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Morte di Mezza Estate

Morte di Mezza Estate

E altri racconti

Autore/i: Mishima Yukio

Editore: Ugo Guanda Editore

prefazione di Alberto Moravia, traduzione di Marco Amante.

pp. 252, Parma

Scrittore aggressivo, emblematico di una cultura elegante e basata sul rituale, Yukio Mishima uniformò il suo stile di vita ai precetti degli antichi samurai, eccellendo nelle arti letterarie e in quelle marziali. Eppure Mishima fu il più “occidentale” degli intellettuali giapponesi proprio per aver saputo cogliere il dualismo, la contraddittorietà di una civiltà in cui accanto al neocapitalismo coesiste una visione del mondo di tipo tradizionale.
L’intreccio di arte e di azione – che richiama alla memoria modelli ben noti della cultura decadente occidentale – non basta a spiegare la tragica coerenza del personaggio, né la sua posizione di primo piano nella letteratura giapponese del Novecento. A questo fine i dieci racconti di Morte di mezza estate – il meglio di Mishima – si rivelano illuminanti: introducono ai temi fondamentali della sua opera (primo fra tutti l’indagine sulle dimensioni interiori dell’uomo) e ad una ricerca estetica che dà vita ad un linguaggio ora prezioso ora freddo e lineare. Tra i racconti e da segnalare Patriottismo, profetica anticipazione letteraria del suicidio di Mishima, avvenuto con l’antico rito del seppuku.

Yukio Mishima nacque a Tokio nel 1925. Laureatosi in giurisprudenza, si dedicò presto ad una fecondissima attività di romanziere, commediografo e saggista. Fu Kawabata a consacrare la sua notorietà. Compì numerosi viaggi in Occidente e fu candidato al Nobel. Fondatore di un raggruppamento giovanile nazionalista, Mishima si uccise a 45 anni, nel 1970, per protesta contro l’abbandono dei valori tradizionali e l’asservimento del Giappone alle potenze straniere.

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