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Ottanta Canzoni

Ottanta Canzoni

Autore/i: Ḥāfeẓ

Editore: Giulio Einaudi Editore

testo persiano a fronte, a cura di Stefano Pellò, traduzione di Stefano Pellò e Gianroberto Scarcia

pp. XXVII-204, Torino

Ḥāfeẓ è il poeta persiano più celebre e più amato. In Iran è ancora oggi molto popolare: si dice che due libri non possono mancare in ogni casa: il suo Canzoniere e il Corano. Dai suoi versi, che tutti sanno recitare a memoria, si ricavano addirittura vaticini per predire il futuro. Importato in Europa con tutti gli onori da Goethe, che ad Ḥāfeẓ si ispirò per il suo Divan occidentale-orientale, ha conosciuto traduzioni in molte lingue moderne. La sua opera poetica si compone di circa cinquecento canzoni. In questo volume ne viene offerta un’accurata scelta che mostra l’affascinante intreccio di amore carnale e mistica sufi in un contesto antitetico di figure dell’ipocrisia (il predicatore, il censore, ecc.) e di figure della sincerità (il bevitore, il libertino, il mendicante) che configurano una «controcultura» innervata nell’amore e nell’ebbrezza o nell’ebbrezza dell’amore.

“L’eternità sta nel vino, coppiere, a me versane l’ultima goccia: lassù non fiorita è radura, non quale a Shiraz riva d’acque.
Di liuti parlatemi solo, parlatemi solo di coppe: il segreto di questo mondo è un enigma che mai saprà scioglier sapienza.”

Shams al Din Moḥammad Shirāzi visse nel XIV secolo nella città persiana di Shiraz. L’appellativo di Ḥāfeẓ con cui divenne famoso significa «colui che conosce a memoria il Corano». Svolse la sua attività poetica negli ambienti cortigiani della propria città prima dell’invasione di Tamerlano.

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