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San Valentino e il Suo Culto tra Medioevo ed Età Contemporanea : uno Status Quaestionis

San Valentino e il Suo Culto tra Medioevo ed Età Contemporanea : uno Status Quaestionis

Atti delle Giornate di studio, Terni, 9-11 dicembre 2010

Autore/i: Autori vari

Editore: Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo

prima edizione, a cura di Massimiliano Bassetti ed Enrico Menestò, premessa di Vincenzo Paglia.

pp. IX-360, XVI tavole b/n f.t., Spoleto

Il progetto di un convegno su «San Valentino e il suo culto tra Medioevo ed età contemporanea: uno status quaestionis», poi svoltosi a Terni tra il 9 e l’11 dicembre 2010, era nato, allo stato di progetto, con la scoperta ambizione non solo di fare ordine circa la figura storica del santo e le tradizioni agiografico-cultuali ad esso collegate ab antiquo, ma anche di rileggere in questa luce il significato che la “festa di San Valentino” detiene ancora oggi in ogni parte del mondo. Con gli atti delle relazioni ora riuniti in volume, si può dire a ragion veduta che il Convegno ha molto efficacemente raggiunto lo scopo di partenza. All’accertamento della storicità delle biografie redatte del santo presule ternano, infatti, sono dedicate le relazioni di Enrico Menestò, di Emore Paoli e di Edoardo D’Angelo, tre dei massimi esperti di letteratura latina e di agiografia medievali. Ciascuno di essi apporta un contributo decisivo per rintracciare gli elementi storici della Vita di Valentino di Terni (la cui principale redazione reca, nella serie della Bibliotheca Hagiographica Latina, il numero 8460). Lo studio minuzioso del testo, peraltro, (fornito in rinnovata veste critica per le cure di Edoardo D’Angelo) ha consentito di avanzare un’ipotesi del tutto inedita e particolarmente affascinante che, se fosse ulteriormente circostanziata e verificata, sospingerebbe il “martirio” di Valentino dal terzo quarto del III secolo agli anni 346-347, ovvero ben oltre il limite degli editti di tollerenza di Galerio del 311 e di Costantino del 313. Importanti conferme a queste nuove ipotesi ricostruttive giungono, del resto, dallo studio di Claudia Angelelli, sul versante delle risultanze archeologiche circa la memoria martiriale del santo tra Roma e Terni, e dall’ampio saggio di Stefano del Lungo che, in un vasto affresco della regione ternana in età tardoantica, verifica stringenti coincidenze onomastiche e toponomastiche presenti nel testo agiografico valentiniano. Più schiettamente dedicati alla ricezione nel medioevo latino del culto di Valentino, sono, poi, i saggi di Fabrizio Mastroianni e di Eugenio Susi. Il primo verifica una sostanziale ibridazione della figura di Valentino (il vescovo di Terni, il presbiter romano, il monaco di Passau) nella produzione liturgica medievale, segnalandone, dunque, l’assoluta aspecificità; il secondo segue con dovizia di particolari lo sfangiamento del culto del vescovo martire nel passaggio tra tardoantico ed altomedioevo, senza tralasciare di evidenziare le dorsali ideologiche che facilitarono la diffusione di quel culto. Del tutto analoga ispezione circa le direttrici di diffusione del culto valentiniano compie Riccardo Burigana per l’Oriente ortodosso, individuando nel santo ternano quale protettore dell’amore sponsale il mobile punto di articolazione di un potenziale dialogo ecumenico tutto da sviluppare. Ad Anna Torti, tuttavia, è spettato il compito di definire le circostanze attraverso le quali il vescovo ternano è divenuto, in una vulgata di progressiva larghezza, il “santo dell’amore”. È, infatti, la produzione letteraria di lingua inglese, e soprattutto quella della golden Age che va da Chaucer a Shakespeare, a consacrare un’immagine letteraria (non più solo agiografico-liturgica) del san Valentino, come patrono dell’amore terreno, quasi pronubo delle coppie. È questa, infine, l’immagine che ancora oggi prevale su scala mondiale della complessa costellazione accesa dalla scintilla della figura storica del Valentino vescovo di Terni. Ed è di questa immagine, sempre più mercantile e mediatica, che si occupano, ciascuno per i rispettivi campi di competenza, Andrea Liberati e Roberto Segatori. Quest’ultimo, specialmente, sottolinea la perfetta autonomia del marketing sviluppatosi attorno al Valentino mediatico, rispetto alla sostanza del messaggio cristiano che la Chiesa vorrebbe, tramite esso, riaffermare.
(S.E. Mons. Vincenzo Paglia, Vescovo di Terni-Narni-Amelia. Presidente della Conferenza Episcopale Umbra)

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Premessa di Vincenzo Paglia

  • Alla ricerca di San Valentino : il perché di uno status quaestionis, di Enrico Menestò
  • «In suburbano empto terrae spatio»: forma del territorio, senatori e martiri tra la Lucania, Roma e l’Umbria meridionale dalla Tarda Antichità all’Alto Medioevo, di Stefano Del Lungo
  • Roma o Interamna Nahars? Le più antiche testimonianze del culto di San Valentino e il problema della “priorità”, di Claudia Angelelli
  • «La passio Sancti Valentini» (BHL 8460), di Emore Paoli
  • La passio Sancti Valnetini martyris (BHL 8460-8460b). Un “martirio occulto” d’età postcostantiniana?, di Edoardo D’Angelo
  • L’Immagine e il culto di San Valentino da Chaucer a Shakespeare, di Anna Torti
  • I canti liturgici per per San Valentino, di Fabrizio Mastroianni
  • Il culto di San Valentino di Terni in Italia Centrale nel Medioevo, di Eugenio Susi
  • «Un santo in arrivo da Roma». Le tradizioni su San Valentino nelle Chiese ortodosse in prospettiva ecumenica, di Riccardo Burigana
  • Lettere d’amore a San Valentino: un epistolario mondiale, di Andrea Liberati
  • L’uso sociale di San Valentino: dal profano al sacro e ritorno, di Roberto Segatori

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Argomenti: Medioevo, Storia,

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