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Nuvola Rossa e il Suo Popolo

Nuvola Rossa e il Suo Popolo

Autore/i: Hyde George E.

Editore: Bompiani

introduzione di Royal B. Hassrick, prefazione dell’autore, traduzione dall’inglese di Alberto Paleari.

pp. 416, nn. fotografie b/n, 2 cartine b/n, Milano

Qualunque bibliografia degli Indiani nordamericani in generale, e tanto più dei Sioux in particolare, non potrà mai prescindere da Red Cloud’s Folk di George E. Hyde, un’opera che ancora oggi costituisce il punto di partenza per qualunque studio sulla storia di questo popolo nei suoi rapporti con i Bianchi, cacciatori di pellicce, commercianti, coloni, soldati e uomini della politica che fossero.
Dopo una rapida ma minuziosa panoramica sugli avvenimenti dei secoli XVII e XVIII, l’attenzione dell’autore si concentra sui fatti del XIX secolo e in particolare sulle vicende che coinvolsero, politicamente e militarmente, due indiscussi capi Sioux, Nuvola Rossa e Coda Chiazzata, e le agenzie che portavano il loro nome.
Di questi due grandi leader viene dato un ritratto anche psicologico probabilmente insuperato per la profondità dell’indagine, e benché Hyde sia certamente “dalla parte degli Indiani”, non si fa scrupolo di sottolinearne gli errori o i lati meno nobili del carattere: le invidie, l’ambizione, le decisioni sbagliate. Memorabili sono le pagine in cui vengono descritte le due visite a Washington, dal Grande Padre.
Non si tratta però di un libro biografico, ma più generalmente storico. Di qui l’analisi dei trattati stipulati tra Bianchi e Uomini Bossi (altra descrizione insuperata, alla quale si è rifatta più di una ricostruzione cinematografica, il cerimoniale del mancato trattato), il sorgere degli avamposti militari (uno tra tutti, Fort Laramie) e commerciali, le battaglie (non solo quella di Little Big Horn, di cui è offerta una illuminante lettura sulla base delle “tracce” rilevate sul campo dello scontro, ma anche quella del Rosebud, che la precedette e quasi l’annuncio poche ore prima, o di Sand Creek), i piccoli scontri, gli errori di valutazione commessi da una parte e dall’altra e anche la cecità di quel Partito della Pace che nell’Est si arroccò su posizioni in definitiva sterili, contribuendo, involontariamente, all’annientamento di quello stesso popolo che invece voleva salvare.
Una particolare attenzione è riservata alla realtà delle riserve, l’“invenzione” del governo per risolvere il “problema indiano”, alla quale i diversi gruppi di pellerossa risposero in maniera differente, adattandovisi, opponendosi oppure cercando di trarne vantaggi pratici i momenti di grave crisi (ad esempio, la presa di possesso delle Black Hills da parte dei Bianchi) sono osservati da più prospettive, smascherando le cause false e cercando di evidenziare i contraccolpi che certe azioni avranno nell’immediato e nel futuro della pace nel territorio. Non mancano gli episodi apparentemente di piccola cronaca (ad esempio, quando gli indiani si opposero con la forza all’erezione di un’asta per la bandiera nel fabbricato della riserva) che però, analizzati nella giusta prospettiva, tradiscono una realtà di fondo più ampia e coinvolgente.
E, ovviamente, non mancano i grandi personaggi di questa tragica epopea: Cavallo Pazzo, Toro Seduto, il presidente Grant, il generale Custer.
E, sullo sfondo, il lento ma inesorabile disfacimento di una antica cultura etnica che non ha i mezzi per resistere all’invasione della grande marea bianca.

George E. Hyde è nato nel 1882 a Omaha (Nebraska). Ha scritto alcuni tra i più importanti libri sugli Uomini Rossi. Tra questi ricordiamo: Indians of the High Plains: From the Prehistoric Period to the Corning of Europeans (1959), Spotted Tail’s Folk: A History of the Brnlé Sioux (1961), Indians of the Woodlands: From Prehistoric Times to 1725 (1962), The Pawnee indians (1974).
George E. Hyde è morto nel 1968.

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