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Lo Specchio che Ritorna

Lo Specchio che Ritorna

I terrori o i piaceri erotici adolescenziali, tratti dalla pittoresca cronaca del clan familiare

Autore/i: Robbe-Grillet Alain

Editore: Spirali Edizioni

prima edizione, traduzione di Anna Zanon, collana: Romanzo Spirali n° 22, titolo originale: Le miroir qui revient.

pp. 244, Milano

Tra romanzo e autobiografia, Robbe‑Grillet ci parla della sua vita, del suo passato sempre con lo stile peculiare che l’ha reso celebre esponente del nouveau romance. In “Lo specchio che ritorna” abbiamo il piacere di assaporare la sua prosa asciutta, il suo stile neutro applicato all’autobiografia; possiamo insomma accostarci allo scrittore che narra di sé stesso. Un piacere da cui siamo rimasti troppo a lungo privi.

Estratto del libro:
«Se ho buona memoria, ho incominciato la scrittura del presente libro verso la fine dell’anno ’76 o all’inizio del ’77, e cioè alcuni mesi dopo la pubblicazione di Topologia di una città fantasma. Eccoci poi all’autunno dell’83 senza che il lavoro sia avanzato di molto (una quarantina di pagine manoscritte), continuamente abbandonato per compiti che mi sembrano più urgenti.»

Un romanzo? Un’autobiografia? Il linguaggio del romanzo, si sa, non è quello che lo scrittore usa nel quotidiano. E siccome qui è l’uomo Robbe‑Grillet a parlare (di sé romanziere, di sé bambino), la sua scrittura sembrerà meno austera di quella a cui ci ha abituati. Ma la tessitura avventurosa dei frammenti rubati ai territori o ai piaceri erotici del ragazzino, tratti dalla pittoresca cronaca del clan familiare, lasciati dagli anni della guerra o dell’orrore nazista, tutto l’intreccio di piccole cose, di pacata iconografia, di lacune e di eventi smisurati condurrà il lettore, a sua insaputa, a identificare il funzionamento incerto di un’esistenza in quello di tutta la letteratura moderna.

Alain Robbe-Grillet:  Nato a Brest nel 1922 – deceduto a Caen nel 2008, è stato uno scrittore, saggista, regista e sceneggiatore francese.
Massimo teorico ed esponente, assieme Nathalie Sarraute, Michel Butor e Claude Simon, del gruppo del Nouveau roman (nuovo
romanzo), movimento che ha espresso una rigorosa e totale alternativa allo psicologismo del romanzo moderno, Alain Robbe-Grillet è stato eletto membro dell’Académie francaise nel 2004. Ha profondamente influenzato la letteratura europea della seconda metà del Novecento, tra cui anche gli italiani Edoardo Sanguineti e Ferdinando Camon.
Lo stile di scrittura di Alain Robbe-Grillet è stato definito realista o fenomenologico o teoria della superficie pura. La sua descrizione metodica, geometrica e spesso ripetitiva degli oggetti sostituisce (anche se spesso rivela) la psicologia e l’interiorità del personaggio. Il lettore deve così lentamente ricostruire la storia e l’esperienza emozionale, per esempio, della gelosia, nella ripetizione delle descrizione, nell’attenzione agli strani dettagli, e nelle continue interruzioni, un metodo che ricorda l’esperienza della psicoanalisi, in cui i significati più profondi dell’inconscio sono contenuti nel flusso di interruzioni e di libere associazioni. La cronologia e la trama vengono spezzate, e il romanzo risulta l’equivalente letterario di un quadro cubista. Eppure la sua opera in ultima analisi è caratterizzata dalla sua capacità di produrre significati diversi a molte persone diverse.

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