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Metacritica dell’Eros

Metacritica dell’Eros

Autore/i: Melchiorre Virgilio

Editore: Vita e Pensiero

prima edizione, introduzione dell’autore.

pp. 200, Milano

Forse mai, come nella nostra età, l’uomo ha posto in questione se stesso tentando una critica radicale delle proprie convinzioni, dei propri costumi, delle proprie istituzioni etiche, sociali, religiose. La vita dell’eros, che senza dubbio costituisce il nodo essenziale di ogni antropologia, è stata così investita da un giudizio critico senza precedenti. Ma si tratta poi di una critica che veramente risale alle radici dell’uomo? Le soluzioni prospettate per lo più in chiave di nuovi rapporti sociali o nel senso delle diverse ermeneutiche psicanalitiche non finiscono con l’occultare, pur nella loro legittimità, il senso più radicale dell’eros? E non si tratta allora di situarsi al di là della critica, con una “metacritica” che costituisca ad un tempo una chiave di lettura essenzialmente diversa?
Con i saggi raccolti nel presente volume, Virgilio Melchiorre cerca appunto di porsi in questa prospettiva e, pur non trascurando i dovuti apporti delle scienze umane, tenta una rifondazione filosofica del concetto di eros. Anche il discorso sulla morte e quello sul gioco, che seguono a quello sulla dialettica dell’eros, vanno considerati in questa prospettiva nonostante l’apparente distanza dei campi tematici: la letteratura romantica ci ha ormai abituati a stabilire un nesso, positivo o negativo che sia, con la morte e con la gratuità del gioco esistenziale. Si pensi del resto, e per essere più attuali, alle proposte marcusiane sulla scia dispiegata già da Schiller. I saggi raccolti in questo volume potrebbero essere intesi appunto in questa prospettiva, anche se il loro impianto resta più saldamente legato per un verso alla più antica tradizione classica e per l’altro verso al metodo della fenomenologia husserliana.

Virgilio Melchiorre è nato a Chieti nel 1931 ed insegna Filosofia morale presso l’Università di Venezia. Insegna anche all’Università Cattolica di Milano, ove dal 1967 dirige la Scuola Superiore delle Comunicazioni Sociali. Ha iniziato le sue ricerche con alcuni studi sull’esistenzialismo, dedicandosi in particolare a Kierkegaard. Ha successivamente affrontato altri aspetti della filosofia contemporanea, scrivendo soprattutto su Marx, Gramsci, Mounier, Maritain, Guardini, Ricoeur. Attualmente i suoi interessi si dividono su due linee convergenti: la prima sul piano della filosofia della storia, la seconda sul piano dell’immaginazione simbolica. L’ultimo suo saggio che, di nuovo, ripropone l’incontro delle due linee di ricerca va sotto il titolo de Lo schematismo storico in Kant (1975). Sul piano più strettamente teoretico si possono ricordare, fra gli altri scritti, i seguenti volumi: Arte ed esistenza, Firenze 1956; Il metodo di Mounier ed altri saggi, Milano 1960; Il sapere storico, Brescia 1963; Sul senso della morte, Brescia 1964; La coscienza utopica, Milano 1970; L’immaginazione simbolica, Bologna 1972.

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