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L’Obolo di Pietro • Le Finanze del Papato Moderno: 1850-1950

L’Obolo di Pietro • Le Finanze del Papato Moderno: 1850-1950

Titolo originale: Money and the Rise of the Modern Papacy

Autore/i: Pollard John F.

Editore: Edizioni Corbaccio

prefazione di Luigi Accattoli, introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese di Marco Sartori.

pp. 368, Milano

«Questo libro è la storia dello sviluppo delle strutture e delle politiche finanziarie di una istituzione – il Papato – che nel 1850 era essenzialmente un piccolo Stato semifeudale e territoriale con un’autorità spirituale abbastanza vaga sopra milioni di cattolici fuori della penisola italiana, ma che nei successivi cento anni, lasciati cadere gli ultimi residui del “potere temporale”, si è trasformato in un’istituzione fortemente burocratizzata, con un raggio d’azione diplomatico sempre più globale e in grado di esercitare un controllo sempre più rigido, centralizzato e indiscusso sulla Chiesa cattolica romana nel mondo.» (Dall’Introduzione)

Dalla storia dei movimenti nazionali europei abbiamo appreso che il papato di Pio IX, dopo una breve stagione liberale, fece tutto ciò che era in suo potere per arrestare la macchina del progresso e della modernità. Si oppose all’unificazione italiana. Condannò i movimenti socialisti e rivoluzionari. Vide nella stampa, nella libertà di opinione e nel dibattito scientifico altrettante minacce alla fede religiosa e al magistero della Chiesa nel mondo. Fu quindi, letteralmente, un papato reazionario.
Questo libro non mette in discussione tali tesi e non pretende di rovesciare il giudizio che il pensiero liberale ha dato della politica della Santa Sede negli anni cruciali che vanno dai moti del 1848 alla nascita, contro la sua volontà, di due grandi Stati nazionali europei, l’Italia e la Germania. Ma adotta un’altra chiave di lettura e giunge a conclusioni inattese. La chiave di lettura è il denaro della Chiesa: come venne raccolto, amministrato, investito, utilizzato. Ma, attenzione, lo scopo di John F. Pollard non è quello di rovistare nei cassetti e negli armadi dei palazzi vaticani e lateranensi. Lo studio del denaro serve in questo caso a dimostrare quali trasformazioni la Chiesa abbia subito nel corso dell’Ottocento e soprattutto negli anni che precedono e seguono la fine del potere temporale. Aggredita dalla modernità, la Santa Sede realizza paradossalmente la propria modernizzazione. Rafforza i vincoli di disciplina che uniscono i vescovi al soglio di Pietro. Crea istituzioni che le consentono di essere presente, in modo più incisivo, nelle città, nelle campagne, nei possedimenti coloniali delle potenze europee. Favorisce la nascita di nuove congregazioni. Comprende di non potere voltare le spalle alla pubblica opinione e diventa editrice di giornali e riviste. Persino le sue decisioni più imperiose e discutibili (il Sillabo, il dogma dell’Immacolata Concezione e quello della infallibilità papale) servono a delineare con maggiore nettezza la figura del cattolico e rientrano quindi in questa prospettiva. Ma questa vasta operazione di rinnovamento richiede denaro. Privata in molti Paesi dei beni ecclesiastici (un residuo del suo passato feudale), la Chiesa deve avere un bilancio fatto di entrate e di uscite, di risorse su cui fare affidamento e di istituzioni che sappiano gestirle. La strada è lunga, costellata di errori, incidenti di percorso, crisi e compromessi, anche politici, che sono per l’appunto la materia del libro di Pollard. Ma il processo diventa tanto più comprensibile quanto più è inserito nel grande disegno spirituale e istituzionale della Chiesa di Roma in uno dei momenti più difficili della sua storia.

John F. Pollard è Fellow del Trinity Hall a Cambridge. Esperto di Storia della Chiesa, è autore di The Vatican and Italian Fascism, 1929-32 e del libro, tradotto in italiano, Il papa sconosciuto: Benedetto XV (1914-1922) e la ricerca della pace.

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