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Non Dimenticatemi

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Le lettere dal gulag del grande matematico, filosofo e sacerdote russo

Autore/i: Florenskij Pavel A.

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

introduzione di Natalino Valentini, a cura di Lubomír e Natalino Valentini, traduzione di Giovanni Guaita e Lenoid Charitonov.

pp. 424, nn. fotografie b/n f.t., Milano

«La vita vola via come un sogno e spesso non riesci a far nulla prima che ti sfugga l’istante della sua pienezza. Per questo è fondamentale apprendere l’arte del vivere, tra tutte la più ardua ed essenziale: colmare ogni istante di un contenuto sostanziale, nella consapevolezza che esso non si ripeterà mai più come tale».
Così scriveva Pavel Florenskij il 20 aprile 1937, pochi mesi prima di venire ucciso. Da anni si trovava nel gulag delle isole Solovki, uno dei più terribili luoghi di repressione della dittatura staliniana. Il suo unico contatto con il mondo esterno era dato dalla possibilità di scrivere a moglie e figli. Nonostante le lettere venissero sottoposte a rigorosa censura, l’epistolario di padre Florenskij rappresenta un documento di particolare eccezionalità per il rilievo esistenziale e teoretico: biografia e pensiero, metafisica ed esistenza, ragione e passione si congiungono intimamente nell’esperienza tragica di un testimone tra i più autentici e radicali del nostro tempo, martire della fede ortodossa in terra russa negli anni del terrore staliniano.

Pavel Florenskij (1882-1937), laureato in matematica, ha rifiutato la cattedra universitaria per studiare teologia. Ordinato presbitero ortodosso, docente di filosofia presso l’Accademia Teologica moscovita, svolge un’attività filosofica, teologica e scientifica di livello assoluto fino a quando viene rinchiuso nel famigerato gulag delle isole Solovki e quindi, in un luogo sconosciuto presso Leningrado, fucilato.

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