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Via dal Mondo

Via dal Mondo

Un uomo e una donna su un’isola deserta. Soli per un anno, lontani dalla civiltà, tra gli splendori e le insidie di una natura incontaminata

Autore/i: Irvine Lucy

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

traduzione di Riccardo Mainardi, le mappe sono state disegnate da Ted Hatch, la cartina dell’isola di Tuin è di Ian Newsham, titolo originale: Castaway.

pp. 420, numerose fotografie a colori fuori testo, illustrazioni in bianco e nero, Milano

Un uomo e una donna trascorrono un anno intero su un’isola deserta tra la Nuova Guinea e l’Australia. Il loro «esperimento» potrebbe apparire una di quelle imprese pericolose e gratuite di cui abbondano i resoconti di maniera scritti da professionisti del rischio. Ma non è così. I protagonisti di Via dal mondo sono due Robinson naif che inseguono i loro dissimili sogni di evasione con deliziosa irresponsabilità. Come i veri naufraghi, non sono sponsorizzati, e la loro sopravvivenza non è stata scientificamente predisposta. Le loro scorte sono approssimative e patetiche, e la differenza della loro indole tale da far apparire scoraggiante la prospettiva di una lunga convivenza senza alternative. Lei è giovane, colta, di buona famiglia scozzese, più autodisciplinata di lui e nello stesso tempo più fantasiosa e più emotiva; lui è un rude cinquantenne di origine proletaria, esperto di cento mestieri e giornalista autodidatta, riluttante di fronte a qualsiasi programma e incline a vivere alla giornata. Tra questi partner che si conoscono appena, e che solo l’avventura ha riunito, si svolge sulle sabbie bianche dell’isolotto di Tuin, e al cospetto degli squali, una schermaglia psicologica e sessuale addirittura stremante. Prostrato dai dinieghi della donna, nonchè da febbri dovute al morso degli insetti e ai veleni del mare corallino, l’uomo si abbandona all’apatia, e la fuga dal mondo rischierebbe di finire in tragedia senza lo sbarco dei soccorrevoli indigeni che abitano nelle isole vicine. Eterno è il sogno dell’uomo di ritornare a un paradiso incontaminato; è giusto dunque che ogni epoca riscopra per suo conto il mito di Robinson. In Via dal mondo, che ha la grazia ironica di un film come La regina d’Africa di John Houston, ma è anche colmo di intense emozioni davanti alle bellezze e ai pericoli della natura, Lucy Irvine ha raccontato l’anno trascorso all’isola di Tuin con umorismo, incanto e veridicità, insomma con il solo tono che è giusto oggi per raccontare un’avventura come la sua.

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