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Violenza e Tabù

Violenza e Tabù

Percorsi filosofici di confine

Autore/i: Türcke Christoph

Editore: Garzanti Editore

introduzione di Cesare Cases, traduzione dal tedesco di Umberto Colla.

pp. 144, Milano

«Il rifiuto di ogni violenza è soltanto la sua ipocrita approvazione. Ciò non significa tuttavia che sia giusta la sua approvazione esplicita. Piuttosto, la maturità spirituale si deve far valere distruggendo l’illusione dell’assenza di violenza e distinguendo invece nel modo più coscienzioso tra violenza legittima e illegittima. Questo è oltremodo difficile, poiché la violenza è divenuta più che mai inafferrabile: nelle sue forme più sottili come in quelle manifestamente devastanti»: è questo il piglio, deciso e pungente, con cui Christoph Türcke affronta, in Violenza e tabù, una serie di questioni filosofiche, smascherando luoghi comuni e rassicuranti banalità, dimostrando come tante nobili battaglie finiscano in realtà per perpetuare ciò che vorrebbero distruggere.
Muovendosi con aggressiva sicurezza tra filosofia e psicologia, politica e teologia, sociologia e diritto, Türcke affonda il suo bisturi polemico in aree apparentemente lontane: dalla questione tedesca (e annesse tesi «revisioniste» su Hitler e Stalin) all’ecumenismo della buona volontà ecologista, dalle prediche sul rispetto per la vita alla Albert Schweitzer al dibattito sul rapporto tra spirito e natura nel conflitto tra i sessi, con scorribande su matriarcato e femminismo; dalla teoria junghiana degli archetipi al rapporto tra Freud e la religione.
A unificare questi scritti è in primo luogo la provocatoria radicalità delle posizioni, raggiunte con argomentazioni sempre lucide e acute; e soprattutto un bersaglio comune, querulo e invadente, soffocante e stucchevole. Perché, come nota Cesare Cases nella sua introduzione, «anche da noi la chiacchiera oscura l’orizzonte come gli uccelli di Hitchcock; i filosofi, quando non giustificano direttamente la guerra, riversano sui lettori il loro squallido ottimismo verbale e le loro elucubrazioni etiche derise da Türcke. Su questi lettori, i suoi saggi non potranno non avere un effetto demistificante e corroborante».

Christoph Türcke è nato nel 1948, ha studiato filosofia e teologia a Francoforte e insegnato teologia evangelica a Lüneburg e filosofia a Kassel. Attualmente è professore all’università di San Paolo del Brasile. Tra le sue opere, Zum ideologiekritischen Potential der Theologie (Sul potenziale ideologico critico della teologia, 1979, 1990); il saggio Il colpo di genio di Lutero: la razionalizzazione della magia, pubblicato con uno scritto di Friedrich Wilhelm Pohl sotto il titolo Heilige Hure Vernunft (Santa puttana ragione, 1983); Vermittlnng als Gott. Metaphysische Grillen und theologische Mucken didaktisierter Wissenschaft (La mediazione come Dio. Grilli metafisici e capricci teologici di una scienza didattizzata, 1986); Die neue Geschaftigkeit (La nuova alacrità, 1989) e Der tolle Mensch.
Nietzsche und der Wahnsinn der Vernunft (Il folle. Nietzsche e la demenza della ragione, 1989).

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Argomenti: Libri vari,

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