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Medjugorje • Il Cammino Del Cuore – Credo Senza Aver Visto

Medjugorje • Il Cammino Del Cuore – Credo Senza Aver Visto

Medjugorje: non occorre il miracolo per confermare la fede

Autore/i: Cammilleri Rino

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, premessa dell’autore.

pp. 242, Milano

Tutto a Medjugorje risulta eccezionale: la durata del fenomeno delle apparizioni, le numerose guarigioni, l’interesse dei media. E, più di ogni altra cosa, l’eco suscitata nel mondo, eco che nel giro di un trentennio ha trasformato questo piccolo e sconosciuto villaggio dell’ex Iugoslavia nella meta di un milione di pellegrini l’anno. Ma cosa spinge i fedeli a intraprendere il viaggio verso una località così remota? Che cosa li induce a percorrere la dura salita del Podbrdo o quella ancora più ardua del Kri¿evac, talvolta persino scalzi? E, al ritorno, cosa rimane loro del cammino spirituale compiuto? Rino Cammilleri ci aiuta a comprendere questa profonda esperienza di fede offrendoci il resoconto di due pellegrinaggi che ha compiuto nel villaggio bosniaco, il primo nel 1990, sull’onda di una crisi esistenziale, e il secondo nel 2011, ricco di una sofferta maturità conquistata nel tempo. Due viaggi, quelli di Cammilleri, compiuti a distanza di un ventennio, durante il quale molte cose sono cambiate. È cambiato il clima politico dopo la caduta del muro di Berlino, la disgregazione della Iugoslavia e la fine della guerra fredda; è cambiato il villaggio, cresciuto e ormai incentrato sull’accoglienza dei pellegrini; sono cambiati i veggenti, diventati oggi degli adulti che vivono una vita quasi «normale». Le aspettative dell’autore stesso, conscio che, come dice Matteo nel Vangelo, «molti sono i chiamati, pochi gli eletti», sono cambiate e sono oggi più pacate, più sommesse. Quella che non è cambiata è l’intensità della sua esperienza religiosa. Come per la stragrande maggioranza dei pellegrini, che in lui immediatamente si riconosceranno, anche per Cammilleri i viaggi a Medjugorje non sono stati caratterizzati da fenomeni soprannaturali. Eppure, in qualche modo, «da Medjugorje nessuno se ne torna a casa a mani vuote»; in fondo, «la guarigione del cuore conta più di quella del corpo, perché è per l’eternità». Per i credenti, infatti, quei viaggi sono percorsi spirituali che si risolvono quasi sempre in una semplice ma profonda conferma della fede, percorsi che condensano in un gesto l’espressione dell’intenso desiderio dell’uomo di comunicare con Dio.

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