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Teorie dell’Intelligenza – Una Teoria Tripolare dell’Intelligenza Umana

Teorie dell’Intelligenza – Una Teoria Tripolare dell’Intelligenza Umana

Titolo originale: Beyond I.Q. A triarchic theory of human intelligence

Autore/i: Sternberg Robert J.

Editore: Bompiani

unica edizione, presentazione di Eliano Pessa, premessa e introduzione dell’autore, traduzione di Mauro Mancini.

pp. X-526, illustrazioni in bianco e nero, Milano

Non occorre spendere molte parole per far capire la grande rilevanza, sia teorica che pratica, degli studi sull’intelligenza umana; va sottolineato, soprattutto, che si tratta di un campo di ricerca a carattere essenzialmente interdisciplinare, dove confluiscono teorie psicologiche come quelle dei cognitivisti e dei gestaltisti, raffinate tecniche di analisi statistica dei dati come l’analisi fattoriale, speculazioni sul rapporto uomo-computer come quelle di Turing e di Wiener, riflessioni sul binomio matematica-creatività come quelle di Polya e di Hadamard.
La traduzione di un libro come quello recente di Sternberg fornisce, dunque, per il lettore italiano, un contributo di grande portata culturale, non limitato solo allo psicologo specializzato in questi argomenti; questo volume, proprio per la sua mole, costituisce un’occasione per riflessioni critiche su molti problemi fondamentali, che vanno dalla definizione stessa del concetto di “intelligenza” al ruolo dei metodi statistici nella costruzione delle teorie, dall’individuazione delle componenti del funzionamento della “mente” all’importanza dei test attitudinali nelle prove di selezione.
Indubbiamente la facilità con la quale Sternberg cita, nel libro, esperimenti e teorie e discute di tecniche, come l’analisi componenziale, può, a prima vista, creare un senso di confusione e indurre a credere che la “magia” dei procedimenti statistici riesca sempre a estrarre dai dati sperimentali le informazioni sufficienti a convalidare o a respingere asserzioni teoriche di tipo generale espresse verbalmente in termini piuttosto vaghi. In realtà, egli dà implicitamente per scontata una cornice concettuale, solo entro la quale ha senso il discorso da lui condotto; ed è a questa cornice che è dedicato quanto resta del nostro discorso.

Robert J. Sternberg è professore di psicologia alla Yale University.

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