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Soccorsi della Grazia e Soccorsi della Medicina

Soccorsi della Grazia e Soccorsi della Medicina

Corpus & Anima – n. 8

Autore/i: Schaller Jean-Pierre

Editore: Edizioni Paoline

prefazione di Jean Lhermitte, introduzione dell’autore, traduzione di M. Romana.

pp. 304, Roma

Perfettamente in linea con gli scopi della presente collana, l’opera del P. Schaller, tocca uno degli aspetti più profondi e più delicati della interazione tra anima e corpo nell’equilibrio del complesso umano, vale a dire quello dei rapporti tra i soccorsi apportati dalla Grazia e quelli della Medicina all’uomo colpito dal dolore e dalla malattia. Prete e medico si chinano su un unico soggetto sofferente che sente la necessita dell’uno e dell’altro per risolvere i suoi conflitti e superare gli ostacoli che la vita gli presenta. L’opera vuol essere un tentativo di stabilire una gerarchia di valori, precisa e documentata, fra i soccorsi della terapia e delle scienze mediche da una parte, della teologia e del ministero sacerdotale dall’altra. Punto di partenza, la inscindibile unità psicosomatica dell’essere umano. Non manca certo un’abbondante letteratura in proposito, ma quasi tutti i tentativi di sintesi ariano contra due ostacoli fondamentali: la deplorevole confusione dei due campi determinata in parte dalla presunzione di molti divulgatori di credersi un po’ teologi ed un po’ medici, con evidente pregiudizio della medicina e della teologia autentiche. Più grave l’ostacolo che nasce da una errata considerazione dell’uomo e che si può ricondurre a due estremi opposti: il materialismo che disconosce le realtà spirituali e lo spiritualismo cartesiano che separa l’anima dal corpo al punto da rendere inintellegibile la loro manifesta interazione. Il cristianesimo, rigettando ambedue gli estremi, si colloca in una posizione più realistica e più feconda di felici conseguenze.
Considerando il problema del dolore, l’A. mette in rilievo i benefici che possono derivare dall’accettazione del dolore e della malattia, ma si guarda bene dal cadere in un «dolorismo» come quello che vanno predicando certi autori.
Prete e medico, ciascuno nel proprio campo e con i propri mezzi, si associano e si integrano a vicenda; il prima assicura un premio alla sofferenza accettata, il sedendo si sforza di rendere meno penoso lo stato antifisiologico rappresentato dal dolore in tutte le sue molteplici espressioni. Dal punto di vista umano e cristiano è quindi chiaro che non si può ridurre il dolore ad un puro fatto biologico; per questo la Chiesa ha costantemente messo in luce l’importanza delle forze religiose e morali nell’equilibrio del complesso umano. Non ci stupirà perciò vedere come l’A. sottolinei costantemente l’aspetto «medicinale» dei sacramenti, in capitoli magistralmente elaborati, sulla traccia dei Padri della Chiesa e dei teologi più avveduti.
Segnaliamo soprattutto il lungo studio dedicato alla confessione. Non vi è terapeuta che non ne abbia segnalato la benefica influenza, anzi molti sono andati tanto in là da ridurla ad una specie di «igiene mentale», La confessione ha si un effetto pacificatore ma il suo elemento centrale è soprannaturale: essa dona la grazia; è quindi qualcosa di infinitamente diverso e superiore a qualsiasi psicoterapia.
L’opera è destinata soprattutto a sacerdoti e medici; ma non mancherà di interessare studiosi di problemi umani, educatori in particolare, che abbiano una sufficiente preparazione.

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