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Libri dalla categoria Simbolismo

I Ching

I Ching

Una nuova lettura del libro dei Mutamenti

Autore/i: Smith Richard J.

Editore: Società Editrice Il Mulino

edizione italiana a cura di Silvia Pozzi, introduzione dell’autore, traduzione di Francesco Francis.

pp. 208, nn. ill. b/n, Bologna

La storia del libro dei Mutamenti comincia in Cina, più di tremila anni fa. Dichiarato «classico confuciano» per editto imperiale nel 136 a.C., il manuale di divinazione ebbe per secoli profondo influsso sulla filosofia, l’arte, la letteratura, la politica, la scienza, la tecnica e la medicina di numerose culture dell’Asia orientale. Arrivato in Europa nel Seicento al seguito dei missionari gesuiti di ritorno dall’Oriente, l’I Ching si è via via guadagnato l’attenzione di personaggi come Leibniz, Carl Gustav Jung, Hermann Hesse, Philip Dick, Allen Ginsberg, Jorge Luis Borges, Bob Dylan, e ancora oggi resta una lettura straordinariamente affascinante.

Richard J. Smith è professore di Humanities e di Storia nella Rice University di Houston, in Texas. Fra i suoi libri ricordiamo: «Fathoming the Cosmos and Ordering the World. The Yijing (I Ching, or Classic of Changes) and Its Evolution in China» (2008).

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Introduzione

PARTE PRIMA: L’EVOLUZIONE DELLO YIJING IN CINA

I. Genesi dei Mutamenti
II. La formazione di un classico
III. L’interpretazione dei Mutamenti

PARTE SECONDA: I VIAGGI TRANSNAZIONALI DELLO YIJING

IV. I Mutamenti in Asia Orientale
V. Il viaggio dei Mutamenti in Occidente

Conclusioni
Appendici
Indice dei nomi e delle cose notevoli

La Lingua e l’Origine degli Etruschi

La Lingua e l’Origine degli Etruschi

Autore/i: Georgiev Vladimir I.

Editore: Editrice Nagard

prefazione e introduzione dell’autore.

pp. 134, nn. illustrazioni b/n, Roma

Dall’introduzione dell’autore:
“La civiltà più evoluta in Europa occidentale, prima dell’Impero romano, era quella del popolo etrusco che abitava l’Italia centrale e settentrionale. Durante la prima metà e nella parte centrale del primo millennio a.C. gli Etruschi godevano di una cultura bene sviluppata. L’evoluzione sociale vi si trovava ormai al livello d’un regime schiavistico sviluppato, mentre le tribù d’Europa centrale ed occidentale, in quell’epoca, si trovavano ancora sul gradino delle comunità primitive. Perfino Roma aveva subito la loro dominazione per un certo tempo.
Gli Etruschi erano abili artigiani, navigatori e commercianti attivi. Erano versati nel lavoro dei minerali e sfruttavano i giacimenti cupriferi e ferriferi dell’Etruria.
Le loro navi incrociavano tutto il Mediterraneo, trasportando le loro mercanzie e le loro opere d’arte.
Gli Etruschi erano stimati maestri nella produzione di oggetti d’arte. Numerosi vasi ed altri oggetti d’argilla, di pietra, di bronzo, d’argento e d’oro, opera squisita dell’arte etrusca, sono esposti oggi per il mondo in tutti i grandi musei.
La civiltà e la lingua etrusca ebbero un’influenza considerevole sulla cultura romana e sulla lingua latina, ed è quello il più grande merito storico di quel popolo nell’evoluzione della civiltà umana. Più tardi quando viene costituito l’Impero romano, che esercita una grande influenza sullo sviluppo dell’intera umanità, il patrimonio culturale ed il vocabolario presi in prestito dal popolo etrusco diventano l’appannaggio del mondo civile.[…]”

Vladimir I. Georgiev è dottore dell’Università di Vienna professore di glottologia all’Università di Sofia e membro ordinario dell’Accademia delle Scienze bulgara.
È doctor honoris causa delle Università di Berlino e di Praga e membro corrispondente delle seguenti accademie: Académie des inscriptions et bellesIettres (Parigi), Accademia regale belga (Bruxelles), Accademia Saxoniana (Leipzig), Accademia Finlandese (Helsinki) e Accademia di Atene. Ha pubblicato parecchi libri e molti saggi su problemi fondamentali di linguistica storica.

Le Analogie Favolose

Le Analogie Favolose

Favole e Apologhi

Autore/i: Schettini Mario

Editore: Casa Editrice Marietti

prima edizione, prefazione di Geno Pampaloni, in copertina: Scavi di Pompei, affresco.

pp. 126, Genova

L’indagine cosmica e mitica, nel nostro tempo, alimenta la tendenza ad approfondire lo spazio e l’immaginario intorno alla realtà terrigena e umana, inducendo alla ricerca di nuovi significati e «analogie». È quello che sembra aver intuito, già venti anni fa, l’autore di questo volumetto ove in 19 favole e altrettanti apologhi si tenta di guardare alla creatura come in un suo nuovo mostrarsi, perenne eppure mutevole.
Occhi e parole «nuove» per creature antiche, ma sempre imprevedibili e sorprendenti Di uomini, animali e piante è infatti materiato questo libretto, che parte dal mito biblico (L’ipotesi di Adamo ed Eva) per passare a storie leggendarie (Il mago Virgilio) e vicende umane singolari (così è per Occhipesti in I nostri simili) o drammatiche (quella dell’emigrante Elisio in Il cippo dell’abbondanza); ma anche semplici episodi di animali, come l’avventura de Il gallo cedrone o quella dell’usignolo ne Lo scialle, o gare emblematiche come quella tra una tartaruga e uno scoiattolo (Il talento). «Gouaches» velocissime sono gli apologhi finali, improntate ad un realismo lievemente moralistico, tra il divertito e il riflessivo, a chiusura.
Composte tra il ’66 e il ’69, forse a contraltare delle coeve Cosmicomiche calviniane, queste favole sono state definite «piccoli poèmes en prose»: la ridefinizione fantastica di un mondo (volutamente) astorico com’è quello della «natura», sulla soglia di un’epoca così poco «naturale», da parte di uno scrittore per suo conto fortemente agganciato alla storia.
Mario Schettini, napoletano di nascita e milanese…di adozione, scomparso prematuramente a cinquantun anni nel 1969, autore negli anni Cinquanta de Il paese dei bastardi e de I ragazzi di Milano, sembra voler qui recuperare – a conclusione di un robusto corpus narrativo, rimasto in parte tuttora inedito – la «realtà» di un mondo di visioni, sensazioni, ripercussioni, esperienze e illusioni, attraverso un gioco «analogico» ed un linguaggio fortemente e coloritamente «concreto» che, grazie all’immaginario, colpiscano creature, situazioni ed oggetti nel loro baricentro più segreto e inatteso. È come se Schettini, originale indagatore delle movenze psicologiche e sociali italiane degli ultimi decenni (ma come narratore ancora quasi tutto da scoprire), andasse, al di là della storia, a ricercare un «tempo» più profondo, inalterabile eppur sempre sorprendente. La lievità del tono accompagnata da plasticità a volte provocatoria, la levigatezza incantata di certi scorci e la ricchezza delle immagini si sottomettono a un dettato stilistico umorale e insieme speculativo. Ritroviamo personificati (specie negli apologhi) impensati moti dell’animo e nei labili personaggi (Alteo, lupo marino, il saltimbanco Cantalàro e il viaggiatore Popilio) antichi compagni di strada, fissati velocemente da un linguaggio icastico e preciso.
L’intento è moralistico? Non soltanto. Prevale il sorriso divertito di chi guarda dall’alto e raccontando riscopre egli stesso le infinite sfaccettature di una vita quotidiana concreta, priva di frontiere esatte di storia e di tempo, con una formula che appare tanto più vitale perché è fuori della temperie comune e corrente: il libretto di un «artista moralista» (Nino Valeri), affascinato dalla molteplicità della vita, che qui si riaffaccia alla ribalta editoriale con ogni più valida credenziale di sapiente narratore.

Dante, Francesco e l’Oriente – I Custodi della Terra Santa

Dante, Francesco e l’Oriente – I Custodi della Terra Santa

L’Idea il Giornale di Pensiero, Quadrimestrale Internazionale di Studi Tradizionali, 2001 Anno VII – Numero 1

Autore/i: Autori vari

Editore: GEI Editrice

pp. 160, tavv. a colori f.t., ill. b/n, Roma

Il titolo di “Custodi della Terra Santa”, che i Francescani ebbero ufficialmente dal 1342, fino a pochi decenni prima era stato vantato proprio dall’Ordine templare.
Come osserva René Guénon, questo titolo riveste un profondo significato simbolico, perchè in tutte le forme tradizionali la Terra Santa, in quanto luogo per eccellenza della presenza divina, designa il Centro originario della Tradizione.

La Nuova Linea
Federico Prete – Capasso Torre di Caparra

La Via Tradizionale
Maurizio Cassarà Currenti

I detti di Gesù nell’Islam
Lodovico Zamboni

Dante, San Francesco e l’Oriente
Franco Galletti

“L’Uomo è una pianta celeste…”
Emanuele Tanasi

Il sanscrito e la via dell’Oriente
Gabriel M. Dionisi

Il Profeta e il decimo Avatare
Sâmir Abdu Al-Karîm Al-Hâdfî

Incontro con Khâled Bentounes
Roland Goffin

Storia e ruolo dei sufî nel Deccan
Fabrizio Speziale

Wilmo Gibello la musica nell’arte
Antonella Sclesa

Espressione pittorica di Sandro Botticelli
Giogio Fusi

Cassiano del Pozzo
Arianna Diana

Sufismo e New Age
Carmela Crescenti

Divulgazione e didattica
Emilio Lastrucci

Lettera di Shâh Walî Allâh Muhaddith
Ricordi su Shaikh Al-Alaw

Il Cubo

Il Cubo

…Custodisci il segreto

Autore/i: Gottlieb Annie; Pešić Slobodan D.

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, introduzione degli autori, traduzione di Bruno Kleinefeld.

pp. 192, Milano

Dall’antica saggezza sufi un testo infallibile: per capire se stessi, il proprio destino, la propria vocazione. Il Cubo è un gioco di fantasia che può essere giocato da solo o con gli amici, e che nasconde un segreto che non devi rivelare. Alcuni dicono che sia un antico passatempo sufi, ricco di insegnamenti nascosti. Sostengono anche che il Cubo riappaia a distanza di secoli e che ciò avvenga proprio là dove i suoi insegnamenti sono necessari. Adesso il Cubo è qui. E ti accompagnerà in un viaggio alla scoperta della tua personalità e di quella dei tuoi amici.

Annie Gottlieb è una giornalista freelance esperta di psicologia.

Slobodan D. Pešić è un regista televisivo.

Il Disegno Segreto

Il Disegno Segreto

I messaggi della Kabbalah nascosti nei capolavori dell’arte italiana

Autore/i: Doliner Roy

Editore: Rizzoli

consulenza storica di Stefano Zuffi, illustrazioni di Roberto La Forgia, traduzione di Stefano Galli.

pp. 320, 8 tavv. a colori f.t., nn. ill. b/n, Milano

Tra le rovine di una città sommersa da un’eruzione vulcanica viene scoperto un misterioso messaggio tracciato su un muro: “Sodoma e Gomorra”. Oltre mille anni dopo, un monaco crea sul pavimento di una cattedrale un sofisticato mosaico che racchiude una chiave d’accesso al sapere umano e mistico. Trascorre un secolo e un monarca illuminato costruisce una città sul modello dell’antica Gerusalemme. Sembrano i tasselli di una trama romanzesca, invece il teatro di questi avvenimenti è l’Italia. Sono infatti innumerevoli le stranezze e i dettagli curiosi che riempiono la nostra Penisola, e nel Disegno segreto Roy Doliner ci guida alla riscoperta del nostro Paese e del suo patrimonio artistico: individua nuovi aspetti di opere da sempre sotto i nostri occhi, spiega i legami che uniscono la storia della cultura italiana alla Kabbalah ebraica, e suggerisce un messaggio di speranza e di autentico “rinascimento” che ha come centro proprio l’Italia, ma che riguarda il mondo intero.

Roy Doliner è studioso di lingue antiche e moderne, di religioni comparate, di storia dell’arte e dell’architettura, di storia latina e italiana e di tradizione ebraica. Appassionato lettore e divulgatore del Talmud, vive tra New York e Roma, dove tiene spesso lezioni per accademici e autorità straniere e dove ha anche fondato l’associazione Rome for Jews. Per Rizzoli ha pubblicato anche Il disegno segreto. Il messaggio della Kabbalah nell’arte d’Italia (2012).

194 Storie di un Segno

194 Storie di un Segno

Un eccitante gioco di rimandi tra storia, cinema, letteratura, disegni e acquarelli originali del Maestro dell’avventura.

Autore/i: Spera Michele

Editore: Edizioni Socrates

prefazione di Domenico De Masi.

pp. 500, 690 illustrazioni a colori, 792 illustrazioni in b/n, Roma

Storie di un segno è un libro molto singolare. Un grafico che ha conosciuto la fama internazionale – Michele Spera – si racconta senza esitazioni, con un entusiasmo e una passione tutte mediterranee. E comincia dal Sud, un marchio di fabbrica impossibile da cancellare e dal quale è impensabile prescindere.
Rievoca l’asprezza della terra lucana, la generosità della sua gente e il legame viscerale a un luogo che non offre nessuna speranza di realizzazione dei propri sogni, racconta la decisione dolorosa e inebriante di prendere la strada per Roma e ritrae i grandi personaggi del mondo dell’arte e della politica che lavorano nella capitale negli anni sessanta: Leonardo Sinisgalli, Vito Riviello, Ugo La Malfa.
Contemporaneamente alla ricostruzione della sua vicenda autobiografica, Spera scrive – con la precisione tecnica e scientifica di un manuale di grafica – la storia dell’evoluzione del suo segno, così distante dal suo carattere: razionale, geometrico, modulare quanto lui è invece sanguigno, fantasioso, passionale. Dai mobili disegnati per arredare il piccolo appartamento in centro che divide con Vito Riviello al suo arrivo a Roma, ai marchi per i grandi committenti – il TG2 della Rai, la Innocenti, la Maserati – alle energie spese per inventare l’immagine del partito repubblicano. Quasi duecento brevi storie, corredate da più di mille immagini, fotografie, disegni, fanno di questo di Spera il primo libro che fa uscire la grafica dal ghetto nobile degli addetti ai lavori.

Incipit
HO FATTO UN VIAGGIO…
Ho ritrovato i libri che leggevo da ragazzo con le consunte copertine ridisegnate, i compagni della mia giovinezza, le carte gualcite e scolorite dal tempo. Le antiche fotografie con i nomi appuntati, i miei poeti, le traduzioni da Catullo a cui mi applicavo con la testa china durante le ripetizioni da Mimì, che mi tirava su dalle orecchie e che poi è morto impiccato. Gli anni del collegio fuori dalle mura della mia casa, di cui ricordo solo le mie paure.
Ho rivisto i miei primi disegni del liceo, al “Quinto Orazio Flacco”. Non sapevo allora di questo mestiere. Fu Nino Calice, il mio amico, che poi era il più bravo della classe, a dirmi che avrei dovuto fare il grafico. Nino era di Rionero faceva il pendolare per venire a studiare a Potenza. Io l’ospitavo a casa mia e lui mi dava una mano, mi aiutava in quegli studi che non amavo. Era già nella vita, dialogava con i professori quando noi preferivamo il silenzio, l’anonimato degli incolti.
Ho ripensato agli antichi compagni di strada, Pietro Soldi che allargava i confini delle nostre giornate parlandoci di Gobetti, di Salvemini, di Dorso, del nostro Sud senza speranze, che ci faceva compagnia e ci indicava le vie dei trapianti e della fuga. Dovettero passare ancora anni perché fossimo maturi per partire.
Potenza aveva i suoi segreti. Ci sono ritornato tante volte. Non mi do pace per quelle strade che non esistono più, la villa dei Gavioli o quella dei Viggiani, l’Epitaffio, la fontana all’incrocio dei Piani del Mattino dove ora vagheggiano aeroporti, la Macchia, i luoghi, insomma, della mia infanzia, quelli che ho amato.
E aveva un’unica libreria, Potenza, “la Libreria di Vito Riviello”, dove attraverso una botola si scendeva ad un buio sottano. Lì, accalcati, compivamo i nostri viaggi, guardavamo lontano. Ci preparavamo a partire.
Non tutti partirono. Ninì Ranaldi restò lì: si sparò un colpo di pistola alla tempia, non so quale disperazione lo uccise.
[…]
Dopo qualche anno Vito mi raggiunse a Roma, abitavamo un piccolo appartamentino in cima alla città. Si scrivevano poesie e si dipingevano quadri pop. Avevamo affidato i paesaggi lucani, i cieli del meridione, alla memoria.
Rammento gli studi di architettura, le mostre, la scuola di incisione di San Giacomo, la borsa di studio per cartellonisti dove insegnavano Manfredo e Brini, la scuola del nudo di Villa Medici, gli incerti esercizi di calligrafia.
Ho ripercorso i primi manifesti di allora inventati con carte colorate, con i caratteri incollati, disegnati con le matite. Il primo, del 1962, era per un convegno del partito repubblicano sul Mezzogiorno: misi l’Italia rovesciata, l’illusione di portare il nord nel meridione, e l’attacchino ce li affisse tutti capovolti.
La tipografia di allora aveva il mettifoglio a mano, lo spessore dell’inchiostro potevi sentirlo con le dita: forse per questo i nostri volantini cadevano sempre in piedi, come un gatto quando ti scappa dalle braccia. Fu così che cominciai a fare grafica politica.
Ma questa è un’altra storia. (Marina di Pietrasanta, 1996)

Michele Spera nasce a Potenza nel 1937. Compiuti gli studi, si trasferisce a Roma, dove frequenta la facoltà di Architettura, l’Accademia di Nudo di Villa Medici e studia incisione alla scuola comunale con Attilio Giuliani.
Comincia a lavorare nel mondo dell’industria e parallelamente, dal 1962, collabora per il partito repubblicano, chiamato da Ugo La Malfa a inventare l’immagine del partito emergente attraverso una nuova concezione della grafica politica. Collabora a varie testate, tra le quali “L’Espresso” di Livio Zanetti. Insegna in varie scuole, in Italia e all’estero.

I Fondamenti Biologici della Prostituzione

I Fondamenti Biologici della Prostituzione

Il meccanismo del pudore e la sua funzione biologica – L’istinto sessuale e la prostituzione – Il disadattamento umano e la prostituzione primaria.

Autore/i: Dalla Volta Amedeo

Editore: Casa Editrice Leonardo da Vinci

unica edizione, presentazione del prof. Attilio Cevidalli, prefazione dell’autore.

pp. x-206, Roma

Dalla presentazione del prof. Attilio Cevidalli:
«Il Dr. Amedeo Dalla Volta ha cercato, con indirizzo di indagine prevalentemente psicologico, di inquadrare il triste fenomeno della prostituzione tra le attività biologiche fondamentali della nostra specie.
Egli, libero da ogni preconcetto di scuola, ha voluto ricercare le cause della prostituzione attraverso i motivi più profondi della vita. Non è qui il luogo di fare un esame della dottrina svolta dal Dr. Dalla Volta. Non posso tuttavia trattenermi dal segnalare l’ardimento della sintesi, non frequente nell’attuale momento storico, nel quale la necessità dell’analisi minuta sembra distogliere gli studiosi dalle costruzioni sintetiche.
E il lettore vedrà che questo libro non è di compilazione, bensì l’espressione di una mentalità matura, per quanto giovanile, che si arrischia nel difficile campo dell’indagine psicologica collettiva con lo stesso ordine sistematico con il quale da anni attende, instancabilmente, alle pazienti ricerche di laboratorio.[…]»

L’Occhio e il Metallo

L’Occhio e il Metallo

Un mitologema greco a Roma?

Autore/i: Camassa Giorgio

Editore: Il Melangolo

premessa dell’autore.

pp. 116, 6 tavole b/n f.t., Genova

Sommario:

Premessa

Capitolo 1.
Il fascino dell’occhio, il bagliore del metallo

Capitolo 2.
La cecità dei Calcedonii.
Alle origini della personalità mitica di Calcante

Capitolo 3.
Il monocolo, il triocolo e il cieco

Capitolo 4.
L’eroe del mondo dei metalli e l’eroe del mondo della divinazione

Capitolo 5.
Il nesso Caco – Ceculo – Coclite

Capitolo 6.
Evandro, Eracle e Caco: dalla tradizione letteraria alla documentazione archeologica

Capitolo 7.
Verso una conclusione?

Appendice
Note
Indice analitico

Simbolo e Simbolica

Simbolo e Simbolica

Autore/i: Schwaller De Lubicz R. A.

Editore: Edizioni Arkeios

introduzione dell’autrice, traduzione dal francese di Rosanna Campagnari.

pp. 116, nn. illustrazioni b/n, Roma

Quando si tratta di penetrare nello spirito di un’epoca o nel senso segreto di testi, senso che è la base della conoscenza egiziana, solo la simbolica può riuscirci. Essa si fonderà sull’espressione artistica, sui dati delle rappresentazioni figurative, dei principi architettonici, delle parabole e delle leggende. L’esperienza di un secolo ha mostrato che, malgrado il gran numero di documenti venuti alla luce e lo sforzo compiuto per penetrare nel pensiero dell’Egitto faraonico, vi è un gran numero di cose senza senso nella traduzione dei testi; un mistero completo sussiste sul reale significato, e sulla ragione, di questa opera colossale edificata per duemila chilometri lungo il Nilo.
Ci troviamo pertanto di fronte alla cassaforte che contiene la più grande ricchezza riguardante la storia dell’umanità, perché l’Egitto sembra che sia proprio stato il centro più grandioso della vita dei Maestri della scienza creatrice. Gli uomini si sono ostinati a servirsi di una chiave razionale per penetrare in questi segreti, quando si sarebbe dovuta utilizzare la chiave del simbolo e della simbolica. Il simbolo è un segno che bisogna imparare a interpretare e la simbolica è una scrittura di cui bisogna conoscere le leggi. Lo scopo di questo libro è descrivere i principi che guidano il simbolo nell’espressione di una filosofia vitale e non di una filosofia razionale per descrivere i principi che dirigono il simbolo.

La Medicina dei Sufi

La Medicina dei Sufi

Autore/i: Guardi Jolanda

Editore: Xenia Edizioni

introduzione dell’autrice.

pp. 172, nn. ill. b/n, Milano

La medicina sufi è praticata da molti secoli dalle scuole mistiche musulmane, ma essa era finora rimasta quasi sconosciuta in Occidente. Questo libro la presenta per la prima volta al pubblico italiano, mettendone in rilievo la sorprendente affinità con le moderne terapie dolci e i punti di contatto con la medicina indiana e tibetana. I medici sufi hanno sviluppato da sempre metodi particolari di guarigione, basati su una concezione della salute come equilibrio tra corpo e mente: poiché la malattia non rappresenta altro che la rottura di tale equilibrio, occorrerà far tesoro dei segnali che il nostro corpo ci invia per esprimere il proprio disagio, e agire in modo da riportare l’organismo a una situazione di armonia. Ma i sufi sono consci di operare come semplici strumenti della volontà divina, che è la sola a dispensare la guarigione. In tale concezione trovano spazio, pertanto, il potere curativo della preghiera, quello risanatore del Libro sacro, la meditazione e la danza estatica. La medicina sufi viene qui trattata a partire dalle origini, seguendone l’evoluzione, i punti di convergenza con altre filosofie, fino alle influenze che essa ha esercitato su tecniche moderne di consapevolezza e cura, quali l’enneagramma, la musicoterapia e la danzaterapia.

Jolanda Guardi, direttore della rivista «Quaderni Asiatici», insegna lingua e cultura araba a Milano. Ha pubblicato il saggio La lingua quale risposta alla colonizzazione culturale in Algeria, i volumi Letteratura maghrebina contemporanea e, per Xenia, L’Islam.

Grazie Dottor Hamer – Volume Primo

Grazie Dottor Hamer – Volume Primo

Un anello mancante nell’evoluzionismo di Darwin: la causa e il senso biologico delle malattie dal raffreddore al tumore… non ancora per tutti!

Autore/i: Trupiano Claudio

Editore: SecondoNatura Editore

quarta edizione italiana aggiornata e corretta, prefazione dell’editore Marco Pfister, prefazione e introduzione dell’autore.

pp. 400, nn. illustrazioni a colori, Bagnone (MS)

Un libro per testimoniare e per conoscere in modo semplice e accessibile le scoperte rivoluzionarie di un medico, il dottor Ryke Geerd Hamer, che apporteranno un cambiamento fondamentale nel modo di fare Medicina.
Nessuna terapia miracolosa, nessuna pozione magica, solo la scoperta di 5 Leggi Biologiche, da sempre esistite, ma che ora, grazie all’intuizione di un genio, possiamo raccogliere come un dono della Natura.
Psiche e corpo, da sempre considerate due entità separate dalla Medicina, ritrovano finalmente la loro integrazione e unità nell’essere umano.
La loro connessione, ora scientificamente verificabile attraverso i meccanismi della biologia evolutiva, soddisfa tutte le domande finora senza risposta nel mondo della Medicina.
Inevitabile il capovolgimento della metodologia sinora usata dalla scienza medica, alla quale occorrerà il tempo necessario per la verifica.
In attesa che il tempo renda giustizia al vero, ciascuno di noi ora può disporre di nuovi strumenti diagnostici per riappropriarsi il diritto di un nuovo percorso conoscitivo e terapeutico.
Il traguardo finale sarà la nascita di “un individuo con una nuova consapevolezza”.
Uscire dall’ignoranza produrrà la più grande rivoluzione epocale della Storia umana: l’abbattimento della paura della “malattia”, intesa non più come un errato processo della Natura, ma il fluire di un programma biologico e sensato, finalizzato al recupero della Salute.
Il percorso non può che essere impervio e quindi, inizialmente, … non ancora per tutti!

Claudio Trupiano, laureato in Giurisprudenza e in Farmacia con specializzazione in Tecniche Erboristiche, è docente, socio fondatore e membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione ALBA (Associazione Leggi Biologiche Applicate), che si occupa di studiare, verificare e diffondere le leggi biologiche scoperte dal Dott. Ryke Geerd Hamer mantenendone l’integrità.

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Ringraziamenti

Prefazione

Introduzione
I FONDAMENTI DI UNA RIVOLUZIONE
Capitolo 1
LA MEDICINA AL CAPOLINEA
Capitolo 2
LA PAURA E L’ONNIPOTENZA DEL LOGOS
Capitolo 3
IL PERSONAGGIO: UN GENIO DALL’ESILIO AL CARCERE
Capitolo 4
LA STORIA DELLE SCOPERTE DI HAMER
Capitolo 5
L’ORIGINE E L’EVOLUZIONE BIOLOGICA DEL CORPO UMANO
Capitolo 6
LA FORMAZIONE DEI FOGLIETTI EMBRIONALI E LE LORO FUNZIONI
Capitolo 7
FORMAZIONE DEL MESODERMA ANTICO
Capitolo 8
IL PASSAGGIO EVOLUTIVO DAL SILENZIO UNITARIO ALLA RELAZIONE NEL GRUPPO
Capitolo 9
FORMAZIONE DEL MESODERMA RECENTE
Capitolo 10
FORMAZIONE DELL’ECTODERMA
Capitolo 11
LA 4° LEGGE BIOLOGICA: I MICROBI
Capitolo 12
UN ANELLO MANCANTE NELL’EVOLUZIONISMO DI DARWIN
Capitolo 13
LA CRISI EPILETTOIDE
Capitolo 14
LE ALLERGIE E LE INTOLLERANZE: IL BINARIO CONFLITTUALE
Capitolo 15
LA TERAPIA
Capitolo 16
VERSO UN NUOVO METODO SCIENTIFICO D’INDAGINE
Capitolo 17
LE DOMANDE E LE CRITICHE
Capitolo 18
UN LIBRO DEDICATO

Conclusioni

Le Civiltà degli Alieni

Le Civiltà degli Alieni

Chi sono? Da dove vengono? Che cosa possiamo aspettarci da loro? Rivelazioni dall’antichità sul fenomeno UFO

Autore/i: Thompson Richard L.

Editore: Gruppo Editoriale Futura

prefazione di Whitley Strieber, introduzione dell’autore, traduzione di Giulia Amici.

pp. xv-448, Milano

Una dettagliata ricerca sulla vita degli extraterrestri, che da migliaia di anni visitano il nostro pianeta.

A partire dal 1947, scienziati e ricercatori hanno raccolto un’ampia documentazione sul fenomeno degli UFO. Ma molte domande sull’origine delle astronavi e le intenzioni degli esseri che le pilotano sono rimaste senza risposta. In “Le civiltà degli alieni”, Richard L. Thompson indica che le risposte potrebbero trovarsi nelle testimonianze scritte di una civiltà che vanta una tradizione millenaria di contatti con viaggiatori provenienti dallo spazio.
Sorprendenti corrispondenze tra i resoconti moderni sugli UFO e i testi sanscriti dell’antica India ci offrono nuovi interessantissimi spunti sull’identità e i fini dei visitatori alieni.

Le Piante Parlano

Le Piante Parlano

Vita e psichismo dei vegetali

Autore/i: Lucioli Reginaldo

Editore: Edizioni Mediterranee

pp. 104, Roma

Questo volume si propone di presentare la creatura vegetale, e con essa tutta la «dimensione vegetale», cercando di vederne i componenti come esseri che vivono sulla terra al pari dell’uomo e dell’animale, ma con un modo di vita tutto particolare, che sfugge alla nostra comprensione.
Tale modo di vita contiene certamente un linguaggio, per noi muto e incomprensibile, la cui chiave ci è sconosciuta, ma che pure possiamo ipotizzare ricco di sfumature.
E proprio partendo da questa ipotesi, piuttosto che da dati scientifici su impressioni e intuizioni, che è nato questo lavoro.
Chissà che, dopo averlo letto, i fiori sulla nostra scrivania, l’albero visibile dalla nostra finestra, la pianta che abbiamo sul balcone, non assumano, per noi, una nuova fisionomia, divenendo realmente creature «vive», quali sono, capaci di percepire i nostri pensieri e il nostro amore.
Chissà che, osservati da noi diversamente, con una nuova sensibilità, non riescano finalmente a comunicarci qualcosa che da secoli ci sussurrano e che noi, trascinati dal vortice della nostra vita caotica, non siamo ancora riusciti a percepire.

Reginaldo Lucioli, nato in Sicilia, vive e lavora a Roma. Avendo sempre nutrito un vivo interesse per il mondo vegetale, si è laureato in Psicologia presso l’Università di Roma con una tesi sulla dimensione di vita delle piante, e continua ad interessarsi a studi e ricerche che possano portare a stabilire rapporti «di comunicazione» tra la creatura umana e quella vegetale.

Il Segreto delle Tre Pallottole

Il Segreto delle Tre Pallottole

Autore/i: Torrealta Maurizio; Del Giudice Emilio

Editore: Edizioni Ambiente

introduzione degli autori.

pp. 240, Milano

“Sa perché il tema delle armi nucleari non viene più affrontato in pubblico? Perché dovrebbero confessare di averle già impiegate a dispetto del trattato di non proliferazione, perché dovrebbero ammettere che il loro mercato è in piena espansione, che ne hanno create di così minuscole da poter distruggere anche un solo palazzo.”

Qual è il funzionamento di questi ordigni che provocano reazioni nucleari senza il bisogno della massa critica? Come funzionano le armi utilizzate a Gaza che uccidono senza lasciare traccia di frammenti metallici? Perché le munizioni al cosiddetto uranio impoverito, utilizzate in Iraq e Afghanistan, contengono anche altri elementi radioattivi? E soprattutto, perché una ricerca sulla fusione fredda di successo è stata per decenni volutamente ignorata? Le risposte a queste scomode domande e a molte altre sono collegate tra loro da un segreto che è stato tenuto nascosto per più di venti anni, e che questo libro prova a raccontare. Alternando fiction, documenti e registrazioni con interviste (come quella inedita al padre della fusione fredda Martin Fleischmann), Il segreto delle tre pallottole rivela prospettive inquietanti sulle connessioni tra usi civili e militari del nucleare.

Maurizio Torrealta, nato nel 1950, giornalista, redattore del programma televisivo Samarcanda e poi del Tg3, attualmente capo redattore a Rainews24. Ha pubblicato con i genitori di Ilaria Alpi e Mariangela Gritta Grainer L’esecuzione, l’uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin (KaosEdizioni, Premio SaintVincent); Ultimo. Il capitano che arrestò Totò Riina (Feltrinelli); La trattativa (Rizzoli).

Emilio Del Giudice, fisico, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dell’International Institute of Biophysics di Neuss (Germania). Ha al suo attivo svariate pubblicazioni in ambito scientifico.

Guida ai Fantasmi Inglesi

Guida ai Fantasmi Inglesi

Autore/i: Lord Halifax

Editore: Sugar Editore

prefazione dell’autore, traduzione di Luciana Marchi Pugliese.

pp. 340, nn. ill. b/n, Milano

Apparizioni, rumori misteriosi, ombre, personaggi allucinanti, corvi, topi, gabbie di ferro, un gatto vampiro e fantasmi burloni descritti nel loro classico ambiente: i castelli britannici. Il libro coglie di sorpresa il lettore con un ricchissimo repertorio di aneddoti, di fatti ultraterreni – ora gai, ora macabri, ora drammatici – riferiti da «testimoni oculari», raccolti e narrati da Lord Halifax con indiscutibile talento di scrittore e un pizzico di humour tipicamente inglese. Una guida da non leggere dopo il tramonto!
Lord Halifax riunì questa summa delle manifestazioni ultraterrene con meticoloso e paziente lavoro, riportando ricordi personali e fatti accaduti a conoscenti. In speciali occasioni – ricorda il figlio – alla sera tirava fuori il libro dal cassetto e lo leggeva ad alta voce, incantando gli ascoltatori con un «delizioso senso di terrore».

In questa guida troverete: L’uomo nella gabbia di ferro • La testa di un bambino • Il maggiordomo pazzo • Il cadavere che si alzò • Il gatto vampiro • Il passeggero invisibile • Case abitate da fantasmi • Tre in un letto • La mano insanguinata • Il morto senza pace • Il cadavere nascosto in casa • La storia macabra del colonnello P… • La vedova in treno • Gli esorcismi di st. dont’s castle • La visione del giardiniere • Fantasmi protettori • 67 storie del soprannaturale.

Iniziazione : Memorie di un’Egizia

Iniziazione : Memorie di un’Egizia

Autore/i: Haich Elisabeth

Editore: Edizioni Amrita

prefazione di S. R. Yesudian, introduzione dell’autrice, traduzione di Daniela Muggia.

pp. 424, nn. illustrazioni b/n, Torino

L’Autrice, molto celebre in Europa per i suoi insegnamenti, racconta come prese coscienza d’una vita precedente, svoltasi all’incirca 7000 anni fa, nell’Antico Egitto ove ancora regnava un Faraone appartenente al Popolo dal cranio allungato, depositario di tutte le conoscenze di Atlantide. Queste conoscenze, questi insegnamenti, venivano trasmessi durante la Grande Iniziazione: è questo l’inestimabile tesoro che E. Haich offre ai suoi lettori, in cerca della realizzazione del Sé. Un grande classico della spiritualità, finalmente anche in italiano.

«Quando verrà il tempo di distruggere tutti gli strumenti segreti, i sacerdoti e gli iniziati del Tempio prenderanno il bastone del pellegrino e il gran sacerdote e il suo assistente chiuderanno dall’interno le porte di pietra della Grande Piramide, in modo che nessun figlio dell’uomo possa ritrovarne l’entrata. Poi […] smaterializzeranno i loro stessi corpi […]. Per migliaia d’anni la Grande Piramide sarà chiusa agli uomini, ma non per questo cesseranno le iniziazioni. Le anime mature continueranno ad essere iniziate, non più fisicamente come ora, ma su un piano più elevato e più spirituale: esse vivranno la loro iniziazione sotto forma di sogno, di visione».

L’Enigmatico Conte di Saint-Germain

L’Enigmatico Conte di Saint-Germain

Autore/i: Ceria Pierre; Ethuin François

Editore: Rosada Arti Grafiche Editrice

premessa dell’autore, traduzione di Giovanni Rebaudengo.

pp. 288, Torino

Saint-Germain è una delle figure più discusse ed enigmatiche di tutta la storia della taumaturgia. Per gli studiosi, la sua vita e le sue verità continuano a rimanere un enigma. Per gli occultisti e per molti iniziati Egli rappresenta il solo taumaturgo che, possedendo poteri soprannaturali, attraversa i secoli con il privilegio dell’immortalità terrestre.
Fino ad oggi, attorno al suo nome, c’è stato il mistero, perché la figura e la storia di Saint-Germain erano sempre riuscite a sottrarsi a tutte le analisi: i documenti non esistevano e le ipotesi erano, il più delle volte, confuse.
Per la prima volta, in questa collezione degli «Enigmi», questo Mago enigmatico appare in piena luce, grazie a Pierre Ceria e François Ethuin che hanno superato i limiti proibiti della conoscenza per spiegare tutte le leggi segrete che ci conducono all’immortalità, alla fabbricazione dell’oro e dei diamanti, eterni miti del possesso della materia, alla memoria dei secoli, ai poteri segreti dell’uomo.
Uno studio preciso, dove il fantastico si coinvolge con la realtà. Una porta che si apre sul mondo dell’invisibile e sul suo più stupefacente personaggio.

Gli Impossibili

Gli Impossibili

Autore/i: Horia Vintila

Editore: Edizioni del Borghese

traduzione dal francese di Orsola Nemi.

pp. 172, Milano

La storia di un pomeriggio che passano insieme un uomo e una donna. Si sono incontrati per caso, parlano; la memoria va e viene, tesse la sua trama sull’ordito delle ore presenti, fa riapparire il passato. A poco a poco, i due sconosciuti si sentono vicini, si riconoscono nati l’uno per l’altra. Due esiliati, due creature strappate dalle violenze della guerra e dalle aberrazioni della politica al loro paese; ciascuna spera di ritrovare, nell’amore, la patria, cioè la fine della solitudine. La felicità sembra a portata di mano, ma un gesto sbadato della sorte la respinge allargo. Nel ritrovarsi solo, l’uomo ricorda che una lettera, arrivata il mattino, mentre egli stava per uscire di casa, lo aspetta nella sua camera non ancora aperta. Non aveva voluto aprirla allora, adesso corre verso la nuova speranza.
Con una bravura molto diversa da un’abilità puramente tecnica, perché sorretta e guidata da una interiore necessità, Vintila Horia ha ripreso in questo romanzo moderno i motivi di profonda validità morale che già lo guidarono nella composizione delle sue opere precedenti: Dio è nato in esilio, e Il Cavaliere della Rassegnazione; collocata e svolta questa nel. l’epoca rinascimentale, e quella nella primalba del cristianesimo. Motivi sviluppati più tardi con libera fantasia nella sua opera teatrale Il più nero dei Corvi.
Gli Impossibili è una storia semplice; il dialogo esita ancora a usare le parole dell’amore, ma vi si manifestano e acquistano rilievo le inquietudini dell’uomo moderno, le sue aspirazioni, i suoi terrori. Vi si legge anche infine la sua sentenza di condannato a inseguire fantasmi che, irraggiungibili per lui, furono per i suoi padri un’assicurata eredità: la patria, la libertà, l’amore. Ma v’è quella lettera chiusa che forse porta la parola aspettata e necessaria.
Un libro che deve leggere chiunque, dopo avere avvicinato Vintila Horia nelle sue opere precedenti, voglia conoscere meglio e più a fondo questo vigoroso scrittore che da una dolorosa visione della realtà contemporanea fa sorgere le parole dell’intransigente coraggio, mai come oggi necessario, e della speranza.

La Grande Storia di Roma

La Grande Storia di Roma

Dall’alba al tramonto

Autore/i: Spinosa Antonio

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

pp. 534, Milano

È vero che i sette re di Roma furono in realtà almeno otto? E come si chiamava la moglie di Romolo? Nessuna paura. Se non lo sapete, la colpa non è vostra, ma, con molta probabilità, dei tanti libri di storia destinati ai soli addetti ai lavori o dei «tomi famigerati» che ci hanno insegnato a odiare le date sui banchi di scuola.
Con questa storia di Roma, Antonio Spinosa, autore di numerose biografie di successo, risponde appunto alle piccole e grandi questioni dimenticate dalla storia ufficiale e ripercorre gli eventi capitali e gli episodi misconosciuti che hanno segnato la nascita, l’ascesa e infine il declino della città fondata da Romolo: dall’uccisione di Remo alla deposizione di Romolo Augustolo nel 476 d.C. Sempre attento alle fonti classiche, l’autore ricostruisce in un lungo e appassionato racconto le vicende più note e quelle trascurate sotto il peso delle battaglie e delle guerre di successione dei Cesari: la diabolica scaltrezza di Tanaquilla, capace di governare Roma attraverso un re morto; il drammatico suicidio di Lavinia, travolta dall’onta di uno stupro; la tassa sull’orina grazie a cui Vespasiano passò direttamente dalla storia antica a quella del costume moderno; le trame di Messalina; i tradimenti adulterini di Caracalla; il culto fallico di Eliogabalo; il cavallo senatore di Caligola e la follia di Commodo, che nel 190 cambiò il nome di Roma in quello di Colonia Lucia Antoniana Commodiana. Da grande «narratore di storia», Spinosa scava alla ricerca delle ragioni che hanno reso grandi i romani, e lo fa principalmente dando un volto e un’anima ai personaggi, agli uomini e alle donne che di quegli eventi furono protagonisti: re, imperatori, consoli, condottieri, mogli influenti, avvocati, sacerdoti, amici e nemici di Roma. Da Muzio Scevola a Menenio Agrippa, da Coriolano a Giulio Cesare, da Cicerone ad Augusto, da Cleopatra a Zenobia, da Vercingetorige ad Attila: la storia della città che ha conquistato il mondo raccontata per la prima volta in ogni sua sfumatura.

Antonio Spinosa, nato nel 1923 a Ceprano (l’antica Fregellae), si dedica da anni a riscoprire e a reinterpretare eventi e personaggi che hanno cambiato il mondo e l’Italia in particolare. Si è inizialmente occupato dell’antica Roma e dell’epoca napoleonica con Cesare e Tiberio, Paolina Bonaparte e Murat, per poi inoltrarsi nell’età contemporanea con Starace. L’uomo che inventò lo stile fascista; I figli del Duce. Il destino di chiamarsi Mussolini; D’Annunzio. Il poeta armato; Mussolini. Il fascino di un dittatore; Vittorio Emanuele III. L’astuzia di un re; Hitler. Il figlio della Germania; Pio XII. L’ultimo papa; Salò. Una storia per immagini; Edda. Una tragedia italiana; Italiane. Il Iato segreto del Risorgimento; L’Italia liberata. Nel 1996, con Augusto. Il grande baro, è tornato alla storia antica. È altresì autore di ricerche storiche sulle persecuzioni razziali, di inchieste meridionalistiche (Il terzo mondo siamo noi; L’ultimo sud; ’Ndrangheta. la mafia calabrese), di saggi politici (Diario di una inquietudine; Mussolini razzista riluttante) e di costume (L’abc dello snobismo; Come si vive in Italia) o inerenti le crisi spirituali dei nostri tempi (Dottor Schweitzer e dintorni). E stato direttore del nuovo «Roma», dell’agenzia Italia, della «Gazetta del Mezzogiorno» e di Videosapere RAI. E stato inoltre inviato speciale del «Corriere della Sera» e del «Giornale». Ha vinto il Premio Estense, il Saint-Vincent, il Bancarella, il Premio Donna Città di Roma, ed è stato finalista al Premio Strega 1996 con il romanzo Piccoli sguardi.