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L’Ultimo – Il Memoriale Inedito della Guardia del Corpo di Hitler (1940-1945)

L’Ultimo – Il Memoriale Inedito della Guardia del Corpo di Hitler (1940-1945)

Titolo originale: J’ètais garde du corps d’Hitler 1940-1945

Autore/i: Misch Rochus

Editore: Castelvecchi Editore

prima edizione, prefazione e cura di Nicolas Bourcier, introduzione di Pier Carlo Bontempelli, traduzione dal francese di Maria Vittoria Mancini.

pp. 240, ill. b/n, Roma

Rochus Misch è l’ultimo. L’ultimo sopravvissuto delle guardie del corpo di Adolf Hitler. L’ultimo soldato ad aver lasciato il bunker del Führer il 2 maggio 1945, il giorno in cui l’Armata Rossa s’impossessa della capitale del Terzo Reich, ormai in rovina. Uno dei pochi testimoni ad aver visto i corpi inerti del dittatore e della sua compagna, Eva Braun, accartocciati su un canapè nella loro tomba di cemento e acciaio. L’SS di ventisette anni a cui Joseph Goebbels, Ministro della Propaganda, si è rivolto qualche minuto prima di suicidarsi a sua volta. Oggi Rochus Misch accetta di raccontare il suo passato, segnato dalla tragedia tedesca del secolo XX. Per la prima volta, accetta di ripercorrere le tappe della sua vita e di rivelare nei dettagli i suoi ricordi, in un’opera che porterà il suo nome. Questo racconto è il risultato del lavoro di diversi mesi. Un esercizio delicato, a volte penoso e molto spesso insopportabile per un uomo vecchio, che coltiva solitario e senza posa il giardino della sua memoria, avendo molta cura di mettere da parte i cattivi pensieri.

Un brano: “Hitler si girò e sparì dalla stanza. Ecco, tutto finito. Mi lasciarono là un po’ stordito, ma anche sollevato, alleggerito di un peso che mi aveva perseguitato fin dal mio arrivo. Quel breve scambio di parole mi aveva avvicinato agli altri, ai camerati. Il famoso Führer che avevo appena visto non era né un mostro, né un superuomo. Hitler non era più Hitler. Sembrava un uomo normale. La mia paura non era completamente scomparsa, ma si era attenuata, affievolita. Guardai la porta. Era aperta. Era la voce di Brückner, venuto improvvisamente a prendermi: «I vostri camerati si occuperanno del resto»”.

Rochus Misch (Oppeln, Germania,1917) è stato la guardia del corpo di Adolf Hitler dal 1940 al 1945. Dalla Cancelleria berlinese agli appartamenti privati, dal Nido d’Aquila di Berchtesgaden alla Tana del Lupo in Prussia orientale e al Quartier Generale ucraino, ha seguito il Führer fino alla fine del Terzo Reich. È stato testimone delle ore maggiori e minori dei dirigenti nazionalsocialisti e delle loro compagne. Ultimo soldato tedesco a lasciare il bunker dopo il suicidio di Hitler, si è stabilito a Berlino dopo nove anni di prigionia in Urss.

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Prefazione
Rochus Misch e il passato tedesco

  • L’ULTIMO
  • Mi chiamo Rochus Misch
  • Un’infanzia felice, nonostante tutto
  • Soldato
  • La guerra dei fiori
  • La Cancelleria del Führer
  • Primo incontro con Hitler
  • Con e senza il Führer
  • Gli amici intimi
  • Il Berghof
  • «Mein Führer»
  • La festa di Eva Braun
  • Niente domande
  • Il bunker
  • Hitler non esce
  • Amerika
  • Il volo di Hess
  • Wolfsschanze
  • Werwolf
  • Stalingrado
  • «I migliori auguri»
  • Una cuoca «non ariana»
  • Bombe britanniche, artigliera sovietica
  • Eva Braun cattolica
  • Il 20 luglio 1944
  • Il labirinto
  • Ultime settimane alla cancelleria
  • Umido e scomodo
  • Il compleanno di Hitler
  • «La guerra è finita»
  • «L’attesa»
  • La prigionia
  • La vita dopo

Notizie biografiche
Fonti principali

Il bunker di Hitler
La Cancelleria nel 1944

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Argomenti: Libri vari,

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