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Storia di Dibs – Lo Straordinario Caso di un Bambino Anormale Guarito con la “Ludoterapia”

Storia di Dibs – Lo Straordinario Caso di un Bambino Anormale Guarito con la “Ludoterapia”

Titolo originale: Dibs in Search of Self

Autore/i: Axline Virginia M.

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, introduzione di Leonard Carmichael, prologo ed epilogo dell’autore, traduzione di Maria Luisa Bocchino.

pp. 254, Milano

L’antenna della chiocciola «dalla vista tastante», di cui si parla in un luogo del Faust, &, secondo Horkheimer e Adorno, simbolo dell’intelligenza: di fronte a un ostacolo, a una reazione ostile, essa Si ritira nella custodia protettiva del corpo, torna a far parte del tutto, e soltanto con grandi cautele si avventura a esplorare di nuovo, come organo indipendente, il mondo. Dibs, bambino di sei anni, ha dolorosamente imparato a mimetizzare le proprie antenne; c’è in lui come un punto cieco, in cui lo stesso desiderio di vivere sembra essersi arrestato; ha genitori rigidi, lontani, un pò aridi, alle prese con propri problemi. A casa, a scuola, egli lascia, con indifferenza e passività, che la vita scivoli intorno a lui; aspetta che siano la madre o le insegnanti a infilargli o sfilargli cappotto e guanti; quando parla di se stesso dice «tu», come se soltanto dentro di sè potesse trovare un interlocutore; a volte, esplode in brevi collere. Finchè un giorno viene condotto in una stanza vasta e luminosa. Confusamente la popolano uomini, donne, soldati, alberi, fiumi, case in miniatura: un piccolo caos che egli può ordinare, trasformare in cosmo. Sulla porta sta scritta una parola misteriosa: ludoterapia. Una signora gentile, dolce, laconica, lascia che egli giochi, fantastichi, parli, stringa amicizia con le cose che lo circondano e con lei stessa, saluti il camion che passa per la strada, il cielo dietro le finestre. Storia di Dibs è stato scritto da quella signora: la psicologa americana Virginia Axline. E la registrazione delle parole dette, dei gesti compiuti nella stanza in cui, per alcuni mesi, Dibs trascorse un’ora ogni giovedì; la vicenda di una coscienza che lentamente, a partire dal microcosmo dei giochi, si apre sul mondo, e impara a non averne paura. Virginia Axline non accampa spiegazioni teoriche: si limita a narrare, e a renderci trasparenti i comportamenti e le reazioni di Dibs.
Il trattamento ludoterapico si conclude felicemente; l’intelligenza e la personalità del ragazzo escono rigogliose dalla crisalide in cui si attardavano. Ma Storia di Dibs contiene implicito anche il movimento contrario; mentre ci offre lo spettacolo emozionante di una liberazione, ce ne rammenta anche il rovescio: ci ricorda cioè l’infinito numero di casi in cui impedimenti, divieti, gesti e parole repressivi finiscono con lo spegnere la fragile buona volontà del bambino, respingono indietro le timide antenne che egli allungava sul mondo, e lasciano infine nel carattere blocchi e cicatrici destinati a restare.

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