza spirituale e orchestrare una sinfonia “monodica” che in realtà è uno struggente dialogo con il vuoto e l’invisibile. Nulla potrà restituire la presenza del figlio; ma la scrittura articola la possibilità simbolica di mantenerlo in vita, di essere il suo corpo. Per questo è un libro necessario, a vari livelli, forte come un pugno allo stomaco e tenero come l’abbraccio di un padre. (Marco Onofrio)

Massimo Pacetti
(Sesto Fiorentino, 21 aprile 1947 – Roma, 26 novembre 2016). Giornalista scrittore, è stato direttore e fondatore della rivista «Dimensione Agricoltura» e direttore delle riviste «Humus» e «Nuovo Diritto Agrario». È stato consigliere provinciale per la provinciale per la provincia di Firenze per tre legislature (1980, 1985, 1990), presidente nazionale della Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) e del Consorzio Nazionale Olivicoltori (CNO), nonché consigliere del Consiglio Nazionale dell’Economia e e del Lavoro (CNEL). Suoi testi sono raccolti in antologie poetiche e sono usciti su riviste letterarie. Ha conseguito premi e riconoscimenti, tra cui opere di poesie, racconti, romanzi. Questo libro esce postumo, a un anno dall’improvvisa scomparsa dell’autore, il quale, sciogliendo le riserve (data la delicatezza e la portata emotiva del tema) e decidendosi a pubblicarlo, dopo lunghissima gestazione, volle espressamente affidarne la cautela all’amico Marco Onofrio, scrittore e critico letterario, La montagna interiore è, tra i suoi libri, quello a cui Pacetti teneva di più.

La Colonna di Fuoco – Origine Interplanetaria delle Religioni

La Colonna di Fuoco – Origine Interplanetaria delle Religioni

Romanzo

Autore/i: Compassi Valentino

Editore: Fanucci Editore

prima edizione, premessa dell’autore.

pp. 240, numerose tavole in bianco e nero fuori testo, Roma

Alle origini dei culti religiosi, anche dei più remoti, dei popoli che hanno abitato il pianeta Terra. Con valide documentazioni storiche vengono affrontati e analizzati alcuni grandi temi e millenari enigmi: dal calcolo dell’eternità all’Arco di Uta Napishtim, dalle spietate guerre tra gli Dei alieni alle implacabili spedizioni punitive dei Sebaot biblico, dalle remote e micidiali armi nucleari alle straordinarie macchine aeree dei tempi antichi, dall’ubicazione del Paradiso terrestre agli studi sull’origine delle diverse Religioni dell’umanità.
Una scrupolosa disamina sul contenuto di remoti documenti, Bibbia compresa, alla ricerca di cronache, conoscenze ed eventi spettacolari che alla radice dei Tempi, hanno cominciato a dipingere la Storia del pianeta Terra.
Un esaltante viaggio nel territorio degli Dei remoti, visti con ottica moderna e con la convinzione che il tutto si ripeterà a opera dei terrestri, quando essi si spingeranno nell’immensità degli spazi siderali, alla ricerca dei fratelli cosmici, navigando verso le bianche regioni, ai Confini dell’Universo.

Storia del Pensiero Politico

Storia del Pensiero Politico

Titolo originale: Histoire des idées politiques

Autore/i: Touchard Jean

Editore: Etas Edizioni

con la collaborazione di Louis Bodin, Pierre Jeannin, Georges Lavau, Jean Sirinelli, prefazione dell’autore, traduzione dal francese di Atanasio Mozzillo.

pp. XII-706, Milano

L’autore, insieme con altri studiosi della Scuola Normale Superiore di Parigi, traccia un’analisi critica delle grandi correnti di pensiero da Platone fino ai movimenti che hanno caratterizzato la prima metà del nostro secolo proponendo un particolare metodo di studio.
Fondamentale, in, questo libro, è la distinzione tra “dottrine politiche” e “idee politiche”. La “dottrina politica” è il complesso dei dogmi, religiosi o filosofici, che guidano un uomo nell’interpretazione dei fatti e nell’azione. in questo senso si parla di dottrina di Aristotele o di Montesquieu. L’espressione “idee politiche”, invece, è più ampia: la loro storia è inseparabile dalla storia delle istituzioni e delle strutture sociali, dalla dinamica sociale e culturale.
Sulla base di questi presupposti Touchard sviluppa un’analisi dei sistemi politici dalla Grecia ai nostri giorni cercando di mostrare come sono nati, come si sono affermati e cosa hanno rappresentato per i contemporanei.

La Philosophie de Virginia Woolf

La Philosophie de Virginia Woolf

Autore/i: Chastaing Maxime

Editore: PUF – Presses Universitaires de France

pp. 200, Paris

[…] La philosophie de Virginia Woolf que nous espuissons ici et qui est celle des romans voire des se nouvelles – exactement, celle que contractent, dans tous les sens du mot, les liseurs des romans et des nouvelles – peut ne pas être celle de Virgina Woolf elle-même et peut donc différer de celle que Virgina Woolf définit dans ses essais.[…]

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Table de matières

  • I. – La table de cuisine
  • II. – L’enveloppe semi-transparente
  • III. – La perspective
  • IV. – Le cinématographe
  • V. – Le biographe
  • VI. – Le pur artiste
  • VII. – Les opérateurs
  • VIII. – La vérité
  • IX. – Le spectateur
  • X. – Le reflet
  • XI. – Le propriétaire
  • XII. – Le regard froid
  • XIII. – L’huître
  • XIV. – La mouche
  • XV. – Les personnages
  • XVI. – Les vagues
  • XVII. – L’aventure
  • XVIII. – Le nœud coulant
  • XIX. – Perceval

Bibliographie
Index

L’Io e gli Altri – Psicopatologia dei Processi Interattivi

L’Io e gli Altri – Psicopatologia dei Processi Interattivi

Titolo originale: The Self and Others

Autore/i: Laing Ronald D.

Editore: Sansoni Editore

prefazione e introduzione dell’autore, traduzione Roberto Tettucci, collana: Nuova Biblioteca.

pp. 224, ill. in b/n, Firenze

Che tipo di rapporti intercorre fra le persone e le posizioni e i ruoli che esse assumono o che sono spinte ad assumere dagli altri? L’io e gli altri è uno studio delle relazioni fra le persone in situazioni spinte all’estremo. E situazioni “estreme” non sono soltanto quelle di una stanza di tortura o di un campo di concentramento. Possono anche essere quelle della vita quotidiana e normale, entro la quale si attuano e si svolgono i rapporti fra i mariti e le mogli, i figli e i genitori. Il materiale sul quale si svolgono le sottili analisi di Laing è ricavato da una diretta esperienza clinica, ai dati della quale il lettore può accedere in prima persona, attraverso pagine umanissime. Ma nel libro di questo psichiatra e psicanalista, che si richiama alla fenomenologia e alla tematica di Sartre, non mancano discussioni di carattere filosofico, sociologico e letterario: un riesame, per esempio, dei rapporti del protagonista di Delitto e castigo con la madre e la sorella.

Ronald Laing, psichiatra e psicanalista ha lavorato al dipartimento di Psychological Medicine dell’Università di Glasgow e alla Tavistock Clinic di Londra. Si è occupato di psicopatologia della schizofrenia, di problemi di dinamica familiare e sociale.

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Prefazione
Introduzione

Parte prima: Modi di esperienza interpersonale

I fenomeni di fantasia

  • La fantasia e il nesso sociale
  • Simulazione ed elusione dell’esperienza
  • La masturbazione
  • Il contrappunto dell’esperienza
  • Il gelo della morte. Fenomenologia di una psicosi puerperale

Seconda parte: Forme di azione interpersonale

Identità e complementarità

  • Complementarità
  • Il caso di Brian
  • Il caso di John

Conferma e disconferma

  • Altri casi di conferma e disconferma

Toro

Toro

21 Aprile – 20 Maggio

Autore/i: Barbault André

Editore: La Salamandra

con la collaborazione di Louis Millat, sotto la direzione di François-Régis Bastide, traduzione di Giovanni Dettori.

pp. 160, nn. illustrazioni e fotografie b/n, Milano

La pesantezza e il canto. La tavola e la gola. Il ruminare dell’anima e le grandi gelosie. Il lavoro protervo. Il «Vitello d’oro». Non c’è affatto bisogno di cercare questo prosperoso animale nella sua costellazione – Taurus – né di invocare l’influsso di una qualche stella del suo gruppo, foss’anche Aldébaran: la brillante stella rosso-pallido di prima grandezza che si ritiene rappresenti l’occhio infuriato dell’animale celeste. Nel nostro emisfero, il Toro sta a significare da sempre l’apogeo della primavera, ormai soggiogata dal regno trionfante del calore e della luce. L’intera spinta d’energia del segno precedente – l’Ariete – si traduce ora in una materializzazione delle forze creatrici, nel concretizzarsi di una vegetazione fitta e tutta vigore. È il pieno rendimento del «capitale-terra», nelle forme di un definitivo fissarsi dei valori concreti e d’una abbondanza di forme… È l’ebrezza della fecondità.
La Terra!
Si poteva pretendere immagine o simbolo migliore di quello del «bovide» visto in tutti i suoi aspetti: toro infuriato nelle arene, mucca da latte, bue grave e pesante, fatica paziente contro le resistenze più ostinate. Terra: massa, spessore, pesantezza, grossolanità, lentezza, stabilità, calma, forza, resistenza.
E ancora terra: cerchio coronato dalla mezzaluna, geroglifico della fecondità e della materia. Sostanza come concreto supporto della vita. Ancora una volta il simbolismo è più che eloquente allorché associa il Toro anche al culto del denaro: il Vitello d’oro! Segno fisso, annuale apogeo del regno della Terra. Concretizzazione del Fuoco iniziale dell’Ariete nell’uovo che condensa le energie del mondo. Corpo che cristallizza e fissa come l’ovulo recettore. Canto di pienezza lunare che in Toro si esalta. Canzone venusiana secondo l’anagramma galileiano: «La Madre degli amori imita le fasi di Diana».
Balzac e Brahms, Courbet e Delacroix, Freud e Giono, Hitler e Marx, Caterina dei Medici e Golda Meir… Analogie tra un Pétain che preconizza un «ritorno alla terra», un Jean Giono che la canta. e un Courbet che la dipinge. Analogie ancora tra un Freud che esplora il mondo sotterraneo, il «sottosuolo» della sessualità e un d’Annunzio che infantilmente vive del piacere  tra un Marx che redice il Capitale e un Balzac assillato dai tormenti finanziari, che delinea l’affresco della «Commedia umana? dominata dal denaro: il Vitello d’oro.

André Barbault, vicepresidente del Centro Internazionale di Astrologia dal 1953 al 1956, redattore capo della prestigiosa rivista «L’Astrologue» e autore di una miriade di libri e studi sull’argomento, non dovrebbe avere bisogno, neppure da noi, di presentazioni o di «referenze».
Forse il maggior rappresentante della cosiddetta corrente psicologica in astrologia, egli è oggi unanimemente riconosciuto come uno degli «esperti» mondiali più affidabili di astrologia «scientifica», allo studio della quale si è dedicato da oltre cinquant’anni.
La sua sbalorditiva padronanza di strumenti d’indagine e la conoscenza diretta – e non certo di seconda mano – delle discipline che attengono in un modo o nell’altro alla sua materia – dalla mitologia alla psicanalisi, dalla letteratura sapienziale alla storia, dalla fisiognomica così aborrita e bistrattata da Hegel quale pseudoscienza quanto amata da Bruno, alla psicosomatica alla statistica alla sociologia – è la solida pietra angolare sulla quale Barbault è andato verificando le possibilità e i limiti dell’astrologia in quanto «scienza», la correttezza di un suo assioma preferito: «il buon astrologo non parla a vanvera».
Così, l’autorevolezza e la sottile ironia, la «nonchalance» e il distacco di questo studioso piuttosto eccentrico mortificano le «certezze» dell’oroscopologia sbracata e cialtronesca dei quotidiani e dei roto-calchi. I ricettari facili e mai attraversati dal dubbio redatti «in serie» per le osterie del futuro.
«Gli astri fanno propendere, danno un’inclinazione, non determinano»: questo adagio di Tommaso d’Aquino potrebbe essere il «motto» più pertinente dell’approccio di Barbault ad un’astrologia che «entra nei fatti». Se vogliamo, una sorta di parabola del Buddha sulla casa in fiamme: che rinnova alle radici una disciplina così degradata, immiserita, inflazionata. E oggi – è appena il caso di dirlo – sull’onda dei microcircuiti, ormai inevitabilmente informatizzata.

Jules Verne – Sognatore e Profeta di Fine Millennio

Jules Verne – Sognatore e Profeta di Fine Millennio

Autore/i: Lottman Herbert R.

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, traduzione di Luisa Agnese Dalla Fontana.

pp. 390, numerose tavole in bianco e nero fuori testo, Milano

«Tutto quello che è possibile si farà.» (Jules Verne)

Nato a Feydeau (Nantes) nel 1828 e avviato a succedere al padre come procuratore legale, a trentacinque anni Jules Verne conobbe con Cinque settimane in pallone una celebrità fulminea quanto inossidabile. Zola lo salutò come l’uomo che «ha portato alle estreme conseguenze ciò che la scienza considera possibile in teoria, ma che nessuno è riuscito finora a mettere in pratica», e Théophile Gautier lo elogiò per aver raccontato viaggi che anche se «azzardati, sono solo un paradosso e un’esagerazione di verità che saranno presto riconosciute». Verne aveva trovato una «formula nuova» destinata ad accendere la fantasia dei lettori e a suscitare molte domande sul suo mirabolante inventore.
Cent’anni dopo Herbert R. Lottman si è messo in viaggio come Phileas Fogg, il protagonista del Giro del ngondo in 80 giorni, sulle tracce di Jules Verne. È stato all’isola di Feydeau nella Loira nantese, poi in rue Jacob alle leggendarie edizioni Hetzel, ha raccolto le dichiarazioni dei contemporanei dello scrittore: Dumas padre e figlio, i fratelli Arago, il noto fotografo e pilota Nadar, il nipote Jean e tanti altri ancora. Ogni luogo e ogni persona hanno rilasciato la loro speciale testimonianza, ma c’è una sola voce narrante, quella di Lottman che riesce a fare di una biografia un libro d’avventure. La nascita, gli studi, i versi, il teatro, il lavoro in Borsa, gli impacciatissimi e rarissimi viaggi e i «Viaggi straordinari» che riscattano la laboriosa vita di un uomo che ha scritto più di cento libri e ha affascinato adulti e bambini per generazioni.
Verne è vissuto nell’era delle grandi scoperte e ha colto della scienza soprattutto il lato creativo e giocoso seguendone e anticipandone i passi difficili ed entusiasmanti. Era il tempo dei pionieri della terra, del mare e del cielo: ed ecco Viaggio al centro della terra, Ventimila leghe sotto i mari, Dalla Terra alla Luna e, via via, un libro per ogni esplorazione. Lottman raccoglie notizie e aneddoti, scanditi dai romanzi della nostra infanzia, e ci consegna alla fine il ritratto davvero inatteso di un uomo che credevamo di conoscere bene.

Nato negli Stati Uniti nel 1927, Herbert R. Lottman vive da decenni a Parigi. Giornalista e scrittore, è corrispondente europeo del periodico «Publisher’s Weekly» e autore di numerose biografie e saggi storici. Tra le sue opere pubblicate in Italia ricordiamo La Rive Gauche (Edizioni di Comunità 1989), Colette (Rizzoli 1991), La caduta di Parigi (Rizzoli 1993), I Rothschild (Mondadori 1995).

Aria Sottile

Aria Sottile

Una tragedia del nostro tempo raccontata da un grande scrittore.

Autore/i: Krakauer Jon

Editore: Edizioni Corbaccio

introduzione dell’autore, traduzione dall’originale americano di Lidia Perria, illustrato da Xilografie di Randy Rackliff.

pp. 352, nn. illustrazioni xilografiche b/n e 16 fotografie b/n f.t., Milano

«A cavalcioni del tetto del mondo, con un piede in Cina e l’altro in Nepal, ripulii la maschera d’ossigeno dal ghiaccio che vi si era condensato sopra e, sollevando una spalla per ripararmi dal vento, abbassai la sguardo inebetito sull’immensa distesa del Tibet. A un certo livello, con distacco, comprendevo che la curvatura dell’orizzonte terrestre che s’inarcava ai miei piedi era uno spettacolo eccezionale. Avevo fantasticato tanto, per mesi e mesi, su quel momento e sull’ondata di emozioni che lo avrebbe accompagnato; e ora che finalmente ero lì, in piedi sulla cima del Monte Everest, non riuscivo semplicemente a radunare energie sufficienti per concentrarmi.»

Riconosciuto dal 1852 come la montagna più alta del mondo, l’Everest o Sagamartha (dea del cielo) o Chomo Lungma (Madre del mondo) è sempre stato oggetto di fascinazione, ossessione e desiderio sia per gli alpinisti che per i sognatori. Da qualche anno, se si hanno i cinquantamila euro necessari, è alla portata di tutti. Basta prenotarsi in una delle agenzie turistiche specializzate in emozioni estreme e riempire l’assegno. Quando nel maggio del 1996 Krakauer fu inviato dal giornale per il quale lavora, Out-side, a partecipare a una spedizione sull’Everest per scrivere un articolo sulla proliferazione delle scalate a pagamento condotte da guide professioniste, sembrò il logico coronamento di una carriera che era riuscita a combinare le sue due passioni: l’alpinismo e la scrittura. Il 10 maggio, però, una tempesta colse di sorpresa le quattro spedizioni che si trovavano sulla cima. Alla fine della giornata 9 alpinisti erano morti, incluse due delle migliori guide. Krakauer è tra i fortunati che sono riusciti a ridiscendere «la Montagna». Aria sottile è molto più che la cronaca di quella tragedia; oltre ad offrire importanti informazioni sulla storia e sulla tecnica delle ascensioni all’Everest, offre un esame onesto e provocatorio delle motivazioni che stanno dietro alle ascensioni ad alta quota e una drammatica testimonianza del perché quella tragedia si poteva evitare.
Krakauer descrive in modo indimenticabile la fatica di esistere e ancor più di muoversi a 8000 metri. È un acuto esaminatore dell’ascetismo masochistico che spinge gli alpinisti; sa che per voler salire sull’Everest bisogna avere una buona dose di follia. La sua storia contiene quella che deve essere l’essenza dell’inferno: l’infinita capacità delle cose di divenire peggiori di quello che temi.
Il libro di Krakauer è un esame spietato di quello che avrebbe potuto essere l’ascensione del maggio 1996. L’autore solleva la questione della sicurezza delle spedizioni composte da alpinisti inesperti ma danarosi e mette in discussione le decisioni prese da tutti coloro che si trovano sulla vetta in quel giorno, compreso se stesso. Il venire a contatto con situazioni così estreme come quelle affrontate dall’autore e dai suoi compagni ha messo in luce le domande senza tempo sui valori personali e sulle priorità della vita. Di fronte a questa tragedia, sicuramente non necessaria, il lettore è lasciato solo a meditare sulle risposte appropriate.

Jon Krakauer è nato nel 1954 ed è cresciuto nell’Oregon dove suo padre e i suoi amici, tutti famosi alpinisti, fecero sorgere in lui la passione per la montagna. Poco più che ventenne ha compiuto imprese degne di nota nell’ambito dell’alpinismo nordamericano e ha scalato la parete est del Cerro Torre sulle Ande della Patagonia.
Dal 1983 si dedica alla scrittura a tempo pieno. È autore di Nelle terre estreme (tradotto in tutto il mondo) e di Il silenzio del vento, una raccolta di saggi sull’alpinismo uscita in Italia sempre da Corbaccio. Aria sottile è stato un successo internazionale tradotto in moltissime lingue.

Olimpiadi dello Spreco e dell’Inganno – Giochi Olimpici e Società di Classe

Olimpiadi dello Spreco e dell’Inganno – Giochi Olimpici e Società di Classe

Deutschland erwartet Sie in München ’72

Autore/i: Prokop Ulrike

Editore: Guaraldi Editore

traduzione di Mercurio e Paola Candela, prefazione dell’autore, titolo originale: Soziologie der Olympischen Spiele – Sport und Kapitalismus.

pp. 168, Rimini

Né i costi enormi, né le superprestazioni richieste agli atleti e neppure l’enorme sforzo burocratico come tale possono costituire per se stessi il punto di partenza per una critica alle Olimpiadi che sia significativa sul piano politico e su quello sociologico.
Partendo dal programma del barone Pierre de Coubertin, fondatore del movimento olimpico e filosofo positivista, Ulrike Prokop, sociologa della scuola di Francoforte e allieva di Theodor W. Adorno, si propone di esaminare quali meccanismi politici e sociologici nel campo dello sport portino alla restaurazione della «comunità nazionale» da parte di burocrazie statali ed economiche e di larghi strati della popolazione.
L’apparente identità di interessi fra dominatori e dominati – sia nel campo dello sport di massa come in quello più generale delle istituzioni del tempo libero – è il risultato dell’opera di gruppi politici, economici e sociali, di un processo storico, che viene delineato attraverso il modello offerto dalle Olimpiadi.
Nella prima fase (1896-1914) il movimento sportivo si indirizza alla borghesia, che – secondo quanto auspicato apertamente da Coubertin – deve essere disciplinata nell’interesse dell’espansione imperialistica.
Tra il 1930 e il 1936 le Olimpiadi – ancora una volta secondo i desideri di Coubertin – assumono la funzione di disciplinare il proletariato rivoluzionario e di integrarlo nei modelli di valore del ceto medio.
Poi, l’ostentazione – sublimata in forme culturali – di una burocrazia dal perfetto funzionamento e di una disposizione individuale al sacrificio (esempio tipico: le Olimpiadi fasciste del 1936), asso/se la funzione di una dimostrazione di forza, propria di uno stato capitalistico.
Le Olimpiadi di oggi (a partire dal 1952) vogliono apparire piuttosto come una manifestazione serena, giovanile, ludica.
Ai cittadini soddisfatti dal consumismo, il tardo capitalismo offre, per rafforzare la loro capacità di rendimento, uno spettacolo accentrato sul modello dell’individuo che si autodisciplina «con serenità», ma che – come dimostra Ulrike Prokop – e mille miglia lontano da tutto ciò che e gioco e gioia.

The Golden Goose Book

The Golden Goose Book

Being the stories of The Golden Goose, The Three Bears, The Three Little Pigs, Tom Thumb

Autore/i: Autori vari

Editore: Frederick Warne & Co.

with numerous drawings in color and black and white by L. Leslie Brooke

pp. 96, nn. tavv. a colori, nn. ill. b/n, London

This long-time favourite collection of famous nursery classics contains The Three Little Pigs, Tom Thumb, The Golden Goose and The Story of the Three Bears.
Leslie Brooke’s humorous pictures have added another dimension to these old tales and have given this volume its deserved popularity with young children-and their parents.
The funny happenings constantly going on in the background of all his pictures intrigue and delight children.
This wonderful example of the work of one of this century’s finest children’s book artists deserves a place on every nursery bookshelf. It contains 32 full-page colour illustrations and numerous black-and-white drawings.

L. Leslie Brooke used to tell people the three things he most enjoyed were children, books, and gardens- and so he filled his many books with spirited children and lovely gardens.
Perhaps the best known are Johnny Crow’s Garden and Johnny Crow’s Party which he wrote and illustrated for his sons. Years later-, he created Johnny Crow’s New Garden for his grandson.
Leonard Leslie Brooke was born on September 24, 1862. He studied at the Royal Academy in London, and earned his reputation as a portrait painter before producing his first book for children in 1897- The Nursery Rhyme Book edited by Andrew Lang.

Cina a Venezia

Cina a Venezia

Dalla Dinastia Han a Marco Polo

Autore/i: Autori vari

Editore: Electa

la traduzione dei testi cinesi è stata curata da Magda Abbiati e Mario Sabattini, i pannelli illustrativi della mostra sono a cura di Roberto Ciarla.

pp. 232, interamente e riccamente ill. a colori e b/n, Milano

Sommario:

La civiltà cinese antica dagli Han Orientali alla Dinastia Song
A cura del Museo della Storia Cinese di Pechino

Scienza e tecnica
Antonino Forte

Lo sviluppo storico-letterario
Lionello Lanciotti

Relazioni con l’estero
Luciano Petech

Taoismo e Confucianesimo
Giuliano Bertuccioli

Il Buddhismo e le altre religioni straniere
Antonino Forte

Sviluppi tecnologici nella produzione ceramica
Lucia Caterina

Una pagina sepolta della pittura cinese: dipinti murali in alcune tombe Tang
Lucia Caterina

Lo sviluppo dell’arte nella Cina dei secoli d’oro
Gian Carlo Calza

Catalogo
A cura del Museo della Storia Cinese di Pechino

Essere Leader

Essere Leader

Autore/i: Goleman Daniel; Boyatzis Richard E.; McKee Annie

Editore: Edizione Mondolibri

prefazione degli autori, traduzione di Cristina Ripamonti e Tamara Nigi, consulenza scientifica alla traduzione e nota tecnica di Patrizia Altomare e Renato Dorrucci.

pp. 350, Milano

Le teorie di Daniel Goleman sull’intelligenza emotiva hanno radicalmente cambiato ciò che intendiamo comunemente per “intelligenza”, nella vita quotidiana, in quella affettiva, in quella professionale. In particolare, le aziende che reputano giusto mantenere le emozioni fuori dall’ambiente di lavoro, ormai, lo fanno a loro rischio e pericolo. Tutte le altre, invece, invitano i propri dirigenti a coltivarle, in se stessi e nei loro collaboratori. “Il compito fondamentale dei leader”, spiega Goleman, insieme a Richard Boyatzis e Annie McKee, “è quello di innescare sentimenti positivi nelle persone che dirigono. Ciò accade quando essi sanno creare risonanza – una riserva di positività che libera quanto c’è di meglio in ogni individuo. Nella sua essenza, quindi, il compito primario della leadership è di natura emozionale. Se ben condotta, può rivelarsi potentissima nel suscitare ispirazione, passione ed entusiasmo, nel promuovere impegno e coinvolgimento e nel mantenere alto il morale di coloro ai quali è diretta”. E per leader non va inteso soltanto il manager in senso stretto. Il nostro è un mondo fondato sul “lavoro di gruppo”, e in un gruppo chiunque di noi può essere chiamato a questo ruolo. A scuola come in famiglia, in politica come nello sport, nel volontariato, in vacanza, e perfino nel rapporto di coppia ci capita di dover “essere leader”. E di dover trovare in noi stessi la flessibilità, la creatività, la fantasia che servono a tenere desta l’attenzione degli altri, che ci permettono di incalzarli con gli stimoli giusti e di guidarli, nella buona e nella cattiva sorte. Essere leader mostra, con moltissimi esempi tratti dalla realtà e dalla ricerca sul campo, in quali e quanti svariati modi l’intelligenza emotiva si riveli fondamentale – e ormai indispensabile – per portare a buon fine i nostri sforzi e condurre anche chi ci sta attorno verso i tanti traguardi della vita.

Daniel Goleman, già insegnante di psicologia a Harvard e attuale condirettore del Consortium for Research on Emotional Intelligence in Organizations alla Rutgers University, e oggi uno dei più apprezzati consulenti e conferenzieri a livello mondiale. Presso Rizzoli ha pubblicato, oltre a Intelligenza emotiva e Lavorare con intelligenza emotiva, La forza della meditazione e Lo spirito creativo, tutti bestseller internazionali.

Richard E. Boyatzis è professore e direttore del Dipartimento di Comportamento organizzativo alla Weatherhead School of Management presso la Case Western Reserve University.

Annie McKee insegna alla Graduate School of Education della University of Pennsylvania e svolge un’intensa attività di consulenza nel campo organizzativo in tutto il mondo.

Guerra e Pace nell’Era Spaziale

Guerra e Pace nell’Era Spaziale

I retroscena politici e militari nella gara dei missili denunciati da un generale americano

Autore/i: Gavin James M.

Editore: Bompiani

premessa dell’autore, traduzione dall’americano di Bruno Oddera.

pp. 304, illustrazioni b/n, Milano

Convinto di essere più utile come scrittore e critico militare che come membro dello Stato Maggiore, il generale americano James M. Gavin, a cinquant’anni e con tre stellette di generale, lascia l’esercito, per il quale ha servito con intelligenza e devozione per 34 anni, per poter «nominare i nomi e raccontare i fatti».
Il generale Gavin rivela i retroscena politici e militari che hanno consentito, all’URRS di acquistare un vantaggio minaccioso in fatto di missili balistici intercontinentali & testata nucleare e di satelliti. Egli muove accuse assai gravi ai capi politici e militari degli Stati Uniti, e con l’autorità che… gli viene da una lunga esperienza e da una profonda conoscenza tecnica illumina le conseguenze catastrofiche di un nuovo conflitto.
«Il mondo di domani – egli dice – non sarà che un piccolo teatro tattico, la minaccia strategica verrà dallo spazio, dai satelliti e dalle basi spaziali armate con missili».
Ma siamo ancora in tempo a evitare il disastro. Guerra e pace nell’era spaziale, che ha suscitato in America un’eco enorme, è destinato a prender posto negli scaffali accanto ai più importanti documenti del nostro tempo.