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Storia Segreta dei Mongoli

Storia Segreta dei Mongoli

Autore/i: Anonimo

Editore: TEA – Tascabili degli Editori Associati

a cura di Sergej Kozin, introduzione di Fosco Maraini, traduzione di Maria Olsùfieva.

pp. 238, Milano

«Leggendo la Storia segreta è come fossimo stati invitati all’interno d’una jurta – fuori soffia l’eterno vento della steppa -, ci fossimo seduti sopra una rozza pelliccia di pecora accanto al fuoco di sterco, il cui fumo fa lacrimare gli occhi, e ascoltassimo un vecchio nomade che racconta. Ci racconta la storia, la leggenda, la saga di Temüĵin, poi detto Gengis Khan, che portò i mongoli dal nulla all’impero.» (Fosco Maraini)

Temüĵin, poi detto Činggis, fu l’invincibile capo guerriero che noi oggi chiamiamo Gengis Khan; la sua nazione, delineatasi a poco a poco sullo sfondo tumultuoso delle migrazioni dei «Popoli della Luna» che scorsero per secoli le vuote distese dell’Asia Centrale, conquistò in pochi anni l’egemonia su un territorio immenso, assoggettando i pastori nomadi come i mandarini della Cina.
La Storia segreta dei Mongoli è il racconto di questa formidabile ascesa, composto da un anonimo estensore nel XIII secolo: monumento di un’epoca in cui l’Asia Centrale, come scrive Fosco Maraini nella sua Introduzione, è un «oceano di terre in cui navigano, quasi misteriosi sargassi, ricordi, ombre, miraggi delle civiltà che ne costituiscono le rive: Roma, Cina, Bisanzio, Persia». La narrazione, scandita e come ipnotica, porta l’eco della poesia orale che ne è l’origine, e può sostare incantata a dire di una culla d’argento, dei finimenti di un destriero, come a svolgere il rito sacrale di una lunga genealogia.
La Storia segreta dei Mongoli è il primo dei monumenti storici e letterari mongoli noti. L’originale non è giunto fino a noi, ma nella seconda metà del XIV secolo essa fu trascritta in ideogrammi e tradotta in lingua cinese. La presente pubblicazione si richiama alla traduzione del 1941 in lingua russa dell’insigne mongolista e sinologo Sergej Kozin (1879-1956), che dedicò all’opera vent’anni di studi.

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