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Trattato di Funambolismo

Trattato di Funambolismo

Autore/i: Petit Philippe

Editore: Ponte alle Grazie

prefazione di Paul Auster, traduzione di Danilo Bramati.

pp. 128, Milano

Philippe Petit è un funambolo di fama mondiale, che ha attraversato su un filo la distanza tra le guglie di Notre-Dame, tra le Torri gemelle del World Trade Center, tra altissimi picchi alpini e tra sponde di pericolose cascate. In questo libro Petit ha raccolto l’essenza del funambolismo, un’arte sottile, effimera e ineffabile come l’arte di vivere: l’uomo che sa camminare sulla corda, cammina anche sulla corda metaforica tesa sulle difficoltà quotidiane della vita. Per questo il Trattato di funambolismo è risultato fatalmente un libro sulla vita, poetico e filosofico, ed è subito diventato un caso letterario che ha affascinato artisti e intellettuali di tutto il mondo.

“Il funambolismo non è un’arte della morte, ma un’arte della vita – della vita vissuta al limite del possibile. Ogni volta che mette piede sul cavo, Philippe tiene in pugno quella vita e la vive in tutta la sua esilarante immediatezza, in tutta la sua gioia. Possa egli viverla fino a cent’anni.” (dalla prefazione di Paul Auster)

“Ecco un libro di consigli per quelli che, un giorno, oseranno l’impossibile: camminare diritti incontro al cielo e raggiungere le stelle. Esso mostra l’arte di colmare e illuminare il Vuoto, un vuoto tra due torri, due orli di precipizio, due pianeti o lo spazio tra il cuore e lo spirito. Un filo collega ciò che sarebbe rimasto separato per sempre nella solitudine. «Fa’ attenzione», mi disse un giorno un vecchio indio della foresta vergine dell’Amazzonia, mentre stavo toccando un cavo d’acciaio che sopportava una tensione estrema, «non far male al cavo, la sua anima è tenera». Un cavo canta, traspira, erutta e, prima di spezzarsi, geme soffrendo; se lo si tocca si può udirne il pianto. E quando si spezza esala del fumo, i trefoli incandescenti si arroventano di collera. So di cosa sto parlando, ho issato una nave su una montagna: so che in questo libro è tutto vero. Ecco un libro sulla paura e la solitudine, un libro sui sogno e la poesia, sulle altezze crudeli e le nobili audacie, sull’equilibrio maestoso e l’immobilita d’un altro mondo, sulla caduta e la morte. Esso evoca un’estasi che sonnecchia nel profondo di ciascuno, uno stato interiole magnifico, come una luce nascosta. Ti rendo omaggio, Philippe. Uomo Fragile del Filo, Imperatore dell’Aria. Come Fitzcarraido, sei tanto raro e prodigioso che più non si potrebbe: un Conquistador dell’Inutile. E m’inchino con rispetto profondo.” (Werner Herzog)

“Philippe Petit è un artista, e il suo teatro è il cielo.” (Robin Williams)

“Al mondo non c’e nessuno che assomigli a Philippe Petit.” (Norman Mailer)

Un brano:
“Attenzione! Siete padroni del filo, è vero. Ma l’essenziale è inscrivere nell’altitudine movimenti così immobili che non lascino traccia: l’essenziale è nella semplicità.
Ecco perché il lungo cammino verso la perfezione è orizzontale.”

Nato in Francia, Philippe Petit ha scoperto la magia e la prestidigitazione quando era ancora un bambino e ha mosso i primi passi sul filo a sedici anni. Autodidatta, si è fatto espellere da cinque scuole. Ha imparato a cavalcare, a tirare di scherma, ad arrampicarsi, a disegnare; si intende anche di falegnameria (ha costruito, tutto da solo, un granaio sulle Catskill Mountains utilizzando la tecnica e gli attrezzi dei carpentieri del Diciottesimo secolo) e ha studiato persino l’arte della tauromachia. È sui marciapiedi di Parigi che è diventato un artista di strada, dando vita a quel personaggio folle, brillante e silenzioso con cui ancora oggi intrattiene il suo pubblico. Da oltre trent’anni ormai vive a New York ed è Artist-in-Residence presso la cattedrale di Saint John the Divine, la più grande chiesa gotica del mondo. La sua decennale attività di funambolo conta oltre ottanta esibizioni in tutto il mondo, tra cui la più celebre, al centro di un libro, Toccare le nuvole, che nel 2008 ha ispirato un documentario (Man on Wire per la regia di James Marsh), è stata quella tra le Torri gemelle del World Trade Center nel 1974.

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