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Zio Cardellino

Zio Cardellino

Romanzo

Autore/i: De Crescenzo Luciano

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, prefazione dell’autore.

pp. 156, Milano

Luca Perrella è un napoletano che vive a Milano, è sposato, non ha figli, si è laureato in chimica e lavora come dirigente in una grande multinazionale. Un bel giorno, mentre è a rapporto con il suo diretto superiore, emette un suono molto simile al cinguettio di un uccello. Che cosa gli è successo? È impazzito? Ha deciso di prendere in giro il suo capo o veramente si sta trasformando in una specie di volatile? E come reagirà a questa metamorfosi la grande multinazionale? E quali traumi subirà il suo ambiente familiare, borghese e conservatore, nell’accorgersi di avere in casa un parente che cinguetta come un cardellino? Queste le domande e le situazioni che hanno scatenato la fantasia e l’umorismo di Luciano De Crescenzo, fortunato autore di Così parlò Bellavista, qui al suo primo romanzo. Lo spunto è straordinario e surreale, ma la maniera in cui viene svolto ci coinvolge in profondità, anche perchè nessuno come De Crescenzo conosce cosi bene la vita di ufficio, i matrimoni falliti, i disagi, i sentimenti dei più.
Zio Cardellino è un libro agrodolce, che fa ridere, sorridere e pensare, e che lascerà molti nell’attesa, un po’ spaventata, di due ali che spuntino, e li portino via, lontani da tutto.

Luciano De Crescenzo è nato a Napoli nella prima meta del secolo ventesimo (per quanto riguarda l’anno di nascita, non possiamo essere più precisi, essendo stato richiesto in proposito il silenzio stampa). Ama definirsi «ex-ingegnere» e sostiene di aver praticato la professione presso la IBM ITALIA fino a raggiungere la qualifica di dirigente. Molti dubbi sussistono sul fatto che si sia mai potuto laureare in ingegneria, e questo non tanto per le capacità intellettive, che potremmo anche definire normali, quanto per il carattere allegro e l’assoluta mancanza di puntualità. Nel 1977, contro il parere unanime dei parenti e degli amici tutti, lascia volontariamente il «posto sicuro» e si tuffa nel mondo corrotto della letteratura e dello spettacolo. Nel giro di soli tre anni diventa autore di successo – (Così parlò Bellavista, Raffaele, La Napoli di Bellavista), sceneggiatore di film (La Mazzetta, Il Pap’occhio), collaboratore presso alcuni giornali e presentatore televisivo. Chi gli vuole male lo chiama «umorista».

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