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Storia di un Paese: Montaillou

Storia di un Paese: Montaillou

Un villaggio occitanico durante l’inquisizione (1294-1324)

Autore/i: Le Roy Ladurie Emmanuel

Editore: Rizzoli

traduzione di Giovanni Bogliolo.

pp. 552, ill. b/n, Milano

Nell’anno 1320 il vescovo di Pamiers, cittadina dell’Occitania, apre un’inchiesta d’Inquisizione sugli abitanti di un piccolo paese dell’Alta Ariège a 1300 metri d’altezza: Montaillou, 250 abitanti, piccola comunità occitanica e pirenaica di contadini e di pastori. Si trattò di uno dei tanti episodi della lotta della Chiesa romana contro l’eresia catara? Può darsi, ma la coscienza etnologica e finemente poliziesca di questo Maigret ante litteram ha finito per disvelare tutti i segreti del villaggio, piccoli e grandi. Niente è sfuggito alla meticolosa indagine del vescovo Fournier, che farà poi una spendida carriera diventando Papa di Avignone: né la vita intima e errabonda del pastore Maury, né i numerosi amori del truculento curato della parrocchia, delatore, gaudente ed eretico, né le romantiche passioni della bella castellana Béatrice de Planissoles.
Ma sono soprattutto i drammi della vita quotidiana di Montaillou, oppressa da un clero dominatore e dal clan tirannico dei Clergue che formano la trama di questo studio, al tempo stesso monografico e globale; l’infanzia e la morte, la cultura e la famiglia, le lotte delle mafie di paese, l’ossessione della salvezza nell’altro mondo e la magia, l’irreligiosità e le eresie contadine, la morale e il crimine, il folklore, i miti e i fantasmi. Utilizzando quello straordinario documento che è il «registro d’Inquisizione» di Jacques Fournier, una specie di romanzo popolare del XIV secolo, questo libro ridà vita, con i metodi storici ed etnografici più moderni, alla realtà catara e occitanica di quasi seicentocinquant’anni fa con la freschezza e il turbamento del vissuto.
Non a caso la critica internazionale ha parlato, a proposito di Montaillou, di «storia totale», cioè di un modo integrale di rendere la vita di una determinata epoca, le sue ideologie e le sue azioni, avvalendosi dell’etnografia, dell’etnologia, della linguistica, dell’ecologia, tutte scienze, per così dire, «nuove». Ma nuovo è anche l’oggetto dello studio: non già la vita dei potenti e delle classi dominanti, delle città, ma la vita degli umili, del popolo, della provincia, dei paesi e di un piccolo villaggio, che non ha minore dignità, né meno da dire, ma anzi dimostra una ricchezza di tematiche, di informazioni e di azioni che gli storici ufficiali hanno finora trascurato.

Le Roy Ladurie, storico francese della nuova generazione, con questo suo autorevole lavoro ha raggiunto due obiettivi finora estranei agli storici ufficiali: operare quel «ribaltamento» della storia auspicato da Brecht, mettendo gli umili in primo piano, e mettere la storia alla portata di tutti i lettori, come un avvincente romanzo, meritando così un successo di critica e di pubblico che lo ha già reso un best-seller.

 

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