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Storia del Partito Comunista Italiano 1921 – 1943

Storia del Partito Comunista Italiano 1921 – 1943

Autore/i: Amendola Giorgio

Editore: Editori Riuniti

prima edizione, avvertenza dell’autore, in copertina: la tessera del Partito comunista d’Italia del 1924.

pp. XV-648, Roma

Questa prima parte della Storia del Partito comunista italiano, scritta da Giorgio Amendola, abbraccia un arco cronologico che va dal congresso di Livorno del 1921 all’8 settembre 1943, inserendo la storia del partito nel più ampio contesto della storia economica, sociale.… e politica dell’Italia contemporanea, tra crisi dell’età giolittiana e crisi del regime fascista. Nel contrasto, alla fine della prima guerra mondiale, tra la spinta rivoluzionaria della classe operaia e la spinta nazionalista, il movimento operaio si dimostrò impreparato, politicamente ed organizzativamente, a fronteggiare l’attacco fascista. Il congresso di Livorno rivelò come a tutti, anche al nascente partito comunista, sfuggisse il carattere originale del fascismo, soprattutto la sua capacità di trovare una base di massa negli strati popolari e di suscitare un largo consenso nell’opinione pubblica. Se l’isolamento della classe operaia e la divisione tra socialisti e comunisti favorirono la sconfitta della sinistra, la formazione di un nuovo gruppo dirigente comunista promossa da Antonio Gramsci rafforzava le posizioni del partito dopo l’assassinio di Matteotti e il fallimento dell’opposizione aventiniana. È qui che si colloca il momento iniziale dello sforzo compiuto dal partito comunista per affermare la sua egemonia nella lotta antifascista. La sua lunga marcia si effettua nella clandestinità e nell’emigrazione, attraverso momenti critici (come la svolta del 1929-30, i rapporti difficili con l’Internazionale comunista e lo scioglimento del Comitato centrale nel 1938) e fasi costruttive (l’opposizione alla guerra d’Etiopia, le Brigate Garibaldi in Spagna, la formazione di una nuova opposizione antifascista all’interno delle fabbriche e delle università italiane). Essa approderà infine – con il formarsi di nuovi centri organizzativi del partito, e con gli scioperi del marzo 1943 – alla piena affermazione della funzione del partito comunista nella Resistenza. Tra le opere più importanti di Giorgio Amendola ricordiamo: Classe operaia e programmazione democratica (1966), Antifascismo, comunismo, Resistenza (1967), La classe operaia italiana (1968), La crisi italiana (1971), I comunisti e l’Europa ( 1971), Fascismo e Mezzogiorno (1973), Lettere a Milano (1974), Fascismo e movimento operaio (1975), Gli anni della Repubblica (1976), Il rinnovamento del PCI (1978), tutte pubblicate dagli Editori Riuniti; Intervista sull’antifascismo (Laterza, 1975), Una scelta di vita (Rizzoli, 1976).

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