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Tutti Sono Corrotti – Salmi 11-14

Tutti Sono Corrotti – Salmi 11-14

La Tradizione Ebraica e Cristiana Commenta i Salmi

Autore/i: Autori vari

Editore: Editrice Elle Di Ci

unica edizione, a cura di Daniel Lifschitz, prefazione di Giuseppe Dossetti.

pp. XXXII-272, VIII tavole a colori, Leumann (Torino)

Dalla Prefazione di Giuseppe Dossetti:
«Ognuno di questi quattro Salmi viene riletto e ampiamente illustra- to nella concreta vicenda di Israele prima, poi di Cristo, e infine della Chiesa: come l’hanno percepita e interpretata i Rabbi della tradizione ebraica, gli scrittori del Nuovo Testamento, e i Padri della Chiesa.
Ne risulta, anche in questa nuova fatica di Lifschitz, la continuità non solo del racconto e dell’insegnamento biblico, ma anche delle tre relative ermeneutiche: dai Targumim agli scritti intertestamentari, agli autori degli Evangeli e degli altri scritti canonici, ai Padri della Chiesa, questa continuità ermeneutica, anche se non esclude possibili varianti, e anzi a un certo punto una divaricazione, fa emergere di fatto una conordia discors, capace di dare un potente rilievo scultoreo allo stesso testo, e di farne apprezzare le insondabili ricchezze e di concorrere così mirabilmente all’edificazione della fede e della speranza dei lettori.
Ne viene così ad ognuno che legge un invito a lasciarsi prendere da un’interpretazione veramente infinita e che può generare di secolo in secolo uno stimolo inesauribile di preghiera…
Il lettore di questo libro potrà constatare anche per sé di essere immesso in questo flusso vitale infinito. Verificherà come questi quattro brevi componimenti salmici (tutti insieme non assommano a 30 versetti), messo questi piccoli quadretti, incorniciati che Lifschitz ha raccolto intorno ad florilegio biblico e patristico anno avuto nei millenni una vitalità costante ed omogenea e anche oggi continuano a vivere e a crescere.
Crescono verso che cosa? Crescono e si protendono: come certe figure dei quadri di Lifschitz, figure spesso di Rabbi intenti allo studio della Thorà, che dall’ombra si muovono verso la luce, ma una luce tutta speciale, una luce che sempre o quasi sempre non è intessuta di materia, ma leggera, trasparente e soffusa, quasi memoria originale della luce primordiale e taborica.»

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