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Metafisica Tedesca

Metafisica Tedesca

Pensieri razionali intorno a Dio, al mondo, all’anima dell’uomo e anche a tutti gli enti in generale

Autore/i: Wolff Christian

Editore: Rusconi

prima edizione, testo tedesco a fronte, introduzione, traduzione, note e apparati a cura di Raffaele Ciafardone, in sovracoperta: Ritratto di Christian Wolff (particolare), autore ignoto, Olio su tela, Herzog Bibliothek, Wolfenbüttel.

pp. XLIV-914, Milano

L’incontro di Wolff con la metafisica avvenne abbastanza tardi, nell’ultimo periodo del suo soggiorno a Halle. Infatti, i Pensieri razionali intorno a Dio, al mondo, all’anima dell’uomo e anche a tutti gli enti in generale (per brevità denominati Metafisica tedesca) furono pubblicati nel 1720: a quell’epoca Wolff aveva composto numerosi saggi, quasi tutti di argomento matematico, concernenti soprattutto il calcolo infinitesimale, e un trattato di logica, i Pensieri razionali intorno alle forze dell’intelletto umano e al loro uso corretto nella conoscenza della verità (anch’esso brevemente ridefinito Logica tedesca).
Il tardivo approccio di Wolff con la problematica metafisica si spiega anche con il dominio incontrastato che nella città di Halle esercitava in quel periodo la filosofia di Christian Thomasius, orientata in direzione psicologistica e antropologica. Lo stesso Wolff dichiara che «nella filosofia dominava il signor Thomasius, il cui spirito e la cui esposizione non erano però di mio gradimento. Perciò nei primi anni non mi occupai di filosofia».
Da un punto di vista storico, la Metafisica tedesca rappresenta una reazione all’impostazione antimetafisica della filosofia thomasiana e una ripresa della tradizione ontologica ed enciclopedica della Scolastica del Seicento: una ripresa che non è però una mera riesumazione di tale tradizione. bensì un’emendazione e un’integrazione di essa con le istanze più vive della filosofia cartesiana, quali l’ars inveniendi e l’adozione del metodo matematico nella trattazione degli argomenti ontologici, La metafisica scolastica, in particolare quella di F. Suárez, era ancora studiata a Breslavia, città natale di Wolff, mentre nelle università cattoliche tedesche l’interesse per questa metafisica era andato rapidamente scemando dal 1670. L’adolescente Wolff lesse gli scritti di logica e di metafisica di Scharff, conobbe l’opera di Scheibler, apprese dalla lettura diretta della Summa theologiae di Tommaso la teologia cattolica, la cui conoscenza era indispensabile per discutere con i cattolici.
Wolff considerò come suo merito principale l’aver purificato e innalzato l’ontologia. Con la Metafisica tedesca egli impose all’epoca la sua tematica; e ciò giustifica la sua peculiare posizione storica e teoretica nell’Illuminismo tedesco. Dopo di lui, non soltanto Mendelssohn e Kant, ma anche Hegel, Bolzano, Brentano, Husserl, Meinong, Hartmann, sia pure in contesti diversi e con differenti impostazioni e soluzioni, avrebbero continuato a porre al centro della loro attenzione l’ontologia, sia pure liberata dalla forma sillogistica e matematica conferitale da Wolff.
La pubblicazione della Metafisica tedesca, insieme con quella della Oratio de Sinarum Philosophia practica (1721), suscitò un’aspra e lunga (1723-1735) controversia tra Wolff e i teologici di Halle, in particolare J. Lange. Il tema principale della controversia può essere riassunto nell’espressione: libertà contro fatalismo. Lange accuso Wolff di avere sostenuto il «nexus rerum fatalis» e di averlo fondato sulla validità universale del principio di ragione sufficiente. Wolff si difese da tale accusa ricorrendo alla distinzione tra «necessità geometrica» della filosofia spinoziana e «necessità della natura» della sua filosofia.
Il testo tedesco riportato nel presente volume riproduce l’undicesima edizione del 1751 (fu ripubblicato. in edizione fototipica, nel vol. II, sezione I dei Gesammelte Werke di Wolff).

Raffaele Ciafardone è professore ordinario di Storia della filosofia moderna all’Università di Chieti e uno dei più lucidi studiosi dell’Illuminismo tedesco. Si è interessato in particolare di Christian Wolff, Johann Heinrich Lambert. Johann Nikolaus Tetens e Moses Mendelssohn. Tra le sue numerose pubblicazioni segnaliamo: Johann Heinrich Lambert e la fondazione scientifica della filosofia (1975): J. H. Lambert. Nuovo Organo (1977); L’Illuminismo tedesco. Metodo filosofico e premesse etico-teologiche (1690-1765) (1978): Christian Wolff, Logica tedesca (1978): L’Illuminismo tedesco (1983) (ed. tedesca: Die Philosophie der deutschen Aufklärung. Texte und Darstellung. 1990): La “Critica della ragion pura” nell’aetas kantiana (2 voll., 1987-1990): Critica della ragion pura. Introduzione alla lettura (1996).

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