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Zen Radicale

Zen Radicale

I detti del maestro Jōshū

Autore/i: Jōshū

Editore: Ubaldini Editore

a cura di Yoel Hoffmann, prefazione di Hirano Sōjō, traduzione di Fabrizio Pregadio.

pp. 168, Roma

Beffardo, estremista, iconoclasta ma pur sempre profondamente umano, Joshu appare come una delle figure più controverse e imbarazzanti, ma anche delle più ammirate e venerate, nel pantheon dello Zen. I 458 aforismi e Koan che compongono i suoi ’detti’ godono di una fama insuperata tra gli scritti dello Zen cinese.

Il grande maestro zen giapponese Dogen dichiarò che “non ci fu un Jōshū prima di Jōshū e non ci fu un Jōshū dopo Jōshū”. Quale fu il suo messaggio? Il suo messaggio era che non c’è alcun messaggio, che il mondo, con tutto ciò che contiene, non è né buono né cattivo, né santo né dannato; che non è nulla al di là di se stesso. Jōshū rifiutava i concetti astratti come ’Via’, ’Verità’, o ’il Buddha’; quando gli viene chiesto: “Chi è Jōshū?”, lui risponde: “un rustico”; ed è proprio ciò che è: un contadino cinese. Jōshū afferma ripetutamente di non avere nulla da insegnare; interrogato sulla persona ’purificata’ risponde: “Da me non c’è posto per questo stupido”. E quando gli viene chiesto quale sia il ’Buddha più alto di tutti’, indica con la mano il campo e dice: “L’uomo che guida i suoi buoi, è lui”. Quali che siano gli influssi culturali che hanno modellato le sue idee, il suo insegnamento non può e non deve essere visto come un sistema filosofico o magari anti-filosofico. Ognuno dei 458 episodi riportati in questo libro è un’espressione diretta della sua via. Se qualcuno può sembrare bizzarro, è perché la sua via è così estremamente semplice e così assolutamente chiara che troviamo difficile capirla. Dobbiamo sempre ricordare che Jōshū dice quel che dice senza un ’motivo’ particolare. Non c’è un bisogno particolare di ’capire’.

Yoel Hoffmann è nato a Brasow nel 1937 da una famiglia ebraica, costretta a lasciare la Romania e a trasferirsi nel territorio del Mandato Britannico della Palestina quando Yoel aveva appena un anno. Da giovane si è recato in Giappone, dove ha vissuto per due anni in un monastero zen dedicandosi allo studio di testi cinesi e giapponesi assieme ai monaci. Studioso di buddhismo giapponese, filosofia occidentale e letteratura ebraica, è professore di filosofia orientale e professore emerito di poesia giapponese all’Università di Haifa, in Israele. Oltre che per le sue traduzioni di testi giapponesi, tra le quali ricordiamo ’Japanese Death Poems: Written by Zen Monks and Haiku Poets on the Verge of Death’ e ’The Sound of the One Hand: 281 Zen Koans with Answers’, è noto per la sua produzione di romanzi che sono stati tradotti in molte lingue e che gli hanno fruttato numerosi riconoscimenti.

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