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Martin Heidegger Mio Zio

Martin Heidegger Mio Zio

Autore/i: Heidegger Heinrich

Editore: Morcelliana

cura e introduzione di Pierfrancesco Stagi, premessa dell’autore.

pp. 120, 10 fotografie a colori e b/n f.t., Brescia

Martin Heidegger era un credente? È noto che fosse un pensatore di formazione cattolica, ma qui l’interrogativo, accostandosi al vissuto spirituale, investe la cosa stessa del suo pensare: la domanda sull’essere. In una prospettiva che fa dell’ermeneutica l’insieme di etica, estetica e filosofia, queste dimensioni diventano esperienza della fatticità della vita in quanto tale. Di qui l’intreccio tra fede e ragione, filosofia e teologia, riflessioni che hanno lasciato un solco nel pensiero teologico contemporaneo – da Bultmann a Rahner, Przywara, Bonhoeffer – e persino nella fisionomia di Heidegger come “anticattolico”. La sua stessa ricerca di una “nudità radicale dell’essere” afferma e nega al contempo il rapporto con la trascendenza: se la povertà dell’esserci è la ragione del suo filosofare – e quesito comune alla fede quella stessa nudità è una condanna a non lasciar balenare le ragioni della salvezza attesa invece dal cristiano. Nel dialogo fra Pierfrancesco Stagi e un testimone d’eccezione quale Heinrich Heidegger, emerge, insieme ai ricordi di famiglia, un ritratto inedito di Martin Heidegger.

Heinrich Heidegge, sacerdote diocesano e nipote di Martin Heidegger, si è laureato in Filosofia e Teologia all’Università di Freiburg e München. Vicino allo zio nell’ultima fase della sua vita, ne ha raccolto preziose testimonianze filosofiche e teologiche. Dal 1994 a Meßkirch cataloga materiali sulla biografia del filosofo.

Pierfrancesco Stagi svolge attività di ricerca presso le Università di Torino, Tübinger e Freiburg. Ha pubblicato: Der Faktische Gott (Würzburg, 2007) e Il giovane Heidegge. Verità e Rivelazione (Roma, 2010).

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