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Salto Indietro

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Autore/i: Kaplan Mita

Editore: Edizioni Mediterranee

in copertina: Cárdenas, Maternité, 1957.

pp. 220, Roma

Si vive fra i morti. Ci sono il coraggio e la paura, la generosità e le avarizie, la bontà e l’egoismo delle creature umane, c’è la fiera di vanità che è la vita, tutto tanto più vano e tutto al tempo medesimo tanto più prezioso in quanto sappiamo continuamente – ci è detto costantemente – che passerà, che sarà stroncato in maniera tragica dalle invasioni, la conquista dall’est e la conquista dall’ovest, dalla guerra, dal nazismo.
L’ambiente è quello degli ebrei di Riga, il tempo quello dell’incredibile indipendenza della Lettonia senza protettori e senza alleati fra le due grosse macchine di tirannide e di armamenti, la Germania di Hitler e la Russia di Stalin.
Gli ebrei baltici partecipano fieramente della cultura russa e della cultura tedesca; sono stranieri per tutti perché sono l’innesto del genio occidentale su quello orientale. Avrebbero dovuto essere gli interpreti e sono invece stati gli schiacciati dalla morsa, i perseguitati da piccoli e da grandi, alla fine le vittime del massacro. Questa luce livida, questo fetore di camere a gas incombe dall’avvenire sul presente della narrazione, che si insinua e che riverbera sul muoversi agitato di piccole ombre, dei pescivendoli e dei commercianti, dei bambini e delle bambine, sulle antipatie e le oppressioni familiari, sulla pietà di un padre incapace, sulle urla ora musicali ora psicotiche di una madre prepotente, ingiusta e malvagia.
Una bambina, una ragazza cresce: cresce all’odio e alla ricerca d’amore. Il legame psicanalitico fra il dramma di non sentirsi voluta e il dramma di cercare affetto incapace di contraccambiarlo perché non ha avuto modo di farne riserva è dichiarato: l’insufficienza e l’incompetenza sentimentali scoppiano oppure scoppiettano in pianto e in frizzi, in terrori o in vicende umoristiche, nel contrasto, nell’assurdo, nel simbolo che pur vige entro i dolori dei piccoli, del grande pianto dei figli dell’uomo. (Ruggero Orlando)

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