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Serpenti e Piercing

Serpenti e Piercing

Autore/i: Kanehara Hitomi

Editore: Fazi Editore

prima edizione, traduzione dal giapponese di Alessandro Clementi.

pp. 128, Roma

Romanzo d’esordio della appena ventenne Kanehara, Serpenti e piercing ha creato un terremoto nel panorama letterario del Sol Levante, ricevendo unanime plauso della critica e del pubblico. Trasformarsi in serpenti è possibile? Niente di più facile, basta inserirsi un piercing nella lingua, sostituirlo di volta in volta con uno di dimensioni sempre maggiori e, quando sulla punta non sarà rimasto che un filino di carne, intervenire con un taglio chirurgico (o casalingo) e il gioco è bell’e fatto. Una lingua biforcuta con le due estremità perfettamente mobili e indipendenti da sbattere in faccia al mondo che ci circonda. Rui è una ragazza di diciannove anni che una sera, in un locale, incontra Ama, ragazzo punk tatuato e pieno di piercing. Affascinata dalla lingua biforcuta di Ama, si fa accompagnare da lui nel negozio di Shiba, dove senza esitazioni si fa inserire un piercing nella lingua con l’obiettivo di dividerla poco a poco. Come a voler fuggire da qualcosa, Rui, che intanto ha iniziato a convivere con Ama, si addentra sempre di più in quel mondo sotterraneo e stringe di nascosto una violenta relazione sessuale anche con Shiba sviluppando un irrefrenabile desiderio masochista di essere uccisa da lui. In una società che si ritrae dal versare il proprio sangue e che distoglie l’occhio dal dolore altrui, l’opera di Kanehara ha una funzione che trascende il puro valore letterario.

«Hitomi Kanehara è diventata un’icona della cultura pop giapponese». (New York Times)

«Quando ho letto il romanzo la prima volta mi ha colpito la sua “tristezza”. Non si tratta del mondo dei suoi giovani protagonisti, è piuttosto l’intera opera che fa della tristezza un’astrazione. Solo un vero talento può riuscire a scrivere un romanzo del genere» (Ryu Murakami)

Hitomi Kanehara, classe 1983, ha un passato di ragazza inquieta, di scuole frequentate saltuariamente e di liceo interrotto. Ha iniziato a scrivere dopo essersi avvicinata alla lettura durante un soggiorno di un anno a San Francisco, quando il padre, affermato traduttore, le portava sporte di libri affinché non si allontanasse dalla lingua madre. Appassionata di autori come Ryu Murakami ed Eimi Yamada, Serpenti e piercing è il suo primo romanzo. Capelli color giallo sporco, mini argento e magliette striminzite, lenti a contatto azzurre, nel 2004, a vent’anni, Hitomi Kanehara ha vinto il premio Akutagawa. Mai il premio, la versione giapponese dello Strega, che ha nel palmarès autori come il nobel Kenzaburo Oe, era stato attribuito ad una scrittrice così giovane. Un esordio clamoroso, quello di Serpenti e piercing che ha sconvolto i lettori più anziani e ha aperto una discussione sulle nuove generazioni giapponesi, quelle che come Hitomi Kanehara non hanno conosciuto il periodo d’oro dell’economia giapponese, l’epoca neanche tanto lontana in cui il Giappone minacciava gli Stati Uniti e a Tokyo le case valevano più che a New York.

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