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L'Impero del Mitra

I briganti siciliani del dopoguerra

di
Editore: Bonanno Editore
Informazioni: prefazione Roberto Gervaso. - pp. 582, 113 illustrazioni b/n f.t., Acireale
Stampato: 1972-10-01
Codice: 500000005132

Questa è la storia, mai fatta sin'oggi, dell'altro brigantaggio postbellico, il brigantaggio del centro e dell'est della Sicilia, che fu coevo di quello di Giuliano ma ne fu profondamente diverso. Altri banditi, meno noti di quel celeberrimo esemplare, e taluni anzi del tutto sconosciuti, ne sono i protagonisti: ma più sanguinari e dissennati, rozzi e solitari; non un esercito bensì piuttosto una torma discorde di "artigiani del crimine" (come li definisce nella prefazione Roberto Gervaso), ognuno con propri connotati e propria personalità che lo differenziavano dai colleghi. Il campionario che ne risulta è sorprendentemente svariato. 
C'è il guerriero Rosario Avila, che dichiarò "lotta eterna ai carabinieri" e ne eliminò undici; il tozzo e fierissimo Giuseppe Dottore, che dal comunismo militante passò alla "macchia"; il forsennato Vincenzo Stimoli, che andava ad ammazzare i suoi nemici nel centro del paese e sotto gli occhi di tutti; il bellissimo e giovanissimo Alfio Pellegriti, trucidato a tradimento nel sonno; il capostipite Giuseppe Russo, maestro di tanti altri in quel reame di montagna; Antonino Molano, il contadino che sterminò una famiglia, che volle possedere tutte le donne che incontrava e che morì per mano di un gregario; Agatino Ciadamidaro, il vetusto patriarca delle mani pulite, che una sola volta usò il mitra, e lo usò contro se stesso, nell'ultimo e unico conflitto, per non consegnarsi vivo ai carabinieri; Salvatore Fuselli, bandito di città , nel quartiere della malavita a Catania. furono costoro i fuoriclasse di quell'epoca cruenta; ma accanto a loro e dietro a loro operarono centinaia di altri scellerati. La loro carriera si sarebbe conclusa in un cimitero, come per i personaggi della "Sponn River Anthology", o in un carcere. E fu sempre una breve carriera: in quegli anni, fra il 1944 e il 1948, in cui la lotta al banditismo si combattè con risolutezza e ad armi pari, i fatti dimostrarono un principio oggi troppo spesso dimenticato o anche capovolto: che "il delitto non rende".
 
Salvatore Nicolosi, capocronista del quotidiano " La Sicilia", è uno specialista in materia di brigantaggio siciliano, l'unico giornalista che abbia seguito fra il 1944 e il 1948, da "inviato", tutte quelle vicende. Sulla base della sua straordinaria esperienza (conobbe personalmente decine di banditi, oltrechè, sulla sponda opposta, numerosi uomini della Legge) e di una documentazione quantomai abbondante e accurata egli fa in questo volume il racconto di quegli anni tormentosi, con vivacità di cronista e scrupolo di storico.

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Prefazione

  • Banditi e briganti
  • Russo il precursore
  • Stimoli, la "iena di Adrano"
  • Gli allievi di Stimoli
  • Spitaleri, il bandito leale
  • Antonio Molano, erotomane e sanguinario
  • La banda dei Niscemesi
  • Singolari leggende intorno al "ladro Dottore"
  • Fuselli & C., banditi in città

Epitaffio
Ringraziamenti

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Libro che può recare eventuali tracce d'uso.

Segnaposto: Nicolosi-Salvatore,

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