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Teofè – Storia di una Greca Moderna

Teofè – Storia di una Greca Moderna

Autore/i: Prévost Antoine-François

Editore: Essedue Edizioni

prefazione di Guido Almansi, traduzione di Giuiliana Pistoso.

pp. 268, Verona

Prima traduzione italiana dell’ Histoire d’une Gréecque moderne (1740), Teofé è solo per un verso l’anti-Manon dell’ abate Prévost (1697-1763). Nata circa dieci anni prima, Manon è una irraggiungibile figura d’amore, che uccide continuamente l’amore per offrirne le spoglie al piacere. Teofé sembra invece inattaccabile dalle seduzioni d’amore come dal piacere. Trionfo della virtù, da opporre ai malheurs della stessa virtù, quelli raffigurati, più avanti nel secolo, dal marchese De Sade?
La cosa non è affatto così semplice. Storia anche autobiografica, in cui il padrone di una schiava diventa a sua volta schiavo della donna da lui comprata, Teofé è soprattutto, afferma Almansi nella prefazione, “un romanzo sulla ignoranza psicologica…: penetra sempre più addentro e non si arriva da nessuna parte”. A specchio dell’irraggiungibilità di Teofè sta non l’estasi del giovane De Grieux, l’innamorato di Manon, ma un’altra perversione, la castità forzata del padrone-schiavo. Da qui il più torbido e disperato romanzo di Prévost. In esso molti temi sei-settecenteschi, da quello libertino a quello dell’incesto, si offrono in modo nuovo. Altri si svuotano e si trasformano, come per il motivo del viaggio nell’ Altrove turco e mediterraneo, che qui si svela come viaggio ossessivamente interno e circolare. Così, la stessa già gloriosa tradizione dell’analisi della passione si rovescia in constatazione dell’imprendibilità e insondabilità del cuore.

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