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I Mutanti

I Mutanti

Le migliori opere della fantascienza di tutti i tempi sui poteri mentali e le mutazioni genetiche

Autore/i: Autori vari

Editore: Casa Editrice Nord

a cura di Sandro Pergameno, copertina di Michael Whelan.

pp. XXVI-754, Milano

Verso la fine del diciannovesimo secolo vi furono molti dibattiti e molte congetture da parte degli scienziati sulla teoria dell’evoluzione e sulla natura dell’uomo. La teoria di Darwin secondo cui l’uomo discendeva dalle scimmie induceva a ipotizzare che si stesse ancora evolvendo. Ma evolvendo in cosa? Verso cosa? Gli scrittori di fantascienza, a partire dal padre riconosciuto di questo genere letterario, il grande Herbert George Wells, hanno sempre tentato di dare una risposta a questo interrogativo, Le mutazioni genetiche, fisiche e mentali, prodotte da un naturale sviluppo evolutivo o da improvvise, drastiche catastrofi nucleari causate dalla follia dell’uomo, hanno sempre stimolato la loro immaginazione. Preoccupati del futuro dell’umanità, gli autori di fantascienza hanno visto l’uomo a volte padrone a volte schiavo dell’evoluzione. Da una parte abbiamo l’esaltazione del miracolo dei poteri psi, il raggiungimento della perfezione dell’homo superior, la nascita del superuomo dotato di straordinarie capacità (telepatia, telecinesi, chiaroveggenza, teletrasporto ecc.); dall’altra le cupe profezie sui mutanti creati dalle radiazioni del fall-out atomico, il terrore della degenerazione, del ritorno alla brutalità e alla barbarie.
In questo volume, che continua la nostra serie sui maggiori temi della fantascienza, abbiamo raccolto ventisei tra i migliori racconti e romanzi brevi ancora inediti in Italia sul soggetto dei mutanti: ventisei storie splendide e affascinanti che vi appassioneranno, vi sbalordiranno e vi faranno riflettere sul nostro futuro, vicino e lontano.

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I mutanti (Antologia) Traduzione di varî
Presentazione (Introduzione) di Sandro Pergameno

Parte Prima: Storie di poteri
Il capo (Racconto, The Leader, 1960) di Murray Leinster (Traduzione di Roberta Rambelli)
Il telepate brado (Racconto, Rogue Psi, 1962) di James H. Schmitz (Traduzione di Roberta Rambelli)
E poi lo ha trovato (Racconto, And Then She Found Him, 1957) di Algis Budrys (Traduzione di Roberta Rambelli)
…la ragione non vale (Racconto lungo, Sense from Thought Divide, 1955) di Mark Clifton (Traduzione di Maurizio Nati)
Inseguimento (Racconto lungo, Pursuit, 1952) di Lester Del Rey (Traduzione di Roberta Rambelli)
Il vaso Ming (Racconto, The Ming Vase, 1963) di E. C. Tubb (Traduzione di Roberta Rambelli)
Cuore tenero (Racconto, Soft Touch, 1959) di Daniel F. Galouye (Traduzione di Roberta Rambelli)
L’uomo che non dimenticava mai (Racconto, The Man Who Never Forgot, 1958) di Robert Silverberg (Traduzione di Roberta Rambelli)
Qualcosa di temibile in libertà (Racconto, Something Wild Is Loose, 1971) di Robert Silverberg (Traduzione di Roberta Rambelli)
Tiny e il mostro (Racconto lungo, Tiny and the Monster, 1947) di Theodore Sturgeon (Traduzione di Paola Maceratini)
Prodigio (Racconto, Prodigy, 1949) di Theodore Sturgeon (Traduzione di Roberta Rambelli)
…e la mia paura è grande (Romanzo breve, …and My Fear Is Great…, 1953) di Theodore Sturgeon (Traduzione di Roberta Rambelli)
Dieci piccoli umani (Romanzo breve, Nightflyers, 1980) di George R. R. Martin (Traduzione di Maurizio Nati)

Parte Seconda: Mutazioni indotte
La cavia affamata (Racconto, The Hunger Guinea Pig, 1930) di Miles J. Breuer (Traduzione di Roberta Rambelli)
Adattabilità (Racconto lungo, The Adaptive Ultimate, 1935) di Stanley G. Weinbaum (Traduzione di Paola Maceratini)
Tra le tenebre e la luce del giorno (Racconto, Between the Darkness and the Daylight, 1958) di Algis Budrys (Traduzione di Roberta Rambelli)
Marea di fuoco (Racconto, Fireflood, 1979) di Vonda N. Mc Intyre (Traduzione di Roberta Rambelli)
La persistenza della visione (Romanzo breve, The Persistence of Vision, 1978) di John Varley (Traduzione di Roberta Rambelli)

Parte Terza: I figli dell’atomo
La via degli dei (Romanzo breve, Way of the Gods, 1947) di Henry Kuttner, C. L. Moore (Traduzione di Roberta Rambelli)
Dopo l’atomo (Racconto, After the Atom, 1948) di Vargo Statten (Traduzione di Roberta Rambelli)
Nuove fondamenta (Racconto lungo, New Foundations, 1950) di Wilmar H. Shiras (Traduzione di Roberta Rambelli)

Parte Quarta: Evoluzione o involuzione?
La centesima generazione (Racconto, The 100th Generation, 1934) di Nat Schachner (Traduzione di Roberta Rambelli)
Il giorno del giudizio (Racconto, Day of Judgement, 1946) di Edmond Hamilton (Traduzione di Roberta Rambelli)
Pianeta di transito (Racconto, Planet for Transients, 1953) di Philip K. Dick (Traduzione di Roberta Rambelli)
Metamorfosite (Romanzo breve, Metamorphosite, 1946) di Eric Frank Russell (Traduzione di Roberta Rambelli)
Incubo notturno (Racconto, Night Piece, 1961) di Poul Anderson (Traduzione di Maurizio Nati)

INDICE
Titoli originali e date di prima pubblicazione delle opere inserite in questo volume

Mistici e Maestri Zen

Mistici e Maestri Zen

Titolo originale: Mystics and Zen Masters

Autore/i: Merton Thomas

Editore: Garzanti Editore

traduzione dall’inglese di Franco Bernardini Marzolla, in copertina: Lanterns, Japan, collana: Gli elefanti saggi.

pp. 264, Milano

Merton, che in tante opere ha studiato il misticismo cristiano, risale in questo volume alle matrici non cristiane (religiose, filosofiche, storiche) dalle quali è scaturito per l’uomo lo stimolo all’elevazione spirituale. Così, accanto al tentativo di dare un’idea dell’enigmatico contenuto ideologico dello zen e del pensiero classico cinese, troviamo una riesumazione polemica della celebre «questione dei riti» e una interpretazione della «peregrinatio» medievale con prassi penitenziale; note storiche sui mistici inglesi e russi, talora ai margini dell’ortodossia; uno sguardo al monachesimo presso i protestanti (Taizé); e alcune riflessioni sull’esistenzialismo cristiano (Rilke) e sul buddismo nel mondo moderno.

Nato a Prades, nei Pirenei francesi, da padre neozelandese e madre americana – entrambi pittori – Thomas Merton (1915-1968) trascorse parte dell’infanzia negli Stati Uniti, studiò in Inghilterra e viaggiò in Europa. Di ritorno negli USA, dopo varie esperienze culturali e politiche e la conversione al cattolicesimo, diede inizio a una vigorosa attività di scrittore.
Di Thomas Merton Garzanti ha riproposto recentemente La montagna dalle sette balze, Semi di contemplazione, Le acque di Siloe, Diario di un testimone colpevole, Nessun uomo è un’isola e Lo zen e gli uccelli rapaci.

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Prefazione

  • Mistici e maestri zen
  • Il pensiero classico cinese
  • L’amore e il Tao
  • I gesuiti in Cina
  • Dai pellegrinaggi alle crociate
  • Verginità e umanesimo nei padri occidentali
  • I mistici inglesi
  • L’esame di coscienza in Gertrude More e Augustine Baker
  • I mistici russi
  • Il monachesimo protestante
  • Pleasant Hill
  • Contemplazione e dialogo
  • Il monachesimo buddista zen
  • Il koan zen
  • L’altro lato della disperazione
  • Il buddismo e il mondo moderno

Note

I Giardini di Roma

I Giardini di Roma

Folclore, poesia e storia della città attraverso l’evoluzione delle «isole verdi»: la riscoperta di una rinascimentale bellezza in un’ideale sintesi tra natura e arte

Autore/i: Tagliolini Alessandro

Editore: Newton Compton Editori

prefazione dell’autore, ricerca iconografica dell’autore e di Giulio Fefé, in copertina: Gaspar Van Wittel, Veduta di Villa Medici (Roma, collezione Colonna).

pp. 336, nn. illustrazioni b/n, Roma

Dagli esempi dell’antica Roma, l’arte dei giardini, custodita sapientemente tra le mura dei conventi, si trasmette nel clima fecondo dell’Umanesimo, ritrovando nei giardini dei letterati, fioriti tra le rovine dell’urbe, le basi di una nuova poetica. Essa diviene espressione non solo di valori formali, dovuti alla genialità degli artisti creatori, ma del rapporto che lega l’uomo alla natura. Gli estremi di questa dialettica trovano nei programmi di rinnovamento della città, portati avanti nel Cinquecento, un momento propizio per la loro affermazione, generando un confronto tra «arte» e «natura», in cui il giardino assume un ruolo preminente. L’idealismo di una «terza natura», emersa dal superamento dei termini natura-arte, conduce ad una visione paesistica che ha il suo esordio sul finire del Cinquecento e nel Barocco le sue emergenze più inquietanti. Altri giardini sorgono sotto l’influenza neoclassica, mentre si piegano alla nuova moda quelli esistenti, intervenendo anche nell’organizzazione degli spazi urbani. Dopo il declino delle grandi ville principesche, l’arte dei giardini affianca i programmi urbanistici del Novecento esigendo nuovi spazi. La testimonianza degli artisti creatori, dei committenti e dei letterati del tempo, permette di seguire le fasi della ricerca e della trasformazione del gusto. Così le vicende storiche dei giardini di Roma forniscono il documento della sua cultura, divenendo la storia stessa della città.

Alessandro Tagliolini, scultore e paesaggista, è da anni il promotore di un rinnovato interesse per l’arte dei giardini di cui, attraverso l’attività artistica, mostre storiche e scritti, afferma l’estrema attualità. Il presente volume, frutto di anni di ricerche, è il contributo dell’autore alla storia della sua città natale.

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Prefazione

I Giardini nell’Antica Roma

  • «Lucus» e «nemus»
  • Gli «horti»
  • Il «paradiso» del latifondo
  • Declino degli «horti» imperiali

I Giardini del Medioevo e dell’Umanesimo

  • Il giardino monastico
  • Il giardino cortigiano
  • L’esperienza umanistica
  • Il sogno di Polifilo

I Giardini nel Cinquecento
Parte prima

  • Gli artefici del giardino rinascimentale
  • Gli orti letterari
  • La moda delle grottesche
  • Influenze europee
  • Il sacco di Roma
  • Rinascita dell’arte dei giardini
  • Uno spettacolo senza barriere
  • La «terza natura»

Parte seconda

  • Il Belvedere
  • Villa Madama
  • Il giardino della Farnesina
  • Villa Medici
  • Orti Farnesiani
  • Villa Giulia
  • I giardini del palazzo del Quirinale
  • Villa Montalto
  • Villa d’Este a Tivoli
  • Villa Mattei
  • Palazzo Farnese di Caprarola
  • Villa Lante di Bagnaia
  • Il Sacro Bosco di Bomarzo

I Giardini nel Seicento
Parte prima

  • Il classicismo nel giardino barocco
  • Ritorno alla natura
  • Apparati floreali negli spazi urbani
  • Lo sviluppo della botanica

Parte seconda

  • Villa Aldobrandini a Frascati
  • Villa Borghese
  • Villa Ludovisi
  • Villa Pamphili

I Giardini nel Settecento

  • Le nuove ville
  • Un giardino per l’archeologo: la villa Albani
  • Propaggini del Barocco
  • Il giardino pittoresco

I Giardini nell’Ottocento

  • Il «Giardino del Grande Cesare»
  • La villa suburbana dei Torlonia
  • Il periodo umbertino

I Giardini nel Novecento

  • Sviluppo del verde nei primi piani regolatori
  • Le opere del periodo fascista
  • L’E.U.R. e il recupero del «verde» nella città

Bibliografia

Indici
Indice dei nomi
Indice dei luoghi

Il Napoletano che Domò gli Afghani

Il Napoletano che Domò gli Afghani

Autore/i: Malatesta Stefano

Editore: Neri Pozza Editore

seconda edizione.

pp. 160, nn. tavole b/n f.t., cartine e illustrazioni b/n, Vicenza

Nel primo Ottocento, Peshawar era circondata da magnifiche, verdi campagne e abitata dai più riottosi, imprevedibili, anarchici, pericolosi individui, pronti a tagliare la gola per mezza rupia. Polverosa e caotica all’interno, la città era, esattamente come oggi, assolutamente ingovernabile.
Un giorno, il geniale Ranjit Singh, il fondatore dell’impero sikh, pensò bene di nominare governatore della turbolenta città Abu Tabela, e per gli abitanti di Peshawar fu come essere governati di colpo da un Tamerlano, un Barbablù e un impalatore turco messi insieme.
I ladri sparirono, i rapinatori furono squartati, gettati dai minareti o impiccati agli alberi fuori le mura e i cittadini benestanti torturati perché mollassero il gruzzolo grande o piccolo che fosse.
Centocinquant’anni dopo, per frenare i loro figli troppo vivaci, le madri di Peshawar e di altre città pakistane minacciano ancora di chiamare Abu Tabela.
L’aspetto più incredibile di questa vicenda, che pure presenta più di un lato stupefacente, è che Abu Tabela non è il nome di un crudele capo uzbeko o di un capobanda patano, ma la traslitterazione, più o meno fedele, di Paolo Avitabile, napoletano, ex cannoniere borbonico, passato a Murat, ripassato ai Borbone, assoldato dallo shah di Persia per far pagare le tasse ai kurdi e, infine, finito a Lahore, alla corte di Ranjit Singh. Un napoletano che divenne una figura leggendaria anche per gli inglesi, i quali sostenevano che gli afghani guardavano Avitabile con la paura e la reverenza con cui gli sciacalli guardano la tigre.
Per raccontare una simile storia, ci voleva un narratore straordinario come Stefano Malatesta, sulle tracce di Avitabile da anni.
Ricostruendo la stupefacente vita dell’avventuriero napoletano, Malatesta ci offre un ritratto incomparabile del nord dell’India quando era ancora in mano agli indiani: una terra immensa, affascinante, percorsa da eserciti che si danno battaglia, guidati da ufficiali europei che avevano combattuto a Waterloo, dove si parlano tutte le lingue, dove i maharaja sono ricoperti dei gioielli più costosi del mondo, dove gli esploratori sono anche spie e il più grande viaggiatore del secolo, Alexander Gardiner, è anche il più grande bugiardo.
Dove gli inglesi sono ovunque, fingendo, ancora per poco, di essere capitati lì per caso.

Stefano Malatesta scrive racconti di viaggio e articoli d’arte e di letteratura per «La Repubblica». Ha pubblicato, sempre da Neri Pozza, Il cammello battriano (premio Comisso e premio «Albatros-Palestrina») e Il cane che andava per mare e altri eccentrici siciliani (premio «Settembrini 2000»), Il Grande Mare di Sabbia.

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  1. ’O Malommo
  2. Di Agerola e non di Napoli
  3. «Ricordatevi di Chillianwala!»
  4. Un nano orbo alcolizzato e il Koh-i-nur
  5. L’aguzzino venuto dal Sud
  6. Quando Avitabile salvò gli inglesi
  7. «Uomo di onore e di gloria senza paragoni»
  8. Quando Avitabile sconfisse Garibaldi a Calatafimi

Bibliografia
Indice dei nomi

Il Grande Libro dei Sogni

Il Grande Libro dei Sogni

Un dizionario onirico con più di seicento voci e con le chiavi di lettura indispensabili per cogliere appieno (e per non dimenticare al risveglio) i messaggi urgenti che i sogni fanno emergere.

Autore/i: Haziel

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, traduzione di Marina Panatero, in sovraccoperta: particolari di una illustrazione di Carolyn Gowdy.

pp. 336, Milano

Gli antichi Cabalisti narrano che tutte le notti, attraverso i sogni, noi ritorniamo nel «continente perduto» il luogo in cui, tanto tempo fa, abitavamo insieme ai nostri maestri Angeli. Tramite i sogni, anche quelli apparentemente più insignificanti, continuiamo a ricevere notizie e consigli preziosi da quello straordinario luogo di origine, che alcuni chiamano «mondo astrale» o «mondo delle immagini». È soltanto una leggenda?
Per Haziel, celeberrimo angelologo dei giorni nostri, quel continente non solo è assolutamente reale, ma racchiude innumerevoli tesori, a cui possiamo attingere con facilità.
In questo libro, ne viene tracciata la geografia. Haziel aggiorna le tecniche di oniromanzia della Cabala ebraica e della mistica cristiana, integrandole con le ipotesi della psicologia del profondo e il risultato è un manuale pratico per interpretare quell’affascinante mondo delle immagini. Un dizionario onirico con più di seicento voci e con le chiavi di lettura indispensabili per cogliere appieno (e per non dimenticare al risveglio) i messaggi urgenti che i sogni fanno emergere. Sono tutti messaggi che riguardano la nostra personalità autentica, il nostro «Io divino» che nella vita quotidiana non riesce ancora a prendere forma.
In questo senso – spiega Haziel – ogni nostro sogno è premonitore: annuncia ciò che possiamo essere, diventare o realizzare; ci segnala gli errori di comportamento che stanno frenando la nostra crescita e ci mostra la via per superare gli ostacoli che si sono presentati sulla nostra strada.

François Bernard Termes, che si firma con il nome di un Angelo (il cherubino Haziel), è nato nel 1927 a Gerona, in Catalogna. Illustre studioso cattolico della Cabala, ha scritto numerosi trattati di angelologia, pubblicati in Francia da Editions Bussière. Con Mondadori ha pubblicato Preghiere agli Angeli (1995), Il nostro Angelo Custode (1996), Angeli e Arcangeli (1998), I poteri dell’Angelo Custode (1999).

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Prima parte

  • Nel mondo degli esseri umani sono esistiti prima i sogni o la realtà materiale?
  • I sogni premonitori
  • Il modo migliore per ricordare i sogni
  • Il sogno premonitore del faraone
  • I numeri nei sogni
  • I sogni nelle società primitive
  • I sogni e la psicanalisi
  • La sessualità nei sogni secondo Freud
  • I sogni e la rivoluzione psicoanalitica di Jung
  • Il futuro dei sogni

Seconda parte

  • Dizionario dei sogni
  • Indice alfabetico

Donna Lakota – La mia Vita di Sioux

Donna Lakota – La mia Vita di Sioux

Titolo originale: Lakota Woman

Autore/i: Mary Crow-Dog; Erdoes Richard

Editore: Marco Tropea Editore

traduzione di Marco Massignan.

pp. 256, Milano

“Una nazione non è Veramente conquistata finché i cuori delle sue donne resistono.” (Proverbio cheyenne)

Nata nella riserva di Rosebud, nel Sud Dakota, Mary è cresciuta in una baracca. Il suo primo contatto con l’America bianca avviene quando, come molti bambini delle riserve, viene mandata in un collegio missionario. Mary si ribella con tutte le forze contro la rigida disciplina imposta dalle suore. E con la fuga da scuola affronta un precocissimo destino di drop-out unendosi alle bande di ragazzi violenti che tirano avanti con piccoli furti.
A salvarla dall’alcolismo e dall’emarginazione sarà la grande rivoluzione che attraversa le riserve e i ghetti indiani negli anni Sessanta e nei primi anni Settanta. Insieme a tanti altri giovani, Mary viene travolta dall’ondata d’orgoglio tribale e aderisce all’American Indian Movement. Nel 1972 si unisce alla lunga carovana di indiani che, da tutto il paese, si recano a Washington per la prima grande manifestazione di protesta. Poco tempo dopo la ritroviamo tra i duemila indiani che per settantun giorni resistono alla polizia nella storica località di Wounded Knee. Durante l’assedio partorisce il suo primo figlio e conosce Leonard Crow-Dog, carismatico uomo-medicina del Movimento, il suo futuro marito.
Donna Lakota è un’appassionante vicenda di redenzione individuale, ma è anche la storia della rinascita di un popolo: per molti giovani indiani, infatti, la rivolta contro il sistema significò la riscoperta dei valori e del nobile passato dei Lakota all’insegna di una curiosa alleanza tra ragazzi e nonni, uniti nel rifiuto di un’integrazione umiliante e oppressiva.

“Un’autobiografia combattiva e determinata, calda, a volte persino divertente, a volte inondata da un mare di rabbia, dolore, entusiasmo, sempre sincera e diretta.” (Chicago Tribune)

“Un viaggio nel cuore antico, eppure così attuale, di una donna Sioux.” (Oliver Stone)

“Questa coraggiosa autobiografia non lascia dubbi sulla passione, la poesia e l’ispirazione dell’autrice.” (Publishers Weekly)

“La testimonianza toccante e suggestiva della battaglia di una donna per sconfiggere povertà e oppressione e rivendicare la propria dignità di nativa americana.” (Kirkus Review)

“Questa storia è un documento di valore incalcolabile su un’America di cui quasi ignoravamo l’esistenza. .. Il coraggio, la nobiltà, la dignità morale e l’umorismo che riempiono le pagine di questo libro ne fanno una lettura indispensabile. Ogni scuola e ogni biblioteca dovrebbe possederne una copia.” (David Amram)

Mary Crow-Dog è nata nel 1955 nel Sud Dakota e attualmente è un’autorevole rappresentante politica della Nazione Rossa. Richard Erdoes è uno scrittore che ha consacrato la sua vita e la sua opera alla causa degli indiani d’America. A questo argomento ha dedicato vari libri: Lame Deer, Seeker of Visions, The Sun Dance People e The Pueblo Indians.

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  1. Una donna del villaggio He Dog
  2. Padri invisibili
  3. Civilizzateli con il bastone
  4. Alcol e ressa
  5. Senza meta
  6. Noi dell’AIM non scendiamo a patti
  7. Piangere per un sogno
  8. Cankpe Opi Wakpala
  9. L’assedio
  10. Gli spettri ritornano
  11. Dando la vita
  12. I Sioux e gli elefanti non dimenticano mai
  13. Due mani amputate
  14. Cante Ishta – L’occhio del cuore
  15. L’aquila in gabbia
  16. Ho Uway Tinkte – La mia voce sentirete

Epilogo

L’Ordine delle Cose

L’Ordine delle Cose

Titolo originale: L’ordre des choses

Autore/i: Brosse Jacques

Editore: Edizioni Studio Tesi

prima edizione, presentazione di Mario Soldati, prefazione di Gaston Bachelard, premessa dell’autore, traduzione di Flavia Conte, René Magritte, Les signes du soir, Collezione Claude Spaak, Parigi.

pp. 178, Pordenone

Rifiutando una visione rassicurante e distratta del mondo che ci circonda, Brosse invita il lettore di questo libro ad un viaggio iniziatico fin dentro il cuore delle cose.
Tappa dopo tappa, approccio dopo approccio egli è chiamato a misurarsi con la freschezza ed il mistero che avvolgono i protagonisti di questa palpitante galleria di ritratti. I soggetti sono i più vari, animali e vegetali, animati e inanimati, visibili e non, e scelti per sistema ad ogni estremità del mondo conoscibile.
I muschi o il paramecio, l’eucalipto o l’asperella, il legno o l’alabastro: altrettante occasioni di osservazione avida e di instancabile meditazione, di affinamento dello sguardo, di tenerezza e curiosità per un universo che ogni giorno di più ci è estraneo e sconosciuto.
Sulla scia di uno scrivere trasparente e suggestivo, capace di raccontare il piacere della contemplazione, Brosse ci induce ad affiancare le nostre immagini a quelle che nel suo testo si susseguono. Ci fa così partecipi e protagonisti di tecniche di apprendimento e partecipazione al reale, in virtù delle quali potremo districarci nel nodo antinomico che oppone l’uomo alla natura.

Jacques Brosse è nato a Parigi nel 1922.
Portata a termine una poliedrica formazione universitaria in cui coesistono studi di storia, diritto e lingue orientali, si trasferisce negli Stati Uniti dove lavora per conto della Radio Francese.
Nel 1953 ritorna alla città natale, in cui tuttora vive ed opera, dedicandosi ad una brillante attività di responsabile di collana e redattore capo presso le edizioni Gallimard e Laffont.
Sotto la sua direzione vengono pubblicate opere enciclopediche memorabili tra cui Le Dictionnaire biograpbique des auteurs (1958), Le Dictionnaire historique des saints (1964), Le Dictionnaire des Eglises de France (1971).
Enciclopedista e poligrafo, uomo di grande cultura e curiosità intellettuale, Brosse non manca, nel corso degli anni, di coltivare anche in proprio un’intensa passione per la scrittura, riversando nelle proprie pagine una vivacissima esperienza della natura, frutto di innumerevoli viaggi e di instancabili contemplazioni.
I momenti forti di questo itinerario contemplativo coincideranno con i due poli cardinali del Regno della Natura: gli animali da un lato e le piante dall’altro; ad essi Brosse dedicherà la parte migliore della sua produzione, a partire da L’Ordre des choses, suo programmatico testo d’esordio, sino al recentissimo Les Arbres de France. Histoire et légendes.
Tra gli altri testi pubblicati da Jacques Brosse ricordiamo: Inventaire des sens (1965), L’Insecte (1968), Mahabalipuram, tout le monde descend (1973), Atlas des arbres d’Europe occidentale (1977), La Magie des plantes (1979), Les tours du monde des explorateurs. Les grands voyages maritimes 1764-1843 (1983), Terres promises (1985), Les grandes personnes (1988).

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Presentazione di Mario Soldati
Prefazione di Gaston Bachelard

L’ordine delle cose

Premessa
I – Immagini virtuali e immagini reali
1. Gli appuntamenti mancati

II – L’oggetto stesso
2. Eppur si muove

III – Le vite parallele
3. Della pluralità dei mondi

IV – La minore delle cose
4. Linguaggio, scienza e contemplazione

V – Giacché bisogna chiamarlo con il suo nome
5. L’uomo disumanizzato

VI Il sognatore solitario

Note

Eros Tiranno – Sessualità e Sensualità nel Mondo Antico

Eros Tiranno – Sessualità e Sensualità nel Mondo Antico

Autore/i: Sissa Giulia

Editore: Editori Laterza

introduzione dell’autrice, in copertina «Amore e Psiche» particolare di un mosaico romano della Villa del casale di Piazza Armerina.

pp. 280, Roma

Prima che la frase “ti amo” siglasse il rapporto sessuale, prima che eros fosse sequestrato dall’arte ed espulso dalla filosofia, prima che sul sesso scendesse l’ombra del peccato e che il peccato fosse inseguito sin nei meandri dell’intenzionalità e della fantasia, il mondo antico conosceva possibilità inesplorate, cammini interrotti, e di espressione dai quali ripartire per comprendere chi siamo e dove, magari a nostra insaputa, stiamo andando. (Silvia Vegetti Finzi)

Il desiderio, il piacere, il corpo, dal mondo greco al mondo romano, ai Padri della Chiesa: una delle studiose più note dell’antichità ci conduce con grazia nei territori della passione.

«Il libro formula e riformula il rapporto sessuale nella concettualizzazione filosofica, nella rappresentazione alta della tragedia e in quella corriva della commedia, nella poesia erotica e infine nella precettistica religiosa del primo Cristianesimo, stretta nella necessità di salvaguardare la riproduzione dei corpi e di enfatizzare la comunione delle anime, di giustificare la vita attiva e di nobilitare la vita contemplativa. Poiché il libro termina nei primi secoli dopo Cristo, è quasi assente la parola “amore” con la quale si tenta, dall’alto Medioevo in poi, di amalgamare i segmenti di vita e sapere, di corpo e anima, di impulso e parola, che l’antichità ci restituisce invece ancora disgiunti. Ma è proprio la possibilità di ritornare a prima che la frase “ti amo” siglasse il rapporto sessuale, prima che eros fosse sequestrato dall’arte ed espulso dalla filosofia, prima che sul sesso scendesse l’ombra del peccato e che il peccato fosse inseguito sin nei meandri dell’intenzionalità e della fantasia, che rende questa incursione storica particolarmente interessante, oltre che arricchente. E non importa se l’origine si sposta sempre più in là, il principio si fa evanescente e il Paradiso Terrestre risulta, per definizione, precluso. È il percorso che conta, è l’analisi che avvince e arricchisce. Il mondo antico ci restituisce infatti possibilità inesplorate, cammini interrotti, modi d’indagine e di espressione dai quali ripartire per comprendere chi siamo e dove, magari a nostra insaputa, stiamo andando.» (Silvia Vegetti Finzi)

Giulia Sissa, ricercatrice del Centre National de la Recherche Scientifique di Parigi, insegna attualmente Classics e Political Science all’ University of California, Los Angeles. I suoi studi toccano il pensiero politico, la filosofia e la mitologia, la storia della sessualità, della differenza dei sessi e della parentela nel mondo antico. Tra le sue opere, Il piacere e il male. Sesso, droga e filosofia (Milano 1999) e, per i nostri tipi, La verginità in Grecia (1992) e La vita quotidiana degli dei greci (con Marcel Detienne, 2006).

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Introduzione

Parte prima Eros tiranno
I. Il desiderio

  • Come desiderano le donne
  • Una sessualità teatrale
  • Una donna interessante
  • Il tempo di Penelope
  • Corpi sensibili
  • Filosofia del desiderio
  • «Chiù luntana me staje…»
  • Desiderio spiacevole
  • Il canto di Penia
  • Desiderio insaziabile
  • Causa o oggetto?
  • Un fiume in vaso
  • Desiderio come cura

II. Il piacere

  • «Hedoné»
  • La vita democratica
  • La vita spudorata
  • «Éros kalós»
  • La «poikilía» ateniese
  • «Éros orthós»

III. Corpi

  • Storia di una differenza – L’erezione – La sensualità femminile

IV. Rapporti

  • Il matrimonio
  • La filiazione
  • Sposiamoci per non litigare
  • Sessualità e comunità
  • Sessualità e tragedia
  • Clitennestra: la non-Penelope
  • Deianira: troppo Penelope
  • Elettra: verginità e vendetta
  • Medea: la passione coniugale di una madre
  • Giocasta: il tempo dell’incesto

Parte seconda «Mollis Amor»

  • «Dira libido» – «Arte regendus amor»
  • «Così fan tutte»
  • Saper mentire
  • «Non nisi laesus amo»
  • «Pedicabo et inrumabo»
  • Pederastia e pubertà

Parte terza «Perversa Voluntas»

  • La svolta cristiana
  • Una questione greca, la risposta cristiana
  • Chi si sposa si occupa delle cose del mondo
  • Chi non si sposa si occupa delle cose del Signore
  • Sposarsi è bene, la verginità è meglio
  • Sposatevi per non bruciare
  • Meglio bruciare che sposarsi
  • Voluttà e volontà

Conclusioni. Bestie da confessione e stilisti del piacere
Bibliografia

Europa e Islam – Storia di un Malinteso

Europa e Islam – Storia di un Malinteso

Autore/i: Cardini Franco

Editore: Editori Laterza

In copertina: «Ambasciatori veneziani in visita in Oriente» Dipinto di scuola italiana attribuite a Giovanni Bellini, XVI secolo, Parigi, Museo del Louvre.

pp. 374, Bari

Nonostante crociate e guerricciole, scorrerie di pirati, saccheggi e tratta di schiavi, nonostante Lepanto e l’assedio di Vienna, la verità è che con l’Islam abbiamo sempre commerciato bene e avuto, in sostanza, buoni rapporti. In tempi diversi si è sovrapposto un malinteso, dagli esiti spaventosi per l’una e l’altra parte. È la tesi originale di Franco Cardini. (Mario Baudino, “La Stampa”)

Franco Cardini ritesse i fili della memoria e fa piazza pulita di menzogne e pregiudizi. (“Il Venerdì di Repubblica”)

Il volume di Franco Cardini è un punto di riferimento ineludibile, un raro lavoro che riesce a sintetizzare in un preciso quadro d’insieme la storia del rapporto fra cristiani e musulmani. “Medioevo”

Dal Maometto “cristiano eretico” all’Islam “religione diabolica”, dal “feroce Saladino” al Turco “nemico della croce”, i rapporti e gli scambi fra Europa e Islam sono quasi sempre stati pensati alla luce di un preconcetto ostile.

Franco Cardini è docente di Storia medievale all’Università di Firenze. Tra le sue pubblicazioni per i nostri tipi, Gostanza, la strega di San Miniato (a cura di, 2001), Noi e l’Islam.
Un incontro possibile?
(2001).
Nel nome di Dio facemmo vela. Viaggio in Oriente di un pellegrino medievale (con G. Bartolini, 2002), Nostalgia del paradiso. Il giardino medievale (con M. Miglio, 2002), La paura e l’arroganza (a cura di, 2003), Medioevo al femminile (con F. Bertini, Mt. Fumagalli Beonio Brocchieri e C. Leonardi, 2005), Astrea e i Titani. Le lobbies americane alla conquista del mondo (2005).

La Letteratura Tardogotica – Arte e Poesia a Firenze e Siena nell’Autunno del Medioevo

La Letteratura Tardogotica – Arte e Poesia a Firenze e Siena nell’Autunno del Medioevo

Autore/i: Lanza Antonio

Editore: De Rubeis Editore

premessa dell’autore.

pp. 896, Anzio

In questo rivoluzionario saggio Antonio Lanza dimostra come nel periodo compreso tra il 1340 e il 1440 circa la letteratura volgare sia permeata da tali e tanti influssi tardogotici da poter essere definita “letteratura tardogotica”, Parallelamente alle arti figurative, anche la letteratura subisce infatti lo stesso naturale e indolore processo di trapasso da una maniera gotica (di cui la Divina Commedia, con la sua struttura pinnacolata, rappresenta l’espressione più tipica ed elevata) al linguaggio “fiorito”, nel quale gli stilemi gotici vengono estremizzati.
I connotati fondamentali della letteratura tardogotica sono lo scintillio delle immagini – lo stesso dei quadri di Gentile da Fabriano, di Lorenzo Monaco, di Gherardo Starnina, di Michelino da Besozzo, di Masolino, del Pisanello -, l’esasperata, minuziosa addizione di particolari e il sovramondo fastoso e dorato che fa da scenario. Al centro di questo microcosmo scollato dalla realtà campeggia sovrana la donna-luce (o donna-sole), creatura che irradia della sua sfolgorante luminosità un oleografico paesaggio miniaturizzato – descritto con un cromatismo vivido e brillante – aggirandosi deliziosamente tra lussureggianti giardini, con superbe fontane marmoree, ed interni sfarzosi. E il paesaggio ritratto dal Maestro del Giudizio di Paride nel magico desco del Bargello.
La produzione letteraria tardogotica, disimpegnata e d’evasione, costituisce la tipica espressione delle aspirazioni aristocratiche e della Weltanschauung mondana e paganeggiante dell’alta borghesia capitalistica, che aveva da tempo soppiantato il vecchio ceto nobiliare.

La città da cui muove (e dove si conclude) l’esperienza tardogotica è Siena, con Simone Martini e Folgère da San Gimignano, centro di cultura senese. Ma tra i fondatori della letteratura flamboyant un ruolo imprescindibile occupano il trevigiano Nicolò de’ Rossi, un apolide come il Petrarca, il Boccaccio, formatosi a Napoli – una delle capitali del gotico italiano -, il lirico cortigiano Fazio degli Uberti, attivo nelle corti settentrionali, e 1 fiorentini Franco Sacchetti e Manetto da Filicaia. Dopo una prima, feconda fase di intensa elaborazione, tra il 1370 e il 1440 circa si registra una vera e propria esplosione del fenomeno ad opera soprattutto del circolo culturale tradizionalista avverso agli umanisti; e non è un caso che Cino Rinuccini, Giovanni Gherardi e Domenico da Prato siano tra i principali scrittori flamboyant. In questo periodo non c’é genere letterario che non appaia permeato da elementi “internazionali”.
Con il trionfo dell’arte rinascimentale, classica e misurata, con il realismo icastico e drammatico di Masaccio, con il radicale antiaccademismo del Burchiello l’aprospettico mondo flamboyant si dissolve. Ma si tratta di un declino lento; lo dimostra la persistenza di elementi tardogotici in pittori come Paolo Uccello, Benozzo Gozzoli e Botticelli e in poeti quali Poliziano, Boiardo e Sannazzaro.
Il Lanza investe anche altri aspetti della civiltà tardomedievale, quali l’architettura privata, la moda femminile e la musica, cosicché il volume viene a costituire una pietra miliare per la storia della cultura e della letteratura dei secoli XIII-XV.

Antonio Lanza, docente di letteratura italiana nell’Università di Roma, direttore scientifico della De Rubeis e della Zauli Arti Grafiche, nonché della sezione dantesca della “Rassegna della letteratura italiana”, ha pubblicato i saggi: Polemiche e berte letterarie nella Firenze del primo Rinascimento (Roma, Bulzoni, 1989, 24 ediz.), Studi sulla lirica del Trecento (Roma, Bulzoni, 1978), Primi secoli (Roma, Archivio Guido Izzi, 1991), Firenze contro Milano. Gli intellettuali fiorentini nelle guerre con i Visconti (Anzio, De Rubeis, 1991); e le edizioni dei Lirici toscani del Quattrocento (Roma, Bulzoni, 1973-1975, 2 tomi), del Paradiso degli Alberti di Giovanni Gherardi (Roma, Salerno Editrice, 1975), del Milione di Marco Polo (Roma, Editori Riuniti, 1980; 2˚ediz. Studio Tesi), della Divina Commedia in collaborazione con Carlo Salinari e Sergio Romagnoli (Roma, Editori Riuniti, 1980; 2˚ediz. Studio Tesi), del Trecento novelle di Franco Sacchetti (Firenze, Sansoni, 1993, 44 ediz.), delle Vite di Dante e del Petrarca di Leonardo Bruni (Roma, Archivio G. Izzi, 1987), della Novella del Grasso Legnaiuolo (Firenze, Vallecchi, 1989), delle Rime di Cecco Angiolieri (Roma, Archivio G. Izzi, 1990), dei Pellegrini scrittori. Viaggiatori toscani del Trecento in Terrasanta (Firenze, Ponte alle Grazie, 1990), delle Rime di Tommaso Baldinotti (Roma, Archivio Guido Izzi, 1992) e del Giuoco d’Amore di Giovanni Gherardi (Roma, Zauli Arti Grafiche, 1994). Con Maurizio De Benedictis ha scritto L’Avventura di Marco Polo (Roma, Editori Riuniti, 1982) e con Enrico Ghidetti un’Antologia della Divina Commedia (Firenze, La Nuova Italia, 1992). Per la V Appendice dell’Enciclopedia Treccani ha firmato tutte le voci di Jazz, di cui è uno dei più noti esperti italiani.

Grande Libro della Magia

Grande Libro della Magia

Evocazioni, incantesimi e malìe. L’occultismo svelato a tutti

Autore/i: Fenoglio Maria

Editore: Rl Gruppo Editoriale

presentazione di Sergio Fardin, collana: Esoterica & Mistero.

pp. 412, nn. illustrazioni b/n, Santarcangelo di Romagna (Rimini)

Vi è un metodo, primitivo ma universale, per rispondere ai desideri e ai sogni che incalzano l’uomo, in modo elementare e rituale ma efficace. È la magia, estranea a tutte le religioni ma con tutte imparentata, substrato rifiutato di tutte le culture positive eppure presente in ogni paese, al margine di ogni cultura.
Questo libro è stato scritto da una studiosa del fenomeno magico che, contemporaneamente, esercitava con notevole seguito, la professione di maga: il suo è quindi un approccio alla magia erudito ma anche vivamente partecipato, fatto di ricerca e pratica, reminiscenze storiche e fatti di quotidiana esperienza, in grado di rispondere adeguatamente sia ai curiosi che ai simpatizzanti dell’occulto. Dalle premesse per ottenere i poteri magici alle riprove storiche e pratiche della magia rituale, divisa nei quattro classici rami della magia bianca, magia verde, magia rossa e magia nera, riporta per ognuna rituali completi di preghiere, esorcismi, sortilegi per compiere operazioni di alta magia.

Maria Fenoglio è una delle più note scrittrici di occultismo, materia che affronta con competenza storica e con la sensibilità dell’iniziata. I numerosi testi che ha pubblicato sono considerati veri e propri classici della materia.

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Presentazione – Le chiavi del Grande Libro di Magia

La magia pratica

  • L’evoluzione in esoterismo
  • La magia
  • Come si ottengono i poteri magici
  • La simbologia magica
  • Erbe e piante magiche
  • Pupazzetti per sortilegi
  • Operazioni magiche d’amore
  • Distruzione dei malefici di odio
  • Operazioni di bassa magia
  • Guarigioni col pupazzetto
  • I pentacoli amuleti speciali
  • L’esorcismo come atto di fede
  • Riti misterici volti al bene

La magia rituale

  • Iniziazione in magia
  • Magia rituale
  • Strumenti rituali
  • Usi e oggetti rituali
  • Abiti rituali
  • La danza rituale
  • L’altare e il tempio
  • Riti magici antichi e moderni per l’amore
  • Il simbolismo
  • Alfabeti segreti in magia
  • Magia degli amuleti

I segreti della magia

Parte prima: Magia bianca

  • I poteri psichici e l’occulto
  • Rito magico per la pioggia e per il sole
  • Rito evocatorio particolare
  • Cerimonia del fungo sacro
  • La rigenerazione
  • La divina divinazione
  • Cerimonia magica fatata
  • Ritorno ad un mondo che fu

Parte seconda: Magia rossa

  • I misteri di Iside e la magia rossa
  • La potenza dell’occulto
  • Evocazioni d’oltretomba
  • I terapeuti
  • Magia per l’amore
  • Rito alla luce divina

Parte terza: Magia verde

  • Riti naturali della magia verde
  • Gli adoratori della Grande Madre
  • La magia verde per l’amore

Parte quarta: Magia nera

  • La magia volta al male
  • La regina nera
  • Le Porte di Diamante Nero
  • I Luciferiani
  • I Tenebrosi

Bibliografia

Piccole Ragioni – Filosofia con i Bambini

Piccole Ragioni – Filosofia con i Bambini

Autore/i: Autori vari

Editore: Franco Cosimo Panini Editore

prima edizione, presentazione di Roberto Franchini, introduzione di Adriana Querzè, progetto a cura della Fondazione collegio San Carlo e dell’Assessorato all’Istruzione del Comune di Modena .

pp. 144, Modena

Enigmi in situazioni e mondi da inventare, sentieri alternativi da scegliere o da lasciare: così, a quattro o cinque anni, la filosofia si può scoprire giocando con le idee, tenendosi per mano.

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Presentazione, Roberto Franchini
Introduzione, Adriana Querzè

I bambini giocano nei mondi intermedi, Alfonso Maurizio Iacono
La relazione tra adulti e bambini e la filosofia come pratica dialogica, Maria Antonella Galanti
Filosofia e cittadinanza. Un percorso di educazione all’autonomia, Carlo Altíni
La filosofia come spazio di riflessione per bambini e di formazione per insegnanti colti, Benedetta Pantoli

Filosofia con i bambini. Documentazione dei percorsi

Apprendimento e relazione educativa attraverso l’esercizio della mente simulativa, Luca Mori

Introduzione ai materiali proposti

  • Un mondo dove sto bene
  • Tre strade per un viaggio
  • La casa nel parco
  • Il ventre della cosa
  • L’isola che non c’era e adesso c’è

Il Mito della Psicoterapia – La Cura della Mente come Religione, Retorica e Repressione

Il Mito della Psicoterapia – La Cura della Mente come Religione, Retorica e Repressione

Titolo originale: The Myth of Psychotherapy

Autore/i: Szasz Thomas S.

Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore

prima edizione italiana, ringraziamenti, premessa e introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese di Andrea D’Anna, in copertina: «Guarigione dell’emorroissa» Chiesa di Santi Pietro e Marcellino, Roma.

pp. 208, Milano

Il famoso psichiatra americano Thomas S. Szasz compendia e completa il discorso di demitologizzazione della psichiatria iniziato oltre vent’anni fa con Il mito della malattia mentale e sviluppato da varie angolazioni in numerosi altri testi.
Per Szasz, mentre la malattia vera è una reale e oggettiva condizione abnorme del corpo, il termine “malattie mentale,” in quanto riferito a comportamenti che imitano la malattia, designa condizioni che malattia non sono. Quindi anche la psichiatria come forma di cura, propriamente parlando, non esiste. Come la malattia mentale, è una metafora e un mito. È una pseudoreligione di persone formalmente irreligiose, coi suoi preti ed esorcisti in camice bianco, col suo linguaggio, che non è latino ma il gergo medico e pseudomedico, coi suoi codici di condotta, che non sono etici ma legalistici, e con la sua teologia, che non è il cristianesimo ma il positivismo. Cosi come il concetto di malattia mentale, già riconosciuto da Carl Gustav Jung quale concetto di carattere sociale, è erroneo e fuorviante, le pratiche accettate e accreditate quali forme di psicoterapia sono scorrette, immorali, antiscientifiche, illusorie, spesso fraudolente e potenzialmente pericolose. Intese a guarire e recuperare i cosiddetti pazienti psichiatrici, sono il più delle volte strumenti di coartazione e di controllo di dissidenti, “diversi” e irregolari, e costituiscono una minaccia per la libertà e la dignità umana.
Szasz traccia la storia della psicoterapia a partire dai suoi precursori: il megalomane e bizzarro Franz Anton Mesmer, col suo “magnetismo animale” e il suo “fluido universale”, Johann Christian Heinroth, teorico della costrizione e della coartazione come Cura e fautore dell’impiego di allucinanti attrezzi di tortura e di contenzione sui pazienti psichiatrici, gli “elettroterapeuti” Wilhelm Erb e Julius Wagner-Jauregg. Un particolare rilievo viene naturalmente dato a Freud, fondatore, proprietario e appaltatore della psicanalisi, e a Jung, anch’egli fondatore di una propria scuola di psicologia e di psicoterapia in netta contraddizione con le sue più importanti intuizioni sulla psiche umana. Ma il più duro attacco polemico è contro Freud, visto come profeta di una religione personale che sostituì a quella mosaica e impose con metodi spregiudicati. Da Freud discende la pratica psichiatrica contemporanea di “patologizzare,” “psichiatrizzare” e “medicalizzare” tutti i comportamenti atipici, assimilati al concetto di malattia. A false malattie, false cure. Szasz conclude la sua trattazione con una panoramica delle più mirabolanti e cervellotiche “psicoterapie” in uso ai nostri giorni.

Thomas Szasz è professore di psichiatria presso l’Upstate Medical Center dell’Universita di Stato di New York e funge spesso da esperto e testimone in tribunale in favore di persone danneggiate da interventi psichiatrici. È inoltre co-fondatore dell’Associazione americana per l’abolizione dell’ospedalizzazione psichiatrica non-volontaria ed è membro dell’Associazione umanistica americana, che nel 1973 lo dichiarò Umanista dell’Anno. Nel 1974 ricevette il Premio Jefferson dell’Istituto americano per il servizio pubblico. E autore di quindici libri e di oltre trecento articoli.

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Ringraziamenti
Prefazione
Introduzione

Parte prima
Il problema della psicoterapia

1. Il mito della psicoterapia: la metaforizzazione della cura medica
2. Come convincere la gente: la retorica come farmaco
3. La cura delle anime: la religione come medicina

Parte seconda
I precursori della psicoterapia

4. Franz Anton Mesmer: la metaforizzazione del magnetismo
5. Johann Christian Heinroth: la repressione come cura
6. Wilhelm Erb, Julius Wagner-Jauregg e Sigmund Freud: l’elettroterapia

Parte terza
Il paradigma della psicoterapia

7. Il movimento psicanalitico: la fede freudiana in appalto
8. La psicanalisi come bassa retorica: da Edipo al complesso di Edipo
9. Sigmund Freud: il vendicatore ebreo
10. Carl Gustav Jung: un pastore senza pulpito

Parte quarta
La politica della psicoterapia

11. La psicoterapia: medicina, religione e potere
12. Psicoterapia e linguaggio: usi ed abusi contemporanei

Nel Mondo Allucinante degli Etruschi

Nel Mondo Allucinante degli Etruschi

Rivelata la vita di una civiltà misteriosa

Autore/i: Signorelli Mario

Editore: Longanesi & C.

prefazione di Lelio Galateri di Genola.

pp. 204, 8 cartine b/n, 6 ill. b/n, Milano

Gli stessi Etruschi in qualità di perispiriti hanno guidato l’autore nelle sue ricerche, che l’hanno portato alla scoperta dell’area archeologica del Riello – Macchia Grande, nei pressi dell’attuale Viterbo.
Il libro nella prima parte è una descrizione accurata ed esaltante dei luoghi dove Mario Signorelli ha identificato le aree sacre, le strade e gli edifici di carattere pubblico, Attraverso l’analisi dei luoghi scoperti, l’autore elabora man mano una sua teoria del mondo degli Etruschi: questi si sarebbero stanziati in una zona già abitata da popolazioni del periodo neolitico, e una delle ragioni che avrebbero spinto i Lucumoni (le massime autorità religiose) a scegliere come sede stabile la zona intorno a Viterbo sarebbe stata la presenza di sorgenti termali, di supposta capacità curativa. Nella seconda parte l’autore rivive stupefacenti esperienze, rievoca apparizioni, fenomeni metapsichici, che gli rivelano le antiche divinità di questo popolo, quasi sconosciuto nelle sue espressioni artistiche, culturali e religiose.

Mario Signorelli è nato a Viterbo nel 1905 da nobile famiglia discendente in linea diretta dal celebre pittore Luca Signorelli. Diplomato presso l’Accademia di Santa Cecilia, ha pubblicato nel 1925 su Musica d’Oggi uno studio sulla musica degli Etruschi. Dal 1964 si dedica esclusivamente a studi e a ricerche archeologiche. Sue pubblicazioni su questo argomento sono: Sui sentieri dei Lucumoni etruschi e Storia degli Etruschi.

Autoliberazione – La Chiave che Apre il Vostro Futuro

Autoliberazione – La Chiave che Apre il Vostro Futuro

Autore/i: Ammann L. A.

Editore: De Vecchi Editore

prefazione e introduzione dell’autore, traduzione dallo spagnolo di Salvatore Puledda e Loredana Cici.

pp. 224, nn. illustrazioni b/n, Milano

Di famiglia svizzera, L. A. Ammann nasce in Argentina nel 1942. Segue studi di diritto e psicologia all’Università Nazionale di Cordoba. Qui si laurea in Letteratura Moderna, specializzandosi in Linguistica nel 1973. Dall’adolescenza alterna questi Studi con la pratica del giornalismo, della letteratura e la ricerca interna. Nel 1969 si unisce ai gruppi di ricerca formatisi sugli insegnamenti di Silo. Sotto la direzione e ispirazione di questo pensatore, autore dello Sguardo Interno, partecipa ad una equipe che elabora il sistema di Autoliberazione ed altri lavori – ancora inediti – che costituiscono un considerevole apporto alla scienza psicologica e una alternativa interessante alle correnti tradizionali. In Argentina tiene per breve tempo una cattedra universitaria. Viaggia poi per tutta America e l’Europa, abitando per un periodo alle Isole Canarie. Attualmente risiede a Madrid da dove continua le sue ricerche.

Guida all’Ipnosi

Guida all’Ipnosi

Autore/i: Hengel D. M.

Editore: Armenia Editore

prefazione dell’autore.

pp. 200, 8 tavole b/n f.t., Milano

Ipnosi. Per il grande pubblico è ancora una parola misteriosa, che incute soggezione e paura, quando non richiama alla memoria i vecchi giochi di illusionismo.
Oggi l’ipnosi, nata dall’ipnotismo dei primi sperimentatori, si è liberata di tante superstizioni e preconcetti. Esistono trattati ponderosi, di non facile lettura e di prezzo non accessibile,firmati da illustri professori, che svolgono l’argomento ad alto livello. L’ipnosi è ormai entrata nelle cliniche come mezzo d’anestesia; è praticata dai medici dentisti, dai ginecologi, dai dermatologi per togliere al paziente la sensibilità al dolore. Si può quindi dire che l’ipnosi, accolta dalla scienza ufficiale, è ritornata nel mondo di tutti come una realtà quotidiana.
Questo volume, di dimensioni accettabili e di facile lettura, spiega, senza parole difficili che cosa sia l’ipnosi, come chiunque se ne possa servire, per vincere l’insonnia, per favorire alcune manifestazioni, quali la telepatia e la chiaroveggenza, in soggetti dotati, perfino per favorire quell’eccezionale manifestazione che tecnicamente è definita bilocazione (viaggio fuori dal corpo).

NoiAltri

NoiAltri

Rivista di psicologia analitica – Nuova serie – Volume 85/2012 n. 33

Autore/i: Autori vari

Editore: Editore Gruppo di Psicologia Analitica

a cura di Stefano Carta.

pp. 276, nn. illustrazioni b/n, Roma

(Va’ a te Stesso) Vattene dal tuo Paese, dal tuo parentado, e dalla casa del padre, al paese che ti farò vedere. (Genesi, 12, 1)

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Introduzione di Stefano Carta

Jung e l’approccio allo straniero. Alcune considerazioni storiche e applicative di Renos K. Papadopoulos

Blanche degli spiriti di Mariapaola Lanti

Gli invisibili in psicoanalisi e in etnopsichiatria di Pietro Coppo

Terapie etno-narrative e dimensione rituale di Fabrice Olivier Dubosc

Un non-detto in un contesto etnopsicologico di Patrizia Di Gioia

Il dialogo come modello africano dell’analisi di Massimo Daci e Angiola Iapoce

Non di sola etnopsichiatria… Creolizzare le idee e vivere (comunque) felici e contenti di Natale Losi

Otto giorni tra Equador e Puglia di Mario Ciminale

La bambina tra due mondi e il tesoro nascosto di Lidia Tarantini

Il sandwork espressivo di Eva Pattis Zoja

Storie, contesti, dignità. Esperienze, annotazioni e applicativi minimali sulle questioni migranti di Pippo Costella

Una difficile sepoltura di Barbara Massimilla

Appunti sul lavoro con una comunità marocchina di Chiara Baroncelli, Giulia Cipriani e Pier Claudio Devescovi

opinioni

Archetipi e storia contemporanea nella psicologia analitica di Franco Livorsi

In ricordo di Mario Trevi di Stefano Carta

Ricordare un uomo e un maestro: Bruno Callieri di Concetto Gullotta

recensioni

Marina Breccia: Exilium. Oltre la psicosi
F. Angeli, Milano, 2011
Mariella Cortese

Marzia Bolognini: Volevo fare la Fulgeri
Ilmiolibro.it, 2011
Pina Galeazzi

Eva Pattis Zoja: Curare con la sabbia. Una proposta terapeutica
in situazioni di abbandono e di violenza.
Moretti&Vitali, Bergamo, 2011
Nicole Janigro

Paolo Febbraro: L’ldiota. Una storia letteraria
Le Lettere, Firenze, 2011
Matteo Marchesini

Ambra Cusin, Giuseppe Leo (a cura di): Psicoanalisi e luoghi della negazione
Frenis Zero, Lecce, 2011
Clementina Pavoni

Lella Ravasi Bellocchio: L’amore è un’Ombra-perché tutte le mamme
possono essere terribili
Mondadori, Milano, 2012
Stefania Salvatori

Sonu Shamdasani: Jung. A Biography in Books
W.W. Norton & Company (in Association with The M.B. Foundation)
New York, London, 2012
Giovanni Sorge

gli autori

Per una Morale della Ambiguità – Pirro e Cinea

Per una Morale della Ambiguità – Pirro e Cinea

Titolo originale: Pour une morale de l’ambiguité

Autore/i: De Beauvoir Simone

Editore: Sugar Editore

nota introduttiva e traduzione di Andrea Bonomi.

pp. 208, Milano

Per una morale dell’ambiguità e il Pirro e Cinea sono due brevi opere chiaramente situate in quel periodo del dopoguerra immediato che ha visto all’acme in Francia Jean Paul Sartre e i filosofi dell’esistenzialismo. “Ho perduto tempo – scrive oggi Simone De Beauvoir – a combattere obiezioni ridicole; ma allora si trattava l’esistenzialismo come una filosofia nichilistica, miserabilistica, frivola, licenziosa, disperata, ignobile: si doveva pur difenderlo”… Mentre i comunisti si dibattevano nelle angosce e nei misteri dello stalinismo, l’esistenzialismo agli albori cercava se stesso, sicuro dei valori da negare, ma incerto sui fini da assumere. La De Beauvoir scrive infatti: “Noi ripudiamo tutti gli idealismi, i misticismi, ecc. che antepongono una forma all’uomo stesso…”. Il tentativo di voler definire una morale al di fuori della società e della storia è stato criticato da Lukács e dallo stesso Sartre; tuttavia va detto che il punto di partenza delle due opere è la demistificazione dei “trucchi” della morale borghese, l’attacco ad ogni concezione “monopolistica” della società. Dietro alla De Beauvoir saggista, si avverte la De Beauvoir memorialista, lucida ed attenta indagatrice di tutto un clima politico, ideologico e intellettuale.

Simone De Beauvoir è nata a Parigi nel 1908. Studia filosofia e si laurea alla Sorbona dove conosce Jean Paul Sartre. Attratta fortemente delle sue idee e dalla sua personalità la giovane scrittrice divise con lui gli anni della guerra e della Resistenza. Nel 1943 prese ad insegnare filosofia nei licei di Marsiglia, Rouen e Parigi. Nello stesso anno si rivelò con il romanzo L’invitée. Sono del dopoguerragli altri suoi romanzi Le sang des autres (1945), Tous les hommes sont mortels (1946) e Les mandarins (Prix Goncourt 1954). Oltre al dramma esistenzialista Les bouches inutiles (1945), vanno ricordati i saggi: L’existentialisme et la sagesse des Nations, Le deuxième sexe, L’Amerique au jour le jour, La longue marche e i saggi autobiografici Mémoires d’une jeune fille rangée e La Force de l’âge.

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Nota introduttiva

PER UNA MORALE DELL’AMBIGUITÀ

  • I
  • II
  • III – 1. L’atteggiamento estetico
  • III – 2. Libertà e liberazione
  • III – 3. Le antinomie dell’azione
  • III – 4. Il presente e l’avvenire
  • III – 5. L’ambiguità

Conclusione

PIRRO E CINEA
Prima parte – Il giardino di Candido

  • L’istante
  • L’infinito
  • Dio
  • L’umanità
  • La situazione

Seconda parte

  • Gli altri
  • La dedizione
  • La comunicazione
  • L’azione

Conclusione

Non Siamo Solo di questo Mondo

Non Siamo Solo di questo Mondo

È possibile credere nell’esistenza o addirittura nell’attiva presenza di un Dio in un universo che dopo alcuni secoli di ricerca scientifica ha cominciato a diventare accessibile alla nostra ragione?

Autore/i: von Ditfurth Hoimar

Editore: Longanesi & C.

introduzione dell’autore, traduzione dall’originale tedesco di Simona ed Enrico Vigezzi, titolo originale: Wir sind nich nur von dieser Welt (Naturwissenschaft, Religion und die Zukunft des Menschen).

pp. 280, illustrazioni b/n, Milano

«Non ci sono due verità: lo scisma spirituale fra scienza e religione va eliminato, e il libro di Ditfurth è una sfida in questo senso.» (Hans Küng)

La visione scientifica e quella religiosa non si escludono reciprocamente e «la realtà non può finire la dove finisce la realtà da noi vissuta»: questa é la prospettiva concettuale che anima le varie riflessioni di un’opera concepita come tentativo di sintesi fra le ragioni della scienza e le speranze della religione. L’intenzione dell’autore di ricomporre lo scisma spirituale del nostro tempo si traduce nel rifiuto della separazione convenzionale fra le due verità parallele: quella empirica del sapere scientifico e quella metaempirica reclamata dalle istanze della fede. Lo scienziato tedesco sostiene invece con forza la compatibilità tra l’idea teologica di creazione e il concetto di evoluzione, quale risulta dalle moderne teorie biologiche e cosmologiche. Affrontando i problemi cruciali dell’origine del cosmo e della vita, il libro scuote preconcetti dogmatici tradizionali ed equivoci luoghi comuni che impregnano la cultura odierna. In un’esposizione accessibile, ma non dilettantesca, delle moderne teorie della conoscenza (da Popper, a Lorenz, a Wittgenstein) e del pensiero evoluzionistico, vengono discusse le possibilità fondamentali per il futuro della specie umana, nella cornice della vita cosmica e della vita ultraterrena. Genetica, cibernetica, astrofisica e biologia offrono gli spunti per ipotesi suggestive che cercano la via per piani di conoscenza sempre più alti, verso mondi non ancora percepiti, verso «quel cielo in cui, secondo la coscienza religiosa, si trova il senso del nostro mondo imperfetto».

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Introduzione

La verità è indivisibile

I. Evoluzione e fede nella creazione

  • Evoluzione e autocoscienza
  • Fossili cosmici
  • La realtà della filogenesi biologica
  • Alla ricerca di una molecola fossile
  • La storia del citocromo c
  • Il problema dell’origine della vita
  • La concezione di Darwin
  • L’ordine è dovuto al caso?
  • Osservazioni su un concetto equivoco: la «lotta per la vita»
  • Falsi profeti
  • Evoluzione come creazione

II. Realtà oggettiva e prospettive di un aldilà

  • Quanto è reale la realtà?
  • La realtà non è afferrabile
  • Einstein e l’ameba
  • L’utopia del positivismo
  • Perorazione per l’aldilà
  • L’«aldilà»: dov’è?

III. Futuro evolutivo e giudizio universale

  • Il fantasma nella macchina
  • Come lo spirito entrò nel mondo
  • Il quadro cosmico
  • L’evoluzione e l’aldilà

Scritti sulla Schizofrenia

Scritti sulla Schizofrenia

Titolo originale: Schizophrenia as a Human Process

Autore/i: Sullivan Harry Stack

Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore

unica edizione, prefazione all’edizione italiana di Marco Conci, introduzione e commenti di Helen Swick Perry, traduzione dall’americano di David Mezzacapa, collana: Biblioteca di psichiatria e di psicologia clinica.

pp. 400, Milano

La presente raccolta è una ricca antologia ragionata e commentata dei primi scritti di Sullivan. Si tratta di articoli pubblicati su riviste tra il 1924 e il 1934 e mai finora in forma di libro. Essi rappresentano il luogo d’origine e di prima elaborazione di tutta la sua opera successiva e lo specchio più fedele della complessità e della modernità del suo pensiero.
Il contributo di Sullivan alla concettualizzazione dinamica e alla psicoterapia della schizofrenia vi appaiono tutt’altro che superati, tanto nel loro porre al centro della vita psichica i rapporti con gli altri che nella concezione della malattia mentale come di un processo che ha origine dalle comuni esperienze dell’individuo e come di un linguaggio che vuole comunicarci, ancorchè inadeguatamente, quelle esperienze.
Oltre ad alcuni veri e propri studi clinici, il volume comprende lavori che trattano diversi aspetti del problema della schizofrenia: spiccano, tra gli altri, quelli connessi ai criteri prognostici, alla raccolta dei dati clinici come materiale di ricerca sulla personalità, alla cultura sessuale arcaica e al training dello psichiatra.

Harry Stack Sullivan nacque nel 1892 a Norwich, nello stato di New York, da una famiglia cattolica irlandese. Studiò medicina e psichiatria all’Università di Chicago. Prima internista, poi psichiatra al St. Elisabeth Hospital di Washington, quindi al Sheppard and Enoch Pratt Hospital a Baltimora e alla facoltà di medicina dell’Università del Maryland, dove divenne docente, fu tra i fondatori della Washington School of Psychiatry e della rivista “Psychiatry”. Morì a Parigi nel 1949. Le altre sue opere fondamentali, tutte pubblicate in questa stessa collana sono: La moderna concezione della psichiatria (1961), Teoria interpersonale della psichiatria (1962), Studi clinici (1965), Il colloquio psichiatrico (1967).

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Prefazione all’edizione italiana di Marco Conci

Introduzione di Helen Swick Perry

Ringraziamenti

Nota introduttiva

Scritti sulla Schizofrenia

1. La schizofrenia: aspetti conservativi e aspetti maligni

2. Peculiarità del pensiero nella schizofrenia

3. L’esordio della schizofrenia

4. Il terreno comune fra lavoro clinico e attività di ricerca

5. Criteri provvisori di prognosi infausta nella schizofrenia

6. Schizofrenia e ricerca

7. Cultura sessuale arcaica e schizofrenia

8. Soggetti schizofrenici come fonte di dati per uno studio comparato della personalità

9. Il rapporto fra il tipo di esordio e l’esito nella schizofrenia

10. Psichiatria e sociologia

I. I fattori ambientali nell’eziologia della schizofrenia e nel suo decorso durante la terapia

II. La ricerca sociopsichiatrica. Sue implicazioni per i problemi della schizofrenia e dell’igiene mentale

11. Il trattamento psicoanalitico modificato della schizofrenia

12. I disturbi mentali

13. La formazione psichiatrica come requisito preliminare per l’esercizio della psicoanalisi

14. Stress culturale e crisi dell’adolescente

L’uomo Sullivan di Clara Thompson

Opere di H.S. Sullivan

Indice dei nomi
Indice analitico