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Rispetto per la Vita

Rispetto per la Vita

Titolo originale: An Anthology

Autore/i: Schweitzer Albert

Editore: Edizione CDE

traduzione di Costanza Walter.

pp. 296, Milano

Moltissime persone del mondo considerano Albert Schweitzer come una delle più luminose figure del nostro tempo, l’esempio elevato di chi ha saputo far confluire le proprie aspirazioni etiche, e i propri valori spirituali in una vita insieme ideale, coraggiosa e pratica. Nel 1952 gli fu assegnato il premio Nobel per la pace, dopo cinquant’anni trascorsi come medico al totale servizio degli indigeni nell’ospedale-lebbrosario da lui fondato a Lambaréné, nel Gabon.
Ma Schweitzer non era solo medico, era anche teologo, filosofo e musicista finissimo. Nelle pause lasciategli dal suo apostolato laico tra l’umanità sofferente, tra un giro di conferenze e uno di concerti, egli trovava il tempo di affidare alla pagina i ricordi della sua vita avventurosa, le meditazioni filosofiche o estetiche, le più profonde esperienze umane. Tutto ciò che è disperso in molti libri, spesso introvabili. Rispetto per La Vita è appunto una raccolta antologica delle pagine più suggestive da lui scritte. Pagine che qualunque sia l’argomento trattato – la medicina, le religioni, la musica, i costumi degli indigeni, i diritti dell’uomo – tutti pongono naturalmente in risalto la bellezza e il mistero di una vita intensamente vissuta.

Albert Schweitzer nato nel 1875 a Kayserberg nell’Alsazia, studiò teologia, filosofia e teoria all’ Università di Strasburgo. Ordinato pastore della chiesa di San Nicola nel 1900, più tardi divenne rettore del seminario teologico San Tommaso. A trent’anni, maturata la decisione dedicare la sua vita agli indigeni dell’Africa equatoriale, si iscrisse alia facoltà di medicina dell’Università di Strasburgo. Conseguita la laurea e compiuto un corso di specializzazione in malattie tropicali, nel marzo del 1913 si imbarcò per l’Africa con la moglie Hélène Breslau e si stabilì a Lambaréné, sperduto villaggio del Gabon, sulle rive del fiume Ogooué, dove costruì le prime capanne del suo ospedale. Dapprima internato, poi trasferito con la moglie in Francia durante la prima guerra mondiale, ritornò Africa nel 1924 e riedificò il suo ospedale che era caduto in rovina. Da allora alternò i suoi soggiorni in Africa con viaggi e soggiorni in Europa dove tenne conferenze e concerti. Nel 1952 gli fu conferito il premio Nobel per la pace. È morto a Lambaréné nel 1965.

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